Gallipoli
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Gallipoli comune | |||
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Panorama dell'isola (centro storico) | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Puglia | ||
Provincia | Lecce | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Stefano Minerva (PD) dal 20-6-2016 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 40°03′20″N 17°59′30″E / 40.055556°N 17.991667°E40.055556; 17.991667 (Gallipoli) | ||
Altitudine | 12 m s.l.m. | ||
Superficie | 41,22 km² | ||
Abitanti | 20 604[2](31-8-2017) | ||
Densità | 499,85 ab./km² | ||
Frazioni | Baia Verde, Lido Conchiglie, Rivabella, Torre del Pizzo, Lido San Giovanni | ||
Comuni confinanti | Alezio, Galatone, Matino, Sannicola, Taviano[1] | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 73014 | ||
Prefisso | 0833 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 075031 | ||
Cod. catastale | D883 | ||
Targa | LE | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Cl. climatica | zona C, 999 GG[3] | ||
Nome abitanti | gallipolini gallipolitani (in antichità) | ||
Patrono | san Sebastiano (patrono della città) sant'Agata (patrona della diocesi) santa Cristina di Bolsena (protettrice della città) | ||
Giorno festivo | 20 gennaio, 5 febbraio, 23-24-25 luglio. | ||
Cartografia | |||
Gallipoli | |||
Posizione del comune di Gallipoli nella provincia di Lecce | |||
Sito istituzionale | |||
Gallìpoli (AFI: /ɡalˈlipoli/,[4][5] Καḍḍίπουλη, traslitterato Caddhipuli in dialetto gallipolino e in greco-salentino), conosciuta come perla dello Ionio,[6] è un comune italiano di 20 604 abitanti[2] della provincia di Lecce in Puglia.
La città, sede vescovile dal VI secolo d.C., si trova lungo la costa occidentale del Salento, protesa sul mar Ionio, ed è divisa in due zone ben distinte: il centro storico, che sorge su di un'isola di natura calcarea, che ha un circuito di circa 1,5 km. e il borgo nuovo, collegato all'isola mediante un ponte in muratura risalente al XVII secolo che cominciò a formarsi nel 1837 su un'area superiore a quella di tutta l'isola, caratterizzata da case basse e vie larghe. A ovest di Gallipoli sorgono l'isola del Campo, l'isolotto chiamato de "Li picciuni" e l'isola di Sant'Andrea che, completamente pianeggiante, si estende per circa 50 ettari
Fu capoluogo di circondario dal 1860 al 1927, dal 2015, presiede la conferenza delle città storiche del mediterraneo.[7][8]
È sede dell'ospedale civile di primo livello "Sacro Cuore di Gesù", terzo della provincia per dimensioni e, dall'anno accademico 2018-19, in convenzione con l'Università del Salento e l'Università degli studi di Bari Aldo Moro, nosocomio deputato alla formazione di tirocinanti e specializzandi dei corsi di laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia. [9]
Gallipoli, assieme ad altri comuni salentini, per l'importanza storica delle architetture religiose e civili dell'epoca barocca, è stata inserita nella Tentative List dell'UNESCO in attesa di eventuale riconoscimento come patrimonio dell'umanità.[10]
Indice
1 Geografia fisica
1.1 Territorio
1.2 Clima
2 Origini del nome
3 Storia
3.1 Gallipoli nell'opera di Plinio il Vecchio
3.2 Simboli
3.3 Onorificenze
4 Monumenti e luoghi d'interesse
4.1 Barocco a Gallipoli
4.2 Architetture religiose
4.2.1 Basilica Concattedrale di Sant'Agata
4.2.2 Chiesa di San Francesco di Paola
4.2.3 Chiesa di San Francesco d'Assisi
4.2.4 Chiesa di San Domenico al Rosario
4.2.5 Chiesa del Santissimo Crocifisso
4.2.6 Chiesa di Santa Maria della Purità
4.2.7 Chiesa di Santa Maria degli Angeli
4.2.8 Santuario di Santa Maria del Canneto
4.2.9 Chiesa del Carmine
4.2.10 Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio
4.2.11 Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
4.2.12 Chiesa conventuale di Santa Teresa
4.2.13 Chiesa dell'Immacolata Concezione
4.2.14 Chiesetta di Santa Cristina
4.2.15 Chiesa di San Pietro dei Samari
4.2.16 Chiese soppresse da decreto vescovile
4.2.17 Altre chiese
4.3 Architetture civili
4.3.1 Palazzo Pirelli
4.3.2 Palazzo Assanti-Aragona
4.3.3 Palazzo Specolizzi
4.3.4 Episcopio
4.3.5 Palazzo Tafuri
4.3.6 Palazzo del seminario
4.3.7 Palazzo D'Acugna
4.3.8 Palazzo Pasca
4.3.9 Palazzo Romito
4.3.10 Palazzo Briganti
4.3.11 Palazzo D'Ospina
4.3.12 Palazzo Fontana
4.3.13 Palazzo Vallebona
4.3.14 Palazzo Munittola
4.3.15 Palazzo Rocci (Municipio)
4.3.16 Palazzo del Capitolo
4.3.17 Altri edifici
4.4 Spiagge
4.4.1 Fontana greca
4.5 Architetture militari
4.5.1 Castello aragonese
4.5.2 Cinta muraria
4.5.3 Torri costiere
4.6 Borgo
5 Società
5.1 Evoluzione demografica
5.2 Etnie e minoranze straniere
5.3 Lingue e dialetti
5.4 Religione
5.5 Tradizioni e folclore
5.6 Istituzioni, enti e associazioni
6 Cultura
6.1 Istruzione
6.1.1 Biblioteche
6.1.2 Scuole
6.1.3 Musei
6.1.4 Corte Gallo
6.2 Media
6.2.1 Stampa
6.2.2 Televisione
6.3 Cinema e teatri
6.4 Cinema
6.5 Musica
6.6 Cucina
7 Geografia antropica
7.1 Urbanistica
7.2 Divisione della città
7.3 Frazioni
7.3.1 Baia Verde
8 Economia
9 Infrastrutture e trasporti
9.1 Strade
9.2 Ferrovie
9.3 Porti
9.4 Mobilità urbana
10 Amministrazione
10.1 Gemellaggi
11 Sport
11.1 Calcio
11.2 Quidditch babbano
11.3 Impianti sportivi
12 Note
13 Bibliografia
14 Voci correlate
15 Altri progetti
16 Collegamenti esterni
Geografia fisica |
Territorio |
Il territorio del comune di Gallipoli, che occupa una superficie di 40,35 km², si affaccia sul mare Ionio con un litorale di circa 20 km. Il centro urbano, situato a 12 m s.l.m., è composto dalla città vecchia, posta su un'isola calcarea collegata alla terraferma con un ponte seicentesco, e dal borgo, che accoglie la parte più moderna della città. Il territorio confina a nord con il comuni di Galatone e di Sannicola, a est con i comuni di Alezio e Matino, a sud con il comune di Taviano e a ovest con il mare Ionio[11]. Il comune dista da Lecce 37 km. Nel comune di Gallipoli ricade il parco naturale regionale Isola di Sant'Andrea e litorale di Punta Pizzo istituito con legge regionale n. 20 del 10 luglio 2006[12]. A sud della città sfocia il Canale dei Samari.
Clima |
Dal punto di vista meteorologico Gallipoli rientra nel territorio del Salento meridionale che presenta un clima prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25,1 °C. Le precipitazioni medie annue, che si aggirano intorno ai 676 mm, presentano un minimo in primavera-estate e un picco in autunno-inverno.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle serre salentine che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da Sud-Est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola[13].
Gallipoli [14] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 13,4 | 13,8 | 15,2 | 18,3 | 22,3 | 26,9 | 29,9 | 30,2 | 27,2 | 22,8 | 18,7 | 15,4 | 14,2 | 18,6 | 29,0 | 22,9 | 21,2 |
T. media (°C) | 10,5 | 10,7 | 12,3 | 15,1 | 18,7 | 23,1 | 25,9 | 26,3 | 23,6 | 19,6 | 15,8 | 12,7 | 11,3 | 15,4 | 25,1 | 19,7 | 17,9 |
T. min. media (°C) | 7,7 | 7,7 | 9,3 | 11,8 | 15,1 | 19,2 | 21,9 | 22,4 | 20,0 | 16,4 | 12,9 | 9,9 | 8,4 | 12,1 | 21,2 | 16,4 | 14,5 |
Precipitazioni (mm) | 80 | 60 | 70 | 40 | 29 | 21 | 14 | 21 | 53 | 96 | 109 | 83 | 223 | 139 | 56 | 258 | 676 |
Umidità relativa media (%) | 79,0 | 78,9 | 78,6 | 77,8 | 75,7 | 71,1 | 68,4 | 70,2 | 75,4 | 79,3 | 80,8 | 80,4 | 79,4 | 77,4 | 69,9 | 78,5 | 76,3 |
Classificazione climatica di Gallipoli:[15]
Zona climatica: C
Gradi giorno: 999
Origini del nome |
Si ritiene che l'antico nome della città, in epoca messapica, fosse Anxa[16], che significherebbe "villaggio che sorge in un luogo elevato dal mare". Anxa "la stretta", voce indoeuropea attestata da Plinio il Vecchio insieme a Callipolis, che indica il sito geografico piazzato all'istmo. Altri studiosi hanno ritenuto che Gallipoli fosse semplicemente uno scalo della messapica Alezio, mentre altri ancora consideravano attendibile la testimonianza di Plinio il Vecchio, riconducendo la stessa radice gal alla presenza sul territorio di Galli Senoni.
Contrariamente a quanto suggerito dal gonfalone cittadino su cui campeggia un gallo, la radice del nome Gallipoli non pare avere nulla a che vedere con l'animale. Gallipoli deriva invece dal greco classico Καλλίπολις (Kallípolis), che significa "bella città"[17].
Storia |
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(LA) «Urbs Graia Kallipolis» | (IT) «Città Greca Gallipoli» |
(Pomponio Mela) |
La storia cittadina è molto fitta.
In località Torre Sabea vi era un antico e importante villaggio neolitico del quale sono rimasti chiari segni archeologici, benché coperti da uno strato di sabbia. I dati faunistici e paleobotanici e il materiale archeologico compresi i segni di vegetazione commestibile (frumento, orzo, ...) o di focolari incisi sulla roccia, dimostrano che la comunità del villaggio apportava modifiche al suo habitat, in funzione dell'utilità che ne poteva trarre per il vivere più civile: colture dei terreni, pascoli di capro-ovini. Né la comunità si lasciava sfuggire lo scambio per via mare dell'ossidiana proveniente dalle isole Eolie.
