Maiori









































































































Maiori
comune









Maiori – Stemma Maiori – Bandiera
(dettagli)
Maiori – Veduta
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Regione-Campania-Stemma.svg Campania
Provincia
Provincia di Salerno-Stemma.png Salerno
Amministrazione
Sindaco Antonio Capone (lista civica) dal 1-6-2015
Territorio
Coordinate
40°38′55″N 14°38′20″E / 40.648611°N 14.638889°E40.648611; 14.638889 (Maiori)Coordinate: 40°38′55″N 14°38′20″E / 40.648611°N 14.638889°E40.648611; 14.638889 (Maiori)
Altitudine 5 m s.l.m.
Superficie 16,67 km²
Abitanti 5 604[1](30-9-2017)
Densità 336,17 ab./km²
Frazioni
Erchie, San Pietro, Santa Maria delle Grazie, Vecite, Ponteprimario
Comuni confinanti
Cava de' Tirreni, Cetara, Minori, Ravello, Tramonti, Vietri sul Mare
Altre informazioni
Cod. postale 84010
Prefisso 089
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
065066
Cod. catastale E839
Targa SA
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona C, 977 GG[2]
Nome abitanti maioresi
Patrono Santa Maria a Mare
Giorno festivo 15 agosto - Terza Domenica di Novembre
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Maiori

Maiori



Maiori – Mappa
Posizione del comune di Maiori all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}






«... in Majori erano i cantieri, gli arsenali, la stazione delle flotte; quivi le rappresentanze marittime, piazza d’arme ..., i più imponenti fortilizi»


(Filippo Cerasuoli, "Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche con annotazione e documenti della Città di Maiori", 1865.)

Maiori (IPA: [majόri][3]) (Majùrë in campano[4]) è un comune italiano di 5 604 abitanti[1] della provincia di Salerno in Campania.



È uno dei comuni della Costiera Amalfitana, dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.





























UNESCO white logo.svg Bene protetto dall'UNESCO

UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell'umanità
Maiori
(EN) Maiori
Beach maiori 20061104 001.JPG
Tipo Architettonico, paesaggistico
Criterio C (ii) (iv) (v)
Pericolo Nessuna indicazione
Riconosciuto dal 1997
Scheda UNESCO (EN) Scheda
(FR) Scheda



Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


    • 1.2 Clima




  • 2 Origini del nome


  • 3 Storia


    • 3.1 La fondazione di Maiori secondo la leggenda


    • 3.2 Storia antica


      • 3.2.1 Periodo etrusco e romano


      • 3.2.2 Repubblica Amalfitana


      • 3.2.3 Periodo saraceno, normanno e pisano




    • 3.3 Storia moderna


      • 3.3.1 Regno di Sicilia


      • 3.3.2 Regno delle Due Sicilie


      • 3.3.3 Regno d'Italia


      • 3.3.4 Repubblica Italiana




    • 3.4 Simboli


    • 3.5 Onorificenze




  • 4 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 4.1 Architetture religiose


    • 4.2 Architetture civili


    • 4.3 Architetture militari




  • 5 Società


    • 5.1 Evoluzione demografica


    • 5.2 Religione


    • 5.3 Istituzioni, enti e associazioni




  • 6 Cultura


    • 6.1 Cinema




  • 7 Geografia antropica


    • 7.1 Frazioni




  • 8 Economia


  • 9 Infrastrutture e trasporti


    • 9.1 Strade


    • 9.2 Porti




  • 10 Amministrazione


    • 10.1 Sindaci


    • 10.2 Altre informazioni amministrative




  • 11 Sport


  • 12 Note


  • 13 Bibliografia


  • 14 Voci correlate


  • 15 Altri progetti


  • 16 Collegamenti esterni





Geografia fisica |




Maiori vista dal suo porto turistico.



Territorio |


.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}



Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Costiera Amalfitana, Golfo di Salerno e Monti Lattari.

La città è situata a 5 m.s.l.m. lungo la Costiera Amalfitana, nel Golfo di Salerno, alla confluenza del torrente Reginna Major. Il territorio comunale, che ha una superficie di 16,67 km², è prevalentemente montuoso, comprende parte dei monti Lattari.


