Cala Gonone






























































Cala Gonone
frazione

Cala Gonone – Veduta
Cala Gonone
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Sardegna-Stemma.svg Sardegna
Provincia
Provincia di Nuoro-Stemma.png Nuoro
Comune
Dorgali-Stemma.png Dorgali
Territorio
Coordinate
40°16′57.37″N 9°37′56.69″E / 40.282603°N 9.632413°E40.282603; 9.632413 (Cala Gonone)Coordinate: 40°16′57.37″N 9°37′56.69″E / 40.282603°N 9.632413°E40.282603; 9.632413 (Cala Gonone)
Altitudine 20 m s.l.m.
Abitanti 1 655 (31-12-2011)
Altre informazioni
Cod. postale 08022
Prefisso 0784
Fuso orario UTC+1
Nome abitanti (IT) gononesi
(SC) gononesos
Patrono Nostra Signora di Bonaria
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Cala Gonone

Cala Gonone


Sito istituzionale

Cala Gonone è l'unica frazione di Dorgali in provincia di Nuoro (Sardegna). Dista circa 8 chilometri dal capoluogo comunale.




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


    • 1.2 Clima




  • 2 Origini del nome


  • 3 Storia


  • 4 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 4.1 Luoghi di interesse naturalistico




  • 5 Cultura


    • 5.1 Cinema




  • 6 Economia


    • 6.1 Turismo




  • 7 Galleria d'immagini


  • 8 Note


  • 9 Bibliografia


  • 10 Voci correlate


  • 11 Altri progetti


  • 12 Collegamenti esterni





Geografia fisica |



Territorio |


Superando Dorgali e percorsa la galleria sulla SS 125 che attraversa la valle tra il monte Bardia e il monte Tului, Cala Gonone si staglia contro il mare, posizionato sulla collina ripida in discesa verso la costa del golfo di Orosei.



Clima |


Cala Gonone gode dei benefici climatici del mare, con inverni miti ed estati calde e asciutte,
e spesso battuta da forti venti di maestrale, come il resto dell'isola, ma che qui hanno una valenza particolare. Il vento non risulta costante ma a forti folate irregolari con direzione variabile, infatti la particolare posizione nel montuoso golfo fa sì che il vento proveniente da nord-ovest si incanali nelle gole delle montagne riflettendosi poi da direzione sud-est.



Origini del nome |


Etimologicamente è un aggettivo che deriva dal sostantivo sardo nuragico "gonno", significa collina o terra emergente.[1] Potrebbe anche essersi originato dal nome di persona Conone diffuso nel mondo ellenico. Vi sono due santi con il nome San Conone, il primo Vescovo di Bidana in Isauria è il protettore di Castelcivita (SA) taumaturgo e protettore dei sordomuti (festa il 3 di giugno). Il secondo monaco abate visse nel VI secolo in Palestina (festa il 19 di febbraio), è sepolto a San Pietro. Potrebbe anche essersi originato dal greco "koinonos", compagnia, forse riferito alla presenza di camalli che nell'età antica caricavano e scaricavano le merci dei traffici portuali di Cartagine Sulcos (Sulcali poi Turcali).



Storia |


Località abitata già in epoca nuragica, poi romana e infine bizantina (X secolo). Infatti sulla costa due chilometri più a sud di Gonone era ubicata fino al primo millennio d.C. la realtà urbana portuale (Sulcalis) più importante dal punto di vista demografico ed economico del territorio dorgalese e del golfo di Orosei. Il litorale di Gonone dopo lo spopolamento dell'anno mille fu utilizzato come approdo in periodo medioevale. Il centro attuale nasce con la costruzione della chiesa nel 1878. Poi il villaggio fu interessato dal popolamento di una colonia di pescatori ponzesi all'inizio del XX secolo e si sviluppa soprattutto nella seconda metà del Novecento come importante centro turistico e balneare. I locali chiamano questo paese semplicemente Gonone.


