Angelino Alfano
































































































































Angelino Alfano

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Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Durata mandato
12 dicembre 2016 –
1º giugno 2018
Presidente

Paolo Gentiloni
Predecessore

Paolo Gentiloni
Successore

Enzo Moavero Milanesi


Ministro dell'interno
Durata mandato
28 aprile 2013 –
12 dicembre 2016
Presidente

Enrico Letta
Matteo Renzi
Predecessore

Annamaria Cancellieri
Successore

Marco Minniti


Vicepresidente del Consiglio dei ministri
della Repubblica Italiana
Durata mandato
28 aprile 2013 –
22 febbraio 2014
Presidente

Enrico Letta
Predecessore

Massimo D'Alema
Francesco Rutelli
Successore

Luigi Di Maio
Matteo Salvini


Ministro della giustizia
Durata mandato
8 maggio 2008 –
27 luglio 2011
Presidente

Silvio Berlusconi
Predecessore

Luigi Scotti
Successore

Nitto Francesco Palma


Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato
30 maggio 2001 –
22 marzo 2018
Legislature

XIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare

XIV e XVI: Forza Italia
XVI: Il Popolo della Libertà
XVII:
- Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente (fino al 18/11/2013)
- Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD-Noi con l'Italia (dal 18/11/2013)
Coalizione

XIV - XV: Casa delle Libertà
XVI: Coalizione di centro-destra del 2008
XVII: Coalizione di centro-destra del 2013

Circoscrizione

XIV - XV - XVI: Sicilia 1
XVII: Piemonte 1

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politico

Alternativa Popolare (dal 2017)
In precedenza:
DC (fino al 1994)
FI (1994-2009)
PdL (2009-2013)
NCD (2013-2017)
Tendenza politica

Cristianesimo democratico
Titolo di studio
Laurea in Giurisprudenza
(PhD in Diritto dell'impresa)
Università

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Professione
Avvocato
Firma

Firma di Angelino Alfano

Angelino Alfano (Agrigento, 31 ottobre 1970) è un avvocato e politico italiano.


Dall'8 maggio 2008 al 27 luglio 2011 è stato Ministro della giustizia nel governo Berlusconi IV, mentre dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Letta. Riconfermato come Ministro dell'Interno nel Governo Renzi dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016, nella stessa data viene nominato Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel successivo Governo Gentiloni, terminato il 1º giugno del 2018.[1]


È stato il primo e unico segretario nazionale de Il Popolo della Libertà. Nel novembre 2013 è stato promotore della scissione dal PdL[2] e del lancio del Nuovo Centrodestra[3][4][5]; ha anche promosso il cosiddetto Lodo Alfano. È presidente della Fondazione De Gasperi dal 2011.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Deputato regionale e nazionale


    • 1.2 Ministro della Giustizia nel governo Berlusconi IV


    • 1.3 Ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio nel governo Letta


    • 1.4 Ministro dell'Interno nel governo Renzi


    • 1.5 Ministro degli esteri nel governo Gentiloni


    • 1.6 Attività successive




  • 2 Controversie


    • 2.1 Lo scandalo della presunta vicinanza alla mafia


    • 2.2 L'articolo sulle consulenze alla moglie


    • 2.3 Il caso della rimozione della sorveglianza al Pm antimafia


    • 2.4 Le critiche sulla promozione del prefetto Maria Tirone


    • 2.5 Le accuse di Buzzi al Ministro nella vicenda "Mafia Capitale"


    • 2.6 L'inchiesta Labirinto


      • 2.6.1 L'assunzione del fratello alle Poste


      • 2.6.2 La questione del padre e degli 80 curricula


      • 2.6.3 La questione dei voli di Stato






  • 3 Vicende giudiziarie


  • 4 Vita privata


  • 5 Onorificenze


  • 6 Note


  • 7 Voci correlate


  • 8 Altri progetti


  • 9 Collegamenti esterni





Biografia |


Diplomato al liceo scientifico Leonardo di Agrigento. Laureato in giurisprudenza nel 1993 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è stato ospite del collegio "Cardinal Ferrari", dottore di ricerca in diritto dell'impresa presso l’Università degli studi di Palermo[6] e avvocato (abilitato nel 1996). Dal 1989 è inoltre giornalista pubblicista[6].
Ha iniziato la sua esperienza politica giovanile con la Democrazia Cristiana, per la quale è stato, tra l'altro, segretario provinciale del Movimento giovanile DC di Agrigento. Nel 1994, a seguito della trasformazione della Democrazia Cristiana nel Partito Popolare Italiano, decide di iscriversi al neonato partito Forza Italia, che vince le elezioni politiche del 27 e 28 marzo dello stesso anno.



