Merano
Merano Meran comune | |||
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(IT) Comune di Merano (DE) Stadtgemeinde Meran | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Trentino-Alto Adige | ||
Provincia | Bolzano | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Paul Rösch (Verdi - Die Liste/La lista Paul Rösch) dal 24-5-2015 | ||
Lingue ufficiali | italiano, tedesco | ||
Territorio | |||
Coordinate | 46°40′08″N 11°09′50″E / 46.668889°N 11.163889°E46.668889; 11.163889 (Merano Meran) | ||
Altitudine | 325 m s.l.m. | ||
Superficie | 26,34 km² | ||
Abitanti | 40 635[2](30-8-2018) | ||
Densità | 1 542,71 ab./km² | ||
Frazioni | Maia Alta (Obermais), Maia Bassa (Untermais), Quarazze (Gratsch), Sinigo (Sinich), Labers | ||
Comuni confinanti | Avelengo, Cermes, Lagundo, Lana, Marlengo, Postal, Scena, Tirolo, Verano | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 39012 | ||
Prefisso | 0473 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 021051 | ||
Cod. catastale | F132 | ||
Targa | BZ | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Cl. climatica | zona E, 2 863 GG[3] | ||
Nome abitanti | (IT) meranesi (DE) Meraner[1] | ||
Patrono | san Nicolò | ||
Giorno festivo | 6 dicembre | ||
Cartografia | |||
Merano Meran | |||
Posizione del comune di Merano nella provincia autonoma di Bolzano | |||
Sito istituzionale | |||
Merano (IPA: /meˈrano/, Meran [meˈraːn] in tedesco, Maran [maˈraŋ] in ladino) è un comune italiano di 40 635 abitanti, capoluogo della comunità comprensoriale del Burgraviato, nella provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige. Dopo il capoluogo Bolzano risulta il centro più popolato della provincia.
Indice
1 Geografia fisica
1.1 Territorio
1.2 Clima
2 Origini del nome
3 Storia
3.1 Stemma
4 Monumenti e luoghi d'interesse
4.1 Architetture religiose
4.2 Architetture civili
4.2.1 Kurhaus
4.2.2 Mura e Porte
4.2.3 Ponte Romano
4.2.4 Teatro Civico
4.2.5 Stazione di Merano
4.3 Architetture militari
4.4 Passeggiate
5 Società
5.1 Ripartizione linguistica
5.2 Religione
5.3 Evoluzione demografica
5.4 Etnie e minoranze straniere
6 Cultura
6.1 Musei
7 Economia
7.1 Artigianato
8 Infrastrutture e trasporti
9 Amministrazione
9.1 Gemellaggi
10 Sport
11 Curiosità
12 Galleria d'immagini
13 Note
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Geografia fisica |
Territorio |
Capoluogo della Comunità comprensoriale del Burgraviato, è circondata dalle montagne (1500–3335 m) e si trova nel fondovalle all'inizio di quattro importanti valli: la Val Venosta, la Val Passiria, la Val d'Adige e la Val d'Ultimo.
Attraversata dal torrente Passirio che confluisce nell'Adige, si trova alle pendici del Gruppo Tessa (fino a 3.480 m s.l.m., confine con l'Austria) e dell'Altopiano del Salto (fino a 2.800).
A sud Merano dista 30 km dal capoluogo di provincia, Bolzano, al quale è collegata da una superstrada a 4 corsie, conosciuta come "MeBo", e da una linea ferroviaria. A ovest comincia la Val Venosta, con la ferrovia della Val Venosta, a sud-ovest la Val d'Ultimo e a nord-est la Val Passiria.
Alla periferia di Merano sorgono il paese e il castello di Tirolo (Dorf Tirol, Schloss Tirol) da cui prende nome la regione storica del Tirolo.
Clima |
Considerato luogo di cura sin dal XIX secolo, Merano era inizialmente orientata verso un turismo per la terza età grazie al clima mite e alla quiete che la caratterizzano. Nel XX secolo e particolarmente negli ultimi due decenni questa tendenza è cambiata soprattutto grazie a un'offerta più variegata e all'arrivo del turismo nazionale che ha raggiunto e superato quello dei paesi germanofoni facendo notevolmente scendere l'età media dei suoi visitatori.
