Vichinghi




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – "Vichingo" rimanda qui. Se stai cercando il personaggio della mitologia norrena, vedi Vichingo (mitologia).



Vichinghi in una rappresentazione del XII secolo


Con il termine vichinghi si intendono solitamente quei guerrieri norreni, originari della Scandinavia, Danimarca e Germania settentrionale che a bordo di drakkar fecero scorrerie sulle coste delle isole britanniche, della Francia e di altre parti d'Europa fra la fine dell'VIII e l'XI secolo. A questo periodo della storia europea (generalmente racchiuso fra gli anni 793 e 1066) ci si riferisce normalmente con l'appellativo di epoca vichinga.


Con questo termine ci si può anche riferire a tutte le popolazioni che abitavano la Scandinavia di quegli anni e ai loro insediamenti in altre parti d'Europa. I vichinghi facevano parte delle popolazioni norrene, solo che il termine "vichingo" indicava un appartenente a quelle popolazioni costiere, insediate nei fiordi (vik significa infatti "baia") e dedite alla pirateria.


Famosi per la loro abilità di navigatori e per le lunghe barche, i vichinghi in pochi secoli colonizzarono le coste e i fiumi di gran parte d'Europa, le isole Shetland, Orcadi, Fær Øer, l'Islanda, la Groenlandia e Terranova; si spinsero a sud fino alle coste del Nordafrica e a est fino alla Russia e a Costantinopoli, sia per commerciare sia per compiere saccheggi.


I vichinghi sono conosciuti anche per essere stati i primi scopritori del Nordamerica, raggiunto tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo (a tal proposito si vedano Bjarni Herjólfsson, il primo europeo ad avvistare il continente americano cinque secoli prima dei viaggi di Cristoforo Colombo, e L'Anse aux Meadows, un antico insediamento vichingo dell'XI secolo ritrovato sull'isola di Terranova, nell'odierno Canada).[1]


I viaggi dei vichinghi divennero sempre meno frequenti dopo l'introduzione del cristianesimo in Scandinavia, tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo. L'epoca vichinga viene convenzionalmente considerata conclusa dalla battaglia di Stamford Bridge, avvenuta nel 1066.




Indice






  • 1 Etimologia e denominazioni


  • 2 L'epoca vichinga


    • 2.1 Il declino




  • 3 Testimonianze storiche


  • 4 L'espansione vichinga


    • 4.1 Inghilterra


    • 4.2 Irlanda


    • 4.3 Scozia


    • 4.4 Galles


    • 4.5 Gallia


    • 4.6 Penisola iberica


    • 4.7 Spiegazione dell'espansione




  • 5 Religione


  • 6 Tombe


  • 7 Le pietre runiche


  • 8 Armi


  • 9 Le saghe


  • 10 Le navi


  • 11 Falsi miti


    • 11.1 Altezza


    • 11.2 Elmi con le corna


    • 11.3 Feroci saccheggiatori


    • 11.4 Sudiciume




  • 12 Influenze nella cultura europea


    • 12.1 Romanticismo


    • 12.2 Nazismo




  • 13 Vichinghi famosi


  • 14 Note


  • 15 Bibliografia


  • 16 Voci correlate


  • 17 Altri progetti


  • 18 Collegamenti esterni





Etimologia e denominazioni |


L'etimologia del termine "vichingo" è incerta. Derivante dal norreno víkingr, usualmente interpretato come la composizione vík, che significa "baia", "insenatura" o "piccola isola" (o anche fiordo) e del suffisso -ingr, che indica provenienza o appartenenza[2]. Secondo questa interpretazione, "vichingo" significherebbe "persona che viene dalla baia". Va anche notato che viken era l'antico nome con cui era indicata la regione costiera dello Skagerrak, cioè la zona da cui venivano i primi vichinghi. Una seconda teoria sostiene che l'etimologia del termine vichingo vada ricercato nell'antico inglese wíc parola che significa "accampamento" ("gente accampata" o "gente che si accampa"). La parola viking appare su molte pietre runiche trovate in Scandinavia. Nelle saghe islandesi viking si riferisce a una spedizione oltre-mare, mentre vikingr al marinaio o al guerriero che vi prende parte (probabilmente col tempo i due termini si sono fusi, almeno per le popolazioni che subivano quelle "spedizioni").


In antico inglese la parola wicing appare per la prima volta nel poema anglosassone Widsith, probabilmente del IX secolo. Sia in antico inglese che nelle opere di Adamo da Brema il termine si riferisce ai pirati e non a un popolo o a una cultura. Comunque il termine venne usato più come verbo che non come sostantivo, connotando un'attività piuttosto che un gruppo distinto di persone, e sicuramente non indicava le spedizioni commerciali delle popolazioni vichinghe. In alto anglosassone (poema biblico Exodus, databile all'VIII secolo) invece esisteva il termine wicingas, derivato da wic, il primo indicava la "gente del porto" e il secondo "l'approdo".


Sempre in alto anglosassone (lingua imparentata strettamente con il danese e i dialetti scandinavi), ma con una variante dialettale più vicina a quelle del nord Inghilterra, con Wic o Wich oltre agli approdi si indicavano gli insediamenti, soprattutto se racchiusi da palizzate (come riscontrabile in molti toponomi, sia scandinavi sia britannici, come ad esempio Nordwic o Eoforwicceaster, il nome norreno di York).


Il termine sparì nel medio inglese, per ricomparire solo col Romanticismo del XVIII secolo come viking.


Durante l'epoca vichinga, in Inghilterra i vichinghi furono chiamati uomini del nord e norrenni o norvegesi, per poi essere chiamati danesi (con il termine norvegese e danese si indicavano tutti gli scandinavi, senza distinzione rispetto alle moderne nazioni, anche se è indicativo che i primi invasori dell'Inghilterra furono norvegesi, mentre la seconda ondata, dopo l'860, era composta a larga maggioranza da danesi). Diffuso in tutto l'occidente, oltre a quello di normanni-uomini del nord era il termine di pagani, tradotto come concetto anche in arabo, dove i vichinghi erano noti come al-madjus (termine che, oltre a pagani e adoratori del fuoco, indica anche la depravazione morale, le barbarie e la stregoneria, in contrapposizione con altre definizioni di paganità).


