Luigi Tenco




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Luigi Tenco

Luigi Tenco 1967.jpg
Luigi Tenco nel 1967
Nazionalità
Italia Italia
Genere
Musica leggera
Musica d'autore
Jazz
Periodo di attività musicale
1959 – 1967
Strumento
voce, pianoforte, sassofono contralto, chitarra
Etichetta
Ricordi, RCA Italiana, Jolly, Joker, Philips

Album pubblicati
7
Studio 3
Raccolte 4

Luigi Tenco (Cassine, 21 marzo 1938 – Sanremo, 27 gennaio 1967) è stato un cantautore, attore, poeta, compositore e polistrumentista italiano.


Insieme a De André, Lauzi, Paoli, Bindi, Calabrese, i fratelli
Reverberi e altri, fu uno degli esponenti della cosiddetta "scuola genovese", un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana a partire dagli anni sessanta[1].


È considerato, da gran parte della critica, uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi.[2][3] La sua morte, avvenuta a soli 29 anni in un albergo di Sanremo durante l'edizione del 1967 del Festival della canzone italiana fu, per lungo tempo, avvolta in un velo di mistero. Nel 2006 fu confermata l'ipotesi iniziale di suicidio[4].




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Infanzia


    • 1.2 Gli inizi a Genova


      • 1.2.1 La scuola genovese




    • 1.3 Il trasferimento a Milano


    • 1.4 La carriera


    • 1.5 Festival di Sanremo 1967


    • 1.6 La morte




  • 2 Influenze socio-culturali


    • 2.1 Contributi biografici postumi




  • 3 Omaggi


  • 4 Reinterpretazioni (parziale)


  • 5 Discografia


    • 5.1 Album in studio


    • 5.2 Raccolte




  • 6 Materiale inedito


  • 7 Videografia


  • 8 Filmografia


  • 9 Note


  • 10 Bibliografia


  • 11 Voci correlate


  • 12 Altri progetti


  • 13 Collegamenti esterni





Biografia |


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«La mia più grande ambizione è quella di fare in modo che la gente possa capire chi sono io attraverso le mie canzoni, cosa che non è ancora successa.»


(Luigi Tenco, intervista con Sandro Ciotti 1962[5])


Infanzia |









«Non si vive per riuscire simpatici agli altri. A me i soldi, il successo, non interessano, li lascio a quelli più furbi di me in questo genere di cose.»


(Luigi Tenco)

Tenco nacque da una relazione extraconiugale della madre, Teresa Zoccola (1906-1977), appena separata dal marito e cameriera presso una famiglia di notabili molto benestante di Torino, la famiglia Micca, dove ebbe un rapporto con Ferdinando Micca[6] (1921-1983), il figlio sedicenne della famiglia stessa[7][8][9].

La madre Teresa scappò da Torino ancora incinta, per ritornare a Cassine (AL), nel Monferrato, il paese dove abitava precedentemente, nella casa di corso Garibaldi, 10, dove appunto partorì Luigi. Il neonato prese quindi il cognome del marito della ragazza, Giuseppe Tenco, il quale, tuttavia, morì prima che lui nascesse, a causa di un incidente nella stalla[10], il 21 settembre 1937[11]. I due coniugi avevano già un loro precedente figlio, Valentino (morirà nel novembre del 1997). Ferdinando Micca nel frattempo, aveva tentato di riconoscere il suo figlio biologico già da subito[12], ma suo padre glielo impedì.
Ferdinando si sposerà poi con un'altra donna, e non avrà più altri figli[13][14]. Luigi Tenco trascorse la sua prima infanzia tra i paesi di Cassine, Maranzana e Ricaldone (i paesi originari della madre e dei nonni), ma scoprirà, qualche anno più tardi, che Giuseppe Tenco non era il suo vero padre. La notizia, non solo sconvolse il ragazzo, ma causerà l'allontanamento dei nonni Tenco (che erano ignari del fatto) dalla stessa famiglia degli Zoccola[15].



Gli inizi a Genova |


In questo teso clima di famiglia, mamma Teresa, grazie al sostegno economico dai genitori, nel 1948 si trasferì, col piccolo Luigi e il figlio più grande Valentino, in Liguria, a Genova Nervi, in una piccola villetta allora di proprietà del padre, Giovanni Zoccola. Dopo un anno, Teresa cambierà ancora residenza, aprendo un negozio di vini tipici piemontesi chiamato Enos[16], presso Via Rimassa, nel quartiere Foce di Genova. Madre e figli si trasferiranno ancora, a vivere prima in una casa di via Nizza, presso il quartiere Albaro di Genova, quindi da lì, ancora in via Fratelli Canale, nel quartiere collinare di Genova-San Martino.

Nel frattempo, terminate le scuole medie presso la "Giovanni Pascoli", nel 1951 Luigi viene iscritto al Liceo Classico "Andrea Doria",[17] che frequenterà solo un anno, per poi trasferirsi al Liceo Scientifico "Galileo Galilei", dove conseguirà la maturità da privatista nel 1956. La madre, che pure aveva grosse aspettative per il primogenito Valentino, prospettava per Luigi grandi progetti. Nel periodo finale del liceo, lo aveva affidato a una maestra privata per delle ripetizioni, tal Sandra Novelli, dalla quale, addirittura, prenderà domicilio; sarà la stessa Novelli a introdurlo al pianoforte, che risulterà essere per Tenco una passione inaspettata e un'attitudine naturale. Non solo il ragazzo mostrerà una naturale predisposizione allo strumento, ma comincerà a suonare ed esercitarsi, come autodidatta, in chitarra, clarinetto e sassofono. Luigi appare molto intelligente e più maturo rispetto alla sua età: fondamentali saranno le sue frequentazioni e brillanti amicizie di quegli anni (1956-1959), come Ruggero Coppola e Pupi Gatto, presso il ritrovo in via Cecchi, a Genova (in particolare l'Igea bar). Tuttavia, la sua passione per la musica non viene vissuta molto bene in famiglia. Lo zio, Tino Tenco, ricorda: “Luigi aveva una memoria straordinaria, gli bastava leggere una cosa per ricordarla perfettamente. In seconda media risolveva con disinvoltura complicate equazioni differenziali. A me e alla mamma sembrava logico, inevitabile che proseguisse gli studi fino alla laurea. Sprecare un talento del genere ci appariva un delitto. Ce lo immaginavamo ingegnere, o professore di fisica e di matematica. A quell'epoca cantare non era affatto considerato un mestiere”.[18]


Nel 1956, per assecondare il desiderio della madre e del fratellastro Valentino, si iscrisse al corso di laurea in Ingegneria Elettrotecnica. Superò il primo esame di Disegno Tecnico il 2 giugno 1957, riportando la votazione di 20/30, ma in seguito fallì due volte l'esame di Geometria Analitica e Proiettiva, con il professor Eugenio Giuseppe Togliatti e per due anni non sostenne più esami. Nel 1959 decise di cambiare facoltà, e si iscrisse al corso di laurea in Scienze Politiche. Il 18 giugno 1960 sostenne l'esame di Geografia Politica ed Economica, superato con votazione 24/30. Il 27 giugno sostenne anche l'esame di Sociologia Generale, anch'esso superato con votazione 24/30. Poi non sosterrà più esami e abbandonerà definitivamente gli studi universitari per dedicarsi completamente alla musica.



