Università degli Studi di Macerata
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Università degli Studi di Macerata | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Macerata |
Altre sedi | Jesi |
Dati generali | |
Nome latino | Universitas Maceratensis |
Motto | L'Umanesimo che innova |
Fondazione | 1290 |
Tipo | Statale |
Dipartimenti |
|
Rettore | Francesco Adornato |
Studenti | 10 240 (2015/16[1]) |
Dipendenti | 593 (2013) |
Sport | CUS Macerata |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
L'Università degli Studi di Macerata è una università statale italiana fondata a Macerata nel 1290.
Indice
1 Storia
1.1 Fondazione
1.2 Il periodo comunale
1.3 Il XIX secolo
1.4 L'età contemporanea
2 Strutture
3 Internazionalizzazione
4 Note
5 Voci correlate
6 Altri progetti
Storia |
Fondazione |
Ampio, e talora aspro, è stato il dibattito tra gli storici riguardo alle origini dello Studium Generale maceratese, che sarebbe stato fondato secondo alcuni da papa Niccolò IV sin dal 1290 e secondo altri, invece, solo nel 1540 da papa Paolo III Farnese. Ora, è certo, in quanto ampiamente documentato, che nel settembre del 1290 il Comune di Macerata, il quale come gli altri Comuni della Marca godeva del favore del pontefice regnante Niccolò IV, marchigiano, emanò bando secondo cui: «Quicumque vult ire ad studium legis, vadat ad dominum Giuliosum de Monte Granario qui permanet ad dictam Maceratam quia ibi retinet Scholam, qui intendit incipere in die festo b. Luce proxime venturo». Stando alle fonti disponibili, può dunque ritenersi che nel 1290 sorse in Macerata una scuola di diritto retta da un maestro privato, non abilitata alla concessione di gradus doctorales, la quale peraltro, a differenza che la gran parte di consimili scuole del tempo, meramente private, fu avviata ed operò sotto l'egida del Comune onde ebbe in sé caratteri pubblicistici.
Il momento propizio per tentare di avere a Macerata uno Studium Generale si profilò per il Comune allorché divenne papa Alessandro Farnese (Paolo III), che per anni, agli inizi del Cinquecento, era stato a Macerata quale Legato della Marca e aveva tenuto e continuava a tenere con la città ottimi rapporti. Le trattative con la Curia romana vennero condotte da delegati plenipotenziari del Comune e nella primavera del 1540 pervennero a conclusione, talché il Pontefice, con la bolla 1/7/1540 “In eminenti dignitatis Apostolicae”, diede luogo alla fondazione in Macerata di “Generale Studium cujuscumque facultatis et scientiae licitae” al contempo disponendo, con altra Bolla in pari data diretta a vari Vescovi della Marca, che essa venisse dai medesimi pubblicata e fatta osservare. In effetti così fu, tanto che il 27 novembre 1541 venne conferita la prima laurea, in utroque, ad un orvietano, Giuseppe Abiamontani: e da allora ad oggi l'Università di Macerata, a parte una brevissima pausa in epoca napoleonica, ha operato e continua a operare ininterrottamente.
Il periodo comunale |
Non essendoci pervenuto - probabilmente per non essere mai esistito - un registro delle matricole, è impossibile conoscere il numero degli studenti che frequentarono lo Studium durante il suo lungo periodo ‘comunale', vale a dire dal 1540 al 1824 (con interruzione nei tempi napoleonici dal 1808 al 1816 a seguito dell'unione delle Marche al Regno Italico e soppressione dell'Università, in luogo della quale veniva istituito un Liceo con talune Scuole speciali). Diversamente è a dire per il numero degli addottorati in quel periodo, in quanto i relativi acta graduum, perfettamente conservati nei secoli nell'archivio comunale (oggi reperibili presso l'Archivio di Stato di Macerata) testimoniano l'assegnazione di 4889 dottorati nel lasso di tempo indicato.
Il XIX secolo |
Al ripristino postnapoleonico dello Studium, avvenuto con provvedimento 23/8/1816 di Papa Pio VII e relativo regolamento di attuazione redatto dal Vescovo Strambi, seguì periodo di gravi difficoltà dovute in via principale alle estreme ristrettezze economiche in cui versava il Comune di Macerata, finché si pervenne al riordino di tutte le Università dello Stato pontificio con la bolla “Quod divina sapientia” di Leone XII del 28/8/1824, dalla quale Macerata venne inserita tra le Università secondarie. L'Università di Macerata divenne così pontificia, vale a dire di Stato, dopo essere stata comunale per secoli. Avutasi con esito positivo l'ispezione della Congregazione, e malgrado il perdurare di gravissimi problemi finanziari inducenti addirittura rischio di chiusura, lo Studium risultò congruamente organizzato e l'anno scolastico 1825/26 venne inaugurato con solennità.