Normanno (o Nordmanno) era comunque il termine standard delle popolazioni cattoliche del continente, in particolare Frisia, Fiandre, Normandia, piccola Bretagna, Aquitania, Asturie, Galizia, Catalogna; era comunque molto diffuso anche nelle isole britanniche. In Irlanda però si preferiva denominarli danesi (Dubgaill, ovvero stranieri neri) e norvegesi (Finngaill, ovvero stranieri rossi), indicando correttamente la provenienza geografica e quindi specificando se i gruppi vichinghi erano solo di una o di entrambe le nazionalità) oppure Lochlannach (gente dei fiordi/laghi) e Gaill (termine, per altro, vagamente denigratorio, indicante gli stranieri). A ovest della Frisia e in Sassonia erano indicati invece come Ascomanni (ovvero "popolo del frassino", legno utilizzato per costruire lance, scudi e il manico delle scuri). Nel Baltico il termine più usato era quello derivato dalle lingue finniche di Ruotsi (rematori, si noti che il termine in norrenno è simile: rops), che passò alle lingue slave come Rus, dando il nome alla Russia. Il termine Rhos è usato anche nelle fonti greche e bizantine, ma è affiancato o sostituito da quello di Varangoi, termine che deriva dal norrenno antico var, che significa confraternita, che ha prestato giuramento solenne. Infatti i vichinghi di origine svedese attivi tra il Baltico e il mar Nero spesso erano gruppi di mercenari che giuravano collettivamente, al seguito di un capo, fedeltà ai sovrani locali, in primo luogo l'imperatore bizantino che li impiegava come guardie del corpo.[3]



L'epoca vichinga |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Epoca vichinga.



Una nave vichinga (drakkar) esposta al museo di Oslo, in Norvegia


L'epoca vichinga è convenzionalmente il periodo caratterizzato dall'espansione di popolazioni nord-germaniche che va dai primi saccheggi documentati del 790 fino alla Conquista normanna dell'Inghilterra del 1066. I vichinghi stessi erano Normanni, solo che propriamente vichinghi erano i normanni stanziati sulle coste scandinave (al riparo dei fiordi) dediti all'attività corsara. Lo stesso nonno di Guglielmo il Conquistatore era un normanno, come anche Harold II d'Inghilterra discendeva da un normanno della Danimarca. Molti sovrani medievali norvegesi e danesi si imparentarono con le famiglie regnanti di Scozia e Inghilterra.


Dal punto di vista geografico, l'epoca vichinga si è sviluppata non solo nelle odierne Norvegia, Danimarca e Svezia, ma anche nei territori che erano sotto il dominio delle popolazioni nord-germaniche, vale a dire il Danelaw, la Scozia, l'Irlanda, l'Isola di Man, ampie parti della Russia e dell'Ucraina. Durante gli stessi anni dell'epoca vichinga, si ebbe il periodo di maggior stabilità dell'Impero bizantino (cioè l'era compresa fra l'800 e il 1071) dopo le prime ondate di conquista araba a metà del VII secolo.




Alcuni vichinghi svedesi incisero iscrizioni runiche su questa statua oggi a Venezia, proveniente da Atene, in Grecia


A partire dall'anno 839 si ha la presenza di mercenari variaghi al servizio dei bizantini (il più famoso di tutti è Harald Hardråde, che condusse guerre in Nordafrica e a Gerusalemme nel primo terzo dell'XI secolo). Importanti porti commerciali vichinghi dell'epoca erano Birka, Hedeby, Kaupang, Regno di Jórvík, Staraya Ladoga, Novgorod e Kiev.


Nonostante la notevole espansione, fino all'epoca della loro cristianizzazione i Vichinghi si consideravano più o meno come un unico popolo, con un'unica lingua che aveva piccole varianti dialettali fra le popolazioni più lontane. I nomi dei sovrani vichinghi ci sono conosciuti solo per la parte finale dell'epoca vichinga, e solo dopo la fine di quest'ultima si ha uno sviluppo in nazioni indipendenti dei paesi scandinavi da cui i Vichinghi avevano avuto origine.


Si sono verificati ritrovamenti archeologici che sembrano mostrare che i Vichinghi abbiano raggiunto la città di Bagdad, anche se l'insediamento di colonie in Medio Oriente non ebbe la fortuna che ottenne in altre parti d'Europa a causa del forte potere centralizzato delle dinastie degli Omayyadi e Abbasidi.[4]



Il declino |


Dopo aver sviluppato commerci e insediamenti, dall'Europa giunsero ai Vichinghi numerosi impulsi culturali. Il Cristianesimo cominciò a diffondersi in Scandinavia e, a causa della crescita di un forte potere centralizzato e al rinforzarsi delle difese nelle zone costiere dove i Vichinghi erano soliti compiere saccheggi, le spedizioni predatorie divennero sempre più rischiose. Esse cessarono completamente nell'XI secolo, con l'ascesa di re e grandi famiglie nobili e di un sistema quasi feudale; dopo l'anno 1000 infatti le cronache riportano di battaglie condotte dagli scandinavi "contro" popolazioni vichinghe del Baltico, fatto che avrebbe portato alla partecipazione di Svezia e Danimarca alle Crociate del Nord e allo sviluppo della Lega Anseatica.[5]



Testimonianze storiche |




Un'immagine composita fatta di diverse parti della pietra runica di Ledberg, con illustrazioni di quelli che probabilmente sono Variaghi nell'Impero bizantino e una nave bizantina


Il primo saccheggio vichingo di cui si abbia notizia è del 787 quando, secondo la Cronaca anglosassone, un gruppo di uomini provenienti dalla Norvegia giunse via mare all'Isola di Portland, nel Dorset. In quell'occasione essi vennero scambiati per mercanti da un rappresentante del re, che venne assassinato quando egli cercò di portarli dal suo sovrano per pagare la tassa sui beni che dovevano essere commerciati.