Deputato regionale e nazionale |


A 25 anni, nel giugno 1996 si candida per la prima volta ed è eletto nel collegio di Agrigento per FI Deputato all'Assemblea Regionale Siciliana nella XII legislatura[7]. Dal 2000 è capogruppo di Forza Italia all'ARS.


Viene eletto alla Camera dei deputati nel 2001, sempre in FI, nelle elezioni vinte dalla coalizione di centrodestra, nella circoscrizione proporzionale della Sicilia occidentale, assumendo l'incarico di vicepresidente del Comitato per la Legislazione della Camera. Nelle grazie del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è presto considerato uno dei giovani emergenti del partito.


Dal 2005 è nominato coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia. Succede a Gianfranco Micciché, guidando Forza Italia alleata nell'isola dal 2001 con l'allora Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro. Nelle elezioni politiche italiane del 2006, che vedono la vittoria dell'Unione di Romano Prodi, Alfano è riconfermato con FI alla Camera dei deputati nella circoscrizione XXIV (Sicilia 1). Durante la XV Legislatura è componente della Commissione Bilancio di Montecitorio. Nelle elezioni politiche italiane del 2008 è rieletto alla Camera dei deputati con il Popolo della Libertà.



Ministro della Giustizia nel governo Berlusconi IV |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Berlusconi IV.

Dall'8 maggio 2008 è Ministro della giustizia del governo Berlusconi IV.[8] Succede a Luigi Scotti, che a sua volta aveva sostituito Clemente Mastella, dopo le dimissioni che avevano determinato la caduta del governo Prodi II. Con i suoi 37 anni è il più giovane ministro della Giustizia della storia repubblicana.


Il suo primo provvedimento come Ministro della giustizia nella quarta legislatura Berlusconi è stato il cosiddetto "lodo Alfano"[9], legge approvata il 22 luglio 2008. Unica nel panorama europeo,[10] essa prevede la sospensione dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera e Presidente del Consiglio) per l'intera durata del loro mandato.[11] La legge è poi stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale nell'ottobre 2009, per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione Italiana.


Ci fu poi la legge 51/2010, che rafforzava il regime del legittimo impedimento[12], anch'essa poi dichiarata incostituzionale.


Durante i 3 anni di permanenza di Alfano al Ministero della Giustizia si registra una particolare ed intensa attività legislativa contro le mafie e la criminalità organizzata. Spiccano, fra le altre, le leggi per l'inasprimento del carcere durissimo per i mafiosi (art.41 bis), il Codice Unico Antimafia, la Legge contro lo Stalking. In relazione al 41 bis, il capomafia siciliano Totò Riina, intercettato all'interno del carcere in cui è detenuto all'ergastolo, lamenta ad un suo interlocutore l'eccessiva durezza di Alfano nei confronti della mafia, definendo il ministro "una canaglia"[13].


In precedenza, nel 2009, anche il figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Rizza, reagì all'inasprimento del 41 bis voluto con determinazione da Angelino Alfano, arrivando a progettare un attentato contro il ministro.[14]


Il 27 luglio 2011 Alfano si dimette dalla carica di Guardasigilli.[15]


Nel mese di ottobre dello stesso anno, Alfano pubblica il libro La mafia uccide d'estate[16], nel quale racconta i tre anni e mezzo di alla guida del Ministero della Giustizia, un percorso umano e politico nel panorama della Giustizia italiana. Alfano racconta "cosa significa fare il ministro della Giustizia in Italia", tra lentezze e ritardi dei processi, proposte di riforma del sistema e inevitabili resistenze da parte dei magistrati.