La scuola genovese |


La sua passione per la musica, incominciata già da adolescente nel 1953 fondando il gruppo musicale Jelly Roll Boys Jazz band (composta da Danilo Dègipo alla batteria, Bruno Lauzi al banjo, Alfred Gerard alla chitarra ed egli stesso al clarinetto), lo fece esordire con alcuni brani cover di Nat King Cole e Kid Ory[19]. Dopo la maturità scientifica, entrò a far parte, anche se saltuariamente, come sassofonista[20] del Modern Jazz Group del pianista Mario De Sanctis, che vedeva fra i componenti anche un giovanissimo Fabrizio De André alla chitarra elettrica[21]. Una particolare parentesi è da citare in merito alla sua breve amicizia con De André, consolidatasi quando quest'ultimo, nel 1960 attribuì a se stesso la canzone di Tenco "Quando", confessandogli poi di averlo fatto per conquistare le donne[22]; Sette anni più tardi, De André gli dedicherà, alla sua morte, la canzone "Preghiera in gennaio"[23].


Nel 1957, Tenco venne chiamato da Marcello Minerbi (in seguito fondatore dei Los Marcellos Ferial e arrangiatore per Claudio Lolli in Aspettando Godot) nel Trio Garibaldi, con Ruggero Coppola alla batteria e Minerbi al pianoforte[17]; proprio per il trio Tenco scrive la sua prima canzone, la sigla di apertura dell'orchestra[24]. Seguì, nel 1958, la costituzione del gruppo I Diavoli del Rock, con Graziano Grassi, soprannominato Roy, alla batteria, e Gino Paoli alla chitarra.



Il trasferimento a Milano |


A partire dal periodo 1958-1959 circa, mamma Teresa e il figlio Valentino si trasferirono a vivere presso casa La Torre di Salita Bastìa, sulle colline di Recco, a circa 20 km da Genova, dove anche Luigi vivrà, saltuariamente, alcuni periodi. Tuttavia, nello stesso anno, il giovane musicista dovette trasferirsi a Milano, ospite, con l'amico Piero Ciampi, di Gian Franco Reverberi che, lavorando come arrangiatore alla Dischi Ricordi, lo fece partecipare come session man alle registrazioni di La tua mano di Gino Paoli e Se qualcuno ti dirà di Ornella Vanoni; dalla casa di Reverberi si trasferì ancora, con Ciampi, alla Pensione del Corso, in Galleria del Corso 1, dove alloggiavano anche Gino Paoli, Sergio Endrigo, Franco Franchi (il cantante, non l'attore), Bruno Lauzi e altri celebri artisti[25] che, spesso, si esibivano al noto "Santa Tecla Club".


Nel periodo milanese riuscì a ottenere un contratto discografico con la Dischi Ricordi, in veste di cantante, e il suo esordio fu nel 1959 col gruppo I Cavalieri, che gravitava intorno alla casa discografica Tavola Rotonda, sotto etichetta della Ricordi, da cui il nome, e del quale facevano parte Gian Franco Reverberi, Paolo Tomelleri, Enzo Jannacci e Nando de Luca - incise un EP con quattro brani, Mai/Giurami tu/Mi chiedi solo amore/Senza parole (che vennero anche pubblicati suddivisi in due 45 giri), pubblicato a nome «Tenco». Dopo questa incisione, Tenco adottò gli pseudonimi di "Gigi Mai", "Dick Ventuno" e "Gordon Cliff", chiedendo allo stesso Nanni Ricordi di non apparire con il suo vero nome per non subire danni d'immagine, essendo studente di scienze politiche e iscritto al Partito Socialista Italiano[26]. Come accadrà a molti altri artisti e intellettuali italiani, considerati dagli intolleranti dell'epoca appartenenti a una certa "sinistra" eccessivamente contestatrice e rivoluzionaria, Tenco verrà schedato e inserito nella cosiddetta "lista nera" del SIFAR, ritrovata poi nei cosiddetti "fascicoli"[27].



La carriera |




Luigi Tenco con Donatella Turri nel 1962 durante le riprese del film La cuccagna.









«Io compromessi non ne ho fatti mai, con nessuno, perché non ne so fare, non riesco a venire a patti con la coscienza, cioè con certe mie convinzioni. Io sono come sono. Eppoi la mia non è una protesta che nasce intellettualmente, con il fatto di dire adesso io ... Cioè io insomma le canzoni come le fa Gianni Morandi non le so fare.»


(Luigi Tenco al "Beat 72", Roma, 1966)



Luigi Tenco con Dalida


Nell'estate 1961, Tenco partì per la sua prima tournée in Germania, in compagnia di Paolo Tomelleri, Gian Franco Reverberi, Giorgio Gaber e Adriano Celentano. Lo stesso autunno uscì il suo primo 45 giri, inciso come solista e con il suo vero nome, intitolato I miei giorni perduti. Nel 1962 invece, cominciò una breve esperienza cinematografica, con il film La cuccagna, di Luciano Salce (con Donatella Turri tra gli interpreti), pellicola nella quale cantò il brano La ballata dell'eroe, composta dall'amico Fabrizio De André. Il primo 33 giri di Tenco uscì proprio quell'anno: conteneva successi quali Mi sono innamorato di te e Angela, ma anche Cara maestra che non fu ammessa all'ascolto dalla Commissione per la censura (per quest'ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni). Sempre negli anni sessanta strinse un'amicizia importante con il poeta anarchico genovese Riccardo Mannerini.


Nel 1963 si ruppe l'amicizia con Gino Paoli, a causa della relazione di questi con la giovane attrice Stefania Sandrelli, che Tenco non approvava, perché anche lui aveva avuto, nel frattempo, un breve rapporto sentimentale con lei. Pare che Tenco avesse avuto questa relazione per tentare di salvare il matrimonio dell'amico il quale, a sua volta, aveva tentato il suicidio di recente sparandosi al torace, allontanandolo dalla giovane[28] (anche se questa versione fu poi smentita dallo stesso Paoli[29] in un'intervista del 2017). Poco prima Tenco aveva abbandonato la Dischi Ricordi, per passare alla Jolly. Nel settembre dello stesso anno, le sue canzoni Io sì e Una brava ragazza furono nuovamente bloccate dalla censura. Agli inizi del 1965, Tenco fa la sua seconda apparizione cinematografica, nel film musicale 008: Operazione ritmo, di Tullio Piacentini, distribuito con successo in tutta Italia.


Nello stesso anno (1965), dopo vari rinvii per motivi di studio, viene chiamato per il servizio militare obbligatorio nei Lupi di Toscana di Scandicci; dichiaratosi antimilitarista convinto, riuscì a terminare il servizio grazie a vari ricoveri ospedalieri dovuti a una forma di ipertiroidismo, riuscendo così a congedarsi, nel marzo 1966. Diviso tra Recco, Genova e Milano, il giovane Tenco si trasferì infine a Roma, subito dopo il congedo militare, stipulando un contratto con la RCA Italiana. Nella capitale, inciderà il brano Un giorno dopo l'altro, che diventerà la sigla dello sceneggiato televisivo Il commissario Maigret. Altri successi dell'epoca saranno Lontano lontano (in gara a Un disco per l'estate 1966), Uno di questi giorni ti sposerò, E se ci diranno, Ognuno è libero[30].