Il successivo attacco di cui abbiamo una registrazione storica è dell'8 giugno 793, a un monastero a Lindisfarne, sulla costa orientale dell'Inghilterra. Per tutti i successivi due secoli la storia europea è fitta di attacchi e saccheggi compiuti dai Vichinghi in ogni parte del continente: la maggior parte delle testimonianze viene da cronisti occidentali o dai loro discendenti, ma una parte non indifferente viene da testimoni orientali, numerose cronache che spaziano in tutte le terre toccate da queste popolazioni nordiche, fino al Mar Mediterraneo, al Medio Oriente e al Mar Caspio.


È da notare come le nazioni celtiche (cioè la Scozia, l'Irlanda, il Galles, la Bretagna e la Cornovaglia, le prime nell'865 e l'ultima nel 722) decisero di allearsi ai Vichinghi nelle loro battaglie contro gli Anglosassoni. Da ciò alcuni credono che derivi l'orgoglio di queste popolazioni per quello che è visto come il loro retaggio vichingo.


Adamo da Brema scrive nel suo libro Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum (volume quarto):


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(LA)

«Aurum ibi plurimum, quod raptu congeritur piratico. Ipsi enim piratae, quos illi Wichingos as appellant, nostri Ascomannos regi Danico tributum solvunt.»


(IT)

«C'è molto oro qui [in Selandia], accumulato dalla pirateria. Questi pirati, che sono chiamati wichingi dal loro stesso popolo e Ascomanni dal nostro, pagano un tributo al re di Danimarca.»


(Adamo da Brema)


L'espansione vichinga |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Espansione vichinga.


Inghilterra |




Il Danelaw, in giallo


Secondo la già citata Cronaca anglosassone, dopo l'attacco del 793 i Vichinghi continuarono a compiere saccheggi su piccola scala in tutta l'Inghilterra per i decenni successivi, soprattutto sulle coste settentrionali e occidentali. Ciò fu reso possibile dalle famose imbarcazioni utilizzate dai Vichinghi; si crede anche che essi prestassero molta attenzione alla pianificazione degli attacchi, in modo da poter ottenere il massimo risultato anche con piccoli gruppi di guerrieri.


Durante l'inverno compreso fra gli anni 840 e 841 le popolazioni inglesi vennero colte di sorpresa da saccheggi compiuti da vichinghi norvegesi (che normalmente venivano effettuati durante l'estate), che si erano posti in attesa su alcune isole al largo delle coste irlandesi.


Nell'865 giunse sulle coste orientali dell'Inghilterra un grande esercito, presumibilmente guidato da Ivar, Halfdan e Guthrum. Essi conquistarono la città di York (che chiamarono Regno di Jórvík) e una parte di loro si insediò là per coltivare la terra. La maggior parte dei regni inglesi stava all'epoca affrontando tumulti interni e non poteva in alcun modo contrastare l'attacco vichingo. L'unico che riuscì ad arrestare l'avanzata fu Alfredo il Grande, che rimase indipendente dalla conquista e, insieme ai suoi successori, riguadagnò terreno fino a riprendere York.


Una nuova ondata di Vichinghi apparve in Inghilterra nel 947, quando Eric I di Norvegia riconquistò York. L'espansione vichinga in Inghilterra continuò a opera di Sweyn I di Danimarca, detto barba forcuta, e di suo figlio Canuto il Grande (1016–1035), dopo di che una serie di problemi di ereditarietà indebolì la famiglia regnante. I Vichinghi comunque restarono in Inghilterra fino al 1066, quando i norvegesi persero la loro ultima battaglia, quella di Stamford Bridge.


Benché temutissimi da tutte le popolazioni costiere, non sempre ai Vichinghi andò bene: le cronache narrano di un episodio in cui una piccola flotta attaccò un ricco monastero a Jarrow, dove essi incontrarono molta più resistenza di quanto non se ne potessero aspettare. I comandanti delle navi vennero uccisi e l'equipaggio riuscì a scappare solo per arenarsi a Tynemouth, dove vennero sterminati dalla popolazione locale. Questo fu uno degli ultimi raid in Inghilterra per i successivi 40 anni: i Vichinghi preferirono focalizzare la loro attenzione sull'Irlanda e sulla Scozia.



Irlanda |


I Vichinghi condussero numerose scorrerie in Irlanda, isola in cui fondarono anche alcune città, tra cui Dublino. In alcune occasioni gli scandinavi furono sul punto di conquistare l'intera isola, ma dovettero sempre fare i conti con le popolazioni autoctone. La letteratura e gli stili decorativi dell'intero Arcipelago britannico riflettono la cultura vichinga. Essi resero le città irlandesi fiorenti mercati, in cui importavano merci da Inghilterra, Persia, Bisanzio e Asia centrale. Dublino in particolare divenne così popolosa che durante l'XI secolo alcune case dovettero essere costruite al di fuori della cinta muraria.


