Moby




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Moby

Moby 1.jpg
Moby nel 2009
Nazionalità
Stati Uniti Stati Uniti
Genere
Musica elettronica[1][2]
Techno[3][4][5]
Dance[1][6][7]
Periodo di attività musicale
1986 – in attività

Album pubblicati
31
Studio 20 (13 + 6 remix)
Live 1
Raccolte 10

Sito ufficiale

Moby, pseudonimo di Richard Melville Hall (New York, 11 settembre 1965), è un musicista e cantante statunitense.




Moby a Copenaghen nel 2009




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Primi anni


    • 1.2 Anni novanta


    • 1.3 Anni duemila


    • 1.4 Anni 2010




  • 2 Stile musicale


  • 3 Nella cultura di massa


  • 4 Discografia


  • 5 Note


  • 6 Altri progetti


  • 7 Collegamenti esterni





Biografia |



Primi anni |


Nasce da James Hall, .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}professore di chimica[senza fonte], ed Elizabeth McBride Warner, segretaria[senza fonte].[8]È lei che conia[senza fonte] lo pseudonimo "Moby" in onore del prozio Herman Melville, autore del celebre romanzo Moby Dick.[8] Nei mesi che seguono la nascita vive con i genitori in un appartamento di New York. Il padre muore in un incidente automobilistico quando Richard ha solo due anni. Nel 1969, dopo un passaggio attraverso la San Francisco hippie, si trasferisce con la madre dai nonni a Darien (Connecticut).


Nel 1973 frequenta la Royle Grammar School e il suo migliore amico è Robert Downey Jr., oggi attore cinematografico. Nel 1975 comincia a suonare la chitarra. Nel 1979 fonda un gruppo che suona Money dei Pink Floyd e Birthday dei Beatles.[senza fonte] Nel 1980 fa parte dei Vatican Commandos, un gruppo punk che esordisce nella compilation First Strike pubblicata dalla Bad Compilation Tapes di san Diego.[8]


Nel 1982 riceve il suo primo registratore a quattro piste.[8] Nello stesso anno entra all'università del Connecticut da cui esce l'anno dopo per lavorare come DJ a New York. Per cinque anni sopravvive, dormendo in hangar e fabbriche abbandonate. Si impone come DJ al club MARS di New York. Nel 1989 suscita interesse nella Instinct Records, una nuova etichetta di New York, e conosce un primo successo con il gruppo Ultra Vivid Scene il cui album esce con l'etichetta 4AD.



Anni novanta |


Incide il suo primo disco Time's Up nel 1990. Le sue performance sceniche contribuiscono positivamente alla sua reputazione. Nel 1991 esce "Go", il suo quarto singolo, un inno techno la cui linea di basso è ispirata allo sceneggiato di David Lynch I segreti di Twin Peaks. Il successo è immediato: più di un milione di copie vendute fino ad oggi. Nel 1991 pubblica un remix di Chorus (un successo del gruppo inglese Erasure) e un remix di Miserablism dei Pet Shop Boys (contenuta nel CD singolo Was It Worth It?).[senza fonte] Nel 1992 pubblica il singolo I Feel It/Thousands, riconosciuto dal Guinness dei primati per essere il singolo più veloce mai pubblicato grazie ai suoi millequindici BPM.[8]


Ricade quindi in un relativo anonimato e pubblica a suo nome o con degli pseudonimi vari quali Voodoo Child, Barracuda, UHF, DJ Cake, Lopez e Brainstorm/Mindstorm numerosi singoli di musica elettronica. Successivamente esce Ambient (1993), antologia di brani meditativi che passa inosservata. L'album successivo, il primo per la Elektra Records, si intitola Everything Is Wrong con la partecipazione di Mimi Goese, celebre cantante degli Hugo Largo. Uscito nel 1995, ottiene lo stesso scarso successo del precedente, nonostante un'accoglienza favorevole della critica. Il musicista pubblica quindi Animal Rights nel 1996, preceduto dal singolo controverso That's When I Reach for My Revolver. Il ritorno al punk rock disorienta completamente i fan che si aspettavano un disco di musica ambient.


Avvia intanto il progetto Voodoo Child con cui pubblica The End of Everything (1996). Con lo stesso pseudonimo pubblicherà molti anni più tardi Baby Monkey (2004).


Torna quindi all'elettronica con I Like to Score, una raccolta di composizioni, alcune delle quali vengono poi riprese in alcuni film, come il pezzo God Moving Over the Face of the Water che accompagna la scena finale di Heat di Michael Mann. Nel 1998 la madre muore di cancro.



Anni duemila |


Nel 1999 lascia Elektra Records e firma con la V2 Records. Nel mese di giugno esce Play che diventa un successo planetario nel 2000 con dodici milioni di copie vendute.[9] Nel 2001 suona assieme a quello che era il suo artista preferito in gioventù, David Bowie. Il giorno del suo compleanno assiste attonito agli attentati dell'11 settembre 2001 dal tetto del suo immobile. Qualche mese dopo è al centro di una polemica con il cantante rap Eminem dopo aver bollato la sua musica come misogina e omofoba.


