Lingua irlandese
Irlandese Gaeilge | |
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Parlato in | Irlanda, parzialmente in Irlanda del Nord, alcuni emigranti e loro discendenti negli Stati Uniti d'America, in Canada, in Australia e in Brasile. |
Locutori | |
Totale | 380 000 (1,6 milioni come seconda lingua) |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto irlandese |
Tipo | VSO |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue celtiche Lingue celtiche insulari Lingue goideliche Lingua irlandese |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | Unione europea Irlanda Irlanda del Nord (Regno Unito) |
Regolato da | Foras na Gaeilge |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | ga |
ISO 639-2 | gle |
ISO 639-3 | gle (EN) |
Glottolog | iris1253 (EN) |
Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Saolaítear na daoine uile saor agus coṁionann ina ndínit agus ina gcearta. Tá bua an réasúin agus an ċoinsiasa acu agus dlíd iad féin d'iompar de ṁeon bráiṫreaċais i leiṫ a ċéile. | |
Il gaelico irlandese, comunemente chiamato lingua irlandese (Gaeilge e, prima della riforma ortografica del 1948, Gaedhilge [alt. Gaoluinn (Munster), Gaelag e Gaelic (Ulster)]), è una lingua goidelica parlata nell'isola d'Irlanda.
È una delle tre lingue gaeliche: oltre al gaelico irlandese vi sono infatti anche quello scozzese (compresa la sua variante canadese) e il mannese, la lingua dell'isola di Man. Appartiene al gruppo linguistico delle lingue celtiche insulari della famiglia delle lingue celtiche.
Secondo l'articolo 8 della costituzione della Repubblica d'Irlanda, il gaelico irlandese è, in quanto lingua nazionale, la "principale lingua ufficiale" dell'isola. Dal 1º gennaio 2007 l'irlandese è anche una delle lingue ufficiali dell'Unione europea.
Indice
1 Storia
2 L'irlandese nel quotidiano
3 Dialetti
4 Scrittura
4.1 Alfabeto e norme ortografiche
5 Pronuncia
6 Grammatica
7 Esempi di testo
7.1 Padre nostro
7.2 Proverbi
8 Note
9 Bibliografia
9.1 Corsi
9.2 Grammatiche
9.3 Dizionari
9.4 Storia della lingua
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Storia |
Gli esordi dell'irlandese sono per la maggior parte oscuri. Certo, è fuor di dubbio che l'irlandese sia una lingua celtica, ma il modo e l'epoca in cui esso è giunto in Irlanda è oggetto di accese discussioni. L'unica cosa certa è che al tempo delle iscrizioni in alfabeto ogamico (quindi prima del IV secolo) in Irlanda si parlava già irlandese. Questo periodo linguistico molto antico viene definito irlandese arcaico. I processi linguistici che hanno influenzato l'irlandese antico, come l'apocope, la sincope e la palatalizzazione si sono sviluppati in questo periodo.
Generalmente si ammette che l'irlandese avesse un po' alla volta soppiantato le lingue parlate precedentemente in Irlanda (di cui non si ha alcuna attestazione diretta, ma che hanno lasciato tracce come sostrato linguistico dell'irlandese) rimanendo l'unica lingua parlata nell'isola all'epoca dell'arrivo del Cristianesimo nel IV e V secolo. Si hanno le prove di contatti con la Gran Bretagna romanizzata. A questo periodo risalgono alcuni prestiti latini dell'irlandese, in cui si rispecchia la pronuncia regionale del latino nelle isole britanniche. Altre parole sono giunte in Irlanda nel periodo dell'antico irlandese (600-900 d.C.) con il ritorno in Irlanda dei perigrini. Si trattava di monaci irlandesi e scozzesi, che perlopiù si recavano in missione sul continente dove esercitavano attività monastiche. Questo antico irlandese, ricco di flessioni, mostra nella sua forma scritta un alto livello di standardizzazione e assenza di frazionamento dialettale.
A partire dall'arrivo dei Vichinghi, alla fine dell'VIII secolo, l'irlandese deve spartire l'isola con altre lingue, anche se dapprincipio in misura ridotta. Dopo le iniziali razzie e saccheggi, gli scandinavi si assimilarono in una misura che è contestata (si insediarono soprattutto nelle città costiere come commercianti), lasciando tuttavia poche tracce nella lingua irlandese. Il numero di prestiti scandinavi ammonta a una sessantina.
I disordini sociali e politici di questo periodo vengono comunque visti come i maggiori responsabili del passaggio dall'"irlandese antico", altamente standardizzato, all'irlandese medio (900-1200), molto diversificato nella grammatica. Questo si rifletté soprattutto sulla semplificazione delle forme flessive (per esempio. nei verbi), nella scomparsa del neutro, nella neutralizzazione delle vocali brevi non accentate e nell'ortografia assai eterogenea.
Più decisivo e duraturo è stato l'influsso dei Normanni dopo il 1169. Non a caso si parla, a partire dal 1200 fino al 1600 di "Primo neo-irlandese", altrimenti detto irlandese classico. Nonostante i disordini all'inizio di questo periodo e la presenza prolungata dei Normanni nel paese, questa fase è caratterizzata da stabilità linguistica e ricchezza letteraria.
È vero che i nobili normanni si spartirono l'isola con alcuni signori locali, ma col tempo non riuscirono né a conquistare totalmente l'isola né ad assimilarla culturalmente. Soprattutto i territori ai margini occidentali e settentrionali erano perlopiù soggetti a tributi, ma dal punto di vista politico e culturale essi erano ampiamente indipendenti.
L'inglese si era affermato solo nella zona di Dublino (chiamata in inglese "The Pale") e di Wexford. Persino con gli statuti di Kilkenny (1366), che vietavano ai coloni di origine inglese di usare l'irlandese, la situazione rimase a lungo tempo immutata. Il fatto stesso che si sentisse l'esigenza di emanarli è significativo della situazione linguistica. Molte delle famiglie di origine normanna o inglese assorbirono, del tutto o in parte, le caratteristiche culturali del paese.
La situazione non cambiò sostanzialmente nemmeno con gli insediamenti programmati di agricoltori inglesi e scozzesi in alcune parti dell'Irlanda durante il XVI e il XVII secolo. Il popolo parlava per la maggior parte l'irlandese, la nobiltà l'inglese o l'irlandese.
