Lingua francoprovenzale


















































Francoprovenzale, Arpitano
francoprovençâl, arpitan, arpetan, patois
Parlato in
Francia, Svizzera, Italia
Regioni
Valle d'Aosta Valle d'Aosta
Piemonte Piemonte
Puglia Puglia
Alvernia-Rodano-Alpi
Canton Vallese
Canton Vaud
Canton Friburgo
Canton Neuchâtel
Canton Giura
Locutori
Totale 70.700 in Italia[1] (di cui 61.822 nel 2003 in Valle d'Aosta[2])
7.000 in Svizzera (nel 1995)[3]
60.000 in Francia nel 1988 [4]
Tassonomia
Filogenesi
Lingue indoeuropee
 Lingue italiche
  Lingue romanze
   Lingue italo-occidentali
    Lingue gallo-iberiche
     Lingue galloromanze
      Francoprovenzale
Statuto ufficiale

Ufficiale in

Italia Italia (tutelata come lingua di minoranza nazionale nelle proprie zone di diffusione in Valle d'Aosta, Piemonte e Puglia)
Codici di classificazione
ISO 639-2 roa
ISO 639-3
frp (EN)
Glottolog
fran1269 (EN)
Estratto in lingua

Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Tuis los étres humens nêssont libros et pariérs en dignitât et en drêts. Ils ant rêson et conscience et dêvont ag·ir los yons devèrs los ôtros dens un èsprit de fraternitât.

FRP-Map4.png
Blu scuro: Protetto
Blu: Regioni generali
Azzurro: Regione storica di transizione

Il francoprovenzale o franco-provenzale o arpitano (nome autoctono: francoprovençâl, arpitan, arpetan, patois) è una lingua romanza parlata in Francia (Forez, media valle del Rodano, Giura e Savoia), nella maggior parte della Svizzera romanda e in Italia (Valle d'Aosta, alcune valli piemontesi e in due comuni della Valmaggiore nella Puglia arpitana: Faeto e Celle di San Vito). Assieme al francese e all'occitano, appartiene alle lingue gallo-retiche, sottogruppo delle lingue galloromanze.
L'arpitano (o francoprovenzale) fa parte delle 12 lingue minoritarie storiche riconosciute e tutelate dalla legge italiana n. 482 del 1999.




Indice






  • 1 La denominazione della lingua


  • 2 Istituti di studio


  • 3 Diffusione attuale


  • 4 Caratteristiche linguistiche


    • 4.1 Tabella di comparazione


    • 4.2 Agnus Dei in patois


    • 4.3 Aferesi ed epitesi dei nomi propri




  • 5 Concours Cerlogne


  • 6 Note


  • 7 Bibliografia


  • 8 Voci correlate


  • 9 Altri progetti


  • 10 Collegamenti esterni





La denominazione della lingua |


Non esiste una denominazione unitaria della lingua presso i locutori dell'arpitano (salvo la parola patois), sia perché tale lingua è caratterizzata da una forte frammentazione dialettale, sia perché la relativa area geografica di diffusione non ha mai costituito un'unità politica a sé stante.


Prima del riconoscimento attraverso la legge 482 e le azioni di tutela che ne sono seguite, le popolazioni alpine spesso non avevano la consapevolezza del fatto che i dialetti, o patois, avessero dignità di lingua: la lingua madre era chiamata parlare a nostro modo («parlà a nosta mòda», «parlà da nous-aouti», «bardzaquee a notra moda»)[5]


La definizione "franco-provenzale" venne coniata nel 1873 dal glottologo italiano Graziadio Isaia Ascoli per accomunare tutti quei dialetti galloromanzi che in base a criteri dialettologici non erano riconducibili né alla lingua francese, né a quella occitana (che a quell'epoca era chiamata "provenzale").


Visto che questo terzo gruppo di dialetti presentava analogie sia col francese, sia con il "provenzale", Ascoli lo chiamò "franco-provenzale". Questo termine, impostosi rapidamente nella letteratura specialistica, è tuttavia ambiguo e tende a creare l'impressione che si riferisca ad una zona grigia di transizione o ad un ammasso di dialetti ibridi, piuttosto che ad una varietà linguistica indipendente.


Per ovviare a questo problema si tende oggi a parlare di "francoprovenzale" (con o senza trattino) oppure ad utilizzare la dizione "arpitano". Questo neologismo, creato da Joseph Henriet, fondatore del Movimento Politico Harpitanya, attivo in Valle d'Aosta negli anni Settanta, è stato creato a partire dalla radice ARP (dal preindoeuropeo ar-pe = "sotto le rocce").



