Giusti tra le nazioni




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«Chi salva una vita, salva il mondo intero»


(Talmud)



La stele all'ingresso del Giardino dei Giusti dello Yad Vashem di Gerusalemme


Dopo la seconda guerra mondiale, il termine Giusti tra le nazioni (in ebraico: חסידי אומות העולם, traslitterato Chasidei Umot HaOlam) è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah. È inoltre una onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem fin dal 1962, a tutti i non ebrei riconosciuti come "Giusti".




Indice






  • 1 Origine del termine


  • 2 La leggenda dei 36 giusti


  • 3 Significato moderno


  • 4 L'onorificenza


  • 5 I Giusti tra le nazioni per nazionalità e paese d'origine


  • 6 Alcuni dei Giusti italiani


  • 7 Note


  • 8 Bibliografia


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Origine del termine |


Il termine Gentile giusto è utilizzato nella tradizione ebraica per indicare i non ebrei che hanno rispetto per Dio. Nella tradizione ebraica, infatti, le numerose norme e precetti contenute nella Torah, nella Mishnah, nella Gemara e nelle Halacha, devono essere rispettate esclusivamente dagli ebrei, che sono tenuti a rispettare il patto che i loro antenati hanno stipulato con Dio. Al confronto delle 613 mitzvot che gli ebrei devono rispettare, i non ebrei sono tenuti a rispettare i principi etici contenuti nelle leggi noachiche: non uccidere, non commettere adulterio, avere un tribunale (un ordinamento legislativo e giudiziario), e così via.



La leggenda dei 36 giusti |


Secondo Talmud ogni generazione conosce 36 lamedvavnikim, ossia 36 uomini dalla cui condotta dipende il destino dell'umanità. Secondo la tradizione svolgerebbero lavori umili e verrebbero sostituiti dopo la morte: eserciterebbero il loro potere quando su Israele incombe una minaccia, per poi scomparire dopo averla eliminata[1].



Significato moderno |


Nel 1963[2], una commissione guidata dalla Corte Suprema di Israele ha ricevuto l'incarico di conferire il titolo onorifico di Giusto tra le nazioni. La Commissione, composta da 35 membri, è formata da personalità pubbliche volontarie, da professionisti e da storici, molti dei quali sono essi stessi dei sopravvissuti. La Commissione è presieduta da un ex giudice della Corte Suprema: Moshe Landau (dal 1963 al 1970), Moshe Bejski (dal 1970 al 1995), Jakov Maltz (dal 1995).


.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Per svolgere il proprio compito la Commissione segue criteri meticolosi ricercando documentazione e testimonianze che possano avvalorare il coraggio e il rischio che i salvatori hanno affrontato per salvare gli ebrei dalla Shoah.[Specificare: Quali sono i criteri o i requisiti che regolano l'assegnazione della nomina? Per la voce questi sono dati fondamentali]



L'onorificenza |




Attestato di Giusto tra le nazioni




Medaglia del Giusto tra le nazioni


Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia con inciso il suo nome, riceve un certificato d'onore e il privilegio di vedere il proprio nome aggiunto agli altri presenti nel Giardino dei Giusti presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme. A ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Dagli anni novanta tuttavia, poiché il Monte della Rimembranza è completamente ricoperto di alberi, il nome dei giusti è inciso sul Muro d'Onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.


La cerimonia di conferimento dell'onorificenza si svolge solitamente presso il museo Yad Vashem alla presenza delle massime cariche istituzionali israeliane, ma si può tenere anche nel paese di residenza del Giusto se egli non è in grado di muoversi.


Ai Giusti tra le nazioni, inoltre, viene conferita la cittadinanza onoraria dello Stato di Israele.


Alla data del l° gennaio 2018 sono stati riconosciuti da Yad Vashem 26.973 Giusti tra le nazioni di 51 diversi paesi[3].