I Vichinghi saccheggiarono alcuni monasteri della costa occidentale irlandese nel 795, da cui poi si sparsero per tutta la costa, soprattutto a nord e a est. Durante i primi 40 anni le scorrerie venivano compiute da piccoli gruppi, ma dall'830 in avanti le flotte erano composte da numerose navi e uomini e si spinsero sempre più all'interno dell'isola, approfittando della presenza di acque navigabili. A partire dall'841 i Vichinghi si stabilirono permanentemente nell'isola (Dublino è la città vichinga che ha avuto maggior successo in Irlanda, fondata nell'838 come avamposto sull'estuario del fiume Liffey); in tale anno, infatti, stabilirono un accampamento nell'area di Dublino, potendo così rimanere in Irlanda durante l'inverno, invece di dover attraversare nuovamente il mare per tornare in Scandinavia. Poco più tardi, fra il IX e il X secolo, i Vichinghi commemorarono il luogo dove avevano effettuato il primo approdo con un monumento, noto come Long Stone (la "pietra lunga"), alto quattro metri, sopravvissuto fino al XVIII secolo.[6]


Gli irlandesi si abituarono alla presenza vichinga, e in alcuni casi le due popolazioni si allearono contro nemici comuni, con matrimoni misti.


Dopo la battaglia di Clontarf del 1014, vinta dall'esercito del sovrano Brian Boru, i Vichinghi arrestarono le loro scorrerie in Irlanda e si limitarono alla pesca e ai commerci. La letteratura sia irlandese che vichinga descrive questa battaglia come uno scontro combattuto da forze naturali e soprannaturali, come demoni, goblin, stregoni e Valchirie, il cui canto poteva decidere chi poteva vivere e chi doveva morire.



Scozia |


Benché ci siano poche testimonianze del periodo precedente, è chiaro che a partire dagli anni '30 del IX secolo ci fu una forte presenza scandinava in Scozia. Nell'839 un grande esercito vichingo (probabilmente norvegese) invase la valle del fiume Tay, una zona di altissima importanza per il regno dei Pitti. Gli invasori ne sterminarono il re Eoganan, il fratello e gran parte dell'aristocrazia, il che causò il crollo del regno pitto. A questo evento viene tradizionalmente attribuita, come conseguenza, la nascita del Regno di Scozia, per opera di Kenneth MacAlpin.


Le isole a nord e a ovest della Scozia vennero fortemente colonizzate dai Vichinghi norvegesi. Le Shetland, le Orcadi, le Ebridi Esterne, Caithness e Sutherland erano tutte sotto il controllo norvegese, a volte diretto e a volte come entità indipendenti. Le Shetland e le Orcadi sono stati gli ultimi di questi possedimenti a essere reincorporati nel Regno di Scozia, nel 1486.



Galles |


Il Galles non venne colonizzato dai Vichinghi così fortemente come l'Irlanda e l'Inghilterra orientale. Essi si insediarono comunque nel sud del paese, a St David's, Haverfordwest e Gower, fra le altre zone. Nomi come Skokholm, Skomer e Swansea portano essi stessi la testimonianza di un passato in cui i Vichinghi erano presenti, anche se essi non riuscirono mai a conquistare il Galles o a costituire un loro regno indipendente, sia a causa della potenza dei re gallesi che a causa del fatto che l'aristocrazia, al contrario di ciò che avvenne in Scozia, rimase pressoché integra.



Gallia |


La Gallia occidentale e i Paesi Bassi soffrirono maggiormente dell'invasione vichinga del IX secolo rispetto alla Gallia orientale. Il periodo di regno di Carlo il Calvo, già ritenuto militarmente inetto, coincise con alcune delle peggiori incursioni vichinghe del paese, cosa che ebbe come conseguenza l'Editto di Pistres dell'864, con cui veniva istituita una forza di cavalleria sotto il controllo diretto del re che aveva il potere di intervenire in qualunque momento per respingere gli invasori. Oltre a ciò egli ordinò la costruzione di edifici e ponti fortificati lungo il corso dei fiumi per prevenire razzie in regioni interne.


Ciò nonostante, i bretoni si allearono coi Vichinghi e ciò causò la morte, alla Battaglia di Brissarthe dell'865, sia di Roberto il Forte che di Ranulfo I d'Aquitania. I Vichinghi non esitarono ad avvantaggiarsi della guerra civile che devastava il Ducato d'Aquitania durante i primi anni del regno di Carlo; negli anni '40 Pipino II li chiamò in aiuto contro il re ed essi si insediarono alla foce della Garonna.


Dopo altri scontri e sanguinose battaglie Carlo il Semplice, col Trattato di Saint-Clair-sur-Epte del 911, stabilì che essi si potessero stabilire a Rouen, insediandosi nella penisola che avrebbe assunto il nome di Normandia, un bastione contro l'invasione di ulteriori popolazioni vichinghe.



Penisola iberica |


Dalla metà del IX secolo si ha notizia di attacchi vichinghi contro il Principato delle Asturie, nell'estremo nord della Penisola iberica, anche se le fonti storiche sono troppo scarse per capire quanto frequenti questi attacchi fossero. Durante il regno di Alfonso III di León i Vichinghi soffocarono le vie di comunicazione marittima tra la Galizia e il resto d'Europa, cosa che cercò di essere contrastata mediante la costruzione di fortificazioni lungo le coste.


A partire dal X secolo si verificarono numerosi saccheggi di monasteri e uccisioni di alti prelati, sia nel nord della Spagna che nell'odierno Portogallo, cosa che durò circa un secolo. Nel sud islamico i califfi ebbero a che fare con razzie vichinghe fin dall'844, cosa che provocò l'immediato allargamento di porti (come quello di Siviglia) e la costruzione di forti flotte di contrasto, con alterni successi per tutto il X secolo. A partire dal secolo successivo, comunque, il "monopolio" della pirateria passò ai Saraceni.



Spiegazione dell'espansione |




Insediamenti e viaggi dei vichinghi




Una mappa che mostra le regioni in cui si insediarono gli scandinavi nell'ottavo (rosso scuro), nono (rosso), decimo (arancione) e undicesimo secolo (giallo). Il verde indica quelle zone soggette a frequenti incursioni da parte dei vichinghi


Il perché dell'inizio dell'espansione vichinga è un argomento ampiamente dibattuto fra gli storici, anche se non si è ancora arrivati a risposte univoche.