Lo stemma di Gallipoli si compone dell'immagine di un gallo con la corona e di una scritta che recita "fideliter excubat" (vigila fedelmente). La leggenda narra che il gallo avrebbe impresso con la propria immagine lo scudo di Idomeneo di Creta, l'eroe che si crede fondatore delle città di Lecce e di Gallipoli.[18]
Altri pensano che la città originaria sia stata la messapica Alezio, e che in quel tempo lo scoglio su cui è posta Gallipoli servisse da stazione per i pescatori, che edificarono qualche casetta senza ordine per ripararsi. In effetti tutte le città messapiche erano collegate tramite tracciati stradali ai loro approdi portuali: Alezio era collegata a Gallipoli, Ugento a Torre San Giovanni, Nardò a Santa Maria al Bagno a cui forse era collegata la stessa Manduria. In seguito alla distruzione di Alezio, con l'accrescere della popolazione e degli artigiani, Gallipoli divenne una città. La tortuosità delle strade del centro storico sembra confermare questa teoria[19]. L'impianto urbanistico della città vecchia è dovuto anche a motivi militari e climatici (la tortuosità delle strade è un'ottima difesa contro le truppe nemiche e i venti dominanti) inoltre si è sfruttato ogni centimetro quadrato disponibile pur di poter edificare entro la cinta muraria; infatti nel centro storico non esistono vere e proprie piazze ma al più qualche slargo. Si possono vedere ancora oggi gli antichi cardo e decumano il cui congiungimento si ha proprio nell'attuale piazza duomo situata dove è presente la grande cattedrale barocca dedicata a Sant'Agata. L'area corrisponde alla parte più alta della città, dove anticamente sorgeva l'agorà cittadina.
Altre fonti attribuiscono le origini della città ad altri eventi. Plinio il Vecchio, ad esempio, induce a dedurre che i Galli Senoni si siano insediati nel territorio[20]; più credibile pare quella attribuita ai Messapi: è certo che Gallipoli fece parte della Magna Grecia controllando un vasto territorio comprendente l'attuale Porto Cesareo. Nel 265 a.C. a fianco di Taranto e di Pirro, si scontrò con Roma subendo una sconfitta che la relegò a colonia romana fino a diventare "municipium".[21]
Si ritiene che il fondatore di Gallipoli sia il cretese Idomeneo essendovi naufragato (secondo una leggenda) nel 1050 a.C. con la sua nave. Nel 1484 durante la ricostruzione delle mura occidentali fu ritrovata una stele marmorea con caratteri greci che Idomeneo avrebbe aggiunto la corona "alla città con il gallo". Fonti più attendibili attribuiscono la sua fondazione nell'VIII secolo a.C. dallo spartano Leucippo, che vista la bellezza e prosperità del luogo si sia deciso a stabilirsi qui insieme al suo equipaggio ed ottenne da Taranto il permesso di rimanerci giorno e notte.
Importante avamposto romano dopo la sua conquista nel 265 a.C. fu, per la sua posizione strategica sullo Ionio, luogo di stanziamento della XII Legione, con anche la costruzione di una fortezza sul luogo dove sorge l'attuale castello. A Gallipoli si ebbe il commercio della porpora grazie ai suoi fondali molto pescosi e attestato dalla presenza sull'Isola di Sant'Andrea dei resti di un edificio eretto appositamente per questa pratica. Nel museo diocesano sono presenti due grandi epigrafi tombali di epoca romana e una di queste si riferisce a Giulio Laio comandante della XII legione. Di epoca greco-romana sono le terme andate distrutte durante le invasioni barbariche nella prima metà del 400 d.C. che sorgevano nel luogo chiamato "Funtaneddhe" anticamente conosciuto anche come "Corciri".
Agli inizi del Medioevo fu quasi certamente saccheggiata dai Vandali e dai Goti. Ricostruita dai Bizantini, Gallipoli conobbe un periodo di floridezza sociale e commerciale, sfruttando la sua posizione geografica. Durante il Medioevo appartenne alla Chiesa di Roma e fu teatro di durissimi scontri con il monachesimo greco, il cui ricordo si conserva ancora nell'Abbazia di San Mauro, i cui ruderi sono visibili sulla serra che da est guarda alla città.
Nell'XI secolo, Gallipoli fu occupata dai Normanni e successivamente, nel 1268, subì l'assedio di Carlo I d'Angiò, determinandone di fatto il passaggio della città sotto il controllo degli Angioini e provocando la fuga degli abitanti nella vicina Alezio. La ripopolazione della città avvenne già nel 1300 con Roberto d'Angiò che concesse la ricostruzione degli edifici e assistette egli stesso ai lavori essendo rimasto a Gallipoli per qualche tempo.
Nel maggio 1484 apperve nella rada di Gallipoli la flotta veneziana composta da settanta navi, tra cui sedici galee e cinque navi da carico, con settemila combattenti e trecento cavalli, contro il popolo gallipolino che manifestò fino all'ultimo la loro fedeltà al regnante; ma, avvertiti poco dopo dell'imminente arrivo di un'armata inviata da Napoli in soccorso da Ferdinando I d'Aragona, si ritirarono, lasciandovi un presidio militare, il quale però non fu evidentemente in grado di opporsi a lungo alla riconquista aragonese della città (Pietro Curneo, De bello ferrariensi commentarius etc. In L. A. Muratori, Rerum italicarum scriptores etc. C. 1.217, t. 21. Milano, 1732). Nel XVI secolo subì dapprima l'assedio degli spagnoli e poi dei Borbone; con questi ultimi entrò a far parte del Regno di Napoli. Ferdinando I di Borbone avviò la costruzione del porto che divenne nel Settecento la più importante piattaforma olearia del Mediterraneo per il commercio dell'olio lampante.
Il distretto di Gallipoli fu una delle suddivisioni amministrative del Regno delle Due Sicilie, subordinate alla provincia di Terra d'Otranto, soppressa nel 1860 con l'annessione al Regno di Sardegna.
Fu costituito con la legge 132 del 1806 "sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno", varata l'8 agosto di quell'anno da Giuseppe Bonaparte.
Il distretto era suddiviso in successivi livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente.[22]. Al livello immediatamente successivo, infatti, individuiamo i circondari, che, a loro volta, erano costituiti dai comuni, l'unità di base della struttura politico-amministrativa dello Stato moderno. A questi ultimi potevano far capo i villaggi, centri a carattere prevalentemente rurale.
I circondari del distretto di Gallipoli ammontavano a tredici: Gallipoli, Parabita, Casarano, Alessano, Gagliano, Presicce, Tricase, Ruffano, Ugento, Poggiardo, Maglie, Nardò, Galatone.
Da sempre ambita meta turistica, è stata raggiunta negli ultimi anni da un numero sempre crescente di visitatori diventando una delle mete preferite del Mediterraneo grazie al suggestivo centro storico, costituito da un intricato labirinto fatto di stradine tortuose, corti, bellissime chiese e palazzi storici.
Gallipoli nell'opera di Plinio il Vecchio |
Lo storico gallipolino ed umanista Stefano Catalano in una lettera rivolta al filosofo Giovan Battista Crispo, ammette di provare un certo imbarazzo leggendo il testo di Plinio il Vecchio.
«…in ora vero Senonum, Callipolis, quae nunc est Anxa…» |
(Citazione nella Naturalis historia) |
L'interpretazione di questa citazione è stata oggetto di numerosi studi: Giovanni Arduino vuole che si legga in ora senum Callipolis, poiché i Senoni giunsero a Roma e difficilmente nella zona meridionale d'Italia. Assunsero atteggiamento analogo altri storici come Antonio de Ferrariis, Filippo Cluverio. Nell'opera di Bartolomeo Ravenna Memorie istoriche della città di Gallipoli, si parla di un anonimo milanese il quale preferisce leggere la proposizione pliniana come in ora sinus Callipolis a differenza di Cluverio in ora Salentinorum Callipolis, ossia Gallipoli nel golfo dei Salentini.
Molto probabilmente quel senonum presente nella Naturalis historia è stato un errore dei copisti o una abbreviazione dello scrittore stesso per indicare il Salento. Vi furono però storici come Polibio, che appoggiarono la tesi di Plinio ammettendo che veramente i Senoni approdarono alle spiagge di Gallipoli. Appiano di Alessandria scrisse che la perla dello ionio era in passato abitata dai greci e dai Galli senoni, una popolazione celtica.
Simboli |
Descrizione dello stemma:
«Lo stemma raffigura un gallo coronato che reca tra le zampe un cartiglio con la scritta latina "FIDELITER EXCUBAT" » |
Descrizione del gonfalone:
«Il Gonfalone è costituito da un drappo perimetrato di azzurro, che porta in alto la scritta dorata CITTÀ DI GALLIPOLI; al centro, in campo rosso, vi è una corona a cinque torri, sotto la quale si trova lo scudo azzurro, al cui interno è riprodotto lo stemma civico. Lo scudo è incorniciato a sinistra da una fronda di alloro e a destra da una fronda di quercia con sottesa una lista bifida dorata.» |
Onorificenze |
Titolo di Città | |
[23]
Monumenti e luoghi d'interesse |
Barocco a Gallipoli |
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Nel XVII secolo si diffuse nella città ionica il barocco e questo è testimoniato dalla presenza di numerosi edifici religiosi e civili presenti. Caratteri fondamentali di questo movimento furono le decorazioni floreali e angeliche esagerate, stravaganti ed eccessive.
Gallipoli, insieme ad altre città salentine, per l'importanza degli edifici e le architetture religiose dell'epoca barocca, il cosiddetto barocco leccese, è stata inserita nella "Tentative Lists" dell'Unesco in attesa di eventuale riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità.[10]
Architetture religiose |
Basilica Concattedrale di Sant'Agata |
La basilica concattedrale di Sant'Agata è una costruzione barocca del XVII secolo a croce latina, edificata sul luogo di una chiesetta romanica dedicata a San Giovanni Crisostomo. Posta al centro e nel punto più alto dell'isola, sito probabilmente destinato ad area sacra sin dall'antichità, essa rappresenta uno dei principali monumenti dell'espressione barocca salentina.
Presenta un prospetto in tufo calcareo diviso in due ordini riccamente decorati. È caratterizzato da nicchie contenenti le statue in pietra di Sant'Agata, San Fausto, San Sebastiano, Santa Marina, Santa Teresa d'Avila e i busti dei Santi Agostino e Giovanni Crisostomo impostati sui riccioli delle volute di raccordo. L'interno, a tre navate, ospita pregevoli altari barocchi e numerose tele che fanno della concattedrale una vera e propria pinacoteca. Nel presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea, si innalza un maestoso altare maggiore in marmi policromi opera dell'artista bergamasco Cosimo Fanzago. Intorno ad esso sono la cattedra vescovile in legno e il grande coro in legno di noce con quarantun stalli. Nel 1949 papa Pio XII, su richiesta del vescovo Mons. Nicola Margiotta, l'ha elevata al rango di basilica pontificia minore.[24]
Chiesa di San Francesco di Paola |
La chiesa di San Francesco di Paola, sede della confraternita di Santa Maria ad Nives o Cassopo, fu edificata nel 1621 e fece parte del convento dei Paolotti. Sorge sulle mura cittadine di fronte al porto.
La sobria facciata, di forma rettangolare leggermente timpanata, presenta un semplice portale sormontato da una nicchia contenente la statua del Santo. In asse con il portale si apre una finestra finemente decorata. L'interno è costituito da un'unica navata separata dal presbiterio da un maestoso arco trionfale rivestito in legno colorato. La zona presbiteriale ospita un prezioso altare maggiore su cui si conserva la tela della Morte di San Giuseppe del pittore Romualdo Formosa. Sui muri laterali sono posizionati due grandi dipinti della seconda metà del Seicento raffiguranti i Miracoli di San Francesco di Paola.
