Arcidiocesi di Gorizia
Arcidiocesi di Gorizia Archidioecesis Goritiensis Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Triveneto | ||
| |||
Diocesi suffraganee | |||
Trieste | |||
Arcivescovo metropolita | Carlo Roberto Maria Redaelli | ||
Vicario generale | Armando Zorzin | ||
Arcivescovi emeriti | Dino De Antoni | ||
Sacerdoti | 110 di cui 93 secolari e 17 regolari 1.562 battezzati per sacerdote | ||
Religiosi | 24 uomini, 220 donne | ||
Diaconi | 13 permanenti | ||
Abitanti | 183.827 | ||
Battezzati | 171.859 (93,5% del totale) | ||
Superficie | 1.030 km² in Italia | ||
Parrocchie | 90 (10 vicariati) | ||
Erezione | 6 luglio 1751 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Metropolitana dei Santi Ilario e Taziano | ||
Santi patroni | Santi Ermagora e Fortunato | ||
Indirizzo | Via Arcivescovado 2, 34170 Gorizia, Italia | ||
Sito web | www.gorizia.chiesacattolica.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2017 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia |
L'arcidiocesi di Gorizia (in latino: Archidioecesis Goritiensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2016 contava 171.859 battezzati su 183.827 abitanti. È retta dall'arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli.
Indice
1 Territorio
2 Storia
3 Cronotassi dei vescovi
4 Statistiche
5 Note
6 Bibliografia
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Territorio |
La diocesi comprende la provincia di Gorizia, più 12 comuni della Bassa friulana orientale, che fino al 1926 facevano parte della provincia di Gorizia ed oggi appartengono alla provincia di Udine, e 2 comuni della provincia di Trieste, anch'essi facenti parte della provincia di Gorizia fino al 1923.
Sede arcivescovile è la città di Gorizia, dove si trova la cattedrale dei Santi Ilario e Taziano. Nel territorio sorgono, inoltre, tre ex cattedrali: la basilica di Santa Maria Assunta, sede del patriarcato di Aquileia; la basilica di Sant'Eufemia, sede del patriarcato di Grado; e il duomo dei Santi Pietro e Paolo, cattedrale della soppressa diocesi di Gradisca.
Il territorio si estende su una superficie di 1.030 km² ed è suddiviso in 90 parrocchie appartenenti a 10 decanati: Aquileia, Cervignano del Friuli, Cormons, Duino, Gorizia, Gradisca d'Isonzo, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Sant'Andrea di Gorizia, Visco. A loro volta i decanati sono raggruppati in 5 zone pastorali.
La provincia ecclesiastica è formata dall'arcidiocesi di Gorizia e dalla diocesi suffraganea di Trieste.
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Storia |
L'arcidiocesi fu eretta il 6 luglio 1751 con la bolla Iniuncta nobis di papa Benedetto XIV, con la quale il pontefice ratificava un accordo tra i governi austriaco e veneziano, che prevedeva la soppressione del patriarcato di Aquileia e la sua divisione in due nuove circoscrizioni ecclesiastiche: l'arcidiocesi di Udine, cui fu assegnata la giurisdizione sulle terre sotto il dominio della Serenissima; e l'arcidiocesi di Gorizia, cui toccarono le terre sotto il dominio asburgico.
Con la Iniuncta nobis perciò il papa soppresse il patriarcato e contestualmente eresse l'arcidiocesi di Gorizia. Questa decisione fu confermata dallo stesso papa con la bolla Sacrosanctae militantis ecclesiae del 18 aprile 1752[1], con la quale il pontefice definì tutte le questioni accessorie, tra cui l'istituzione del capitolo dei canonici e il numero delle diocesi suffraganee della nuova sede metropolitana, ossia tutte quelle dell'antico patriarcato al di fuori dei territori della Serenissima: Como, Trento, Lubiana, Pedena e Trieste. Il territorio dell'arcidiocesi era vastissimo e comprendeva la contea di Gorizia e parti della Stiria, della Carinzia, della Carniola e la maggior parte dell'odierna Slovenia, ad eccezione dell'enclave di Lubiana.[2]
Fu nominato primo arcivescovo Karl Michael von Attems, già vicario apostolico per le terre imperiali del patriarcato aquileiese; egli celebrò un sinodo provinciale nel 1768 al quale parteciparono non solo i suoi suffraganei, ma anche rappresentanti delle diocesi della Serenissima, che avevano porzioni di territorio nell'Impero asburgico. Gli succedette Rudolf Joseph von Edling, già canonico di Aquileia e decano del capitolo metropolitano di Gorizia; a causa della sua opposizione alla politica religiosa dell'imperatore Giuseppe II, in particolare all'editto di tolleranza, fu costretto a dimettersi nel 1784 e confinato a Lodi in Lombardia, dove morì.