Il 24 febbraio 2002 l'artista partecipa alla cerimonia di chiusura dei XIX Giochi olimpici invernali a Salt Lake City. Il 14 maggio pubblica l'atteso 18 che contiene i singoli di successo We Are All Made of Stars e In This World. Dopo aver partecipato attivamente alla campagna anti-Bush del 2004, torna a lavorare al nuovo album Hotel, uscito il 14 marzo 2005.


Nel 2005 compone la colonna sonora del film animalista Earthlings intitolata 18-21st century dell'album 18 RETAIL. Nel 2006 fa uscire Go - The Very Best of Moby una raccolta dei suoi migliori brani, accompagnata dall'inedito New York New York cantato da Debbie Harry.


Il disco successivo, annunciato il 4 ottobre 2007 sul suo sito moby.com, si intitola Last Night, è un omaggio alla dance degli anni settanta e ottanta e trae ispirazione dalle dive della disco. Il disco esce il 31 marzo 2008 nel Regno Unito, la pubblicazione negli USA avviene il 1º aprile 2008. Il primo singolo tratto dall'album è Alice.


Nel 2008 lancia Disco Lies con un nuovo video e partecipa al nuovo album della cantante francese Mylène Farmer con la traccia Looking for My Name. Moby aveva già cantato con la Farmer nel 2006 nella traccia del suo best of, Slipping away (Crier la vie).


Nel 2009 esce il nono album in studio della sua carriera, Wait for Me.



Anni 2010 |


Nel 2010 ha collaborato nuovamente con Mylène Farmer, partecipando alla produzione di sette tracce contenute nell'ottavo album della cantante, Bleu noir, pubblicato il 6 dicembre.[10]


Nel 2011 esce il suo decimo album, Destroyed. Impiegherà un anno intero per la creazione del suo successivo album, Innocents, uscito il 1º luglio 2013.


Nel 2014 partecipa a Making Patterns Rhyme, l'album tributo ai Duran Duran pubblicato dall'etichetta Manimal Vinyl, con la cover di Rio.[11]


Nel 2015 collabora con Jean-Michel Jarre per la realizzazione del brano Suns Have Gone contenuto nell'album Electronica 1: The Time Machine.


Nel 2016 Moby annuncia l'uscita del suo nuovo album con la collaborazione dei The Void Pacific Choir, intitolato These Systems Are Failing,[12]. Prima dell'uscita ha pubblicato un altro album disponibile soltanto nel suo sito chiamato Long Ambients 1: Calm, Sleep. [13].


Polistrumentista, suona tastiera, chitarra e basso elettrico. Artista impegnato politicamente, ha sostenuto John Kerry alle elezioni presidenziali del 2004. È cristiano e vegano[14][15]. Si è spesso battuto per una fruizione libera della musica, scagliandosi contro le sentenze esemplari volte a punire il download illegale.[16] Abita da più di 10 anni a New York e nel 2002 apre una sala da tè, il TeaNy, ove si recava di frequente. TeaNy ha chiuso definitivamente nel 2015.



Stile musicale |


Durante la sua carriera Moby si è cimentato in innumerevoli stili diversi quali la techno,[3] il pop elettronico, e la musica dance,[1] proponendo talvolta brani più meditativi, come quelli presenti nella sua antologia di inediti Ambient (1993).[17] Egli si ispira a tratti alla disco music e a varianti più pesanti del rock quali il punk e l'heavy metal.[18][19] I testi delle sue canzoni riflettono sovente la sua cultura in ambito filosofico, la sua credenza cristiana e il suo veganismo.[18][19]


Dopo aver pubblicato pressoché techno e musica da club nei primi anni novanta,[3] Moby mostra il suo stile eterogeneo già a partire da Everything is Wrong (1995), considerato il suo primo vero album solista.[18][19] Questa uscita si caratterizza per la presenza di brani frenetici, ispirati all'heavy metal e alla techno, alternati a momenti più pacati per tastiera vicini al chillout.[17][20] Con il seguente Animal Rights (1996) l'artista vira verso il rock alternativo,[18][19] mentre Play (1999) è considerato il suo primo album compiuto.[21] Il disco si esprime con un "linguaggio moderno e al contempo classico",[19] utilizzando un tappeto di ritmi elettronici e arrangiamenti per tastiera che fungono da accompagnamento insieme ai numerosi campionamenti ivi presenti. I brani di Play spaziano dal pop, all'hip-hop, al blues, al gospel, al country[19][21][22] pur non mancando di tracce ritmiche e ballabili prettamente ispirate al big beat e alla techno.[3][22][23]18 (2002) prosegue il percorso tracciato da Play presentando tuttavia un repertorio più meditativo,[17][20] mentre Hotel (2005) semplifica lo stile dell'artista avvicinandolo al synth pop e, nel secondo cd, alla musica ambient.[3][17] Dopo Last Night (2008), vicino a diverse tendenze della disco music,[24] l'artista è ritornato sui passi di Play con lo "statico" Wait for Me (2009),[25] seguito dagli altrettanto malinconici Destroyed (2009)[18] e Innocents (2013).[26]


Con l'alias Voodoo Child Moby ha pubblicato The End of Everything (1996), un album per sintetizzatore ispirato alla new age e Baby Monkey (2004), un disco di musica dance.[3]



Nella cultura di massa |


Nell'episodio "La Limousine" della sitcom statunitense How I Met Your Mother, i protagonisti incontrano Moby durante una serata in limousine per visitare i migliori cinque party della notte. Solo successivamente, e dopo alcune peripezie, si rendono conto che quello non è altro che un sosia svitato e pericoloso che gli assomiglia molto.