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Origini del nome |
Il toponimo è attestato come Mairania nell'857 e deriverebbe da "terra mairana", ovvero terra appartenente a una fattoria padronale bavarese altomedievale (maioria - Meierhof). Il nome è poi attestato nel 1242 come Meran e nel 1317 come stat ze Meran ("città di Merano"). Dal XV secolo prevale la forma auf der Meran.[4]
Altre interpretazioni fanno derivare il nome di Merano da "Mario" (Marianum, proprietà di Mario), - interpretazione poco accreditata perché i più antichi reperti archeologici risalgono al medioevo -, o da "mara" (zona di detriti, morena).[5]
Storia |
In epoca romana la zona dell'attuale Merano è detta Maia e si trova sul confine tra la provincia della Rezia e la Regio X Venetia et Histria, ai margini settentrionali del municipium di Trento. In epoca tardo-antica vi si sviluppa il castrum Maiense, un insediamento fortificato localizzato a partire dalla rocca dell'attuale castel San Zeno (Zenoburg). Nella cappella del castrum furono sepolti san Valentino di Rezia (alla fine del V secolo) e san Corbiniano di Frisinga (attorno al 730). È invece del 857 la prima menzione del nome di Mairania.[6]
Merano si sviluppa notevolmente sotto la famiglia d'arme divenuta allora proprietaria del castello di Tirolo. La dinastia assume il nome di conti del Tirolo nel corso del Duecento, in particolare con Alberto III di Tirolo e con Mainardo II di Tirolo-Gorizia, quando l'antico nucleo urbanistico assume la sua caratteristica fisionomia. Di quel periodo rimane l'imponente torre Ortenstein (anche nota come torre delle Polveri - Pulverturm - perché usata dal XVI secolo come deposito di esplosivi), sede un tempo del burgravio principesco.[7]
Merano diviene città nel corso del XIII secolo e acquisisce diritti cittadini nel 1317.[8] Nel XIV secolo, grazie anche ai privilegi concessi da Leopoldo III, divenuto per eredità anche Conte del Tirolo, si sviluppa molto il settore commerciale.
Con il trasferimento della sede dei nuovi conti Asburgo ad Innsbruck nel 1420 la città perde la sua primaria importanza come centro economico, pur rimanendo formalmente capitale della contea del Tirolo fino al 1848. Solo con le guerre di liberazione del Tirolo del 1809, guidate da Andreas Hofer della Passiria, Merano ritorna al centro dell'attenzione: sul monte Benedetto (Segenbühel), sopra Merano, i tirolesi combattono vittoriosamente una battaglia contro i Francesi e i Bavaresi nell'ambito della guerriglia da loro condotta contro le truppe franco-bavaresi, che alla fine di una lunga battaglia combattuta al Bergisel di Innsbruck, Andreas Hofer, non ottenuto il promesso appoggio dell'imperatore asburgico, perde per nettissima inferiorità di forze la battaglia finale e verrà pochi giorni dopo giustiziato a Mantova, mentre la figlia dell'imperatore d'Austria va in sposa a Napoleone quale pegno di pace.
Nella seconda metà dell'Ottocento Merano diviene un importante luogo di cura e villeggiatura dell'Impero austro-ungarico, grazie anche al collegamento ferroviario inaugurato nel 1881 e completato con la stazione ferroviaria su disegno di von Chabert del 1905.[9] Conseguentemente la città si espande al di fuori del perimetro delle mura su modelli urbanistici di derivazione viennese e salisburghese e con l'apporto dell'urbanista tedesco Theodor Fischer.[10][11] Dopo la Prima guerra mondiale Merano, come tutta la parte meridionale del Tirolo, viene annessa all'Italia. Tra le due guerre vi viene realizzato l'ippodromo di Maia.