A seguito dell'arretramento del Popolo della Libertà alle elezioni amministrative di maggio 2011 [17][18], il 1º giugno 2011, l'ufficio di presidenza del PdL decide di designare Alfano quale nuovo segretario politico del partito[19], carica ufficializzata il 1º luglio dopo la modifica allo statuto del partito che non prevedeva la figura del segretario, ma solo del presidente.



Ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio nel governo Letta |




Angelino Alfano nel 2013


Alfano è segretario del PdL quando il 28 aprile 2013 viene nominato ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio dei ministri del governo Letta. Lo stesso giorno giura dinanzi al presidente della Repubblica[20].


Il 19 luglio 2013 il Senato della Repubblica Italiana discute la mozione di sfiducia presentata da Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà contro il ministro Alfano per il caso Shalabayeva (moglie di un dissidente kazako arrestata ed espulsa verso il Kazakistan assieme alla figlioletta - pratica condannata dall'UNHCR come extraordinary rendition[21][22]). Il Partito Democratico aveva deciso nell'assemblea dei senatori del giorno precedente di votare contro la sfiducia[23]; il Senato respinge la mozione con 226 no, 55 sì e 13 astenuti[24]. Alcuni senatori del PD, in dissenso con la linea del proprio partito, decidono di astenersi..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]


Il 30 settembre 2013 assieme agli altri ministri del PdL Alfano presenta dimissioni "irrevocabili",[25], su indicazione del presidente del PdL Berlusconi, che vuole così reagire alla linea del Partito Democratico di votare a favore della decadenza dello stesso Berlusconi da senatore. Le dimissioni vengono respinte dal presidente del consiglio Enrico Letta, in sostegno all'azione politica svolta dai cinque ministri del PdL che, insieme ad altri esponenti del partito, convincono Silvio Berlusconi a recedere dalla decisione di votare la sfiducia al Governo. Il dibattito interno al PdL tra falchi (o lealisti) - decisi a sfiduciare il Governo Letta per andare a elezioni anticipate - e colombe (o governativi) - propensi invece a proseguire la collaborazione coi democratici e coi montiani almeno sino al 2015 - determina un'incrinatura nei rapporti tra Alfano e Berlusconi che, seppur temporaneamente ricucita, sfocerà di lì a poco nella scissione tra le due correnti del partito.[26]


Durante il governo Letta, a causa dei numerosi naufragi e dell'emergenza umanitaria nello stretto di Sicilia, il 18 ottobre 2013 Alfano inaugura l'operazione militare e umanitaria "Mare nostrum" con lo scopo di salvaguardare la vita dei migranti in mare e di contrastare il traffico di persone.[27]


La scissione avviene nel novembre del 2013[2][3], allorché i filogovernativi del PdL annunciano la decisione di non entrare a far parte della rinata Forza Italia, partito rifondato da Silvio Berlusconi insieme ai lealisti. Alfano annuncia la costituzione di gruppi parlamentari autonomi al Senato e alla Camera con il nome di Nuovo Centrodestra.[4] I gruppi parlamentari vengono costituiti il 15 e il 18 novembre 2013.[28][29]
Da questo momento il partito di Alfano stringe in Parlamento un'alleanza con il Partito democratico a sostegno del governo Letta.



Ministro dell'Interno nel governo Renzi |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Renzi.

Entra nel nuovo governo Renzi il 22 febbraio 2014, dove mantiene la carica di ministro dell'Interno, oltre ad essere capo delegazione del suo partito, l'NCD, nel governo.[30]


Nell'agosto del 2014 dopo numerose richieste da parte del ministro perché l'Unione europea si mobilitasse sul fronte migranti in aiuto dell'Italia, il Commissario europeo per gli affari interni Cecilia Malmström ha dichiarato che l'operazione "Mare nostrum"[31] sarà sostituita dal programma europeo "Frontex Plus".[32][33] Successivamente tramite una serie di incontri in Europa riesce ad ottenere il sostegno di alcuni paesi come Francia, Germania e Spagna che si dichiarano pronti a sostenere l'introduzione del programma "Frontex Plus".[34]




Il ministro Alfano durante un summit europeo nel 2014.




