Politecnico di Torino
Politecnico di Torino | |
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L'ingresso principale del Politecnico di Torino, sede di Corso Duca degli Abruzzi | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Torino |
Altre sedi | Alessandria, Biella, Mondovì, Verrès |
Dati generali | |
Fondazione | 1859 |
Tipo | Politecnico |
Rettore | Guido Saracco |
Direttore generale | Aldo Tommasin |
Studenti | 33 140 (2017) [1] |
Dipendenti | 804 docenti e ricercatori (2017) [2] |
Sport | CUS Torino |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
Il Politecnico di Torino è una università statale italiana, specializzata per gli studi di ingegneria e architettura, che ha sede nel capoluogo piemontese.
Indice
1 Storia
2 Sedi
3 Stemma universitario
4 Dipartimenti
5 Museo archivio del Politecnico di Torino
6 Rettori
6.1 Scuola di applicazione
6.2 Politecnico di Torino
7 Note
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia |
Il Regio Politecnico di Torino nacque nel 1906; in precedenza vi era un altro ateneo specialistico, la Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, istituita nel 1859 in applicazione della legge Casati.
La prima sede del Politecnico fu il castello del Valentino, del quale l'ateneo detiene tuttora la proprietà.[3] All'inizio del XX secolo, il Regio Politecnico si occupò di diverse aree disciplinari entrando in relazione sia con il mondo scientifico europeo che con l'industria dell'area torinese e italiana. Nacquero l'istituto di aeronautica e vari nuovi laboratori, dalla chimica all'architettura. Successivamente, la facoltà di Ingegneria fu trasferita in un edificio, oggi scomparso, che occupava l'intero isolato tra via Giolitti, via San Francesco da Paola, via Cavour e via Accademia Albertina (l'attuale piazzale Valdo Fusi). Durante la seconda guerra mondiale il plesso fu gravemente danneggiato, e in gran parte raso al suolo, da un pesante bombardamento a opera della Royal Air Force, nella notte tra l'8 e il 9 dicembre del 1942.
Invece di ricostruire la facoltà di Ingegneria lì dov'era, si decise per il suo trasferimento e ampliamento presso il quartiere Crocetta, e nel novembre del 1958 fu inaugurato il grande complesso di corso Duca degli Abruzzi, nella vasta area dove nel 1911 era stato realizzato lo Stadium.
Nel 1986 fu istituita la "scuola per esperti della produzione industriale", nel 2000 abilitata a rilasciare lauree; rappresenta il primo esempio di laurea "europea", coordinata tra Atenei diversi. Comprende corsi a numero chiuso, fra gli insegnamenti classici dell'ingegneria e le lingue, e implica partecipazioni a stage e corsi all'estero.
Il 13 febbraio del 2012, l'e-st@r, un piccolo satellite artificiale costruito secondo gli standard dei cubeSat (nanosatellite cubico) dagli studenti del Politecnico di Torino, è stato portato in orbita da Vega, il lanciatore dell'Agenzia Spaziale Europea.
Sedi |
Il Politecnico di Torino ha sedi sul territorio del capoluogo piemontese e una rete di poli tecnologici in Piemonte e Valle d'Aosta.
La sede principale è la Cittadella Politecnica che parte da corso Duca degli Abruzzi e comprende tutto l'insediamento di corso Castelfidardo e via Boggio in cui trova collocazione il Business Research Center l'area dedicata ai partenariati con le aziende. Vi sono poi:
- Il Castello del Valentino, che è la sede storica dell'Ateneo e sede principale di riferimento per Architettura e Design.
- la sede del Lingotto, attualmente destinata alla nascente Scuola di Master.
- Il campus più recente: la Cittadella del design e della mobilità sostenibile, sede dei corsi di laurea in Ingegneria dell'Autoveicolo e in Design e Comunicazione visiva, situato in un'area adiacente all'impianto produttivo di Mirafiori, oggi riqualificato.
Il Politecnico di Torino ha inoltre una rete di poli tecnologici (Alessandria, Biella, Mondovì, Verrès), dedicati ad attività di ricerca, trasferimento tecnologico, formazione specialistica e servizi al territorio in:
Alessandria, Piemonte
Biella, Piemonte
Mondovì, Piemonte
Verrès, Valle d'Aosta
Stemma universitario |
Nato nel 1952, lo stemma universitario, negli anni ha subito una leggera evoluzione dettata dai tempi e dal riammordernamento grafico dell'identità visiva, sempre mantenendo gli elementi fondamentali dalla sua nascita.
Il sigillo è caratterizzato da elementi chiari e di facile lettura. Al centro si presenta la facciata del castello del Valentino, sede storica dell'Ateneo, sormontata dalla testa di Minerva, dea della saggezza e dell'ingegno, mentre nella parte inferiore troviamo al centro lo stemma della città di Torino, affiancato a sinistra dal simbolo dell'architettura, ripreso da un affresco del palazzo, e a destra dal simbolo della scienza con la sua fiaccola accesa dalle saette. Il tutto viene racchiuso in un cerchio dove nella parte superiore compare l'intestazione dell'università mentre nella parte inferire compaio due date: 1859 Anno di fondazione della Scuola di Applicazione degli Ingegneri, 1906 Anno di fondazione del Politecnico, mediante fusione della scuola di applicazione degli ingegneri e del museo industriale.