Maiori possiede la spiaggia più lunga dell'intera Costa d'Amalfi (quasi 1 km di piano dovuto all'alluvione del 1954), caratterizzata da una sabbia scura di origine vulcanica e una spiaggia minore (circa 200 m), nella frazione di Erchie[5] oltre a varie cale minori come la Spiaggia di Glauco, Capo d’Orso o Cala Bellavia. Nell'area comune sono presenti anche altri luoghi di interesse naturalistico come la Grotta di Pandora[6].




  • Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa), Ordinanza PCM. 3274 del 20/03/2003.


Clima |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Ravello.

La stazione meteorologica più vicina è quella di Ravello. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +7,3 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +23,4 °C. Ma con l'aumentare della temperatura a luglio può raggiungere e superare i +40 °C[7].



  • Classificazione climatica: zona C, 977 GG


Origini del nome |



Secondo lo storico locale Filippo Cerasuoli, il nome originario di Maiori, come quello del corso d'acqua che attraversa la città stessa, è "Rheginna", derivante dal nome del lucumone etrusco che la fondò[8]. Solo successivamente, durante il dominio romano, per un problema toponomastico di confusione con una più piccola e vicina cittadina dallo stesso nome, a "Rheginna" venne aggiunto l'appellativo di "Major" da cui, passando per Maiuri[9], deriverà l'attuale denominazione della città. All'altra cittadina invece venne aggiunto l'appellativo di "Minor", da cui deriverà l'attuale denominazione di Minori[10][11]. Decisivo in questi secondi appellativi il rapporto stesso tra i due centri abitati, cui appunto uno maggiore ed uno minore, che ne assicurarono il nome[8].




Corso Reginna



Storia |



La fondazione di Maiori secondo la leggenda |


La leggenda principale, narrata dallo scrittore latino Plinio, vuole che la città di Maiori discenda dalla dea Maia, il quale nome, tradotto dal latino, assume il significato di "colei che porta crescita"[2] oppure "colei che è grande"[4][5], in correlazione al nome stesso della città. Altre leggende dicono che a Maiori i greci avessero dedicato un tempio alla dea BoxsturaI o che Ercole fosse arrivato fino al Falerzio: pare che nell'agro dove odiernamente trova spazio la frazione maiorese di Erchie si ergesse un tempio dedicato all'eroe[10].



Storia antica |



Periodo etrusco e romano |


La fondazione della città, come già si è detto, si attribuisce al popolo etrusco[11]. Alla sopracitata tesi di Cerasuoli però lo storico A. M. Fresa volle aggiungere la tesi secondo la quale la città venne fondata dagli abitanti del vicino insediamento di Marcinna (odierna Vietri sul Mare), fuggiti dalla città in seguito ad una forte alluvione o ad un saccheggio. Questo ipotetico trasferimento della popolazione di Marcinna giustificherebbe anche, secondo lo storico, la forte evoluzione marinara che la città sviluppò nel tempo[10].


Nel IV secolo a.C. i picentini, popolo italico attestato in Campania dal III secolo a.C. insediatosi nella costiera amalfitana, furono vinti dai romani che, nella romanizzazione dell'area, restaurarono la città[10]. Nel periodo della caduta dell'Impero Romano d'Occidente vi furono altri insediamenti.



Repubblica Amalfitana |









«... la vetusta celebrità amalfitana non derivò dalla fantasticata topografia, né la grandezza di Amalfi consistette nell’iperbolico numero dei suoi abitanti; chè bensì l’uno e l’altra furono parto di sagacia, di bravura, di ingegno dei popoli costituiti nell’amalfitana confederazione»


(Filippo Cerasuoli, "Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche con annotazione e documenti della Città di Maiori", 1865.)

Nell'842 le realtà urbane della costa (le città tra Lettere e Tramonti e tra Cetara e Positano, come anche Capri), si riunirono nella "Confederazione degli Stati Amalfitani". I loro abitanti, in maniera collettiva, vennero chiamati "amalfitani". Ogni città in quel periodo mantenne il proprio nome e la propria autonomia amministrativa, svolgendo un ruolo specifico nella Confederazione: Maiori fu sede dell’ammiragliato, della dogana, del fondaco del sale e di numerosi arsenali[10][8]. Si distinse poi nella pesca, nell'agricoltura, nel commercio e nell'industria cartaria[8].


