Censura
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Questa voce o sezione sugli argomenti politica e sociologia non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. Commento: intere sezioni senza fonti; in particolare, le varie classificazioni |
Per censura si intende il controllo e la limitazione della comunicazione e di varie forme di libertà di espressione, di pensiero, di parola da parte di un' autorità.
Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato nell'ambito della comunicazione pubblica, per esempio quella per mezzo della stampa o altri mezzi di comunicazione di massa; ma si può anche riferire al controllo dell'espressione dei singoli.
Indice
1 Tipi di censura
1.1 Censura repressiva
1.2 Censura preventiva
1.3 Censura militare
1.4 Censura politica
1.5 Censura religiosa
1.6 Censura nelle carceri
1.7 Censura morale ed estetica
1.8 Autocensura
1.8.1 Quasi-censura
1.9 Censura nella psicoanalisi
2 Censura cinematografica
3 Censura televisiva
3.1 Censura dei telefilm
3.2 Censura dei cartoni animati
4 Censura di Internet
5 Censura dei software
5.1 Censura nei videogiochi
6 Censura dei fumetti
7 Censura nella musica
7.1 Censura nella musica in Italia
8 Censura di Wikipedia
9 Note
10 Bibliografia
11 Voci correlate
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni
Tipi di censura |
I tipi di censura si possono suddividere in base a diversi criteri:
- soggetti, materie e tematiche da censurare,
- tipo di medium su cui si applica la censura,
- tecnologie usate per censurare,
- modalità di censura (per esempio: censura preventiva, censura mediante forme di disturbo e/o di comunicazione sufficientemente invasiva),
- tipi di rapporto di forza attraverso cui si commette censura (forza bruta, minaccia, ricatto, corruzione, ecc.),
- grado di evidenza della censura (per esempio: spazi bianchi, "bip" nel sonoro, avvisi nella navigazione su Internet),
- grado di perfezione nel nascondere le tracce della censura nascosta,
- tipo di organizzazione che effettua la censura (organizzazioni dipendenti dallo Stato [anche indirettamente attraverso finanziamenti], associazioni per delinquere, forme ibride tra queste due),
- grado di legittimazione dell'atto di censurare.
Censura repressiva |
La censura di tipo repressivo colpisce successivamente alla diffusione del "testo", sia esso carta stampata, programma televisivo, film, ecc. Ciò avviene tramite il suo sequestro.
Censura preventiva |
La censura di tipo preventivo prevede il controllo del "testo", da parte dell'autorità competente, prima della sua diffusione. L'autorizzazione alla sua pubblicazione può essere concessa, negata o concessa a patto di determinati vincoli (modifiche).
Censura militare |
La censura militare impedisce ai singoli soldati di esprimere opinioni e divulgare informazioni che possano mettere in cattiva luce l'istituzione militare o comprometterne la sicurezza.
Censura politica |
Nei regimi autoritari la censura politica impedisce a individui, associazioni, partiti e mezzi di informazione di divulgare informazioni ed esprimere opinioni contrarie a quelle del potere esecutivo. Tale censura si realizza attraverso il divieto di trattare taluni argomenti o attraverso il controllo preventivo dei contenuti divulgati dai mezzi di informazione.
Censura religiosa |
La censura religiosa è presente in molte religioni sia in passato sia oggi. In ambito cristiano possiamo indicare il testo Contro i cristiani di Porfirio come prima vittima della censura cristiana; tre diversi imperatori cristiani infatti condannarono il testo alla distruzione e di esso ci sono pervenuti solo pochi brevi estratti. Un celebre strumento di censura individuale fu la mordacchia applicata all'eretico Giordano Bruno prima della sua esecuzione (ordinata dallo Stato Pontificio) sul rogo, per impedirgli di parlare prima di morire. L'esempio storico per antonomasia della censura religiosa e specificamente cattolica è l'Indice dei libri proibiti, redatto a seguito del Concilio di Trento e abolito nel 1966.
Censura nelle carceri |
Nei sistemi carcerari la censura serve a impedire che persone sottoposte a restrizione della libertà possano, attraverso i mezzi di comunicazione loro solitamente concessi (telefono, corrispondenza, colloqui con i familiari), continuare a delinquere.
