Deportazione




La deportazione è il trasferimento coattivo di un individuo o un gruppo di individui poi obbligati a risiedere in un luogo diverso dal proprio dove vi vengono condotti con la forza.


Si differenzia dal confino e dall'esilio principalmente perché in genere al trasferimento segue la restrizione in determinate aree o proprio la reclusione, mentre il confino è più propriamente solo l'obbligo di risiedere in una determinata località e l'esilio è il mero divieto di soggiornare nel territorio nazionale.




Indice






  • 1 La deportazione come sanzione giuridica


  • 2 Deportazioni di massa


  • 3 La deportazione per genocidio


  • 4 Le deportazioni verso i lager nazisti tra il 1933 e il 1945


  • 5 Altre deportazioni dopo il 1940


  • 6 Note


  • 7 Voci correlate


  • 8 Collegamenti esterni





La deportazione come sanzione giuridica |


La misura è talora qualificata fra le sanzioni o fra le pene accessorie del diritto penale; la deportazione non è prevista da molti ordinamenti giuridici moderni, tuttavia ebbe un certo risalto in passato anche in ordinamenti di grandi stati europei.


Khosrau I, Re sasanide di Persia, nel 542 deportò 292.000 fra cittadini e schiavi per popolare l'appena creata città di Ctesifonte.[1]


In età romana la deportazione, evoluzione della interditio aquae et ignis, si scontava generalmente su un'isola (deportatio in insulam), in Sardegna oppure in qualche isola dell'Egeo ed in periodo imperiale in Asia o in Africa. La damnatio ad metalla era in pratica una deportazione nelle miniere, ove il recluso era tenuto ai lavori forzati.


Nel 1540 si ebbe in Francia la prima deportazione a fini di colonizzazione, con l'invio di alcuni detenuti in Canada.


Nel XVIII e nel XIX secolo questa pena fu oggetto di nutrite discussioni e di qualche applicazione in Inghilterra (ove fra coloro che la proponevano vi fu anche Jeremy Bentham) e di nuovo in Francia, dove, abolitala nel 1802, fu reintrodotta nel 1810 destinando i reclusi per talune fattispecie di reato alla Caienna ed in Algeria, ov'erano del resto poi tenuti ai lavori forzati (in questo caso prendeva il nome di transportation). Nel 1885 fu in pratica sostituita dalla relegazione. L'Inghilterra prima del 1730 aveva invece deportato in gran numero verso l'America criminali ed oppositori politici, e verso la metà dell'Ottocento l'istituto fu più volte riproposto.[2]


In Italia fu proposta nel 1865 come misura alternativa alla pena capitale e fu oggetto nel 1874 del progetto Vigliani, che la prevedeva per i condannati a pene detentive superiori agli anni 10 e per gli ergastolani; il progetto prevedeva il trasferimento in un'isola al di fuori del Mediterraneo[3].


In tempi recenti la deportazione è considerata invece essa stessa un crimine, precisamente contro l'umanità, ai sensi dello Statuto di Roma[4].



Deportazioni di massa |


Indipendentemente dalla sua qualificazione giuridica, la deportazione è stata applicata in varie fasi della storia come strumento di controllo sociale o politico, misura di polizia, provvedimento di lotta etnica o per altre ragioni, ed è spesso stata una componente dello sfruttamento della schiavitù. Fra le più importanti deportazioni di gruppi etnici o sociali, o comunque di masse più o meno numerose di individui, nel corso del tempo si registrano:



  • Deportazione degli Israeliti del Regno di Israele da parte degli Assiri

  • Deportazione degli Ebrei della Giudea da parte dei Babilonesi (Esilio babilonese)

  • Deportazione degli Ebrei della Giudea da parte dei Romani

  • Deportazione degli Indiani Rom della media valle del Gange (Uttar Pradesh) da parte dei Turchi Ghaznavidi (Migrazione dei Rom, XI secolo)