Istituti di studio |



  • L'Alliance Culturelle Arpitane (tutta l'area)

  • L'Office Géographique Arpitan (tutta l'area)

  • Il Bureau Régional pour l'Ethnologie et la Linguistique (BREL) e il Centre d'études francoprovençales (Valle d'Aosta)

  • la Fondation pour le développement et la promotion du patois (Canton Vallese)

  • L'Institut de la langue savoyarde (Regione Alvernia-Rodano-Alpi)



Diffusione attuale |


La Valle d'Aosta rappresenta l'unica regione dell'area francoprovenzale (o arpitana) in cui questa lingua, nella variante valdostana, è attualmente diffusa su larga scala e praticata a livello di madrelingua anche presso le giovani generazioni. Ad eccezione della città di Aosta, dove il patois è utilizzato quasi esclusivamente in ambito culturale e politico, nel resto della regione, a partire dai comuni adiacenti il capoluogo regionale fino alle alte vallate laterali, il patois costituisce oggi un aspetto di fondamentale importanza in ambito di identità, per quanto riguarda la popolazione autoctona, e di integrazione nella maggior parte e nei più svariati ambiti della vita quotidiana, abbracciando tutte le fasce d'età.


Una scuola è ugualmente attiva in Valle d'Aosta (École populaire de patois), nell'ambito delle attività del BREL (Bureau régional pour l'ethnologie et la linguistique), che offre dei corsi di patois valdostano e bains de langue (soggiorni brevi di immersione linguistica).


Il francoprovenzale è invece unicamente oggetto di studio e/o di attività organizzate nel resto dell'area, in Italia, così come in Francia e in Svizzera, dove la pratica quotidiana è ormai relegata alle fasce di età più alte. In Svizzera, nel comune di Evolène, si registra tuttavia un utilizzo più diffuso del patois anche presso le generazioni più giovani.



Caratteristiche linguistiche |



Tabella di comparazione |



















































































































































Latino

Arpitano

Francese

Valdostano

Piemontese

Catalano

Occitano

Italiano

Faetano[6]
clavis clâ clef / clé clliou ciav clau clau chiave
chià
cantare chantar chanter tsanté canté cantar cantar (nord occ. chantar) cantare
ciantà
capra cabra / chiévra chèvre tchëvra crava cabra cabra (nord occ. chabra, gasc. craba) capra
ciévre
lingua lenga langue lènva lenga llengua lenga lingua
lén
nox, noctis nuet nuit nèt neuit nit nuèch (nuèit, gasc. nueit) notte
néje
sapo, saponis savon savon savon savon sabó sabon (nord occ. sablon) sapone
sapùn
sudare suar suer sué strasué, sudé suar susar (suar, gasc. sudar) sudare
sià
vitae via vie vìa vita vida vida (gasc. vita) vita
vìte
pacare payer payer payé paghé pagar pagar (nord occ. paiar) pagare
paìje
platea place place place piassa plaça plaça piazza
piàzze
ecclesia églésé église éillise gesia església glèisa chiesa
ghjìse

caseus (formaticus)
tôma / fromâjo fromage fromadzo formagg formatge formatge (gasc. hromatge) formaggio
càse


Agnus Dei in patois |


Tratto dalla messa in patois celebrata in occasione della settima Fête internationale des patois[7], svoltasi ad Aosta il 4 e 5 settembre 2010.




















Latino

Italiano

Francese

Francoprovenzale/Arpitano sopradialettale

Valdostano

Celle Di San Vito[6]
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,

Miserere nobis.


Agnus Dei,
qui tollis peccata mundi,


Dona nobis pacem.


Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,

Abbi pietà di noi.


Agnello di Dio,
che togli i peccati del mondo,


Dona a noi la pace.


Agneau de Dieu, qui enlèves les péchés du monde,

Prends pitié de nous.


Agneau de Dieu,
qui enlèves les péchés du monde,


Donne-nous la paix.


Agnél de Diô,

que te t'ôtes les pèchiês du mondo,
Prends pediêt de nos.


Agnél de Diô,
que te t'ôtes les pèchiês du mondo,


Balya-nos la pèce.


Agnë de Dzeu,

que te toute le pètsà di mondo,
Prèn pédia de no.


Agnë de Dzeu,
que te toute le pètsà di mondo,


Bailla-no la péce.