Nella località sovrastante collocata un poco più a Sud di Gonone e ben visibile dal paese scompare nel X secolo l'importante città costiera tardo bizantina di Nuraghe Mannu (Thurcali)[2], chiamata dallo storico romano imperiale Claudianus "Cartagine Sulcos"[3] il cui nome volgare romano era Sulcalis (molto probabilmente la romana Sulci Tirrena) che si deduce dal nome Thurcali con il quale gli anziani locali denominavano volgarmente questa città[4] Nei resti della città vicino al nuraghe monotorre principale (Nuraghe Mannu) ci sono le tracce di un cenobio, di un edificio di culto cristiano bizantino della Teotocos (La Madre di Dio). La popolazione di Nuraghe Mannu era già cristianizzata dal IV secolo d.C. La chiesa era di rito greco. La popolazione locale parlava il latino volgare, dal quale si sarebbe originato il sardo moderno, e come linguaggio parallelo sempre più latinizzato, il protosardo. Il protosardo era il linguaggio locale sin dall'epoca dei nuraghi ed era più antico del sardo neolatino e secondo alcune ipotesi si sarebbe originato migliaia di anni prima da successive migrazioni dei popoli del mare (shardana) della Tracia, dalla Grecia e dall'odierna Albania.[5] In periodo romano era ancora popolato il villaggio di Nuraghe Arvu nella periferia del paese che faceva parte della stessa realtà urbana di Cartagine Sulcos. Nelle vicinanze nella grotta di "Sa Cresiedda" ci sono le tracce della presenza di anacoreti dediti al culto di San Giovanni Battista, "Santu Anne a Mantedda" resta come nome della località. A questo santo era dedicato in periodo medioevale il porto di Thurcali ubicato sotto le falesie di "Sos d'Orroles". In epoca romana e bizantina i passi montani carreggiabili sulla catena calcarea del monte Santo (da monte Bardia a monte Tului e a Punta Dogana), collegati nell'entroterra all'orientale sarda erano due, uno quello di monte Ruiu (poco più a sud del passo di Irghiriai o Littu) mentre il secondo accesso era quello di Suttaterra.[6]




Bandiera di Girifai.[7]


Il termine romano sulcos era riferito ai canaloni (le codule) del golfo di Orosei che fungevano da approdi.


Sempre in questo periodo, in un'area più a nord di Gonone raggiungibile dopo aver valicato il passo di Littu, scompare il centro urbano costiero di Cares, anch'esso risalente all'epoca tardo bizantina, posto lungo l'orientale romana in località "S'abba Frisca", i cui approdi erano invece collocati nelle insenature delle spiagge di Cartoe e di Osala. Cares, Carese in italiano, (o Qares, in lingua punica) è un termine punico che ha dato origine al termine Cartoe[8]. Il centro di Cares era collocato in un'area limitrofa alle terme romane di San Giovanni Battista, dove ora si trova la chiesa dei santi Giovanni Battista e Lorenzo Martire. Nella valle del riu Siddai (o riu Littu),[9] che sfocia a Cartoe, è stato ritrovato il congedo bronzeo di Tunila e la targa bronzea del IV secolo della locale caserma dei vigiles urbani romani del centro di Cares. Quest'ultima ricorda il finanziamento della caserma a cura del prefetto dei vigili dell'Urbe Egnatuleio Anastasio[10].




Targa della caserma dei vigiles urbani di Cares, ricorda il finanziamento della caserma a cura del Prefetto Egnatuleio Anastasio nel IV secolo. Museo civico comunale Dorgali.


Nelle Collettorie Pontificie del 1341 in questo tratto di costa è registrato l'approdo di San Giovanni Portu Nono (Portu de 'Onone) che dipendeva da un'omonima precettoria giovannita (e prima del 1312 templare) dedicata al Battista e collocata nell'interno (oggi a Dorgali nell'isolato di "S'Eremu" in via Dante allora a Thorpeia). L'approdo costituiva lo sbocco la mare della Franca di Girifai (secolo XIII). La dedicazione del porto di "Sos d'Orroles" a San Giovanni Battista è dovuta al culto delle acque per via della presenza in questo litorale della risorgiva salmastra e sulfurea di "S'Abba Meica" alla quale sono state sempre attribuite virtù curative (fegato, epidermide ecc.). Sulle fondamenta di un antico edificio di culto dedicato a San Giovanni fu costruita La Villa della Favorita oggi ridotta a rudere.


