Libro di Tobia












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Progetto Religione
uso tabella






Tobia e l'angelo di Filippino Lippi



Il Libro di Tobia (greco Τοβίτ, tobìt; latino Tobit) è un testo contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.


Ci è pervenuto in greco sulla base di un prototesto aramaico perduto redatto in Giudea attorno al 200 a.C.; sono stati trovati dei frammenti in aramaico a Qumran.


È composto da 14 capitoli descriventi la storia dell'ebreo Tobi, ambientata nell'VIII-VII secolo a.C. Deportato dagli Assiri, diventa cieco. Il figlio Tobia (detto anche Tobiolo) compie un viaggio, conosce e sposa Sara, al ritorno guarisce Tobi con l'aiuto di Raffaele.




Indice






  • 1 Caratteristiche


  • 2 Contenuto


    • 2.1 La storia di Tobia


    • 2.2 La storia di Sara


    • 2.3 Il viaggio


    • 2.4 Il ritorno




  • 3 Lingua


  • 4 Note


  • 5 Altri progetti





Caratteristiche |


Il Libro di Tobia è entrato piuttosto tardi e dopo alcune incertezze - alla fine del IV secolo in occidente e nel 692 d.C. in oriente - nella Bibbia cattolica e ortodossa, mentre è stato escluso dalla Bibbia ebraica e da quella protestante.[1] Secondo gli studiosi della École biblique et archéologique française (i curatori della cattolica Bibbia di Gerusalemme), il testo è caratterizzato da una notevole noncuranza nei confronti di storia e geografia e gli esegeti della interconfessionale Bibbia TOB aggiungono che anche se "a prima vista, il racconto dà l'impressione di essere strettamente storico per l'abbondanza dei dettagli sui tempi, i luoghi le persone e i grandi avvenimenti della storia [...] questa apparente precisione non deve creare illusioni. Numerosi dati non resistono all'esame critico".[2][3] Concordemente, gli studiosi della Bibbia Edizioni Paoline precisano che "benché la narrazione venga inquadrata nell’ambiente dei secoli 8° e 7° aC. in una precisa cornice geografica, sociale e cronologica, tuttavia si rilevano nell’opera varie incongruenze. La deportazione della tribù di Neftali avvenuta sotto il re Tiglat-Pilezer III, 745-727 aC., viene attribuita a Salmanassar V, 727-721 aC.[4] [...]; Tobi che avrebbe assistito allo scisma del regno d'Israele, 930 aC., sarebbe stato deportato due secoli dopo, e quando divenne cieco sotto il successore di Sennacherib, 706-682 aC., avrebbe avuto solamente 58 anni. Le idee, i costumi, le pratiche religiose contenute nel libro sono caratteristiche dell'epoca postesilica"; anche gli esegeti del "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano come "il carattere novellistico è dimostrato da parecchie caratteristiche, quali le inesattezze storiche e la manipolazione letteraria del tempo e dei personaggi".[5][6] Inoltre, il Libro di Tobia afferma che la città di Ecbatana è sita in pianura e la città di Rage è sita in montagna e che distano tra loro due giorni di cammino[7], mentre in realtà - come osservano i citati esegeti della Bibbia di Gerusalemme e della Bibbia TOB - sia Ecbatana (presso l'attuale Hamadan) che Rage (presso l'attuale Teheran) sono entrambe in altura e distano da 10 a 20 giorni di cammino[8]; in particolare, all'opposto di quanto affermato nel versetto biblico citato, le due città "distavano tra loro ben 300 km[9] ed Ecbàtana era molto più in alto di Rage: per l'esattezza a 2000 m di altitudine"[10].


Dichiarato canonico dal concilio di Cartagine nel 397 e confermato nel concilio di Trento (1546). Non è mai stato considerato parte del Tanakh, la bibbia della maggior parte degli Ebrei ortodossi, poiché le versioni conosciute erano in greco; sono stati però scoperti frammenti in lingua originale nella caverna IV a Qumran nel 1955 (v. Manoscritti non biblici di Qumran). Questi frammenti combaciano con il testo greco che ci è giunto. La stesura del libro pare risalire ad un'epoca poco anteriore ai Maccabei, e presuppone tradizioni aramaiche.



Contenuto |


Il libro, ambientato nel VII secolo a.C., narra la storia di una famiglia ebraica della tribù di Neftali, deportata a Ninive, composta dal padre, Tobi, dalla madre Anna e dal figlio Tobia. Nella versione latina del testo padre e figlio hanno lo stesso nome, Tobias, per cui nella tradizione italiana il padre era chiamato Tobia e il figlio Tobiolo.



