Orsini




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Orsini











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Bandato d'argento e di rosso, al capo del primo caricato d'una rosa del secondo
Bandato d'argento e di rosso, al capo del primo caricato d'una rosa del secondo, sostenuto d'una trangla cucita d'oro, caricata d'una anguilla serpeggiante in fascia di azzurro

Stato
Flag of the Papal States (pre 1808).svg Stato Pontificio
Bandera de Nápoles - Trastámara.svg Regno di Napoli
Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1816).svg Regno delle Due Sicilie
Flag of Florence.svg Repubblica di Firenze
Flag of the Grand Duchy of Tuscany (1562-1737).svg Ducato di Firenze
Flag of the Grand Duchy of Tuscany (1562-1737).svg Granducato di Toscana
Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Regno d'Italia
Casata di derivazione Casa di Bobone[1]
Titoli
Croix pattée.svg Papa[N 1] (non ereditario)
Croix pattée.svg Principe di:[1]Salerno, Taranto
Croix pattée.svg Duca di:[1]Bracciano, Gravina, Venosa, Nola
Croix pattée.svg Marchese di:[1]Monte San Savino, della Penna
Croix pattée.svg Conte di:[1]Nola, Pitigliano, Soana, Manoppello, Lecce, Tagliacozzo
Croix pattée.svg Signore di:[1]Vicovaro, Mugnano, Marino, Monterotondo, Galeria, Sant'Angelo, Licenza, Ceri, Larino, Guardiagrele, Valle Siciliana, Trevignano, Ansidonia, Port'Ercole, dell'isola del Giglio, del Monte Argentario e di molte altre terre della Maremma toscana
Croix pattée.svg Principe assistente al Soglio pontificio[1]
Croix pattée.svg Senatore di Roma[1]
Fondatore Orso di Bobone[1][N 2]
Attuale capo Domenico Napoleone Orsini dei Duchi di Gravina
Data di fondazione XII secolo
Etnia italiana
Rami cadetti

  • Orsini di Monterotondo[1]
    (estintosi nel 1650[1])

  • Orsini dei Duchi di Bracciano e di Gravina[1]
    (Bracciano: estintosi nel 1698[1])
    (Gravina: ancora vivente[1])

  • Orsini dei Conti e Duchi di Nola[1]
    (estintosi nel 1528[1])


    • Orsini del Balzo[1]
      (estintosi nel 1463)

    • Orsini dei Signori di Mugnano e Marchesi della Penna[1]
      (estintosi nel 1797[1])



  • Orsini dei Conti di Pitigliano, poi Marchesi di Monte San Savino[1]
    (estintosi nel 1640[1])

  • Orsini dei Conti di Soana[1]



  • Orsini dei Conti di Manoppello[1]
    (estintosi nel 1553[1])

  • Orsini – Signori di Rivalta, di Trana e di Orbassano[1]

  • Jouvenel des Ursins[1]


  • Orsini-Rosenberg[1]


  • Casa di Anhalt[1]


  • Casa di Hannover[1]



Gli Orsini sono tra le più antiche e importanti famiglie di Roma e d'Italia, fiorente per numerosi rami, illustre per potenza, per ricchezza, per gli stretti legami di parentela con l'Impero e con diverse case reali d'Europa; per avere dato alla Chiesa papi e cardinali; senatori, gonfalonieri, uomini d'arme e uomini di stato alla città di Roma, allo Stato Pontificio, al Regno di Napoli.[1]


Da questa famiglia provengono ben tre papi: Celestino III, ovvero Giacinto di Bobone, facente parte di un ramo di una nobile famiglia romana dalla quale discesero gli Orsini; Niccolò III, ovvero Giovanni Gaetano Orsini; Benedetto XIII, nato Pietro Francesco Orsini. Autentici artefici della politica pontificia, durante la cattività avignonese si scontrarono con gli interessi della famiglia Colonna, dando luogo a una famosa rivalità che ebbe fine solo nel 1511 con papa Giulio II.


I loro titoli e feudi furono numerosi: prefetto di Roma, gonfaloniere della Chiesa, principe assistente al Soglio pontificio, gran connestabile e gran cancelliere del Regno di Napoli, signori di Soriano nel Cimino, signori di Penna, signori di Mugnano, duchi e poi principi di Bomarzo, duchi di Gravina, duchi di Bracciano e di Amalfi, principi di Vallata, di Solofra, di Roccagorga, di Vicovaro, di Vasanello, di Monterotondo, di Amatrice e di Taranto, conti di Muro Lucano, di Tagliacozzo, di Caserta, di Pitigliano e di Nola. Furono insigniti dell'Ordine del Toson d'oro, dell'Ordine Teutonico, dell'Ordine dello Spirito Santo.

Le numerose parentele dei vari rami della famiglia contratte durante i secoli con le varie case regnanti d'Europa confermarono agli Orsini i trattamenti di Principe del Sangue e di Principe sovrano[2].




Indice






  • 1 Le origini della famiglia


    • 1.1 Ipotesi antiche


    • 1.2 Studi moderni




  • 2 Gentile II Orsini (1250 – 1318)


    • 2.1 Roberto Orsini (1295 – 1345), la seconda linea meridionale e i principi di Taranto


    • 2.2 Guido Orsini (? – 1348) e la linea di Pitigliano




  • 3 Rinaldo Orsini e la linea di Monterotondo


  • 4 Napoleone Orsini e la linea di Bracciano


    • 4.1 La linea di Gravina




  • 5 Ramo di Solofra


  • 6 Albero genealogico della famiglia Orsini


  • 7 Esponenti celebri della famiglia Orsini


    • 7.1 Papi Orsini


    • 7.2 Cardinali Orsini


    • 7.3 Altri




  • 8 Note


  • 9 Bibliografia


  • 10 Voci correlate


  • 11 Altri progetti


  • 12 Collegamenti esterni





Le origini della famiglia |




Stemma originario degli Orsini prima della successione Anguillara



Ipotesi antiche |


Come per tutte le famiglie le cui origini si perdono nei tempi antichi, stabilire le vere radici è un'operazione particolarmente difficile, specialmente se queste famiglie sono diventate importanti e hanno cercato radici particolari durante il Rinascimento.
Secondo queste antiche genealogie, il fondatore della dinastia sarebbe stato un certo Orso, nobile romano sposatosi per due volte e padre di cinque figli. Dal primo matrimonio sarebbero nati Giordano e Costanzo, mentre dal secondo Amalrico, Amedeo e Pantaleone. Da Costanzo deriverebbe la linea romana, mentre da Amalrico la linea piemontese. Sempre in base a queste antiche genealogie, viene affermato che i pontefici Stefano II e Paolo I facciano parte della famiglia, come pure le dinastie tedesche di Anhalt e Baden e quella ceca di Rosenberg.
Tuttavia, studi più approfonditi effettuati alla fine del XIX secolo, hanno chiarito che tutte queste ipotesi sono fantasiose e che gli Orsini sono una famiglia autenticamente e solamente romana.



Studi moderni |




Stemma Orsini: spalla destra del Monumento Funebre Nicolò Orsini. Brescia museo di Santa Giulia Coro delle Monache


La famiglia Orsini è collegata con la famiglia Bobone, famiglia che compare negli atti a partire dall'inizio del X secolo. Infatti nei documenti appaiono quasi sempre con il doppio cognome Orsini-Bobone e addirittura alcuni componenti alternano i cognomi quasi a significare che sono la stessa cosa. Comunque il primo filo genealogico sicuramente orsino parte da un certo Bobone (vivente nella prima metà del XII secolo), padre di Pietro, a sua volta padre di Giacinto dei Bobone (1110 – Roma, 8 gennaio 1198), futuro Papa Celestino III.