Le città della Confederazione presero poi parte, nel 872[12], alla più antica repubblica marinara mai fondata, quella di Amalfi.


Durante questo periodo la città attuò una forte politica di fortificazione, con la costruzione di varie fortificazioni e bastioni[8] come quello di San Sebastiano (i cui resti si trovano sotto l'omonima chiesa), e castelli, come quello di San Nicola de Thoro-Plano (tuttora esistente), o la Rocca Sant'Angelo (di cui oggi non si hanno resti poiché sostituita dalla Collegiata di Santa Maria a Mare)[10].


Intorno al 1000 Maiori passò a fare parte del Principato di Salerno e ne seguì le vicende storiche.



Periodo saraceno, normanno e pisano |


Dopo l'anno mille fecero la comparsa in Italia Meridionale i guerrieri normanni, assoldati di volta in volta nelle contese locali dal potente di turno. In particolare si segnalò la famiglia degli Altavilla, tra cui spiccava Roberto il Guiscardo, sposò la principessa di Salerno Sichelgaita, figlia del duca Guaimario IV, che nel 1076 assediò ed espugnò Salerno prendendo il titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia e quindi anche il potere sulla città maiorese. Fu durante la dominazione normanna della penisola che a Maiori venne costruita la Torre Salicerchio (tuttora esistente).


Nel XIII secolo venne rinvenuta nelle reti di alcuni pescatori una statua in legno di cedro della Madonna, questa sarà poi trasportata nella chiesa del Castello di San Michele Arcangelo ed eletta a patrona principale col titolo di Santa Maria a Mare[8], che sarà poi trasferito a tutta la pre-esistente chiesa.


In seguito alle invasioni prima saracene, poi pisane (saccheggi del 1135[8], del 1137[8] e del 1268[9][13]), e alla conquista normanna, Maiori visse un periodo di crisi che riportò l'economia locale all'agricoltura, alla pesca e all'artigianato: il lento declino dell'economia marittima maiorese contribuì ad un cambiamento dell'assetto urbano della città, che riprese a svilupparsi lungo il corso del Reginna Major e non più sulla costa[10]. A peggiorare la crisi ci fu poi nel 1343 un devastante maremoto menzionato anche in una lettera di Francesco Petrarca indirizzata al cardinale Giovanni Colonna, e nel 1348 l'arrivo della peste.


Nel 1415 ottenne la visita della Regina di Napoli Giovanna II, che soggiornò per tre giorni nella frazione "San Pietro" in località "Due Porte"[8].



Storia moderna |



Regno di Sicilia |


Nel 1505 Papa Giulio II promosse la Chiesa di Santa Maria a Mare al rango di "Insigne Collegiata", dotandola di un Prevosto con insegne e poteri vescovili[8].


Passata al Regno di Sicilia, nel 1662 fu elevata a Città Regia dal Re di Sicilia Filippo III[8][14][15][16][17].


Durante questo periodo di verificarono due significative alluvioni; nel 1735 e nel 1773, ed una terribile pestilenza nel 1656[8].



Regno delle Due Sicilie |


Passata al Regno delle Due Sicilie, Maiori è stata, dal 1811 al 1860, capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Salerno.


Durante questo periodo si verificò un'epidemia di colera, nel 1837, e un'alluvione, nel 1846.



Regno d'Italia |


Passata al Regno d'Italia col plebiscito del 1860, Maiori è stata fino al 1927 capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno.


Durante questo periodo si verificò un'altra grave alluvione, nel 1910, che portò alla visita della città da parte del Re d'Italia Vittorio Emanuele III[18]. L'anno seguente invece ci fu un'altra epidemia di colera.



Nel 1943 a Maiori, durante l'operazione militare dello sbarco di Salerno e il conseguente arrivo delle truppe alleate anglo-americane, tre battaglioni ranger sbarcarono nella spiaggia della città, che scelsero come base, al fine di arrivare a Nocera.




Piano d'invasione Alleato dello Sbarco di Salerno.



Repubblica Italiana |


Passata alla Repubblica Italiana come semplice comune, Maiori venne riconosciuta come città solo nel 2015 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella[19][20].