Sempre a Roma, conobbe la cantante italo-francese Dalida, con la quale ebbe una relazione, contemporanea forse a quella con una ragazza di nome Valeria, la quale, incinta, perse il figlio dopo che fu investita da un'automobile.[31]. Nello stesso periodo, Tenco collaborò anche con il gruppo beat The Primitives, guidato da Mal, per i quali scrisse, in collaborazione con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: I ain't gonna eat my heart out anymore, che diventa il grande successo Yeeeeeeh!, e Thunder 'n' Lightnin, tradotta in Johnny no! e contenuta nell'album del gruppo Blow Up.



Festival di Sanremo 1967 |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Festival di Sanremo 1967.



Luigi Tenco durante Sanremo '67, poche ore prima del suicidio.









«Canterò finché avrò qualcosa da dire e quando nessuno vorrà più ascoltarmi bene, canterò soltanto in bagno facendomi la barba ma potrò continuare a guardarmi nello specchio senza avvertire disprezzo per quello che vedo.»


(Luigi Tenco)

Nel 1967 si presentò (Fabrizio De André sostenne che non ne era affatto entusiasta, e che andò controvoglia[32]) al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).

In realtà, il brano aveva inizialmente un altro testo e un altro titolo, Li vidi tornare (il provino con il testo originale venne pubblicato qualche anno dopo in un'antologia della RCA Lineatre), ma Tenco decise di modificare le parole originali di tono antimilitarista ("dicevano domani / domani torneremo / Chiedevo alla gente / quando torneranno / la gente piangeva / senza dirmi niente"), per non incorrere nella censura, poiché parlavano di alcuni soldati che partivano per la guerra durante il Risorgimento ed erano ispirate ai versi della poesia di Luigi Mercantini La spigolatrice di Sapri sulla sfortunata spedizione di Sapri di Carlo Pisacane ("Erano trecento / erano giovani e forti"). Soltanto il ritornello ("ciao amore, ciao amore, ciao") era uguale. Il testo presentato invece era una canzone d'amore sullo sfondo dell'emigrazione italiana verso le Americhe ("in un mondo di luci, sentirsi nessuno"). Il brano di Tenco non venne apprezzato dagli organizzatori del Festival e non fu ammesso alla serata finale, classificandosi al dodicesimo posto. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto. Già poco prima di salire sul palco, la sera del 26 gennaio, Tenco disse, all'allora conduttore del Festival, Mike Bongiorno:






«Questa è l'ultima volta.[33][34]»



E, a queste parole, Bongiorno rispose con le seguenti:









«L'ultima volta che canti un brano fox...»


(Mike Bongiorno[33])

L'esibizione di Ciao amore, ciao da parte di Tenco fu condizionata dall'assunzione di un farmaco e di un alcolico[33] (una grappa alle pere)[34], tanto che lo stesso maestro Gian Piero Reverberi fece fatica a seguire il cantautore[34]. La cognata Graziella invece, dichiarò che l'esecuzione lenta fu una scelta di Tenco stesso, in polemica con la versione di Dalida, da lui giudicata una "marcetta", e che ne aveva parlato nel pomeriggio a Reverberi, il quale, però rifiutò di cambiare l'arrangiamento. Tenco allora decise di fare per conto suo, eseguendo il brano con ritmo lento, a rischio di apparire fuori tempo.[35] La stessa Dalida ebbe invece modo di lamentarsi dietro le quinte, pronunciando le seguenti parole: «Così mi rovina la canzone»[33]. Al termine di tutte le esibizioni, Ciao amore, ciao aveva ottenuto solamente 38 preferenze su 900[34], risultando dodicesima su sedici brani in gara[34] e fu quindi, per il momento, eliminata[34].

L'ultima speranza fu affidata alla commissione di ripescaggio, composta da Gianni Ravera, Ugo Zatterin, Lino Procacci, Lello Bersani e Gianni Delli Ponti[34]. La commissione alla fine, pare su pressione di Zatterin, a Ciao amore, ciao preferì La rivoluzione, interpretata da Gianni Pettenati e Gene Pitney[34].

L'eliminazione di Ciao, amore ciao fu comunicata a Tenco mentre il cantautore stava dormendo su un tavolo da biliardo[34]; appena saputo dell'eliminazione definitiva del suo brano, prima riconfermò di volersi dedicare solo alla carriera di compositore e abbandonare quella di interprete, poi se la prese con Marcello Minerbi del gruppo Los Marcellos Ferial, imputandogli di essere stato colui che l'aveva introdotto nel mondo della musica e con l'amico Piero Vivarelli[34]. A prendere con maggior filosofia l'eliminazione di Ciao amore, ciao fu invece Dalida, che invitò Tenco a un brindisi.[34] Il cantante infine se ne andò contrariato.


I nastri dell'ultima esibizione (come di altri cantanti) di Luigi Tenco del 26 gennaio 1967, andranno perduti negli archivi RAI; rimasero solo fotografie, la registrazione filmata delle prove, e la registrazione audio originale fu recuperata in seguito grazie all'archivio radio.[33]. Nel 2017, fu diffuso il filmato della puntata finale del 28 gennaio 1967 (dove non si fa cenno del suicidio del cantante), grazie a una registrazione estera recuperata grazie alla diffusione in "Eurovisione"[36].




Una foto di Tenco scattata durante il Festival di Sanremo.



La morte |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Caso Tenco.








«Perché scrivi solo cose tristi?
- Perché quando sono felice esco.»


(Luigi Tenco)

Da quel momento le informazioni sono più frammentate. Secondo l'ultima ricostruzione ripresa anche dai programmi televisivi d'inchiesta TV7 (Rai Uno) e Chi l'ha visto? (Rai Tre) Luigi Tenco si recò nella sua stanza all'hotel Savoy, la 219, ed effettuò due telefonate. La prima a Ennio Melis (capo della Rca) non ottenne risposta; la seconda a Valeria (sua fidanzata dal 1964) ebbe buon esito.[37] I due parlarono di progetti, di intenzioni da realizzarsi a breve, di rincontrarsi il giorno dopo e di partire per il Kenya, e Luigi Tenco - secondo quanto avrebbe riferito la stessa Valeria ad alcuni giornalisti nel 2002 - asserì di avere scritto dei fogli con nomi e cognomi denunciando «fatti che vanno ben al di là della manifestazione».[38] La telefonata sarebbe terminata all'una di notte del 27 gennaio 1967. Un'ora dopo, il corpo di Tenco verrà ritrovato da Dalida nella stanza 219. Valeria rivelerà che, nel corso della telefonata ricevuta da Luigi nella notte del 26 gennaio ’67, il cantante, visibilmente irritato, le aveva detto di voler tenere all’indomani una conferenza stampa per denunciare la combine delle scommesse clandestine che incombeva sul Festival, facendo nomi e cognomi, e che avrebbe buttato giù due righe come pro memoria.[39]


Il decesso fu stimato a dopo la mezzanotte, quindi nelle prime ore del 27 gennaio. I primi a rinvenire il cadavere furono, presumibilmente, il suo amico Lucio Dalla, e successivamente la stessa Dalida con cui, soltanto qualche ora prima, aveva cantato al Salone delle feste del Casinò di Sanremo. L'ultimo a immortalare vivo il cantante fu il fotografo e giornalista Renato Casari, nella tarda serata; Tenco appare sorridente a una battuta del fotografo, ma con lo sguardo assente: l'originale di questa foto è attualmente conservato nella casa del fotografo (scomparso il 17 novembre 2010 in una casa di riposo a Lecco), a Mandello del Lario[40]. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa, l'entrata del foro era sulla tempia destra, quello d'uscita era sulla tempia sinistra[41]. Nessuno sentì lo sparo. Venne trovato un biglietto vergato a mano - che più perizie grafologiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco - contenente il seguente testo:






«Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.»



Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l'anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti dubbi[42] alimentati da gravi deficienze nelle indagini, come la rimozione e il successivo riposizionamento del corpo nella stanza e da una serie di teorie più o meno plausibili. Farà discutere, ad esempio, l'appartenenza del commissario capo di Sanremo, Arrigo Molinari, che si occupò dell'indagine, alla loggia P2 e forse all'organizzazione Gladio. Tenco aveva inoltre sostenuto che poche settimane prima, a Santa Margherita Ligure, due automobili, dopo averlo speronato, avevano tentato di mandarlo fuori strada, senza alcun motivo apparente. Perciò aveva acquistato una pistola per autodifesa (possedeva in tutto un fucile e tre pistole: una carabina Beretta 22 modello Olimpia, un revolver Arminius calibro 22, una Dwp P08Luger calibro 7.65 Parabellum e la Walter Ppk ritrovata nella camera del Savoy)[43]. Per questi e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa e dal fratello Valentino, il 12 dicembre 2005, a trentotto anni dai fatti, la procura della Repubblica di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi esami (per la prima volta viene eseguita un'autopsia) che il 15 febbraio 2006 hanno confermato l'ipotesi del suicidio[44], chiudendo definitivamente il caso.
La famiglia, dopo il 2006, affermò, tramite la nipote Patrizia Tenco, di condividere la tesi ufficiale come veritiera, considerando speculazioni le altre ipotesi[45]. Anche i colleghi Bruno Lauzi, Gino Paoli e Ornella Vanoni (così come l'amico Fabrizio De André) sostennero la tesi del suicidio come verosimile: Tenco era rimasto turbato dal tentativo di suicidio con arma da fuoco di Paoli stesso nel 1963, prima di rompere la loro amicizia, e negli ultimi giorni di vita aveva fatto allusioni a un "epilogo drammatico". Lauzi disse in seguito che Tenco, sebbene non fosse depresso, in momenti di sconforto gli aveva più volte detto di volersi sparare.[46] Inoltre la sera della morte era apparso stravolto anche prima di esibirsi, mentre dopo, secondo Ezio Radaelli, "aveva lo sguardo strano di chi era già in un altro mondo".[47] Paoli e la Vanoni (presente al Festival) affermano che, quella sera, per smaltire la delusione dell'eliminazione, Tenco avesse bevuto cognac o whisky e assunto di nuovo molte pastiglie di Pronox, un tranquillante appartenente alla classe dei barbiturici (nella stanza ne fu ritrovata una scatola vuota[48]) che tra gli effetti indesiderati ha il possibile aumento di ideazione suicida[49], e che queste sostanze gli avessero causato uno stato di forte alterazione psicologica, tale da spingerlo al tragico gesto[28][50].


In quei tragici giorni del 1967, sulla salma non fu effettuata nessuna autopsia, che venne eseguita molti anni dopo (2006), e il cadavere fu trasferito, il 29 gennaio, a Recco, per essere compianto da mamma Teresa e il fratellastro Valentino; da lì, ancora un ultimo viaggio della salma, presso i suoi luoghi d'infanzia, dove fu istituita una camera ardente nella casa degli zii di Ricaldone, in provincia di Alessandria. Tuttavia, né alla camera ardente, né ai funerali, avvenuti a Ricaldone, il 30 gennaio 1967, vi fu partecipazione[51]. Ancor oggi, Luigi Tenco riposa nel cimitero di Ricaldone[52] .



Influenze socio-culturali |


La rivoluzione artistica, culturale e sociale di Tenco fu riscontrabile nella volontà di una profonda rottura con la musica tradizionale italiana e la necessità di trattare tematiche all'epoca all'avanguardia quali il sentimento umano nella sua crudezza, l'amore sotto le sue molteplici prospettive, le esperienze esistenziali, fino alla critica sociale come la politica, l'ideologia, i diritti della donna, la guerra e ai temi dell'emarginazione, con forti accenni individualisti e spesso ricollegandosi ai toni dell'esistenzialismo francese, spesso anticipando i temi del sessantotto[53].


A detta di Morgan, la filosofia dietro alle canzoni di Tenco si potrebbe accostare al pensiero di pensatori esistenzialisti quali Jean-Paul Sartre e non esistenzialisti come Jacques Derrida, Louis Althusser, Carlo Michelstaedter,[54] mentre Fabrizio De André ha più volte espresso pubblicamente profonda stima e amicizia nei confronti di Tenco, arrivando a dichiarare che "senza Tenco io non ci sarei stato", e sottolineando il vuoto artistico che Tenco ha provocato con la sua morte.[55]


Secondo il poeta Salvatore Quasimodo, la musica di Tenco volle colpire a sangue il sonno mentale dell'italiano medio, oramai dormiente rispetto al cambiamento dell'emergente protesta della critica sociale ai dogmi e alle vecchie tradizioni della società.[56]




Inaugurazione del Museo Tenco.



Contributi biografici postumi |



  • Nel 1967, tra agosto e settembre, il regista e produttore Tullio Piacentini realizzò il film musicale Passeggiando per Subiaco, dedicando buona parte della pellicola e del repertorio musicale a Luigi Tenco coinvolgendo, tra i vari musicisti, il gruppo Le Pecore Nere con il brano Ricordo un ragazzo, oppure la band The Primitives del giovanissimo Mal con la canzone Yeeeeeh!, scritta dallo stesso Tenco.

  • Sempre nel 1967, Ornella Benedetti, pochi mesi dopo la morte del cantautore, costituisce il Club Luigi Tenco di Venezia, un vero e proprio fan club con l'obiettivo di raccogliere, ricordare e diffondere il messaggio dell'artista.[57]

  • Due canzoni di Tenco furono usate, dopo la sua morte, come sigle di sceneggiati RAI: "Guarda se io" per "Questi nostri figli" di Diego Fabbri nel 1967 e "Vedrai Vedrai" per "Storia di Anna" di Salvatore Nocita nel 1981. [1] [2]

  • Nel 1972, Amilcare Rambaldi a Sanremo costituì il cosiddetto "Club Tenco", con lo scopo di riunire tutti coloro che si propongono di valorizzare la canzone d'autore. Dal 1974, in suo onore, al Teatro Ariston di Sanremo, fu istituito, dallo stesso Club, il Premio Tenco, manifestazione a cui partecipano, ancor oggi, i più grandi cantautori degli ultimi decenni. Nel novembre 2007, il Club gli dedica l'intera edizione della Rassegna e il volume Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti (BUR) curato da Enrico de Angelis, Enrico Deregibus e Sergio Secondiano Sacchi.

  • Nel 1990, il giornalista Corrado Augias dedicò una puntata del suo programma di approfondimento molto seguito Telefono giallo.

  • Nel febbraio 1992, la Biennale di Poesia di Alessandria promosse, in collaborazione con il Club Tenco, il comune di Ricaldone e il quotidiano Il Secolo XIX di Genova, un convegno dedicato a Luigi Tenco a venticinque anni dalla scomparsa. La manifestazione si tenne presso il Teatro Umberto I di Ricaldone e la serata di spettacolo si svolse presso il Teatro Comunale di Alessandria. Per la Biennale di Poesia intervennero Giancarlo Bertolino e Aldino Leoni. Amilcare Rambaldi rappresentò di persona il Club Tenco. Fra i giornalisti, Marinella Venegoni, Mario Luzzatto Fegiz e altri; al concerto serale parteciparono Gino Paoli, Umberto Bindi e Cristiano De André. Fu la prima manifestazione dedicata a Tenco nel suo paese di nascita dove, dall'estate successiva, prenderà il via la rassegna "L'Isola in Collina".