Nella navata sono presenti gli altari dedicati al titolare, a san Michele Arcangelo e a san Liborio.
Chiesa di San Francesco d'Assisi |
Il nucleo più antico della chiesa di San Francesco d'Assisi risale al XIII secolo, ma successivi rimaneggiamenti, intercorsi tra il Seicento e il Settecento, ne hanno radicalmente trasformato la struttura.
La facciata, articolata su due livelli, si presenta al piano terra con un portale introdotto da un portico ad arco e al piano superiore con due corpi aggettanti e la parte centrale concava. L'interno, a tre navate, ospita dieci altari barocchi disposti lungo le pareti laterali. Pregevoli sono le tele e le opere d'arte appartenenti a epoche differenti come il presepe in pietra attribuito a Stefano da Putignano (fine XVI secolo). Di particolare suggestione sono le statue lignee dei due Ladroni (opere di Vespasiano Genuino), la cui "orrida bellezza" venne ricordata da Gabriele D'Annunzio, giunto a Gallipoli nel 1895.
Chiesa di San Domenico al Rosario |
La chiesa di San Domenico al Rosario, annessa all'ex convento dei Domenicani, fu riedificata negli ultimi anni del XVII secolo sulle rovine di un tempio antico. Sede della confraternita del Rosario, l'edificio si presenta con un elegante prospetto in carparo decorato con nicchie e motivi floreali. L'interno, a pianta ottagonale con volta in pietra finemente decorata, ospita dieci altari barocchi impreziositi da alcune tele del pittore gallipolino Giovanni Domenico Catalano. L'adiacente chiostro del convento presenta alcuni affreschi raffiguranti la flotta cristiana all'ancora nella rada di Gallipoli dopo la battaglia di Lepanto.
Chiesa del Santissimo Crocifisso |
La chiesa del Santissimo Crocifisso, sede dell'omonima confraternita, venne eretta nel 1750 sui terreni di proprietà dei padri Domenicani, acquistati dalla confraternita nel 1741. Il sobrio prospetto, spartito in due ordini da un'aggettante trabeazione, è caratterizzato da una grande maiolica ottocentesca che raffigura il miracolo della traslazione del quadro della Vergine del Buon Consiglio e da una nicchia contenente un croce lignea recante il messaggio: IN HOC SIGNO VINCES. L'interno, a navata unica riccamente decorata con stucchi, ospita un pregevole altare maggiore su cui è collocata un'antica scultura lignea del Cristo morto che viene portata in processione durante i riti della Settimana Santa. Decorano la navata nove tele, tutte del pittore Aniello Letizia, un pulpito barocco, piccole statue raffiguranti personaggi biblici e angeli, gli stalli confraternali del 1867 e la statua lignea del XVIII secolo ritraente san Michele arcangelo.[25]
Chiesa di Santa Maria della Purità |
La chiesa di Santa Maria della Purità, sede dell'omonima confraternita, fu edificata nel 1664. La facciata, delimitata lateralmente da due lesene e terminante con un cornicione in carparo leggermente aggettante sul quale poggia un frontone con due pinnacoli laterali, è caratterizzata da tre pannelli in maiolica raffiguranti la Madonna della Purità, San Giuseppe e San Francesco d'Assisi. L'interno, ricco di fastosi stucchi, ospita un marmoreo altare maggiore sul quale è collocata la tela di Luca Giordano raffigurante la Madonna della Purità tra san Giuseppe e san Francesco d'Assisi. Numerose sono le tele settecentesche che ricoprono le mura perimetrali della navata, molte delle quali opera del murese Liborio Riccio.[26]
Chiesa di Santa Maria degli Angeli |
La chiesa di Santa Maria degli Angeli, edificata nella seconda metà del Seicento, sorge lungo il perimetro delle mura, di fronte all'isola di Sant'Andrea. Sede dell'omonima confraternita, composta da pescatori, agricoltori e artisti, presenta una semplice facciata impreziosita da un pannello maiolicato che ritrae la Madonna degli Angeli. L'interno, il cui ingresso è sormontato dal settecentesco organo della controfacciata, ospita grandi tele settecentesche del pittore Diego Oronzo Bianchi di Manduria e il marmoreo altare maggiore del 1865. Lungo le pareti sono disposti i seggi dei confratelli contrassegnati dalle cariche di pertinenza.
Santuario di Santa Maria del Canneto |
Il santuario di Santa Maria del Canneto si erge nei pressi del ponte che collega la città vecchia, posta sull'isola, al borgo. Affacciata sullo specchio d'acqua del Seno del Canneto, l'antico porto di Gallipoli, fu costruita nell'ultima metà del Seicento su un preesistente edificio sacro del 1504. Un portico, con tre arcate frontali e due laterali a tutto sesto con archi, introduce alle tre navate sormontate da un pregevole soffitto ligneo a cassettoni. Sulla parete di fondo troneggia l'antica effigie della Madonna del Canneto, legata a una leggenda cara ai pescatori del posto.
Chiesa del Carmine |
La chiesa del Carmine, sede della confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo e della Misericordia, fu ricostruita nel 1836 e disegnata da Vito Donato da Galatone. La chiesa sorge sul luogo dove prima erano la chiesa di Santa Maria della Misericordia e l'oratorio dedicato alla beata Vergine del Carmine, abbattuti per le precarie condizioni statiche. L'edificio ospita un'edicola con una raffigurazione del Compianto sotto la Croce - un dipinto del 1931 di Giulio Pagliano -, il coro ligneo per i confratelli, l'altare maggiore e due altari laterali.
Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio |
La chiesa della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio, sede dell'omonima confraternita, venne edificata tra il 1665 e il 1675 su disegno dell'architetto padre Carlo Coi. Presenta una semplicissima facciata, priva di qualsiasi elemento architettonico e decorativo; l'interno, a navata unica con presbiterio, ospita numerose tele di Giuseppe Franco e Liborio Riccio. Interessanti sono l'altare maggiore in oro zecchino del 1678 arricchito dalle statue di santa Teresa d'Avila e dell'Angelo Custode, la tela delle Anime del Purgatorio e la Trinità del 1684, l'organo del 1794 e l'ottocentesco pavimento maiolicato. Viene denominata gergalmente la "confraternita dei nobili" in quanto, in passato, solo a questi era ammesso di farne parte.
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo |
La chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sede dal 1904 circa della Confraternita di San Giuseppe e della buona morte, fu edificata tra il 1598 e il 1600 e appartenne al soppresso monastero delle clarisse fondato nel 1578.
La chiesa, al quale si accede attraverso un pregevole portale finemente scolpito con motivi floreali, ospita una consistente raccolta di opere pittoriche attribuibili al gallipolino Giovan Domenico Catalano, prodotte a cavallo fra gli ultimissimi anni del Cinquecento e i primi anni del Seicento. Sull'altare maggiore è presente un grande dipinto del 1599 raffigurante i santi Pietro, Paolo, Francesco d'Assisi e Chiara d'Assisi. Nella navata sono collocati gli altari barocchi, con rispettive tele, della Crocifissione, di Santa Caterina d'Alessandria e dell'Annunciazione di Maria. Nella cantoria è situato un organo del 1779.
Chiesa conventuale di Santa Teresa |
La chiesa di Santa Teresa, con l'annesso monastero delle Teresiane, fu costruita tra il 1687 e il 1690 per volere del vescovo spagnolo Antonio Perez de la Lastra, del quale è visibile il marmoreo monumento funerario in cornu evangeli.
La sobria facciata presenta un unico portale d'accesso sormontato dallo stemma episcopale di mons. De Rueda e da un'epigrafe che ricorda l'edificazione della chiesa e la concessione dell'indulgenza plenaria ai fedeli che avessero recitato l'Ave Maria. Sovrasta il tutto una statua in pietra di Santa Teresa d'Avila.
L'interno presenta un grandioso retablo dell'altare maggiore, scolpito in pietra leccese, con il monumentale altare marmoreo policromo (prima metà del XVIII secolo). Tra le opere di maggior rilievo si segnalano il settecentesco organo montato sulla cantoria nel presbiterio, attribuibile al mastro organaro Carlo Sanarica, originario di Grottaglie e morto a Gallipoli nel 1770, e la tela raffigurante i santi Agostino e Ignazio di Loyola attribuibile alla scuola leccese del pittore Antonio Verrio.
Chiesa dell'Immacolata Concezione |
La chiesa dell'Immacolata Concezione, sede della omonima confraternita, fu costruita tra il 1767 e il 1768. Il prospetto, inquadrato da due paraste con capitelli corinzi, presenta due porte d'accesso e una finestra centrale. L'interno, a navata unica riccamente decorata con stucchi, conserva numerose tele settecentesche. Pregevoli sono quelle raffiguranti le storie di Tobia eseguite da Oronzo Tiso nella seconda metà del XVIII secolo. L'altare maggiore è sormontato da una tela raffigurante l'Immacolata con san Francesco e san Giuseppe. In sagrestia sono custoditi un organo del 1560 e la statua dell'Immacolata in cartapesta.
Chiesetta di Santa Cristina |
La piccola chiesa di Santa Cristina, situata presso il porto Peschereccio, di fronte al Rivellino, fu costruita nel 1607. Presenta un semplicissimo prospetto con portale architravato e un sobrio interno in cui si conserva una statua di santa Cristina di Bolsena. L'originario altare esistente fu trasferito nel 1770 nel vicino santuario del Canneto.
Sconsacrata per un certo periodo e adibita a deposito delle reti dei pescatori, fu recuperata e riaperta al culto nel 1865. Per santa Cristina, a cui la leggenda attribuisce il miracolo della fine dell'epidemia di colera che colpì la città nel 1867, si organizzano ogni anno solenni festeggiamenti.
Chiesa di San Pietro dei Samari |
La chiesa di San Pietro dei Samari, situata in aperta campagna a sud della città, è un'antica costruzione bizantina. Deve il suo nome al vicino fosso dei Samari e la tradizione colloca la sua fondazione al periodo in cui l'apostolo san Pietro, in viaggio verso Roma, attraversò questi luoghi. Da un'incisione latina ottocentesca (probabilmente in sostituzione di una più antica), posta sul prospetto, si può dedurre che la chiesa venne edificata nel 1148 per volere di Ugo di Lusignano, un feudatario francese, condottiero dei Crociati.
L'edificio, il cui prospetto con motivi ad archetti pensili è nascosto da un settecentesco corpo di fabbrica, si presenta altamente compromesso a causa dell'abbandono e dell'incuria. L'interno si compone di un'unica navata, divisa in due campate scandite da possenti archi su cui si scaricano due cupole di copertura, terminante con abside semicilindrica. Nulla è rimasto dell'originaria decorazione, come ad esempio il dipinto, realizzato da Giovanni Andrea Coppola, raffigurante i Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Chiese soppresse da decreto vescovile |
A Gallipoli nel XVII secolo vennero costruiti numerosi edifici religiosi su indicazione dello storico Concilio di Trento convocato da papa Paolo III. Molti di essi sono scomparsi;[27]
- "Confraternita di Sant'Antonio Abate" nel centro storico della città, che si trovava in via Giuseppe Ribera. I confratelli di questo oratorio indossavano un saio bianco, una mozzetta con le immagini e gli stemmi religiosi e un cappuccio nero. Oggi sui resti di questa chiesa estinta sorge una piccola cappella con una nicchia dedicata al santo.