Una teoria parla del fatto che le terre d'origine dei Vichinghi divennero sovrappopolate: una popolazione in crescita e un'agricoltura insufficiente a supportarne il peso potrebbero aver causato una carenza di terreni, sia coltivabili che abitabili. Per un popolo che viveva in zone costiere, esperto di navigazione, poteva sembrare ovvio tentare un'espansione in territori oltre-mare. Un problema di questa teoria è che non è stato provato nessun aumento della popolazione o calo di produzione agricola con conseguente carenza di risorse.


Questa teoria è ampiamente accettata come una parte della soluzione del problema, essendo difficile immaginare la ragione per cui un popolo dovrebbe cercare di colonizzare nuovi territori lontani se non mancano terre vicino a quello d'origine; tuttavia, non si danno spiegazioni sullo sviluppo delle spedizioni di commercio e saccheggio, come sul perché si sia preferito cercare territori in terre lontane piuttosto che colonizzare l'enorme entroterra scandinavo, composto prevalentemente di foreste quasi completamente disabitate.


Un'altra teoria sostiene che i vichinghi sfruttarono le temporanee debolezze delle regioni in cui viaggiarono. Per esempio, i Vichinghi danesi erano perfettamente a conoscenza delle divisioni interne dell'Impero di Carlo Magno, che iniziarono negli anni 830 e terminarono con la separazione dell'impero in tre entità distinte. Anche le spedizioni in Inghilterra hanno sfruttato le dispute interne dei diversi regni inglesi. Il declino delle antiche rotte commerciali può anch'esso essere una parte della soluzione. Il commercio fra l'Europa occidentale e il resto dell'Eurasia calò drasticamente con la fine dell'Impero romano nel V secolo e con l'espansione dell'Islam nel VII secolo. All'epoca dei vichinghi il commercio attraverso il Mar Mediterraneo era ai suoi minimi livelli. Commerciando, per esempio, pellame e schiavi in cambio di argento e spezie con gli Arabi e commerciando poi nuovamente questi beni coi Franchi in cambio di armi, i vichinghi agirono come intermediari prendendo il posto che era dei commercianti mediterranei.


Per quanto riguarda il commercio, un altro fattore importante è la distruzione della flotta frisa da parte dei Franchi: questo diede ai Vichinghi l'opportunità di prendere il loro posto nei mercati.


Tutto ciò comunque spiega come l'espansione vichinga poté essere possibile, ma non perché essa cominciò. In risposta a quest'ultimo interrogativo alcuni prendono in considerazione un'altra possibilità: essa potrebbe essere stata la conseguenza della resistenza alla cristianizzazione forzata della Scandinavia (in particolare Carlo Magno perseguitò duramente tutte le popolazioni pagane, che dovevano accettare la conversione o il massacro). Ciò può spiegare anche il perché della particolare ferocia che i Vichinghi mostrarono sempre nei confronti degli edifici cristiani, non solo saccheggiati ma spesso profanati.



Religione |


I vichinghi veneravano molte divinità; le tre principali erano Odino, Thor e Freyr. Essi avevano forma umana e possedevano diverse combinazioni di qualità che i Vichinghi ammiravano, nonché alcuni dei loro difetti. Le avventure e i problemi di tali dei erano la base di diversi miti e leggende, che servivano per illustrare come un vichingo doveva, o non doveva, comportarsi.


Odino era il capo degli dei e il dio della saggezza. Due corvi imperiali, Hugin ("pensiero") e Munin ("memoria"), raccoglievano informazioni per suo conto.


Thor era il figlio di Odino e il dio più venerato. Egli proteggeva gli umani da ogni male. Il suo nome significa "tuono", il cui suono rombante annunciava il passaggio del suo cocchio attraverso il cielo. I fulmini erano le scintille scagliate dal suo martello, Mjöllnir.


Freyr era il dio della fertilità, che aiutava a garantire buoni raccolti e bambini sani e forti. A lui venivano sacrificati il cinghiale e lo stallone, simboli di virilità. Freyr aveva una sorella gemella, Freyja, che era la sua controparte femminile.[6]



Tombe |


I Vichinghi credevano nella vita dopo la morte e ritenevano di poter portare con sé i propri beni nell'aldilà. Gli scavi nella parte ovest di Dublino hanno rivelato scheletri di uomini sepolti con spade, scudi e coltelli di loro appartenenza, mentre le donne venivano sepolte con oggetti quali spille e gioielli. Le tombe non sono molto profonde, pertanto in origine potrebbero essere state coperte da cumuli di terra, come quello che esisteva a Hoggen Green, vicino al Trinity College, fino al 1646. Il nome Hoggen deriva da hagur, il termine in antico norreno per "tumulo".[6]


I Vichinghi utilizzavano diverse modalità di sepoltura. Alcune persone importanti o benestanti venivano sepolte in una nave insieme ai loro beni, quali cavalli, mobilia e addirittura servitori. A volte la nave con il corpo del deceduto veniva incendiata prima di essere ricoperta con un cumulo di terra. Le sepolture di questo tipo di dimensioni si trovano in Scandinavia, ma alcune versioni minori sono state rinvenute nelle isole della Scozia e sull'Isola di Man.[6]


Vi sono numerosi siti sepolcrali associati con popolazioni vichinghe. Queste tombe non solo forniscono informazioni riguardo alla religione vichinga, ma forniscono anche una notevole quantità di dati sulla loro struttura sociale. Gli oggetti sepolti insieme al corpo ci danno inoltre indicazioni su ciò che era considerato importante possedere nella vita post-mortem.[7] In particolare, sono disponibili molte informazioni sulle loro armi.


Numerose sepolture sono state associate alla civiltà vichinga, per esempio:



  • Gettlinge gravfält, Öland, Svezia;


  • Jelling, Danimarca, un sito Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO;


  • Oseberg, Norvegia;


  • Gokstad, Norvegia;


  • Tune, Svezia;

  • Hulterstad gravfält, vicino ai villaggi di Alby e Hulterstad, Öland, in Svezia.