Moby è comparso nella Parte 10 della serie televisiva Twin Peaks accompagnando la cantante americana Rebekah Del Rio.



Discografia |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Moby.


  • 1992 – Moby

  • 1993 – Ambient

  • 1995 – Everything Is Wrong

  • 1996 – Animal Rights

  • 1996 – The End of Everything (come Vodoo Child)

  • 1999 – Play

  • 2002 – 18

  • 2004 – Baby Monkey (come Vodoo Child)

  • 2005 – Hotel

  • 2008 – Last Night

  • 2009 – Wait for Me

  • 2011 – Destroyed

  • 2013 – Innocents

  • 2016 – Long Ambients 1: Calm, Sleep.

  • 2016 – These Systems Are Failing

  • 2017 – More Fast Songs About the Apocalypse

  • 2018 – Everything Was Beautiful, and Nothing Hurt



Note |




  1. ^ abc (EN) Michael Paoletta, Attack of the Growing Niche, in Billboard, 21 luglio 2001.


  2. ^ (EN) Andy Borowitz, The Borowitz Report: The Big Book of Shockers, Simon & Schuster, 2010, p. 78.


  3. ^ abcdef Moby - Scaruffi.com, su scaruffi.com. URL consultato il 3 agosto 2015.


  4. ^ (EN) Moby, su rollingstone.com. URL consultato il 7 dicembre 2017.


  5. ^ (EN) Moby, su encyclopedia.com. URL consultato il 7 dicembre 2017.


  6. ^ (EN) The 15 Best Moby Songs (Updated 2017), su billboard.com. URL consultato il 7 dicembre 2017.


  7. ^ (EN) Moby, Dance Music Traitor Is Disappointed in Today's Rave Scene, su rollingstone.com. URL consultato il 7 dicembre 2017.


  8. ^ abcde (EN) Moby Celebrity Profile, News, Gossip & Photos - AskMen, su uk.askmen.com. URL consultato il 19 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2016).


  9. ^ (EN) moby biography, su moby.com. URL consultato il 19 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2010).


  10. ^ Mylene.Net - Le site référence sur Mylène Farmer


  11. ^ My Way


  12. ^ [1]


  13. ^ [2]


  14. ^ vegan | moby.com Archiviato il 9 agosto 2011 in Internet Archive.


  15. ^ Moby on being a vegan


  16. ^ Giorgio Pontico. Moby: RIAA deve sparire «Punto-informatico.it», 23 giugno 2009


  17. ^ abcd Giuseppe Rausa, Dizionario della musica rock: Europa, USA, Canada e Australia, Bur, 2005, profilo di Moby.


  18. ^ abcde (EN) AllMusic: Moby, su allmusic.com. URL consultato il 5 agosto 2015.


  19. ^ abcdef Eddy Cilía, Enciclopedia Rock - '90 (quinto volume), Arcana, 2001, pp. 486-487.


  20. ^ ab (EN) Peter Buckley, The Rough Guide to Rock, Rough Guides, 2003, p. 683.


  21. ^ ab Eddy Cilía, Federico Guglielmi, Rock 500 dischi fondamentali, Giunti, 2002, p. 142.


  22. ^ ab Robert Dimery, 1001 album, Atlante, 2013, p. 847.


  23. ^ (EN) AllMusic: Play, su allmusic.com. URL consultato il 5 agosto 2015.


  24. ^ (EN) AllMusic: Last Night, su allmusic.com. URL consultato il 5 agosto 2015.


  25. ^ Moby - Wait For Me :: Le recensioni di OndaRock, su ondarock.it. URL consultato il 3 agosto 2015.


  26. ^ (EN) AllMusic: Innocents, su allmusic.com. URL consultato il 5 agosto 21015.



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |






  • Sito ufficiale, su moby.com. Modifica su Wikidata


  • Sito ufficiale, su mobyandthevoidpacificchoir.com. Modifica su Wikidata


  • Canale ufficiale, su YouTube. Modifica su Wikidata


  • (EN) Moby, su Internet Movie Database, IMDb.com. Modifica su Wikidata


  • (DEEN) Moby, su filmportal.de. Modifica su Wikidata


  • Moby, su Last.fm, CBS Interactive. Modifica su Wikidata


  • (EN) Moby, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata


  • (EN) Moby, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata


  • (EN) Moby (2, 3, 4), su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata


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Controllo di autorità
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