Trattato di Parigi (1814)




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Il Primo Trattato di Parigi - firmato il 30 maggio 1814 - stabiliva le frontiere della Francia dopo la sconfitta di Napoleone I, esiliato sull'Isola d'Elba.


Esso stabiliva (art. II) che «Il Regno di Francia conservava l'integrità dei suoi confini, quali questi erano al 1º gennaio 1792». Inoltre ad esso veniva garantita la sovranità sulla parte occidentale della Savoia (Dipartimento del Monte Bianco). Inoltre gli antichi possedimenti papali avrebbero formato il nucleo del nuovo Dipartimento del Vaucluse, mentre in applicazione al principio di legittimità, il principe di Monaco sarebbe stato reintegrato sul suo trono, pur sotto la protezione della Francia.


Il Regno Unito accettava di restituire alla Francia la Guadalupa, la Martinica, l'isola di Riunione e la colonia del Senegal. Non, però, Mauritius (e le Seychelles, da essa dipendenti). Haiti restava indipendente.


Malta, che non era stata restituita all'Ordine come previsto, divenne ufficialmente parte dell'Impero britannico.


Dopo il ritorno di Napoleone ed il periodo dei cento giorni, un Secondo Trattato di Parigi venne firmato il 20 novembre 1815. Esso fu molto più severo con la Francia, costringendola - fra l'altro - a perdere la sovranità sulle città di Saarbrücken, Annecy e Chambéry.



Voci correlate |



  • Restaurazione

  • Congresso di Vienna



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