Censura morale ed estetica |
La censura morale ha lo scopo di impedire che messaggi ritenuti moralmente scorretti, offensivi, volgari o altrimenti sconvenienti possano raggiungere il pubblico o farlo in modo indiscriminato. Un esempio è la censura applicata alla pornografia e alle rappresentazioni esplicite di violenza, che ne limita solitamente l'accessibilità da parte di minori. La P.M.R.C. fu un'associazione che si occupò di ciò in campo musicale, soprattutto negli anni ottanta, intervenendo nel controllo di dischi ritenuti osceni e privi del senso del pudore.
Autocensura |
Si parla invece di autocensura quando la censura è realizzata dal soggetto che è chiamato a esprimere opinioni e a divulgare informazioni, allo scopo di evitare di divulgare contenuti sgraditi a terzi o allo scopo di non incorrere in censura.
L'organizzazione delle imprese editoriali presuppone, inevitabilmente, una forma di controllo e selezione degli articoli da parte del direttore responsabile, sia per una questione di responsabilità per omesso controllo, in cui altrimenti questi potrebbe incorrere, sia per garantire la cosiddetta "linea editoriale" della testata. In quest'ultimo caso, il diritto di cronaca del giornalista ed il carattere di "impresa di tendenza" della testata entrano in conflitto, ma si tratta di un profilo rispetto al quale, per la sua delicatezza, nell'ordinamento dello Stato italiano non sono state previste risposte di legge.
Quasi-censura |
Capita che occasionalmente un'informazione originale e specifica, la cui stessa esistenza è quasi sconosciuta al grande pubblico, sia tenuta in una situazione di quasi-censura, essendo classificata come “sovversiva” o “sconveniente”. .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Dall'agosto 2006, il testo del 1978 di Michel Foucault, La legge del pudore, pubblicato originariamente in francese con il titolo La loi de la pudeur, che si schiera a favore dell'abolizione dell'età del consenso, è praticamente sparito da Internet, sia in inglese, sia in francese, sia in spagnolo o sia in italiano, e non compare nemmeno sui siti web dedicati all'autore.[senza fonte]
Omertà: per estensione, quando gli argomenti che confermano l'esistenza di un male coincidono con l'autocensura.
Censura nella psicoanalisi |
Nell'ambito della teoria freudiana, la censura indica quel particolare meccanismo che blocca i desideri dell'inconscio e impedisce loro di accedere alla coscienza del soggetto. La censura è quindi all'origine della rimozione, procedimento attraverso cui vengono mantenuti nell'inconscio pensieri, immagini, desideri o ricordi legati a una pulsione non accettabile.
La censura si riduce ma non si annulla completamente durante il sonno; pertanto nei sogni emergono i contenuti dell'inconscio, ma non in maniera esplicita. Il sogno è, infatti, caratterizzato da un contenuto manifesto, quello che effettivamente si ricorda al risveglio, e da un contenuto latente, composto da elementi "mascherati" mediante simboli o metafore, per poter aggirare la censura. Questa rappresentazione indiretta dei contenuti rimossi ha lo scopo di rendere accettabile alla coscienza i desideri non confessabili del sognatore.
Censura cinematografica |
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La censura cinematografica viene esercitata sui film attraverso un organo statale, che può, a seconda dei casi, intervenire sulla proiezione, sulla distribuzione e talvolta su diverse fasi della realizzazione stessa di un film.
Istituita con il fine di impedire spettacoli con contenuti violenti, contrari alla pubblica decenza, al sentimento religioso o civile, o con il fine di tutelare i minori, nei regimi totalitari è divenuta anche un mezzo di controllo dei contenuti politici di un film e un incentivo alla propaganda di regime.
Nella maggioranza dei paesi democratici, la censura cinematografica è sostituita da sistemi di autoregolamentazione ai quali aderiscono volontariamente le case produttrici e distributrici.
Censura televisiva |
Censura dei telefilm |
In Italia i telefilm trasmessi in fascia protetta vengono talvolta censurati. Ne è un esempio Smallville, che nelle repliche e negli episodi inediti della settima stagione, trasmessi tra le 15:00 e le 16:40, è stato epurato da tutte le scene più cruente. Anche Buffy ha subito molte censure.[1] Nell'estate 2008 Italia 1 ha trasmesso in fascia protetta Summer Dreams, censurando tutte le scene su una relazione omosessuale,[2] cosa che accadrà anche nelle repliche trasmesse nell'estate 2010 e negli episodi della quarta stagione in prima tv su La5.