Oltre ai benefici onorifici i Giusti tra le nazioni possono ricevere anche una sorta di pensione e aiuto economico se si trovano in difficoltà finanziarie, godono dell'assistenza sanitaria dello Stato di Israele e, se residenti in Israele, hanno diritto a una pensione.


In Italia le indagini preliminari per il riconoscimento dei Giusti tra le nazioni vengono svolte dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.



I Giusti tra le nazioni per nazionalità e paese d'origine |


Quello che segue è un l'elenco di Giusti tra le nazioni secondo la nazionalità o l'origine etnica, aggiornato al 1º gennaio 2018[4]. La fonte è il database ufficiale dell'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, che include i nominativi solo dopo un lungo lavoro di verifica storica delle testimonianze pervenute[5]. Il numero di Giusti per nazionalità è fisiologicamente soggetto a notevoli differenze perché la densità di popolazione ebraica era variabile di nazione in nazione: poteva per esempio andare dal 10,5% polacco ai pochi decimali di punto italiani o norvegesi.


















































































































































































Classifica
Paese d'origine
Numero di giusti tra le nazioni
1
Polonia Polonia
6 706
2
Paesi Bassi Paesi Bassi
5 595
3
Francia Francia
3 995
4
Ucraina Ucraina
2 573
5
Belgio Belgio
1 731
6
Lituania Lituania
891
7
Ungheria Ungheria
844
8
Italia Italia
682
9
Bielorussia Bielorussia
641
10
Germania Germania
601
11
Slovacchia Slovacchia
572
12
Grecia Grecia
335
13
Russia Russia
204
14
Lettonia Lettonia
136
15
Serbia Serbia
135
16
Rep. Ceca Repubblica Ceca
116
17
Croazia Croazia
115
18
Austria Austria
109
19
Moldavia Moldavia
79
20
Albania Albania
75
21
Norvegia Norvegia
67
22
Romania Romania
60
23
Svizzera Svizzera
49
24
Bosnia ed Erzegovina Bosnia
43
25
Armenia Armenia
24
26




Danimarca Danimarca[6][7]

Regno Unito Gran Bretagna

22
28
Bulgaria Bulgaria
20
29







Macedonia Repubblica di Macedonia

Svezia Svezia

Slovenia Slovenia

10
32
Spagna Spagna
9
33
Stati Uniti Stati Uniti
5
34




Estonia Estonia

Portogallo Portogallo

3
36











Brasile Brasile

Cile Cile

Indonesia Indonesia

Cina Cina

Perù Perù

2
41





















Cuba Cuba

Ecuador Ecuador

Egitto Egitto

El Salvador El Salvador

Georgia Georgia

Giappone Giappone

Lussemburgo Lussemburgo

Montenegro Montenegro

Vietnam Vietnam

Turchia Turchia

Irlanda Irlanda

1

Totale

26.973

A gennaio 2017 i giusti tra le nazioni onorati dallo Yad Vashem erano 26.973[8], 694 di questi sono italiani. L'Italia[9] è oggi l'ottava nazione per maggior numero di "Giusti" certificati dalla commissione preposta dall'Ente nazionale per la Memoria della Shoah[10] di Gerusalemme.



Alcuni dei Giusti italiani |





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Le singole voci sono elencate nella Categoria:Giusti tra le nazioni italiani

Dal 1964 al 2018 presso Yad Vashem risultano certificati 694 Giusti tra le nazioni di cittadinanza italiana.[11] Alcuni dei più noti sono:




  • Giorgio Perlasca, commerciante padovano, contribuì a salvare numerosissimi ebrei a Budapest spacciandosi per un diplomatico spagnolo. Sulla sua storia il giornalista Enrico Deaglio ha scritto il libro La banalità del bene (ISBN 88-07-81233-9), da cui è stato tratto il film per la televisione Perlasca - Un eroe italiano.


  • Carlo Angela, medico e antifascista piemontese (padre di Piero Angela e nonno di Alberto Angela), nascose nella sua clinica di San Maurizio Canavese numerosi ebrei e antifascisti, facendoli passare per malati. La sua azione è rimasta sconosciuta per mezzo secolo, fino a quando uno degli ebrei salvati da lui, Renzo Segre, l'ha raccontata nel libro Venti mesi (Sellerio, 1995).