Dopo quattro anni di sede vacante, su pressione dell'imperatore l'arcidiocesi venne soppressa da papa Pio VI con la bolla In universa gregis dell'8 marzo 1788; il titolo arcivescovile fu trasferito a Lubiana insieme a buona parte del territorio dell'antica sede metropolitana; con ciò che restava del territorio goriziano fu eretta nell'agosto dello stesso anno la nuova diocesi di Gradisca, dove si trasferì il capitolo, mentre la curia rimase a Gorizia.
Morto l'imperatore Giuseppe II, il 12 settembre 1791 con la bolla Recti prudentisque lo stesso papa Pio VI ristabilì la città di Gorizia come sede vescovile con il trasferimento della cattedrale dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Gradisca alla chiesa di Sant'Ilario di Gorizia; contestualmente la diocesi assunse il nome di diocesi di Gorizia e Gradisca, suffraganea dell'arcidiocesi di Lubiana.
Il 19 agosto 1807, in virtù della bolla Quaedam tenebrosa di papa Pio VII, divenne immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 1818 ingrandì il proprio esiguo territorio con l'acquisizione dei territori di Monfalcone e di Grado, già veneti e facenti parte del patriarcato di Venezia. Nello stesso anno fu riaperto il seminario diocesano, che era stato chiuso all'epoca di Giuseppe II.
Il 27 luglio 1830 riottenne, a scapito di Lubiana, la dignità arcivescovile e metropolitica con la bolla Insuper eminenti di papa Pio VIII, con giurisdizione sulle chiese della parte centro-meridionale del regno d'Illiria, ossia Lubiana, Trieste e Capodistria, Parenzo e Pola, e Veglia.
Al termine della prima guerra mondiale l'arcidiocesi si trovò divisa dal nuovo confine di Stato, con la parte slovena che ora si trovava nel regno di Jugoslavia, mentre la maggior parte del territorio era inclusa nel regno d'Italia.
Il 20 febbraio 1932, in seguito alla bolla Quo Christi fideles di papa Pio XI, incorporò i decanati di Idria e di Vipacco, che erano appartenuti alla diocesi di Lubiana, suffraganea dell'arcidiocesi goriziana fino alla fine della prima guerra mondiale e oggi nuovamente arcidiocesi.
Al termine della seconda guerra mondiale, la parte italiana dell'arcidiocesi, a causa della modifica del confine di Stato, si trovò ridotta di molto rispetto alla situazione precedente. A seguito del trattato di pace del 10 febbraio 1947 una larga parte del territorio diocesano, venutasi a trovare in territorio jugoslavo, fu dapprima eretta in amministrazione apostolica (primo amministratore apostolico fu il sacerdote Franc Močnik) e successivamente, il 17 ottobre 1977, aggregata alla diocesi di Capodistria. Inoltre la provincia ecclesiastica perse le diocesi in territorio jugoslavo e oggi comprende la sola diocesi di Trieste.
Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Cum procedere della Congregazione per i Vescovi, l'arcidiocesi ha assunto il nome attuale e Gradisca è divenuta sede arcivescovile titolare.
Il 2 maggio 1990 ha ricevuto in visita pastorale papa Giovanni Paolo II.
Cronotassi dei vescovi |
Karl Michael von Attems † (24 aprile 1752 - 18 febbraio 1774 deceduto)
Rudolf Joseph von Edling † (27 giugno 1774 - 13 agosto 1784 dimesso)
- Sede vacante (1784-1788)
- Sede soppressa (1788-1791)
Franz Philipp von Inzaghi † (12 settembre 1791 - 3 dicembre 1816 deceduto)
Joseph Walland † (2 ottobre 1818 - 11 maggio 1834 deceduto)
Franz Xavier Luschin † (6 aprile 1835 - 2 maggio 1854 deceduto)
Andreas Gollmayr † (23 marzo 1855 - 17 marzo 1883 deceduto)
Luigi Mattia Zorn † (9 agosto 1883 - 9 luglio 1897 deceduto)
Jakob Missia † (24 marzo 1898 - 23 marzo 1902 deceduto)
Andrea Jordán † (9 giugno 1902 - 4 ottobre 1905 deceduto)
Francesco Borgia Sedej † (21 febbraio 1906 - 25 ottobre 1931 dimesso e nominato arcivescovo titolare di Egina)
- Sede vacante (1931-1934)
Carlo Margotti † (25 luglio 1934 - 31 luglio 1951 deceduto)
Giacinto Giovanni Ambrosi, O.F.M.Cap. † (28 novembre 1951 - 19 marzo 1962 dimesso e nominato arcivescovo titolare di Anchialo)
Andrea Pangrazio † (4 aprile 1962 - 2 febbraio 1967 nominato arcivescovo, titolo personale, di Porto e Santa Rufina)
Pietro Cocolin † (26 giugno 1967 - 11 gennaio 1982 deceduto)
Antonio Vitale Bommarco, O.F.M.Conv. † (11 novembre 1982 - 2 giugno 1999 ritirato)
Dino De Antoni (2 giugno 1999 - 28 giugno 2012 ritirato)
Carlo Roberto Maria Redaelli, dal 28 giugno 2012
Statistiche |
L'arcidiocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 183.827 persone contava 171.859 battezzati, corrispondenti al 93,5% del totale.