  • Deportazione degli Ebrei della Spagna (31 luglio 1492, Decreto dell'Alhambra)


  • Espulsione dei Mori di Spagna (1609-1614)

  • Deportazione degli Africani verso le colonie (XVII, XVIII e XIX secolo, Tratta atlantica degli schiavi africani)

  • Deportazione degli Amerindi verso le riserve indiane o in Canada

  • Deportazione degli Acadiani da parte dei Britannici, fra il 1755 e il 1763

  • Deportazione dei Garifuna (afro-amerindi) dall'isola di Saint Vincent verso l'America Centrale (1796)

  • Deportazione degli oppositori politici alla Rivoluzione francese, verso Sinnamary e Counanama, nella Guyana francese (1797, regime del Direttorio)

  • Deportazione dei "comunardi", dirigenti dell'insurrezione di Parigi dopo la Guerra franco-prussiana, verso la Nuova Caledonia e la Guyana

  • Deportazione degli Herero da parte dei tedeschi, 1904

  • Deportazione delle popolazioni italiane del Trentino durante la prima guerra mondiale (esodo dei trentini)

  • Deportazione degli individui di nazionalità od origine messicana (circa 2 milioni di persone), da parte degli Stati Uniti, verso il Messico stesso[5] (anni trenta)



La deportazione per genocidio |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Olocausto e Genocidio armeno.


Nel XX secolo la deportazione è stata utilizzata come strumento per la perpetrazione di genocidi.





Armeni in marcia durante la deportazione


Fra il 1915 ed il 1916 l'Impero Ottomano deportò circa 1.200.000 Armeni, uccidendone centinaia di migliaia; gli eventi sono noti come Genocidio armeno.


A partire dal 1939, la Germania nazista operò numerose deportazioni ai danni di diversi gruppi etnici, religiosi e sociali; queste ebbero per effetto l'esecuzione di un genocidio di proporzioni senza precedenti, con diversi milioni di morti, noto come "Olocausto".



Le deportazioni verso i lager nazisti tra il 1933 e il 1945 |


Dai primissimi giorni dell'avvento al potere di Hitler si cominciò a organizzare un vasto sistema di campi di concentramento per lo sterminio o lo sfruttamento schiavistico di categorie sociali o etniche poco gradite al Nazismo. Si cominciò nel 1933 con l'eliminazione fisica di malati di mente e portatori di handicap, per poi passare a zingari, omosessuali, ebrei e oppositori politici. Il 20 gennaio 1942, le SS, i membri del Partito Nazista e un certo numero di funzionari statali si riunirono durante la Conferenza di Wannesee, nei pressi di Berlino, per coordinare le deportazioni degli Ebrei europei verso i centri di sterminio, sia quelli già funzionanti che quelli ancora in costruzione nella Polonia occupata.[6][7] I partecipanti alla conferenza calcolarono che la “Soluzione Finale” avrebbe portato alla deportazione e successiva eliminazione di 11 milioni di Ebrei, compresi quelli che risiedevano in paesi non sotto il controllo della Germania, come l'Irlanda, la Svezia, la Turchia e la Gran Bretagna. Il sistema poté svilupparsi grazie all'indifferenza generale sia dei tedeschi sia delle altre nazioni, che erano più o meno al corrente di quanto avveniva in Germania e più tardi nei territori occupati da Nazisti (non va dimenticato che alcuni dei più grandi lager era situati in territori occupati da poco, come ad esempio Auschwitz in Polonia, o Mauthausen in Austria).
Si calcola che il numero di persone uccise nei campi di sterminio si aggiri tra i 12 e i 13 milioni, di cui circa la metà erano ebrei, anche se il numero esatto non si potrà mai sapere perché i Nazisti negli ultimi giorni della guerra, ove possibile, distrussero gli archivi dei lager, e i deportati che venivano uccisi all'arrivo in un campo (bambini, anziani, ammalati, portatori di handicap) non venivano nemmeno registrati.
Nei territori occupati, i Nazisti poterono spesso avvalersi della collaborazione di simpatizzanti locali (per un esercito invasore non è facile individuare subito gli appartenenti a un gruppo sociale, etnico, politico o religioso se non c'è collaborazione da parte di qualcuno del luogo che ne fornisca nomi e indirizzi).
In Italia la deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio nazisti cominciò solo dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, ma si avvalse della piena collaborazione dei fascisti della Repubblica di Salò che fornirono nomi e indirizzi ai Nazisti e che parteciparono in prima persona alle operazioni di cattura[8].[9] La Repubblica di Salò gestiva inoltre diversi campi di smistamento come quelli di Borgo San Dalmazzo, Fossoli e Bolzano, e decine di punti di raccolta e tortura noti come ville tristi di cui manca un censimento completo.