Ayene Salvattàue

che te scìglye lu sang pe luà lo piccià,
tin pietà de nusse.


Ayene Salvattàue
che te scìglye lu sang pe luà lo piccià,


fàsse teniye la pace.




Aferesi ed epitesi dei nomi propri |




Cartello bilingue (francese-patois) a Introd.


Questo fenomeno si riscontra perlomeno nei dialetti della Valle d'Aosta: i nomi propri che cominciano per vocale nelle lingue ufficiali subiscono aferesi in arpitano. La cosa non accade però con i nomi bisillabici.


I nomi propri che terminano con e muta in francese, e che sono quindi ossitone, subiscono l'epitesi vocale, nel senso che la e muta si sente per rendere la parola piana.


Esempi:




  • Adolphe diventa Dolphe


  • Albert diventa Berto


  • Auguste diventa Guste


  • Émile diventa Mile


  • Étienne diventa Tcheunne




Cartello bilingue (francese-arpitano) a Saint-Colomban-des-Villards, Savoia.




Cartello bilingue francese-arpitano valdostano a Introd (Valle d'Aosta)



Concours Cerlogne |




Distribuzione geografica dell'arpitano (in arpitano)


In collaborazione con il Centre d'études francoprovençales "René Willien" di Saint-Nicolas, il BREL (Bureau Régional pour l'Ethnologie et la linguistique, l'Ufficio regionale per l'etnologia e la linguistica della Regione autonoma Valle d'Aosta) organizza il Concours de Patois (concorso di dialetto) Abbé Cerlogne. A partire dalla prima edizione del 1963, il concorso coinvolge ogni anno numerosi alunni (circa 2.000) delle scuole materne, elementari e medie della Valle d'Aosta ed ultimamente anche scolaresche della Savoia, del Vallese, delle valli arpitane del Piemonte e delle comunità di lingua madre Francoprovenzale tutt'oggi in uso a Celle di San Vito e Faeto in provincia di Foggia. Esso si propone di iniziare gli allievi alla ricerca di documenti in Arpitano appartenenti alla tradizione orale, attorno ad un tema annuale riguardante la civiltà alpestre, nonché di creare nelle nuove generazioni l'interesse per il dialetto. Il Concours Cerlogne inizia con due giornate di preparazione ed aggiornamento destinate agli insegnanti interessati. Durante l'anno scolastico, insegnanti e alunni svolgono ricerche presso i loro genitori e parenti. Il materiale (vecchi documenti, foto, oggetti, testimonianze orali, ecc.) viene raccolto, analizzato e il risultato della ricerca viene presentato sotto forma di album illustrati, cdrom, cassette audio e video. I lavori del Concours Cerlogne sono conservati e consultabili presso il Centre d'études francoprovençales. Il concorso si conclude nel mese di maggio con una festa di tre giorni che si svolge ogni anno in un diverso comune della Valle d'Aosta.



Note |




  1. ^ www.ethnologue.org


  2. ^ Sondaggio linguistico della Fondation Émile Chanoux


  3. ^ Gordon, Raymond G., Jr. (Ed.) (2005), Ethnologue : Language of the world, Template:15e édition, Dallas, Summer Institute of Linguistics, ISBN 1-55671-159-X


  4. ^ Le francoprovençal, langue oubliée, Gaston Tuaillon in Vingt-cinq communautés linguistiques de la France, tome 1, p. 204, Geneviève Vernes, éditions L’Harmattan, 1988.


  5. ^ Chambra d'Oc, La lènga francoprouvénsal, Chambra d'Oc. URL consultato il 4 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2015).


  6. ^ ab Pronuncia secondo le convenzioni proprie del francese o italiano.


  7. ^ Vedi pagina sul sito ufficiale del patois valdostano



Bibliografia |







  • Gente nostra luoghi tradizioni e lingua dei francoprovenzali a Ceres e nelle Valli di Lanzo a cura di Diego Genta Toumazìna, Claudio Santacroce, Giovanni Gugliermetti editrice il Punto Torino 2008

  • Scartablàri d'la modda d'Séreus - Vocabolario del patois francoprovenzale di Ceres - Valli di Lanzo - Il Primo vocabolario francoprovenzale delle Valli di Lanzo - Diego Genta Toumazìna e Claudio Santacroce- editrice Il Punto Piemonte in Bancarella 2013.

  • Aimé Chenal, Le franco-provençal valdôtain. Morphologie et syntaxe, Quart, Musumeci, 1986, ISBN 88-7032-232-7.