  • Gino Bartali, ciclista, trasportò, all'interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità; inoltre, durante l'occupazione nazista nascose, in una cantina di sua proprietà, una famiglia ebrea fino all'arrivo degli Alleati[12].




La stele dedicata all'italiano Giorgio Perlasca allo Yad Vashem di Gerusalemme




  • Arrigo Beccari, sacerdote e il dottor Giuseppe Moreali nascosero un centinaio di bambini a Villa Emma, presso Nonantola. Furono i primi italiani certificati come "Giusti". Dalla loro storia venne tratto lo sceneggiato RAI La fuga degli innocenti.

  • Clelia Caligiuri De Gregorio di (Piavon). Vedova, con tre figli, Clelia aiutò per quasi tutto il periodo della seconda guerra mondiale l'ebrea Sarina Karliner, una rifugiata jugoslava, conosciuta a Follina in provincia di Treviso. Ogni giorno portò cibo a Sarina, a rischio della sua libertà. Quando i tedeschi arrivarono nell'Italia Settentrionale la portò a Piavon, nascondendola in un rifugio sicuro in un armadio di casa sua e fornendole ogni genere di conforto. Fece questo fino a luglio del 1944. Quando ci fu pericolo che le SS potessero scoprire il suo nascondiglio, Clelia la scortò personalmente per accertarsi che arrivasse a destinazione, e a rischio e pericolo della sua stessa vita, in un altro rifugio a Lutrano. Sarina rimase in questo rifugio fino alla liberazione. Durante questo periodo, Clelia andò regolarmente due volte alla settimana da Sarina portandole le vettovaglie necessarie; le lasciò anche del denaro da usare nel caso fosse stata necessaria una sua fuga improvvisa. Il 18 ottobre 1966 Yad Vashem ha riconosciuto Clelia come una dei Giusti tra le nazioni, dedicandole anche nel Giardino dei Giusti una targa a sua memoria[13].


  • Eugenio Bussa, sacerdote milanese, salvò molti bambini ebrei nascondendoli, sotto falso nome, nella casa per sfollati di Serina.


  • Michele Carlotto dalle valli del Pasubio fece scappare in Svizzera una quarantina di ebrei slavi lì confinati.

  • Daniele Cupertino, pastore avventista e sua moglie Teresa Morelli, a Roma.


  • Elia Dalla Costa, cardinale, arcivescovo di Firenze, è stato riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" nel 2012 «per aver offerto rifugio a oltre 110 ebrei italiani e 220 stranieri» nella Firenze occupata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.


  • Vincenzo Fagiolo, sacerdote e il cardinale Pietro Palazzini collaborarono a Roma per salvare molti ebrei.


  • Odoardo Focherini, assicuratore di Carpi, con l'aiuto di don Dante Sala mise in piedi un'organizzazione di salvataggio degli ebrei. Catturato dai nazisti e deportato, morì nel campo di concentramento di Hersbruck presso il Campo di concentramento di Flossenbürg.


  • Arturo Carlo Jemolo, insieme alla moglie Adele Morghen e alla figlia Adele Maria, per aver ospitato e nascosto nella propria casa romana la famiglia di Mario e Giorgio Falco, amici ebrei.


  • Ruffino Niccacci, frate francescano di Assisi, in collaborazione con il già citato vescovo Giuseppe Placido Nicolini diede protezione a migliaia di ebrei, rifugiandoli nei conventi dei frati Minori di Assisi e finanche nelle case di Deruta.


  • Giuseppe Placido Nicolini, vescovo di Assisi, e don Aldo Brunacci, nascosero 300 ebrei.


  • Giovanni Palatucci, questore di Fiume. Aiutò gli ebrei dopo le leggi razziali fasciste del 1938 salvandone alcuni durante la guerra e fino al suo arresto da parte dei nazisti. Morì nel Campo di concentramento di Dachau.