Angelino Alfano con il Cancelliere della Germania Angela Merkel.


Nel settembre dello stesso anno vola in Egitto per incontrare  in veste di presidente di turno del Consiglio dei ministri degli interni dell'Unione europea, il presidente della Repubblica Araba d'Egitto ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī con il quale ha stretto un accordo secondo il quale l'Egitto rafforzerà i controlli alle frontiere per contrastare il fenomeno dei flussi migratori irregolari.


Il 30 agosto 2014 lancia il progetto "Campo praticabile", programma coordinato dal ministero e dai vertici della Polizia per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi.


Il 7 ottobre 2014 il ministro invia una circolare a tutti i prefetti d'Italia affinché invitino formalmente i sindaci a cancellare dai registri di stato civile, ove effettuate, le trascrizioni dei matrimoni gay celebrati all'estero, e avvertendo che, "in caso di inerzia, si procederà al successivo annullamento d'ufficio degli atti illegittimamente adottati"[35]. Alcuni Prefetti pertanto provvedevano a cancellare alcune delle trascrizioni effettuate. La pratica è in seguito censurata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo come violazione dei diritti umani, in particolare del diritto alla vita privata e familiare (art.8 CEDU).[36]


Il 29 ottobre 2014 a Roma la polizia carica contro alcune centinaia di lavoratori dell'AST di Terni che stavano facendo un corteo verso il ministero dell'Interno.
Il 5 novembre successivo la Camera vota dunque una mozione di sfiducia presentata da SEL e 5 stelle contro Alfano, ritenuto responsabile di quanto avvenuto, che viene respinta con 125 sì e 367 no.
Insieme alla maggioranza, vota contro la mozione di sfiducia Forza Italia, mentre Giuseppe Civati si schiera con l'opposizione.


Nel mese di marzo 2015 il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso di alcune coppie romane che avevano ottenuto la trascrizione da parte del sindaco Ignazio Marino e ha dichiarato nullo il provvedimento del prefetto di Roma, affermando che né il ministero dell'Interno, né le prefetture avevano il potere di intervenire direttamente sui registri di stato civile per annullare le trascrizioni illegittime.[37] Nel mese di luglio 2015 il TAR del Veneto, esprimendosi su una cancellazione disposta dal prefetto di Treviso, ha invece ratificato l'operato della prefettura, affermando che il sindaco, in qualità di esecutore della legge nazionale e non anche di rappresentante della comunità locale, è tenuto ad uniformarsi alle disposizioni del Ministero.[38] Nel mese di ottobre 2015 il Consiglio di Stato, oltre a confermare la non trascrivibilità dei matrimoni gay contratti all'estero, ha avallato l'operato dei prefetti.[39]



Ministro degli esteri nel governo Gentiloni |




Alfano con il Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America Rex Tillerson e l'Alto rappresentante U.E. Federica Mogherini a Sant'Anna di Stazzema, aprile 2017.






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Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Gentiloni.

Il 12 dicembre 2016 Alfano viene nominato Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.[40] La crisi migratoria e le relazioni con la Libia e gli altri paesi del Sahel sono comunque gestite dal ministro dell'Interno, Marco Minniti.


Nel 2017 Alfano scioglie NCD e fonda Alternativa Popolare, con la stessa ideologia e gli stessi partecipanti del precedente partito.



Attività successive |


Il 6 dicembre 2017 Alfano dichiara pubblicamente che non si sarebbe candidato alle elezioni politiche del 2018.[41] Dopo l'insediamento del Governo Conte torna quindi ad esercitare la professione di avvocato[42].
Dal settembre 2018 è indicato come partner dello studio legale Bonelli Erede Pappalardo (BELEX) di Milano, nella sezione Africa,[43] in squadra con l'ex politico egiziano Zia Bahaa-Eldin, già a capo dell'authority finanziaria egiziana durante il regime di Mubarak e quindi vicepremier dopo il colpo di stato di Al-Sisi.[44][45]



Controversie |




Alfano al congresso del Partito Popolare Europeo nel 2015.