Celestino III fu l'artefice della fortuna della dinastia. Creato cardinale diacono da Celestino II nel 1144, salì al soglio pontificio nel 1191. Visse una grave crisi con l'imperatore Enrico VI che perseguiva una politica fortemente aggressiva nei confronti della Chiesa. Fu anche il primo pontefice che perseguì una politica nepotistica in forma quasi scientifica.
Creò cardinali due nipoti e, nel 1191, permise al cugino Giovanni, noto come Giangaetano (? – 1232), di comprare i feudi di Vicovaro, Licenza, Roccagiovine e Nettuno. Questi feudi avrebbero costituito il primo nucleo della potenza territoriale della famiglia. Da Giangaetano si perse il cognome Bobone e i suoi figli vennero definiti de domo filiorum Ursi.


Due di questi, Napoleone (vivente tra il 1244 e il 1262) e Matteo Rosso (1178 – 13 ottobre 1246), incrementarono notevolmente il prestigio e il potere della famiglia.
Napoleone, fondatore della prima linea meridionale, estintasi nel 1553 con Camillo Pardo (? – 1553), ottenne la città di Manoppello, poi eretta in Contea, e fu Gonfaloniere della Chiesa.
Matteo Rosso, detto il Grande, rimase nell'orbita romana scontrandosi con le altre famiglie per il controllo della città. Nel 1241 sconfisse le truppe imperiali divenendo padrone assoluto di Roma per circa due anni, con la carica di Senatore. Furono senatori anche i suoi figli e il fratello Napoleone. In questo periodo di tempo scacciò da Roma i Colonna e pose definitivamente gli Orsini nell'orbita guelfa. I territori controllati dalla famiglia si estendevano, a sud fin quasi ad Avellino e a nord fino a Pitigliano.


Matteo Rosso ebbe una decina di figli tra i quali divise i feudi: Gentile (? – 1246) diede origine alla linea di Pitigliano e alla seconda linea meridionale, Rinaldo (vivente tra il 1262 e il 1286) a quella di Monterotondo, Napoleone a quella di Bracciano (? – 1267) e un altro Matteo Rosso (? – 1282) a quella di Montegiordano. Tra i suoi figli, comunque, colui che si distinse maggiormente fu Giovanni Gaetano (? – Soriano, 23 agosto 1280).
Questi in un primo tempo appoggiò Carlo I d'Angiò (marzo 1226 – 7 gennaio 1285) contro gli Svevi, in seguito, una volta eletto papa, portò avanti una politica antifrancese. Anche Niccolò III portò avanti una politica fortemente nepotistica nominando il nipote Bertoldo (? – 1319) conte di Romagna e creando cardinali due nipoti e un fratello. Nel 1280, favorendo la pace tra Rodolfo I (1º maggio 1218 – 15 luglio 1291) e Carlo I, ottenne un notevole successo diplomatico: il papa dopo anni di eclissi tornava in primo piano come arbitro della politica internazionale.
La morte di Niccolò III non impedì, comunque, l'ascesa della dinastia.


La famiglia si divise in numerosi rami dei quali i principali assunsero la denominazione del loro luogo di residenza in Roma, avendosi così gli Orsini de Monte residenti in Monte Giordano (rami di Bracciano, Monterotondo e Pitigliano), gli Orsini de Campo residenti presso Campo de' Fiori (ramo di Vicovaro, Licenza, Tagliacozzo e Manoppello) e gli Orsini de Ponte residenti in Castel Sant'Angelo (linea di Soriano) presso il ponte omonimo[3].



Gentile II Orsini (1250 – 1318) |


Dopo Bertoldo Conte di Romagna, il figlio di questi, Gentile II, continuò la politica d'espansione familiare. Divenne varie volte Senatore di Roma, fu podestà di Viterbo e, nel 1314, assunse la carica di gran giustiziere ereditario del Regno di Napoli, una delle sette cariche più importanti del regno. Si sposò con Clarice Ruffo, figlia del conte di Catanzaro, alleandosi così con la massima dinastia calabrese. Il figlio Romano (1268 – 1327), detto Romanello, fu Vicario Regio di Roma nel 1326, ed ereditò la contea di Soana dal suo matrimonio con Anastasia de Montfort (1273 – 1306). Anche in questo periodo, caratterizzato dalla cattività avignonese, la politica di Romano fu nettamente guelfa. Alla sua morte divise il feudo tra i suoi due figli creando così la seconda linea meridionale e quella di Pitigliano.



Roberto Orsini (1295 – 1345), la seconda linea meridionale e i principi di Taranto |


Roberto Orsini, primogenito di Romanello, sposò Sveva del Balzo (1300 – 1336), figlia di Ugone, conte di Soleto e gran siniscalco del Regno di Napoli, appartenente alla più potente famiglia nobile meridionale, imparentata con la dinastia angioina e quella aragonese. Dal 1318 e fino al 1337 aggiunsero ai loro possedimenti la città di Arta e altre aree dell'Epiro.


Dei suoi figli:



  • Giacomo (? – 1379) fu creato cardinale da Gregorio XI nel 1371

  • Nicola (27 agosto 1331 – 14 febbraio 1399), ereditò dalla moglie le contee di Ariano e Celano; fu Senatore di Roma e rettore del patrimonio di San Pietro; ingrandì la potenza della famiglia nel Lazio e in Toscana; continuò con successo la politica matrimoniale dinastica.


Il suo secondogenito, Raimondo del Balzo Orsini, detto Raimondello (1361 – 17 gennaio 1406), appoggiò il colpo di Stato di Carlo III di Napoli (1345 – 24 febbraio 1386) ai danni di Giovanna d'Angiò (1327 – 12 maggio 1382) rimanendo in ottimi rapporti col re, ma il suo successore, Ladislao I d'Angiò (11 luglio 1376 – 6 agosto 1414) cambiò atteggiamento cercando di frenare il potere dei suoi feudatari. La situazione peggiorò nel 1403, quando il re fu oggetto di una congiura in cui erano implicate le maggiori famiglie del regno. I Sanseverino furono sterminati, i Ruffo subirono numerose confische e Raimondello dovette subire una guerra, alla quale riuscì a resistere. Morì nel 1406. L'anno successivo la vedova Maria d'Enghien (1367 – 9 maggio 1446) fu costretta a sposare Ladislao, che le confiscò i feudi.
Alla morte di Ladislao I ascese al trono la sorella Giovanna II d'Angiò (25 giugno 1373 – 2 febbraio 1435). I rapporti tra gli eredi di Raimondello e la regina erano molto freddi, ma le cose cambiarono quando, grazie all'intervento delle truppe di Maria d'Enghien e del figlio Giannantonio (1386 – 15 novembre 1463, il tentativo di usurpazione di Giacomo di Borbone fallì. La regina, per sdebitarsi, restituì il principato di Taranto a Giannantonio che fu ritenuto il più potente feudatario napoletano del Quattrocento.


