Cacicco
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Il termine "cacicco" (da una voce caribica; in italiano, attraverso lo spagnolo cacique)[1] tradizionalmente indicava i capi di alcune comunità tribali in America latina. Ancora oggi viene usato in Messico per indicare il capo del villaggio. La parola originariamente apparteneva alla lingua dei taino (etnia caraibica appartenente al gruppo degli arawak).
Il termine è entrato poi in uso anche in altri contesti, per indicare capi in grado di controllare personalmente intere comunità. In particolare in Spagna, esso ha preso ad indicare quei grandi proprietari che, avendo ridotto in una situazione di totale dipendenza le comunità locali, perlopiù rurali, finivano per controllare la vita politica, economica e sociale di intere regioni.
Questo fenomeno, definito "cacicchismo", caratterizzò negativamente la società spagnola per lunghi decenni, in particolare nelle regioni del Sud. Durante la Seconda repubblica spagnola venne varata una riforma agraria che prevedeva l'istituzione di collegi arbitrali come strumento di contrattazione dipendente dal governo, per ridurre l'influenza dei cacicchi sul lavoro di braccianti e fittavoli.
Durante la Spagna franchista, invece, l'istituzione della democrazia organica comportò una recrudescenza, in quanto concedeva un maggior potere agli enti locali a scapito dello Stato centrale, seppur su base elettorale. Ma nelle aree più culturalmente arretrate era gioco facile per i cacicchi manipolare la volontà popolare.
Note |
^ Diccionario panhispánico de dudas, Cacique.
Bibliografia |
Guerra Civile spagna 1936-39, giorni di storia 22 - l'Unità