Carlo VIII di Francia




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – "Carlo VIII" rimanda qui. Se stai cercando il sovrano svedese, vedi Carlo VIII di Svezia.












































































Carlo VIII di Francia

Charles VIII Ecole Francaise 16th century Musee de Conde Chantilly.jpg


Re di Francia

Stemma

In carica
30 agosto 1483 – 7 aprile 1498
Incoronazione
30 maggio 1484
Predecessore

Luigi XI
Successore

Luigi XII

Re di Napoli
come Carlo IV
In carica
22 febbraio 1495 –
6 luglio 1495
Predecessore

Ferdinando II di Napoli
Successore

Ferdinando II di Napoli

Nome completo
Carlo di Francia
Nascita

Amboise, 30 giugno 1470
Morte

Amboise, 7 aprile 1498
Luogo di sepoltura

Basilica di Saint-Denis, Francia.
Casa reale

Valois
Dinastia

Capetingi
Padre

Luigi XI di Francia
Madre

Carlotta di Savoia
Consorte

Anna di Bretagna
Figli
Carlo Orlando
Carlo
Francesco
Anna

Carlo VIII di Valois (Amboise, 30 giugno 1470 – Amboise, 7 aprile 1498) è stato Re di Francia dal 1483 al 1498 e brevemente Re di Napoli, come Carlo IV, nel 1495.


La sua fallimentare discesa in Italia nel 1494 inaugurò le cosiddette guerre d'Italia (definite "horrende" dal Machiavelli): una lunga serie di otto conflitti, con cui le grandi potenze europee si disputarono il controllo della penisola, terminata solo nel 1559 con la Pace di Cateau-Cambrésis, che mutò profondamente la geografia politica dell'Italia.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 La politica interna


    • 1.2 La marcia su Napoli


    • 1.3 Il ritorno in Francia e la morte




  • 2 Discendenza


  • 3 Ascendenza


  • 4 Onorificenze


  • 5 Note


  • 6 Bibliografia


  • 7 Altri progetti





Biografia |



La politica interna |


Carlo VIII nacque in Francia. Unico figlio maschio sopravvissuto di re Luigi XI, gli succedette alla sua morte, il 30 agosto 1483. Ambizioso, ma di salute cagionevole,[1] considerato dai contemporanei di indole gradevole, ma privo di grande intelligenza politica e non adatto agli affari di Stato, il re tredicenne governò inizialmente sotto la reggenza della sorella maggiore, la principessa Anna di Beaujeu, e di suo marito Piero di Borbone.


La politica di Carlo VIII fu volta a consolidare ed estendere il territorio del regno. Ottenne per vie diverse l'annessione degli ultimi due grandi Ducati che godevano ancora di una forte autonomia rispetto alla corona francese: il Ducato di Angiò (comprendente l'Anjou e la Provenza), tramite un complesso meccanismo ereditario; il Ducato di Bretagna, tramite il suo matrimonio, celebrato il 6 dicembre 1491, con l'erede, la duchessa Anna di Bretagna, in un'elaborata cerimonia a Château Langeais[2]. Con il matrimonio Carlo VIII si liberò della reggenza della sorella e dell'influenza dei parenti: da allora poté gestire gli affari di Stato secondo le sue intenzioni.


A corte ci fu anche una vivace vita culturale: tra i poeti, spicca la figura dell'umanista italiano Publio Fausto Andrelini. Con il Trattato di Étaples del 1492 e con quello di Barcellona del 1493 normalizzò i rapporti con l'Inghilterra e con il regno d'Aragona, ma al prezzo di onerose concessioni. Sempre nel 1493, con il Trattato di Senlis, pose fine alla guerra con l'Impero per la successione al trono di Borgogna, mantenuta con la rinuncia alla Franca Contea, all'Artois ed a parte delle Fiandre, ed annessa definitivamente nel 1497.



La marcia su Napoli |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra d'Italia del 1494-1498.

Pacificati i rapporti con le potenze europee, Carlo VIII, che vantava attraverso la nonna paterna, Maria d'Angiò (1404-1463), un lontano diritto ereditario alla corona del Regno di Napoli, indirizzò le risorse della Francia verso la conquista di quel reame, incoraggiato da Ludovico Sforza, detto Il Moro (che ancora non era duca di Milano ma ne era solo reggente) e sollecitato dai suoi consiglieri, Guillaume Briçonnet e de Vers.






La riconquista del Sud della Penisola, già governato dalla Casata degli Angioini durante il secolo XIII, non comprendeva, nei progetti, anche la Sicilia. Quest'ultimo fatto depone a favore della tesi secondo la quale Carlo VIII non intendeva accrescere semplicemente i domini della sua Casata, ambizione comune a molte case regnanti di area mitteleuropea o anglosassone, ma farne piuttosto la base di partenza per quelle Crociate la cui eco era rinvigorita dalla cacciata degli arabi dall'ultimo possedimento spagnolo, il Regno di Granada (1492), avvenuta proprio in quegli anni. Il progetto politico della Res Publica Christiana Pro Recuperanda Terra Sancta aveva ancora presa nelle classi dirigenti europee nonostante la fine rovinosa cui andarono incontro sia la maggior parte di quel progetto stesso, sia coloro che intesero realizzarlo ben prima, intorno alla metà del Duecento.