- Oratorio di Sant'Angelo (attuale biblioteca comunale e Archivio Storico)
- Il convento dei Riformati di San Francesco d'Assisi
- Il convento dei Domenicani, dedicato alla Santissima Annunziata
- Il convento dei Paolotti, autorizzato nel 1622 dal vescovo Consalvo de Rueda non appena il prelato prese possesso della cattedra della diocesi di Gallipoli.
- la chiesa di San Giusto
- Il convento dei Cappuccini, intitolato a S. Maria delle Grazie
- I conventi dei Mendicanti di Gallipoli non furono appressi nel 1600 per l'opposizione del clero diocesano di Gallipoli e del Capitolo della cattedrale.
Il vescovo Giuseppe Massa, nel 1652, aveva ricevuto dalla Congregazione sullo stato dei regolari una circolare con allegata la copia della
bolla Instaurandae, e l'elenco dei conventi da sopprimere. Le autorità ecclesiastiche per opporsi alla decisione di Innocenzo X convocò il capitolo della Basilica Cattedrale gallipolina e il Decurionato della città, consapevole che la bolla emanata dal pontefice avrebbe avuto delle implicazioni negative sulla cittadina. mons. Massa, nel 1653, inviò alla Curia papale una supplica in cui veniva chiesto al papa di annullare il provvedimento di soppressione dei conventi. Nei primi del 1654 giunse a Gallipoli la notizia che la Congregazione sullo Stato dei Regolari aveva ritirato la bolla ed affermò l'utilità spirituale per gli abitanti del territorio di Gallipoli.
Altre chiese |
- Chiesetta di San Luigi
- Chiesetta dei Santi Medici Cosimo e Damiano
- Chiesetta di San Giuseppe
- Monastero delle suore di clausura, fondato il 27 maggio 1692 dal vescovo castigliano Antonio Perez De la Lastra.
- Ex oratorio e chiesa di Sant'Angelo, attuale archivio storico comunale (XV secolo)
Architetture civili |
Nella città di Gallipoli sono numerosi i palazzi di origine rinascimentale e barocca; molti di questi erano in mano a delle nobili famiglie del Regno delle due Sicilie della Spagna; nello spazio sottostante ne sono indicati soltanto i principali e i più noti.
Palazzo Pirelli |
Palazzo Pirelli, situato di fronte alla concattedrale, risale al XVI secolo. Fu ristrutturato in stile barocco e arricchito da un bel portale e da una loggia. Si accede dall'antico portale cinquecentesco catalano-durazzesco. L'interno è ricco di decorazioni, tra le quali si distingue quelle del soffitto dell'antico ingresso che nel 1814 fu trasformato in farmacia. Il soffitto evidenzia alto-rilievi in carparo, corredati da fregi e cornici che si incontrano nella chiave di volta. Questa rivela una formella centrale raffigurante l'incontro fra due divinità mitologiche: Minerva armata (la sapienza) con ai piedi la civetta e il gallo, animali di attenzione preferiti dalla dea, e la dea Fortuna recante in mano la cornucopia (simbolo dell'abbondanza) e un timone per indirizzare il destino degli uomini. Questi elementi simbolici rimandano all'augurale motto cinquecentesco: Sapienza e Fortuna sovrintendano al governo della Città.
Palazzo Assanti-Aragona |
Il palazzo si trova in via Giuseppe Ribera nel centro storico della città ed appartenne ad una delle più nobili famiglie del 1500; l'esistenza della famiglia è attestata già nel XII secolo dallo scrittore ed abate gallipolino Francesco Camaldari.
I committenti dello stabile furono Angelo Assanti e Antonio; ad uno di questi andò in sposa una fanciulla proveniente dalla famiglia Aragona così come lo dimostra lo stemma posto sul lato sud-est; passò in seguito al De Tomasi il quale sposò l'ultima superstite degli Assanti, Antonia. Per successione la proprietà andò al figlio Filippo, nato a Gallipoli, che ricevette nel 1709 il titolo di Conte.
Fu Vincenzo Gallo magistrato, letterato e archeologo famoso per la stesura di un'opera storica sulla vera forma della croce di Gesù Cristo. Caratteristica del palazzo è il frantoio ipogeo scavato completamente nella pietra.
Palazzo Specolizzi |
La residenza signorile, risalente al XIV secolo, è sita nella centralissima via Giuseppe Ribera, nel centro storico della città.
Tralasciando tutte le avversità nel ricostruire la storia degli Specolizzi, si è invece a conoscenza dell'importanza della famiglia, i cui membri ricoprirono per ben undici volte (dal 1484 al 1697) la suprema carica di Sindaco, come si è potuto evincere dagli stemmi dipinti nella sala consiliare dell'antico palazzo di città.
Il notaio Vincenzo Dolce, nell'opera Illustrazione sugli stemmi dipinti nella Sala del Palazzo Comunale di Gallipoli, afferma che il sindaco Costantino Specolizzi fu il primo a far dipingere nel Palazzo di città il simbolo della sua famiglia nel 1484, proprio durante l'assedio dei Veneziani. Egli così scrive: "Specolizzi « fu il primo che fé dipingere sulla sala del Palazzo Comunale il suo scudo ». In questo stemma, racchiuso in una cornice esagonale, « evvi in campo azzurro una fascia da dritta a manca di colore arancio dinotante onore, di cui si gloriò sempre la sua famiglia, ed entro la fascia v'intersò tré colombe nere simbolo delle tré luttuose giornate di quel fierissimo combattimento ».
Alcuni Specolizzi furono medici alti prelati.
Il primo cittadino Costantino Specolizzi difese il Regio Governatore e la città nel celebre assalto veneziano del 1484, subendo crudeli maltrattamenti[28][29].
Oggigiorno, l'edificio conserva sostanzialmente l'aspetto originario: lineamenti classici con mensolette decorative in pietra sul cornicione. Un ampio portone d'accesso conduce ai locali superiori; conserva alte e solide mura e quattro balconi.
Sull'angolo sud-ovest (angolo con Corte S. Antonio) sopravvive lo stemma della nobile famiglia interamente logorato nelle figurazioni araldiche, posto sul coronamento del prospetto montato su mensolette cinquecentesche.
Sino alla fine dell'Ottocento lo stabile fu di proprietà della famiglia Frisenna (Dott. Nicola Frisenna notaio dal 1853 al 1891).
Nel 1912 fu acquistato dalla erigenda Parrocchia del Santuario del Canneto; alcuni appartamenti appartennero poi fino ai primi del XX secolo a Mons. Giovanni Tricarico, Canonico del Capitolo della Cattedrale di Gallipoli, nonché economo spirituale della Diocesi di Gallipoli dal 1916.
Episcopio |
Il Palazzo vescovile è attiguo alla Cattedrale di Gallipoli. Il vescovo Massa nel 1652 fece demolire la struttura preesistente in quanto in stato fatiscente e, nel 1700, il vescovo Oronzo Filomarini lo abbellì di suppellettili, mobili pregiati, tele e affreschi realizzati dall'artista gallipolino Michele Lenti.
L'edificio è ampio, magnifico e disposto in tre grandi piani e dispone di un giardino e di una cappella privata del vescovo. Nel corso degli anni vi hanno fatto visita sovrani e personalità eminenti del panorama politico e religioso. È doveroso citare la visita svolta nel 1844 da re Ferdinando II con la consorte Maria Teresa d'Austria.
In passato ha ospitato diverse istituzioni scolastiche, tra l'attuale Liceo Quinto Ennio.
Palazzo Tafuri |
Il Palazzo Tafuri è l'edificio che meglio risponde alle caratteristiche del Barocco leccese; esso fu voluto da un giureconsulto, cioè un esperto di diritto proveniente da Matino. Il palazzo è costruito con una squisita grazia barocca ed è ricco di particolari in carparo e da finestroni ovali. Le balconate richiamano uno stile spagnoleggiante. Oggi è proprietario un colonnello in quanto i Tafuri lo vendettero nel XIX secolo.
Palazzo del seminario |
Il palazzo del seminario, su indicazione del Concilio di Trento, fu voluto dal vescovo De Ruenda. Il progetto elaborato fu ripreso dal vescovo Serafino Brancone. Alla costruzione contribuì il comune della stessa città con una donazione di 300 ducati e dopo aver venduto alcuni beni appartenenti all'abbazia di San Mauro di Sannicola. Il 16 marzo 1752 fu posta la prima pietra di costruzione, ad opera di mastro Adriano Preite da Copertino. Il palazzo fu terminato nel 1756 ed inaugurato nel 1760 dal vescovo Ignazio Savastano. L'esterno è riccamente decorato con una squisita grazia barocca con temi e motivi ripresi poi da altri palazzi di Gallipoli, come palazzo Doxi. Dal 12 luglio 2004 è sede del museo diocesano: contiene numerosi dipinti, quadri, tesori e paramenti ecclesiastici del 1600-1700 oltre ai busti argentei di Sant'Agata e San Sebastiano, patroni gallipolini.
Palazzo D'Acugna |
Il palazzo era di proprietà del condottiero Francisco Antonio de Acuña Cabrera y Bayona che lo volle dedicare al re di Spagna Filippo IV; questo è dimostrato da una lunga iscrizione (tuttora presente) : CAPITAN DON FRANCISCUS VERDADEROS (DEDICA A)FILIPPE QUARTO NVESTRO SENOR ESTA (CONSTRVCCION) DMDCXXV. Lo stabile rientra nella tipologia dei palazzi del 1500, con un portone durazzesco; sono di epoca successiva i balconi che hanno danneggiato in parte la lunga iscrizione spagnola.
Palazzo Pasca |
Il Palazzo appartenne alla nobile famiglia Pernetta e successivamente al canonico Francesco Pasca che ebbe la facoltà di celebrare la messa in un oratorio privato. La struttura presenta un ampio balcone sormontato su delle mensole; barocca è la decorazione del portone principale.
Palazzo Romito |
È sicuramente uno dei palazzi più affascinanti e caratteristici della cittadina ionica in quanto è riccamente decorato con busti di personaggi, colonne, contrafforti e con balconi in stile rococò.
Appartenne anche al nobile e storico Bartolomeo Ravenna ed è sito in un luogo intitolato le monachelle ospiti del palazzo.
Palazzo Briganti |
Lo stabile sorge ad angolo retto e presenta due stili diversi poiché esso fu costruito in due epoche diverse (1500-1700); qui nacquero Tommaso, Domenico e Filippo Briganti, giurisperiti molto conosciuti in quel tempo; la loro nascita è testimoniata da una targa affissa dal Comune della stessa città. L'interno era ricchissimo di decorazioni, ma oggi di tutto questo è rimasto ben poco. Tuttavia sono ancora osservabili decorazioni con stucchi, porte in legno intarsiato, un altare incassato posto in una camera da letto con due ante, chiudibile a mo' di armadio. Nei sotterranei si trova un frantoio, la cui entrata è posta in via Angeli: esso è scavato nel banco di roccia calcarenitica (tufo) e serviva per la produzione di olio.