C'erano 4 Facoltà (con 20 cattedre): teologia, legge, medicina e chirurgia, filosofia nonché tre gabinetti (di fisica, storia naturale, anatomia e patologia), un laboratorio di chimica e farmacia, un orto botanico cui fu annesso anche un gabinetto di agraria, insegnamento tenutosi per qualche anno e da poco cessato ma che sarà ripristinato nel 1859. L'Università pontificia continuò a vivacchiare, fra mille difficoltà, sino al 1860, allorché si ebbe l'annessione delle Marche al Regno d'Italia. Lorenzo Valerio, nominato commissario regio per le Marche, con decreto 2/11/1860 promulgò la legge Sarda detta “legge Casati” demandando al potere esecutivo l'esecuzione del titolo sull'istruzione superiore. L'Università di Macerata si affaccia alla vita di Regia Università con le solite Facoltà (esclusa Teologia, soppressa dallo stesso Valerio) e una Scuola di agrimensura, alle quali di lì a poco vengono aggiunte la Facoltà di Farmacia e una Scuola di Notariato.
A differenza delle altre due Università Marchigiane, che chiesero ed ottennero di diventare libere, quella di Macerata preferì rimanere statale: ma lo Stato, specie sotto il profilo finanziario, la trascurò totalmente, talché, soppressa nel 1862 anche la Facoltà medico-chirurgica (della quale sopravvissero per breve stagione corsi speciali in farmacia, ostetricia e chirurgia minore, ai quali venne aggiunto nel 1868 un corso preparatorio di veterinaria, soppresso di lì a poco con Farmacia) dopo che le altre erano andate gradualmente scomparendo, restò solo la Facoltà di legge, con pochi studenti, pochi libri, pochi mezzi, pochi docenti: la soppressione dell'Università sembrava ormai ineluttabile.
Ma, com'è stato icasticamente scritto, “è a questo punto che avviene il miracolo”: per scongiurare quella soppressione e facendosi portatori delle istanze dei cittadini, intervennero con validi sussidi, dando opera concreta e decisiva per la rinascita dell'Università, prima il Comune e poi, dal 1869, anche la Provincia, finché fra questi due enti e l'Università si costituì nel 1880 un Consorzio, approvato con R. D. n. 5236, provvedimento attraverso il quale: l'Università veniva classificata di second'ordine; lo Stato continuava a versare il suo contributo annuo; si riconosceva che era la legge Casati a governarla. Fu, insomma, il Consorzio a salvare l'Università e a rimetterla in grado di ben funzionare.
L'età contemporanea |
Dopo vari tentativi presso il Governo, l'Università ottenne con legge del 1901, a seguito dell'aumento dell'originario contributo da parte di Comune e Provincia e prolungamento della durata del Consorzio, il pareggiamento con quelle di prim'ordine. Nel 1923 la riforma Gentile ripristinò la distinzione fra Università maggiori e minori, classificando quella di Macerata tra le seconde. Nel 1924, con R. D. n. 1676, il benemerito Consorzio venne abolito, ma Comune e Provincia continuarono ad elargire i loro contributi autonomamente, poi stipulando, nel 1929, convenzione per il mantenimento dell'Università con lo Stato e la locale Cassa di Risparmio. Nel 1936 l'Università ottenne la parificazione finanziaria con gli Atenei maggiori, passando alla categoria A. Ma di lì a poco la guerra, le vicende politiche, il crollo della lira nel mentre i contributi dello Stato, della Provincia e del Comune rimanevano consolidati nelle stesse cifre degli anni '30 determinarono ancora una volta seri e viepiù pressanti problemi di sopravvivenza.
