Tibia (ragno)






In questo schema si distinguono i segmenti o articoli che formano le zampe dei ragni attraverso colori diversi:
coxa = grigio
trocantere = rosso
femore = verde
patella = blu
tibia = viola
metatarso = giallo
tarso = celeste


La tibia di un ragno è il quinto segmento o articolo della zampa che pone in connessione la patella con il metatarso, rispettivamente quarto e sesto segmento della zampa in ordine distale dal corpo[1].




Indice






  • 1 Etimologia


  • 2 Morfologia


  • 3 Note


  • 4 Bibliografia


  • 5 Collegamenti esterni





Etimologia |


La parola tibia deriva dal latino tibia, tibiae, che significava in origine flauto, ed in seguito, per similitudine di forma e dimensioni con l'osso della gamba umana, ha assunto il significato di stinco.



Morfologia |


La tibia ha forma cilindrica, allungata, dalla struttura leggermente più rigida: articolato saldamente alla patella, dirige i movimenti dei due segmenti terminali della zampa con l'ausilio di muscoli; i principali sono i seguenti:



  1. Muscolo promotor & retractor tibiae,

  2. Muscolo promotor & remotor tibiae,

  3. Muscolo flexor patellae longus, questi tre collegano la patella alla tibia.[2].

  4. Muscolo flexor metatarsi longus,

  5. Muscolo flexor metatarsi bilobatus,

  6. Muscolo flexor tarsi anticus et posticus,

  7. Muscolo flexor tarsi major et minor, questi ultimi quattro allineano i movimenti della tibia con il metatarso, detto anche basitarso[2]


Nell'articolazione fra la patella e la tibia vi è un solo condilo a forma di X e l'articolazione è libera di muoversi solo in orizzontale. Questo movimento è dovuto ai muscoli n.2 e n.3 che si trovano interamente all'interno della patella stessa.[2]


L'articolazione tibia-metatarso è disposta lungo una dorsale alquanto rigida che non consente alcuna possibilità di elevazione al metatarso; poiché la membrana articolare è abbastanza ampia, consente ampi movimenti di ripiegamento verso il corpo del ragno. Per l'efficacia di questo movimento, agiscono in sincronia i muscoli n.4 e n.6 alternativamente ai muscoli n.5 e n.7.[2]



Note |




  1. ^ Ruppert, Fox & Barnes, Zoologia degli invertebrati, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 806 (figura).


  2. ^ abcd Spider Leg-muscles and the Autotomy Mechanism, 1957



Bibliografia |


  • Edward E.Ruppert, Richard S. Fox & Robert D. Barnes. 2007. Zoologia degli invertebrati, quarta edizione italiana condotta sulla settima edizione americana, Piccin Nuova Libraria, Padova.


Collegamenti esterni |


  • Spider Leg-muscles and the Autotomy Mechanism, 1957 URL consultato il 14 agosto 2010 (PDF), su jcs.biologists.org.

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