Con l'avvento al potere di Sergianni Caracciolo (1372 – 19 agosto 1432), amante della regina e gran siniscalco del regno, i rapporti con gli Orsini migliorarono sempre di più, tanto che il fratello minore di Giannantonio sposò una figlia del Caracciolo. Sergianni convinse la regina a nominare erede Alfonso V d'Aragona (1396 – 27 giugno 1458) in contrasto con Luigi III d'Angiò (1403 – 12 novembre 1434) appoggiato da papa Martino V (1368 – 20 febbraio 1431). Ulteriori vicende portarono la regina a favorire il francese, ma gli Orsini continuarono a spalleggiare l'aragonese. Dopo la morte di Sergianni, si affermò il partito filofrancese e Giannantonio subì la discesa di Luigi III. Fu salvato solo dalla morte dell'angioino. Nel frattempo morì anche Giovanna e l'Orsini fu ricompensato da Alfonso V con il ducato di Bari, la carica di gran connestabile e l'appannaggio di 100.000 ducati.
Giannantonio fu fedele anche a Ferdinando I di Napoli, successore di Alfonso, che lo fece uccidere dopo una rivolta di nobili. L'Orsini non ebbe figli legittimi, solo naturali, per questo l'asse ereditario passò quasi totalmente nelle mani di Ferdinando.



Guido Orsini (? – 1348) e la linea di Pitigliano |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Pitigliano.



Palazzo Orsini a Pitigliano


Guido Orsini era il secondogenito di Romano Orsini. Nella spartizione dei beni, ereditò la contea di Soana (oggi Sovana). Egli e i suoi discendenti, insieme ai cugini del ramo meridionale, governarono i feudi di Pitigliano, Soana e Nola con il sistema associativo tipico delle famiglie baronali romane. Agli inizi del XV secolo scoppiarono delle rivalità con Siena ed i Colonna che portarono alla perdita di molti territori. Tra il 1406 ed il 1410 il nipote di Guido, Bertoldo (? - 1417), perse quasi tutti i feudi, riuscendo a recuperare Pitigliano. Orso (? – 5 luglio 1479, nipote, forse illegittimo, di Bertoldo, fu Conte di Nola e condusse vita da mercenario al soldo del duca di Milano e dei veneziani. In seguito passò al servizio di Ferdinando I di Napoli ma non partecipò alla congiura dei baroni, tanto che il sovrano lo ricompensò con i feudi di Ascoli e Atripalda. Prese parte alla campagna di Toscana del 1478 e fu presente all'assedio di Viterbo, dove perse la vita.


Il personaggio più rappresentativo di questa linea fu il conte Niccolò (1442 – 1510). Fu un grande condottiero. Iniziò la sua carriera al servizio di Jacopo Piccinino, poi si mise al soldo di Firenze contro Ferdinando I, che aveva appoggiato la Congiura dei Pazzi. Partecipò anche alla Guerra del Sale del 1482 e all'assedio di Nola del 1494. Subito dopo si mise al soldo di Venezia con il grado di capitano generale delle forze della Serenissima, distinguendosi nella conquista di Cremona. In seguito restò sempre al servizio dei Veneziani. Nel 1509 fu il principale responsabile della sconfitta veneta nella battaglia di Agnadello. Suo figlio Ludovico (? – 27 gennaio 1534) e suo nipote Enrico (? – 1528) parteciparono alle guerre tra francesi e spagnoli passando disinvoltamente da un campo all'altro.
Due figlie di Ludovico contrassero illustri matrimoni: Geronima sposò il Pier Luigi Farnese, figlio naturale di Alessandro Farnese, e Marzia sposa Gian Giacomo Medici Marchese di Marignano, un grande generale spagnolo.


La decadenza della linea di Pitigliano iniziò, tuttavia, con il conte Ludovico. Costui perse Nola e fu costretto ad accettare la supremazia della repubblica di Siena su Pitigliano.
Nel 1555 suo figlio Giovan Francesco (prima del 1510 – 8 maggio 1567) fece atto di sottomissione al granduca di Toscana e portò le residenze della famiglia a Roma ed a Firenze. In seguito il conte Alessandro (? – 9 febbraio 1604) pretese di succedere nei domini della linea di Monterotondo, ma Gregorio XIII si oppose. Nel 1604, suo figlio Giannantonio (25 marzo 1569 – 1613), vendette la contea sovrana di Pitigliano al Granduca di Toscana. In cambio ottenne il marchesato di Monte San Savino. Gli Orsini di Pitigliano, ultimi discendenti della linea di Gentile, si estinsero nel 1640 con Alessandro (? – 1640).



Rinaldo Orsini e la linea di Monterotondo |




Palazzo Orsini a Monterotondo


Al terzogenito di Matteo Rosso il Grande, Rinaldo, toccò la signoria di Monterotondo. Da questa posizione privilegiata i suoi discendenti presero parte attiva alle lotte nella Roma medioevale. Almeno tre componenti della famiglia ricoprirono la carica di senatore di Roma e molti altri abbracciarono il mestiere delle armi. Nel 1370 Francesco fu al servizio dei fiorentini nella guerra contro i Visconti. Orso (? – 24 luglio 1424) morì al servizio del re di Napoli nella battaglia di Zagonara (1424), mentre combatteva il Duca di Milano. I suoi figli Giacomo (? - 1482) e Lorenzo (? – 1452) militarono nelle file pontificie, napoletane e fiorentine. Una figlia di Giacomo, Clarice (1453 – 30 luglio 1488), divenne la moglie di Lorenzo il Magnifico. Franciotto Orsini (1473 – 10 gennaio 1534) fu creato cardinale da Leone X nel concistoro del 1º luglio 1517.


Il personaggio più rappresentativo di questa linea fu Giovanni Battista Orsini (? – 22 febbraio 1503), creato cardinale da Sisto IV (21 luglio 1414 – 12 agosto 1484) nel concistoro del 15 novembre 1483. Contrastò la politica nepotistica di Innocenzo VIII (1432 – 25 luglio – 1492) e fu tra i fautori dell'elezione di Alessandro VI (1º gennaio 1431 – 18 agosto 1503), che da speranza di giustizia divenne giustiziere della famiglia.
Papa Borgia perseguiva lo scopo di creare uno Stato all'interno del papato con a capo il figlio Cesare (13 settembre 1475 – 12 marzo 1507). Questi tra il 1500 ed il 1501 eliminò i Riario di Forlì, i Malatesta di Rimini, gli Sforza di Pesaro e i Manfredi di Faenza. Nel 1502 prese Camerino ed Urbino, ma, quando puntò su Bologna cinque suoi capitani, tra cui due Orsini, organizzarono la sua eliminazione. Sembra che l'ispiratore della cosiddetta congiura della Magione, che fallì a causa della disorganizzazione dei congiurati, fosse proprio il cardinale Giovanni Battista Orsini.
Con uno stratagemma Cesare Borgia catturò i cospiratori, che furono uccisi nel 1503. La stessa sorte toccò al cardinale ed a molti rappresentanti della famiglia.


Sul finire del XVI secolo la dinastia decadde. Molti suoi componenti furono coinvolti in tristi vicende e persero i feudi per confische o furono assassinati. Enrico (? – 12 settembre 1643) e Francesco (1592 – 21 settembre 1650), gli ultimi rappresentanti della linea, vendettero Monterotondo alla famiglia Barberini nel 1641.



Napoleone Orsini e la linea di Bracciano |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Bracciano.



Il castello Orsini di Bracciano.


