Qabus dell'Oman
Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd قابوس بن سعيد آل سعيد | |
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Sultano dell'Oman | |
In carica | dal 23 luglio 1970 |
Predecessore | Saʿīd ibn Taymūr |
Altri titoli | Primo Ministro dell'Oman |
Nascita | Salala, 18 novembre 1940 |
Dinastia | Āl Bū Saʿīdī |
Padre | Saʿīd ibn Taymūr |
Madre | Mazoon bint Ahmad Al Mashani |
Consorte | Sayyida Nawwal bint Tariq Al Said (1976-1979, div.) |
Religione | Ibaditi Islam |
Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd (in arabo: قابوس بن سعيد آل سعيد; Salalah, 18 novembre 1940) è il sultano dell'Oman.
È asceso al trono dopo aver rovesciato suo padre con un colpo di Stato, Saʿīd bin Taymūr, nel 1970. È il 14º discendente della dinastia Āl Bū Saʿīdī.[1] I suoi 48 anni di governo ne fanno il monarca più longevo del moderno Vicino Oriente.
Indice
1 Biografia
1.1 Primi anni
1.2 La presa del potere
1.3 Il sultanato
1.4 Politica estera
2 Vita privata
3 Successione
4 Palazzi
5 Onorificenze
5.1 Onorificenze dell'Oman
5.2 Onorificenze straniere
6 Albero genealogico
7 Note
8 Altri progetti
Biografia |
Primi anni |
Il sultano Qābūs b. Saʿīd è nato a Ṣalāla, nel Dhofar, il 18 novembre 1940. Unico figlio del sultano Saʿīd bin Taymūr, rappresenta l'ottava generazione della dinastia di Āl Bu Saʿīdī. Ha ricevuto l'istruzione primaria e secondaria nella città di Salala e a Pune (India) e, in seguito, in scuole private del Regno Unito a partire dall'età di 16 anni.[2] A 20 anni entrò nella Royal Military Academy Sandhurst e in seguito, ottenuti i gradi, fu impiegato in un reggimento di fanteria britannico, il Cameronians, servendo nel 4º Battaglione in Germania per un anno.
Dopo il servizio militare, Qābūs ritornò a Ṣalāla, dove studiò la religione islamica e la storia della sua nazione.
La presa del potere |
Nei sei anni precedenti alla detronizzazione di Saʿīd bin Taymūr l'esperienza di Qābūs fu limitata al palazzo reale di Ṣalāla. Nel luglio 1970, i soldati che sostenevano Qābūs disarmarono con la forza le truppe leali a Saʿīd bin Taymūr, e lo deposero in un colpo di Stato senza spargimenti di sangue.[3] Qābūs, appena ventinovenne, salì così sul trono del padre[4] e fu aiutato dal governo britannico a consolidare il proprio potere.
Qābūs inaugurò il suo regno il 23 luglio 1970 a Mascate. Qui dichiarò che il regno non si sarebbe più chiamato Sultanato di Mascate e Oman, ma che avrebbe cambiato il suo nome in "Sultanato dell'Oman", per meglio rifletterne l'unità politica.
Il primo importante problema che il nuovo sultano affrontò in qualità di sultano fu una ribellione di ispirazione comunista fomentata dallo Yemen del Sud: la guerra del Dhofar (1962–1976). Il sultano sconfisse le formazioni ribelli con l'aiuto dell'Iran dello Scià, del SAS britannico e della Royal Air Force.
Il sultanato |
Qābūs governa come monarca assoluto, in una condizione simile a quella dei sovrani dell'Arabia Saudita. Le sue decisioni non sono soggette a modifiche da parte degli altri membri della famiglia reale dell'Oman. Le decisioni governative sono sottoposte al consenso delle istituzioni federali, provinciali e locali e dei rappresentanti tribali; alcuni critici sostengono che Qābūs eserciti de facto un controllo su questo processo. Il sultano intraprende regolarmente dei viaggi attraverso il suo reame, nei quali ogni cittadino con una richiesta o una protesta può appellarsi personalmente al sovrano.