Fino agli anni '80 del 1900 era ospitata nei locali una scuola elementare.
Palazzo D'Ospina |
L'architettura civile risale al XVII secolo e fu ristrutturato e abbellito con stucchi veneziani dai De Pace; nacque qui infatti, l'eroina e infermiera ormai molto conosciuta Antonietta De Pace, figura portante del Risorgimento. Ebbe l'onore di entrare a Napoli con Giuseppe Garibaldi nel 1860. Nel 1774 fu acquistato dai D'Ospina famiglia nobile di origine spagnola e fu ristrutturato notevolmente dal commerciante Giovanni De Pace.[30].
Palazzo Fontana |
Su via Miceti si erge imponente palazzo Fontana, così definito dal nome degli attuali proprietari. Commissionato da Domenico Doxi nel XVIII secolo, rappresenta un significativo esempio del barocco presente in città. Caratteristica dell'edificio è il frantoio ipogeo.
Palazzo Vallebona |
Palazzo Vallebona si trova nei pressi del Monumento ai Caduti. Antonio Vallebona ne iniziò la costruzione nel 1930 e arrivò al completamento l'anno successivo, con un costo di 360.000 lire. Il palazzo ha un alto belvedere ed è attualmente un'abitazione privata; uno dei locali dell'edificio ospita la sede di Gallipoli dell'acquedotto pugliese.
Palazzo Munittola |
Palazzo Munittola risale ai primi anni del XVII secolo. Era di proprietà del fisico Orazio Munittola, proveniente da Morciano. Lo stemma della famiglia è composto da un tronco con i rami spezzati su cui poggia un cardellino. Alla destra dello stemma è posta una stella d'argento. Il portone di ingresso è dominato da elementi che richiamano al mondo greco, come le metope e colonne doriche-romaniche. Ha quattro paraste di origine dorico su cui poggia una trabeazione, costituita da architrave, fregio e cornice.
Palazzo Rocci (Municipio) |
La struttura è sede del Comune di Gallipoli ed appartenne ad una delle famiglie più nobili del 1700; comprende quindici stanze oltre a cortili, logge e trappeti.
Nell'ingresso sud vi è una scala che si divide in due braccia coll'effigie di S. Giuseppe e la nascita di Gesù. L'edificio è stato rimodernizzato sul finire del XIX secolo dopo l'acquisto da parte del Municipio. Molto caratteristica è l'epigrafe posta accanto al portone di ingresso che evoca la fatidica data del 20 settembre (festa della liberazione) proposta dal deputato gallipolino Nicola Vischi. Essa reca la seguente iscrizione:
"Pensiero e coscienza di Popolo dalla breccia di Porta Pia proclamarono al mondo la Roma dei Papi intangibile capitale d'Italia oggi che per legge proposta dal rappresentante politico di Gallipoli la nazione per la prima volta celebra in trionfo LA GLORIA DEL SECOLO orgogliosa la cittadinanza pone XX SETTEMBRE MDCCCXCV "
Palazzo del Capitolo |
Il Palazzo del Capitolo è del XVIII secolo. Fu commissionato dal Capitolo della Basilica pontificia Cattedrale di Gallipoli nel 1730 all'architetto Preite, il quale progettò il palazzo Doxi e il palazzo del Seminario. Per 1030 ducati realizzò il progetto. Il palazzo passò in mano alla famiglia Portone che, nel 1926 lo rimodernizzò e ristrutturò l'interno. Caratteristica è il mignano, un elemento architettonico prettamente salentino; esso non è altro che un palco sospeso che si affaccia sulla strada. Su di esso rimane oggi il bello stemma del Capitolo, che rappresenta il sacrificio della santa protettrice di Gallipoli con una tronchesina che fa riferimento al martirio ; sono presenti dei rami di palma, simbolo di gloria.
Altri edifici |
- Frantoio ipogeo (scavato nella roccia calcarea)
- Palazzo Pasca (XVI secolo)
- Palazzo Calò (XVII secolo)
- Palazzo Talamo (XVII secolo)
- Palazzo De Tomasi. Lo stemma araldico della Famiglia de Tomasi è d'azzurro al leopardo d'oro posto sopra un monte di tre cime al naturale movente dalla puntala punta, sovrastato da un rastrello a sei denti e quattro gigli.
- Palazzo Ravenna (XVII secolo)
- Palazzo Pizzarro (XVI secolo)
- Palazzo Zacheo (XVII secolo)
- Palazzo Pantaleo (XVI secolo)
- Palazzo D'Ospina (XVIII secolo)
- Palazzo D'Acugna (XVI secolo)
- Palazzo Senape-De Pace (XVI-XVII secolo)
- Palazzo Balsamo (XV-XVII secolo)
- Palazzo Venneri (XVI secolo)
- Teatro Garibaldi (XIX secolo)
- Palazzo Granafei (con epigrafi relative al dominio spagnolo) (XVI secolo)
- Palazzo Zacà appartiene tuttora a questa famiglia. Al suo interno è presenta una bellissima carrozza d'epoca perfettamente conservata oltre a numerosissimi cimeli, armi, lance, armatura ed un elmo appartenuto ad un soldato spagnolo di Carlo V.
Spiagge |
La spiaggia dei gallipolini è quella della Purità, nel centro storico: una piccola spiaggetta incastonata tra i bastioni della città vecchia. La conformazione del borgo è tale da formare due anse sui litorali. Nella parte nord del territorio di Gallipoli si trova Torre Sabea, caratterizzata da una costa bassa e rocciosa ed è una località formata dalla torre di vedetta e dai villaggi turistici tra cui il parco acquatico Acquasplash, Rivabella, località in cui si trova una grande insenatura che si estende fino alle immense spiagge di sabbia finissima della Padula Bianca, dove sorgono i più importanti stabilimenti balneari della costa nord; la spiaggia termina quindi a Lido Conchiglie, al confine con il comune di Sannicola. La costa a sud della città, partendo Lido San Giovanni fino alla Baia Verde è caratterizzata da un'alternarsi di sabbia e scogli in cui si trovano le discoteche e le spiagge più rinomate della zona e il mare assume i colori smeraldini più belli. Vi è poi la località Li Foggi, formata da un ampio litorale e dalle zone umide circostanti immerse nel Parco naturale regionale Isola di Sant'Andrea e litorale di Punta Pizzo, in questa zona caratterizzata da hotel e villaggi turistici vi è la foce del Canale dei Samari. L'altra spiaggia incastonata nella riserva è Punta della Suina: per accedere bisogna oltrepassare a piedi una splendida pineta e ci si ritrova immersi in acque limpide circondate da scogliere con qualche piccola spiaggetta sabbiosa. L'ultima grande spiaggia è quella del Pizzo, che saluta i viaggiatori con la caratteristica torre cinquecentesca.
Fontana greca |
La fontana greca .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}si ritiene essere la più antica fontana d'Italia in quanto fu costruita intorno al III secolo a.C.[senza fonte]. La datazione tuttavia è dubbia. Alcuni storici dell'arte ritengono che i rilievi siano opera di mastri del XVI secolo, epoca in cui si usava ricopiare in nuove sculture antiche rappresentazioni scultoree[31][32]. La facciata, che guarda a scirocco, è suddivisa in tre parti da quattro cariatidi che sorreggono l'architrave con un ricco decoro ed è alto circa 5 m. Nei bassorilievi, ricavati da lastre di pietra dura locale, sono scolpite scene che rappresentano le tre metamorfosi delle mitologiche Dirce, Salmace e Biblide. Sull'altra facciata, realizzata con la funzione di sostegno nel 1765, vi sono collocati lo stemma di Gallipoli, un'epigrafe in latino e le insegne del sovrano Carlo III di Borbone. In basso è collocato l'abbeveratoio dove in passato si dissetavano gli animali.
Architetture militari |
Castello aragonese |
Il Castello angioino, circondato quasi completamente dal mare, sorse nel XIII secolo in epoca bizantina. Subì radicali modifiche e rifacimenti in periodo angioino e aragonese quando fu costruito un recinto a pianta poligonale fortificato da torri cilindriche. Gli interventi più significativi furono eseguiti dall'architetto senese Francesco di Giorgio Martini il quale lavorò per conto di Alfonso II di Napoli.
Nel 1522 venne costruita la cortina di levante denominata Rivellino, staccata dal perimetro della fortezza e isolata nelle acque. Nella parte superiore della torre si trovavano ancora le originarie catapulte e i cannoni usati per difendere la città. L'accesso al Rivellino è consentito mediante un ponte levatoio in legno ancora esistente.
Il castello possiede grandi sale con volte a botte e a crociera, vari cunicoli e camminamenti. La forma della fortezza rimase invariata sino alla seconda metà dell'Ottocento; fra il 1870 e il 1879 fu riempito il fossato e la facciata fu coperta con la costruzione del mercato ittico.
Cinta muraria |
Le mura di Gallipoli furono edificate a partire dal XIV secolo e ammodernate nel Cinquecento in epoca spagnola. La città, da sempre sotto le minacce degli invasori, fu cinta da muraglie, torri e bastioni. Esistevano 12 torrioni o bastioni: Torre di San Francesco di Paola, il Fortino di San Giorgio, il Fortino di San Benedetto, il Torrione di San Guglielmo, il Forte di San Francesco d'Assisi, la Torre del Ceraro, il Baluardo di San Domenico o del Rosario, il Bastione di Santa Venerandia o di Santa Venere, la Muraglia di Scirocco, la Torre di San Luca, la Torre di Sant'Agata o delle Saponere e la Torre di San Giuseppe o della Bombarda. Alcune di queste opere furono distrutte e loro posto costruiti piazze o palazzi.[33]
- Bastione degli angeli
Nel 1634 il suo nome era Torre del Quartararo, nel 1755 c'era una fabbrica di cera che diede il nome al bastione come torre del ceraro. Originariamente era di forma pentagonale e nel XVI secolo sul lato di tramontana fu aggiunta una struttura somigliante ad una piccola torre con appostamenti per moschetti e cannoni di piccolo calibro per la difesa del bastione di San Francesco.
- Bastione di San Domenico o degli arsi vivi
Come dice il Ravenna anticamente si chiamava di Santa Maria delle Servine perché al posto dell'attuale convento dei Frati Domenicani c'era il convento dei Monaci Basiliani precedente l'anno mille. Inizialmente a pianta circolare, nel 1593 fu ricostruito per volere del Viceré Conte della Mirandola da Angelo Bischetimi, Bruno Allegranzio e Angelo Spalletta. Fu ricostruito a pianta pentagonale come lo è ancora oggi con 6 bocche di fuoco per il tiro radente di cui 2 guardano la muraglia di scirocco. Il 5 agosto 1595 in uno dei depositi per la polvere da sparo all'improvviso scoppiò un incendio dove morirono bruciati vivi tredici operai gallipolini. Ebbe questa funzione fino al 1769 e alla fine dell'Ottocento il Comune lo diede in affitto alla Società di Produzione e Costruzione e nel 1916 Agesilao Flora costruì un istituto d'arte. Le sue bocche di fuoco sono rimaste in funzione fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, usate come appostamento dai soldati italiani per la sorveglianza del mare di scirocco da eventuali sbarchi.