Il sigillo è di proprietà dell'università e qualsiasi uso deve essere autorizzato dall'ateneo. Durante l'ultimo restilyng è stato creato un manuale dell'identità visiva[4] facilmente consultabile sul sito ufficiale dell'università. Secondo il suddetto manuale, il logo può essere riprodotto soltanto in tre colori: nero, per la versione monocromatica; blu o bianco per la versione a colori. Altri colori non sono ammessi.
Logo Politecnico
Versione monocromatica (nero)
Logo Politecnico
Versione a colori in positivo (blu)
Logo Politecnico
Versione colori in negativo (bianco)
Dipartimenti |
- Dipartimento di architettura e design (DAD)
- Dipartimento di automatica e informatica (DAUIN)
- Dipartimento di elettronica e telecomunicazioni (DET)
- Dipartimento energia (DENERG)
- Dipartimento di ingegneria dell'ambiente, del territorio e delle infrastrutture (DIATI)
- Dipartimento di ingegneria gestionale e della produzione (DIGEP)
- Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale (DIMEAS)
- Dipartimento di ingegneria strutturale, edile e geotecnica (DISEG)
- Dipartimento scienza applicata e tecnologia (DISAT)
- Dipartimento di scienze matematiche "G.L. Lagrange" (DISMA)
- Dipartimento inter-ateneo di scienze, progetto e politiche del territorio (DIST)
Museo archivio del Politecnico di Torino |
Il Museo Archivio Politecnico (MAP) svolge attività di documentazione storica per l'Ateneo e per gli studiosi che intendono compiere ricerche e studi sullo sviluppo della cultura politecnica torinese, nonché delle vicende che nel corso degli ultimi 150 anni hanno coinvolto le istituzioni tecniche e l'industria a Torino, in Piemonte e in Italia.
Il MAP conserva e gestisce i materiali storici dell'Ateneo: presso il MAP è conservato l'Archivio Storico degli Studenti del Politecnico, una biblioteca specializzata sulla storia dell'ingegneria, dell'architettura e delle relative istituzioni.
Svolge inoltre attività di diffusione della cultura scientifica e tecnologica indirizzando le proprie iniziative soprattutto al mondo della Scuola, con mostre, laboratori, conferenze e varie performance.
Rettori |
Scuola di applicazione |
Lista dei rettori della Scuola di Applicazione (1860-1906)[5]
Prospero Richelmy, 1860-1880
Giulio Axerio, 1880-1881
Giacinto Berruti, 1881-1882
Giovanni Curioni, 1882-1887
Alfonso Cossa, 1887-1902
Angelo Reycend, 1902-1905
Giampiero Chironi, 1905-1906
Vito Volterra, 1906-1906
Politecnico di Torino |
Lista dei rettori del Politecnico di Torino (dal 1906)[5]
Enrico D'Ovidio, 1906-1922
Gustavo Colonnetti, 1922-1925
Felice Garelli, 1925-1929
Giuseppe Albenga, 1929-1932
Clemente Montemartini, 1932-1933
Giancarlo Vallauri, 1935-1938
Aldo Bibolini, 1938-1945
Gustavo Colonnetti, 1945
Pietro Enrico Brunelli, 1945-1947
Eligio Perucca, 1947-1955
Antonio Capetti, 1955-1970
Rolando Rigamonti, 1970-1981
Lelio Stragiotti, 1981-1987
Rodolfo Zich, 1987-2001
Giovanni Del Tin, 2001-2005
Francesco Profumo, 2005-2011
Marco Gilli, 2012-2018[6]
Guido Saracco, dal 2018
Note |
^ MIUR Anagrafe Nazionale Studenti, su anagrafe.miur.it. URL consultato il 9 dicembre 2018.
^ Colpo d'occhio, su polito.it. URL consultato il 9 dicembre 2018.
^ La storia, www.polito.it
^ Marchio e identità visiva Politecnico
^ ab
I rettori nella storia del Politecnico, Politecnico di Torino. URL consultato il 4-3-2014.
^ Comunicato stampa del 21 febbraio 2012 .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
[collegamento interrotto], su polito.it.
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Politecnico di Torino
Collegamenti esterni |
- Portale del Politecnico di Torino, su polito.it.
[1] La nascita del Politecnico di Torino, raccontata dal prof. Vittorio Marchis, direttore del Centro Museo e Documentazione Storica, da Memoro - la Banca della Memoria
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 130108362 · ISNI (EN) 0000 0004 1937 0343 · BNF (FR) cb12515093j (data) |
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