La linea di Bracciano fu originata da Napoleone, altro figlio cadetto di Matteo Rosso il Grande, a cui toccarono Bracciano, Nerola e altre terre. Come tradizione di famiglia, ricoprì la carica di senatore di Roma nel 1259. Molti componenti di questa linea ricoprirono varie cariche municipali nella Roma del XIV secolo insieme ai Colonna, ai Savelli ed agli Annibaldi. Nel Lazio, i signori di Bracciano furono la linea più potente degli Orsini. Grazie alla compattezza dei loro domini, alla loro posizione strategica e alla costruzione della fortezza sul lago di Bracciano, da cui potevano controllare l'accesso a Roma, questa famiglia raggiunse ben presto una posizione di privilegio tra i nobili della città eterna.

Fu Martino V nel 1419 a concedere Bracciano in vicariato a Carlo Orsini fratello del cardinale Giordano. Da suo figlio Napoleone (? – 3 ottobre 1480) (? – dopo il 1485), Gonfaloniere della Chiesa e da Francesca Orsini di Monterotondo nacque Gentile Virginio (? – 1497), uno dei maggiori personaggi della politica italiana della fine del XV secolo.


Nel 1480, alla morte di Napoleone, Gentile Virgilio subentrò al padre ed aggiunse ai propri altri feudi, portati in dote dalla moglie, Isabella Orsini, figlia di Raimondo 1º Principe di Salerno e di Eleonora d'Aragona dei Conti di Urgell. A causa di questo matrimonio, Gentile Virgilio divenne il favorito di Ferdinando I di Napoli, che lo elevò alla carica di Connestabile.
Insieme al cugino, il cardinale Giovanni Battista Orsini, fu il più accanito oppositore dei papi Innocenzo VIII e Alessandro VI.


Innocenzo VIII intendeva sostituire Ferdinando I con un sovrano più fedele alla Chiesa (il regno di Napoli era in teoria un feudo ecclesiastico) per controllare gli uffici e le rendite provenienti da quel territorio. Per questo il papa cercava ogni pretesto per favorire sollevazioni o congiure contro il re. Ferdinando I, dal canto suo, era nato illegittimo e rischiava comunque e sempre di veder contestato il suo potere. Tuttavia, Innocenzo VIII aspirava anche a creare uno Stato familiare, pertanto investì il figlio Franceschetto Cybo (1449 – 25 luglio 1519) della contea d'Anguillara, uno dei feudi più importanti del Lazio. Alla morte del padre, Franceschetto si trasferì in Toscana e vendette la contea a Gentile Virginio, che la comprò nel 1492.


Con l'ascesa al soglio pontificio di Alessandro VI la situazione si fece cupa. Il papa tramava per occupare Anguillara e neutralizzare Ferdinando I. Si alleò con il duca di Milano, Ludovico il Moro (27 luglio 1452 – 27 maggio 1508), che chiamò Carlo VIII di Francia (30 giugno 1470 – 7 aprile 1498). Temendo un conflitto generalizzato, Ferdinando I spinse Gentile Virginio ad accordarsi con il pontefice. Ne risultò un accordo che fu di breve durata per la morte di Ferdinando I. Era il 25 gennaio del 1494.


Il Duca di Milano si accordò con Carlo VIII, che si convinse di una facile vittoria su Alfonso II di Napoli (4 novembre 1448 – 18 dicembre 1495), che era considerato debole. Alessandro VI prese una posizione ambigua pronto a trarre il massimo vantaggio personale da qualsiasi situazione si fosse presentata. Gli altri stati italiani, soprattutto Venezia e Firenze, si dichiararono neutrali.


Carlo VIII scese in Italia con un forte esercito nel settembre del 1494. Gentile Virginio fu messo al comando delle truppe pontificie di Romagna ma, catturato dal nemico assieme ad altri componenti della sua famiglia, arrivò ad uno accordo con Carlo VIII: evitava di combattere per il francese ma permetteva ai figli e agli altri parenti di farlo, in cambio otteneva la salvaguardia di Bracciano e dei suoi stati. In questo modo Gentile Virginio non tradì ufficialmente il Re di Napoli e non disturbò troppo il Papa.


Nel frattempo a Napoli Alfonso II, successore di Ferdinando I, fu costretto ad abdicare ed il nuovo sovrano, Ferdinando II di Napoli 26 agosto 1469 – 7 settembre 1496), si ritrovò con uno Stato invaso ed in preda alle lotte intestine. La capitale venne subito occupata e il re si ritirò prima ad Ischia e poi in Sicilia. Comunque, nella battaglia di Fornovo (1495), Carlo VIII fu sconfitto e dovette tornare in Francia. Nel frattempo Ferdinando II iniziò la riconquista del regno.


Dopo la battaglia, anche Gentile Virginio riuscì a scappare e si ritirò a Bracciano. L'anno successivo, però, tradì definitivamente Ferdinando II, che gli confiscò i beni, e si diresse in Abruzzo per liberarlo dalle bande dei Colonna. Nel regno di Napoli le cose non andarono bene ed il comandante supremo francese Gilberto di Borbone, conte di Montpensier, fu costretto ad una resa umiliante: avrebbe avuto salva la vita ed un lasciapassare per sé ed i suoi se si fosse consegnato insieme agli Orsini. Ferdinando II, comunque, non rispettò il patto e li fece imprigionare. Gentile Virginio venne tradotto in Castel dell'Ovo a Napoli. Ferdinando II e Alessandro VI si accordarono per eliminarlo ed il signore di Bracciano venne avvelenato nel 1497.


La morte di Gentile Virginio, le relative confische e la successiva strage del 1503, produssero un forte indebolimento della famiglia. Tuttavia, la morte di Alessandro VI e l'elezione di papi amici o parenti degli Orsini (Giulio II, Leone X e Clemente VII), fecero tirare un sospiro di sollievo alla famiglia.


Il figlio di Gentile Virginio, Giangiordano (? – 1517), fu Principe Assistente al Soglio Pontificio, qualifica che elevò il ramo di Bracciano al di sopra degli altri. Suo nipote Virginio, conte d'Anguillara (1498 – 1548), fu un famoso ammiraglio, prima pontificio poi al soldo della Francia, dopo che gli furono confiscati i feudi con l'accusa di tradimento nel 1539. La più curiosa impresa di Virginio fu il cordiale accordo con il pirata turco Khair-ad-din (? - 1546), suo avversario nelle campagne in terra d'Africa.


Nel 1560 Paolo Giordano I (1541 – 13 novembre 1585) fu creato primo duca di Bracciano. Militò come capitano alla battaglia di Lepanto. Sposò la figlia del Granduca di Toscana Cosimo I, Isabella de' Medici, che strangolò in un eccesso di gelosia nel 1578. Dopo l'uxoricidio fuggì a Roma e si legò a Vittoria Accoramboni, moglie di un nipote di Sisto V, il quale venne assassinato su suo incarico nel 1583. Dopo quest'altro omicidio, inseguito dalla giustizia pontificia e dai sicari del Granduca di Toscana, fuggì nel nord Italia con l'amante, sposandola nel 1585. Nel dicembre dello stesso anno l'Accoramboni venne assassinata da Ludovico Orsini di Monterotondo, che voleva vendicare la morte del fratello Roberto (ucciso perché implicato in una faida con il duca Paolo Giordano). Ludovico venne eliminato qualche giorno dopo per ordine delle autorità venete che lo avevano arrestato.


Il figlio di Paolo Giordano I, il duca Virginio (1572 – 9 settembre 1615), fu insignito dell'Ordine del Toson d'Oro. I suoi figli fecero tutti importanti carriere o grandi matrimoni.


