Principio di non contraddizione




Nella logica classica, il principio di non-contraddizione afferma la falsità di ogni proposizione implicante che una certa proposizione A e la sua negazione, cioè la proposizione non-A, siano entrambe vere allo stesso tempo e nello stesso modo. Secondo le parole di Aristotele:


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«È impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo[1]»


(Aristotele)

Più semplicemente, la proposizione "A ed anche non-A" è falsa. In simboli, ciò è espresso come segue:


¬(A∧¬A).{displaystyle neg (Awedge neg A).,}{displaystyle neg (Awedge neg A).,}

Dimostrazione:
























Tabella di verità
A{displaystyle A}A ¬A{displaystyle neg A}{displaystyle neg A} A∧A){displaystyle Aland (neg A)}{displaystyle Aland (neg A)}
¬(A∧A)){displaystyle neg (Aland (neg A))}{displaystyle neg (Aland (neg A))}
V F F V
F V F V

Si tratta quindi di una tautologia (sempre vera, a prescindere dal valore di verità della variabile), o in altri termini di una legge logica universale.




Indice






  • 1 Il principio di non contraddizione è fondamentale


    • 1.1 Conclusioni




  • 2 Logiche a più valori


    • 2.1 Logiche polivalenti di Gödel e prodotto


    • 2.2 Logica di Jan Łukasiewicz a infiniti valori di verità




  • 3 Logica quantistica


  • 4 Note


  • 5 Bibliografia


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Il principio di non contraddizione è fondamentale |


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Lo stesso argomento in dettaglio: ex falso quodlibet.

Fin dal Medioevo[2] è noto un interessante risultato della Logica:
in un sistema di logica dicotomica in cui sia vera una affermazione e anche la sua negazione, è vera qualsiasi affermazione. Tale assunzione è solitamente citata nella letteratura latina come ex falso quodlibet, e come principio di esplosione nella logica moderna.



Conclusioni |


Un sistema logico dove siano valide le comuni regole di inferenza e dove sia anche presente una contraddizione, ossia sia VERA (completamente vera) una affermazione e anche la sua negazione, è privo di logica, di struttura e di informazione, poiché tutte le affermazioni sono vere (comprese le loro negazioni). E quindi non può essere interessante poiché non comunica informazione.
Questo risultato è anche noto come principio di esplosione.
La banalizzazione di un sistema in cui sia presente contraddizione può essere evitata solo a patto di indebolire il sistema stesso, scartando regole di inferenza o assiomi. Questo avviene nelle cosiddette logiche paraconsistenti.



Logiche a più valori |


Sebbene in una logica polivalente (avendo opportunamente definito gli operatori AND e NEG) si possa avere che la forma classica del principio di non contraddizione cessi di valere, ossia in termini grado di verità:


v(A∧¬A)>0.{displaystyle v(Awedge neg A)>0.,}{displaystyle v(Awedge neg A)>0.,}

per qualche proposizione (che è impossibile in logica classica a causa del principio di bivalenza), è in ogni modo utile rilevare che un'altra forma del principio di non contraddizione continua a funzionare nelle logiche a più valori (come la citata logica fuzzy) nella forma seguente:



una affermazione e la sua negazione non possono essere ambedue simultaneamente completamente vere,

che si traduce nella diseguaglianza in termini di grado di verità:


v(A∧¬A)<1.{displaystyle v(Awedge neg A)<1.,}{displaystyle v(Awedge neg A)<1.,}

Nella logica fuzzy, si ha ad esempio


μA)∧μ(A)=min(μ(A),1−μ(A)){displaystyle mu (neg A)wedge mu (A)=min(mu (A),1-mu (A))}{displaystyle mu (neg A)wedge mu (A)=min(mu (A),1-mu (A))}

perché l'AND logico è rappresentato dal minimo dei due valori, valendo inoltre


μA)=1−μ(A){displaystyle mu (neg A)=1-mu (A)}{displaystyle mu (neg A)=1-mu (A)}

appare ovvio che il risultato non potrà mai essere maggiore di 1/2.
Ben si comprende che nel caso esistano solo due valori di verità, come nella logica aristotelica, si ottiene l'enunciato sopra esposto. In questo senso si può sostenere che il principio di non-contraddizione continua a valere in logica polivalente.



Logiche polivalenti di Gödel e prodotto |


Nella logica polivalente di Gödel e nella logica polivalente prodotto, la negazione di una proposizione si definisce nella maniera seguente:




v(¬A)=0.{displaystyle v(neg A)=0.,}{displaystyle v(neg A)=0.,} se v(A)>0.{displaystyle v(A)>0.,}{displaystyle v(A)>0.,} ,


v(¬A)=1.{displaystyle v(neg A)=1.,}{displaystyle v(neg A)=1.,} se v(A)=0.{displaystyle v(A)=0.,}{displaystyle v(A)=0.,}.


