Contrattacco
Il contrattacco (o controattacco) nella terminologia militare è il movimento condotto dalle riserve di una grande unità o di un raggruppamento tattico in reazione a quello di attacco effettuato dal nemico per annientarne le penetrazioni e ristabilire la situazione.
Un tipo di contrattacco è quello preventivo ossia quello condotto allo scopo di disorganizzare l'attacco nemico sulle basi di partenza.
In senso figurato è usato in riferimento a competizioni sportive o a polemiche (verbali o scritte).
Esempi storici |
Innumerevoli a livello bellico sono gli esempi di contrattacco, tra i più significativi e maggiormente degni di nota si segnalano:
Battaglia di Canne, con la sconfitta dell'esercito romano dovuta al contrattacco di Annibale con l'avvolgimento della forza attaccante da parte delle due ali marcianti.
Battaglia di Waterloo, dove il feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher tramutò la sua ritirata in un contrattacco sul fianco dello schieramento di Napoleone, contribuendo in modo significativo alla sua sconfitta.
Battaglia di Stalingrado, dove con l'operazione Urano l'Unione Sovietica effettuò un contrattacco sul fianco sinistro, debole e in larghi tratti scoperto, dello schieramento dell'Asse, chiudendo la VI Armata tedesca in una sacca e rovesciando completamente l'assetto tattico del fronte sud.
Una citazione, attribuita a Napoleone Bonaparte illustra l'importanza tattica del contrattacco : "il pericolo maggiore si materializza al momento della vittoria". Nella stessa ottica, nel suo Battle Studies, Ardant du Pic scrisse "il generale o il mero capitano, che utilizza tutte le sue forze nell'assalto di una posizione può essere sicuro che la vedrà essere ripresa da quattro uomini ed un caporale".
Bibliografia |
La Piccola Treccani, Dizionario Enciclopedico, Vol. III, Roma, 1996
Dizionario di storia, Milano, 1993
John Keegan, La seconda guerra mondiale, Rizzoli, 1989