  • Jules Brocherel, (1952) Le Patois et la langue française en Vallée d’Aoste, Neuchâtel, V. Attinger.

  • Jean-Baptiste Cerlogne (1971), Dictionnaire du patois valdôtain, précédé de la petite grammaire, Genève, Slatkine. (ed. originale, Aoste, Imprimerie catholique, 1907)

  • Floran Corradin, Lo Temps, Sciez (Savoia), Arpitania, 2008, ISBN 978-2-9523473-1-0.

  • Aimé Chenal & Raymond Vautherin, 1984, Nouveau Dictionnaire de patois valdôtain, français / patois, Aoste, Musumeci éditeur, (ISBN 88-7032-534-2)

  • Alexis Bétemps, Le francoprovençal en Vallée d’Aoste. Problèmes et prospectives, VI. Walsertreffen, 1989, p. 355-372


  • Raymond Vautherin, Dichonnéro di petsou patoésan, Région autonome Vallée d'Aoste, Assessorat de l'éducation et de la culture, Musumeci, Quart, 2007

  • Marco Rey, Spiri Fouleut e Soursie an Dzalhoun - Vecchi racconti di folletti e streghe in francoprovenzale ed italiano, Giaglione, Morra, 2003.

  • De Simone Vincenzo Auì m-est' do vu Cunt' e Pu'sij'-Oggi sono con voi racconti e poesie in Francoprovenzale/italiano Euromediterranea - Provincia di Foggia Assessore alla Cultura e Politiche Scolastiche Celle di San Vito, Fg. 2010

  • Rubino Vincenzo Celle San Vito Colonia francoprovenzale di Capitanata Leone Editrice Foggia a cura Assessorato Pubblica Istruzione Regione Puglia

  • Pirozzoli Ausilia e Nicola I mulini ad acqua dell'alta valle del Celone Artigrafiche Foggia Faeto 2004

  • Hergé, Les Aventures de Tintin (en arpitan): L'afére Pecârd, Editions Casterman, Bruxelles, 2007, ISBN 2-203-00931-4

  • Joze Harrieta (Joseph Henriet), LA LINGUA ARPITANA, Ferrero stampatore in Romano Canavese - 1976.

  • Edur Kar (Joseph Henriet), HARPEITANYA, Lausanne - 1971

  • Nava Leon (Joseph Henriet) DE LA PRATEKA (traduction en arpitan de deux textes de Mao Dze Doung), Gilardengo (AL) - 1974

  • Blu L'azard. ENFESTAR (album musicale), Chambra d'Oc Editrice, 2014[1]




  1. ^ Enfestar dei Blu L'azard - Enfestar, su www.chambradoc.it. URL consultato il 17 novembre 2015.



Voci correlate |



  • Dialetto valdostano

  • Valli arpitane piemontesi

  • Dialetto savoiardo

  • Minoranza francoprovenzale in Puglia

  • Dialetto faetano



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su francoprovenzale


Collegamenti esterni |






  • Sito ufficiale, su geoarp.org. Modifica su Wikidata


  • Lingua francoprovenzale, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Lingua francoprovenzale, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Il sito internazionale del francoprovenzale, su francoprovencal.org.

  • Lo Gnalèi, Patois in Valle d'Aosta, sportello linguistico e glossario online trilingue del francoprovenzale, su patoisvda.org.

  • Le Portail de l'Arpitanie, su arpitania.eu.

  • Sito del BREL (Bureau régional pour l'ethnologie et la linguistique), Aosta, su regione.vda.it.

  • Sito del Centre d'Etudes Franco-Provençales "René Willien" di Saint-Nicolas (AO), su centre-etudes-francoprovencales.eu.

  • Francoprovenzale.it, EFFEPI, su francoprovenzale.it.

  • Forum Francoprovenzale di Celle di San Vito, Foggia, su facebook.com.

  • Tsambra francoprovensal (pagina di conversazione per le Valli Piemontesi), su facebook.com.

  • Cesdomeo: Centro Studio Documentazione memoria Orale - Giaglione, su cesdomeo.it.

  • Francoprovenzale - Chambra d'Òc, su chambradoc.it.

  • Il "patoua" dé Saviese, en Suisse (Valais), su patwe.ch.

  • Mappa precisa dell'Arpitania francese, su maps.google.com.

  • Mappa precisa dell'Arpitania e dell'Occitania in Italia e Svizzera, su maps.google.com.


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