Le pietre runiche |


La maggior parte delle iscrizioni runiche dell'epoca vichinga viene dalla Svezia, specialmente dal X e dall'XI secolo. Molte pietre registrano la partecipazione di persone alle spedizioni vichinghe, mentre altre pietre registrano la morte di persone che avevano partecipato a queste spedizioni. Tra queste, le 25 pietre runiche di Ingvar, nel distretto svedese di Mälardalen, erette per commemorare i membri di una spedizione disastrosa nell'odierna Russia agli inizi dell'XI secolo. Le rune sono un'importante testimonianza per lo studio non solo della società vichinga, bensì dell'intera popolazione scandinava medievale.


Le pietre runiche attestano i viaggi dei Vichinghi in luoghi sparsi in tutto il mondo allora conosciuto, come Bath, la Grecia, la Persia, Gerusalemme, l'Italia (conosciuta come Langobardland), Londra, Saerkland (vale a dire il mondo musulmano), l'Inghilterra e varie altre località dell'Europa orientale.



Armi |






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Lo stesso argomento in dettaglio: armi e armature in epoca vichinga.

Poiché i vichinghi seppellivano le armi insieme al loro proprietario, sono disponibili molte informazioni sulle armi utilizzate da essi. Le spade, solitamente con impugnatura ad una mano ed a doppio filo, sembrano essere state l'arma preferita dei Vichinghi. Venivano realizzate in ferro bordato con acciaio, pesavano circa un chilogrammo ed erano lunghe circa 90 centimetri. Le spade vecchie venivano considerate superiori perché si riteneva fossero state "temprate" dal sangue; si credeva, inoltre, che avessero poteri magici. Spesso alle spade veniva dato un nome, come "Serpe" o "mordigamba".[6]


Fra le altre armi rinvenute nelle tombe vichinghe vi sono asce e due tipi di lance: una leggera per il lancio e una più corta per trafiggere nei combattimenti ravvicinati. Si ritiene che alcuni guerrieri avessero una particolare abilità con l'arco, ma esso non sembra essere stato un'arma comune di quel popolo.[6]



Le saghe |


La mitologia norrena, le saghe nordiche e l'antica letteratura norrena ci narrano della religione vichinga attraverso le imprese di eroi mitologici, benché la trasmissione della maggior parte di queste informazioni sia stata fondamentalmente orale fino a che non venne messa per iscritto da autori cristiani, come gli islandesi Snorri Sturluson, nella sua Edda in prosa e Sæmundur fróði, nella sua Edda poetica. Molte di queste saghe vennero scritte e conservate in Islanda durante tutto il Medioevo, a causa dell'interesse di quella popolazione per le saghe norrene e i codici legislativi.


I vichinghi in queste saghe sono descritti come uomini che attaccavano spesso luoghi facilmente accessibili e debolmente difesi, spesso senza subire conseguenze. Le saghe fanno capire anche che i Vichinghi erano abili artigiani e commercianti e che costruirono numerose colonie.



Le navi |




Miniature dei due diversi tipi di navi vichinghe, in mostra al Vikingeskibsmuseet di Roskilde, in Danimarca





Prua della nave di Oseberg, in mostra al museo delle navi vichinghe di Oslo


Le navi vichinghe venivano costruite secondo la tecnologia più avanzata dell'epoca e fornivano ai navigatori notevoli vantaggi sui rivali. I vichinghi avevano sviluppato tecniche di progettazione e costruzione che consentivano di realizzare navi che non solo erano veloci, ma potevano navigare in acque basse e attraccare praticamente ovunque. Potendo fare a meno dei porti, l'esplorazione diveniva molto più semplice e con essa l'espansione in nuovi territori, nonché il commercio con piccoli insediamenti sulle coste e lungo i fiumi.[6]


Poiché le navi erano dotate di remi, i vichinghi non dovevano affidarsi esclusivamente ai venti favorevoli. Ciò costituiva un enorme vantaggio quando si dovevano effettuare manovre in fiumi stretti, in battaglie navali e nelle fughe impellenti. Gli scafi delle navi vichinghe erano composti di assi sovrapposte collegate le une alle altre; in tal modo era possibile realizzare una superficie esterna solida e leggera ed era sufficiente un telaio meno pesante. Inoltre tale costruzione ad assi sovrapposte creava un effetto aliscafo. Con il movimento veloce in acqua, lo scafo si sollevava verso l'alto e tendeva ad uscire dal liquido, riducendo così la resistenza idrodinamica e aumentando ulteriormente la velocità di avanzamento. Oltre a essere più veloci, queste navi leggere potevano anche essere agevolmente trasportate sulle strisce di terra fra due fiumi. Questa caratteristica ebbe un ruolo fondamentale nella realizzazione delle vie commerciali che i vichinghi stabilirono attraverso la Russia, fino al mar Nero e al Medio Oriente.[6]


Vi erano due diversi tipi di imbarcazioni vichinghe: le drakkar e le knarr. Le prime, utilizzate per le esplorazioni e le guerre, erano studiate per essere veloci e maneggevoli, ed erano equipaggiate con remi per renderle indipendenti dalla presenza o meno del vento. I drakkar avevano uno scafo lungo e stretto e un moderato pescaggio, per facilitare lo sbarco di truppe in acque basse. Le knarr invece erano navi mercantili, più lente ma con una maggior capacità di carico, disegnate con uno scafo corto e largo e un profondo pescaggio. Sulle knarr non erano previsti rematori.


A Roskilde si trovano i resti di cinque navi vichinghe in ottimo stato di conservazione, recuperate dal vicino fiordo alla fine degli anni sessanta. Le navi si trovavano là nell'XI secolo per difendere la navigazione del canale e proteggere la città, che all'epoca era la capitale della Danimarca, dagli attacchi dal mare. Queste cinque navi rappresentano sia le drakkar sia le knarr.