In questo periodo iniziò verosimilmente il lento calo dei parlanti irlandesi nella popolazione.
La cacciata degli ultimi nobili gaelici nel 1607 (Flight of the Earls) privò del tutto la lingua di ogni legame con le classi elevate. Dal punto di vista della storia della lingua inizia qui il neoirlandese o irlandese moderno.
Il fattore più decisivo dell'arretramento della lingua è stato tuttavia l'industrializzazione sviluppatasi a partire dal tardo XVIII secolo. La carestia che si era diffusa nelle campagne fu catastrofica. Chi infatti voleva ottenere qualcosa o in alcuni casi anche sopravvivere doveva emigrare nelle città e imparare l'inglese. L'irlandese divenne, almeno nell'immaginario collettivo, la lingua dei poveri, dei contadini, dei pescatori, dei vagabondi. Questa evoluzione prese piede un po' alla volta anche nei territori al di fuori delle città. A questo punto l'inglese cominciò sempre più a soppiantare l'irlandese.
Tentativi di far rivivere l'irlandese, attuati a partire dalla fine del XIX secolo e ancora più intensamente dopo l'indipendenza dell'Irlanda nel 1922, come pure il miglioramento dello status sociale dell'irlandese non sono riusciti ad arrestare questa tendenza, men che meno ad invertirla. Si deve comunque constatare che, se il numero di parlanti madrelingua è crollato vertiginosamente, il numero di irlandesi che conoscono l'irlandese a livello attivo e passivo come seconda lingua è notevolmente aumentato. Soprattutto nei grandi centri si trovano sempre più anglofoni che conoscono abbastanza bene, e in parte utilizzano, l'irlandese. Tra i fattori negativi della situazione linguistica del XX e del XXI secolo sono da annoverare la crescente mobilità delle persone, il ruolo dei massmedia e in parte la stretta rete sociale (quasi tutti i parlanti dell'irlandese si trovano in stretto contatto con anglofoni). Si parla irlandese quotidianamente solo in piccole parti dell'Irlanda. Queste borgate, sparse a macchia di leopardo per lo più sulla costa a nord, ovest e a sud dell'isola, vengono denominate generalmente come Gaeltacht (pl. Gaeltachtaí).
Nel 1835 si calcolava che circa 4 milioni di persone parlassero irlandese. Il primo censimento esteso a tutto il paese venne comunque effettuato solo nel 1841, e non prevedeva domande circa la conoscenza dell'irlandese (si cominciò solo nel 1851). Nel 1891 la cifra di parlanti irlandesi si era ridotta a circa 680.000, ma solo il 3% dei bambini tra i tre e i quattro anni parlavano irlandese. Il censimento irlandese del 2002 ha dato 1,54 milioni di persone (43% della popolazione) che affermano di conoscere l'irlandese. Di essi, non più di 70.000 sono di madrelingua e di essi non tutti parlano irlandese sempre e in ogni situazione. Capita spesso che con gli stranieri o anche parlando coi bambini si passi a parlare in inglese. Perfino nelle Gaeltachtaí i bambini devono spesso imparare prima l'inglese, per volere dei genitori: "l'irlandese possono sempre impararlo dopo" è una frase che si sente ripetere di frequente. Di solito tutti i parlanti crescono bilingui irlandese-inglese, com'è tipico per molte lingue minoritarie.
Al di fuori delle Gaeltachtai, c'è stato tuttavia negli ultimi anni un aumento del numero di parlanti grazie all'apertura delle Gaelscoileanna, istituzioni scolastiche di primo e di secondo livello dove le lezioni vengono impartite esclusivamente in irlandese, favorendo così l'apprendimento della lingua grazie al metodo dell'immersione linguistica. Inoltre, proprio per incrementare il numero di locutori gaelici, il governo irlandese ha varato nel 2010 la cosiddetta Strategia ventennale per la lingua irlandese 2010-2030, che punta raggiungere i 250.000 parlanti entro il 2030.
L'irlandese nel quotidiano |
L'irlandese si può trovare un po' dovunque in Irlanda. Per esempio, su tutta l'isola le indicazioni stradali e i nomi delle vie sono bilingui in inglese e in irlandese. In tutte le zone di Gaeltacht - le zone riconosciute da legge come aventi una maggioranza gaelofona - le indicazioni di questo tipo sono scritte solo in irlandese. Lo stesso vale per documenti pubblici e targhe commemorative. Altre insegne, come per esempio quelle dei ristoranti, sono al contrario quasi solo in inglese.
"Per strada" capita però raramente di udir parlare irlandese al di fuori della Gaeltacht. Di tanto in tanto si sente parlare irlandese soprattutto da parte di persone di una certa età in centri come Galway o più raramente Dublino. Nelle università è facile trovare alcune facoltà in cui l'insegnamento è irlandese, soprattutto nelle materie umanistiche e di lingua e cultura celtica. Alla NUIG, Università Nazionale d'Irlanda (Galway), l'inglese viene parlato relativamente poco anche nelle facoltà corrispondenti, come anche nelle scuole lán-ghaeilge private, nelle quali i giovani cresciuti nei territori di lingua non irlandese possono migliorare le loro conoscenze linguistiche di irlandese.
In tutte le scuole pubbliche del paese l'irlandese è materia obbligatoria, mentre il resto delle lezioni avvengono perlopiù in inglese. Ci sono tuttavia non poche scuole in cui altre materie a scelta possono essere studiate in irlandese. Soprattutto per la pressione dei genitori negli anni 70 l'irlandese è stato abolito dagli esami finali obbligatori. Da decenni, quindi, gli alunni sono obbligati a studiare irlandese, ma devono raramente dare una seria dimostrazione delle loro conoscenze linguistiche. Molti giovani studenti ritengono che l'insegnamento dell'irlandese nella scuola, portato avanti principalmente per tradizione e per mantenimento dell'identità culturale, sia "seccante" e antiquato[1], visto che l'irlandese al contrario dell'inglese, del tedesco, del francese o dello spagnolo, non viene quasi per nulla usato nel commercio internazionale.