Non è raro che le serie subiscano tagli alle scene, tuttavia se il contenuto visivo lo consente, ciò è evitabile traducendo i dialoghi in italiano utilizzando espressioni meno volgari rispetto all'originale straniero[3].
Censura dei cartoni animati |
La censura dei cartoni animati colpisce soprattutto le produzioni giapponesi. La causa della censura si può ricondurre al fatto che cartoni per adolescenti, o addirittura per adulti, vengano associati ad un pubblico infantile. Altri sostengono che tale censura sia motivata da un tentativo di allargare il pubblico fruitore sia del programma che dell'oggettistica relativa.
Le principali censure riguardano:
- eliminazione di ogni riferimento al Giappone;
- localizzazione dei nomi giapponesi;
- eliminazione di scene o dialoghi violenti o espliciti;[4]
In Italia, ad esempio, i cartoni animati sono spesso associati ad un pubblico infantile e dunque devono essere adattati per mezzo della censura. Alla censura spingono anche le associazioni dei genitori, quali ad esempio il Moige. L'adattamento del programma ad un pubblico molto giovane può portare spesso alla snaturazione del programma stesso. Molti pensano che la censura potrebbe essere evitata trasmettendo i cartoni in seconda serata. Dal 1998 esiste un'associazione che si batte contro la censura dei cartoni: l'ADAM-Associazione Difesa Anime e Manga, che mantiene contatti con giornalisti esperti del settore fumettistico.[5]
In Italia i cartoni animati vengono censurati specialmente dalle reti Mediaset. La rete che invece censura meno è MTV che tra l'altro trasmette i cartoni in prima serata e non di pomeriggio; la maggior parte dei cartoni animati trasmessi da MTV non sono stati censurati; nel caso mandi in onda un anime con contenuti non adatti avverte gli spettatori con un avviso. La censura dei cartoni è diffusa anche in altri paesi come gli USA e la Francia. Negli USA in particolare i cartoni sono molto censurati: infatti i censori statunitensi non si limitano solo a tagliare qualche scena, ma a modificare graficamente il cartone sostituendo per esempio le sigarette con i leccalecca e le pistole vere con quelle giocattolo (ad esempio in One Piece). Un altro anime particolarmente censurato è senza dubbio Detective Conan.[6] In generale, solo in Giappone gli anime restano per lo più integri (le sole censure riguardano alcuni anime a sfondo erotico o molto violento).
Censura di Internet |
Censura dei software |
Sebbene quasi inesistente, alcuni governi, come quello della Repubblica popolare cinese hanno predisposto censure di parti di software, ritenute illegali in quel paese. L'enciclopedia della Microsoft Encarta è ancora oggi censurata in diversi paesi asiatici, per alcuni dei suoi contenuti ritenuti controversi.
Nel 1983 l'Electronic Information Act legiferato dal governo di Pretoria in Sudafrica ha previsto l'approvazione, da parte di un organismo di censura, dei software che venivano scritti nella Repubblica sudafricana. Tale atto è stato emanato dal momento che i codici sorgenti di molti software che venivano prodotti, venduti e/o scambiati in Sudafrica contenevano commenti di incitamento alla lotta anti-apartheid.
Nel 1986 furono sequestrate, all'Aeroporto di Jan Smuths di Johannesbourg, più di 1.000 copie modificate del sistema operativo Windows 1.0 che contenevano un commento con l'intero libro dello scrittore bandito Donald Woods, Biko (poi ispiratore del film del 1987 Grido di libertà). L'Electronic Information Act è stato infine abolito nel 1998.
Censura nei videogiochi |
La censura nei videogiochi spinta da associazioni di genitori e dagli stessi governi, viene effettuata sin dai primi giochi con contenuti violenti e/o erotici e si divide in due tipologie:
- censura parziale dei contenuti (modifica di determinate scene o azioni per edulcorarne il contenuto);
- censura totale (il prodotto cioè non viene distribuito sul suolo nazionale).
Censura dei fumetti |
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«Basta dire che qualcosa fa male ai ragazzi e si finisce in prima pagina.» |
(Stan Lee) |
Anche i fumetti vengono talvolta censurati. La censura dei fumetti era molto diffusa negli USA negli anni cinquanta e sessanta quando si pensò che i fumetti potessero contribuire alla diffusione della delinquenza giovanile; durante il maccartismo negli USA venne dunque istituito il CCA, Comics Code Authority, il cui compito fu quello di diminuire la violenza e cancellare i messaggi di propaganda comunista o giudicati come tali[7].