Durante questo periodo si verificò la grave alluvione di Salerno del 1954.



Simboli |


Maiori-Stemma it.png





Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Maiori.

L'odierno stemma della città è stato disegnato dallo storico-araldista Maurizio Ulino e adottato ufficialmente il 22 ottobre 2015[21].




Il gonfalone cittadino di Maiori



Ѐ costituito da uno scudo sannitico di sfondo azzurro, timbrato da una corona turrita da città d'Italia, dove sono rappresentate una corona a cinque punte che sovrasta una pianta di maggiorana. Adornano lo scudo un ramo d'alloro e uno di quercia sostenuti da un nastro tricolore[22][23]:






«d’azzurro, alla pianticella di maggiorana, sradicata, con nove rametti disposti a ventaglio, di verde, cimata dalla corona formata dal cerchio gemmato con due cordonate lisce sui margini, sostenente cinque gigli visibili alternati a quattro basse punte visibili, il tutto d'oro. Ornamenti esteriori da Città.»



Il gonfalone civico è invece costituito da un drappo giallo bordato d'azzurro[24][25], su cui si innesta lo stemma civico sovrastato dalla scritta "CITTÀ DI MAIORI":






«“Drappo di giallo con la bordatura di azzurro…”»




Onorificenze |


Maiori fu riconosciuta come Città Regia già nel 1662 dal Re di Spagna Filippo IV[8][14][15][16][17] ma, con la caduta della monarchia in Italia, questo titolo finì per essere dimenticato[26].


Solo nel 2014 il comune si attivò per riottenere l'antico privilegio: la sua giunta, presieduta dal sindaco Antonio Della Pietra, incaricò uno studio araldico per ottenere lo stemma originario di Maiori al fine di un riconoscimento ufficiale[27]. Nello stesso anno, dopo gli studi effettuati dallo storico-araldista incaricato, Maurizio Ulino, il comune presentò la richiesta ufficiale per l'incoronazione di Maiori a Città d'Italia[28].


La richiesta fu accolta l'anno seguente, sotto la giunta del sindaco Antonio Capone, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che riconobbe l'antico diritto di Maiori di essere Città Regia, concedendole di fregiare il proprio stemma con una corona adeguata il 9 giugno 2015[23][29], cosa che avverrà qualche mese dopo[21][30].











Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
Titolo di Città
«Antico diritto[14]»
— 1662


Monumenti e luoghi d'interesse |




Collegiata vista dal basso



Architetture religiose |




Immagine Santa Maria a Mare




  • Insigne Collegiata di Santa Maria a Mare (XII secolo).

  • Chiesa di Santa Maria del Carmine, si trova accanto alla Collegiata di Santa Maria a Mare.

  • Chiesa di San Giacomo

  • Chiesa di San Sebastiano


  • Chiesa di San Francesco.

  • Chiesa di San Rocco, che corrisponde all'antica Chiesa di San Sebastiano, si trova nella piazza Raffaele Amato. La Chiesa di S. Sebastiano fu distrutta durante le incursioni dei Pisani, successivamente ricostruita e quindi dedicata a San Rocco, il patrono delle pestilenze.

  • Chiesa ed ex Convento del Santo Rosario: eretta e donata nel 1662 dal maiorese Leonardo Russo, fu chiusa a causa del terremoto 1980 e riaperta al culto l'8 agosto 2014. Nota anche con il nome di chiesa di San Domenico.

  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie: ha origini già dal IV secolo, è stato distrutto dall'alluvione nel 1910 e successivamente ricostruito. Di particolare interesse sono il dipinto "La Visitazione" del XIV secolo e la fonte battesimale del XIII secolo. Anche il campanile e la facciata del secolo XVII sono degni di nota.

  • Chiesa di San Martino, si trova nella località Vecite. La sua struttura è di matrice romanica ed è trinavata, con colonne inglobate nei pilastri dopo i rifacimenti barocchi.

  • Chiesa di San Pietro in Posula si trova nella omonima località. Secondo Filippo Cerasuoli fu visitata dalla Regina di Napoli Giovanna II d'Angiò, durante il suo soggiorno in Maiori, ospite nel palazzo dei nobili de Ponte.