Difficile da calcolare è l'uso effettivo dell'irlandese nel ceto medio urbano colto. È vero che in questo gruppo sociale è relativamente molto diffuso un livello di conoscenza dell'irlandese da buono a molto buono, ma questo sembra restringersi sempre più ad un uso passivo e/o familiare. Ad ogni modo, in azienda e negli uffici pubblici come pure nelle conversazioni informali "per la strada" questa lingua non viene quasi mai usata. Ben diverso è il caso delle conversazioni tra universitari, persone attive nel campo dell'istruzione o della ricerca, come pure tra gli artisti e gli scrittori. Questi approfittano talvolta dell'occasione (relativamente rara), di scambiare qualche parola in irlandese con amici o colleghi che conoscano la lingua. In pubblico questo tipo di conversazione tuttavia ha un ruolo secondario per ragioni evidenti, dato che la vita pubblica (televisione, quotidiani) è dominata dall'inglese.
Vi sono però diversi club e a Dublino anche un caffè, dove si parla solo irlandese. Inoltre ci sono diverse emittenti radio in lingua irlandese: Raidió na Gaeltachta (statale), Raidió na Life (privata, di Dublino), un'emittente televisiva (Teilifís na Gaeilge) come anche alcuni quotidiani in lingua irlandese. Anche nella radio, televisione e stampa in lingua inglese compaiono qua e là espressioni irlandesi. Alcune istituzioni statali e pubbliche hanno denominazioni esclusivamente in irlandese o che vengono spesso utilizzate accanto alla forma inglese:
- Il nome del paese Éire (accanto a Ireland, spesso con sfumature poetiche o affettive)
- Il parlamento An tOireachtas ("l'Assemblea") – solo in irlandese nell'uso ufficiale
- Il senato Seanad Éireann ("Senato d'Irlanda") – solo in irlandese nell'uso ufficiale
- La camera bassa Dáil Éireann ("Adunanza d'Irlanda") – solo in irlandese nell'uso ufficiale
- Primo ministro An Taoiseach ("Il Primo", "il Capo") – solo in irlandese nell'uso interno
- Vice primo ministro An Tánaiste ("Il Secondo") – solo in irlandese nell'uso interno
- Deputato Teachta Dála ("Deputato dell'Adunanza") – usato quasi solo in irlandese (il titolo T.D. posto dopo il nome)
- tutti i ministeri Roinn + i vari ambiti al genitivo ("Dipartimento di …“) – usato perlopiù in inglese
- Polizia Garda Síochána ("Guardia della Pace") – solo in irlandese nell'uso ufficiale
- Posta An Post ("La Posta") – solo in irlandese nell'uso ufficiale
- Società delle corriere Bus Éireann ("Autobus d'Irlanda") – usato solo in irlandese
- Società delle ferrovie Iarnród Éireann ("Ferrovie d'Irlanda") – usato solo in irlandese
- Stazione radiotelevisiva Raidió Telefís Éireann (RTÉ, "Radio Televisione d'Irlanda") – usato solo in irlandese
- Telecom già Telecom Éireann ("Telecom d'Irlanda") – solo in irlandese nell'uso ufficiale, nel frattempo privatizzata e denominata solo Eircom (e semplicemente Eir a partire da Novembre 2015)
- Società per lo sviluppo della Gaeltacht Údarás na Gaeltachta ("Autorità della Gaeltacht“) – usato solo in irlandese
Inoltre i testi di tutte le leggi vanno emanati in una redazione in lingua irlandese, che fa testo in caso di ambiguità. Nella prassi, ciò non viene però applicato. Per lo più per le sentenze viene consultato solo il testo inglese, e talvolta la redazione in irlandese viene pubblicata solo in un secondo momento.
In rapporto al numero dei parlanti la letteratura irlandese è estremamente vivace. Vi sono diversi festival e premi letterari. Nella maggior parte delle edicole e librerie si possono trovare libri in irlandese, anche se spesso relegati in un angolo appartato.
Per finire, in tutti i negozi destinati ai turisti si trova esposta una gran quantità di autoadesivi, applicazioni da cucire sui vestiti, tazze e simili souvenir, in cui spesso è dato di leggere qualche parola in irlandese. Questo modo superficiale di segnalare la propria identità, insieme alle denominazioni e alle scritte estemporanee in irlandese su negozi, articoli di consumo ecc., viene denominata Token Irish.
Dialetti |
L'irlandese, per chi lo parla come madrelingua ossia come prima lingua, esiste solo sotto forma di dialetto, non come lingua standard. Si distinguono i dialetti del Munster, del Connacht e dell'Ulster. Questi a loro volta si possono suddividere in numerosi sottodialetti, perlopiù su base geografica.
Una tale suddivisione potrebbe essere:
Munster:
An Rinn / Ring (Contea di Waterford)
Baile Bhúirne / Ballyvourney (Contea di Cork) l'unica Gaeltacht esistente che non sia sul mare.
Oileán Cléire / Isola di Clear (Contea di Cork)
Uíbh Rathaigh / Iveragh (Contea di Kerry)
Corca Dhuibhne / Dingle (Contea di Kerry)
Connacht:
Oileáin Árainn / Isole Aran (Contea di Galway)
Cois Fharraige / West Galway (Contea di Galway)
Iar-Chonamara (Ceantar na nOileán) / West Connemara (Contea di Galway)
Dúiche Sheoigheach /Campagna di Joyce (Contea di Galway)
Túir Mhic Éadaigh / Tourmakeedy (Contea di Mayo)
Iorras / Erris (Contea di Mayo)
Oileán Acla / Isola Achill (Contea di Mayo)
Ulster:
Tír Chonaill Dheas (An Teileann) / Donegal del Sud (Contea di Donegal)
An Ghaeltacht Láir / Donegal di Centro (Contea di Donegal)
Tír Chonaill Thuaidh (Gaoth Dobhair, Cloich Ceannfhaolaidh) / Donegal del Nord (Contea di Donegal)
Questi sottodialetti, poi, sono ulteriormente divisi in unità ancora più piccole, soprattutto nel Donegal, dove le denominazioni in irlandese qui riportate non sono di uso corrente: di solito si usa direttamente il nome della località (p. es. Téilinn) o della penisola o isola (p. es. Toraigh) corrispondente al dialetto. La maggior parte di queste Gaeltachtaí comprendono, in cifre assolute, solo poche centinaia di parlanti irlandese, e anche in termini relativi spesso la percentuale di questi ultimi è inferiore al 50% della popolazione.