  • A Cusano Milanino, il 19 gennaio 2006, presso il Centro Sociale Cooperativo Ghezzi, da un'idea di Renzo Zannardi, si tenne la conferenza "Il sax ribelle che anticipò il 68", centrata sull'impegno sociale di Tenco e sul clima culturale da lui vissuto. L'evento fu caratterizzato dalla partecipazione, tra gli altri, del biografo Aldo Fegatelli Colonna e del giornalista Daniele Biacchessi.

  • A Ricaldone, il 20 luglio 2006 fu inaugurato il Centro di Documentazione Permanente Luigi Tenco, prima struttura museale in Italia dedicata a un cantautore.

  • A Milano, nel dicembre 2007, presso il Teatro Litta, la pittrice sassarese Maria Vittoria Conconi realizzò una mostra dal titolo "Tenco, le donne e la musica. Un immaginario visivo ispirato da Luigi Tenco", con dodici acquerelli di immagini femminili, ispirati alla musica di Tenco. Nell'ambito della mostra fu presentato anche un calendario con le dodici opere, dedicato al 70º anniversario della nascita di Tenco.
    La mostra fu replicata nel febbraio 2008, presso la Biblioteca Comunale di Rescaldina e, il 21 marzo 2008 a Sassari, con la mostra "I fiori di ieri. Un omaggio a Luigi Tenco", presso il Centro d'Arte e Cultura "Giuseppe Biasi".[58]

  • A Busto Garolfo, il 15 febbraio 2008, presso la Biblioteca Comunale, il gruppo di studiosi ed estimatori di Luigi Tenco "Binario21" diede luogo alla conferenza "Gli anni di Luigi Tenco e quelli di Internet", con analisi e approfondimenti su vita, musica e testi del cantautore.[59]

  • A Sassari, il 16 e il 17 ottobre 2010 al teatro Il Ferroviario, l'associazione culturale e studentesca "Materia Grigia" presentò lo spettacolo teatrale La Forza delle Parole: Luigi Tenco, incentrato sulla figura umana e artistica del cantautore e realizzato nell'ambito del laboratorio "Università e Teatro" con la direzione di Pier Paolo Conconi per "La Botte e Il Cilindro".[60]



Omaggi |


Diversi furono i tributi a Tenco nati nel corso degli anni da colleghi cantautori, amici, musicisti ed estimatori. Tra i più interessanti e significativi:



  • Preghiera in gennaio di Fabrizio De André, pubblicata per la prima volta nel 1967, con la quale il cantautore onora l'amico e collega scomparso concedendogli un posto in paradiso.


Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia,
soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte,
che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte



  • Ricordo un ragazzo del 1967 del gruppo beat romano Le Pecore Nere.

Ricordo un ragazzo dall'aria un po' triste
di lui si diceva che era un poeta
aveva da dire qualcosa di nuovo
comprò una chitarra e si mise a cantare.



  • Passeggiando per Subiaco, film di Tullio Piacentini del 1967 che inserisce nella prima pellicola cinematografica dedicata a Luigi Tenco diversi riferimenti musicali alla sua figura, tra cui il primo video musicale di Ricordo un ragazzo.


  • Nicola Di Bari canta Luigi Tenco, disco del 1971 nel quale Nicola Di Bari, che aveva conosciuto Tenco nel periodo Jolly diventandone amico, interpreta suoi brani come Lontano lontano o Cara maestra. È inoltre presente una canzone inedita di Tenco, intitolata Il mondo gira, la cui musica è scritta da Giampiero Reverberi.


  • Festival di Francesco De Gregori, dall'album Bufalo Bill del 1976, nella quale viene difesa l'umanità di Luigi ("qualcuno ricordò che aveva dei debiti, mormorò sottobanco che quello era il motivo. Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo") e messa in risalto la facilità con cui, dopo la tragedia, si è fatto a gara per essere suoi amici ("si ritrovarono dietro il palco, con gli occhi sudati e le mani in tasca, tutti dicevano: «Io sono stato suo padre!», purché lo spettacolo non finisca").


  • Italo Salizzato e la sua orchestra nel 1977 incide su dischi Tosco Records (TR/502) e gli dedica la canzone A Luigi Tenco (musica di Italo Salizzato/Giuseppe Damele, testo di Mario Gioli):


Caro, caro Tenco
solo quando ci hai lasciato
tanta gente ti ha capito
ma niente è cambiato...
ora è troppo tardi



  • Donatella Rettore, con È morto un artista, dal suo omonimo album del 1977, dedica questa canzone a Tenco in ricordo ai 10 anni dalla sua scomparsa.

Nei suoi sogni cercava da sempre una donna ideale
e voleva la banda e i cavalli al suo funerale
E le notti d'inverno, rosse d'amore e di vino
Confessava la donna che aveva e che avrebbe voluto!
Un giorno di gloria almeno!
È morto un artista, e invece di piangere fanno festa!



  • Molto commosso il ricordo di Luigi Tenco nell'autobiografia dell'amico Bruno Lauzi.[61]


  • Ciao ciao di Francesco De Gregori, dall'album Scacchi e tarocchi del 1985, in cui viene citata nel testo Ciao amore ciao e Sanremo (nei versi "Guarda che belli i fiori in questa città") e la morte di Tenco ("Andarsene è un peccato...").


  • Brown plays Tenco, mini LP inciso nel 1987 in Italia da Steven Brown, polistrumentista del gruppo statunitense Tuxedomoon, contiene cinque cover di altrettanti pezzi di Tenco tra cui una versione in inglese di Lontano, lontano e le altre in italiano: Un giorno dopo l'altro, Vedrai, vedrai, Ciao amore ciao e Mi sono innamorato di te.

  • Nel 1999 è stato allestito lo spettacolo teatrale Solitudini - Luigi Tenco e Dalida, presso il Teatro Greco di Roma, scritto e diretto da Maurizio Valtieri[62].


  • Danza di una ninfa, disco della cantante jazz Ada Montellanico e del pianista Enrico Pieranunzi, edito da Egea nel 2005, nel quale vengono musicate per la prima volta 4 canzoni inedite di Tenco: Da quando, Mia cara amica, O me, Danza di una ninfa sotto la luna. Ed è proprio quest'ultima la canzone più bella secondo il sito internet Jazzitalia, che la definisce "raffinata, colta", eterea, una perfetta fusione tra musica e parole.[63]

  • Nel luglio 2006 esordisce al 40º Festival Teatrale di Borgio Verezzi Tenco a Tempo di Tango scritto da Carlo Lucarelli, per la regia di Gigi Dall'Aglio, con Adolfo Margiotta e Mascia Foschi, prodotto da Giorgio Ugozzoli.

  • Durante la serata finale del Festival di Sanremo 2007, Renato Zero riporta a Sanremo Ciao Amore, Ciao (all'interno di un medley di tributo a Tenco).


  • Antonello Venditti rende omaggio a Tenco nella canzone Tradimento e perdono, contenuta nell'album del 2007 Dalla pelle al cuore.

