Patriarcato di Babilonia dei Caldei
































Patriarcato di Babilonia dei Caldei
Patriarchatus Babylonensis Chaldaeorum
Chiesa caldea

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Patriarca

cardinale Louis Raphaël I Sako

Ausiliari

Shlemon Warduni


Rito

caldeo
Indirizzo
Patriarcat Chaldeen Catholique, P.O. Box 6112, Al-Mansour, Baghdad, Iraq
Sito web

www.saint-adday.com

Dati dall'Annuario pontificio 2015 (ch · gc)

Chiesa cattolica in Iraq




Cattedrale caldea di Nostra Signora dei Sette Dolori a Baghdad (Shorja)


Il patriarcato di Babilonia dei Caldei (in latino: Patriarchatus Babylonensis Chaldaeorum) è la sede patriarcale della Chiesa cattolica caldea. È retta dal patriarca cardinale Louis Raphaël I Sako.




Indice






  • 1 Territorio


  • 2 Storia


    • 2.1 Serie patriarcali


    • 2.2 Collegio di Babilonia




  • 3 Cronotassi dei patriarchi


  • 4 Note


  • 5 Fonti


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Territorio |


Il patriarcato estende la sua giurisdizione su tutti i fedeli cattolici caldei che dimorano nel territorio proprio della Chiesa cattolica caldea, ossia nelle regioni che tradizionalmente sono riconosciute come il luogo di origine di questa Chiesa sui iuris.[1]


A partire dal 1960 i patriarchi caldei hanno trasferito la loro sede da Mosul a Baghdad per cui oggi la diocesi propria del patriarcato è l'arcieparchia di Baghdad dei Caldei, dove si trova la cattedrale patriarcale di Nostra Signora dei Sette Dolori.


Dipendono direttamente dal patriarca di Babilonia dei Caldei:[2]




  • Gerusalemme, territorio non costituito in circoscrizione ecclesiastica; nel 2014 protosincello (ossia vicario generale) è il sacerdote Paul Collin, la cui sede è a Gerusalemme;


  • Giordania, altro territorio non costituito in circoscrizione ecclesiastica; nel 2014 protosincello è il sacerdote Zaid Habbaba, la cui sede è a Amman; sono censiti 7.000 cattolici in una sola parrocchia.[3]


Il patriarca cattolico caldeo è membro di diritto del Consiglio dei patriarchi cattolici d'Oriente.



Storia |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica caldea.

Il patriarcato, che trae origine dall'arcidiocesi di Seleucia-Ctesifonte eretta nel III secolo, è stato istituito il 20 aprile 1553.


Il Patriarcato cattolico caldeo trae origine da una scissione all'interno della Chiesa d'Oriente, verificatasi nel XVI secolo, quando dall'allora patriarca Mar Shimun IV (c. 1437-1497) venne emanato un decreto per il quale il titolo di Patriarca diventava ereditario nell'ambito della sua famiglia. Ciò scatenò l'opposizione di gran parte della gerarchia ecclesiastica e nel 1552 venne eletto un patriarca antagonista nella persona di Yochanan Sulaqa. Quest'ultimo si recò a Roma, accompagnato da alcuni missionari francescani, per incontrarsi con papa Giulio III. Ristabilì la comunione con la cattolicità e nel 1553 il papa creò il «Patriarcato della Chiesa cattolica di rito caldeo».


La Chiesa d'Oriente ebbe allora due capi antagonisti:



  • Shimun VII, patriarca ereditario con sede ad Alqosh (nell'odierno Iraq settentrionale);

  • Yochanan Sulaqa VIII, patriarca nominato dal Papa, con sede ad Amida (oggi Diyarbakır, nel Kurdistan turco). Nel 1555, due anni dopo la nomina a patriarca, Yochanan Sulaqa fu ucciso dai musulmani, dietro istigazione di Shimun VII.


Questo contrasto ebbe fine nel 1662 quando l'allora patriarca di Diyarbakir, Mar Shimun XIII Denha, interruppe le relazioni con Roma e trasferì la sua sede nel villaggio di Qodchanis (nell'odierna Turchia). Il risultato fu che i patriarchi non in comunione con Roma divennero due. Il vescovo Yosep I, che precedentemente faceva parte della gerarchia del patriarca di Alqosh, scelse di stare con i cattolici e più tardi fu riconosciuto dal governo civile (turco) come patriarca di Diyarbakir. Poi, nel 1681 Roma lo riconobbe come pastore dei credenti siro-orientali ancora fedeli al pontefice, gruppo che divenne la Chiesa cattolica caldea.


Nel 1771 il patriarca di Alqosh, Eliyya XII, sottoscrisse una professione di fede cattolica, creando una situazione di due presuli in comunione con Roma e uno non in comunione. La professione di fede di Eliyya XII fu ripudiata nel 1778 dal suo successore Eliyya XIII. La Santa Sede nel 1783 riconobbe un suo rivale, il cattolico Yukhannan VIII Hormizd, come vescovo di Mosul e amministratore delle chiese caldee non soggette al patriarcato di Diyarbakır. La risultante situazione di due principali presuli cattolici e due patriarchi non in comunione con Roma fu risolta con la morte di uno dei "nestoriani" nel 1804 e la nomina nel 1830 di Yukhannan VIII Hormizd come Patriarca di Babilonia dei Caldei e pastore di tutti i siro-orientali cattolici. I capi successivi della Chiesa cattolica caldea sono i suoi successori, mentre i capi della Chiesa assira d'Oriente e dell'Antica Chiesa d'Oriente sono successori di Shimun XIII Denha.