  • Chiesa di Santa Maria del Principio, si trova nella frazione Ponteprimario. La prima edificazione della Chiesa risale al VII secolo, ma è stata ricostruita varie volte. Al suo interno si conserva una statua lignea della Madonna, opera di un pastore del XIII secolo. La statua andò perduta e fu poi miracolosamente rinvenuta da un contadino del luogo.

  • Chiesa di Santa Maria Assunta, ex Abbazia benedettina, si trova nella frazione Erchie. Nel suo interno si venera la Beata Vergine Maria Assunta in Cielo (14/08). Da notare la cornice del portale in tufo, le colonne originali del battistero, il capitello posto sopra il crocifisso e le due colonne originali dell'altare oltre all'altare stesso.

  • Complesso Abbaziale di Santa Maria dell'Olearia. L'abbazia è stata fondata nel 973 da monaci benedettini che in quel luogo ebbero un frantoio per la produzione di olio. Da ciò proviene anche il nome di "S. Maria Olearia". Al primo sguardo è difficile notare l'abbazia, perché è stata integrata in maniera molto armonica nel paesaggio. Santa Maria de Olearia è un antico insediamento rupestre risalente al X secolo interamente ricavato nella roccia, progressivamente ampliato fino a diventare un Monastero. Strutturato in tre cappelle sovrapposte al livello più basso troviamo la più antica, nota come "Cappella delle catacombe" o "Cripta". Sul muro orientale dell'anticamera della Cripta si trovano gli affreschi meglio conservati di tutto il complesso: la "Vergine coi Santi". A destra della Vergine un santo barbuto indossa una tunica bianca, con clavi rossi e un mantello giallo; alla sinistra un santo in armi. Proseguendo nella Cripta si trovano tre figure con aureola, le cui teste sono state rimosse. Si presuppone le immagini fossero di Cristo con ai lati S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista. L'abside centrale della cripta presenta un Cristo, in piedi, vestito di una tunica bianca con un mantello d'oro con ai lati due arcangeli bizantini. Una rampa di scale conduce alla Cappella Principale. La Cappella Principale è costituita da un ambiente a volta a croce e spazi secondari con volta a botte. La volta a croce presenta una cornice centrale in cui, probabilmente, vi era un'immagine di Cristo. Sono raffigurate nella Cappella: "L'Annunciazione", "La Visitazione", "L'adorazione dei Re Magi", "Il primo bagnetto di Gesù, con due levatrici" e altre scene della vita di Cristo che si concludono con la Crocifissione. Dalla terrazza antistante la Cappella Principale si arriva alla Cappella di San Nicola. All'esterno di essa, sulla facciata che dà sul cortile principale, si può ammirare un medaglione con "La Mano di Dio" e verso il medaglione, due figure di "Angeli Osannati". Nell'abside della Cappella l'immagine della "Vergine Maria col Bambino", alla cui destra c'è "San Paolino" e a sinistra "San Nicola", ambedue identificati per un'iscrizione. Entrambe le figure sono in abiti vescovili e portano un libro. Sull'arco dell'abside "San Giovanni Evangelista" e "San Giovanni Battista". Tra gli affreschi presenti: "Storia di mare" in cui S. Nicola salva tre uomini da un'esecuzione; "San Nicola appare a Costantino" e "San Nicola appare ad Abalabio". Sia gli affreschi della Cappella principale sia quelli della Cappella di S. Nicola sono databili nell'XI secolo ove li troviamo nella villa del più nobile della città[31].

  • Chiesa e convento di Santa Maria della Pietà. La casa del Convento di Santa Maria della Pietà ebbe inizio in data 27 settembre 1515. In questa data il dottor Luca Staibano inserisce nel suo testamento il trasferimento di un casamento con giardino al Comune di Maiori che determinava che venisse fondato un monastero di monache clarisse. Circa quattro anni più tardi furono iniziati i lavori che terminarono attorno al 1530. Venne quindi fondato il Monasterium S. Luca seu Pitatis Ordini S. Francisci Obsrvantiae della Pietà. Donzelle nobili poterono entrare nel convento e nel 1661 il numero di esse era già salito a quindici. Tra di esse si possono trovare i nomi delle famiglie più note: de Ponte, Aurisicchio, Confalone. Nella piccola chiesa, ricca di opere artistiche, appartenente al convento sono, tra l'altro, presenti opere di Girolamo Cenatiempo e Nicola Vaccaro. A causa della soppressione dei patrimoni ecclesiastici nel 1866 il complesso passò allo Stato e poi al Comune di Maiori. In data 1º settembre 1932 il complesso passò alle Suore di Pompei.