  • Nel 2007 il rapper casertano Kaos One campiona Mi sono innamorato di te (nella versione cantata da Ornella Vanoni) per utilizzarla nella base di Insomnia, contenuta nell'album kARMA.

  • Un altro rapper, Fabri Fibra, sempre nel 2007, nel suo album Bugiardo, nel testo "Andiamo a Sanremo", ipotizza di andare al Festival di Sanremo e di venir ritrovato "...sdraiato sul tappeto/con una pistola in mano e un buco in testa/non sono il primo che protesta...", proprio in riferimento al ritrovamento del corpo senza vita di Luigi nella sua camera d'albergo.

  • Nel 2007 l'attore e regista Giulio Bufo realizza lo spettacolo teatrale "E se mi diranno....Tenco. Una storia di 40 anni fa".

  • Nel 2008 i Cluster, nel programma X-Factor hanno riproposto Mi sono innamorato di te in una versione a cappella.


  • Tenco, brano scritto dal cantautore rock Luca Masperone e selezionato nel 2008 per la Stanza dello Scirocco (programma di teatro in onda su radio Life Gate). Nel testo, Luca definisce Tenco "una lettera d'avulso", giocando sul triplo significato del verso: la lettera può essere intesa come riferimento all'ultimo messaggio lasciato da Luigi prima di morire, oppure come lettera dell'alfabeto unica e originale, e come tale non capita fino in fondo. O ancora come lettera che il mondo di allora ha, superficialmente, rispedito al mittente.

  • Nella canzone Baudelaire dell'album Amen del 2008, i Baustelle cantano: "Luigi Tenco è morto per te".

  • Il 30 settembre 2008, il sito web "La verde isola" di Luigi Tenco pubblica La ballata del Tenchiano, canzone volta a dissacrare lo stereotipo di Luigi Tenco quale personaggio triste e malinconico.

  • Nel 2008, in occasione del concerto di beneficenza "Musicamore", gli Stadio hanno suonato Vedrai vedrai di Luigi Tenco.

  • Il 18 aprile 2009 il gruppo dei CaljAmari ha tenuto il concerto Mille Cose da Dire, tributo a Luigi Tenco.

  • Il 18 febbraio 2010, Edoardo Bennato, ospite al festival, rende omaggio a Luigi Tenco cantando Ciao Amore, Ciao.

  • Dal 20 gennaio 2011, Francesco Baccini, in tour nei teatri italiani, rende omaggio a Tenco con il concerto "Baccini canta Tenco".

  • Nell'album Il sogno eretico, il cantautore pugliese Caparezza, cita indirettamente Luigi Tenco nel brano Chi se ne frega della musica, cantando: «toglimi tutto questo che magari mi fermo / di certo non mi freddo in una stanza d'albergo», in funzione critica nei confronti del mercato discografico italiano.

  • In agosto 2011 il rapper milanese J-Ax, nella sua canzone Reci-divo, canta "perché io su 'sta roba non posso morire, Tenco senza pistola, Cobain senza fucile..." riferendosi al ritrovamento del corpo di Luigi.

  • Il 21 giugno 2012, l'editore Michele Piacentini, organizza a Genova la mostra "Luigi Tenco e Tullio Piacentini: i rivoluzionari della Video Musica" che dagli iniziali dieci giorni di cartellone viene prorogata fino al 25 novembre 2012.

  • Durante la serata dedicata a Sanremo Story nell'edizione 2013, Marco Mengoni presenta Ciao Amore, Ciao.

  • Il 16 marzo 2012, la "3ª Mostra del Cinema di Subiaco - Memorial Tullio Piacentini", già insignita della Medaglia Premio Presidente della Repubblica, dedica l'intera manifestazione alla figura di Luigi Tenco e inaugura l'evento con la partecipazione della Famiglia, del gruppo beat Le Pecore Nere e dell'editore Michele Piacentini.

  • Il 6 dicembre 2013 durante la trasmissione Tale e quale show in onda su Rai Uno, l'attore Attilio Fontana canta Vedrai vedrai nei panni di Luigi Tenco

  • Il 21 marzo 2014, l'editrice Les Artistes di Roma, presenta in anteprima internazionale le cartoline postali dedicate alla figura di Luigi Tenco.

  • A Ricaldone, Tenco viene ricordato ogni anno, in estate, tramite la manifestazione L'Isola in Collina, con la puntuale partecipazione di cantautori più o meno affermati.


  • Ciao Amore, Ciao è il titolo di uno spettacolo del cantastorie e attore calabrese Nino Racco.

  • Il 22 settembre 2013 a Cassine (AL), paese natale, è stata inaugurata Piazza Luigi Tenco.

  • Il 21 marzo 2016 il cantautore Franco Simone ha inciso un album di cover di canzoni di Luigi Tenco, intitolato Carissimo Luigi (Franco Simone canta Luigi Tenco), a cui ha dedicato la sua canzone Carissimo Luigi[64].

  • L'11 luglio 2016 al Summer Festival la cantante salentina Emma Marrone ha reinterpretato il brano di Tenco Se stasera sono qui.

  • Il 24 settembre 2016, nella prima di 2 serate dedicate a Mogol, durante una chiacchierata a 3 tra Massimo Giletti, Gino Paoli e Mogol sono stati ricordati gli eventi legati alla tragica fine del cantautore. In seguito alle affermazioni dei 3, la famiglia Tenco è andata contro le affermazioni negando e contrastando buona parte delle parole dette su Rai1[65].

  • Tiziano Ferro apre il festival di Sanremo 2017 con un toccante e unico ricordo in bianco e nero di "Mi sono innamorato di te".

  • A luglio 2017 esce "Tenco. Come ti vedono gli altri", un progetto di Mauro Ottolini.

  • A ottobre 2017 esce " Egr. Luigi Tenco, ti canto..." (Parafrasi musicali omaggio ad un artista scomodo) progetto di Enzo Cortese e Checco Pallone.



Reinterpretazioni (parziale) |


Molti artisti hanno inciso nella propria discografia reinterpretazioni di Luigi Tenco. Di seguito un elenco di queste incisioni che non vuole essere esaustivo.












































































































































































































































































































































































































































Artista

Canzone
Anno
Album

Enzo Cortese

Ciao amore ciao, Mi sono innamorato di te, Vedrai vedrai, Cara maestra, Io si, Li vidi tornare, Vita sociale, Lontano lontano
2017
CD - Egr. Luigi Tenco, ti canto...

Mauro Ottolini e altri

Tenco. Come ti vedono gli altri
2017
doppio cd


Tiziano Ferro

Mi sono innamorato di te

2017
Sanremo 2017


Franco Simone

Vedrai vedrai, Ciao amore ciao, Se stasera sono qui, Mi sono innamorato di te

2016
Carissimo Luigi (Franco Simone canta Luigi Tenco)


The Bluebeaters

La mia Geisha

2015
Everybody Knows


Bianca Atzei feat. Alex Britti

Ciao amore ciao

2015

Bianco e nero


Diodato

Se stasera sono qui

2014

A ritrovar bellezza


Marco Mengoni

Ciao amore ciao

2013
Sanremo 2013


Morgan

Hobby

2012

Italian Songbook Volume 2


Roberto Vecchioni

Lontano lontano

2011

Chiamami ancora amore


Mike Patton

Quello che conta

2010

Mondo cane


Pietra Montecorvino

Mi sono innamorato di te

2009

Italiana


Giusy Ferreri

Ciao amore ciao

2009

Fotografie


Skiantos

Uno di questi giorni ti sposerò

2009

Phogna - The Dark Side of the Skiantos (EP)


Cluster

Mi sono innamorato di te

2009

Steps


Morgan

La ballata della moda

2008
/


Fariborz Lachini

Ho capito che ti amo

2008
Golden Memories 1


Gianluca Grignani

Mi sono innamorato di te

2008

Cammina nel sole


Mango

Ragazzo mio

2008

Acchiappanuvole


Antonella Ruggiero

Un giorno dopo l'altro

2007

Genova, la Superba


Guarda se io

2007


Mi sono innamorato di te

2005

Big Band!


