Cooperazione




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando l'omonima rivista svizzera, vedi Cooperazione (rivista).

La cooperazione (o collaborazione) è il processo di gruppi o organismi che agiscono per il loro mutuo beneficio. Per molto tempo, basandosi su tesi razionaliste, la cooperazione è stata considerata - soprattutto in Italia - come segue: "Per cooperazione s'intende l'azione condivisa di più agenti per il perseguimento di uno scopo".[1]. La definizione qui proposta, oggi attuale anche in quel mondo anglosassone che aveva in passato usato la stessa definizione finalistica dello scopo comune, appare invece più corretta..mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}








«Una percentuale crescente di antropologi sta arrivando alla conclusione che la cooperazione - non la dimensione del cervello o l'uso degli attrezzi, e senza dubbio non l'aggressività - fu l'atteggiamento che caratterizzò i primi esseri umani.»


(Alfie Kohn, La fine della competizione, pag. 60.)



Indice






  • 1 Nella scienza


  • 2 Nelle scienze sociali


  • 3 Società cooperative


  • 4 La cooperazione internazionale


  • 5 Note


  • 6 Bibliografia


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Nella scienza |


Dal controverso principio di natura umana (perché interpretata in diverse scuole di pensiero)[2] si attribuiva empiricamente alla competizione (obiettivo reciprocamente esclusivo) l'imperativo ed inevitabile tra gli individui[3] per essere:


  • Un "fenomeno biologico" che legittima ogni tipo di disparità sessuale-razziale per biologia evoluzionistica, genetica[4] e darwinismo sociale.[5]

  • Questione "ereditaria" invece che educativa per determinismo biologico (Cyril Burt) e sociobiologia (E. O. Wilson).[6]

"La sopravvivenza del più adatto" attribuita spesso a Charles Darwin era in realtà pensiero di Herbert Spencer,[7] Darwin originariamente impiegò come metafora semplificata "lotta per l'esistenza" ad indicare interdipendenza con gli altri organismi esistenti.[8] Sia Pëtr Kropotkin (Il mutuo appoggio)[9][10] che Warder Clyde Allee (Cooperation Among Animals) documentarono quanto in natura era diffusa la cooperazione.[11] Come evidenziato da Stephen Jay Gould nella selezione naturale non vi era l'obbligo a competere (ma diverse scelte quali: aiuto reciproco, simbiosi,..) e veniva disincentivata per George Gaylord Simpson.[12] Anche se dopo Darwin nell'ambiente scientifico "competizione" era ormai sinonimo di "selezione naturale",[13]in biologi come John A. Wiens la visione competitiva nell’ecologia proveniva dall'influenza della formazione occidentale su base socioeconomica.[14][15][16][17]


Diversi intellettuali, più o meno chiaramente condannavano la tendenza a legittimare l'antropomorfizzazione della natura umana alla visione distorta della selezione naturale.[18]









«L'intero insegnamento darwiniano della lotta per l'esistenza è semplicemente un trasferimento dalla società alla natura della dottrina di Hobbes del 'bellum omnium contra omnes' [una guerra di tutti contro tutti] e della dottrina economica borghese della competizione insieme alla teoria di popolazione di Malthus. Una volta eseguito questo trucco da illusionista[...] le stesse teorie vengono ritrasferite dalla natura organica alla storia, e allora si pretende che sia stata provata la loro validità quali leggi eterne della società umana. Friederich Engels 1875»


(Alfie Kohn, La fine della competizione, pagina 45)


Nelle scienze sociali |


Con "natura umana" si finiva per spiegare condizioni molto diverse ma abitualmente negative[19] (eccetto per gli psicologi umanisti),[20] in psicanalisi si giustificava la normalità della competizione[21] arrivando al complesso edipico fra maschi[22][23][24] prevalentemente nell'ambito lavorativo,[25] derivato però da riferimenti pedagogici eludibili;[26][27] avvalorati in parte dalla permanenza dell'etnocentrismo nel villaggio globale.[28]


Inizialmente l'aggressività si limitava con la catarsi[29][30] tramite pratiche sportive competitive come sostenuto da Konrad Lorenz (maggior fautore[31] con Freud)[32][33] che però non riaffermava in tarda età[34] ma riconosciuta sempre nociva da William James[35] e Bruno Bettelheim[36] perché al contrario disinibiva proprio i sentimenti aggressivi.[37][38] L'esperimento del piccolo Albert dimostrava come la rivalità sia così pervasiva grazie ad alcuni principi della teoria dell'apprendimento.[39][40] Famosi strateghi militari (Wellington, MacArthur, Eisenhower) hanno sempre lodato pubblicamente la correlazione tra agonismo sportivo e guerra[41] come preparazione alla violenza.[42] La più nota ricerca nella correlazione tra sport e violenza era l'esperimento di Robbers'Cave.[43][44]