Architetture civili |




Castello di San Nicola


  • Palazzo Mezzacapo, oggi è la sede degli uffici del comune e si trova al centro del Corso Reginna, la via "centrale" di Maiori. Esso è testimone del fiorente passato della città, perché un tempo era la residenza del Marchese Mezzacapo. Si accede al palazzo attraversando una porta in legno intagliata. Quando ci si trova nel cortile interno si vedono due scale marmoree che a destra e sinistra portano ai piani superiori del palazzo che è composto da numerosi vani, il più importante dei quali è la odierna sala consiliare di riunione con un ampio soffitto a volta. Il palazzo è stato costruito nella prima metà del XIX secolo ed è stato ristrutturato completamente dalla famiglia Mezzacapo. Durante una recente ristrutturazione i restauratori hanno rilevato che uno degli affreschi potrebbe essere stato eseguito da Ludwig Richter. Accanto al palazzo si trovano i giardini Mezzacapo la cui disposizione forma una Croce di Malta.


Architetture militari |




La Torre dei Normanni



  • Castello di San Nicola de Thoro-Plano (IX secolo)[32]

  • Torre di Marina di Erchie

  • Torre di Badia

  • Torre Salicerchio (o Normanna)

  • Torre di Mezzocapo



Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[33]






Religione |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana di rito cattolico;[34] il comune appartiene alla forania di Maiori-Minori-Tramonti dell'Arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni ed è suddiviso in cinque parrocchie.



Istituzioni, enti e associazioni |



  • Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Maiori

  • Centro per l'Impiego[35]

  • Unità territoriale della Croce Rossa Italiana[36]



Cultura |



Cinema |









«i posti dove si è stati bene e che si ama, dove sono dei poveri diavoli che si sono convinti di aver visto il demonio. Gli abitanti della costiera sono dei pazzi, degli ubriachi di sole. Ma sanno vivere valendosi di una forza che pochi di noi posseggono: la forza della fantasia»


(Roberto Rossellini su Maiori[37])

Maiori è stata scelta da Roberto Rossellini per girare film come Paisà (1946), Il Miracolo, secondo episodio della pellicola Amore (1948) e La macchina ammazzacattivi (1952)[13].



Geografia antropica |



Frazioni |




  • Erchie, unica frazione a trovarsi sul mare;

  • San Pietro;

  • Santa Maria delle Grazie;

  • Vecite;

  • Ponteprimario.



Economia |







Infrastrutture e trasporti |



Strade |




  • Strada statale 163 Amalfitana, principale asse viario di accesso al territorio comunale.

  • Strada Provinciale 2/b Chiunzi-Polvica-Maiori.

  • Strada Provinciale 156 Innesto SS 163-Erchie.