Claudio Baglioni

Lontano lontano

2005

Quelli degli altri tutti qui



Vedrai, vedrai

2005


Un giorno dopo l'altro

2005


Giuni Russo

Ciao amore ciao

2003

Morirò d'amore


Renato Zero

Lontano lontano

2000

Tutti gli Zeri del mondo


Vedrai vedrai

2000


Jenny B

Se stasera sono qui

2000
Come un sogno


Paola Turci

E se ci diranno

1995

Una sgommata e via


La Crus

Angela

1995
La Crus


Alice

Se sapessi come fai

1994

Quando... tributo a Luigi Tenco


Steven Brown

Lontano, lontano (English version)

1987

Brown plays Tenco



Un giorno dopo l'altro

1987



Vedrai, vedrai

1987



Ciao amore ciao

1987



Mi sono innamorato di te

1987


Loredana Bertè


Ragazzo mio

1984

Savoir faire


Mia Martini


Un giorno dopo l'altro

1983

Miei compagni di viaggio



Vedrai, vedrai

1983


Ornella Vanoni

Ti ricorderai

1986

Ornella &...



Se stasera sono qui

1986



Vedrai, vedrai

1980

Oggi le canto così, vol.2 Paoli e Tenco



Ragazzo mio

1980


Io sì

1980


Lontano, lontano

1980


Mi sono innamorato di te

1968

Ai miei amici cantautori


Tu non hai capito niente

1966

Ornella


Mina

Se stasera sono qui

1968

Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina


Vedrai, Vedrai

1971

Del mio meglio live e riproposta nel 1997 in Minantologia


Nicola Di Bari

He sabido que te amaba (Ho capito che ti amo, Testo in lingua spagnola)

1971




Ho capito che ti amo

1971

Nicola Di Bari canta Luigi Tenco(33 giri)


Javier Solís

He sabido que te amaba (Ho capito che ti amo, Testo in lingua spagnola)

1965
Sombras (33 giri)


Wilma Goich

Se stasera sono qui

1967

Se stasera sono qui/L'ora dell'uscita (45 giri)


Ho capito che ti amo

1964

Ho capito che ti amo/Era troppo bello/Quando piangi (45 giri)


Johnny Dorelli

Mi Sono Innamorato Di Te / Angela

1963
Mi Sono Innamorato Di Te / Angela (45 Giri) e

30 Anni Di Canzoni D'Amore (33 Giri)




Altra opera degna di nota è la raccolta di cover Come fiori in mare - Luigi Tenco riletto[66], pubblicata da Lilium / ExtraLabel / Virgin nel 2001 con la seguente scaletta:




  1. Ashes, Amore, amore mio, 5.07


  2. Teresa De Sio, Lontano lontano, 3.29


  3. Stefano Giaccone, Io vorrei essere là, 4.34


  4. Ivano Fossati, Ragazzo mio, 4.09


  5. Lalli, Vedrai, vedrai, 3.07


  6. Il Parto delle Nuvole Pesanti, Ognuno è libero, 3.01


  7. La Crus, Un giorno dopo l'altro, 3.38


  8. Marco Parente e Millennium Bugs' Orchestra, Se potessi amore mio, 4.03


  9. GianCarlo Onorato, Come le altre/toi, 5.13


  10. Giulio Casale, Ciao amore, ciao, 3.47

  11. Giovanni D'Anna Io sono uno, 4.26


  12. Roy Paci & Aretuska, featuring Meg, Se stasera sono qui 2.40


  13. Mario Congiu, Se qualcuno ti dirà, 4.43


  14. J.A.P, Uno di questi giorni ti sposerò, 3.00


  15. y:dk, Una vita inutile 3.10


  16. John De Leo, e Stefano Benni, Vedrai, vedrai / Un giorno dopo l'altro, 7.15



Discografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Luigi Tenco.


Album in studio |



  • 1962 – Luigi Tenco

  • 1965 – Luigi Tenco

  • 1966 – Tenco



Raccolte |


  • 1976 - Le canzoni di Luigi Tenco


Materiale inedito |



  • I brani inediti, scritti da Mogol e Carlo Donida - Più m'innamoro di te, con sovrapposizione di orchestra d'archi, e il provino di Serenella, cantati da Tenco -, sono inclusi nell'album di cover Quando... tributo a Luigi Tenco (cd, WEA 1994), che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Gino Paoli, Roberto Vecchioni, Loredana Bertè, Alice, Cristiano De André, Pierangelo Bertoli, Ornella Vanoni, Eugenio Finardi, Nomadi, ecc.[67]

  • Il 13 novembre 2009 è uscito per Ala Bianca l'album doppio Inediti[68], opera realizzata dal Club Tenco di Sanremo. Il primo CD contiene registrazioni di Tenco mai pubblicate in precedenza, tre delle quali (poiché mai incise dall'autore) interpretate ex novo rispettivamente da Massimo Ranieri (Se tieni una stella), Stefano Bollani (No no no) e Morgan (Darling Remember, versione in inglese della sanremese Vola colomba); si può ascoltare anche un'intervista rilasciata a suo tempo dal cantautore a Sandro Ciotti. Il secondo CD invece contiene alcune reinterpretazioni eseguite dal vivo, in occasione di varie edizioni della Rassegna della Canzone d'Autore, da altrettanti artisti (fra gli altri Alice, Vinicio Capossela, Simone Cristicchi, Eugenio Finardi, Roberto Vecchioni); sono inoltre presenti due brani, anch'essi inediti, del 1957 che vedono Tenco impegnato come sassofonista in un gruppo jazz genovese.

  • Esistono due brani di Tenco andati perduti di cui sono rimasti noti solo i titoli: Le stelle dell'Orsa maggiore e Liscio o al seltz.



Videografia |



  • Per la testa grandi idee, curato da Enrico de Angelis (2008)


Filmografia |



  • 1962 - La cuccagna, regia di Luciano Salce

  • 1965 - 008 Operazione ritmo, regia di Tullio Piacentini

  • 1965 - Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, regia di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi



Note |




  1. ^ Cinzia Comandé e Roberta Bellantuono, Genova per noi, Arcana, 2014, ISBN 978-88-6231-354-4


  2. ^ Luigi Tenco. Morte di un cantautore. — Daniele Biacchessi, su www.danielebiacchessi.it. URL consultato il 16 febbraio 2018.


  3. ^ Luigi Tenco, il ricordo del malinconico cantautore - Snap Italy, in Snap Italy, 15 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2018.


  4. ^ Costantino Muscau, La conferma dall'autopsia: Tenco suicida, su Corriere della Sera, 16. URL consultato il 24 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2012).


  5. ^ Pezzi da 90 - Luigi Tenco, le parole bastano per fare una canzone vera, su Rai. URL consultato il 10 novembre 2017.


  6. ^ Luigi Tenco, su storiaradiotv.it.