Lo scandalo della presunta vicinanza alla mafia |


Nel 2002, La Repubblica rende conto della presenza di Alfano al matrimonio (avvenuto nel 1996) della figlia di Croce Napoli, indicato dagli inquirenti come boss mafioso di Palma di Montechiaro e morto nel 2001. Tale presenza è testimoniata da un video amatoriale della festa. Alfano, all'epoca neo-deputato all'Assemblea Regionale Siciliana, avrebbe salutato con affetto Napoli. Alfano in un primo momento dichiarò a Repubblica di non avere «nessuna memoria o ricordo di questo matrimonio» e che «non ho mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli, non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli che lei mi dice essere stato capomafia di Palma di Montechiaro».[46] In seguito affermò di aver ricordato di essere stato effettivamente a quel matrimonio ma di aver ricevuto l'invito dallo sposo e di non conoscere la sposa e la sua famiglia.[47]


Nell'ottobre del 2009 il pentito di mafia di Racalmuto, Ignazio Gagliardo, ha accusato Alfano di aver chiesto aiuti elettorali alla mafia, per mezzo del padre anch'egli politico.[48][49]


Lo stesso giorno Carmelo D'Amico, ex killer di Barcellona Pozzo di Gotto e in seguito diventato super testimone dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra, accusa Alfano e Renato Schifani di essere stati messi in politica da Cosa nostra secondo quanto è venuto a sapere dal suo compagno di carcere Nino Rotolo, boss di Pagliarelli fedelissimo di Bernardo Provenzano.
In seguito Alfano avrebbe voltato le spalle ai boss inasprendo il 41 bis e facendo leggi sulla confisca dei beni e così l'organizzazione non avrebbe più votato per Forza Italia.[50]


Con l'operazione antimafia "Grande Passo 3" dei Carabinieri di Monreale e di Corleone del novembre 2015 è emerso che nelle intenzioni di Pietro Paolo Masaracchia e Vincenzo Pellitteri, boss mafiosi di Palazzo Adriano e Chiusa Sclafani, vi era la sussistenza di un progetto di attentato nei suoi confronti a causa dell'inasprimento del 41 bis.[51]



L'articolo sulle consulenze alla moglie |


Il 17 aprile 2015 Alfano querela l'Espresso per aver pubblicato un articolo riguardante consulenze e appalti andati alla moglie Tiziana Miceli (tra cui le cinque consulenze avute dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell'Economia) e ad altre persone vicine al Ministro come gli avvocati Angelo Clarizia e Andrea Gemma (appalto da 630.000 euro per i servizi legali dell'Expo) con quest'ultimo che è anche membro del CdA dell'Eni.[52]



Il caso della rimozione della sorveglianza al Pm antimafia |


Nel dicembre 2014, Alfano assieme all'allora prefetto di Crotone, Maria Tirone (già parte dello staff della giunta di Stefano Caldoro, come vice capo di Gabinetto, ora prefetto di Foggia), viene coinvolto in un'accesa polemica.
La polemica sorge a seguito della rimozione delle telecamere di videosorveglianza dall'abitazione del pm antimafia Pierpaolo Bruni avvenuta, a quanto pare, su iniziativa del prefetto, Maria Tirone.
Il caso ha suscitato polemiche sui media, anche a seguito, della "denuncia" da parte dei cinque stelle. I deputati Andrea Cecconi, Francesco d'Uva e Dalila Nesci hanno dichiarato l'incomprensibilità di tale provvedimento date le numerose minacce ricevute dal giudice da parte della mafia. I deputati, inoltre, hanno fatto numerose interrogazioni parlamentari al riguardo.[53]



Le critiche sulla promozione del prefetto Maria Tirone |


In seguito i grillini hanno polemizzato, sempre con Alfano, circa la promozione del prefetto Maria Tirone: "...Senza dimenticare, peraltro, che la dottoressa Tirone è stata appena trasferita a Foggia, esattamente dove lei chiedeva di andare. Un premio inaccettabile, data la sua decisione di revocare quei sistemi di sicurezza a Bruni..."[54]