Porti |



  • Porto turistico di Maiori


Amministrazione |




Palazzo Mezzacapo, sede del Municipio



Sindaci |


















































































































































































































































































































Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note

1861

1870
Beniamino Cimini


Sindaco


1870

1878
Francesco Conforti fu Giuseppe


Sindaco


1879

1886
Gaetano Cimini


Sindaco


1887

1893
Gaetano d'Amato


Sindaco


1894

1898
Pietro Pisacane


Sindaco


1898

1901
Leopoldo Conforti


Sindaco


1902

1902
Francesco Paolo d'Amato


Sindaco


1902

1905
Andrea d'Amato


Sindaco


1905

1905
Angelantonio Confalone


Sindaco


1906

1909
Ernesto d'Amato


Sindaco


1909

1912
Gaetano Cimini


Sindaco


1923

1926
Salvatore d'Amato


Sindaco


1926

1932
Salvatore d'Amato


Podestà


1932

1940
Carlo d'Amato


Podestà


1940

1940
Domenico Del Pizzo


Podestà


1940

1943
Carlo d'Amato


Podestà


1944

1957
Salvatore Confalone


Sindaco


1957

1960
Franco Ulderico Forcellino


Sindaco


1960

1965
Gaetano Vitagliano


Sindaco


1966

1968
Gaetano Vitagliano


Sindaco


1970

1972
Giuseppe Della Pietra


Sindaco


1972

1975
Gennaro Capone


Sindaco


1975

1978
Giuseppe Della Pietra


Sindaco


1978

1979
Francesco Di Martino


Sindaco


1979

1980
Martino Apicella


Sindaco


1980

1980
Mario Civale


Sindaco


1980

1982
Antonio Amatruda


Sindaco


1982

1984
Martino Apicella


Sindaco


1984

1989
Giuseppe Della Pietra


Sindaco


1989

1992
Andrea Savastano


Sindaco


1992

1994
Salvatore Della Pace


Sindaco


1994

1998
Salvatore Della Pace


Sindaco


1999

2004
Stefano Della Pietra


Sindaco


2004

2005
Francesco Amato


Sindaco


2005

2010
Stefano Della Pietra


Sindaco


2010

2015
Antonio Della Pietra


Sindaco


2015
in carica
Antonio Capone

Lista civica

Sindaco



Altre informazioni amministrative |


Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Destra Sele.



Sport |


A Maiori è presente una squadra di calcio, il Costa D'Amalfi, che nell'estate del 2016 è stata acquisita dal famoso pasticciere della vicina Minori Salvatore De Riso[38][39][40], che ne ha cambiato la denominazione in Costa D'Amalfi - Sal De Riso.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]. La squadra milita nel campionato di Eccellenza e gioca le sue gare interne al campo sportivo sito in via Demanio[senza fonte].



Note |




  1. ^ abDato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2017.


  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.


  3. ^ dizionario.rai.it, d'ortografia e di pronunzia-Maiori


  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 371.


  5. ^ Le spiagge di Maiori e Minori - Costiera Amalfitana, su positano.com. URL consultato il 5 ottobre 2016.


  6. ^ Enjoy the Coast, su www.enjoythecoast.it. URL consultato il 5 ottobre 2016.


  7. ^ Tabella climatica mensile e annuale (TXT), in Archivio climatico DBT, ENEA.


  8. ^ abcdefghijklm"Reghinna - Reghinna Major, un tracciato storico dell'antica e nobile Città di Maiori", piastra storica affissa a Palazzo Mezzacapo, il Municipio di Maiori


  9. ^ ab Maiori: breve storia Maiori, su www.maiori.it. URL consultato il 7 ottobre 2016.


  10. ^ abcdefg Cenni storici, su www.comune.maiori.sa.it. URL consultato il 4 ottobre 2016.


  11. ^ abCerasuoli, Filippo. Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche con annotazione e documenti della Città di Maiori ed. 1865


  12. ^ Anno di elezione del primo Duca di Amalfi.


  13. ^ ab Maiori, storia di un borgo che ha incantato l'Umanità, su www.vesuviolive.it. URL consultato il 7 ottobre 2016.


  14. ^ abc Gli stemmi della Città di Maiori, su www.comune.maiori.sa.it. URL consultato il 29 settembre 2016.


  15. ^ ab Famiglia Mezzacapo, su www.nobili-napoletani.it. URL consultato il 29 settembre 2016.


  16. ^ ab Famiglia Imperato, su www.nobili-napoletani.it. URL consultato il 29 settembre 2016.


  17. ^ ab Limone Costa d'Amalfi IGP - Maiori, su www.limonecostadamalfiigp.com. URL consultato il 29 settembre 2016.


  18. ^ A 100 anni dall'alluvione Cetara e Maiori ricordano - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 6 luglio 2018.


  19. ^ Maiori elevata al titolo di Città, ora si attende rielaborazione dello stemma civico, su ilvescovado.it, 25 giugno 2015. URL consultato il 5 ottobre 2016.


  20. ^ La Città di Maiori riscopre la maggiorana e si riappropria del suo antico stemma civico /FOTO, su ilvescovado.it, 24 marzo 2016. URL consultato il 5 ottobre 2016.