A parte i territori sopra ricordati, a partire dagli anni cinquanta vi sono anche due piccolissime Pockets nella contea di Meath a nordovest di Dublino (Rath Cairne e Baile Ghib), che sono servite soprattutto a scopo di esperimento: era possibile mantenere delle Gaeltachtaí in prossimità di una città come Dublino? A questo scopo si promosse, con aiuti finanziari, il trasferimento di irlandofoni provenienti dal Connemara, ma il risultato è che non solo non si è verificata la nascita di un proprio dialetto, ma addirittura entrambe queste minuscole "pockets" sembrano avere poche possibilità di sopravvivere. Fin verso la metà del XX secolo vi erano anche altre località con un buon numero di parlanti irlandese, come per esempio nei Gleannta na hAontroma/i Glen di Antrim (contea di Antrim), Béal Feirste Thiar/West Belfast, Ard Mhacha Dheas/South Armagh, e Doire/Derry (nell'Irlanda del Nord), oltre che nella contea di Clare.
Oltre ai parlanti delle Gaeltacht, comunque, quasi tutti gli irlandesi padroneggiano almeno un po' l'irlandese, dal momento che il suo studio è obbligatorio nelle scuole. Soprattutto nelle città di Dublino, Cork e Galway vi è un gran numero di parlanti, perlopiù gente di estrazione colta. Essi però parlano di solito l'irlandese standard (An Caighdeán Oifigiúil, ufficialmente in vigore dal 1948) elaborato ed insegnato per iniziativa dello Stato, oppure un dialetto appreso in questa o quella Gaeltacht. Solo l'irlandese di Belfast è riuscito a dar vita ad un proprio dialetto, che col tempo ha a sua volta influenzato l'irlandese del Donegal.
I singoli dialetti presentano molteplici differenze dal punto di vista linguistico (peraltro spesso ammesse nella lingua standard, come in italiano "noi andiamo" e "noi si va"):
Accento
- Nel Munster e (con forti restrizioni) nel South Connemara non vi è solo il consueto accento sulla sillaba iniziale
- Le sillabe "pesanti" (con vocale lunga oppure -ach(t)-) vengono accentate, di solito fino alla terza sillaba (salach ("sporco")/sə'lax/; bradán ("salmone") /brə'dɑ:n/; amadán ("stupido") /ɑmə'da:n/)
- Nel Munster e (con forti restrizioni) nel South Connemara non vi è solo il consueto accento sulla sillaba iniziale
Lessico
- "guardare": Munster, Connacht féach, breathnaigh, amharc, Donegal breathnaigh, amharc (féach vuol dire provare nel nord)
- "Quando?": Munster cathain, cén uair "quando?"; cad a chlog é? "che ora sono?"; Connemara cén uair? "quando"; cén t-am é? "che ora sono?"; Donegal cá huair?, cén uair? "quando"; cad é an t-am é? "che ora sono?",
Sintassi
- "Io sono un traduttore":
Lingua standard Is aistritheoir mé (sono traduttore me)- Munster Is aistritheoir mé, Aistritheoir is ea mé (traduttore è esso me), Táim im aistritheoir (sono in-mio traduttore)
Connemara/Donegal Is aistritheoir mé, Tá mé 'm'aistritheoir, Aistritheoir atá ionam (traduttore che-è in-me)
- "Io sono un traduttore":
Morfologia
- Tendenza generale: più si va a sud più vi è tendenza all'uso di forme verbali sintetiche anziché analitiche: "io berrò" – ólfaidh mé vs. ólfad; "hanno mangiato" – d'ith siad vs. d'itheadar
- nel Munster sono ancora in uso forme residuali di dativo e duale (vedi anche, nel Kerry l'uso regolare della desinenza di dativo plurale -(a) ibh); altrove il dativo è rimasto solo in alcune espressioni stereotipate.
- Tendenza generale: più si va a sud più vi è tendenza all'uso di forme verbali sintetiche anziché analitiche: "io berrò" – ólfaidh mé vs. ólfad; "hanno mangiato" – d'ith siad vs. d'itheadar
Fonologia e Fonetica
- pronunce diverse di singoli gruppi di suoni: p. es.
Donegal, Mayo e parti del Connemara: le desinenze -(e) amh e -(e) abh si confondono con -(e) adh e -(e) agh , pronunciate /-u/
Sud-Connemara e Munster: -(e) amh e -(e) abh > /-əv/; -(e) adh e -(e) agh > /-ə/, o talora /-əg/, o talora /-əx/
- Grado di Palatalizzazione delle consonanti:
Ulster realizzate spesso come affricate (/d'/ palatalizzata in un'affricata dʒ= g dolce dell'italiano); lo stesso vale per /t'/ palatalizzata, che diviene tʃ = c dolce dell'italiano)- Munster realizzate anche con altri luoghi di articolazione (alveolare – in opposizione alla /d/ and /t/ dentali non palatalizzate)
- Uso di glides
- molto marcato nel Munster e nel Ulster; condizionato soprattutto dalla pesante differenza acustica tra consonanti palatalizzate e non palatalizzate
- le consonanti "tese" /L/ e /N/ ereditate dall'antico irlandese, come pure le corrispondenti palatalizzate /L'/ e /N'/ vengono perlopiù sostituite nel sud dalla dittongazione della vocale precedente o dall'uso della nasale velare – ceann ("testa"):
Donegal /k'aN:/ (vocale breve, N tesa)
Connemara /k'ɑ:N/ (vocale lunga, N tesa)
West Cork (Munster) /k'aun/ (dittongo, n non tesa)- e allo stesso modo il genitivo (cinn) dà /k'iN:'/, /k'i:N'/ rispetto a /k'i:ŋ'/ o /k'i:n'/
- pronunce diverse di singoli gruppi di suoni: p. es.
Scrittura |
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L'irlandese viene scritto con l'alfabeto latino (Cló Rómhánach). In precedenza si usava invece un particolare tipo di scrittura, derivato dalla maiuscola latina (Cló Gaelach). Fino alla prima metà del XX secolo i libri e altri scritti in irlandese venivano spesso stampati con questi antichi caratteri; oggi essi vengono usati solo a scopi decorativi.