Le accuse di Buzzi al Ministro nella vicenda "Mafia Capitale" |


Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati a Roma condannato a 19 anni per le vicende di Mafia Capitale[55], in un interrogatorio ha riferito ai Pm che nella gestione del Cara di Mineo la cooperativa "La Cascina" aveva rapporti diretti con Angelino Alfano, ministro degli Interni del governo Renzi. Buzzi, riferendosi ad Alfano e ad altri coinvolti nell'indagine, afferma: "... lo conosceva, c'aveva rapporti diretti con Alfano, avevano creato un sistema giù in Sicilia, intorno a Mineo, che è un sistema perfetto perché la gara che consegna ad Odevaine consente di distribuì i soldi a pioggia sul territorio. Nel senso che i comuni venivano premiati con circa due, tre milioni di euro, non lo so, però è tutto in chiaro, da lì ... Centro di accoglienza di quelle dimensioni in un territorio così piccolo ..."[56]



L'inchiesta Labirinto |



L'assunzione del fratello alle Poste |


Il 5 luglio 2016 viene resa nota un'intercettazione effettuata nell'ambito dell'indagine che ha portato alla luce una rete di tangenti tra politici, enti e ministeri.
In una delle conversazioni viene citato anche il ministro dell'Interno del governo Renzi, Angelino Alfano. La vicenda riguarda la raccomandazione del fratello minore del ministro, ossia l'assunzione di Alessandro Alfano nella società "Poste italiane". A riferirlo nell'intercettazione telefonica è il faccendiere Raffaele Pizza a Davide Tedesco, quest'ultimo stretto collaboratore del titolare del Viminale.[57]



La questione del padre e degli 80 curricula |


Sempre dalle intercettazioni dell'inchiesta emerge anche il nome del padre di Alfano il quale avrebbe mandato 80 curricula per assunzioni pilotate in Poste Italiane Spa. Ciò emerge da un colloquio telefonico intercettato tra Marzia Capaccio, indagata e segretaria particolare di Raffaele Pizza ed un'altra persona, Elisabetta C..[58]


Lo stesso giorno le opposizioni parlamentari hanno chiesto le dimissioni del Ministro. Costui dal canto suo le ha escluse ritenendo irrilevanti i fatti contestatigli.



La questione dei voli di Stato |


In data 9 marzo 2017, è stata pubblicata da Repubblica, la lista dei voli di Stato. Alfano per ben 27 volte ha usato l’aereo blu per tornare in Sicilia, sua regione d’origine. Il 20 gennaio scorso, giungeva a Palermo per i funerali della mamma della sottosegretaria Simona Vicari. Il 24 febbraio, partecipava alle celebrazioni della clinica palermitana di proprietà della moglie del deputato Ncd Dore Misuraca. Tutti viaggi classificati con la motivazione “istituzionale" o "sicurezza", visto che la direttiva per l’uso dei voli di Stato datata dicembre 2011, regola l’utilizzo solo in seguito a “imprevedibili e urgenti esigenze di trasferimento connesse all’esercizio delle funzioni e l’impossibilità di provvedere ai trasferimenti con voli di linea”.[59]



Vicende giudiziarie |


È stato indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio,[60] ma successivamente il procedimento è stato archiviato.[61]


Il 25 febbraio 2016 viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma, il reato contestatogli è l'abuso d'ufficio. Con il Ministro Alfano sono indagati anche il viceministro Filippo Bubbico (Partito democratico), l'ex senatore e l'allora segretario provinciale PD di Enna Vladimiro Crisafulli e il presidente dell'Università Kore di Enna Cataldo Salerno.
Il reato sarebbe stato commesso il 23 dicembre 2015, data in cui il Consiglio dei Ministri deliberò il trasferimento ad Isernia del Prefetto Fernando Guida. La procura ritiene che tale trasferimento sia stato effettuato per evitare che Guida, prima del trasferimento Prefetto di Enna, commissariasse a dicembre 2015 la Fondazione Kore, ente che gestisce l'ateneo omonimo.[62]
Il prefetto Guida in un'intervista al Corriere della Sera afferma che non fu rimosso ma il trasferimento fu concordato con lui, e che il commissariamento della Kore fu accelerato dal Viminale[63]. Il 13 maggio il tribunale dei ministri lo scagiona e archivia il procedimento nei suoi confronti[64].