Le figlie Isabella (1597 – 1623), Maria Felicia (12 novembre 1599 – 5 giugno 1666) e Maria Camilla (29 luglio 1603) sposarono rispettivamente il duca di Guastalla, il duca di Montmorency e il principe di Sulmona.


Il primogenito Paolo Giordano II (1591 – 24 maggio 1646) sposò la principessa regnante di Piombino e venne innalzato al titolo di principe del Sacro Romano Impero con la qualifica di Altezza Serenissima, titolo che lo elevò al di sopra di tutti gli altri principi romani.


Il fratello Alessandro Orsini (1593 – 22 agosto 1626) fu cardinale e legato pontificio in Romagna, l'altro fratello Ferdinando (? - 4 marzo 1660) fece confluire nei beni familiari quelli della linea Orsini di San Gemini.


Nel XVII secolo anche i duchi di Bracciano lasciarono i loro castelli per trasferirsi a Roma, dove mantennero un elevatissimo stile di vita sfruttando a fondo i loro feudi. Tuttavia carestie, banditismo e povertà diffusa danneggiarono fortemente la situazione economica di famiglia, tanto che tra il 1692 ed il 1696, l'ultimo principe e duca Don Flavio I (4 marzo 1620 – 5 aprile 1698), sommerso dai debiti, fu costretto a vendere tutti i suoi feudi più importanti. Bracciano fu acquistata dagli Odescalchi. Alla sua morte si ebbe una lite giudiziaria tra la vedova Marie Anne de La Trémoille e gli Orsini di Gravina per la successione ai pochi feudi rimasti vincolati da fidecommessi e primogeniture.



La linea di Gravina |




Palazzo Orsini di Gravina a Napoli


Attualmente la principale linea superstite della famiglia è quella di Gravina, discendente da Francesco (? - 1456), figlio cadetto di Carlo, signore di Bracciano.


Il capostipite di questa linea aveva i suoi feudi principalmente nel Lazio e ricopriva la carica di prefetto perpetuo dell'Urbe, quando nel 1418 venne chiamato a Napoli da Sergianni Caracciolo.


Francesco fu il difensore di Napoli contro le truppe angioine, che sconfisse il 28 settembre 1418. In seguito sposò una ricca ereditiera pugliese che gli portò in dote la contea di Gravina e molti altri benefici. Nel 1421 fu tra i fautori dell'adozione di Alfonso V d'Aragona da parte di Giovanna II. Alfonso V lo ricompensò con la contea di Copertino, alla quale si aggiunsero quelle di Conversano e Campagna. Sposò in seconde nozze Ilaria Stellato che gli portò in dote il feudo di Ceppaloni; egli fu anche feudatario di Terranova-Fossaceca e Monteverde in Campania[4]. Fu creato Duca di Gravina nel 1436, titolo che fu confermato definitivamente al figlio Giacomo (? - 1472). Due dei suoi figli naturali, Marino (? – 1471) e Giovanni Battista (? – 8 giugno 1476) divennero rispettivamente arcivescovo di Taranto e gran maestro dell'ordine di San Giovanni di Rodi.


Il 4º duca, Francesco, fu strangolato da Cesare Borgia nel 1503. Un suo nipote, Flavio Orsini, fu creato cardinale nel 1565.


Gli spagnoli confiscarono tutti i feudi per fellonia, al 5º duca, Ferdinando (? - 6 dicembre 1549), che aveva fatto iniziare la costruzione del palazzo in Napoli dove prese dimora la famiglia, riuscendo a recuperarli dietro il pagamento di un indennizzo di 40.000 ducati.


Giulia Orsini, figlia di Antonio, il 6º duca, e di Felicia Sanseverino, lottò per vedersi riconosciuti i diritti di principessa di Bisignano (1608), ma morì poco tempo dopo (1609), pare, avvelenata[5].


Alla morte senza eredi del duca Michele Antonio (? - 26 gennaio 1627), il ducato di Gravina passò al cugino e nipote acquisito Pietro Orsini, conte di Muro Lucano (? - 1641). Il nipote, Pier Francesco (2 febbraio 1649 – 21 febbraio 1730), rinunciò alla successione nel 1668 per diventare domenicano con il nome di Vincenzo Maria. Fu arcivescovo di Benevento, poi cardinale e quindi papa con il nome di Benedetto XIII e durante il suo pontificato legittimò il proprio ramo famigliare a succedere agli Orsini di Bracciano, estintosi a Roma sul finire del secolo XVII, anche nella prerogativa di Principe assistente al Soglio pontificio per il quale titolo dovettero acquistare nel 1722 circa il feudo di Roccagorga da Scipione Ginetti Lancellotti per 65.000 scudi, prendendo nuova dimora nel palazzo di Monte Savello.

Grazie a questa nuova elezione al soglio pontificio l'importanza della famiglia vide accrescere nuovo prestigio. Anche i componenti della linea di Gravina dalla provincia si trasferirono a Roma, dove tuttora vivono i discendenti.


La famiglia giunse a Roma tuttavia in condizioni finanziarie ormai depauperate dopo la fallita acquisizione del patrimonio del principato di Amatrice verso i cui eredi, anch'essi Orsini, avevano maturato una notevole esposizione creditoria non più ricostituita dopo lo scontro legale con i Medici di Toscana che prevalsero nell'acquisire il principato[6] che entrò poi a far parte degli stati mediceo farnesiani.


Un nipote di Benedetto XIII, il duca Domenico Orsini (5 giugno 1719 – 19 gennaio 1789), abbandonò ogni carica di famiglia e prese i voti. Fu l'ultimo cardinale della famiglia.


Nel 1816 gli Orsini perdono il feudo di Gravina. Il Principe Filippo Bernualdo sarà l'ultimo Duca. Con la perdita di tutti i Feudi, annullati durante l'Impero Napoleonico, il titolo della famiglia tornerà ad essere solo Principi di Roma e del S.R.I. che i 5 figli maschi i Principi Francesco, Marino, Giacinto, Ferdinando e Benedetto trasmetteranno ai loro discendenti. La trasmissibilità del titolo non è prerogativa delle loro sorelle Principessa Maria Antonia (moglie del Principe Giacomo Saluzzo) e Principessa Paola (moglie del Duca Francesco Carafa). Al giorno d' oggi l' ultimo discendente della famiglia Orsini di Manfredi Romano Probo Orsini



Ramo di Solofra |


Il principe Filippo Bernualdo concesse al nipote Domenico, figlio del figlio Domenico, prematuramente scomparso, il titolo di Principe di Solofra e Vallata.


Con il tramonto del regime feudale gli Orsini si trovarono di fronte a gravi difficoltà economiche per cui il Principe Domenico (23 novembre 1790 – 28 aprile 1874), nel 1823 sposò Maria Luisa Torlonia (1804 – 1883), figlia del ricchissimo duca di Bracciano, Giovanni Torlonia (1754 – 1829). Nel 1850 Domenico fu ministro della guerra, Luogotenente generale delle armate pontificie e senatore di Roma.


Il Principe Domenico ebbe 4 figlie femmine e lasciò il titolo al figlio Filippo Orsini Sarzina Gravina ("Catholic Encyclopedi" New Advent)


Il ramo di Solofra è rappresentato dall'attuale erede Don Domenico Napoleone Orsini (Roma 11-IV-1948) con i titoli di Principe del S.R.I., Duca di Gravina, Principe di Solofra, Principe di Vallata, Principe di Roccagorga, Conte di Muro Lucano con il rango di Altezza Serenissima e da Raimondo Orsini d'Aragona (Roma 18-XI-1931).