Altre deportazioni dopo il 1940 |



  • Deportazione dei Tedeschi del Volga, da parte dell'Unione Sovietica, verso il Kazakistan (1941)

  • Deportazione dei Ceceni, al termine dell'insurrezione cecena, verso il Kazakistan (1944 - Operazione Lentil)

  • Deportazione degli abitanti dell'atollo di Bikini, nel 1946, verso l'isola di Rongerik (per consentire esperimenti nucleari statunitensi)

  • Dopo la divisione dell'India del 1947, si verificarono notevoli flussi migratori fra i territori di India, Pakistan e Bangladesh; questi flussi (stimati in circa 17.900.000 persone trasferite) sono stati da più parti definiti "deportazioni"

  • Deportazione degli individui di etnia messicana da parte degli Stati Uniti verso il Messico (Operazione Wetback, 1954)

  • Deportazione degli Ilois dell'isola di Diego Garcia, nel 1966, da parte del governo britannico (per far posto ad una base navale statunitense)



Note |




  1. ^ Christensen, The Decline of Iranshahr: Irrigation and Environments in the History of the Middle East, 500 B.C. to A.D. 1500, 1993.


  2. ^ Daniels, Coming to America: A History of Immigration and Ethnicity in American Life, 2002.


  3. ^ Si veda Italo Mereu, La morte come pena. Saggio sulla violenza legale, Donzelli Editore, 2000


  4. ^ Statuto di Roma - Art. 7 punto (d)


  5. ^ McKay, "The Federal Deportation Campaign in Texas: Mexican Deportation from the Lower Rio Grande Valley During the Great Depression," Borderlands Journal, Fall 1981;
    Balderrama and Rodriguez, Decade of Betrayal: Mexican Repatriation in the 1930s, 1995;
    Valenciana, "Unconstitutional Deportation of Mexican Americans During the 1930s: A Family History and Oral History," Multicultural Education, 2006;
    SB 670 Senato USA
    MEXICAN AMERICANS AND REPATRIATION | The Handbook of Texas Online| Texas State Historical Association (TSHA)
    USATODAY.com - U.S. urged to apologize for 1930s deportations.



  6. ^ Deportation to the Death Camps, Yad Vashem (EN)


  7. ^ Database of deportations during the Holocaust - The International Institute for Holocaust Research, Yad Vashem (EN)


  8. ^ Giacomo De Benedetti, 18 ottobre 1943, Torino, Einaudi, 2005


  9. ^ Deportazione dei lavoratori di Sesto San Giovanni



Voci correlate |



  • Confino

  • Esilio

  • Colonia penale

  • Relegazione

  • Domicilio coatto

  • Genocidio

  • Olocausto

  • Diaspora

  • Crimini contro l'umanità

  • Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti

  • Fondazione Memoria della Deportazione



Collegamenti esterni |






  • Deportazione, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata

  • La deportazione dei Tedeschi di Russia

  • Alcune testimonianze, su germanici.altervista.org.


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