Nel Catasto De Candia del 1846 la località Portu de Gononi è l'area del litorale prospiciente l'acquario, mentre la costa dell'attuale area portuale veniva chiamata "Cala Gurtidosa"[11] e il suo immediato entroterra Ortiddotte.


Nel catasto del 1846 l'attuale spiaggia di Palmasera veniva denominata "Pramaera".


Nel 1878 viene costruita la chiesa di Gonone, Nostra Signora di Bonaria, allora dedicata alla Madonna della Guardia.



Monumenti e luoghi d'interesse |



Luoghi di interesse naturalistico |


Le cale del golfo sono talora raggiungibili via mare o, più lungamente, tramite i sentieri dell'entroterra. Tra le cale più note si ricordano Cala Cartoe, Ziu Martine, Cala Fuili e Cala Luna.


Vi sono anche le grotte del Bue Marino, che partendo dalla costa entrano nella montagna per diversi chilometri. Qui si rifugiava la foca monaca (oggi data per estinta in questa zona).



Cultura |



Cinema |


Le spiagge di Cala Gonone sono state tra le location di alcuni film:




  • Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto diretto da Lina Wertmüller, con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato


  • Remake di Travolti da un insolito destino diretto da Guy Ritchie, con Madonna e Adriano Giannini


  • Black Stallion diretto da Carrol Ballard, con Kelly Reno (nella parte finale del film s'intravede chiaramente la nota spiaggia di cala Luna)


  • Il signor Robinson, mostruosa storia d'amore e d'avventure diretto da Sergio Corbucci, con Paolo Villaggio e Zeudi Araya

  • I monti alle spalle di Cala Gonone sono stati location di alcune scene del film King David con Richard Gere.



Economia |



Turismo |


Cala Gonone è ricca di pensioni, alberghi e ha un campeggio e un'area attrezzata per la sosta dei camper, ma non è stata invasa dalle strutture ricettive: esse infatti sono per la maggior parte architetture ristrutturate e adibite a scopo turistico, spesso a conduzione familiare.


Nel 2010 a Cala Gonone è stato inaugurato l'acquario. Posto nella zona denominata La Favorita conta più di 20 vasche espositive ed è l'acquario più grande della Sardegna.Sulla strada che dall'abitato porta alla spiaggia di cala Cartoe è inoltre presente il Parco Museo S'Abba Frisca. La struttura, unica nel suo genere in Sardegna, ospita una vecchia azienda agricola circondata da un parco ricco di acque nella quale sono stati recuperati 15 ambienti tradizionali.



Galleria d'immagini |




Note |




  1. ^ che si ritrova nel nome di molti centri urbani sardi: Gonnoscodina, Gonnostramatza, Gonnosnò.


  2. ^ Era Uili in protosardo, un aggettivo, che significava del solco da cui il protosardo Tul'ui al monte sovrastante che significa la cima del solco. Il solco erano i canaloni "sas codulas" che fungevano da porto. In protosardo uit (pronuncia uidi) era l'acqua. La località Tului la ritroviamo anche a Giba presso la Sulci occidentale.


  3. ^ In alcune carte medioevali in questa posizione geografica compare una realtà urbana abbandonata chiamata "Civita Diruta" - Gerardo Mercatore, Sardinia Insula, Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus, Pars tertia, Amsterdam, Willem e Joannes Blaeu


  4. ^ la s e il th nel sardo alto medioevale erano intercambiabili per esempio si diceva Thiniscole in luogo dell'odierno Siniscole, Thorres per Sorres, Sorralba per Torralba, Thinnia per Sinnia (Sinnai), Surgale per Thurgale (Dorgali), mentre il rotacismo, la l latina che si trasforma in r, è prerogativa del sardo di quest'area ecc.


  5. ^ Alberto Areddu - Le Origini Albanesi della Civilizzazione in Sardegna - Editore Jemi.