Decisamente più antica è la cosiddetta scrittura ogamica o Ogham. Essa entrò nell'uso grosso modo tra il III e il VI secolo d. C., anche se non è possibile stabilire con certezza una datazione precisa. L'alfabeto ogamico è una sorta di "codice" per trascrivere l'alfabeto latino, molto adatto agli strumenti che si usavano per scrivere. Le 20 lettere che lo componevano erano formate da gruppi di segni (da 1 a 5, in varie posizioni): tacche per le consonanti o punti per le vocali. Le iscrizioni ogamiche si sono conservate solo su blocchi di pietra, ma probabilmente venivano scritte anche su legno.
Alfabeto e norme ortografiche |
Nell'ortografia irlandese vi sono cinque vocali brevi (a, e, i, o, u), e cinque vocali lunghe (á, é, í, ó, ú):
Vengono inoltre impiegate 13 consonanti (b, c, d, f, g, h, l, m, n, p, r, s, t); le rimanenti consonanti dell'alfabeto latino (j, k, q, v, w, x, y, z) si ritrovano solo nella trascrizione di parole straniere e prestiti (p. es. jíp "jeep"; jab "job"; x-ghath "radiografia", dall'ingl. x-ray).
Un ruolo particolare spetta alla lettera h, che come lettera isolata si presenta solo nella trascrizione di parole straniere e prestiti (p. es. hata "cappello" (dall'inglese "hat"). Si può anche trovare preposta a una vocale in determinati contesti sintattici di liaison, ad esempio l'aggettivo álainn ("bello") che diviene avverbio go hálainn ("esteticamente"). Inoltre, un'h posta dopo una consonante caratterizza la cosiddetta "lenizione" (dal lat. lenire = "ammorbidire"; una sorta quindi di "ammorbidimento"). La lenizione costituisce un mutamento fonetico caratteristico delle lingue celtiche insulari. In Cló Gaelach queste consonanti con lenizione si trascrivevano con un punto posto sopra la lettera:
L'eclissi costituisce un altro mutamento fonetico caratteristico delle lingue celtiche insulari. Sia nel Cló Gaelach che nella nuova ortografia, queste consonanti con eclissi si trascrivono con la lettera pronunciata all'inizio della parola, e la lettera radicale subito dopo:
p [p] > bp [b], f [f] > bhf [v], t [t] > dt [d], c [k] > gc [g]
b [b] > mb [m], d [d] > nd [n], j [dʒ] (in parole dall'inglese) > nj [n], g [g] > ng [ŋ]
L'alfabeto irlandese è così composto: a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, o, p, r, s, t, u.
Pronuncia |
La pronuncia dell'irlandese, come pure quella del gaelico di Scozia, costituisce una scienza a parte. Il primo problema consiste nel fatto che la lingua standard a volte differisce considerevolmente dai dialetti, ma è estremamente raro che i parlanti di madrelingua usino la lingua standard. Anche i presentatori della radio, della televisione ecc., utilizzano perlopiù una lingua standard con marcati tratti dialettali o dei dialetti standardizzati. Il secondo problema sta nel fatto che gli stessi dialetti possono essere diversi tra loro e per di più presentano molte irregolarità. Comunque sia, la lingua standard, con l'aiuto di numerose regole, può essere appresa bene perché a confronto, per esempio, dell'inglese, vi sono relativamente poche eccezioni. Descrivere qui nel dettaglio tutte queste regole richiederebbe una voce solo sull'argomento.
La regola principale è che la pronuncia di una lettera o di un gruppo di lettere dipende sempre dalle lettere vicine. Solamente le vocali lunghe contrassegnate da un segno di lunga (síneadh fada o semplicemente fada, graficamente identico all'accento acuto) vengono sempre pronunciate come si scrivono.
Sostanzialmente, tutte le consonanti (con la parziale eccezione di h nella maggior parte dei dialetti) possono rappresentare una coppia di fonemi, uno palatale e uno non palatale. Nell'ortografia queste due varianti, che vanno assolutamente tenute distinte, sono facili da riconoscere: sia prima che dopo le consonanti (o i gruppi consonantici) palatali si trovano esclusivamente 〈e〉 o 〈i〉, mentre con le consonanti (o gruppi consonantici) non palatali vi sono 〈a〉, 〈o〉 o 〈u〉. Sono poche le eccezioni, di cui si debba studiare a parte la pronuncia. Quanto alla palatalizzazione in sé, si attua sollevando leggermente la lingua e ponendo la sua parte anteriore contro il palato. Inoltre, spesso vengono aperte le labbra.
Nell'ortografia dell'irlandese si osserva la frequente presenza della lettera h. L'h posta dopo una consonante sta ad indicare la presenza della lenizione. Si tratta di un mutamento del suono iniziale tipico delle lingue celtiche insulari. Si tratta di fenomeni fonologici determinati dalla storia della lingua, che però con la caduta dei suoni finali in antico irlandese (prima della metà del VII secolo) hanno assunto via via sempre più un carattere grammaticalizzato. Ogni consonante con lenizione viene pronunciata diversamente dal suono corrispondente privo di lenizione. Nel loro complesso, i mutamenti avvenuti in tutte le lingue celtiche insulari costituiscono dei sistemi che hanno una loro logica e sono in sé chiusi.
| Pronuncia (non palatale) | Pronuncia (palatale) |
---|---|---|
m | m | m' |
mh | w | v' |
g | g | g' |
gh | γ | γ' – con "j" (senza frizione) come sostituto |
f | f | f' |
fh | – | – |
All'interno di parola i suoni con lenizione tendono invece a fondersi con le vocali vicine dando così luogo a vocali lunghe o a dittonghi. Questo vale soprattutto per le varietà del Munster.
Gruppi consonantici come 〈mb〉, 〈gc〉, 〈nd〉, 〈bhf〉, 〈ng〉, 〈bp〉 e 〈dt〉 rimandano quasi sempre a fenomeni di nasalizzazione (la cosiddetta "eclissi"). Anch'essi fanno parte di mutamenti fonetici all'inizio di parola. In questi gruppi di solito si pronuncia solo la prima consonante, che "eclissa" la successiva.
| Pronuncia (non palatale) | Pronuncia (palatale) |
---|---|---|
bp | b | b' |
dt | d | d' |
mb | m | m' |
bhf | w | v' |
ng | ŋ | ŋ' |
La pronuncia delle vocali brevi si può determinare solo dal contesto fonetico ed avrebbe poco senso cercare qui di farne un sunto.