anno | popolazione | sacerdoti | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote | uomini | donne | |||
1950 | 169.440 | 169.530 | 99,9 | 229 | 184 | 45 | 739 | 96 | 574 | 86 | |
1970 | 174.000 | 175.000 | 99,4 | 237 | 173 | 64 | 734 | 87 | 663 | 102 | |
1980 | 184.560 | 189.800 | 97,2 | 201 | 158 | 43 | 918 | 1 | 68 | 599 | 107 |
1990 | 182.000 | 183.700 | 99,1 | 172 | 138 | 34 | 1.058 | 52 | 493 | 91 | |
1999 | 180.600 | 181.900 | 99,3 | 158 | 121 | 37 | 1.143 | 8 | 48 | 379 | 90 |
2000 | 179.300 | 180.400 | 99,4 | 161 | 123 | 38 | 1.113 | 8 | 48 | 398 | 90 |
2001 | 180.000 | 182.500 | 98,6 | 157 | 120 | 37 | 1.146 | 8 | 47 | 383 | 90 |
2002 | 180.000 | 181.600 | 99,1 | 151 | 114 | 37 | 1.192 | 9 | 47 | 388 | 90 |
2003 | 180.000 | 181.700 | 99,1 | 141 | 111 | 30 | 1.276 | 10 | 38 | 372 | 90 |
2004 | 180.000 | 182.600 | 98,6 | 141 | 109 | 32 | 1.276 | 41 | 330 | 90 | |
2006 | 179.500 | 182.200 | 98,5 | 141 | 112 | 29 | 1.273 | 12 | 35 | 317 | 90 |
2013 | 177.700 | 185.667 | 95,7 | 113 | 97 | 16 | 1.572 | 13 | 23 | 248 | 90 |
2016 | 171.859 | 183.827 | 93,5 | 110 | 93 | 17 | 1.562 | 13 | 24 | 220 | 90 |
Note |
^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 588-609.
^ L'elenco dei vicariati e degli arcidiaconati della sede metropolitana furono stabiliti nel sinodo provinciale del 1768 e si trovano elencati in Cappelletti, op. cit., pp. 616-619.
Bibliografia |
- (EN) Görz, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. VIII, Venezia 1851, pp. 561–657- (LA) Bolla Iniuncta nobis, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo III, Romae 1890, p. 449
- (LA) Bolla Recti prudentisque, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo IV, Romae 1891, p. 368
- (LA) Bolla Quaedam tenebrosa, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo IV, Romae 1891, p. 506
- (LA) Bolla Insuper eminenti, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo VII, Romae 1898, p. 228
- (LA) Bolla Quo Christi fideles, AAS 25 (1933), p. 456
- (LA) Decreto Cum procedere, AAS 79 (1987), pp. 444–445
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, p. 278
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 6, p. 227
Voci correlate |
- Cattedrale dei Santi Ilario e Taziano (Gorizia)
- Diocesi di Gradisca
- Parrocchie dell'arcidiocesi di Gorizia
- Patriarcato di Aquileia
- Patriarcato di Grado
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su arcidiocesi di Gorizia
Collegamenti esterni |
Annuario pontificio del 2017 e precedenti, in (EN) David Cheney, Arcidiocesi di Gorizia, su Catholic-Hierarchy.org.
Sito ufficiale dell'arcidiocesi
Sito ufficiale della cattedrale di Gorizia- (EN) Arcidiocesi di Gorizia, su GCatholic.org.
Arcidiocesi di Gorizia su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 153950140 · LCCN (EN) no2003062015 |
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