- Bastione delle anime o del governatore
A pianta quadra, fu rinforzato nel 1544 sotto l'egida del governatore della provincia Ferdinando Loffredo, ornandolo del suo stemma familiare, di una targa di ammonimento per chi avesse tentato di espugnarlo e una statua di Santa Veneranda.
- Bastione di San Francesco
Era la struttura più imponente con molte camere e corridoi. Un avancorpo si affacciava di fronte all'isola del campo e si chiamava Spuntone o Cavaliere di San Francesco. Soggetto alle furie del vento fu più volte ristrutturato e rinforzato. Nel 1684 la Casa Reale Spagnola posizionò una statua di San Fausto e una lunga targa latina per commemorare la riuscita ricostruzione voluta da Don Pedro Montoya e dal Viceré Don Gaspare De Haro. Durante il vescovato di Pelegro Cybo c'era la chiesa di Santa Maria dello Spuntone e accanto la chiesa di Santa Maria Ad Nivem del 1559. Sui suoi resti è costruito palazzo Ferocino, oggi padroni gli Zanchi.
- La torre del fosso
Non era un vero e proprio bastione, in realtà si tratta di una sopraelevazione fatta per difendere tutto il fossato che era presente tra il Bastione di San Domenico e il Bastione delle Anime. Serviva per la quarantena della gente malata, ancora oggi lungo tutto il muro di scirocco c'è un grande marciapiede costruito proprio sulle fondamenta della torre. Sotto c'è ancora l'antico camminamento segreto che univa i due bastioni e passa per tutto il perimetro del centro storico di Gallipoli
- Bastione di San Luca
Chiamato così per l'antica chiesa dedicata al Santo, aveva pianta circolare ma nel 1622 fu ricostruito dall'architetto gallipolino Lachibari che gli diede forma triangolare. Aveva il compito di difendere parte del Canneto e del castello e negli anni Trenta del Novecento fu costruita una scalinata a due rampe che scende dritta in mare, dove inizia il bacino artificiale delle "Scale Nove".
- Bastione di Sant'Agata
Questo bastione presenta forma rettangolare e fino al 2016 i lati Nord ed Est erano completamente circondati dal mare. Ricostruito nel '500 aveva bocche di fuoco che sparavano ad altezza d'uomo. Il secondo piano ha altre tre postazioni per il tiro di altezza intermedia, che spezzava gli alberi maestri delle navi nemiche con grosse palle di pietra da 4/5 chili. Il terzo piano, oggi non più esistente, aveva una camera con varie aperture per cannoni di medio calibro e moschetti o spingarde.
- Bastione della Puritate
Rimasto in piedi fino al 1836, aveva una struttura circolare con un rinforzamento quadrato sul suo lato destro. Fu abbattuto per realizzare la rampa di discesa alla spiaggia. Guardando la prima apertura delle sette presenti sul muro della puritate è possibile vedere un bastione circolare che molto probabilmente risale al XII/XIV secolo, inglobato successivamente nel bastione ormai scomparso.
- Bastione di San Benedetto
È un bastione a pianta circolare con alla sinistra un piccolo bastione rettangolare. È gemello del bastione di San Giorgio e avevano il compito di difendere il la cortina Nord, il porto mercantile e la Puritate. Questo bastione aveva quattro piani ed al primo si sono conservate le sue strutture quasi intatte. Nel 1691 era armato con una "petrera" che gettava palle infuocate da 17 libbre e da un cannone di oltre 700 chili. Furono fatti altri lavori nel 1684.
- Bastione di San Giorgio
Bastione gemello di San Benedetto, si affacciava all'antico "Scoju ta Sabbata" (scoglio del riposo) dove anticamente si facevano spettacoli. Si alzava imponente sulle mura fino al 1880 come lo si vede in un quadro dello stesso anno del Newbery. Oggi rimane solo un piccolo spiazzo e l'interno è utilizzato come deposito.
Torri costiere |
Le torri costiere presenti nel territorio di Gallipoli sono quattro: (da sud a nord) Torre del Pizzo, Torre San Giovanni la Pedata, Torre Sabea e Torre dell'Alto Lido. Le torri, tutte costruite nel XVI secolo, furono volute da Carlo V per la difesa del territorio salentino dalle incursioni dei Saraceni.
Borgo |
- Monumento ai caduti
- Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (1959) (sede della confraternita del Santissimo Sacramento)
- Monumento al riccio, realizzato nel 2001 dall'artista locale Enrico Muscetra e finanziato dal concerto di Goran Bregović
- Chiesa di San Gerardo
- Chiesa di San Lazzaro
Società |
Evoluzione demografica |
Abitanti censiti[34]
Etnie e minoranze straniere |
Al 31 dicembre 2017 a Gallipoli risultavano residenti 356 cittadini stranieri. La nazionalità più rappresentata era quella rumena con 90 cittadini residenti, seguita dall'indiana con 42 residenti e dalla bulgara con 34.[35]
Lingue e dialetti |
A Gallipoli si parla il dialetto gallipolino (o gallipolitano, come era detto in passato), una variante del salentino. A causa della vocazione marinaresca e commerciale della città questo dialetto è stato influenzato maggiormente dagli altri dialetti meridionali rispetto a quello salentino.
Presenta al suo interno chiare influenze del dialetto siciliano e calabrese e si differenzia dal dialetto leccese.
Il territorio di Gallipoli si presenta come area linguistica di compromesso: fondamentalmente è di tipo meridionale, ma è stato raggiunto da parzialiinnovazioni di tipo brindisino. Le forme verbali e gli aggetti presentano per e, o chiusi esiti di tipo meridionali idda, china, fridda, bbìu bevo, crìu credo, curta, russa, raspunnu, scundu a Gallipoli, Alezio, Sannicola; i sostantivi, specie se di sillaba libera, presentano esiti condizionati di tipo brindisino come a Nardò, pepe, penna, sera, tela, pesce, stedda, fronte, monte, colore, sutore, napote, croce, noce (prima condizioni) e citu. misi, paisi, culuri, naputi, nuci, cruci (seconde condizioni), accanto però a site, nive, pira.
[36]
Religione |
Gallipoli è sede, insieme a Nardò, della diocesi di Nardò-Gallipoli (in latino: Dioecesis Neritonensis-Callipolitana), suffraganea dell'arcidiocesi di Lecce appartenente alla regione ecclesiastica Puglia, retta dal 16 luglio 2013 dal vescovo Fernando Filograna.
La diocesi nacque il 30 settembre 1986 quando alla diocesi di Nardò, eretta il 13 gennaio 1413, fu unita la diocesi di Gallipoli, che era stata eretta nel VI secolo.
Tradizioni e folclore |
Numerosi sono gli eventi civili e religiosi che si susseguono nel corso dell'anno.
Molto sentiti a Gallipoli sono i riti della Settimana Santa con le processioni degli "incappucciati" e penitenti. Altrettanto importante è il Venerdì precedente la Domenica delle Palme, con la processione del simulacro dell'Addolorata[37].
Festa Patronale di Santa Cristina - 23-24-25 Luglio - La tradizione vuole che sia stata proprio Santa Cristina, nel 1867, a liberare la città di Gallipoli dal colera che imperversava uccidendo i suoi cittadini. Da lì l’usanza di celebrarla con riti religiosi e civili. A lei infatti è dedicata anche la cappella più bella della città che si trova a ridosso del ponte seicentesco. È una delle feste più sentite ed attese dai gallipolini.
Il periodo natalizio inizia il 15 ottobre di ogni anno, ricorrenza di Santa Teresa. Durante il periodo natalizio si realizzano presepi in cartapesta e, a Capodanno, il Pupu; un personaggio di cartapesta artigianale raffigurante un vecchio e che rappresenta l'anno trascorso che alla mezzanotte viene fatto scoppiare per dare il benvenuto al nuovo anno[38].
Istituzioni, enti e associazioni |
La principale struttura sanitaria del comune è l'Ospedale Sacro Cuore di Gesù[39], ospedale di primo livello.
Cultura |
Istruzione |
Biblioteche |
- Biblioteca comunale "Ex Sant'Angelo"
La Biblioteca di Sant'Angelo è una delle più antiche e importanti e della Puglia per la provenienza e la datazione dei volumi[40]. Essa sorge in un'antica chiesa confraternale risalente al 1732 che era sede della Confraternita dei Nobili; presenta una facciata semplice con una doppia scalinata in carparo. L'interno è costituito da una sola navata e alle pareti sono presenti delle nicchie che rappresentano profeti e re biblici oltre a delle tele attribuite al Manieri (1687 - 1744). Molte tele ora sono conservate nel Museo Diocesano di Gallipoli, presso la Basilica Cattedrale.
Nel 1823 il decano e arciprete della Cattedrale di Gallipoli, donò al comune una raccolta di tremila volumi; donò molte delle sue opere il più famoso Bartolomeo Ravenna.
Scuole |
Hanno sede a Gallipoli cinque scuole dell'infanzia, cinque scuole primarie, cinque scuole medie inferiori, tra cui nel centro storico l'Istituto Comprensivo 1º polo "S. Chiara" (infanzia,elementare,scuola media inferiore) adiacente alla Chiesa di San Giuseppe in via Antonietta De Pace.
Di notevole importanza in tutta l'area ionico-salentina è il Liceo Quinto Ennio che comprende il Liceo Scientifico- Liceo Classico -Liceo Linguistico - Liceo delle Scienze Umane[41].
Infine sono presenti l'istituto nautico-commerciale Amerigo Vespucci, l'Istituto Professionale Statale "Enrico Giannelli", con i seguenti indirizzi: Servizi socio sanitari, Manutenzione e assistenza tecnica, Produzioni industriali ed artigianali e settore moda.
Musei |
Museo diocesano di Gallipoli, annesso alla Basilica Concattedrale di Sant'Agata[42]
Museo Emanuele Barba, in via Antonietta De Pace
- Museo del Mare che contiene la collezione di cetacei più importante della Puglia[43].
- Collezione "Coppola" nei locali del Comune (di fronte alla Biblioteca comunale) che raccoglie numerose opere del famoso pittore gallipolino Giovanni Andrea Coppola.
Corte Gallo |
- Anche se non rientra nella tipologia dei veri e propri musei, è doveroso fare un accenno a "Corte Gallo", un vero e proprio "museo di oggetti del passato". Si tratta di una piazzetta senza sbocco, interna a un complesso abitativo e distaccata dalla viabilità principale ricca di oggetti tra cui la cosiddetta "macinula": essa è uno strumento di legno attorno a cui nel passato veniva attorcigliata la lana per tessere. Il "cofunu" era una sorta di lavatrice che si differenzia dalla moderna poiché richiedeva il lavoro manuale; le nasse di giunco, attrezzi che servivano per pescare. Esistono due tipi : a campana e a barile. Entrambi si basano su una strozzatura dell'entrata che costringe il pesce, attirato dall'esca, ad entrare forzando le maglie. In questo modo la preda non è poi più in grado di lasciare la trappola. Sono numerosi inoltre gli attrezzi di falegnameria del passato, botti, carretti e lampade ad olio (Gallipoli nel XVI secolo deteneva il monopolio internazionale di olio lampante usato per l'illuminazione).