Albero genealogico della famiglia Orsini |


Sono riportati i membri titolati della famiglia[7].


































































































































































































































































































































































































































































































































































































































  Bobone

 
 
  Pietro
† d. 1159
? Scorgi

 
 
  Bobone
† d. 1172
 
 
  Orso
viv. 1203/1207Gaetana Caetani di Sermoneta
 
 
  Giovanni
† 1232Stefania Rossi
 
 
  Matteo
"il Grande"
*1178 †1246
1. Perna Caetani
2. Gemma Monticelli
3. Giovanna dell’Aquila

 
         
  Giovanni Gaetano
† 1280
Papa col nome di Niccolò III

Giordano
† 1287
Cardinale

Gentile I
I signore di Pitigliano
† p. 1246Costanza ?
  Napoleone I
I signore di Vicovaro
† 1262
Paola ?

  Rinaldo
I signore di Monterotondo
viv. 1286
Ocilenda ?

     
       
 
Bertoldo
II signore di Pitigliano
† d. 1319Filippa ?
  Giacomo
II signore di Vicovaro
viv. 1268
Giovanna Prefetti

  Napoleone
Canonico
†1342
Matteo
Signore di Marino
viv. 1310
     
     
  Gentile II
III signore di Pitigliano
† d. 1319
1. Simonetta ?
2. Clarice Ruffo
3. Giacoma Pierleoni

 
CONTI DI TAGLIACOZZO

Napoleone II
I conte di Tagliacozzo
II signore di Vicovaro
† 1282
Isabella da Ponte

  Orso
II signore di Monterotondo
viv. 1312
Una cugina

     
     
 
CONTI DI NOLA - 1° ramo

Romano
I conte di Nola
*1270 †1327
Anastasia de Montfort

  Giacomo
II conte di Tagliacozzo
III signore di Vicovaro
† 1306
1. Matteuccia Orsini di Montegiordano
2. Sabella da Marzano

  Giordano
III signore di Monterotondo
†1367
Anastasia Orsini

     
         
  Roberto
II conte di Nola
*1295 †1345
Sveva del Balzo

 
CONTI DI PITIGLIANO

Guido
I conte di Pitigliano
†1348
Agostina della Gherardesca

  Francesco
IV signore di Vicovaro
† 1359
Giovanna Caracciolo

  Orso
III conte di Tagliacozzo
† 1360
1. Giovanna d'Antiochia
2. Isabella Savelli

Francesco
IV signore di Monterotondo
viv. 1371
Costanza Aldobrandeschi

         
         
  Nicola
III conte di Nola
*1331 †1399
Giovanna de Sabran

  Aldobrandino
II conte di Pitigliano
†1384
Mabilia Caetani

  Giovanni
V signore di Vicovaro
† 1393
Bartolomea Spinelli

  Rinaldo
IV conte di Tagliacozzo
† 1390
1. Guglielma da Varano
2. Giovanna Conti di Celano

Orso
V signore di Monterotondo
†1424
Lucrezia Conti

         
                     
  Roberto
IV conte di Nola
*1360 †1400
Margherita Sanseverino

 
PRINCIPI DI TARANTO

Raimondo
I principe di Taranto
*1361 †1406
Maria d’Enghien

Bertoldo
III conte di Pitigliano
†1417
Agnese dell'Anguillara

Niccolò I
IV conte di Pitigliano
†1425
Luigia Orsini

 
CONTI DI NOLA - 2° ramo

Gentile
VI conte di Nola
†1434
Orsina Orsini di Tagliacozzo


DUCHI DI GRAVINA

Francesco
I conte poi I duca di Gravina
† 1456
1. Margherita della Marra
2. Ilaria Scillato

Giordano
Arcivescovo di Napoli
† 1438
Orsino
Signore di Montelibretti
† 1456
 
SIGNORI E DUCHI DI BRACCIANO

Carlo
I signore di Bracciano
† 1445
Paola Gironima Orsini di Tagliacozzo

  Giovanni
† 1390
1. Nicoletta Orsini
2. Paola Stefaneschi

Giacomo
VI signore di Monterotondo
†1482
Francesca d'Alviano
Maddalena Orsini di Tagliacozzo

                 
                   
  Pirro
V conte di Nola
†1420
?

  Giannantonio
II principe di Taranto
*1386 †1463
Anna Colonna

Guido
†1430
Una donna di bassa condizione

Rinuncia ai titoli

Aldobrandino
V conte di Pitigliano
†1472
Bartolomea Orsini di Bracciano

 
Orso
VII conte di Nola
†1479
Elisabetta dell'Anguillara

Giacomo
II duca di Gravina
† 1472
Sveva Caetani dell'Aquila

  Napoleone
II signore di Bracciano
† 1480
Francesca Orsini di Monterotondo

 
SIGNORI E MARCHESI DI LAMENTANA

Latino
I signore di Lamentana
Arcivescovo di Trani
*1416 † 1477
  Giacomo
V conte di Tagliacozzo
† 1431
1. Isabella da Marzano
2. Giovanna ?

Orso
VII signore di Monterotondo
†1510
Costanza Savelli

                 
                     
 
PRINCIPI DI SALERNO

Raimondo
I principe di Salerno
I duca di Amalfi
*1459
1. Isabella Caracciolo
2. Eleonora d’Aragona


Linea estinta


DUCHI DI VENOSA

Gabriele
I duca di Venosa
†1453
Giovanna Caracciolo del Sole

Ludovico
†1465 avvelenato
Simona Gonzaga

Niccolò II
VI conte di Pitigliano
*1442 †1510
1. Elena Conti di Montalcino
2. Guglielmina ?

Raimondo
VIII conte di Nola
†1486
Titoli confiscati per dubbi sulla legittimità paterna

Raimondo
III duca di Gravina
† 1488
Giustiniana Orsini di Monterotondo

  Gentile Virginio
VIII conte di Tagliacozzo
III signore di Bracciano
† 1497
Isabella Orsini di Salerno

  Paolo
II signore di Lamentana
† 1503
1. Francesca della Valle
2. Giulia Santacroce

  Giannantonio
VI conte di Tagliacozzo
† 1456
Giovanna Cossa

Franciotto
VIII signore di Monterotondo
*1473 †1533
Violante Orsini di Monteleone

                 
                           
Ferrante
conte di Noto
†1474
Confisca per fellonia

Daniele
II duca di Amalfi
†1462
Confisca per fellonia

Giordano
conte di Atripalda
†1462
Confisca per fellonia

Maria Donata
II duchessa di Venosa
†1481
Pirro del Balzo, I principe d’Altamura

  Ludovico
VII conte di Pitigliano
†1534
Giulia Conti


Linea estinta

Francesco
IV duca di Gravina
† 1503
Maria Todeschini Piccolomini d'Aragona

  Gian Giordano
IX conte di Tagliacozzo[9]
IV signore di Bracciano
† 1517
1. Maria Cecilia d’Aragona
2. Felice della Rovere

Girolamo
V signore di Bracciano
† 1545
Francesca Sforza di Santa Fiora

Fabio
† 1503
Geronima Lanzoli de Romani

Roberto
Arcivescovo di Reggio
† 1525
Camillo
III signore di Lamentana
*1491 † 1559
1. Brigida Orsini di Bracciano
2. Elisabetta Baglioni


Linea estinta

Ottavio
IX signore di Monterotondo
viv. 1552
Porzia Orsini di Pitigliano

                 
                     

