Antonio Martino




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando lo storico, vedi Antonio Martino (storico).













































































Antonio Martino

Antonio Martino daticamera.jpg



Ministro della difesa
Durata mandato
11 giugno 2001 –
17 maggio 2006
Presidente

Silvio Berlusconi
Predecessore

Sergio Mattarella
Successore

Arturo Parisi


Ministro degli affari esteri
Durata mandato
10 maggio 1994 –
17 gennaio 1995
Presidente

Silvio Berlusconi
Predecessore

Leopoldo Elia
Successore

Susanna Agnelli


Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato
15 aprile 1994 –
22 marzo 2018
Legislature

XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare

XII - XIII - XIV - XV:
- Forza Italia

XVI:

- Popolo della Libertà


XVII:

- Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente



Circoscrizione

Sicilia 2

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politico

PLI (fino al 1994)
FI (1994-2009)
PdL (2009-2013)
FI (2013-2018)
Titolo di studio
Laurea in Giurisprudenza
Università

Università degli Studi di Messina
Professione
Docente Universitario

Antonio Martino (Messina, 22 dicembre 1942) è un politico italiano, già Ministro degli affari esteri e Ministro della difesa nei rispettivi governi Berlusconi I e II.
È stato deputato della Repubblica Italiana dal 1994 al 2018.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Carriera accademica


    • 1.2 Carriera politica


      • 1.2.1 Deputato di Forza Italia: Ministro degli esteri


      • 1.2.2 Ministro della difesa


      • 1.2.3 Deputato del Popolo della Libertà


      • 1.2.4 L'addio al Parlamento






  • 2 Pensiero economico


  • 3 Onorificenze


  • 4 Curiosità


  • 5 Opere


  • 6 Note


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Biografia |


Figlio del politico Gaetano Martino (promotore dell'Unione europea) e di Alberta Stagno d'Alcontres, è nato e cresciuto a Messina, per poi trasferirsi a Roma, ove risiede tutt'ora.



Carriera accademica |


Laureato in giurisprudenza all'Università di Messina nel 1964, è stato nominato, a seguito di una selezione a livello europeo, "Harkness Fellow of the Commonwealth Fund" per il biennio 1966-1968, specializzandosi a Chicago.
Ha per molti anni tenuto il corso di Storia e politica monetaria presso la facoltà di Scienze politiche della Università di Roma La Sapienza.


È stato docente di economia dell'Università LUISS di Roma e preside dal 1992 al 1994.


È segretario del comitato scientifico della Fondazione Italia USA.



Carriera politica |


È stato membro del Partito Liberale Italiano, come suo padre Gaetano, e ha tentato di diventarne segretario al Congresso del 1988, come candidato della minoranza.



Deputato di Forza Italia: Ministro degli esteri |


A fine 1993 è stato tra i fondatori di Forza Italia (la sua tessera di partito porta il numero "2", dopo quella di Silvio Berlusconi).
Eletto alla Camera dei deputati nel 1994, è stato Ministro degli affari esteri nel primo Governo Berlusconi (carica già ricoperta da suo padre Gaetano dal 1954 al 1957) dal maggio 1994 al gennaio 1995. Rappresentò l'Italia a Vienna alla Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa. Fu accusato di "euroscetticismo", anche se in realtà spiegò che era solo contrario all'introduzione dell'euro come moneta unica[1]


Riconfermato deputato nel 1996 e poi nel 2001 col sistema proporzionale nella lista di Forza Italia in Sicilia.



Ministro della difesa |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Legge Martino.

Dall'11 giugno 2001 ha ricoperto la carica di Ministro della difesa (Governi Berlusconi II e III).