Media |
Stampa |
- Piazzasalento
- Anxa
Televisione |
- Teleonda
Cinema e teatri |
- Il Cinema Teatro Italia è il teatro più grande della regione Puglia [44] . Fu costruito nel 1976 per iniziativa di Pasquale Petrucelli, su progetto dell'architetto Enzo Perna ed è collocato nell'arteria principale della città, Corso Roma. I lavori di costruzione iniziarono negli anni'60 dall'impresa di costruzioni Otello Torsello. Occupa una superficie di 4000 metri quadri ed ha una capienza di 1400 posti. I circa 40 camerini si dispongono su 2 piani. Il complesso è decorato dalle ceramiche realizzate dal maestro Giuseppe Macedonio. Nel 1998 iniziarono i lavori di ristrutturazione su progetto di Enrico Iaffei. [45]
- Il Teatro Schipa (già Eldorado) fu edificato nel 1900 ed era costruito completamente in legno. Successivamente la struttura venne gradualmente smontata per permettere la costruzione del nuovo stabile. Il materiale proveniente dall'antico Eldorado è stato sottoposto ad un attento lavoro di restauro terminato nel 1998. Il teatro occupa una superficie di 1000 metri quadri. [46]
- Il Teatro Garibaldi (già Teatro del giglio) è sito nel centro storico, nelle vicinanze della centralissima via Antonietta De Pace. Fu costruito nel 1825 e fu fortemente voluto da Bonaventura Balsamo, in omaggio alla casata borbonica. Negli anni '70 dell'Ottocento passò al comune di Gallipoli che affidò i lavori di restauro all'ingegnere Bernardini di Lecce, artefice del teatro Paisiello. Ha una struttura a staffa di cavallo e dispone di un doppio ordine di palchi. Fu poi costruita una elegante facciata in stile neoclassico, alla sommità della quale si staglia imponente lo stemma cittadino in pietra. Nel 1879 fu dedicato a uno dei protagonisti del Risorgimento, Giuseppe Garibaldi. Il progettista ebbe a modello il Teatro San Carlo di Napoli. [47][48]
- Il Rivellino, struttura fortificata del Castello di Gallipoli, ha ospitato a partire dal 1945 un cinema all'aperto, con la capienza di ottocento posti a sedere.
Cinema |
Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene
Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni & Giacomo e Massimo Venier
- Lu rusciu te lu mare di Fluid Video Crew
L'anima gemella di Sergio Rubini
Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me di Carlo Vanzina
- Nu filu te jentu di caosvideo
Mine vaganti di Ferzan Özpetek
- A Gallipoli tutto può succedere di Tony Greco
- Vacanze a Gallipoli di Tony Greco con Alvaro Vitali
Musica |
- Pastorale gallipolina ,eseguita nel periodo natalizio che a Gallipoli inizia il 15 ottobre, con Santa Teresa[49]
Lu rusciu te lu mare, canto popolare
Sera di Gallipoli di Pierangelo Bertoli
Gallipoli Folk ieri,oggi e..., canto popolare, tradizione
- Aram Quartet
Cucina |
Prodotti tipici della gastronomia gallipolina:
- Zuppa di pesce alla gallipolina
scapece: l'ingrediente principale della scapece è il pesce che viene fritto e fatto marinare tra strati di mollica di pane imbevuta con aceto e zafferano all'interno di tinozze chiamate, in dialetto gallipolino, calette. Lo zafferano dona al piatto il colore giallo che lo rende caratteristico.
'Mboti: tipici involtini fatti con polmone e fegato di agnello.
Pittule (durante il periodo natalizio)
Puccia (il 7 dicembre)
Geografia antropica |
Nei pressi della Torre Sabea era presente un antico e importante villaggio neolitico (terzo momento dell'età della Pietra) del quale sono rimasti chiari segni archeologici, benché coperti da uno strato di sabbia. Furono effettuate numerose ricerche che stabilirono che Gallipoli fu un centro molto popolato nella Preistoria.
Urbanistica |
La città di Gallipoli è quasi interamente circondata dal mare ed è una città molto importante in quanto si dice che qui terminasse la via Traiana con una colonna rimasta in vita sino al XIX secolo[50]. Essa si può "dividere" sostanzialmente in due parti: il borgo nuovo ad est, e la città vecchia a ovest su una isola calcarea. La città vecchia ha conservato immutato il suo impianto urbanistico di carattere medievale. Secondo lo storico Ettore Vernole, la città doveva possedere un fortissimo sistema difensivo. L'orografia del sito dimostra tali costruzioni.
Divisione della città |
Come accennato in precedenza la città è suddivisa in due parti: la città nuova ed il centro storico. La prima è la parte più recente della città, costruita su una penisola che si protende nello Ionio verso ovest. Il centro storico, invece, si trova su un'isola di origine calcarea, collegata alla terraferma attraverso un ponte ad archi seicentesco. È proprio nel centro storico che sono presenti la maggior parte di edifici civili e religiosi. Il centro storico a sua volta è diviso in due zone: la parte che è rivolta a tramontana e quella rivolta verso scirocco. Dall'epoca medievale fino a pochi decenni fa era presente un ponte levatoio che serviva a rendere possibile l'accesso solo ai residenti. Al centro della città vecchia si trova la Basilica Concattedrale di Sant'Agata con il Seminario, il Museo Diocesano e il Municipio (come in età feudale e medievale). Le stradine che sono in discesa portano verso i bastioni e il mare e quelle in salita portano verso la Basilica. Tra il XII ed il XIV secolo, in Italia ma anche in altre aree dell'Europa, si assiste a profonde trasformazioni delle città con un'intensa attività edilizia e importanti interventi urbanistici. Le città si ingrandiscono a seguito del forte incremento della popolazione dovuto all'inurbamento. Si sviluppano attività produttive e commerciali che consentono l'affermarsi di ceti sociali borghesi organizzati nelle associazioni di arti e mestieri. Il centro storico è chiamato gergalmente "padella" in quanto la sua forma ricorda molto quella della pentola.
Frazioni |
Baia Verde |
Baia Verde è una località balneare; situata a 3 km a sud di Gallipoli e a 6 km da Marina di Mancaversa nel comune di Taviano, presenta una costa bassa e sabbiosa. La località è posizionata in prossimità del Parco naturale regionale Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo, istituito il 10 luglio 2006 allo scopo di salvaguardare la variegata natura del luogo costituita da macchia mediterranea, pseudo steppe mediterranee, ambienti umidi e acquitrinosi.
Baia Verde è abitata prevalentemente d'estate e nell'ultimo censimento ha registrato una popolazione di soli 94 abitanti.
Economia |
L'economia della città di Gallipoli si basava nei tempi passati sul commercio internazionale di olio e vino e sulla produzione industriale delle botti e del sapone. A partire dal Seicento, Gallipoli e il suo porto ebbero un'importanza fondamentale per il commercio dell'olio lampante.[51] Dal suo porto partivano navi cariche di olio verso tutto il mondo. Tuttora risiedono in città i discendenti di famiglie genovesi, sarde, veneziane e napoletane di commercianti di olio che si spostarono a Gallipoli come gli Spinola, i Vallebona, i Calvi, ecc.[52].
Gran parte dell'olio prodotto o depositato nelle cisterne veniva venduto a Paesi esteri, i quali avevano rappresentanza in Gallipoli con propri vice consolati. In Gallipoli si ebbero fino al 1923 i consolati esteri di molte nazioni europee: Austria, Danimarca, Francia, Inghilterra, Impero ottomano, Paesi Bassi, Portogallo, Prussia, Russia, Spagna, Svezia e Norvegia, Turchia. Oggi l'economia di Gallipoli coincide interamente con il settore terziario, in particolare quello turistico. La pesca è un'attività importantissima per Gallipoli e per la Puglia che può contare sulla più lunga estensione costiera tra le regioni non insulari. Esistono diversi metodi di pesca nella cittadina ionica, tra cui emerge la pesca delle cosiddette "Paranze" e la pesca a strascico; quest'ultima è un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare. La rete può essere trainata da una o due barche.
Negli ultimi anni l'economia gallipolina è stata strettamente legata allo sviluppo turistico della città. Ogni anno centinaia di migliaia di turisti provenienti da tutta Europa scelgono la città jonica come meta turistica attratti principalmente dalle bellezze naturalistiche e dalla movida. La città infatti è attualmente una tra le destinazioni turistiche più importanti in Italia e nel Mediterraneo (la numero uno per crescita di popolarità e presenze dal 2010 al 2014 in Italia), molto popolare soprattutto tra i giovani, attratti in particolar modo dai grandi eventi musicali e artistici, sviluppando un'economia che coinvolge tutta la città (Hotel, Ristoranti, Case Vacanza, Camping, Bar, servizi turistici ecc.)[53].
Infrastrutture e trasporti |
Strade |
Le principali direttrici stradali di Gallipoli sono:
Strada statale 101; Gallipoli - Lecce.
Strada statale 274; Santa Maria di Leuca - Gallipoli
Il comune è inoltre raggiungibile da una rete di strade provinciali che comprende la SP 52 Gallipoli-Sannicola, la SP 282 Gallipoli-Alezio, la SP 108 Gallipoli-Santa Maria al Bagno, la SP 200 Gallipoli-Baia Verde e la SP 361 Gallipoli-Maglie.
Ferrovie |
La città è servita da una stazione ferroviaria posta sulle linee Zollino-Gallipoli e Gallipoli-Casarano delle Ferrovie del Sud Est. Un tempo la ferrovia arrivava fino al porto per facilitare il carico/scarico delle merci.
Porti |
Di notevole importanza è il Porto di Gallipoli, risalente al 1400, che ospita il Premio Barocco.[54].
A Gallipoli sono presenti 2 porti: uno antico nei pressi della fontana Greca e uno mercantile nella città vecchia.
Mobilità urbana |
I trasporti urbani ed extraurbani di Gallipoli vengono svolti con servizi regolari di autobus gestiti dalla Autoservizi Chiffi s.r.l.