Le case editrici dovettero quindi adeguarsi a questo codice censurando le storie a fumetti; la Western Publishing, che pubblicava le storie a fumetti Disney negli USA, in alcune occasioni censurò diverse storie di Carl Barks tra cui Paperino e l'incendiario (vengono censurate le ultime due vignette in cui si vede Paperino in prigione per aver provocato un incendio), Paperino e le forze occulte (tagliata la scena iniziale e quella in cui appare un orco evocato dalla strega Nocciola[8]), Zio Paperone e il vello d'oro (venne cambiato il nome alle harpies (arpie) in larkies (mattachione) perché in inglese harpies significa anche prostitute)[9] e Zio Paperone e la Stella del Polo (tagliata la scena del rapimento di Doretta Doremì). Il motivo di queste censure era la troppa violenza.
Anche in Italia negli anni sessanta si giunse a una forma di autocensura: nel 1951, l'Apostolato della Buona Stampa pubblicò un "Indicatore della stampa per ragazzi", in cui vennero elencate le testate "raccomandabili", "leggibili", "leggibili con cautela" ed "escluse". In quest'ultimo gruppo, riservato alla "stampa moralmente nociva, che non è permesso leggere per nessuna ragione, perché costituisce un eccitamento alla delinquenza, alla corruzione e alla sensualità", figuravano, fra altri 230 titoli, serie western come Pecos Bill, Il Piccolo Sceriffo e Tex. Nello stesso periodo, due deputati democristiani, Federici e Migliori, presentarono alla Camera un progetto di legge che chiedeva un controllo preventivo sui periodici a fumetti. Per evitare di dover sottoporre ogni pagina al giudizio di una "commissione di censura governativa", gli editori del settore si coalizzarono, istituendo una propria "commissione di autocensura", contraddistinta dal marchio MG (Garanzia Morale). Fu così che a partire dall'estate del 1962 tale marchio apparve sulle copertine dei principali periodici a fumetti italiani, patrocinato dall'Associazione Italiana Editori Periodici per Ragazzi. All'interno degli albi apparivano le seguenti parole:[10]
«Il periodico sulla cui copertina appare il marchio, pur conservando le sue caratteristiche di sano divertimento e di appassionanti avventure per i ragazzi, dà ai Genitori ed agli Insegnanti la garanzia che i loro giovani possono leggerlo, senza che tale lettura sia in alcun modo nociva alla loro formazione morale ed intellettuale. Sarà così raggiunto lo scopo propostosi dalla Associazione, nel concepire ed adottare il Codice Morale: e cioè, di migliorare sempre più e moralizzare, anche nel nostro particolare settore, la stampa per i ragazzi.» |
Gli editori italiani iniziarono quindi a censurare le storie eliminando le parolacce e la violenza nelle storie da loro pubblicate. Ne fecero le spese soprattutto Tex e i supereroi americani.[11] Anche i fumetti Disney vennero autocensurati: anche qui vennero rese meno violente le storie (rendendo più lievi le punizioni di Qui, Quo, Qua per esempio); inoltre anche le ristampe non uscirono indenni dalla censura: vennero modificati infatti alcuni dialoghi considerati poco politically correct. Comunque l'autocensura durò sino al giugno 1967.[11]
Ancora oggi comunque esiste la censura nei fumetti. Per esempio, la Walt Disney Company Italia quando ha ristampato storie a fumetti datate che contengono frasi poco politically correct, sono avvenute modifiche di non poco conto.[12] Per esempio quando ha ripubblicato Topolino e i grilli atomici nel novembre 2007 ha modificato la frase pronunciata da Pippo "E i zanzaroni hanno divorato i banditi!" in "E i banditi sono fuggiti".