Recentemente, Qābūs ha permesso elezioni parlamentari, nelle quali le donne hanno potuto votare e candidarsi; è stata loro inoltre promessa grande apertura e partecipazione al governo. Ancora oggi, comunque, questo Parlamento è privo di sostanziale potere politico, malgrado il sultano sia stato costretto a cedere ad esso, che finora aveva avuto una funzione esclusivamente consultiva, il potere legislativo, per frenare il malcontento esploso in alcune manifestazioni di protesta: secondo quanto riporta l'agenzia ufficiale Ona il sultano ha conferito "poteri legislativi e di vigilanza" sull'azione di governo al "Consiglio d'Oman".[5]
Fino allo scoppio di proteste popolari contro i regimi arabi nel Maghreb e nel Vicino Oriente arabo, i sostenitori di Qābūs hanno sempre sottolineato i suoi successi nel governo del paese. Rispetto agli standard del Golfo Persico, l'Oman infatti garantisce un buon ordine pubblico (è un paese estremamente sicuro), una discreta economia (dovuta alla sua produzione di petrolio) e una società relativamente permissiva. Da quando è salito al trono, l'Oman ha intrecciato relazioni internazionali, liberalizzato i giornali, creato università, costruito autostrade, aperto alberghi e centri commerciali.
A differenza degli altri Stati del golfo Persico, Qābūs bin Saʿīd non ha scelto pubblicamente il suo erede. L'articolo 6 della Costituzione attualmente prevede che il Concilio della famiglia regnante deve scegliere il successore dopo che il trono si è reso vacante e la preferenza del sultano deve essere espressa in una lettera ufficiale e utilizzata solo con il consenso della famiglia. I critici temono che il risultato incerto potrebbe ispirare una lotta per il potere tra i membri della dinastia o i militari. Un potere vacante potrebbe coincidere con un blocco delle esportazioni di petrolio.
Il compleanno del sultano è il 18 novembre, giorno celebrato come festa nazionale.
Politica estera |
Qābūs mantiene ufficialmente l'Oman neutrale.[6] Sin dagli anni ottanta – quando mediò il cessate il fuoco nella guerra Iran-Iraq mentre le altre monarchie del Golfo Persico finanziavano l'esercito di Saddam Hussein – Qābūs prova ad agire da stabilizzatore regionale, a fare da ponte tra monarchie sunnite e Iran sciita, paese quest'ultimo con cui mantiene normali relazioni diplomatiche pur essendo un alleato di Stati occidentali come il Regno Unito e gli Stati Uniti. Nel 1979 l'Oman è stato, insieme al Sudan di Ja'far al-Nimeyri, l'unico Stato arabo a riconoscere l'accordo di pace con Israele del presidente egiziano Anwar al-Sādāt.
Rispetto agli altri stati del Golfo Persico, l'Oman ha adottato una politica estera prudente e pragmatica: mantiene relazioni cordiali con l'Iran ed è attento ad apparire neutrale e a mantenere un equilibrio tra esso e gli Stati Uniti.[7] Il sultano ha spesso agito come intermediario tra i due paesi, ospitando i colloqui segreti che nel 2015 hanno condotto all'accordo sul programma nucleare iraniano.[8][9]
Inoltre ha stabilito e mantiene buoni rapporti con gli altri Stati arabi. Nel 1981 ha aderito al Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) ma, al contempo, ha sempre respinto con forza i reiterati tentativi da parte saudita di un'unione militare tra tutti i Paesi aderenti.
Vita privata |
Il sultano Qābūs bin Saʿīd appartiene alla corrente kharigita ibadita, che ha tradizionalmente regnato in Oman. Gli Ibaditi sono la maggioranza del paese, con una minoranza sunnita. La percentuale precisa non si conosce ma si parla generalmente di un 55% di Ibaditi, mentre i sunniti, seguiti da una piccola presenza di sciiti e stranieri indù e cristiani, si fermano al 25%. Qābūs ha dimostrato la sua tolleranza religiosa finanziando la costruzione e il mantenimento di molte moschee, ma anche di altri edifici religiosi.
Nel 1976 Qābūs bin Saʿīd ha sposato sua cugina di primo grado, Kamila, nata nel 1951, figlia di S.A. Sayyid Ṭāriq ibn Taymūr, ma il matrimonio è terminato con un divorzio nel 1979, senza aver prodotto figli.