Linea estinta


Linea estinta


Linea estinta

  Latino
† giovane
Giovanni Francesco
VIII conte di Pitigliano
†1567
1. Ersilia Caetani di Sermoneta
2. Rosata Agostini

  Ferdinando I
V duca di Gravina
† 1549
1. Angela Branai Castriota
2. Beatrice Ferrillo

  Napoleone
Abate di Farfa[10]
† 1533
Claudia Colonna


Paolo Giordano I
I duca di Bracciano
*1541 † 1585
1. Isabella de Medici
2. Vittoria Accoramboni

  Paolo
I marchese di Lamentana
*1517 † 1581
Lavinia Franciotti della Rovere

  Francesco
X signore di Monterotondo
†1593
Francesca Baglioni

Enrico
XI signore di Monterotondo
†1604
1. Giovanna di Capua
2. Diana Savelli

         
             
  Niccolò III
IX conte di Pitigliano
*1510 †1594
Livia Orsini di Nerola

Antonio
VI duca di Gravina
† 1553
Felicia Sanseverino d'Aragona

  Ostilio
I signore di Solofra
*1543† 1579
Diana del Tufo

 
Virginio
II duca di Bracciano
*1572 † 1615
Flavia Peretti Damasceni

  Giovanni
II marchese di Lamentana
† 1582
Porzia dell'Anguillara

Latino
III marchese di Lamentana
† 1586
Lucrezia Salviati

  Franciotto
XII signore di Monterotondo
*1564 †1617
Camilla Savelli

           
               
  Alessandro
X conte di Pitigliano
†1604
Virginia Orsini di Monterotondo

Ferdinando II
VII duca di Gravina
*1538 † 1583
1. Virginia della Rovere
2. Costanza Gesualdo

  Pietro Francesco
detto Ducapatri
X duca di Gravina
II signore e I principe di Solofra
*1543† 1579
Dorotea Orsini

Paolo Giordano II
III duca di Bracciano
*1591 † 1646
Maria Isabella Appiano d’Aragona

Alessandro
Cardinale
*1593 † 1626
Ferdinando
IV duca di Bracciano
† 1660
Giustiniana Orsini

  Virginio
IV marchese di Lamentana
*1567 † 1596
Beatrice Vitelli

  Enrico
XIII signore di Monterotondo
†1643
Camilla Savelli

             
               
 
MARCHESI DI MONTE SAN SAVINO

Giannantonio
I marchese di Monte San Savino[8]
*1569 †1613
Nannina del Nero

Michele Antonio I
VIII duca di Gravina
† 1627
Beatrice Orsini di Gravina

  Ferdinando III
XI duca di Gravina
II principe di Solofra
*1623† 1658
Giovanna Frangipani della Tolfa


Linea estinta

  Virginio
Cardinale
*1615 † 1676
Flavio I
V duca di Bracciano[11]
*1620 † 1698
1. Ippolita Ludovisi
2. Anne-Marie de La Trémoille

  Latino
Signore di Amatrice
† 1617
1. Caterina Togato
2. Porzia Caetani

 
Linea estinta

         
           
  Bertoldo
II marchese di Monte San Savino
*1574
Francesca Ceuli

Felice Maria
IX duchessa di Gravina
† 1647
Pietro Caetani, VI duca di Sermoneta

Pietro Francesco
XII duca di Gravina
III principe di Solofra
*1649† 1730
Eletto papa col nome di Benedetto XIII

Domenico I
XIII duca di Gravina
IV principe di Solofra
*1652† 1705
1. Luigia Altieri
2. Ippolita di Tocco

 
Linea estinta

  Alessandro
I principe di Amatrice
*1611 † 1692
1. Anna Maria Caffarelli
2. Anna Maria Grifaldi

Privato dei titoli per omicidio

   
   
  Alessandro
III marchese di Monte San Savino
†1640
Caterina Altemps

 
Ferdinando Bernualdo Filippo
XIV duca di Gravina
V principe di Solofra
*1685† 1734
1. Giovanna Caracciolo
2. Giacinta Marescotti Ruspoli

   
   
 
Linea estinta

 
Domenico II
XV duca di Gravina
VI principe di Solofra
*1719† 1789
Anna Paola Flaminia Odescalchi
poi divenne cardinale

 
 
  Filippo Bernualdo
XVI duca di Gravina
VII principe di Solofra
*1742 †1824
Maria Teresa Caracciolo

 
 
  Domenico
*1765† 1790
Faustina Caracciolo

 
 
  Domenico III
XVII duca di Gravina
VIII principe di Solofra
*1790 †1874
Maria Luisa Torlonia

 
 
  Filippo
XVIII duca di Gravina
IX principe di Solofra
*1842 †1924
Julia von Hoyos-Wenckheim

 
   
  Domenico Napoleone
XIX duca di Gravina
X principe di Solofra
*1868 †1947
1. Maria Domenica Varo
2. Laura Schwarz

Lelio Nicolò
I principe Orsini d'Aragona
*1877 †1952
Luisa Rignon

   
   
  Virginio
XX duca di Gravina
XI principe di Solofra
*1892 †1972
Adele Pensa

Raimondo
II principe Orsini d'Aragona
*1931
Kethevane Bagrationi Moukhrani

 
 
  Filippo
XXI duca di Gravina
XII principe di Solofra
*1920 †1984
Francesca Romana Bonacossi

 
 
  Domenico Napoleone
XXII duca di Gravina
XIII principe di Solofra
*1948
Martine Bernheim



Esponenti celebri della famiglia Orsini |



Papi Orsini |



  • Papa Celestino III


  • Niccolò III (Giovanni Gaetano Orsini, cardinale dal 1244)


  • Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini, divenuto cardinale nel 1672)



Cardinali Orsini |


Tra parentesi l'anno della nomina.




  • Pietro Orsini (1181)


  • Matteo Rubeo Orsini (1262)


  • Latino Malabranca Orsini O.P. (1278)


  • Giordano Orsini (1278)


  • Napoleone Orsini (1288)


  • Francesco Napoleone Orsini (1295)


  • Matteo Orsini O.P. (1327)


  • Rinaldo Orsini (1350)


  • Giacomo Orsini (1371)


  • Poncello Orsini (1378)


  • Tommaso Orsini (1382/85)


  • Giordano Orsini (1405)


  • Latino di Carlo Orsini (1448)


  • Cosma Orsini O.S.B. (1480)


  • Giovanni Battista Orsini (1483)


  • Franciotto Orsini (1517)


  • Flavio Orsini (1565)


  • Alessandro Orsini (1615)


  • Virginio Orsini (1641)


  • Domenico Orsini d'Aragona (1743)



Altri |


(in ordine alfabetico)




  • Clarice Orsini (1453 - 1488), moglie di Lorenzo il Magnifico


  • Gerolama Orsini, (1503 - 1570), nobildonna


  • Giovanni II Orsini, Conte di Cefalonia e Zante, despota dell'Epiro dal 1323 al 1335


  • Giovanni Antonio del Balzo Orsini, (1386/1393 - 1463), nobile del Regno di Napoli, principe di Taranto, conte di Lecce e duca di Bari


  • Giovanni Battista Orsini (? - 1476), Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di Malta dal 1467 al 1476


  • Latino di Camillo Orsini (1530 c.a. - 1580 c.a.), condottiero e teorico militare


  • Mondilio Orsini (1690 - 1751), arcivescovo di Capua dal 1728 al 1743, nipote di papa Benedetto XIII