Vita privata |


Il padre Angelo, docente nei licei, è stato per la DC consigliere comunale e assessore ad Agrigento.
Angelino è sposato con l'avvocato Tiziana Miceli e ha due figli.


Il fratello minore Alessandro Alfano è stato direttore provinciale di Confcommercio Agrigento, segretario generale di Unioncamere Sicilia dal 2006 e segretario generale della Camera di commercio di Trapani tra il 2010 e il 2011[65]. È stato in seguito assunto come dirigente di Poste Italiane, secondo alcune intercettazioni telefoniche dietro raccomandazione del ministro Alfano.[57]



Onorificenze |











Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Tunisia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Tunisia
— febbraio 2017










Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina)
— maggio 2017










Cavaliere di Gran Croce Ordine di Orange-Nassau (Olanda) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce Ordine di Orange-Nassau (Olanda)
— giugno 2017










Cavaliere di Gran Croce - Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce - Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta)
— settembre 2017










Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa Sede)
— 2 giugno 2017


Note |




  1. ^ ALFANO AGLI ESTERI-MINNITI AL VIMINALE RISIKO PER DARE I SERVIZI A LOTTI, su L'Huffington Post. URL consultato il 12 dicembre 2016.


  2. ^ ab Il Pdl esplode, scissione di Alfano: pronti i gruppi 'Nuovo centrodestra'


  3. ^ ab «Silvio noi ti vogliamo bene, i tuoi ti violentano» Alfano lancia il Nuovo Centrodestra, ribadisce l'alternativa alla sinistra, e attacca i falchi di Forza Italia: mai con loro


  4. ^ ab Berlusconi lancia Forza Italia E Alfano il Nuovo Centrodestra


  5. ^ Costituito gruppo 'Nuovo Centrodestra'. Bianconi e Costa presidenti pro tempore


  6. ^ ab Biografia di Angelino Alfano, in angelinoalfano.it, 9 gennaio 2011. URL consultato il 2 giugno 2018.


  7. ^ Ars Sicilia


  8. ^ Berlusconi ai suoi ministri: «Dimettetevi» È crisi, Letta: «Chiarimento davanti al Paese»Berlusconi ai suoi ministri: «Dimettetevi» È crisi, Letta: «Chiarimento davanti al Paese», in Corriere della Sera, 29 settembre 2013. URL consultato il 29 settembre 2013.


  9. ^ Parlamento Italiano "Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato"


  10. ^ Claudia Fusani, Immunità del premier, anomalia solo italiana, in la Repubblica, 22 luglio 2008. URL consultato il 12 dicembre 2010.


  11. ^ Testo della legge (PDF), senato.it. URL consultato il 12 dicembre 2010.


  12. ^ http://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2010-04-08&task=dettaglio&numgu=81&redaz=010G0076&tmstp=127141267683, 08/04/2010. Parametro url vuoto o mancante (aiuto)


  13. ^ La Repubblica - Palermo, Riina: Alfano disgraziato, glielo do' io il 41 bis, RCS, 28 gennaio 2014.


  14. ^ Libero Quotidiano, Un attentato contro Alfano, Editoriale Libero srl, 3 ottobre 2011.


  15. ^ Berlusconi al Quirinale con la lista Governo, Alfano si è dimesso, in Adnkronos, 27 luglio 2011. URL consultato il 27 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2011).


  16. ^ Angelino Alfano, La mafia uccide d'estate, Mondadori, 2011.


  17. ^ Pisapia e de Magistris sono sindaci Sconfitta Pdl, Bondi rimette il mandato, in Corriere della Sera, 30 maggio 2011. URL consultato il 31 maggio 2011.


  18. ^ Matteo Tonelli, Ballottaggi, trionfi a Milano a Napoli in tutta Italia l'onda del centrosinistra, in la Repubblica, 30 maggio 2011. URL consultato il 31 maggio 2011.


  19. ^ Alfano segretario Pdl, lascerà la Giustizia Berlusconi: "Premier nel 2013? Vedremo", in la Repubblica, 1º giugno 2011. URL consultato il 2 giugno 2011.


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  • Governo Renzi



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