Decimo Magno Ausonio
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Decimo Magno Ausonio (Burdigala, 310 – Burdigala, 395 circa) è stato un poeta romano.
Indice
1 Biografia
1.1 Nascita, studi e insegnamento
1.2 Maestro di Graziano e console
1.3 Il ritorno a Burdigala
2 Opere
3 Storia editoriale
4 Edizioni moderne
5 Note
6 Bibliografia
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia |
Nascita, studi e insegnamento |
Il nonno materno Agricio, appartenente a un'antica famiglia del popolo degli Edui, aveva vissuto al tempo degli imperatori gallo-romani che da Postumo a Tetrico governarono la Gallia per un decennio. In quel periodo di torbidi, egli fu proscritto e dovette esiliarsi a Dax, dove visse esercitando l'astrologia e la magia.[1] Il padre di Ausonio, Giulio Ausonio, era nato a Bazas ma viveva a Bordeaux, allora Burdigala, dove esercitava l'arte medica. Grazie all'influenza del figlio sarà nominato dall'imperatore Graziano prefetto d'Illiria. Morì quasi novantenne, riferisce il figlio, dopo aver «visto realizzare tutto quel che volle» nella moderazione dei suoi desideri. La madre di Ausonio sembra essersi occupata esclusivamente della famiglia;[2] di lui si occupò anche la zia Aemilia Hilaria.[3]
Ausonio nacque verso il 310, sotto Costantino, in un periodo di tranquillità politica dopo i lunghi conflitti per il potere. Cominciò gli studi a Bordeaux, dove imparò a leggere e a scrivere e apprese la storia dal maestro Stafilio e l'erudizione dai libri di Varrone. Ebbe sempre difficoltà con il greco. Tredicenne, passò a Tolosa alla scuola dello zio materno Arborio, che era allora la gloria della sua famiglia, per impararvi la retorica e l'eloquenza.[4].
Esercitò in primo tempo l'avvocatura, poi a trent'anni insegnò retorica nella scuola che aveva frequentato nell'infanzia. Il suo allievo più noto fu Ponzio Anicio Meropio Paolino, futuro vescovo di Nola, al quale indirizzerà in tarda età, dopo il 390, tre epistole in versi nelle quali sconsigliò a Paolino di dedicarsi alla vita contemplativa.[5]
Maestro di Graziano e console |
Ausonio era considerato uno degli uomini più dotti della sua epoca; così nel 365 d.C. l'imperatore Valentiniano I dopo trent'anni d'insegnamento lo chiamò a Roma come precettore del figlio Graziano[6].
Per riconoscenza verso il maestro, Graziano lo insignì dei più alti titoli e dei maggiori onori.
Nel 379 infatti Ausonio divenne console con Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio. Prese parte alla campagna militare contro gli Alamanni e ottenne come premio una giovane sueba chiamata Bissula, alla quale dedicò successivamente un'opera poetica.
Il ritorno a Burdigala |
Morto Graziano nel 383, Ausonio tornò a Burdigala, conducendo una vita appartata e dedicandosi agli studi. A questo periodo si fa risalire la sua conversione alla religione cristiana, secondo alcuni avvenuta invece durante il soggiorno a Treviri. Tuttavia questa conversione fu probabilmente solo un fatto superficiale e formale: radici troppo profonde avevano lasciato in lui la tradizione pagana della famiglia e la vasta cultura classica.
Morì nella sua città natale attorno al 395.
Opere |
Il poema Mosella, minuzioso resoconto di viaggio in versi, è considerato da molti il suo capolavoro, ma Ausonio scrisse anche molti epigrammi in memoria dei parenti defunti e epitaffi, come i Parentalia. Scrisse inoltre un'orazione dedicata a Graziano, lettere in versi e in prosa che furono dirette e redatte da Paolino di Nola e diverse altre cose in diversi altri generi.
Tra le opere principali Mosella, Parentalia, Ordo urbium nobilium, Efemeride.