In alcuni casi la Disney Italia ha censurato frasi che contengono riferimenti alla religione. In altri, invece, frasi che potrebbero offendere alcune categorie di persone. Per esempio nella versione originale di Paperinik il diabolico vendicatore Paperone offende Paperino dicendo che «questo pelandrone non è nemmeno capace di derubare un sordomuto cieco e paralitico». Nella versione censurata dice invece «questo pelandrone non è nemmeno capace di rubare una noce a uno scoiattolo».[13]
Anche i manga, i fumetti giapponesi, in alcuni casi sono censurati. Per esempio in seguito ad alcune proteste del Moige, la Star Comics è stata costretta a censurare, dalla terza edizione in poi, una scena del manga Dragon Ball, ritenuta non adatta ai minori. C'è un altro caso di manga censurato: la Planet Manga ha infatti censurato il manga in un volume Ludwig, pubblicato nel novembre 2005, per nascondere la relazione incestuosa e pedofila tra Biancaneve e suo padre.[14]
Censura nella musica |
Vi sono stati anche frequenti casi di censura nella musica, fra i quali alcuni dei più eclatanti sono stati la censura nel Regno Unito di Come Together dei Beatles e di God Save the Queen dei Sex Pistols.[senza fonte]
Censura nella musica in Italia |
In Italia la censura musicale è avvenuta per lo più per motivi politici durante il periodo fascista, e per motivi di contenuti considerati scabrosi secondo i codici morali del periodo negli anni cinquanta-settanta.
Un altro periodo di censura fu quello della dominazione austriaca sul Lombardo-Veneto tra il 1797 e il 1861. Si pensi alla censura a cui furono sottoposti alcuni melodrammi, fra cui Rigoletto e La Traviata di Giuseppe Verdi; al primo di questi melodrammi, tratto da "Il re si diverte" di Victor Hugo, fu imposto un cambio di ambientazione: dalla Francia del XVIII secolo alla corte dei Gonzaga a Mantova per evitare riferimenti politici, oltre che alla sostituzione di alcuni versi giudicati osceni. Ne La Traviata, tratta da La Signora delle Camelie abbiamo lo spostamento dell'azione dalla contemporaneità (1850) al 1700, oltre che la sostituzione di alcuni versi (il soggetto di La Traviata, che ha come protagonista una cortigiana, fu giudicato scandaloso).
Anche Un ballo in maschera fu spostato dalla corte danese a Boston per evitare le conseguenze psicologiche e politiche della rappresentazione di un regicidio.
Censura di Wikipedia |
Note |
^ Buffy _ Corriere della Sera, in Corriere della Sera. URL consultato il 21 agosto 2008.
^ Da oggi la seconda stagione di Summer Dreams. Sarà censurata come la prima., in tvblog.it. URL consultato il 21 agosto 2008.
^ Antonio Genna, Il doppiaggio italiano di Streghe, errori e differenze, in antoniogenna.com. URL consultato il 21 agosto 2008.
^ Ad esempio, con la sostituzione nei dialoghi dei termini uccidere e ammazzare con eliminare, far fuori o togliere di mezzo, oppure con il cambiamento del colore del sangue.
^ www.adam-homepage.eu
^ One Piece Episode Comparisons - Differences Between the English and Japanese Anime Archiviato il 3 ottobre 2007 in Internet Archive.
^ Psicologia e fumetti
^ Topolino Story 1952, pag. 70
^ www.seriesam.com
^ Storia e Futuro - Rivista di Storia e Storiografia On line Archiviato il 10 maggio 2006 in Internet Archive.
^ ab www.storiaefuturo.com Archiviato il 10 maggio 2006 in Internet Archive.
^ associazioni.monet.modena.it
^ www.papersera.net
^ www.ilbazardimari.net Archiviato il 13 settembre 2007 in Internet Archive.
Bibliografia |
- Jean Bricmont, La République des censeurs, Herne, 2014, ISBN 9782851974570.
- V. Frajese, La censura in Italia. Dall'Inquisizione alla polizia, Roma-Bari, Laterza, 2014, ISBN 978-88-581-1100-0.
Voci correlate |
- Censura cinematografica
- Censura fascista
- Censura in Algeria
- Censura in Italia
- Censura nella musica in Italia
- Censura nel mondo
- Damnatio memoriae
- Editto bulgaro
- Effetto Streisand
- Libertà di manifestazione del pensiero
- Libertà di stampa
- Libri al rogo
- Psiphon
- Quarto potere (sociologia)
- Segreto di Stato
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
Censura, su Dizionario storico della Svizzera, hls-dhs-dss.ch.
Censura, su Treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Censura, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
(EN) Censura, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Victor Zaslavsky, Censura, in Enciclopedia delle scienze sociali, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1991-2001.
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