Trattato di Tolentino
































Trattato di Tolentino

Firma trattato di Tolentino.jpg
Firma del trattato di Tolentino. A sinistra, il cardinale Alessandro Mattei affiancato da Lorenzo Caleppi
Contesto Armistizio di Bologna
Firma 19 febbraio 1797
Luogo Palazzo Parisani-Bezzi, Tolentino
Parti
Francia Repubblica Francese
Stato Pontificio Stato Pontificio
Firmatari
Alessandro Mattei
Lorenzo Caleppi
Luigi Braschi Onesti
Camillo VII Massimo
Napoleone Bonaparte
François Cacault
Ratificatori
Direttorio Esecutivo
Papa Pio VI

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Il trattato di Tolentino (o Pace di Tolentino) fu un accordo diplomatico sottoscritto fra la Francia e lo Stato Pontificio firmato nella cittadina marchigiana di Tolentino il 19 febbraio 1797. Il trattato fu praticamente imposto da Napoleone (all'epoca semplice comandante dell'Armata d'Italia) a papa Pio VI.


Il trattato completava (e aggravava) le clausole del precedente trattato (armistizio di Bologna) tra il Papa e la Francia rivoluzionaria (cessione alla Francia di tutti i territori dello Stato Pontificio a nord di Ancona).




Indice






  • 1 Scenario bellico


  • 2 Nuove clausole


  • 3 Eventi successivi


  • 4 Note


  • 5 Bibliografia


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Scenario bellico |


Al trattato di Tolentino si giunse al termine della campagna d'Italia iniziata dal generale Napoleone Bonaparte nel 1796. Intenzionato ad imporre il dominio francese nell'Italia settentrionale, Bonaparte riuscì con la forza ad ottenere da papa Pio VI, nel giugno 1796, l'armistizio di Bologna. Vanificati i tentativi austriaci di liberare Mantova nella battaglia del Ponte di Arcole e nella battaglia di Rivoli, Napoleone non ebbe più nemici in Norditalia. Successivamente attaccò lo
Stato Pontificio: nel febbraio 1797 novemila soldati francesi invasero la Romagna, sbaragliando le forze pontificie presso Faenza. Il 15 maggio 1797 Napoleone entro' anche nella Repubblica di Venezia decretandone la sua Caduta. La Santa Sede fu costretta alla trattativa per ottenere la cessazione delle ostilità[1].



Nuove clausole |


L'indennità di guerra passò da 21 a 36 milioni di lire, inoltre il Papa dovette rinunciare alla città di Avignone, con il suo territorio, e al Contado Venassino, già exclave pontificia precedentemente occupata dall'esercito francese. In forza del trattato il Papa dovette inoltre cedere diverse opere d'arte, sicché oltre cento fra statue e dipinti vennero portati a Parigi. I francesi si riservarono il diritto di entrare in tutti gli edifici (pubblici, privati o religiosi) per sottrarre le opere. Questa parte del trattato fu estesa con i trattati del 1798 a tutto il territorio italiano. Altre condizioni imponevano il risarcimento della famiglia del diplomatico della Francia repubblicana Ugo di Basseville, ucciso dalla folla romana nel 1793, e il consenso allo stazionamento delle truppe francesi in Ancona sino al termine della guerra.[2]


A Parigi confluirono opere di ineguagliabile valore: in primis il busto in bronzo di Giunio Bruto e la testa marmorea di Marco Bruto poi quelle conservate nei giardini del Belvedere Vaticano, tra cui il Laocoonte, l'Apollo, il Torso e tante altre sculture antiche conservate nei maggiori musei romani, come i Vaticani e Villa Albani. Vi erano anche dipinti del Rinascimento italiano fra cui la Trasfigurazione di Raffaello. Alcuni misero in dubbio la legittimità di queste spoliazioni. Tra i sostenitori più accaniti ci fu Quatremère de Quincy che nel 1796 scrisse un pamphlet, Lettres à Miranda, in cui sosteneva il forte rapporto che lega l'opera d'arte al luogo a cui è stata destinata. Quatremère sostiene che sradicando l'opera dal contesto in cui è stata creata venga irrimediabilmente compromessa la sua leggibilità.



Eventi successivi |


I territori sottratti allo Stato della Chiesa (Legazioni di Bologna, Ferrara, Romagna e Ancona) entrarono a far parte della neonata Repubblica Cispadana, con capitale Bologna.

Il 29 giugno 1797 fu annessa anche la Legazione di Romagna.

Il 9 luglio dello stesso anno la Repubblica Cispadana venne unita con la Repubblica Transpadana; le due entità formarono la Repubblica Cisalpina, con capitale Milano.



Note |




  1. ^ Chandler 2006, pp. 103-182.


  2. ^ Chandler 2006, p. 182, nota 50.



Bibliografia |


  • David G. Chandler, Le campagne di Napoleone, vol. I, 9ª edizione, Milano, BUR, 2006 [1992], ISBN 88-17-11904-0.


Voci correlate |


  • Battaglia di Faenza (1797)


Altri progetti |



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Collegamenti esterni |


  • Trattato di pace di Tolentino tra la S. Sede e la Repubblica Francese, su asv.vatican.va. URL consultato il 5 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2011).











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