Harold Kelley e Anthony Stahelski col dilemma del prigioniero trovavano la correlazione con i risultati della scala F, il legame tra competizione e aggressività interagiva nella frustrazione,[45] in seguito perfezionata da Janice Nelson sui bambini; dove dimostrava nella competizione l'aumento di aggressività degli sconfitti come dei vincitori.[46]
Nell’esperimento carcerario di Stanford emergeva con cruda semplicità l’influenza delle strutture ambientali sul comportamento e l’identità degli individui.[47][48] Esperti di medicina dello sport, sconsigliavano di far partecipare i bambini al di sotto di 8-10 anni a sport organizzati e competitivi, il rischio era di ostacolare il loro sviluppo psicologico, sociale e motorio; anche se a qualsiasi età si potevano avere conseguenze spiacevoli.[49]


Margaret Mead documentava per prima che i popoli primitivi erano in gran parte organizzati in modo cooperativo (Cooperation and Competition Among Primitive Peoples 1937),[50] la cooperazione non dipende infatti dall'abbondanza di risorse perché alcune popolazioni possono essere ugualmente competitive come gli indiani Kwakiutl;[51][52][53] o cooperative in condizioni di scarsità come i Bateiga (Africa orientale).[54] E ribadiva che sono gli accordi cooperativi a creare la fortuna delle società, non il contrario.[55]


Roderic Gorney confermava che su 58 culture diverse in vari campi (arti, diritto, scienze..) non riscontrava correlazione tra competizione e risultato.[56]


Albert Bandura notava come nelle società competitive l'autostima sia così dipendente dal confronto sociale.[57] Secondo diversi psicologi, la salute psichica era riferita all'indipendenza del giudizio di sé.[58]


Il dilemma del prigioniero ci insegnava che l'interesse collettivo non è compatibile con la competizione strutturale, da sostituire con la cooperazione come nell'azione collettiva; al prezzo di educarsi ed organizzarsi[59] duraturamente.[60]



Società cooperative |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Società cooperativa e Movimento cooperativo.

In campo economico con il termine cooperazione si indica principalmente il fenomeno sorto alla metà dell'Ottocento in Inghilterra e che, partendo dalle esigenze degli strati più deboli della società (industriale) del tempo, intendeva promuovere iniziative imprenditoriali a difesa dei bassi redditi degli associati (soci).


Le prime iniziative riguardarono principalmente la cooperazione di consumo: nel 1844, a Rochdale (cittadina a nord di Manchester) fu fondato da un gruppo di 28 tessitori il primo spaccio cooperativo, chiamato Rochdale Society of Equitable Pioneers.


Le cooperative (e quindi la cooperazione come movimento) si sono in seguito diffuse in tutta Europa (Regno Unito, Francia, Germania, Danimarca e, successivamente, anche in Italia) e a tutt'oggi rappresentano, in molte zone, un fatto economico di rilevante importanza che alla sua base concettuale non ha, come scopo, il perseguimento di un profitto, ma la tutela economica dei soci e, indirettamente, un beneficio per l'intera collettività.


Attualmente la cooperazione è presente in svariati settori imprenditoriali che vanno dalle originarie cooperative di consumo alle cooperative di lavoro a quelle sociali, di credito, culturali o agricole.



La cooperazione internazionale |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Cooperazione allo sviluppo.

In politica estera per cooperazione si intende la cooperazione internazionale che vede più stati sovrani operare congiuntamente in progetti a favore di altri paesi (spesso svantaggiati) o in iniziative di sviluppo economico o industriale.



Note |




  1. ^ COOPERAZIONE - Significato e sinonimi di cooperazione nel dizionario italiano - CHE SIGNIFICA COOPERAZIONE IN ITALIANO, su Educalingo.com. URL consultato il 2 febbraio 2019.


  2. ^ Alfie Kohn, 2° cap.