Serie patriarcali |


Si distinguono tre serie di patriarchi caldei in comunione con la sede di Roma:



  1. la prima serie, chiamata dei Simoniti, comprende i patriarchi da Shimun VIII Sulaqa a Shimun XII; essi posero la loro residenza in diverse città: Amida (o Diyarbakır - 1553-1555), Seert (1555-1580), Salmas (1580-1625 o 1638) e Urmia (1625 o 1638-1662);

  2. la seconda serie, chiamata dei Josephiti, comprende i quattro patriarchi con il nome di Yosep, dal 1681 al 1781; essi avevano come sede Amida;

  3. la terza serie di patriarchi cattolici, è quella che inizia con Yukhannan VIII Hormizd e continua ancora oggi; sede patriarcale fu Mosul fino a Yosep VII Ghanima († 1959), che trasferì la sede a Baghdad.



Collegio di Babilonia |


Il Pontificio Collegio di Babilonia per la Filosofia e la Teologia è la massima istituzione teologica del Patriarcato caldeo di Babilonia. Fondato nel 1991 per decreto di Raphaël I Bidawid, dal 1997 è riconosciuto dalla Pontificia Università Urbaniana, con la quale è associato dal 2000. Nel 2003 il Collegio si è trasferito a Erbil per motivi di sicurezza. La sede centrale è in corso di restauro e dovrebbe riaprire entro il 2010. Attualmente vi studiano 50 seminaristi in formazione e quasi 400 studenti laici[4].



Cronotassi dei patriarchi |




  • Shimun VIII Sulaqa † (28 aprile 1553 confermato - gennaio 1555 deceduto)


  • Abdisho IV Maron † (17 aprile 1562 confermato - 11 settembre 1570 deceduto)


  • Yab-Alaha IV Shimun † (1567 o 1578 eletto - 1579 o 1580 deceduto)


  • Shimun IX Denha † (16 giugno 1581 confermato - 1600 deceduto)


  • Shimun X Eliyya † (1600 eletto - 1638 deceduto)


  • Shimun XI Eshuyow † (1638 eletto - 1656 deceduto)


  • Shimun XII Yoalaha † (1656 eletto - 1662 deceduto)
    • Sede vacante (1662-1681)



  • Yosep I † (8 gennaio o 20 maggio 1681 nominato - 1695 dimesso)


  • Yosep II Bet Ma'aruf † (21 maggio o 18 giugno 1696 confermato - 1713 deceduto)


  • Yosep III Maraugin † (18 marzo 1714 confermato - 23 gennaio 1757 deceduto)[5]


  • Yosep IV Hindi † (25 marzo 1759 confermato - 1781 dimesso)


    • Sede vacante (1781-1830)


    • Augustin Hindi † (1781 - 3 aprile 1827 deceduto) (amministratore patriarcale)




  • Yukhannan VIII Hormizd † (5 luglio 1830 nominato - 14 agosto 1838 deceduto)


  • Nikolas I Eshaya † (25 settembre 1838 nominato - maggio 1847 dimesso)


  • Yosep VI Audo † (11 settembre 1848 confermato - 14 marzo 1878 deceduto)


  • Eliya XIV Abulyonan † (28 febbraio 1879 confermato - 27 giugno 1894 deceduto)


  • Audishu V Khayyat † (28 marzo 1895 confermato - 6 novembre 1899 deceduto)


  • Yosep Emmanuel II Thoma † (17 dicembre 1900 confermato - 21 luglio 1947 deceduto)


  • Yosep VII Ghanima † (21 giugno 1948 confermato - 8 luglio 1958 deceduto)


  • Paul II Cheikho † (13 dicembre 1958 eletto - 13 aprile 1989 deceduto)


  • Raphaël I Bidawid † (21 maggio 1989 eletto - 7 luglio 2003 deceduto)


  • Emmanuel III Delly † (3 dicembre 2003 eletto - 19 dicembre 2012 dimesso)


  • Louis Raphaël I Sako, eletto il 31 gennaio 2013



Note |




  1. ^ Codice dei canoni delle Chiese orientali, art. 146-147. D. Le Tourneau, Le caractère personnel et territorial de la "potestas" des Patriarches orientaux, en «Folia Canonica» 5 (2002), pp. 85–93.


  2. ^ Annuario pontificio 2015, pag. 6.


  3. ^ Sito del vicariato patriarcale di Giordania.


  4. ^ Avvenire, 13 marzo 2009.


  5. ^ Altra data di decesso: 11 gennaio 1759.



Fonti |




  • Annuario pontificio del 2015 e precedenti, in (EN) David Cheney, Patriarcato di Babilonia dei Caldei, su Catholic-Hierarchy.org. Modifica su Wikidata

  • (EN) Patriarcato di Babilonia dei Caldei, su GCatholic.org.

  • (EN) Heleen H.L. Murre-Vandenberg, The Patriarchs of the Church of the East from the Fifteenth to Eighteenth Centuries, in Hugoye: Journal of Syriac Studies, Vol. 2.2, 1999, pp. 235–264



Voci correlate |


  • Consiglio dei patriarchi cattolici d'Oriente


Altri progetti |



Altri progetti


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Collegamenti esterni |


  • (AR) Sito ufficiale del Patriarcato

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