Merano ha un'antica tradizione turistica. Molti sono infatti gli ospiti della politica e della cultura che hanno passato le loro vacanze nella città, per esempio l'imperatrice Sissi e gli scrittori Franz Kafka e Gottfried Benn.[12] Questo soprattutto perché scienziati e medici hanno sempre consigliato la città per il suo clima mite e quasi mediterraneo e per la qualità dell'aria. Nel 1914 viene ampliato il Kurhaus, opera dell'architetto Friedrich Ohmann che era legato alla Secessione viennese.[13]
Le prime corse di cavalli a Merano risalgono al 1896 e la creazione di un primo ippodromo al 1900. Dopo un decennio di crisi, una nuova imponente struttura per la corsa ad ostacoli è realizzata e aperta agli appassionati nel 1935. Il Gran Premio Merano è abbinato ad una ricca lotteria nazionale.
A differenza di Bolzano, il volto di Merano non viene stravolto tra le due guerre. La città è a lungo amministrata (fino al 1935) dal sindaco e poi podestà Maximilian Markart, che sa conservarne la vocazione turistica internazionale. Gli interventi pubblici sono tesi per lo più a sviluppare le strutture esistenti, come nel caso dell’ampliamento dell’ippodromo di Maia, o a dare attuazione ad antiche aspirazioni, come negli studi per la realizzazione della città termale.
Se si prescinde dal caso di Sinigo, la frazione meridionale sorta attorno alla bonifica del fondovalle e alla fabbrica della Montecatini, gli investimenti per l’edilizia popolare saranno spesso tardivi e comunque non inquadrabili in un progetto di promozione dell’immigrazione.
Tra le due guerre Merano riprende il suo volto di città internazionale. Negli anni ’30 diviene meta di molte famiglie ebree in fuga dal resto d’Europa. Questa situazione va in crisi a partire dal 1938 e soprattutto dopo il settembre 1943.
A metà settembre 1943 scattano i rastrellamenti degli ebrei. A seguito delle leggi razziali italiane del 1938, la popolazione ebraica della provincia, residente in maggioranza a Merano, si era già oltremodo assottigliata. I più si erano trasferiti altrove e in città erano rimaste circa sessanta persone. Ventidue di esse (seguite poi da altre) sono arrestate dal SOD (Sicherheits- und Ordnungdienst) per ordine delle SS e avviate, il 16 settembre, ai campi di sterminio. Si tratta della prima deportazione di ebrei avvenuta su territorio italiano.
Merano non subisce attacchi aerei (tranne quello su Sinigo all’inizio di aprile del 1945). Già nei primi anni di guerra infatti alcuni alberghi meranesi sono trasformati in ospedali militari. Dopo l’occupazione tedesca Merano diviene città ospedaliera, meta per i feriti provenienti dal fronte italiano. Nel 1944 essa viene dichiarata formalmente “città ospedaliera” (Lazarettstadt), una qualifica che assicura particolare salvaguardia in base alle convenzioni internazionali. Merano è perciò rifugio sicuro per diverse personalità e attività segrete, centro tra l’altro della rete di distribuzione di denaro falso nota come operazione Bernhard.
Dopo la distruzione degli impianti norvegesi Norsk-Hydro di Vemork, che producono l’acqua pesante destinata ai progetti tedeschi per realizzare la bomba atomica, nel novembre 1943 un gruppo di scienziati tedeschi visita lo stabilimento di Sinigo e la centrale di Marlengo per verificare se l’impianto di elettrolisi della Montecatini sia tecnicamente adatto alla produzione di acqua pesante. Malgrado il parere negativo, a Sinigo avrà comunque luogo una piccola produzione del prezioso liquido.
La fabbrica di Sinigo viene bombardata il 4 aprile del 1945, non a causa dell’acqua pesante, ma per la produzione di metanolo.
La guerra si conclude con un inutile fatto di sangue dai contorni mai del tutto chiariti. Il 30 aprile 1945 a Merano i militari tedeschi aprono il fuoco su due cortei di persone che intendevano festeggiare la fine del conflitto. Otto morti e molti feriti.