  3. ^ Alfie Kohn, pp. 29


  4. ^ Alfie Kohn, pp. 28


  5. ^ Alfie Kohn, pp. 216


  6. ^ Alfie Kohn, pp. 28


  7. ^ Alfie Kohn, pp. 40


  8. ^ Alfie Kohn, pp. 41


  9. ^ Matt Ridley, pp. 48


  10. ^ Alfie Kohn, pp. 42


  11. ^ Alfie Kohn, pp. 42


  12. ^ Alfie Kohn, pp. 41


  13. ^ Alfie Kohn, pp. 43


  14. ^ Matt Ridley, pp. 189


  15. ^ Alfie Kohn, pp. 44


  16. ^ Richard Lewontin, pp. 251


  17. ^ Marshall Sahlins, pp. 100


  18. ^ Alfie Kohn, pp. 45


  19. ^ Alfie Kohn, pp. 28


  20. ^ Alfie Kohn, pp. 29


  21. ^ Marshall Sahlins, pp. 115


  22. ^ Daniel Akst, pp. 130


  23. ^ Alfie Kohn, pp. 68


  24. ^ Richard Wiseman, pp. 122


  25. ^ Alfie Kohn, pp. 69


  26. ^ Daniel Akst, pp. 130


  27. ^ Alfie Kohn, pp. 69


  28. ^ Alfie Kohn, pp. 59


  29. ^ Susan Cain, pp. 300


  30. ^ Richard Wiseman, pp. 123


  31. ^ Alfie Kohn, pp. 219


  32. ^ Susan Cain, pp. 300


  33. ^ Richard Wiseman, pp. 124


  34. ^ Alfie Kohn, pp. 219


  35. ^ Richard Wiseman, pp. 123


  36. ^ Alfie Kohn, pp. 220


  37. ^ Alfie Kohn, pp. 220


  38. ^ Richard Wiseman, pp. 127


  39. ^ Alfie Kohn, pp. 208


  40. ^ Richard Wiseman, pp. 133


  41. ^ Alfie Kohn, pp. 221


  42. ^ Alfie Kohn, pp. 222


  43. ^ Alfie Kohn, pp. 222


  44. ^ Richard Wiseman, pp. 253


  45. ^ Alfie Kohn, pp. 225


  46. ^ Alfie Kohn, pp. 226


  47. ^ Alfie Kohn, pp. 282


  48. ^ Richard Wiseman, pp. 290


  49. ^ Alfie Kohn, pp. 178


  50. ^ Alfie Kohn, pp. 61


  51. ^ Matt Ridley, pp. 179


  52. ^ Alfie Kohn, pp. 66


  53. ^ potlatch


  54. ^ Alfie Kohn, pp. 66


  55. ^ Alfie Kohn, pp. 67


  56. ^ Alfie Kohn, pp. 66


  57. ^ Alfie Kohn, pp. 71


  58. ^ Alfie Kohn, pp. 72


  59. ^ Alfie Kohn, pp. 294


  60. ^ Alfie Kohn, pp. 296



Bibliografia |



  • Alfie Kohn, La fine della competizione, Baldini&Castoldi, 1999, ISBN 88-8089-298-3.

  • Richard Lewontin, Il sogno del genoma umano e altre illusioni della scienza, Laterza, 2002, ISBN 88-420-6418-1.

  • Marshall Sahlins, UN GROSSO SBAGLIO. L'idea occidentale di natura umana, Elèuthera, 2010, ISBN 978-88-89490-80-8.

  • Daniel Akst, Elogio dell'autodisciplina, Mondadori, 2011, ISBN 978-88-04-61299-5.

  • Matt Ridley, LE ORIGINI DELLA VIRTÙ. Gli istinti umani e l'evoluzione della cooperazione, IBL Libri, 2012, ISBN 978-88-6440-082-2.

  • Susan Cain, Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare, Bombiani, 2012, ISBN 978-88-452-7149-6.

  • Richard Wiseman, CAMBIO VITA IN 6 COMODE LEZIONI, Ponte alle Grazie, 2013, ISBN 978-88-6220-819-2.

  • Adam Grant, Più dai più hai, Sperling & Kupfer, 2013, ISBN 9788820054847.

  • Bruno E.G. Fuoco, Le nostre scelte nella Rete della Vita.I vantaggi della vita empatica, cooperativa e fraterna, Youcanprint, 2014, ISBN 9788891159496.



Voci correlate |



  • Cooperativa sociale

  • Movimento cooperativo

  • Numero di Dunbar


  • Partnering: la disciplina che si occupa delle questioni legate al coordinamento della cooperazione (in economia)

  • Società cooperativa

  • Teoria dei giochi



Altri progetti |



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  • Wikizionario

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Collegamenti esterni |






  • Cooperazione, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Cooperazione, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata


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