Qābūs bin Saʿīd è un grande appassionato di musica classica. I 120 membri della sua orchestra sono molto apprezzati in tutto il Vicino Oriente e sono stati inizialmente istruiti da professionisti britannici. L'orchestra è interamente costituita da giovani omaniti, fino al 1986, sono cresciuti insieme all'interno dell'orchestra. Suonano anche all'estero accompagnati anche dal sultano (ma non nella wahhabita Arabia Saudita, perché l'orchestra comprende elementi maschili e femminili). Il compositore argentino Lalo Schifrin è stato incaricato di comporre un'opera intitolata Impressioni sinfoniche dell'Oman.[10]
Successione |
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La linea di successione non è chiara in Oman, dove vi è una storia contrastata di successioni e colpi di stato; lo stesso sultano Qābūs ha deposto suo padre. Suo padre a sua volta aveva costretto il proprio ad abdicare. I parenti più prossimi di Qābūs sono le tre sorelle, seguite da alcuni zii paterni ancora viventi e dalle loro famiglie. Seguendo la linea di primogenitura, il successore dovrebbe essere il figlio del suo zio più prossimo, S.A. il principe Ṭāriq ibn Taymūr Āl Saʿīd, ma questo non vincola in alcun modo il sultano nelle sue scelte in materia di successione.[11]
Palazzi |
Possiede i seguenti palazzi in Oman:
- Palazzo di al-Alam
- Palazzo di Barka
- Palazzo di Salala
- Palazzo di Sohar
Onorificenze |
Onorificenze dell'Oman |
Gran maestro dell'Ordine di Al Sa'id | |
Gran maestro dell'Ordine dell'Oman | |
Gran maestro dell'Ordine civile dell'Oman | |
Gran maestro dell'Ordine militare dell'Oman | |
Gran maestro dell'Ordine del Rinascimento dell'Oman | |
Gran maestro dell'Ordine del sultano Qabus | |
Gran maestro dell'Ordine di N'Oman | |
Gran maestro dell'Ordine della Cultura, scienza e arte | |
Gran maestro dell'Ordine al merito del sultano Qabus | |
Gran maestro dell'Ordine al merito | |
Gran maestro dell'Ordine dell'apprezzamento | |
Gran maestro dell'Ordine della consecuzione | |
Onorificenze straniere |
Gran Collare di Badr (Arabia Saudita) | |
Membro di I Classe dell'Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) | |
— dicembre 1971 |
Collare dell'Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) | |
— 23 dicembre 2006 |
Grande Stella dell'Ordine al merito della Repubblica austriaca (Austria) | |
— 31 marzo 2001 |
Membro di I classe dell'Ordine di Khalifa (Bahrain) | |
Collare dell'Ordine famigliare reale della Corona del Brunei (Brunei) | |
— 15 dicembre 1984 |
Collare dell'Ordine della Federazione (Emirati Arabi Uniti) | |
Collare dell'Ordine del Nilo (Egitto) | |
— 1976 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) | |
— 31 maggio 1989 |
Collare dell'Ordine del Crisantemo (Giappone) | |
Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) | |
Collare dell'Ordine di Mubarak il Grande (Kuwait) | |
— 28 dicembre 2009 |
Gran Collare dell'Ordine dei Pahlavi (Impero d'Iran) | |
— 3 marzo 1974 |
Medaglia commemorativa per il 2500º anniversario dell'impero persiano (Impero d'Iran) | |
— 14 ottobre 1971[12] |
Cavaliere di I classe dell'Ordine della Stella della Repubblica (Indonesia) | |
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana (Italia) | |
— 22 aprile 1974[13] |
Membro di classe eccezionale dell'Ordine al merito (Libano) | |
Membro dell'Ordine della Corona del Reame (Malesia) | |
— 1991 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi) | |
— 2012 |
Cavaliere di I classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan) | |
— 21 aprile 2001[14] |
Collare dell'Indipendenza (Qatar) | |
Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) | |
— 18 marzo 1982[15] |
Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine di San Michele e San Giorgio (Regno Unito) | |
— 8 luglio 1976[15] |