Radicale svolta positiva si ebbe agli inizi degli anni '60 con il rettorato di Giuseppe Lavaggi. Egli sagacemente si mosse in duplice direzione: per un verso operò presso gli organi centrali al fine di ottenere l'istituzione di nuove Facoltà; per altro verso sollecitò il coinvolgimento, soprattutto del Comune ma anche di altri enti locali, nel potenziamento e quindi nel rilancio dell'Università: i frutti non tardarono a venire. Nell'ottobre 1964 il Capo dello Stato approvò e rese esecutiva la convenzione posta in essere tra Università e Comune, Provincia, Camera di Commercio per l'istituzione della Facoltà di Lettere e Filosofia, articolata nei tre corsi di laurea in lettere, filosofia e letterature straniere moderne. Nel 1969 viene avviato, all'interno della Facoltà di Giurisprudenza, il Corso di Laurea in Scienze Politiche poi, nel 1990, trasformato in Facoltà con due Corsi di laurea: Scienze Politiche ed Economia bancaria, finanziaria e assicurativa, quest'ultimo divenuto nel 2001 Facoltà di Economia. Nel 1996 è stata istituita la Facoltà di Scienze della comunicazione, attivata a partire dall'anno accademico 1998-99. Dal 1º novembre 2004 è stata attivata la Facoltà di Scienze della Formazione, istituita nei mesi immediatamente precedenti.
I corsi attivati coprono le seguenti aree: giuridica, letteraria e filosofica, dei beni culturali, delle scienze politiche, delle scienze economiche, delle scienze dell'educazione e delle scienze della comunicazione.
Strutture |
Secondo quanto previsto dalla legge n. 240/2010 di riforma del sistema universitario, i Dipartimenti costituiscono la struttura fondamentale in cui si articola l'ateneo. A essi si aggiunge la Scuola di Studi Superiori 'Giacomo Leopardi', percorso di alta formazione diviso in due classi: "classe delle scienze sociali" e "classe delle scienze umanistiche", nelle quali vengono inseriti ogni anno 10 neodiplomati che risiedono gratuitamente presso il collegio universitario e fruiscono della mensa.
Sono presenti cinque Dipartimenti (Economia e diritto; Giurisprudenza; Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo; Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali; Studi umanistici, lingue, mediazione, storia, lettere, filosofia) e quattro Scuole (Scuola di specializzazione in beni storico artistici; Scuola di specializzazione in Diritto sindacale, del lavoro e della previdenza; Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali delle Università degli Studi di Camerino e di Macerata; Scuola di Studi Superiori "Giacomo Leopardi"). Presso l'Università ha inoltre sede un Istituto Confucio, unico nelle Marche e in tutte le regioni adriatiche del centro-sud, il decimo in Italia..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]
- Dipartimento di economia e diritto
- Dipartimento di giurisprudenza
- Dipartimento di scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo
- Dipartimento di scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali
- Dipartimento di studi umanistici
Internazionalizzazione |
I vari programmi di mobilità e cooperazione internazionale (più di 20 accordi bilaterali), e in particolare il Programma Erasmus (più di 350 accordi) attivati dall'Ateneo rappresentano la possibilità per gli studenti di avere un grande ventaglio di scelta per ampliare costantemente gli spazi di formazione accademica, di partecipazione a reti internazionali e di ricerca. In virtù della sua collocazione geografica e della sua storia secolare, l'Università di Macerata individua aree privilegiate di collaborazione nei Paesi dell'Europa Orientale (Russia, Polonia e Ucraina), del Bacino Mediterraneo (in particolare Albania, Libia, Slovenia, Turchia, Tunisia) e in Cina. Diversi studenti di prestigiosi atenei stranieri scelgono l'Università di Macerata per approfondire i propri percorsi formativi. Per questo ogni anno vengono organizzate le Summer school della Princeton University e dell'australiana Murdoch University nonché una Summer e una Winter School in lingua e cultura italiana.
L'Ateneo maceratese propone anche corsi di laurea a carattere internazionale come un corso completamente in lingua inglese e nella fattispecie il curriculum in "International economic and trade relations" ed altri percorsi che grazie ad accordi con prestigiose Università internazionali permettono di acquisire una doppia laurea valida in Italia e nei paesi delle Università partner (rif. AA 2013/14 es: Laurea internazionale con l'Università di Orlèans / Francia; Laurea internazionale con l'Università di Oviedo / Spagna; Laurea internazionale con l'Università Taras Shevchenko / Ucraina; Laurea internazionale con l'Università Taras Shevchenko / Ucraina; Laurea internazionale con il Moscow State Institute of International relations / Russia; Laurea internazionale con l'Università “Blaise Pascal” di Clermont Ferrand / Francia).
Note |
^ MIUR Anagrafe Nazionale Studenti
Voci correlate |
- Lista delle università più antiche
Altri progetti |
Altri progetti
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