  • Lorenzo Perrone citato da Primo Levi in Se questo è un uomo e da Yad Vashem come esempio di "Giusto", per essere stato determinante alla sopravvivenza dello scrittore e partigiano ebreo italiano ad Auschwitz[14][15][16]


  • Girolamo Sotgiu, storico e uomo politico, insieme alla moglie Bianca Ripepi, per aver salvato dalla deportazione la bambina ebraica Lina Kantor Amato, a Rodi, nel 1944, falsificandone i documenti e facendola passare per loro figlia[17].

  • Succi Luigi e la moglie Maria, di Verica, frazione di Pavullo nel Frignano, per aver salvato una famiglia di ebrei (dott. Neppi) nascondendoli in casa dal novembre del 1943 fino al 12 maggio 1945 [18];


  • Tullio Vinay, pastore valdese, a Firenze.

  • Don Luigi Mazzarello, per aver salvato quattro ebrei (tra cui Enrico Levi, zio dello scrittore Primo Levi) nascondendoli nel santuario di Nostra Signora delle Grazie della Rocchetta di Lerma, in Provincia di Alessandria, mentre nelle colline circostanti si scatenava la rappresaglia nazifascista detta “Strage della Benedicta” che portò alla fucilazione di quasi 150 partigiani e alla deportazione di molti altri.

  • Antonio Dalla Valle e la famiglia Tambini, formata dai coniugi Aurelio e Amelia e dai figli Vincenzo e Rosita, fecero parte di una catena di soccorritori che a Bagnacavallo (Ravenna) salvò la vita a due famiglie di ebrei provenienti da Fiume, i Weiss e Galandauer.


  • Andrea Schivo, secondino presso il carcere di San Vittore, sfamò e alleviò per quanto possibile le condizioni dei detenuti ebrei in attesa di deportazione. Scoperto, fu anche egli deportato e morì in un lager nazista.


  • Ezio Giorgetti e Osman Carugno, durante l'occupazione nazista misero in salvo 38 ebrei nelle campagne tra la Romagna e le Marche.

  • Guido Bortolameotti, prete che salvò un ebreo nascondendolo nella canonica del paese di Cloz dal 1943 fino alla fine della guerra.



Note |




  1. ^ La leggenda dei 36 giusti, su lalocuzionedianassimandro.it.


  2. ^ Operatività della Commissione di "Giusti fra le Nazioni"


  3. ^ Names of Righteous by Country, su yadvashem.org. URL consultato il 20 novembre 2018.


  4. ^ Names of Righteous by Country, su yadvashem.org. URL consultato il 20 novembre 2018.


  5. ^ Statistiche dei Giusti fra le Nazioni aggiornato a gennaio 2016 Archiviato il 13 ottobre 2016 in Internet Archive.


  6. ^ Per loro richiesta, i membri del movimento di resistenza danese (Modstandsbevægelsen) che parteciparono alle azioni di soccorso e di salvataggio sono considerati un unico gruppo.


  7. ^ Vedi: About statistics Archiviato il 13 ottobre 2016 in Internet Archive.


  8. ^ Names of Righteous by Country, su yadvashem.org. URL consultato il 20 novembre 2018.


  9. ^ Righteous Among the Nations Honored by Yad Vashem by 1 January 2017 - Italy (PDF), su yadvashem.org. URL consultato il 20 giugno 2017.


  10. ^ Definizione di Yad Vashem secondo il sito ufficiale del Memoriale in lingua italiana, su yadvashem.org.


  11. ^ L'elenco completo e aggiornato dei giusti italiani e' disponibile sul sito dell'Istituto Yad Vashem alla pagina "Italy".


