Borghesia




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La borghesia è una delle classi sociali nelle quali, secondo alcune scuole di pensiero socio-economiche occidentali, in particolare il marxismo, viene suddivisa la società capitalista.




Indice






  • 1 Origine del termine


  • 2 Nascita del ceto sociale


    • 2.1 La borghesia nella teoria marxista




  • 3 Concezione nel senso comune


  • 4 Nella cultura di massa


  • 5 Note


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Origine del termine |


La parola deriva da borghi, cioè i quartieri sorti all'esterno delle mura che poi venivano inglobati con il successivo allargamento cittadino, poiché talora la borghesia, a causa della non elevata disponibilità finanziaria, non poteva permettersi di abitare nel centro cittadino dove abitavano i nobili, ed era così costretta ad abitare più in periferia, in questo caso fuori dalle mura, cioè nei quartieri chiamati appunto borghi. Il nome italiano deriva dall'appellativo nel linguaggio usato nella Francia settentrionale, in alcune zone della Germania e nelle Fiandre "burgenses" che divenne in francese "bourgeois" e in tedesco "Bürger".


Un borghese (rifacimento su borgo, del lat. mediev. burgensis, sul modello del fr. bourgeois) era quindi una persona che aveva una casa nel centro di un villaggio anziché nel castello, e praticava un libero mestiere, che poteva spaziare dall'artigianato al commercio, dalla medicina all'arte. Inoltre, non essendo nobile, era escluso, almeno in origine, dalla possibilità di portare le armi e una derivazione di questa norma è rintracciabile nel gergo militare che definisce borghese (cfr. ad es. l'espressione tipica poliziotto in borghese) colui che non veste la divisa.



Nascita del ceto sociale |


La borghesia emerse in luoghi e tempi diversi. È anche da sottolineare che una grande parte di quei mestieri considerati tipicamente borghesi erano già presenti nella struttura socio-economica dell'impero romano e delle poleis greche, e in seguito nel medioevo.


Nell'Occidente europeo, e soprattutto nella penisola italica, la nascita di tale classe fu particolarmente precoce, potendosi collegare allo sviluppo economico e sociale di età comunale (XII - XIII secolo), mentre in alcuni paesi dell'Europa orientale una borghesia propriamente detta iniziò svilupparsi solo nel corso del XIX secolo (e, in alcuni casi, in forma incompleta, come ad esempio nella Russia zarista). In linea generale si può affermare che il sorgere di tale classe è da considerarsi un fenomeno urbano, legato allo sviluppo dei villaggi e delle borgate medievali e alla propria trasformazione in città. Gli abitanti di tali centri proto-urbani iniziarono a godere di un maggiore benessere economico in relazione a coloro che vivevano nelle campagne circostanti. Tale benessere diede loro un potere e una influenza maggiori all'interno della società, avvicinandoli alla classe governante e al clero, consentendogli di assumere cariche pubbliche e amministrative, e allontanandoli dalle classi rurali. L'archetipo del primo borghese medievale fu, quasi certamente, il proprietario del mulino, che acquisì rapidamente un'influenza notevole sull'economia locale.


Nei secoli seguenti, il termine venne meglio applicato per definire i primi banchieri e le persone coinvolte nelle attività nascenti del commercio e della finanza.


In Inghilterra nel Seicento la borghesia già deteneva il potere economico, e grazie alle rivoluzioni del 1640 e del 1688 si affiancò alla nobiltà nella gestione politica del Paese. Gli Stati Uniti nacquero con i caratteri tipici borghesi, dato che erano assenti le tradizioni e gli agganci con il mondo feudale[1]. In Italia e in Germania, invece, la borghesia raggiunse il potere solo con l'unità nazionale.[2]


In Francia la Rivoluzione francese segnò una tappa fondamentale nella transizione tra il "mondo antico" e il nuovo, rappresentato dall'accrescimento del prestigio e del ruolo sociale della borghesia. Il terzo Stato riuscì ad abolire privilegi e diritti di tipo feudale ed impostò un programma di riforme istituzionali e di cambiamenti nei rapporti sociali. Balzac nei suoi romanzi presentò un preciso e profondo quadro dei sentimenti del mondo borghese,[3] che si sviluppò enormemente nei momenti di rivoluzioni scientifica e industriale.



La borghesia nella teoria marxista |


Nella teoria marxista la borghesia è la classe sociale che ha il controllo dei mezzi di produzione e di distribuzione. Il controllo si deve distinguere dalla proprietà formale o giuridica in quanto indica la capacità effettiva di utilizzare, o meglio di far utilizzare, i mezzi di produzione.
La borghesia, secondo la visione marxista, è il movimento storicamente nemico del proletariato, perché ha utilizzato le braccia operaie e contadine per portare a termine con successo la sua rivoluzione, producendo cultura ed informazione mistificanti e plagianti.[4][5]



Concezione nel senso comune |


Nel parlare comune, i termini borghesia e proletariato si riferiscono più in generale ai concetti di ricco e povero e non, più specificamente, a possessore o non possessore di mezzi di produzione.


Nel XX secolo alcune sottoclassi venivano indicate per precisare la definizione con alta borghesia composta dalle classi più ricche (industriali, grossi commercianti, ecc.), media borghesia (proprietari di patrimoni o redditi solidi, ma meno ricchi dei precedenti) e piccola borghesia composta da artigiani, piccoli commercianti, coltivatori diretti ed anche impiegati, con un reddito sufficiente per essere anche (o ancora) consumatori. In questa visione, il proletariato sarebbe il resto delle classi più basse (i poveri). Questa versione della parola borghesia ignora completamente l'originale focalizzazione sulla proprietà dei mezzi di produzione. Questa visione non è comune a tutti gli economisti e riflette maggiormente un'ostilità alla differenziazione sociale[6].



Nella cultura di massa |


Nell'arte e nella letteratura il passaggio storico rappresentato dalla decadenza della nobiltà e dell'ascesa della borghesia fu efficacemente immortalato, oltre da Balzac, da Cervantes nel Don Chisciotte,[7] da Molière con i suoi personaggi descriventi i borghesi gentiluomini e dai pittori fiamminghi, che raffiguravano i borghesi di Anversa e di Amsterdam.



Note |




  1. ^ Sven Beckert, Julia B. Rosenbaum, The American Bourgeoisie: Distinction and Identity in the Nineteenth Century, 978-1-349-28751-2, 978-0-230-11556-9, 46-2010-305-5 Palgrave Macmillan US 2010.


  2. ^ Universo, De Agostini, Novara, Vol. II, pag.362-363


  3. ^ Balzac, Honoré de, Treccani.


  4. ^ Sociologia dell'economia e del lavoro, di Luciano Gallino, Utet, Torino, 1989 (alla pag.142,143)


  5. ^ Riassunto del «Capitale», di Marx e Engels, ediz. Newton&Compton, Roma, 1997, (alla pag.7-14, voce "Introduzione")


  6. ^ Domenico Settembrini, Storia dell’idea antiborghese in Italia. 1860-1989, Laterza, Roma-Bari,1991.


  7. ^ MIGUEL DE CERVANTES Don Chisciotte della Mancia, su tiraccontoiclassici.it.



Voci correlate |



  • Antonio Gramsci

  • Capitalismo

  • Ceto medio

  • Nuovi ricchi

  • Comunismo

  • Guy de Maupassant

  • Leninismo

  • Manifesto del Partito Comunista

  • Karl Marx

  • Terzo Stato

  • Voltaire



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Borghesia, in Thesaurus del Nuovo soggettario, BNCF. Modifica su Wikidata

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