Anche dopo il 1945 Merano è una delle mete più frequentate dai turisti in Alto Adige.
A Merano si trova il museo provinciale del turismo "Touriseum", ospitato nel castel Trauttmansdorff, al quale è annesso il giardino botanico, uno dei più belli in Italia. A dicembre 2005 sono state riaperte le Terme di Merano con annesso un hotel a quattro stelle.
Stemma |
Lo stemma mostra l'aquila tirolese, seduta su un muro con quattro pezzi di merlatura ghibellina e tre arcate che simboleggiano la città. L'insegna è conosciuta dal XIV secolo; il sigillo più vecchio risale al 1353 e quello a colori al 1390. In un'immagine del 1759 l'aquila viene raffigurata con una corona e una ghirlanda verde d'onore, il cosiddetto Ehrenkränzel. Nel 1911 fu concesso uno stemma simile, ma con le arcate con i cancelli aperti sopra un prato di trifoglio. Tale aspetto venne confermato anche nel 1928, ma nel 1973 si decise di tornare allo stemma precedente.[14]
Monumenti e luoghi d'interesse |
Architetture religiose |
Tra le chiese storiche di Merano la parrocchiale di San Nicolò, con la cappella di Santa Barbara, la chiesa di Santo Spirito (già chiesa dell'Ospedale), quelle di Santa Maria del Conforto e di San Vigilio a Maia Bassa. Risalgono al '900 la chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesa di San Giusto a Sinigo.
Nel centro della città si trovano anche il convento dei Cappuccini e l'ex convento delle Clarisse.
Architetture civili |
Kurhaus |
Progettato nel 1873 dall'architetto Josef Czerny, il Kurhaus (casa di cura) venne inaugurato il 14 novembre 1874 e ristrutturato successivamente tra il 1913 e il 1914 dall'architetto Friedrich Ohmann. È di Ohmann il progetto della grande sala "Kursaal" della rotonda. L'edificio è stato sottoposto ad un radicale restauro negli anni '80, e ora presenta 13 sale e permette di ospitare fino a 1000 persone.[15]
Mura e Porte |
Verso la fine del XIII secolo la città fu dotata di mura citate anche nel primo ordinamento cittadino del 1317. Esse racchiudevano l'attuale centro storico e, nella parte meridionale, fungevano anche da difesa contro le piene del torrente Passirio che non aveva argini.
I passaggi attraverso le mura avvenivano esclusivamente in quattro porte.
Ponte Romano |
Il Ponte Romano (Steinerner Steg) è il ponte più antico ancora conservato della città di Merano, risalendo al 1617.
Fu edificato sul luogo dove in precedenza erano esistiti altri ponti, per lo più realizzati in legno.
È chiuso al traffico e collega il quartiere Steinach a Maia Alta superando il torrente Passirio.
Teatro Civico |
Inaugurato nel 1900 è un teatro civico realizzato su progetto dell'architetto Martin Dülfer (1859-1942) di Monaco di Baviera[16] e si contraddistingue per le forme eclettiche da fine secolo, ispirate allo Jugendstil internazionale.
Nel periodo del fascismo, fu intitolato a Giacomo Puccini.
Stazione di Merano |
Eretta in stile architettonico Jugendstil viennese su modello del von Chabert.[17] con piazza antistante disegnata dall'urbanista Theodor Fischer[18].