  12. ^ Gino Bartali, 23 settembre 2013


  13. ^ Yad Vashem onora l'italiana Clelia Caligiuri De Gregorio


  14. ^ Yad Vashem su Lorenzo Perrone, salvatore dello scrittore ebreo Primo Levi, nominato Giusto fra le Nazioniil 7 giugno 1998


  15. ^ Yad Vashem sui Giusti, citando Primo Levi


  16. ^ Se questo è un uomo di Primo Levi, postfazione di Cesare Segre, capitolo: I fatti dell'estate, pag. 109, Giulio Einaudi Editore, Torino 2005, ISBN 978-88-06-17655-6


  17. ^ La Nuova Sardegna, 6 novembre 2015


  18. ^ «Giusti tra le nazioni»: onorati da Israele Luigi e Maria Succi - Cronaca - Gazzetta di Reggio, in Gazzetta di Reggio, 11 luglio 2014. URL consultato il 18 luglio 2018.



Bibliografia |



  • Israel Gutman, Liliana Picciotto, Bracha Rivlin, I Giusti d'Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei. 1943-1945, Mondadori, ISBN 88-04-55127-5

  • Balboni, Maria Pia, Bisognava farlo. Il salvataggio degli ebrei internati a Finale Emilia, Giuntina, Firenze 2012, ISBN 978-88-8057-486-6, su giuntina.it.

  • Martin Gilbert, I giusti. Gli eroi sconosciuti dell'olocausto, Roma, Città Nuova, 2007, ISBN 978-88-311-7492-3.


  • Gabriele Nissim, Il Tribunale del Benedetto, Mondadori 2004, ISBN 88-04-52568-1


  • Gabriele Nissim, L'Uomo che fermò Hitler, Mondadori 1999, ISBN 88-04-47331-2

  • David P. Gushee, Righteous Gentiles of the Holocaust: Genocide and Moral Obligation, Paragon House Publishers, ISBN 1-55778-821-9

  • Ellen Land-Weber, To Save a Life: Stories of Holocaust Rescue, University of Illinois Press, ISBN 0-252-02515-6

  • Mordecai Paldiel, The Path of the Righteous: Gentile Rescuers of Jews During the Holocaust, KTAV Publishing House, Inc., ISBN 0-88125-376-6


  • Nechama Tec, When Light Pierced the Darkness: Christian Rescue of Jews in Nazi-Occupied Poland, Oxford University Press, ISBN 0-19-505194-7

  • Irebe Tomaszewski & Tecia Werblowski, Zegota: The Council to Aid Jews in Occupied Poland 1942-1945, Price-Patterson, ISBN 1-896881-15-7

  • Ugo G. Pacifici Noja e Silvia Pacifici Noja, Il cacciatore di giusti: storie di non ebrei che salvarono i figli di Israele dalla Shoah, Cantalupa Torinese, Effatà, 2010, ISBN 978-88-7402-568-8


  • Piero Antonio Toma, Il silenzio dei giusti. Napoli 1943. Il ritorno degli Ebrei, Grimaldi & C.editori ISBN 88-88338-87-X



Voci correlate |



  • Dietrich Bonhoeffer

  • Carl Lutz

  • Oskar Schindler

  • Raoul Wallenberg

  • Salvataggio degli ebrei danesi

  • Wilm Hosenfeld

  • Yad Vashem



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giusto tra le Nazioni


Collegamenti esterni |




  • Righteous Among the Nations presso lo Yad Vashem

  • Saving Jews: I Giusti polacchi, su savingjews.org.


  • Galleria fotografica dei Giusti tra le nazioni presso il Centro Simon Wiesenthal

  • Rescuers during the Holocaust, su hearthasreasons.com.


  • The Holocaust: "Righteous Among the Nations" at Jewish Virtual Library

  • Comitato per la Foresta dei Giusti, su gariwo.net.

  • A Teacher's Guide to the Holocaust: Rescuers, su fcit.coedu.usf.edu.


  • Giusti Emilia-Romagna, su giustiemiliaromagna.it. Sito sui Giusti tra le Nazioni emiliano-romagnoli a cura del Museo ebraico di Bologna.


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