Cavaliere di Grazia e Giustizia del Venerabile ordine di San Giovanni (Regno Unito) | |
— 8 ottobre 1976 |
Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine Reale Vittoriano (Regno Unito) | |
— 28 febbraio 1979[15][16] |
Balivo di Gran Croce del Venerabile ordine di San Giovanni (Regno Unito) | |
— 19 marzo 1984 |
Royal Victorian Chain (Regno Unito) | |
— 7 novembre 2010 |
Classe speciale della gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca) | |
Membro di I classe dell'Ordine di Temasek (Singapore) | |
— 12 marzo 2009 |
Membro di I Classe dell'Ordine degli Omayyadi (Siria) | |
Collare dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) | |
— 13 dicembre 1985[17] |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Buona Speranza (Sudafrica) | |
— 1999[18] |
Collare dell'Ordine dell'Indipendenza (Tunisia) | |
Albero genealogico |
Qābūs bin Saʿīd | Padre: Sayyid Saʿīd bin Taymūr | Nonno paterno: Sayyid Taymūr bin Fayṣal | Bisnonno paterno: Sayyid Fayṣal bin Turkī | Trisavolo paterno: Sayyid Turkī bin Saʿīd |
Trisavola paterna: una dama suri | ||||
Bisnonna paterna: Sayyida Aliya bint Thuwaini Al Saʿīd | Trisavolo paterno: Sayyid Thuwaini bin Saʿīd | |||
Trisavola paterna: Sayyida Ghaliya bint Salim Al Busaidi | ||||
Nonna paterna: Sayyida Fatima bint Ali Al Saʿīd | Bisnonno paterno: Sayyid Ali bin Salim Al Saʿīd | Trisavolo paterno: Sayyid Salim bin Thuwaini Al Saʿīd | ||
Trisavola paterna: una figlia di Qais bin Azzan Al Busaidi | ||||
Bisnonna paterna: Sayyida Aliya bint Barghash Al Saʿīd | Trisavolo paterno: Sayyid Barghash bin Saʿīd | |||
Trisavola paterna: Sayyida Moza bint Hamad Al Saʿīd | ||||
Madre: Sceicca Mazoon bint Ahmad Al Mashani | Nonno materno: Sceicco Ahmad bin Ali Al Mashani | Bisnonno materno: Sceicco Ali Al Mashani | Trisavolo materno: Sceicco N. Al Mashani | |
Trisavola materna: ? | ||||
Bisnonna materna: ? | Trisavolo materno: ? | |||
Trisavola materna: ? | ||||
Nonna materna: ? | Bisnonno materno: ? | Trisavolo materno: ? | ||
Trisavola materna: ? | ||||
Bisnonna materna: ? | Trisavolo materno: ? | |||
Trisavola materna: ? |
Note |
^ Qaboos bin Said, in Webster's Concise Encyclopedia, vol. 1, New York, Gramercy Books, 1998, pp. 520.
^ Tribute to His Majesty Archiviato il 18 gennaio 2006 in Internet Archive.
^ Oman: The Death of the Last Feudal Arab State
^ Yaroslavth Trofimov, Oman has oil, but it had no orchestra, in Wall Street Journal, 14 dicembre 2001, p. A6.
^ Articolo su Wall Street Italia Archiviato il 9 novembre 2012 in Internet Archive..
^ Stefania Mascetti, La diplomazia gentile dell’Oman, Internazionale.it, 17 gennaio 2018.
^ Michael Slackman, Oman Navigates Between Iran and Arab Nations, in The New York Times, 16 maggio 2009.
^ Iran's President to Speak at the U.N.
^ Iran: A visit from the sultan
^ Copia archiviata, su schifrin.com. URL consultato il 7 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2005).
^ HH Prince Sayyid Tarik bin Taimur al-SAID Archiviato il 1º luglio 2015 in Internet Archive.. Freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com. Retrieved on 14 July 2011.
^ Badraie Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
^ oman9
^ abc HL Deb, British honours and orders of Chivalry held by overseas heads of state, in Hansard, vol. 505, 14 marzo 1999. URL consultato il 18 luglio 2013.
^ Queen Elizabeth II visits Oman .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
[collegamento interrotto], su english.globalarabnetwork.com.
^ Bollettino Ufficiale di Stato
^ Elenco dei premiati dell'anno 1999.
Altri progetti |
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 98134159 · ISNI (EN) 0000 0001 0196 6462 · LCCN (EN) n81053305 · GND (DE) 128442182 · BNF (FR) cb14522169q (data) |
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