Architetture militari |
A Merano esistono le caserme:
- "Ugo Polonio" in via Cadorna, oggetto di una ristrutturazione totale a cura della Provincia autonoma di Bolzano nel quadro di un protocollo di intesa con il Ministero della Difesa;[19]
- "Francesco Rossi", dove dal 2014 sono stati costruiti alloggi per il personale militare;[20][21]
- "Cesare Battisti", via Palade;[21]
- "Villa Acqui" in via O. Huber;
- inizialmente chiamata "Venosta", poi dedicata al capitano degli Alpini "Leone Bosin", caduto in Albania nel 1941 e medaglia d'argento al valore militare, la struttura venne realizzata negli anni 1938-1939 e ha chiuso nel 1991 lasciando nei pressi del raccordo stradale con la MeBo il terreno libero riconvertito oggi a zona produttiva. L'amministrazione comunale di Merano nel giugno 2016 ha posizionato una targa commemorative presso l'incrocio fra via Zuegg e via Brogliati alla memoria di Bosin.[22][23]
Merano è stata sede della Brigata alpina "Orobica" fino al 1991; ora invece è di stanza il Reggimento Logistico "Julia", unità logistica operativa dell'Esercito Italiano il cui Comando è dislocato alla caserma "Battisti".[24]
Passeggiate |
Merano è una città che possiede passeggiate molto sviluppate, in posizione panoramica. La più famosa è la passeggiata Tappeiner, che a mezza costa del Monte Benedetto collega Quarazze a castel San Zeno. Da questa passeggiata è facilmente raggiungibile la Torre delle Polveri e anche la passeggiata Gilf, che si snoda sui due lati del Passirio poco prima del suo ingresso in città.
Società |
Ripartizione linguistica |
La popolazione meranese è oggi, grosso modo, per metà di madrelingua tedesca e per metà di madrelingua italiana:
% | Ripartizione linguistica (gruppi principali) Fonte: Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012 |
---|---|
50,27% | madrelingua tedesca |
49,26% | madrelingua italiana |
0,47% | madrelingua ladina |
Prima dell'approvazione del Pacchetto per l'Alto Adige Merano era una città a maggioranza italiana (58,6% al censimento del 1961).
Religione |
A Merano vive una piccola comunità ebraica con una propria sinagoga, inaugurata nel 1901.[25] Vi sono anche una chiesa dedicata al culto russo-ortodosso, completata nel 1897 all'interno della Casa Borodine su progetto dell'architetto Tobias Brenner e dedicata a San Nicola taumaturgo[26] e, dalla seconda metà dell'Ottocento, una comunità e una chiesa evangelica luterana, eretta nel 1885 su progetto dell'architetto Johann Vollmer di Berlino e preceduta da una casa di preghiera (Bethaus) del 1862, fondata da Thilo von Tschirsky nel quartiere di Steinach.[27] Un tempo c'erano una chiesetta anglicana e una piccola comunità anglo-americana.
Evoluzione demografica |
Abitanti censiti[28]
Etnie e minoranze straniere |
Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti nel comune sono 6 184, ovvero il 15,67% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[29]:
Albania, 946
Germania, 522
Macedonia, 510
Kosovo, 411
Marocco, 383
Pakistan, 353
Romania, 323
India, 219
Slovacchia, 194
Ucraina, 192
Cultura |
La città di Merano è dal 1993 sede del Meraner Lyrikpreis (premio di poesia lirica di Merano), uno dei più prestigiosi premi letterari in lingua tedesca. Fra i vincitori della competizione biennale, scelti da una giuria internazionale, si annoverano Kurt Drawert, Kathrin Schmidt, Jürgen Nendza, Oswald Egger, Michael Donhauser, Ulrike Almut Sandig e Uwe Kolbe.[30]
Dal 1995 la città è sede del Premio letterario internazionale Merano-Europa (narrativa e traduzione), promosso nelle lingue italiana e tedesca dall'Associazione culturale Passirio Club Merano in collaborazione con Edizioni alphabeta Verlag e Südtiroler Künstlerbund.
Nel 2017 l'Amministrazione comunale meranese candida la città per il titolo di "Capitale italiana della cultura 2020" con il motto "Una piccola Europa d'Italia".[31] Il 15 gennaio 2018 viene reso noto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che Merano è fra le dieci città finaliste assieme ad Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.[32]
Musei |
- Il museo del turismo Touriseum è stato inaugurato nel 2003 e mostra l'evoluzione storica del turismo in Alto Adige.
- Il museo delle Donne (Frauenmuseum) fornisce una visione d'insieme sulle diverse epoche della storia della donna.