  7. ^ Maurizio Becker, La donna che visse due volte, intervista a Donatella Turri pubblicata su Musica Leggera, n° 11 di giugno 2010, pag. 55


  8. ^ Aldo Fegatelli Colonna, Luigi Tenco. Vita breve e morte di un genio musicale, ISBN 88-04-50087-5, pag. 23-25


  9. ^ http://www.inmiamemoria.com/scatole_dei_ricordi/Micca/Ferdinando/Micca_Ferdinando___986148.php


  10. ^ http://www.giuseppecirigliano.it/TENCO/tenco_biografia.htm


  11. ^ Biografia di Luigi Tenco; cfr.: http://it.luigitenco.wikia.com/wiki/Pagina_principale


  12. ^ https://toninoracconta.wordpress.com/tag/luigi-tenco/


  13. ^ Un po' di Tenco - parte I


  14. ^ Bio su Corriere della sera


  15. ^ http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=luigitenco&eventId=529c8557e9081


  16. ^ https://books.google.it/books?id=c08fDgAAQBAJ&pg=PR16&lpg=PR16&dq=via+rimassa+teresa+zoccola&source=bl&ots=JkqIGVO2w-&sig=opT5ysLJHim6U9hkA143BhKIYYo&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiw36u6z_PcAhWLbVAKHd2ZAMAQ6AEwDXoECAEQAQ#v=onepage&q=via%20rimassa&f=false


  17. ^ ab Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 22


  18. ^ Tesi su Luigi Tenco.


  19. ^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 21


  20. ^ Biografia di Tenco


  21. ^ Fabrizio De Andrè


  22. ^ https://www.teatrionline.com/2015/02/tenco-e-de-andre-la-lunga-storia-di-una-breve-amicizia/


  23. ^ http://www.marcoliberti.it/article-preghiera-in-gennaio-de-andre-la-scrive-in-memoria-di-tenco-122090516.html


  24. ^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 23


  25. ^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, edizioni Lato Side, Roma, 1982, pagg. 27-28


  26. ^ Lettera di Tenco a Nanni Ricordi, datata 8 agosto 1960, pubblicata in Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, di Aldo Fegatelli, edizioni Lato Side, Roma, 1982, pagg. 26-27: «Essendo io iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche da due anni e, ciò che più importa, ad un partito politico, (per l'esattezza che non nascondo essere il P.S.I.) nella cui direzione sono candidato ad assumere incarichi di una certa responsabilità, è troppo evidente che la mia passione per la musica non deve possa assumere ufficialmente aspetto professionale, e non potendo ciò essere reso noto al pubblico causando una spesa non indifferente che comporterebbe un'adeguata campagna pubblicitaria mirante allo scopo, penso sia sarebbe cosa di più pratica attuazione l'evitare in detto pubblico l'identificazione dell'esecutore; ciò per il fatto che, sperando e adoperandomi io stesso onde questo disco ottenga maggior diffusione dei due precedenti mi dispiacerebbe immensamente che ciò che mi giova da una parte mi sia dannosa da un'altra. non mi meritava di essere danneggiato Gradirei che ciò non comportasse danno alla mia posizione nell'ambiente che c'è.»


  27. ^ Le ombre del silenzio. Suicidio o delitto? Controinchiesta sulla morte di Luigi Tenco (N.Guarneri-P.Ragone), Castelvecchi, Roma, pp. 288, ISBN 978-88-7615-791-2, estratto


  28. ^ ab Paoli, 50 anni da cantastorie. "Ma non so cos'è l'amore"


  29. ^ https://www.gossipetv.com/gino-paoli-suicidio-318255


  30. ^ http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4e8b07ca42585


  31. ^ "Tenco, un figlio da Valeria" La verità di Aldo Colonna


  32. ^ Ferdinando Molteni, L'ultimo giorno di Luigi Tenco, Giunti estratto


  33. ^ abcde Anselmi, Eddy, Festival di Sanremo. Almanacco della Canzone Italiana, Panini, Modena, 2009, p. 182


  34. ^ abcdefghijk Borgna Gianni, L'Italia di Sanremo, Milano, Mondadori, 1999, p. 111.


  35. ^ Ferdinando Molteni, L'ultimo giorno di Luigi Tenco, estratto


  36. ^ https://www.raiplay.it/video/2017/01/Speciale-Tenco-dal-Festival-di-Sanremo-1967-7691e67e-d691-459d-b063-52a7b3e9dd87.html


  37. ^ Luigi Tenco - 18 febbraio 2015, su Rai. URL consultato l'11 settembre 2017.


  38. ^ Radio Radicale, "Le ombre del silenzio. Suicidio o delitto? Controinchiesta sulla morte di Luigi Tenco" : intervista a Pasquale Ragone, in Radio Radicale, 10 luglio 2013. URL consultato l'11 settembre 2017.


  39. ^ Quanti misteri attorno al suicidio di Luigi Tenco e quante morti tra chi se ne occupò - Bergamo News, in BergamoNews, 8 novembre 2017. URL consultato il 10 novembre 2017.


  40. ^ Sanremo e quell’ultima foto del mandellese Casari a Tenco


  41. ^ Articolo su Il Corriere


  42. ^ Aldo Fegatelli Colonna, Luigi Tenco, vita breve e morte di un genio musicale, pp. 106-111.


  43. ^ Sanremo, Luigi Tenco: le ombre del silenzio sulla sua morte, su ilfattoquotidiano.it.


  44. ^ Unsung Heroes No.4 - Luigi Tenco, su theguardian.com.


  45. ^ Luigi Tenco, la nipote del cantante: “Vorremmo che si smettesse di speculare sulla sua morte”


  46. ^ Lauzi: "Tenco disse che voleva spararsi"


  47. ^ TENCO: MOLTE DONNE NESSUN AMORE La sua vita


  48. ^ Il suicidio di Luigi Tenco


  49. ^ Phenobarbital - The American Society of Health - System Pharmacists


  50. ^ Vanoni, "Suicidio di Tenco? Tragico e ridicolo"


  51. ^ http://luigi-tenco.tripod.com/funerale.htm


  52. ^ Luigi Tenco 60's - La verde isola, Ricaldone - Visita alla tomba di Luigi Tenco ( parte 1 ), 2 febbraio 2011. URL consultato il 5 gennaio 2018.


  53. ^ http://www.stateofmind.it/2017/03/luigi-tenco-suicidio/


  54. ^ Morgan scrive di De André e Tenco: un confronto attraverso la poesia, in Rockit.it. URL consultato l'11 settembre 2017.


  55. ^ Francesco Roma, Tenco e De André – La lunga storia di una breve amicizia | Teatri OnLine, su www.teatrionline.com. URL consultato l'11 settembre 2017.


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    Luigi Tenco, inediti :: BABYLONBUS :: www.babylonbus.org[collegamento interrotto]




Bibliografia |




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Voci correlate |



  • Discografia di Luigi Tenco

  • Via del Campo 29 rosso



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Collegamenti esterni |



  • Monografia di Luigi Tenco, su ondarock.it.

  • Il Caso Tenco, su casotenco.it.




  • (EN) Luigi Tenco, su Internet Movie Database, IMDb.com. Modifica su Wikidata


  • Luigi Tenco, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi. Modifica su Wikidata


  • (EN) Luigi Tenco, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata


  • (EN) Luigi Tenco, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata


  • (EN) Luigi Tenco, su Find a Grave. Modifica su Wikidata


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