La storia di Tobia |





Tobia dice addio a suo padre, di William-Adolphe Bouguereau


Condotto prigioniero in Assiria nella deportazione delle tribù del regno di Israele nel 722 a.C., Tobi si prodiga ad alleviare le pene dei suoi connazionali in cattività (i primi due capitoli e mezzo sono narrati in prima persona). Nel corso delle varie vicende perde il suo patrimonio, e, in seguito ad un atto di carità, anche la vista. Sentendo approssimarsi la propria fine, decide di mandare il figlio Tobia nella Media presso un parente, Gabael, a riscuotere dieci talenti d'argento lasciatigli in deposito. Prima di fare questo, si raccoglie in preghiera.[11]



La storia di Sara |


In contemporanea a questa vicenda viene raccontata la storia di Sara. Questa giovane donna, figlia del parente di Tobi Raguele, abitante di Ecbàtana, era posseduta dal demone Asmodeo che uccideva tutti gli uomini con cui si univa. Un giorno, una serva del padre della giovane, accusa la stessa di essere l'unica responsabile della morte dei mariti avuti. Sara, affranta per quanto accaduto, decide di togliersi la vita impiccandosi. Proprio nell'atto di porre in essere tale proposito medita sul fatto che il suo suicidio comporterebbe un ulteriore dolore per i genitori e desiste. In tale frangente Sara prega affinché Dio la faccia morire al più presto.[12]



Il viaggio |


Le preghiere di entrambe queste persone vengono accolte da Dio che invia sulla terra l'arcangelo Raffaele. Questi si presenterà agli occhi di Tobia, sotto mentite spoglie, nella veste di una guida che conosce bene la strada.
Ha inizio così il viaggio di Tobia, in cui si imbatterà in alcuni avvenimenti che saranno utili alla guarigione sia di Sara che del padre Tobi. Primo fra tutti è la sosta presso il fiume Tigri, in cui Tobia viene assalito da un pesce. In tale circostanza, l'arcangelo sprona Tobia a non scappare e a afferrare il pesce per la testa. Così facendo il giovane sconfigge l'animale e, sempre su consiglio dell'angelo, estrae dal pesce il fiele, il cuore e il fegato. Giunto ad Ecbatana, sposa Sara, liberandola dal demone grazie alle indicazioni di Raffaele e utilizzando quanto prelevato dal pesce. L'Arcangelo poi provvede, dopo un titanico combattimento, a legare il demone ad una montagna.



Il ritorno |


Riscossi i talenti d'argento, Tobia fa ritorno dal padre. Giunto a casa, sempre grazie ad un consiglio di Raffaele, Tobia spalma sugli occhi di Tobi il fiele del pesce pescato durante il viaggio, facendogli così recuperare la vista. Solo alla fine del libro Raffaele mostra la sua vera identità.



Lingua |


Il libro è stato probabilmente scritto in aramaico, e pare che la Vulgata di Girolamo si basi proprio sul testo originale.


Il nome del demone Asmodeo deriverebbe da quello di Aeshma Daeva, che nell'antica tradizione iranica era il "dio dell'ira".



Note |




  1. ^ Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 920, ISBN 978-88-10-82031-5.


  2. ^ Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, pp. 919-923, ISBN 978-88-10-82031-5.


  3. ^ Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, pp. 1872, 1875, ISBN 88-01-10612-2.


  4. ^ Anche gli esegeti del "Nuovo Grande Commentario Biblico", allo stesso modo di quelli della Bibbia TOB, precisano che "il re Assiro responsabile della deportazione della tribù di Neftali dalla Galilea fu Tiglat-Pileser III (745-727; cf. 2Re15,29), non Salmanassar V, che detenne il potere al tempo della caduta di Samaria nel 722. È un esempio delle molte inesattezze storiche che si trovano nel libro." (Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 742, ISBN 88-399-0054-3. Cfr anche: Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 1876, ISBN 88-01-10612-2.).


  5. ^ La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, pp. 597, 614, ISBN 88-215-1068-9.


  6. ^ Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, pp. 741-742, 744, ISBN 88-399-0054-3.


  7. ^ "Gli disse: «Certo, parecchie volte sono stato là e conosco bene tutte le strade. Spesso mi recai nella Media e alloggiai presso Gabael, un nostro fratello che abita a Rage di Media. Ci sono due giorni di cammino da Ecbatana a Rage. Rage è sulle montagne ed Ecbatana è nella pianura»." (Tb5,6).


  8. ^ Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 1883, ISBN 88-01-10612-2.


  9. ^ Notano ancora gli esegeti della Bibbia Edizioni Paoline che "la distanza di almeno 300 km che separa Ecbatana da Rage viene inverosimilmente superata in soli due giorni" e quelli del "Nuovo Grande Commentario Biblico" concludono come "forse per un angelo è un viaggio di due giorni, ma l'esercito di Alessandro ne ha impiegati 11 per percorrere i quasi 300 km (vedi ARRIANO, Anabasis Alexandri 3,20). Ecbatana è situata su una collina, non in pianura". (Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 744, ISBN 88-399-0054-3; La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 597, ISBN 88-215-1068-9.).


  10. ^ Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 920, ISBN 978-88-10-82031-5.


  11. ^ La Sacra Bibbia - IntraText


  12. ^ La Sacra Bibbia - IntraText



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