Falsi miti |



Altezza |


Esiste una credenza popolare che asserisce come i vichinghi fossero uomini grandi e grossi. Ahmad ibn Fadlan e molti altri autori europei coevi dicono che i vichinghi erano di alta statura. Sono stati condotti studi moderni che mostrano come i vichinghi avessero una statura media compresa fra i 168 e i 176 centimetri. Un'altezza grossomodo simile a quella degli anglosassoni loro contemporanei, leggermente superiore ai franchi e ai germani di quei tempi e nettamente superiore ai mediterranei. I vichinghi di maggior rango erano più alti dei propri sudditi (fatto probabilmente dovuto a una migliore alimentazione). La differenza si faceva sentire nel Medioevo, in un'epoca in cui le battaglie si combattevano corpo a corpo, tale maggiore prestanza fisica era grossomodo equivalente a ciò che rappresenta una maggiore potenza di fuoco in un esercito moderno; questo fatto potrebbe essere spiegato con fattori genetici ed una migliore alimentazione.



Elmi con le corna |




Elmo vichingo


A parte due o tre rappresentazioni di elmi rituali con protuberanze che assomigliano a corvi stilizzati, serpenti o corna, non è stato trovato alcun dipinto né alcun elmo vichingo che abbia le corna. Infatti lo stile di guerra degli antichi vichinghi (in formazione compatta o a bordo delle navi) avrebbe reso un tale elmo molto pericoloso per i guerrieri della propria parte. Si può quindi escludere che i guerrieri vichinghi avessero elmi muniti di corna, ma resta incerto il fatto se ne esistessero per scopi religiosi o rituali.


L'errore comune degli elmi con le corna venne promulgato dagli scrittori svedesi del XIX secolo, che volevano promuovere l'antica mitologia norrena come forma idealizzata di antico coraggio e orgoglio delle popolazioni scandinave. Probabilmente ciò venne ripreso dagli elmi dell'età del bronzo, di 2.000 anni prima, che erano muniti di corna (probabilmente per scopi religiosi) e vennero effettivamente trovati.[8]


Il tipico elmo vichingo era conico, fatto di cuoio con rinforzi in legno e metallo per le truppe regolari; i capitani avevano invece un elmo di ferro, con maschera e corazza a maglia.



Feroci saccheggiatori |


Nonostante l'immagine di feroci saccheggiatori che vivono per depredare, il cuore della società vichinga era basato sulla reciprocità, sia a livello personale e sociale che a livello politico. I vichinghi vissero in un'epoca in cui molte società si macchiarono di atti violenti, e le azioni degli scandinavi, poste nel contesto storico, non erano più feroci di azioni come quella di Carlo Magno, che fece uccidere migliaia di Sassoni (capeggiati da Vitichindo) a Verden (Aller) (si stima circa 4500) dopo una loro rivolta particolarmente devastante.[9] I Vichinghi erano spesso commercianti; alcuni di essi si lasciarono andare ai saccheggi, soprattutto di monasteri britannici, in quanto questi custodivano spesso oggetti d'oro e argento o comunque di valore.


Ciò non toglie che effettivamente i vichinghi terrorizzassero chiunque fosse da loro assaltato; spesso trucidavano la popolazione locale, depredando tutti i beni e il bestiame, schiavizzavano i bambini e le donne, a volte commettevano infanticidio, secondo le loro usanze belliche.



Sudiciume |


L'immagine di sporchi, selvaggi dai capelli lunghi che a volte è associata con i vichinghi nella cultura popolare, è una totale distorsione della realtà. I resoconti relativi ai vichinghi che ci sono pervenuti sono stati scritti da autori non-scandinavi ed è quindi possibile che ci sia un certo margine d'errore.


Questa abitudine venne probabilmente causata dall'incomprensione verso il paganesimo dei vichinghi. Le loro abitudini vennero spesso travisate e mal riportate e il lavoro di Adamo da Brema, tra gli altri autori, riporta storie difficilmente credibili.[10]


Si sa che i vichinghi usavano una serie di oggetti per l'igiene personale come pettini, pinzette, rasoi o speciali "cucchiaini" per le orecchie. In particolare, negli scavi archeologici compiuti in antichi insediamenti vichinghi i pettini sono fra gli oggetti trovati più spesso. I vichinghi producevano anche sapone, usato sia per la pulizia personale sia per schiarirsi i capelli (essendo tale sapone caratterizzato da elevata basicità), dal momento che nella cultura vichinga i capelli biondi o rossi erano l'ideale. Secondo recenti studi, è emerso che lo schiarirsi i capelli, comportamento usuale per gli uomini vichinghi, non venisse praticato invece dalle donne.


In Inghilterra i vichinghi ebbero la reputazione di uomini "eccessivamente puliti" a causa della loro abitudine di fare un bagno alla settimana, al sabato (al contrario di ciò che facevano i locali Anglosassoni). Per riferirsi al sabato, la lingua norrena parla appunto di laurdag, ovvero "giorno della pulizia"; in islandese "laug" significa ancora "bagno" o "pozza d'acqua", mentre tuttora il sabato è chiamato in islandese laugardagur, in svedese lördag e in danese e norvegese lørdag.


Per quanto riguarda le popolazioni Rus', che acquisirono una componente variaga, Ahmad ibn Rustah nota esplicitamente la loro pulizia, mentre Ahmad ibn Fadlan è disgustato dal fatto che molti uomini usino lo stesso recipiente per lavarsi il viso e soffiarsi il naso ogni mattina. Il disgusto di ibn Fadlan è probabilmente dovuto alle sue idee personali riguardo all'igiene personale e all'ideale del mondo musulmano di acqua corrente e recipiente personale, ma ciò ci fa sapere che quelle popolazioni avevano l'abitudine di lavarsi ogni mattina, cosa piuttosto rara durante il Medioevo.