  21. ^ abD.P.R. 22 ottobre 2015


  22. ^ “D’azzurro, alla pianticella di maggiorana, sradicata, con nove rametti disposti a ventaglio, di verde, cimata dalla corona formata dal cerchio gemmato con due cordonate lisce sui margini, sostenente cinque gigli visibili alternati a quattro basse punte visibili, il tutto d’oro. Ornamenti esteriori da Città”.

    - D.P.R. 27/10/2015



  23. ^ ab(IT) Maiori – Araldicacivica, su www.araldicacivica.it. URL consultato il 13 agosto 2017.


  24. ^ “Drappo di giallo con la bordatura di azzurro…”

    - D.P.R. 27/10/2015



  25. ^ (IT) Maiori – Araldicacivica, su www.araldicacivica.it. URL consultato il 13 agosto 2017.


  26. ^ Antonino, Positano News - RICONOSCIMENTO A MAIORI DEL TITOLO DI CITTA'. L'INTERVENTO DEL SINDACO ANTONIO CAPONE, su positanonews.it. URL consultato il 29 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).


  27. ^ Atto Deliberativo n. 16 del 23.01.2014


  28. ^ Atto Deliberativo n. 9 del 2.9.2014


  29. ^ D.P.R. 9 giugno 2015


  30. ^ http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/maiori/?section=stemma


  31. ^ Complesso monastico di Santa Maria Olearia


  32. ^ Castello di S. Nicola de Thoro-Plano, su amalficoast.it, 30 luglio 2009. URL consultato il 3 ottobre 2016.


  33. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.


  34. ^ Diocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni


  35. ^ [1]


  36. ^ Sito della Croce Rossa Italiana.


  37. ^ [2]


  38. ^ Calcio: Salvatore De Riso presidente del Costa d'Amalfi. Il dolce sogno per un futuro da protagonisti, 11 giugno 2016. URL consultato il 7 febbraio 2017.


  39. ^ Calcio, Costa d’Amalfi: è Sal De Riso il presidente. A Minori il passaggio di consegne /FOTO, 7 luglio 2016. URL consultato il 7 febbraio 2017.


  40. ^ Salvatore Serio, Il Costa d'Amalfi pronto a “deliziare“. Ecco Sal De Riso cosa ha in mente - AmalfiNotizie.it, in AmalfiNotizie.it, 2 agosto 2016. URL consultato il 7 febbraio 2017.



Bibliografia |



  • Avellino, Mario Rosario. S. Maria della Pietà – Tra Storia ed Arte ed. 2006

  • Cerasuoli, Filippo. Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche con annotazione e documenti della Città di Maiori ed. 1865

  • Criscuolo, Vincenzo. Le Pergamene dell'archivio della Collegiata di Maiori con un'appendice di documenti dall'Archivio Segreto Vaticano. Amalfi, Centro di Cultura e Storia Amalfitana, 2003

  • Di Martino, Crescenzo Paolo. "In vico ecclesiae Sancti Iohannis de Campulo". Origini e sviluppo di un casale in Costa d'Amalfi tra Medioevo ed Età Moderna: Rassegna del Centro di Cultura e Storia Amalfitana 26 (2003)

  • Primicerio, Giuseppe. La città di Maiori origini ai tempi odierni ed. 1983



Voci correlate |



  • Comunità Montana Penisola Amalfitana

  • Costiera amalfitana

  • Strada statale 163 Amalfitana



Altri progetti |



Altri progetti



  • Wikinotizie

  • Wikimedia Commons

  • Wikivoyage





  • Collabora a Wikinotizie Wikinotizie contiene notizie di attualità su Maiori


  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maiori


  • Collabora a Wikivoyage Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Maiori



Collegamenti esterni |



  • Sito ufficiale del comune, su comune.maiori.sa.it.

  • Sito ufficiale della Pro Loco Maiori, su proloco.maiori.sa.it.


.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}











































































.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}



Controllo di autorità
VIAF (EN) 155926366 · GND (DE) 4408052-9 · BNF (FR) cb150281908 (data)


Provincia di SalernoPortale Provincia di Salerno: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Provincia di Salerno



Popular posts from this blog

Create new schema in PostgreSQL using DBeaver

Deepest pit of an array with Javascript: test on Codility

Fotorealismo