Nel 2003 Martino sostenne la convinzione che l'Iraq avesse acquistato uranio dal Niger, affermazione che venne inclusa in un documento pubblicato dal numero 10 di Downing Street e intitolato "Iraq's Weapons of Mass Destruction: The assessment of the British Government" (Le armi irachene di distruzione di massa: la valutazione del Governo britannico). Questo documento fu successivamente citato dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush, il quale pronunciò sedici parole che da quel momento sarebbero tornate a perseguitarlo: "The British government has learned that Saddam Hussein recently sought significant quantities of uranium from Africa" ("Il Governo britannico ha scoperto che Saddam Hussein ha ottenuto notevoli quantità di uranio dall'Africa")[2].


Nel 2004 fu il principale promotore dell'anticipo della sospensione della leva militare, decisa formalmente già nel 2001, ma che doveva iniziare nel 2007: il servizio militare venne così sospeso a tempo indeterminato dal 1º gennaio 2005, esentando anche tutti coloro che avevano ottenuto i rinvii per motivi di studio o altro. In parallelo promosse un'accelerazione nello sviluppo del già presente esercito di volontari professionisti.


Nelle elezioni politiche del 2006 Martino venne rieletto alla Camera dei deputati nel collegio "Sicilia 2" in Forza Italia.



Deputato del Popolo della Libertà |


Riconfermato alla Camera per la XVI legislatura nel 2008 nella lista del PdL nel collegio Sicilia 2.[3]


Dal 2008 collabora frequentemente con l'Istituto Bruno Leoni, think tank liberale con sede a Torino.


Nel 2013 sostiene la rinascita di Forza Italia promossa da Berlusconi, nella quale rappresenta il principale esponente dell'area liberale e liberista.


Nel 2015 viene indicato dallo stesso Berlusconi come il candidato dei moderati come Presidente della Repubblica italiana da spendere come candidato di bandiera nelle prime tre votazioni dopo un incontro con Area Popolare (NCD-UDC) guidata da Angelino Alfano. Tuttavia le forze centriste hanno detto di votare scheda bianca e anche da Forza Italia si è arrivati a questo orientamento. Martino stesso si è considerato lusingato per l'incarico ma ha detto di non essere disponibile alle elezioni del Presidente della Repubblica italiana; riceve lo stesso 2 voti.



L'addio al Parlamento |


Dopo 24 anni trascorsi ininterrottamente in Parlamento non si ricandida più alle elezioni politiche del 2018.[4]



Pensiero economico |


Antonio Martino si definisce "semplicemente liberale" e nella sua produzione letteraria si nota l'influenza che il suo professore a Chicago, il Premio Nobel per l'economia Milton Friedman, ha avuto sul suo pensiero.


Nell'opera Semplicemente liberale l'autore sostiene che il fallimento delle politiche stataliste è dovuto a ragioni non solo tecnico-economiche, ma ancor prima etiche e filosofiche. Ogni società fondata sullo statalismo, sia esso marxista, fascista, democratico, è destinata a rovinare per il semplice fatto che è in sé dispotica, in quanto assegna ad una oligarchia il potere di imporre regole di vita, sul presupposto che gli individui siano incapaci di badare a sé stessi: di qui la pretesa di proteggerli e di soccorrerli con la costrizione.[5] Nel 2008 pubblica Liberalismo quotidiano, testimonianza della tenace battaglia condotta da un economista che non ha disdegnato di scendere dalla cattedra per illustrare con linguaggio comprensibile a tutti la logica e il valore etico delle scelte liberali da lui sostenute:


«La storia di questa raccolta di articoli apparsi sulla stampa quotidiana e periodica è cominciata oltre trent'anni fa [...] Erano anni in cui le voci 'fuori dal coro' si contavano sulle dita di una mano: tutta la grande stampa, la televisione e gli altri media erano perfettamente allineati al pensiero dominante e quasi tutti auspicavano l'avvento al governo del partito comunista italiano. A quell'epoca, tutti sembravano convinti che l'intervento pubblico fosse una panacea, che la crescita della spesa pubblica fosse una scelta imposta da elementari esigenze di solidarietà, che la tassazione di confisca costituisse la giusta punizione da infliggere ai ricchi per i loro peccati, [...] che lo Stato fosse un gestore più 'sociale' e oculato delle imprese private, e via farneticando.»[6] (Antonio Martino)