  • Napoleone Orsini (1420 - 1480), condottiero


  • Niceforo II Orsini (1329 - 1359), condottiero e despota dell'Epiro


  • Paolo Giordano I Orsini (1541 - 1585), primo duca di Bracciano dal 1560


  • Paolo Orsini (1369 - 1416), condottiero, signore di Gallese e Capitano generale della Chiesa


  • Pietro Gianpaolo Orsini, (? - 1443), condottiero


  • Pierfrancesco II Vicino Orsini (1523 - 1585), duca di Bomarzo


  • Raimondo del Balzo Orsini, (1361 - 1406), nobile del Regno di Napoli, principe di Taranto e conte di Soleto


  • Rinaldo Orsini, arcivescovo di Firenze dal 1474 al 1508


  • Rinaldo Orsini (1402 - 1450), condottiero e signore di Piombino


  • Virginio Orsini (1572 - 1615), secondo duca di Bracciano


  • Mario Orsini (1985 - ), TSRM Naplab



Note |


Annotazioni




  1. ^ Giacinto di Bobone (1106 circa–1198) fu pontefice della Chiesa cattolica, con il nome di Celestino III, dal 1191 alla morte;
    Giovanni Gaetano Orsini (1225 circa–1280) fu pontefice della Chiesa cattolica, con il nome di Niccolò III, dal 1277 alla morte;
    Pietro Francesco Orsini (in religione Vincenzo Maria; 1649–1730) fu pontefice della Chiesa cattolica, con il nome di Benedetto XIII, dal 1724 alla morte.



  2. ^ Le origini degli Orsini affondano nella leggenda. Il Bovio pone come capostipite della casa un certo Mandilla, figlio di un capitano goto, nutrito da piccino col latte di un'orsa, e detto perciò Orsino. Il Novaes parla di un Caio Orso Flavio, addirittura al tempo dell'imperatore Costanzo. Ma è certo che solo nel 998 troviamo nominato in Roma un Ursus de Baro e nel 1032 un Constantinus Ursi, e che la famiglia esce decisamente dall'ombra alla fine del XII secolo e in special modo con Orso di Bobone, che può considerarsi il più sicuro capostipite della famiglia. (ORSINI)


Fonti




  1. ^ abcdefghijklmnopqrstuvwxyzaaabacad Raffaello Morghen, ORSINI, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 gennaio 2019.


  2. ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobile e titolate viventi riconosciute del R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovile, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, vol. IV, voce Orsini


  3. ^ Vedi: Angelo Mercati, Nell'Urbe dalla fine di settembre 1337 al 21 gennaio 1338. Documenti seguiti da altre "Varia" in Archivio Segreto Vaticano; in Miscellanea Historiae Pontificiae, Roma, 1945, p.15.


  4. ^ Alfredo Rossi, Ceppaloni. Storia e società di un paese del regno di Napoli, Ceppaloni, 2011. ISBN 978-88-906209-0-4.


  5. ^ museovirtualerivieracedri.it Archiviato il 12 ottobre 2009 in Internet Archive.


  6. ^ La lunga causa tenutasi in Napoli tra il 1716 e il 1723 derivatane per il possesso del principato di Amatrice conteso tra i Medici e i precedenti creditori Orsini di Gravina che vantavano un credito sul principato ceduto in garanzia mediante regio assenso dal defunto Alessandro Orsini, valutato tra i 500.000 e i 600.000 ducati, rappresentati questi dall'avvocato Alfonso Maria de' Liguori che perse il confronto con i legali dei Medici, fu causa per quest'ultimo dell'abbandono della professione legale per abbracciare la vita ecclesiastica. v. Théodule Rey-Mermet, Il santo del secolo dei lumi: Alfonso de' Liguori (1696-1787), Parigi 1982, pp.147-160.


  7. ^ V. Spreti, Enciclopedia Storico-nobiliare italiana, Milano 1928-1930, rist. Bologna, 1969; Consulta araldica del Regno d'Italia, Libro d'Oro della nobiltà italiana-Serie aggiornata, annate varie


  8. ^ Alla morte del padre nel 1604, vende la contea di Pitigliano al Granduca di Toscana


  9. ^ Perdette nuovamente il feudo di Tagliacozzo a favore dei Colonna


  10. ^ Rinuncia ai propri diritti di successione per intraprendere la carriera ecclesiastica


  11. ^ Alla sua morte il titolo venne venduto alla famiglia Odescalchi



Bibliografia |




  • Francesco Sansovino, L'Historia di Casa Orsina, Venezia 1565. (versione digitale)

  • Franca Allegrezza, Organizzazione del potere e dinamiche familiari: gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 1998.

  • Elisabetta Mori, L'Archivio Orsini. La famiglia, la storia, l'inventario, Viella 2016.

  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XLIX, pp.145 e segg.

  • Catholic Encyclopedy, New Advent, 1917 sorce SANSOVINO, Hist. di casa Orsini e degli uomini illustri della medesima (Venice, 1505); INCHOFF, Genealogiæ familiæ Ursinæ (Amsterdam, 1710); CIACONIUS, Vitæ et res gestæ Summorum Pontif. Roman. et S. R. E. Cardinalium (4 vols., Rome, 1677), continued by GUARNACCI (2 vols., Rome, 1751); HUYSKENS, Kardinal Napoleo Orsini (part 1, Marburg, 1902); IDEM, Das Kapitel von St. Peter unter dem Einfluss der Orsini (1276-1342) in Histor. Jahrb., XXVII (1906), 266-90; STERNFELD, Der Kardinal Johann Gaetan Orsini (Berlin, 1905); FINKE, Aus den Tagen Bonifaz VIII (Münster, 1902), 96 sqq. (regarding Cardinal Matteo Rosso Orsini); SOUCHON, Die Papstwahlen von Bonifaz VIII bis Urban VI (Brunswick, 1888); GREGOROVIUS, Gesch. der Stadt Rom im Mittelalter (5th ed., Stuttgart, 1903); REUMONT, Gesch. der Stadt Rom (3 vols., Berlin, 1867-70); PASTOR, Gesch. der Päpste (4th ed., Freiburg, 1901--); MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, s.v. Orsini.



Voci correlate |




  • Contea di Pitigliano

  • Ducato di Bracciano

  • Orsini del Balzo

  • Palazzo Orsini (Licenza)

  • Palazzo Orsini (Milano)

  • Palazzo Orsini (Monterotondo)

  • Palazzo Orsini (Pitigliano)

  • Palazzo Orsini (Sorano)

  • Palazzo Orsini di Gravina

  • Palazzo Orsini (Napoli)

  • Castello Orsini-Cesi-Borghese

  • Castello Orsini (Nerola)


  • Castello Orsini-Borghese (Mentana)


  • Castello degli Orsini (Morlupo)


  • Castello Orsini-Colonna (Avezzano)


  • Castello ducale Orsini (Fiano Romano)

  • Castello Orsini (Soriano nel Cimino)

  • Dispense della prima serie delle Famiglie celebri italiane

  • Stato Pontificio

  • Nobiltà nera

  • Bobone

  • Torlonia

  • Poggiorsini

  • Bomarzo

  • Campo de' Fiori

  • Gravina in Puglia

  • Monte Giordano

  • Monte Savello




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Collegamenti esterni |



  • Gli Orsini di Solofra, su solofrastorica.it.


  • nuovorinascimento.org - Gli Orsini nell'opera di Giulio Rospigliosi


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