Grammatica |
L'irlandese è una lingua marcatamente flessiva, ma nel corso della sua evoluzione molte forme sintetiche sono state sostituite da costrutti analitici.
Ordine basico delle parole: Verbo-Soggetto-Oggetto (in italiano invece: Soggetto-Verbo-Oggetto)
- Esempio: Déanaim an obair. (lett. "Faccio io il lavoro" = "Io faccio il lavoro"). Questo è un tratto caratteristico di tutte le lingue celtiche insulari (ad eccezione parziale del bretone e del cornico).
- Tuttavia, tutti gli elementi della frase semanticamente autonomi possono essere collocati al principio, con un mutamento di struttura della frase, allo scopo di messa in rilievo.
- Esempio: frase neutra Rinne mé an obair leis an athair inné. lett. "Feci io il lavoro con il padre ieri" = "Ieri ho lavorato con il padre".
- Permutazioni possibili:
An obair a rinne mé leis an athair inné. (in rilievo è "il lavoro")
Mise a rinne an obair leis an athair inné. (in rilievo è "io")
(Is) leis an athair a rinne mé an obair inné. (in rilievo è "col padre")
Inné a rinne mé an obair leis an athair. (in rilievo è "ieri").
- Il complemento oggetto espresso da un pronome si colloca di solito alla fine della frase.
- Esempio: Chonaic mé an fear ar an tsráid. lett.: "vidi io l'uomo sulla strada" = "Ho visto l'uomo sulla strada"
invece: Chonaic mé ar an tsráid é. lett.: "vidi io sulla strada lui" = "L'ho visto sulla strada"
Mutamenti di suoni iniziali: lenizione e nasalizzazione (o eclissi) erano originariamente (prima dell'antico irlandese) dei fenomeni meramente fonologici, che hanno assunto un significato rilevante per la grammatica solo con la caduta delle terminazioni in irlandese arcaico (prima del 600 a.C.). Essi servono a contraddistinguere svariate funzioni come il possesso (pronomi possessivi), la differenziazione tra preterito e imperativo, marca dei complementi preposizionali, marca del genere grammaticale, marca delle subordinate dirette e indirette, ecc.
- Esempio: capall /'kapəl/ "cavallo" diventa mo chapall /mə 'xapəl/ "il mio cavallo" (con lenizione) o ár gcapall /ar 'gapəl/ "il nostro cavallo" (eclissi).
Morfologia verbale: ci sono tre tempi: presente, preterito, futuro; due aspetti perfetto e imperfetto; due voci attivo e impersonale-passivo.
Il condizionale, pur presentando un aspetto fortemente modale, viene formato all'interno dei paradigmi dei tempi e viene quindi considerato esso stesso un tempo - il' futuro del passato'. Inoltre vi sono il congiuntivo presente, il congiuntivo passato, l'imperativo, dei participi nonché nomi verbali che fanno il ruolo anche di infinito (un po' come i verbi sostantivati in italiano, anche se con un ruolo più importante nella grammatica e con maggiori caratteri di sostantivo). C'è anche il 'participio passato', che forme anche il genitivo del name verbale.
- Esempi di paradigmi verbali (lingua moderna standard). Si può riconoscere facilmente l'uso diverso di forme verbali analitiche e sintetiche nei paradigmi:
Verbo della Classe 1 (tema monosillabico) con suono finale palatale: bris, "rompere"
Presente
Futuro
Preterito
Imperfetto
Condizionale
Cong. Pres.
Cong. Pret.
Imperativo
1. Sg.
brisim
brisfead / brisfidh mé
(do) bhriseas / bhris mé
bhrisinn
bhrisfinn
go mbrisead / go mbrise mé
dá mbrisinn
brisim
2. Sg.
brisir / briseann tú
brisfir / brisfidh tú
(do) bhrisis / bhris tú
bhristeá
bhrisfeá
go mbrisir / go mbrise tú
dá mbristeá
bris
3. Sg.
briseann sé/sí
brisfidh sé/sí
(do) bhris sé/sí
bhriseadh sé/sí
bhrisfeadh sé/sí
go mbrisidh / go mbrise sé/sí
dá mbriseadh sé/sí
briseadh sé/sí
1. Pl.
brisimid / briseam / briseann muid
brisfimid / brisfeam / brisfidh muid
(do) bhriseamar / bhris muid
bhrisimis / bhriseadh muid
bhrisfimis / bhrisfeadh muid
go mbrisimid / go mbrise muid
dá mbrisimis / dá mbriseadh muid
brisimis / briseam
2. Pl.
briseann sibh
brisfidh sibh
(do) bhriseabhair / bhris sibh
bhriseadh sibh
bhrisfeadh sibh
go mbrise s i bh
dá mbriseadh sibh
brisidh / brisigí
3. Pl.
brisid / briseann siad
brisfid / brisfidh siad
(do) bhriseadar / bhris siad
bhrisidís
bhrisfidís
go mbrisid / go mbrise siad
dá mbrisidís
brisidís
impersonale
bristear
brisfear
(do) briseadh
bhristí
bhrisfí
go mbristear
dá mbristí
bristear
Verbo della Classe 2 (tema polisillabico) con suono finale non palatale: ceannaigh, "comprare"
Presente
Futuro
Preterito
Imperfetto
Condizionale
Cong. Pres.
Cong. Pret.