  6. ^ A Gonone ricorrono diversi nomi di località di chiara origine latina. La dogana romana e bizantina era collocata lungo la strada che da monte Ruju, nome originatosi dal logudorese antico "ruju"="rucru" e cioè passo, nella località sovrastante il paese chiamata "Su Trau" parola che viene dal latino volgare "trabutu", e dal sardo antico "tragu", che significa tributo o pedaggio. L'area allora non accessibile alla cittadina di Nuraghe Mannu era l'attuale località di "Malos Pes" dal latino "Male Hospes", inaccessibile. In località "Cumbida Prantas" e "S'Istuppinzu", dal latino "Convicta Plantas", e cioè mani giunte, e dal greco "stoibè" (da cui il sardo "istubidura" riempimento), presso Nuraghe Mannu c'era l'area rupestre cimiteriale della cittadina romana e bizantina di Sulcalis. In località "Ghivine" (dal sardo medioevale giba terra alta) e nello specifico in località "Su Cunnu de S'Ebba" a presidio del secondo passo di Suta Terra (in latino suta significa cucita quindi terra unita) c'era una fortificazione romana, il termine "Su Cunnu de S'Ebba" è una traslitterazione assonante in sardo del termine latino "Cuneus Saepae", angolo della fortificazione con la sommità della vicina cima della collinetta di "Alidurri" che aveva funzione di avvistamento (dal latino Alae Thurris e cioè la parte a torre). Il termine "Sulcos" di "Cartagine Sulcos" è tradito anche dal nome del monte sovrastante e cioè "Tului", termine protosardo, che troviamo uguale in prossimità della città di "Sulcos" (Sulci) presso il paese di Giba sulla costa occidentale. La cittadina di Nuraghe Mannu, la più importante demograficamente ed economicamente, nel Golfo di Orosei e nel territorio dorgalese, alla fine non resse l'urto degli assalti saraceni e la sua popolazione si rifugiò nell'interno. Il territorio di Gonone rimase deserto per quasi un millennio. La presenza dei saraceni è testimoniata dal nome della località "Monte Irveri", che sovrasta il quartiere di Gustui a Gonone, termine che si origina dal sardo "erveru" e cioè berbero e dalla località "Sos Furones", i predoni, presso "Sos d'Orroles". "Sos d'Orroles" viene dal sardo "Sos d'Orrodoles" o " de Rodoles" i rodioti e cioè appartenenti a Rodi. Il rio del litorale di "Sos d'Orroles" si chiama nel Catasto De Candia del 1846 rio "Rodas" che in sardo significa proprio "Rodi" e ricordano che l'ordine ospedaliero che utilizzo nel secolo XIV questo litorale, adibito sin dal periodo nuragico a porto, era quello di "San Giovanni di Rodi" in sardo antico "Santu Juanni de Rodas", oggi "Ordine di Malta".


  7. ^ Croce patente cistercense che presenta al centro il fiordaliso araldico o giglio di Francia ("Fleur de Lys").


  8. ^ Cartoe significa Qart'oghe o foce della città. Infatti qart, in lingua punica, significava città


  9. ^ sembrerebbe che quasi tutta la popolazione di Siddai o Suddai nel 1514 sia stata catturata durante la messa domenicale e condotta schiava in Nord Africa. La popolazione superstite fu autorizzata a rifugiarsi dentro le mura del Castro (Posada?). Qui a Cares esiste "Sa Preda de Crara", la pietra di Chiara, che ricorda una donna che si salvò dalla cattura degli arabi rifugiandosi in essa incitata dai fratelli che già in mano agli arabi gli urlavano "Sarvati Crara!". Gli storici hanno fino a ora collocato Suddai nel distretto di Posada dove però non resta nessuna località con questo nome contrariamente a Dorgali.


  10. ^ La targa di Tunila è esposta al Museo nazionale di Cagliari. La targa in bronzo della caserma dei vigiles di Cares è esposta al Museo comunale di Dorgali


  11. ^ Viene dallo spagnolo "gurtidos", pellami che qui con il sale che si formava sugli scogli "sa salocca" venivano conciati. Lo spagnolo era oltre al sardo la lingua usata a Dorgali fino al 1820.



Bibliografia |


  • Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna (PDF), Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2012).


Voci correlate |



  • Dorgali

  • Parco museo S'Abba Frisca

  • Golfo di Orosei

  • Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

  • Spiaggia di Ziu Santoru



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cala Gonone


Collegamenti esterni |




  • La scheda del comune di Dorgali nel portale Comunas della Regione Sardegna URL consultato in data 02-01-2013.

  • SardegnaForeste - foresta di Silana .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], su sardegnaambiente.it.

  • Museo S'Abba Frisca, su sabbafrisca.com.


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