Un saggio della sua tecnica è, in particolare, il Ludus septem sapientum ("Il divertimento dei sette sapienti"), in cui appare sulla scena un Ludius (buffone), che recita le massime più note dei Sette Savi:
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(LA) «Delphis Solonem scripsisse fama est Atticum: | (IT) «In Delfi, si dice, Solone di Atene scrisse: |
Storia editoriale |
L'editio princeps, Venezia, Bartholomaeus Girardinus, 1472, è incompleta perché usò un manoscritto di classe Z, che rappresenta la più breve delle selezioni sopravvissute e che omette brani autobiografici e storici. Le prime aggiunte furono fatte nel 1490, quando Ferrario incluse una versione incompleta di Ordo urbium nobilium. Nel 1499 Ugoleto, che fu in grado di usare un manoscritto dalla più ricca selezione Y, aggiunse per la prima volta tra le altre opere, la Mosella ed il Ludus septem sapientum.[7]
Le edizioni successive in incunabolo uscirono rispettivamente negli anni: 1490 (Milano; curata da Giulio Emilio Ferrario[8] e stampata da Uldericus Scinzenzeler), 1494, 1496 (Venezia; una seconda uscita di Ferrario riveduta da Hieronymus Avantius) e 1499 (Parma, di Taddeo Ugoleto).
Edizioni moderne |
- Decimo Magno Ausonio, Cupido messo in croce, a cura di Alessandro Franzoi, Loffredo, 2002, ISBN 978-88-8096-895-5.
- Decimo Magno Ausonio, Epigrammi, a cura di Luca Canali, Rubbettino, 2007, ISBN 978-88-498-1862-8.
- Decimo Magno Ausonio, Mosella. Introduzione, testo, traduzione e commento, a cura di Maria Elvira Consoli, Congedo Editore, 1998, ISBN 978-88-8086-259-8.
- Decimo Magno Ausonio, Opere, a cura di Agostino Pastorino, Torino, UTET, 1971, ISBN 978-88-02-01822-5.
- Decimo Magno Ausonio, Ordo urbium nobilium, a cura di Lucia Di Salvo, Loffredo, 2000, ISBN 978-88-8096-721-7.
- Decimo Magno Ausonio, Professori a Bordeaux (Commemoratio professorum Burdigalensium). Testo latino a fronte, a cura di Maria Grazia Bajoni, Le Lettere, 1996, ISBN 978-88-7166-208-4.
- Decimo Magno Ausonio, Technopaegnion, a cura di Carlo Di Giovine, Pàtron, 1996, ISBN 978-88-555-2397-4.
- Decimi Magni Ausonii Opuscola, a cura di Sesto Prete, Leipzig, Teubner, 1978
Note |
^ C. Jullian, Ausone et Bordeaux, 1893, pp. 9-10.
^ C. Jullian, cit., pp. 12-16.
^ Opere di Ausonio, Utet Libri 2013, ISBN 978-88-02018-22-5
^ C. Jullian, cit., pp. 22-24.
^ E. Paratore, La letteratura latina dell'età imperiale, 1959, p. 299.
^ Giusto Monaco, Gaetano de Bernardis, Andrea Sorci: "L'attività letteraria nell'antica Roma", pag. 503-504 - Palumbo, 1982
^ Decimi Magni Ausonii Ludus septem sapientum, Introduzione, testo, traduzione e commento a cura di Elena Cazzuffi, Hildesheim, Olms, 2014.
^ F. Piovan, "Ferrario, Giulio Emilio", Dizionario Biografico degli Italiani.
Bibliografia |
- Fabrizio Benedetti, La tecnica del vertere negli epigrammi di Ausonio, Firenze, L.S. Olschki, 1980.
- Enrico Di Lorenzo, Ausonio. Saggio su alcune componenti stilistiche, Napoli, Loffredo, 1981.
- Camille Jullian, Ausone et Bordeaux. Études sur les derniers temps de la Gaule romaine, Bordeaux, Imprimerie Gounouilhou, 1893
- Ettore Paratore, La letteratura latina dell'età imperiale, Firenze, Sansoni, 1959
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
- C. Jullian, Ausone et Bordeaux, 1893, su archive.org.
- Opere in latino di Ausonio, su thelatinlibrary.com.
- L'Opera Omnia di Ausonio, su intratext.com.
Monvmenta Germaniae Historica, edidit Societas Aperiendis Fontibvs Rerum Germanicarvm Medii Aevi, Avctorum Antiqvissorum Tomi V pars posterior, Berolini apud Weidmannos 1883: D. Magni Avsonii Opvscola, recensvit Carolvs Schenkl, adiecta est tabvla
- Le Opere di D. Magno Ausonio volgarizzate da P. Canal, Venezia 1853, su books.google.it.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 109786483 · ISNI (EN) 0000 0001 2147 4924 · SBN ITICCURAVV77725 · LCCN (EN) n80128611 · GND (DE) 118505165 · BNF (FR) cb11996240z (data) · NLA (EN) 36590124 · BAV ADV10200236 · CERL cnp01320464 |
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