Si noti che in generale:


V(A)+V(¬A)≤1{displaystyle V(A)+V(neg A)leq 1}{displaystyle V(A)+V(neg A)leq 1}

Si trova dunque un interessante risultato:


v(A∧¬A)=0.{displaystyle v(Awedge neg A)=0.,}{displaystyle v(Awedge neg A)=0.,}

e quindi in tali logiche polivalenti è addirittura valida la forma standard del principio di non-contraddizione. Questo sta a confermare il fatto che in generale la polivalenza non implica la negazione in alcuna forma del principio di non contraddizione.



Logica di Jan Łukasiewicz a infiniti valori di verità |


Sotto opportune condizioni, quali quelle che vigono nella logica di Łukasiewicz a infiniti valori di verità (logica fuzzy), si ha che il principio di non contraddizione diviene per qualsivoglia asserzione A{displaystyle A}A:


V(A)+V(¬A)=1{displaystyle V(A)+V(neg A)=1}{displaystyle V(A)+V(neg A)=1}

Questa di fatto è la definizione della negazione nella logica fuzzy di Łukasiewicz e di Zadeh. È interessante rilevare che l'equazione logica:


V(A)=V(¬A)=1−V(A),{displaystyle V(A)=V(neg A)=1-V(A),}{displaystyle V(A)=V(neg A)=1-V(A),}

che è priva di soluzioni nell'insieme degli interi (in particolare, nel sottoinsieme degli interi {0,1}), ammette invece la soluzione frazionaria: v=1/2{displaystyle v=1/2} v=1/2 nel campo dei numeri reali (in particolare, nel sottoinsieme individuato dall'intervallo chiuso [0,1]) e ciò segue precisamente dal principio di non-contraddizione. Il punto fondamentale rimane comunque che in un sistema fuzzy quale quello di Łukasiewicz o di Zadeh, è impossibile dimostrare (VERE) sia un'affermazione sia la propria negazione (che implicherebbe: V(A)+V(¬A)=2{displaystyle V(A)+V(neg A)=2}{displaystyle V(A)+V(neg A)=2}). Dunque possiamo concludere che le logiche di Łukasiewicz e di Zadeh, non sono paraconsistenti ed in tal senso non violano il principio di non contraddizione.



Logica quantistica |


La meccanica quantistica, scoprendo che un quanto può essere allo stesso tempo due rappresentazioni opposte di una stessa realtà (particella e onda) si discosta dalla logica aristotelica avvicinandosi a una concezione "eraclitea" in cui tutto il divenire può essere e non essere contemporaneamente.[3]









«Il mare è l'acqua più pura e impura: per i pesci è potabile e gli conserva la vita, per gli uomini è imbevibile e mortale»


(Eraclito)

Nella logica quantistica, a livello più tecnico, non sono più valide diverse forme di bivalenza, su tutte quella espressa come V(a) or V(~a), che si può leggere come "è vero a o è vero non a". Rimane comunque valido il classico principio del tertium non datur a livello sintattico, ovvero V(a or ~a), "è vero che sia il caso che 'a o non a'", ma la logica non mantiene più solo due valori di verità (vero e falso). Infatti accetta anche la possibilità che qualcosa non sia né vera né falsa (indeterminata), sebbene la loro unione possa essere invece ancora vera. Il principio di non contraddizione infine è completamente rispettato nella forma che non esiste proposizione a per cui V(a&~a), ma può darsi il caso che V(a)&V(~a), ovvero non può essere "è vero 'a e non a'", ma è possibile che "a è vero e non a è vero".



Note |




  1. ^ Aristotele, Metafisica, Libro Gamma, cap. 3, 1005 b 19-20.


  2. ^ Erroneamente attribuito a Duns Scoto il principio secondo cui ex falso quodlibet viene comunemente chiamato "principio dello Pseudoscoto".


  3. ^ Louis de Broglie, con la sua ipotesi, mostrò come bisognasse associare l'aspetto corpuscolare ed ondulatorio sia alla materia che al ragionamento. -Louis de Broglie, Introduction à l'étude de la mécanique ondulatoire, 1930-

    "Il principio di contradditorietà complementare deve rimpiazzare il principio di non-contraddizione come fondamento della logica." - Stéphane Lupasco, L'expérience microscopique et la pensée humaine, PUF, 1941, p. 286-




Bibliografia |




  • Bart Kosko, Satoru Isaka, Logica «sfumata», Le Scienze, settembre 1993, no.301


  • Ludovico Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico

  • Andrea Galeazzi, Il principio di (non) contraddizione, Firenze 1975



Voci correlate |



  • Contraddizione

  • Identità degli indiscernibili

  • Logica paraconsistente

  • Principio del terzo escluso

  • Consistenza (logica matematica)



Altri progetti |



  • Open book nae 02.svg Questa voce è inclusa nel libro di Wikipedia Meta-dialettica.


Collegamenti esterni |


  • Dimostrazione del Principio di non contraddizione fatta in Deduzione Naturale e Calcolo dei Sequenti, su esercizidilogica.blogspot.it. URL consultato il 21 luglio 2013.


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