Discese in Italia il 3 settembre 1494 con un esercito di circa 30.000 effettivi dei quali 8.000 erano mercenari svizzeri, dotato di un'artiglieria moderna. Venne accolto festosamente dai duchi di Savoia. Il suo esercito si accampò ad Asti, dove Carlo VIII ricevette l'omaggio dei suoi sostenitori: Margarita dè Solari fanciulla di undici anni (nel 1495 gli dedicherà Les Louanges du Mariage) alloggiando nel Palazzo del padre in Asti ne ascolterà le odi ; il cardinale Giuliano della Rovere, Ludovico Sforza con la moglie Beatrice d'Este ed Ercole d'Este, duca di Ferrara. A Pavia conobbe Gian Galeazzo Sforza e sua moglie Isabella d'Aragona . Isabella ne approfittò per scongiurarlo di proteggere la sua famiglia dalle mire di Ludovico Sforza. Tuttavia, un mese dopo questo incontro, il marito Gian Galeazzo Sforza morì, probabilmente avvelenato, e Ludovico il Moro divenne signore di Milano con il benestare dei francesi.





Francesco Granacci, Entrata di Carlo VIII a Firenze, 17 novembre 1494, di Francesco Granacci.


Carlo, dapprima intenzionato a percorrere la via Emilia fino alla Romagna, ne venne dissuaso da atteggiamenti bellicosi di Caterina Sforza, signora di Forlì e Imola. Così, dopo una tappa a Piacenza, si diresse verso Firenze. La città era tradizionalmente filofrancese, ma la politica incerta del suo signore, Piero di Lorenzo de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, l'aveva schierata in difesa degli Aragonesi di Napoli. Il pericolo incombente dei saccheggi e delle violenze dell'esercito francese (enfatizzato da una violenta predica di Girolamo Savonarola) accentuò il rancore della maggior parte dei cittadini contro i Medici.


Carlo VIII entrò il 29 ottobre a Fivizzano, saccheggiandola, e pose l'assedio alla rocca di Sarzanello, chiedendo che gli fosse lasciato il passo per Firenze. Piero, mutato consiglio, all'insaputa della città, gli concesse più di quanto chiedesse: le fortezze di Sarzanello, di Sarzana e di Pietrasanta, le città di Pisa e di Livorno e via libera per Firenze. Tornato a Firenze l'8 novembre, Piero ne fu immediatamente cacciato dai fiorentini, che considerarono il suo atteggiamento vile e servile, e proclamarono la Repubblica. Allo stesso tempo i fiorentini agevolarono l'invasione di Carlo VIII, considerandolo restauratore della loro libertà e riformatore della Chiesa, il cui Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) era considerato indegno dal Savonarola.


Carlo VIII però, timoroso di inimicarsi le potenze europee, non intendeva deporre il Borgia dal papato. Marciò verso Roma e prese dapprima Civitavecchia. Il 31 dicembre 1494, approfittando di una coincidenza fortunata, ottenne dal papa l'ingresso pacifico nella Città Eterna[3]. L'accordo non risparmiò Roma dai saccheggi delle truppe francesi. Per evitarne un'ulteriore permanenza in città, il 6 gennaio 1495 Alessandro VI accolse Carlo VIII e ne autorizzò il passaggio negli Stati pontifici verso Napoli, affiancandogli come cardinale legato il figlio Cesare Borgia.





L'entrata in Napoli, 22 febbraio 1495. Cronaca figurata del Quattrocento di Melchiorre Ferraiolo


Carlo VIII assediò Tuscania (Viterbo), distruggendone due terzieri e uccidendone 800 abitanti, ed espugnò poi il castello di Monte San Giovanni Campano trucidando 700 abitanti. Il 22 febbraio occupò Napoli praticamente senza combattere: il re Ferdinando II, detto Ferrandino, era già fuggito con tutta la corte in vista di una futura resistenza. Incoronato re di Napoli, vi stette fino a maggio quando il popolo e le armate napoletane, al grido di "ferro! ferro!", nuovamente rinvigorite sotto le insegne aragonesi del giovane re Ferrandino, riuscirono a scacciare i francesi dal Regno.


La rapidità e la facilità con cui Carlo VIII aveva raggiunto Napoli e la posizione di dominio in Europa che gli derivava dall'unione delle corone di Francia e di Napoli suscitarono la formazione di una Lega antifrancese, composta da Venezia, Impero, Papato, Milano e Spagna. Carlo VIII comprese che era tempo di ritirarsi in Francia e cercò di valicare l'Appennino. Il 6 luglio 1495 trovò l'esercito della lega degli stati italiani a sbarrargli la strada nella Battaglia di Fornovo.