Imperativo
1. Sg.
ceannaím
ceannód / ceannóidh mé
(do) cheannaíos / cheannaigh mé
cheannaínn
cheannóinn
go gceannaíod / go gceannaí mé
dá gceannaínn
ceannaím
2. Sg.
ceannaír / ceannaíonn tú
ceannóir / ceannóidh tú
(do) cheannaís / cheannaigh tú
cheannaíteá
cheannófá
go gceannaír / go gceannaí tú
dá gceannaíteá
ceannaigh
3. Sg.
ceannaíonn sé/sí
ceannóidh sé/sí
(do) cheannaigh sé/sí
cheannaíodh sé/sí
cheannódh sé/sí
go gceannaídh / go gceannaí sé/sí
dá gceannaíodh sé/sí
ceannaíodh sé/sí
1. Pl.
ceannaímid / ceannaíonn muid
ceannóimid / ceannóidh muid
(do) cheannaíomar / cheannaigh muid
cheannaímis / cheannaíodh muid
cheannóimis / cheannódh muid
go gceannaímid / go gceannaí muid
dá gceannaímis / dá gceannaíodh muid
ceannaímis
2. Pl.
ceannaíonn sibh
ceannóidh sibh
(do) cheannaíobhair / cheannaigh sibh
cheannaíodh sibh
cheannódh sibh
go gceannaí sibh
dá gceannaíodh sibh
ceannaídh / ceannaígí
3. Pl.
ceannaíd / ceannaíonn siad
ceannóid / ceannóidh siad
(do) cheannaíodar / cheannaigh siad
cheannaídís
cheannóidís
go gceannaíd / go gceannaí siad
dá gceannaídís
ceannaídís
impersonale
ceannaítear
ceannófar
(do) ceannaíodh
cheannaítí
cheannóifí
go gceannaítear
dá gceannaítí
ceannaítear
Preposizioni: quasi tutte preposizioni semplici si fondono con i pronomi personali per formare le cosiddette preposizioni congiunte. Il significato delle preposizioni congiunte varierà dunque a seconda del pronome: da ar ("su") a "su di me", "su di te", "su di lui", "su di lei", e così via.
ag (presso)
ar (su)
le (con)
faoi (sotto)
de (di, da)
i (in)
do (a, per)
trí (a traverso)
ó (via di)
1. Sg.
agam
orm
liom
fúm
díom
ionam
dom
tríom
uaim
2. Sg.
agat
ort
leat
fút
díot
ionat
duit
tríot
uait
3. Sg. masc.
aige
air
leis
faoi
de
ann
do
tríd
uaidh
3. Sg. fem.
aici
uirthi
leithi (léi)
fúithi
di
inti
di
tríthe
uaithe
1. Pl.
againn
orainn
linn
fúinn
dínn
ionainn
dúinn
trínn
uainn
2. Pl.
agaibh
oraibh
libh
fúibh
díbh
ionaibh
daoibh
tríbh
uaibh
3. Pl.
acu
orthu
leo
fúthu
díobh
iontu
dóibh
tríothu
uathu
Nomi (sostantivi): vi sono due generi grammaticali, maschile e femminile. Per entrambi i generi l'articolo è an (plurale: na). I nomi femminili subiscono la lenizione dopo l'articolo nel nominativo-accusative, ed i nomi maschili invece nel genitivo. Nel dativo (vecchio accusativo), i nomi subiscono l'eclissi dopo l'articolo,e sia i nomi maschili che i nomi femminili subiscono l'eclissi dopo l'articolo nel genitivo plurale.
La flessione nominale è da tempo in arretramento. Se il genitivo e il vocativo sono ancora piuttosto vitali, il dativo è quasi completamente scomparso, e l'accusativo si distingue dal nominativo in pochi casi, e soltanto in frasi locativi.
Però, la frase nominativa incl. l'articolo, nome e aggettivo mostra tutte le possibilità:
nominativo-accusativo
genitivo
dativo
vocativo
singolare - maschile
an coileach bán il gallo bianco
ceann an choiligh bháin la testa del gallo bianco
leis an gcoileach bán con il gallo bianco
a choiligh bháin! o, gallo bianco
plurale - maschile
na coiligh bhána i galli bianchi
cinn na gcoileach bán le teste dei galli bianchi
leis na coileachaibh bána / leis na coiligh bhána con i galli bianchi
a choileacha bána! o, galli bianchi!
singolare - femminile
an chearc bhán la gallina bianca
ceann na circe báine la testa della gallina bianca
leis an gcirc bháin / leis an gcearc bhán con la gallina bianca
a chearc bhán! o, gallina bianca!
plurale - femminile
na cearca bána le galline bianche
cinn na gcearc bán le teste delle galline bianche
leis na cearcaibh bána / leis na cearca bána con le galline bianche
a chearca bána! o, galline bianche!
Esempi di testo |
Entrambi gli estratti si basano su trascrizioni degli anni trenta e quaranta provenienti dalla contea di Cork. Furono intraprese da Brian Ó Cuív e pubblicate nel 1947 in The Irish of West Muskerry. A Phonetic Study, Dublino.
Padre nostro |
Trascrizione in irlandese
(Pronuncia del paese di Cúil Aodha; traduzione italiana interlineare)
- Ár nAthair, atá ar neamh
- ɑ:rʷ nʷahʲirʲ, atɑ: erʲ nʲaβʷ
Nostro Padre, che-è in cielo
- go naomhaíothar t'ainm,
- gʷʊ nʷe:βʷi:hʷərʷ tʷanʲɨmʲ
che sia-santificato tuo nome
- go dtagaidh do ríocht,
- gʷʊ dʷɑgʷɨgʲ dʷə rʷi:xʷtʷ
che venga tuo regno
- go ndéintear do thoil ar an dtalamh,
- gʷʊ nʲe:nʲtʲərʷ dʷə hʷolʲ erʲ ənʷ dʷalʷəβʷ
che sia-fatta tua volontà sulla terra
- mar a dhéintear ar neamh.
- mʷɑrʷ ɨ je:nʲtʲərʷ erʲ nʲaβʷ.
come che è-fatta in cielo,
- Tabhair dúinn inniu ár n-arán laethúil,
- tʷu:rʲ dʷu:ŋʲ inʲuβʷ ɑ:rʷ nʷərʷɑ:nʷ lʷe:hʷu:lʲ,
Dà a-noi oggi nostro pane quotidiano,
- agus maith dhúinn ár bhfiacha,
- ɑgʷəsʷ mʷɑ xʷu:ŋʲ ɑ:rʷ vʲiəxʷə,
e perdona-ci nostri debiti
Alt.
- agus maith dhúinn ár gcionta
- ɑgʷəsʷ mʷɑ xʷu:ŋʲ ɑ:rʷ gʲunʷtʷə
e perdona-ci nostri peccati
- mar a mhaithimid dár bhféichiúnaithe féin.
- mʷɑrʷ ə βʷɑhʲimʲi:dʲ dʷa:rʷ βʲe:xʲu:nʷɨhɨ fʲe:nʲ.
come che perdoniamo nostri debitori propri.
Alt.