Influenze nella cultura europea |



Romanticismo |




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Una rievocazione vichinga


Il termine vichinghi venne reso popolare, con connotazioni positive, da Erik Gustaf Geijer nel poema I Vichinghi, scritto agli inizi del XIX secolo. La parola venne riferita a navigatori-guerrieri idealizzati e romanticizzati che avevano molto poco a che fare con la realtà storica.


L'interesse rinnovato del Romanticismo per l'antico Nord ebbe implicazioni politiche: un mito che parlava di un passato glorioso e coraggioso serviva alla Svezia per dare l'impulso alla riconquista della Finlandia, persa nel 1809 con la pace di Hamina a favore della Russia. Questo mito venne reso popolarissimo, anche grazie all'aiuto di un altro autore svedese, Esaias Tegnér, a quei tempi popolare in tutta la Scandinavia, la Germania e il Regno Unito.


Anche in Gran Bretagna l'interesse per i Vichinghi si accrebbe notevolmente nel corso del XVIII secolo, sia per merito di traduzioni delle saghe islandesi che di opere di autori locali come George Hicke, creando le basi per un morboso interesse in qualunque cosa fosse nordico, dalle pietre runiche al Danelaw. Quest'interesse raggiunse il suo apice nel periodo Vittoriano.



Nazismo |




La bandiera delle SS


Gli ideali attribuiti dal Romanticismo agli eroici vichinghi erano perfetti per gli ideologi della supremazia della Germania nazista. Anche i miti cui si ispirarono le opere liriche di Richard Wagner si ricollegano alle saghe vichinghe. Organizzazioni politiche ispirate ai medesimi ideali, come il Nasjonal Samling (il partito fascista norvegese) fecero ampio uso del simbolismo e dell'immaginario vichingo nella loro propaganda.


L'eredità vichinga ebbe un notevole impatto in alcune regioni europee, specialmente nei Paesi baltici e nelle regioni tedesche affacciate sul Baltico, ma non aveva nulla a che fare interamente con la Germania. I nazisti comunque non si proclamarono discendenti di alcun antico vichingo, bensì si rifecero al fatto che i Vichinghi erano discendenti di altre popolazioni germaniche, storicamente accertato.


Ciò divenne (e per molti versi lo è tuttora) il fondamento di molta iconografia nazionalsocialista. Per esempio, le SS utilizzarono una lettera dell'antico alfabeto runico, come fanno attualmente anche altre organizzazioni neonaziste.



Vichinghi famosi |




  • Sweyn I di Danimarca, re di Danimarca e Inghilterra.


  • Askold e Dir, leggendari conquistatori di Kiev.


  • Oleg di Kiev, signore di Kiev.


  • Ragnarr Loðbrók, fu il primo vichingo a navigare verso Ovest, saccheggiò la Gran Bretagna


  • Björn Fianco di Ferro, figlio di Ragnarr Loðbrók, saccheggiò l'Italia.


  • Brodir, vichingo danese che uccise il re d'Irlanda Brian Boru.


  • Egill Skallagrímsson, guerriero islandese e scaldo.


  • Erik il Rosso, scopritore della Groenlandia.


  • Leif Erikson, scopritore dell'America, figlio di Erik il Rosso.


  • Harald Hardrada, re norvegese che venne sconfitto nel tentativo di conquistare l'Inghilterra nel 1066.


  • Rollone il Camminatore, vichingo norvegese capostipite dei duchi di Normandia.



Note |




  1. ^ (EN) The Norse discovery of America (La scoperta dell'America da parte dei Vichinghi), su U.S. National Library of Medicine - National Institutes of Health, dicembre 2005. URL consultato il 18 luglio 2014.


  2. ^ Viking (n.), Online Etymology Dictionary. URL consultato il 20 febbraio 2017.


  3. ^ Katherine Homan, La conquista del Nord, I Vichinghi nell'Arcipelago Britannico, Bologna, Odoya, 2014, pp. 7-9.


  4. ^ (EN) Stefan Lovgren, Vikings' Barbaric Bad Rap Beginning to Fade, in National Geographic Magazine (Stoccolma), 17 febbraio 2004. URL consultato il 18 luglio 2014.


  5. ^ Eric Christiansen, p. 93.


  6. ^ abcdefgh Museo Dublinia, Dublino.


  7. ^ Else Roesdahl, p. 20.


  8. ^ (EN) Did Vikings really wear horns on their helmets?, su straightdope.com, 7 dicembre 2004. URL consultato il 18 luglio 2014.


  9. ^ Da L'Europe carolingienne, Geneviève Bührer-Thierry, edizioni Armand Colin.


  10. ^ (EN) Gareth Williams, How do we know about the Vikings?, in BBC, 7 febbraio 2011. URL consultato il 18 luglio 2014.



Bibliografia |


Fonti storiche


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Fonti iconografiche e ideologiche


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  • (EN) Thor Ewing, Gods and Worshippers: In the Viking and Germanic World, Stroud (Gloucestershire), Tempus Publishing, 2008, ISBN 0-7524-3590-6.



Voci correlate |



  • L'Anse aux Meadows

  • Armi e armature in epoca vichinga

  • Heitstrenging

  • Mitologia norrena

  • Proto-norreno

  • Vinland

  • Vichinghi di Jomsborg

  • Vichinghi in Terranova



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Collegamenti esterni |



  • Vichinghi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato il 18 luglio 2014.

  • (ES) Jesús Riosalido, Los vikingos en al-Andalus (PDF), su Università di Cadice, 1997. URL consultato il 18 luglio 2014.

  • (EN) Pernille Rohde Sloth, Ulla Lund Hansen & Sabine Karg, Viking Age garden plants from southern Scandinavia – diversity, taphonomy and cultural aspect (PDF) (PDF), su Danish Journal of Archaeology, 2013. URL consultato il 19 luglio 2014.


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