Amministrazione |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
29 maggio 1988 | 16 luglio 1990 | Mario Foscarini | PCI | sindaco | |
16 luglio 1990 | 28 giugno 1991 | Flavio Fasano | PDS | sindaco | |
agosto 1991 | novembre 1991 | Roberto Piro | Democrazia cristiana | sindaco | |
settembre 1991 | novembre 1991 | Camardella Cappetta De Simone | Commissione straordinaria | ||
novembre 1991 | dicembre 1993 | Madaro Cappetta De Simone | Commissione straordinaria | ||
novembre 1993 | dicembre 1993 | Cappetta De Simone | Commissione straordinaria | ||
21 novembre 1993 | 25 luglio 1997 | Flavio Fasano | PDS | sindaco | |
luglio 1997 | agosto 1997 | Nicola Prete | Commissario prefettizio | ||
agosto 1997 | novembre 1997 | Flavio Fasano | Commissario prefettizio | ||
luglio 2000 | luglio 2000 | Francesco Leopizzi | Commissario prefettizio | ||
luglio 2000 | maggio 2001 | Francesco Leopizzi | Commissario prefettizio | ||
13 maggio 2001 | 30 maggio 2006 | Giuseppe Venneri | Forza Italia | sindaco | |
28 maggio 2006 | 24 luglio 2007 | Vincenzo Barba | Centro-destra - Liste civiche | sindaco | |
luglio 2007 | aprile 2008 | Angelo Trovato | - | commissario prefettizio | |
13 aprile 2008 | 30 giugno 2011 | Giuseppe Venneri | PdL | sindaco | |
giugno 2011 | settembre 2011 | Biagio De Girolamo | - | Commissario prefettizio - Viceprefetto Vicario | |
settembre 2011 | settembre 2011 | Biagio De Girolamo | - | Commissario prefettizio - Viceprefetto Vicario | |
settembre 2011 | dicembre 2011 | Mario Ciclosi | Commissario prefettizio | ||
dicembre 2011 | maggio 2012 | Vincenzo Petrucci | Commissario prefettizio | ||
6 maggio 2012 | 31 agosto 2015 | Francesco Errico | PD - Liste civiche | Sindaco | |
1º settembre 2015 | 2 dicembre 2015 | Guido Aprea | Commissario prefettizio - Viceprefetto di Lecce | ||
2 ottobre 2015 | 25 giugno 2015 | Guido Aprea | - | Commissario prefettizio - Viceprefetto di Lecce | |
25 giugno 2016 | in carica | Stefano Minerva | PD -Liste civiche | Sindaco |
[55]
Carica | Nome |
---|---|
Sindaco | Stefano Minerva |
Assessore - Vicesindaco | Giuseppe Venneri |
Assessore | Biagio Palumbo |
Assessore | Angelo Mita |
Assessore | Antonella Russo |
Assessore | Paola Scialpi |
Elenco sindaci dal 1484 al 1573[56]:
- 1484: Costantino Specolizzi
- 1485: Antonio Sillari
- 1486: Carmine Specolizzi
- 1487: Antonio Assenti
- 1488: Nicola Specolizzi
- 1489: de Rataro Roberto
- 1490: Guglielmo Patitari
- 1491: Bugito Assanti
- 1492: Luigi Gorgoni
- 1493: de Natali Roberto
- 1494: Antonio Sillari
- 1495: Isidoro Sillari
- 1496: Nicola Specolizzi
- 1497: Francesco Calò
- 1498: Alessio Gorgoni
- 1499: Bartolomeo Sermaci
- 1500: Nicola Specolizzi
- 1501: de Natali Roberto
- 1502: Cristallino Zifà
- 1503: Leonardo Gorgoni
- 1504: Francesco Calò
- 1505: Gabriel Sansonetti
- 1506: Angelo Assanti
- 1507: Gabriel Sansonetti
- 1508: Cristallino Zifà
- 1509: Cristallino Zifà
- 1510: Francesco Assanti
- 1511: Carlo Muzi
- 1512: Matteo Musarò
- 1513: Giacomo Sillari
- 1514: Giacomo Assanti
- 1515: Girolamo Scaglione
- 1516: Alfonso Calò
- 1517: Bartolomeo Sillari
- 1518: Pietro De Magistris
- 1519: Amato Lombardo
- 1520: Francesco Assanti
- 1521: Francesco Musarò
- 1522: Sebastiano Assanti
- 1523: Bonifacio Venneri
- 1524: Antonello Zacheo
- 1525: Carlo Scaglione
- 1526: Guglielmo Sansonetti
- 1527: Carlo Antonio Ruffo
- 1528: Cristoforo Assanti
- 1529: Francesco Musarò
- 1530: Giacomo Aragona
- 1531: Nicola Venneri
- 1532: Fausto Ruffo
- 1533: Galeotto Vivaldi
- 1534: Carlo Specolizzi
- 1535: Gisolerio Mazzucci
- 1536: Gabriele Nanni
- 1537: Gisorelio Mazzucci
- 1538: Girolamo Pirelli
- 1539: Gisorelio Mazzucci
- 1540: Leonardo Gorgoni
- 1541: Giacomo Aragona
- 1542: Nicola Specolizzi
- 1543: Bartolomeo Zacheo
- 1544: Antonio Rocci
- 1545: Filippo Gorgoni
- 1546: Gabriele Musarò
- 1547: Antonio Rocci
- 1548: Francesco Musarò
- 1549: Consalvo Occhilupo
- 1550: Guglielmo Camaldari
- 1551: Stefano da Galà
- 1552: Bernardo Specolizzi
- 1553: Filippo Gorgoni
- 1554: Benedetto De Magistris
- 1555: Alfonso Deletto
- 1556: Paolo Venneri
- 1557: Alfonso Deletto
- 1558: Bernardo Specolizzi
- 1559: Paolo Venneri
- 1560: Nunzie Zacheo
- 1561: Giovanni Abatizio
- 1562: Tiberio Barba
- 1563: Antonio Valdelarano
- 1564: Pandolfo Calella
- 1565: Francesco Valdelerano
- 1566: Tiberio Barba
- 1567: (?)
- 1568: Pietro Abatizi
- 1569: Antonio Valdelerano
- 1570: Silvio Zacheo
- 1571: Sancio Rossi
- 1572: Pietro Abatizi
- 1573: Pandolfo Calello
Gemellaggi |
Monfalcone[57][58][59][60], dal 1999[61][62]
Betlemme[57][63][64][65], dal 29 settembre 2008[63]
Sport |
Calcio |
Nel comune ha sede una società di calcio: l'Gallipoli, che nel 2009 ha militato in Serie B.
Quidditch babbano |
Nel 2016 la città ha ospitata la quarta edizione dell'European Quidditch Cup.
Impianti sportivi |
A Gallipoli è presente lo stadio comunale Antonio Bianco, costruito nel 1969, che ha una capienza di 4.368 posti[66][67].
Note |
^ Gallipoli (LE) - Italia: Informazioni - Comuni confinanti, su comuni-italiani.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
^ ab Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2017.
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 9 aprile 2013.
^ Dizionario di ortografia e di pronunzia, su dizionario.rai.it. URL consultato il 15 luglio 2013, 16:39 (CEST).
^ Gallipoli, la perla dello ionio, in Corriere del Mezzogiorno. URL consultato il 14 novembre 2015, 12:39 (CEST).
^ Comune di Gallipoli, su comune.gallipoli.le.it. URL consultato il 26 febbraio 2015.
^ Gallipoli nominata presidente delle Città storiche del Mediterraneo, su trnews.it. URL consultato il 4 aprile 2015.
^ http://gallipoli.lecceprima.it/scienze-infermieristiche-pronti-tirocini-reparti-sacro-cuore.html
^ ab (EN) Unesco. Salento and the Barocco Leccese, su whc.unesco.org. URL consultato il 2 maggio 2013.
^ Gallipoli (LE) - Italia: Informazioni, su comuni-italiani.it. URL consultato il 24 aprile 2013.
^ Comune di Gallipoli - Parco Regionale, su comune.gallipoli.le.it. URL consultato il 24 aprile 2013.
^ Valori climatici del Salento meridionale, su biopuglia.iamb.it. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).
^ Altitudine: 12 m s.l.m. I valori delle temperature in tabella sono estratti dal sito: clisun.casaccia.enea.it (stazione di Gallipoli). I valori pluviometrici e quelli relativi all'umidità sono estratti dalla stazione meteorologica di Galatina
^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani
[collegamento interrotto], su confedilizia.it. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ La verità storica su Gallipoli, su anxa.it. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ (EN) Henry George Liddell, Robert Scott, Καλλίπολις, A Greek-English Lexicon Controllare il valore del parametrourl
(aiuto), Clarendon Press. URL consultato il 3 maggio 2017.
^ Gallipoli, su japigia.com. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ Bartolomeo Ravenna, Memorie Istoriche della città di Gallipoli.
^ La Puglia, a cura di Michele Orlando, su books.google.it. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).
^ Colletta istorica e tradizioni anticate sulla città di Gallipoli
^ Distretto di Gallipoli (Regno delle Due Sicilie)
^ dal sito del comune
^ Cattedrale di Gallipoli, su cattedralegallipoli.it. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ Chiesa SS. Crocifisso, su chiesacrocifisso.it. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).
^ Chiesa della Purità, su chiesapurita.org. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ dal sito ufficiale dello storico gallipolino Federico Natali.
^ Memorie istoriche della città di Gallipoli (1836), pg.229 - Bartolomeo Ravenna
^ http://www.anxa.it/pages/archivio/7--gennaio-2004/le-vie-di-gallipoli.php
^ da "Gallipoli il Mito...la storia di Elio Pindinelli
^ "Gallipoli. Guida storica ed artistica", De Marco Mario, pag. 42
^ ANTONIO COSTANTINI, MICHELE PAONE, Guida di Gallipoli: la città, il territorio e l'ambiente, Le Guide Verdi Congedo Editore, 2007
^ dalle "Memorie istoriche della città di Gallipoli" di Bartolomeo Ravenna"
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Dati Istat al 31 dicembre 2017, su demo.istat.it. URL consultato il 16 gennaio 2019.
^ Vocabolario dialetto gallipolino, su gallipolinweb.it. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ La settimana santa a Gallipoli, su prolocogallipoli.it. URL consultato il 14 gennaio 2016.
^ Salento.info, Pupo di Capodanno, su salento.info.
^ Presidio ospedaliero Sacro Cuore di Gesù, su docvadis.it. URL consultato il 6 marzo 2016.
^ dal sito del Comune di Gallipoli nella sezione Biblioteca Comunale ed Archivio Storico
^ Liceo Quinto Ennio, su liceoqennio.it. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2013).
^ Cattedrale di Gallipoli, su cattedralegallipoli.it. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2013).
^ dal sito "Sipuglia".
^ Territori del cinema. Stanze, luoghi, paesaggi. Un sistema per la Puglia. Letture ed interpretazioni - Valentina Ieva, Francesco Maggiore
^ Cinema Teatro Italia, su cinemateatrigallipoli.it. URL consultato il 23/10/2018.
^ Sito ufficiale del teatro cinemateatrigallipoli.it
^ https://www.comune.gallipoli.le.it/arte-cultura-338.html
^ https://teatrogaribaldigallipoli.wordpress.com/il-teatro/
^ Gallipoli 1952, su reaction.it. URL consultato il 1º maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2008).
^ dal sito del comune di Gallipoli
^ Salento lento, su salentolento.it. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ Società e patriziato a Gallipoli nel Settecento, Salvatore Barbagallo
^ Gallipoli Online, su GallipoliOnline.com. URL consultato il 24 giugno 2015.
^ Premio Barocco, su premiobarocco.org. URL consultato il 1º maggio 2013.
^ Dati provenienti dal sito ministeriale http://elezionistorico.interno.it/ . Le pagine sono state realizzate dall'Ufficio IV - Servizi Informatici Elettorali)
^ Gallipoli e i suoi dintorni illustrati da Pietro Maisen Valtellinese, su books.google.it. URL consultato il 10 maggio 2016.
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Bibliografia |
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Voci correlate |
- Barocco a Gallipoli
- Premio Barocco
- Diocesi di Nardò-Gallipoli
- Museo Emanuele Barba
- Liceo Quinto Ennio
- Carnevale di Gallipoli
- Torri costiere del Salento
- Castelli della provincia di Lecce
- Salento
- Strombus bubonius
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Collegamenti esterni |
- Il sito del Comune di Gallipoli, su comune.gallipoli.le.it.
- Il sito del museo civico, su museocivicogallipoli.it.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 144303221 |
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