- mar a mhaithimid do chách a chiontaíonn inár n-aghaidh
- mʷɑrʷ ə βʷɑhʲimʲi:dʲ dʷə xʷɑ:xʷ ə xʲunʷtʷi:nʷ ənʷɑ:rʷ nʷəigʲ
come che perdoniamo a tutti che fanno-peccati contro di noi
- Agus ná lig sinn i gcathú,
- ɑgʷəsʷ nʷɑ: lʲigʲ ʃiŋʲ ə gʷɑhʷu:,
e non lascia ci in peccato
Alt.
- Agus ná lig sinn i gcathaíbh
- ɑgʷəsʷ nʷɑ: lʲigʲ ʃiŋʲ ə gʷɑhʷi:βʲ
E non lascia ci in peccati
- ach saor sinn ón olc.
- ɑxʷ sʷe:rʷ ʃiŋʲ o:nʷ olʷkʷ.
ma libera ci del male
- Mar is leat-sa an ríocht, an chumhacht agus an ghlóir,
- mʷɑrʷ isʷ lʲatʷsʷə ənʷ rʷi:xʷtʷ, ənʷ xʷu:xʷtʷ ɑgʷəsʷ ənʷ ɣʷlʷo:rʲ
Perché e con-te il regno, il potere e la gloria,
- Go síoraí
- gʷʊ ʃi:rʷi:
- sino eternità
- Áiméin.
- ɑ:mʲenʲ.
Amen.
Proverbi |
(Dialetto di Coolea e standard moderno)
1. Is maith í comhairle an droch-chomhairligh.
Pronuncia
- /is mɑh i: ko:rl'i: ən dro'xo:rlig'./
Traduzione italiana
- È buono lei precetto del cattivo-precettore. =È buono il precetto di un cattivo precettore. (comhairle, "precetto", è femminile)
2. Féach san abhainn sara dtéir 'na cuilithe.
Pronuncia
- /f'iax sən ɑuŋ' sɑrə d'e:r' nə kʷil'i'h'i./
Traduzione italiana
- Guarda nel fiume prima che vai nella sua corrente. Guarda o pensaci bene prima di fare qualcosa che potrebbe portare del male.
Note |
^ Robert Mackey, Ireland's Language Remains on Life Support, New York Times
Bibliografia |
Corsi |
- (EN) Miles Dillon, Donncha Ó Croínín, Teach Yourself Irish, Hodder & Stoughton, 1961 (corso d'impostazione accademica, basato sul dialetto del Munster)
- (EN) Máiréad Ní Ghráda, Progress in Irish, EDCO The educational Company in Ireland, 1980, ISBN 978-0861671595
- (EN) Collen Brady, Progress in Irish Answer Key, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2016, ISBN 978-1530545889
- (EN) Joe Sheils, Diarmuid Ó Sé, Teach Yourself Complete Irish, Hodder, 1993
- (EN) Thomas Ihde, Máire Ní Neachtain, Roslyn Blyn-LaDrew, John Gillen, Colloquial Irish. The Complete Course for Beginners, Abingdon - New York, Routledge, 2008, ISBN 978-0-415-38129-1 (pbk), 978-0-415-38131-4 (audio CDs), 978-0-415-38130-7 (pack)
- (EN) Caroline Guerin Mc Grath, Spoken Word Irish. A Complete Course for Beginners, Living Languages - Random House, New York, 2009, ISBN 978-1-4000-2457-5
- (DE) Mícheál Ó Siadhail: Lehrbuch der irischen Sprache, Helmut Buske Verlag 2004, ISBN 3-87548-348-0 (zu diesem Werk ist eine Aussprache-CD erhältlich) (versione in tedesco del manuale di M. Ó Siadhail, basato sul dialetto del Connemara)
- (DE) Niamh Leypoldt, Britta Schulze-Thulin, Irisch für Anfänger, Tübingen, Helmut Buske Verlag, 2013, ISBN 978-3-87548-574-5
Grammatiche |
- (IT) Kay McCarthy & Anna Fattivich, Grammatica e dizionario del gaelico d'Irlanda, Aosta, Keltia Editrice
Dizionari |
- (DE) Thomas F. Caldas, Clemens Schleicher, Wörterbuch Irisch-Deutsch, Helmut Buske Verlag, 1999, ISBN 3-87548-124-0 (dizionario irlandese-tedesco)
- (DE) Lars Kabel, Kauderwelsch, Irisch-Gälisch Wort für Wort, Reise Know-How Verlag, 2002, ISBN 3-89416-281-3 (comprende un CD per la pronuncia)
Storia della lingua |
- (EN) Brian Ó Cuív (ed.), A View of the Irish Language, Dublin, Stationery Office, 1969
- (EN) Reg Hindley, The Death of the Irish Language: A Qualified Obituary, London, Routledge, 1991
- (EN) Edward Purdon, The Story of the Irish Language, Mercier Press, 1999
- (EN) Caoilfhionn Nic Pháidin, Seán Ó Cearnaigh (ed.), A New View of th Irish Language, Cois Life Teoranta, 2008, ISBN 978-1-901176-82-7
- (EN) Nicholas M. Wolf, An Irish-Speaking Island: State, Religion, Community, and the Linguistic Landscape in Ireland, 1770-1870, 2014, The University of Wisconsin Press, Madison and London, ISBN 978-0-299-30274-0
- (EN) Tomás Mac Síomóin, The Broken Harp: Identity and Language in Modern Ireland, 2014, Nuascéalta Teoranta, ISBN 978-1-502974--57-0
- (EN) Aidan Doyle, A History of the Irish Language: From the Norman Invasion to Independence, 2015, Oxford Linguistics, ISBN 978-0-19-872476-6
- (DE) Martin Rockel, Grundzüge einer Geschichte der irischen Sprache, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, ISBN 3-7001-1530-X
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Collegamenti esterni |
Lingua irlandese, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
(EN) Lingua irlandese, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (DE) Cúrsa Gaeilge: corso di lingua irlandese, su irelandman.de.
- (DE) Gramadach na Gaeilge: la grammatica irlandese, su braesicke.de.
- (EN) Erin's Web > Learn How to Speak Irish Gaelic - Corso on-line di lingua irlandese, su erinsweb.com.
- (EN) forum e link sulla lingua irlandese, su irishgaelictranslator.com.
- Articolo sull'ortografia e la pronuncia dell'irlandese, su bifrost.it.
- Sito sulla lingua irlandese con relativi corsi ed esercizi, su gaelico.net.
- Lo streaming in diretta del canale in irlandese della RTÉ, su rte.ie.
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