Medaglione con l'effige di Carlo VIII di Francia. Anni '90 del XV secolo


I suoi atti sono ricordati da letterati italiani come Giorgio Summaripa[4] ed anche nel romanzo storico di Luigi Gramegna La sibilla del re.



Il ritorno in Francia e la morte |


Negli anni successivi Carlo VIII tentò di ricostituire il suo esercito, ma senza successo, a causa dei grossi debiti contratti per la spedizione precedente. Morì a 27 anni, il 7 aprile 1498, per un incidente nel castello di Amboise: batté la testa contro l'architrave in pietra di una porta mentre, a cavallo, si recava ad assistere a una gara di jeu de paume e nel giro di due ore entrò in coma e morì per emorragia cerebrale[5].



Charles VIII de France

Carlo VIII


Carlo VIII fu l'ultimo esponente del ramo regale della dinastia Valois, detto "dei Valois diretti". Alla sua morte il trono passò al cugino, il Duca d'Orléans Luigi II di Valois-Orléans, che regnò come Luigi XII di Francia. Al suo successore, Carlo VIII trasmise in eredità una Francia immersa nei debiti e nel disordine, risultato di un'ambizione definita, nella forma più benevola, irrealistica. Eppure la sua spedizione portò a contatti tra gli umanisti italiani e francesi, dando vigore alle arti ed alle lettere francesi nel tardo Rinascimento.



Discendenza |


Da Anna di Bretagna, Carlo ebbe quattro figli, morti tutti bambini:



  • Carlo Orlando (10 ottobre 1492 - 6 dicembre 1495), delfino di Francia;

  • Carlo (8 settembre 1496 - 2 ottobre 1496), delfino;

  • Francesco (1497-1498), delfino;

  • Anna (1498-1499).



Ascendenza |




















































Carlo VIII di Francia

Padre:
Luigi XI di Francia

Nonno paterno:
Carlo VII di Francia

Bisnonno paterno:
Carlo VI di Francia

Trisnonno paterno:
Carlo V di Francia

Trisnonna paterna:
Giovanna di Borbone

Bisnonna paterna:
Isabella di Baviera

Trisnonno paterno:
Stefano III di Baviera

Trisnonna paterna:
Taddea Visconti

Nonna paterna:
Maria d'Angiò

Bisnonno paterno:
Luigi II d'Angiò

Trisnonno paterno:
Luigi I d'Angiò

Trisnonna paterna:
Maria di Blois-Châtillon

Bisnonna paterna:
Iolanda di Aragona

Trisnonno paterno:
Giovanni I di Aragona

Trisnonna paterna:
Iolanda di Bar

Madre:
Carlotta di Savoia

Nonno materno:
Ludovico di Savoia

Bisnonno materno:
Amedeo VIII di Savoia

Trisnonno materno:
Amedeo VII di Savoia

Trisnonna materna:
Bona di Berry

Bisnonna materna:
Maria di Borgogna

Trisnonno materno:
Filippo II di Borgogna

Trisnonna materna:
Margherita III delle Fiandre

Nonna materna:
Anna di Lusignano

Bisnonno materno:
Giano di Cipro

Trisnonno materno:
Giacomo I di Cipro

Trisnonna materna:
Helvis Helisia di Brunswick-Grubenhagen

Bisnonna materna:
Carlotta di Borbone

Trisnonno materno:
Giovanni I di Borbone-La Marche

Trisnonna materna:
Caterina di Vendôme



Onorificenze |











Gran Maestro dell'Ordine di San Michele - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine di San Michele



Note |




  1. ^ Tra l'altro Carlo aveva una malformazione ai piedi (sei dita ciascuno anziché cinque) e per nascondere questa sua malformazione inventò le scarpe "a becco d'anatra".


  2. ^ La quindicenne duchessa Anna, infelice dell'arrangiamento politico dell'unione, arrivò al matrimonio con il suo entourage, che trasportava due letti. Dopo il matrimonio visse a Clos Lucé, ad Amboise.


  3. ^ L'amante del papa, Giulia Farnese, moglie del suo alleato Orsino Orsini, e la suocera, Adriana Mila, in viaggio da Bassanello verso il Vaticano, caddero in mano dei soldati francesi. Carlo le usò come merce di scambio: le donne vennero liberate nel giro di un mese e l'esercito francese entrò sfilando in Roma


  4. ^ Giorgio Summaripa, Processo contro il re di Francia, Venezia, Cristoforo De Bottis, 1495. URL consultato il 22 aprile 2015.


  5. ^ (EN) Heiner Gillmeister, Tennis: A Cultural History, London: Leicester University Press, 1998, p. 21. ISBN 978-0-7185-0147-1



Bibliografia |



  • Bellonci, Maria: Lucrezia Borgia, Mondadori, collana "Oscar scrittori del Novecento", Milano, 1998. ISBN 88-04-51658-5


Altri progetti |



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