Per la sua posizione liberista in economia ha spesso espresso "disagio" all'interno di una coalizione, quella di centro-destra, che non ha mai avuto posizioni liberiste in campo economico. In merito a questo "disagio" è importante sottolineare come di frequente si siano verificate divergenze tra il pensiero dell'economista messinese e il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, accusato da Martino di avere posizioni illiberali e anti-mercato[7][8][9].



Onorificenze |











Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta)
— 20 gennaio 2004










Gran Croce dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique (Portogallo)
— 31 gennaio 2005










Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio



Curiosità |



  • Nella residenza del Gran Maestro della P2 Licio Gelli fu trovata la documentazione della sua domanda di iscrizione alla P2, firmata in data 6 luglio 1980. Martino dichiarò che la domanda gli era stata fatta firmare da un amico nel 1980 cambiando poi idea e non entrando nella loggia massonica segreta[10].

  • Dal 1988 al 1990 è stato presidente della Mont Pelerin Society, l'organizzazione internazionale fondata da Friedrich von Hayek, che raccoglie molti economisti liberali[11].



Opere |




  • La rivolta liberale, Sperling&Kupfer, 1994


  • Lezioni di economia politica. Vol. 2, CEDAM, 1994


  • Economia di mercato fondamento delle libertà politiche, Borla, 1994


  • Solidarietà, mercato e scuola libera, Gangemi, 1995


  • Economia e libertà, Rubbettino, 1996


  • Sistemi elettorali, Pacini editore, 1997


  • Logica, informatica, diritto. Dall'informatica giuridica alle nuove tecniche legislative, Franco Angeli, 2000


  • Lezioni di economia politica. Vol. 2, CEDAM, 2000


  • Semplicemente liberale, Liberilibri, 2004


  • Milton Friedman. Una biografia intellettuale, Rubbettino, 2005


  • Liberalismo quotidiano, Liberilibri, Macerata, 2008


  • Il terzo strapotere. La giustizia e i cittadini, Bibliotheca Albatros, 2010



Note |




  1. ^ Gli anni Novanta e lo scacchiere internazionale - Società


  2. ^ Michael Rivero, Niger-Gate: The Scandal Behind The Scandal, su whatreallyhappened.com, settembre 2008.


  3. ^ Camera.it - XVI Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Scheda deputato - MARTINO Antonio


  4. ^ (IT) Forza Italia, Antonio Martino: "Non mi ricandido, un Parlamento di mediocri" - Agorà24, in Agorà24, 4 gennaio 2018. URL consultato il 22 gennaio 2018.


  5. ^ Antonio Martino, Semplicemente liberale, Macerata, Liberilibri, 2004.


  6. ^ Antonio Martino, Liberalismo Quotidiano, Macerata, Liberilibri, 2008.


  7. ^ "No a Tremonti superministro" Archiviato il 17 novembre 2011 in Internet Archive.


  8. ^ Bisogna cambiare subito di Antonio Martino


  9. ^ Caro Tremonti, io dico: Viva gli speculatori di Antonio Martino


  10. ^ Martino sulla P2: " feci domanda ma cambiai idea e non vi entrai "


  11. ^ Passati presidenti della Mont Pelerin Society



Voci correlate |



  • Legge Martino

  • Martino (famiglia)



Altri progetti |



Altri progetti



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  • Wikimedia Commons





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Collegamenti esterni |



  • Antonio Martino, su Camera.it - XV legislatura, Parlamento italiano.


  • Antonio Martino, su Openpolis, Associazione Openpolis. Modifica su Wikidata

  • Eventi a cui ha partecipato Antonio Martino, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.






























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