Kunst Meran/Merano Arte è un museo di arte contemporanea gestito da un'associazione senza scopo di lucro. Si trova sotto i portici.- Il museo civico è il più antico museo dell'Alto Adige. È stato riaperto nel 2015 nella nuova sede di Palais Mamming.
Economia |
Con 16.913 occupati in 3.946 posti di lavoro Merano viene a essere la seconda città della provincia, dopo Bolzano, come offerta lavorativa. Tre aziende della città hanno più di 250 lavoratori ciascuna.
Tra le diverse aziende, si cita la Mussner, ditta storica di piumini d'oca.
Artigianato |
Per quanto riguarda l'artigianato, importante e rinomata è la produzione di mobili d'arte, di arredamenti tipici campagnoli, di strumenti musicali, di legatoria in pelle e di abbigliamento.[33]
Infrastrutture e trasporti |
La principale infrastruttura storicamente utilizzata per i collegamenti con Merano, oltre allo stesso fiume Adige utilizzato fin dall'antichità, è la strada statale dello Stelvio da cui proprio in tale città si dirama la statale del Passo di Giovo.
La stazione di Merano è gestita da Rete Ferroviaria Italiana ed è servita dai collegamenti regionali per Malles Venosta e Bolzano svolti da SAD e Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Provincia autonoma di Bolzano.
Il trasporto pubblico urbano è gestito dalla SASA, che gestisce il trasporto pubblico urbano anche a Bolzano. I nodi d'interscambio delle autolinee sono Piazza Stazione, Via IV Novembre (di fronte a Piazzale Prader) e Via Andreas Hofer, di fronte alla stazione ferroviaria di Merano.
Fra il 1908 e il 1956 era inoltre attiva una rete tranviaria costituita da una linea urbana fra la stazione e piazza Fontana e una extraurbana fra piazza del Teatro e Foresta, nelle adiacenze della birreria Forst. Gestita da altro concessionario, fra il 1906 e il 1950 nella stessa piazza del Teatro aveva inoltre capolinea la tranvia Lana-Merano.
Negli anni 2000 è stato dato il via alla costruzione di piste ciclabili dell'Alto Adige; a Merano ad esempio transita la ciclabile della Val Venosta, che dal passo di Resia condude a Bolzano oltre alla ciclabile della Val Passiria che conduce a San Leonardo in Passiria.[34]
Amministrazione |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1823 | 1861 | Josef Valentin Haller | Sindaco | ||
1861 | 1870 | Gottlieb Putz | Sindaco | ||
1870 | 1873 | Franz Putz | Sindaco | ||
1873 | 1875 | Simon Thalguter | Sindaco | ||
1875 | 1879 | Adalbert von Hellrigl | Sindaco | ||
1881 | 1884 | Simon Thalguter | Sindaco | ||
1884 | 1890 | Josef von Pircher | Sindaco | ||
1890 | 1912 | Roman Weinberger | Sindaco | ||
1912 | 1919 | Josef Gemaßmer | Sindaco | ||
1922 | 1935 | Maximilian Markart | Sindaco e podestà | ||
1943 | 1945 | Karl Erckert | Sindaco commissario | ||
1945 | 1947 | Arvino Moretti | CLN | Sindaco | |
1947 | 1948 | Francesco Voltolini | Sindaco | ||
1952 | 1953 | Italo Zanandrea | DC | Sindaco | |
1953 | 1956 | Michele Vinci | AD | Sindaco | |
1956 | 1964 | Luigi Bertagnolli | DC | Sindaco | |
1964 | 1966 | Luigi Ercole Volante | DC | Sindaco | |
1966 | 1973 | Aldo Balzarini | DC | Sindaco | |
1973 | 1974 | Ottokar Polasek | DC | Sindaco | |
1974 | 1980 | Franco Dorigoni | DC | Sindaco | |
1980 | 1983 | Franz Alber | SVP | Sindaco | |
1983 | 1985 | Giancarlo Micheli | DC | Sindaco | |
1985 | 1988 | Franz Alber | SVP | Sindaco | |
1988 | 1990 | Giuseppe Rossi | DC | Sindaco | |
1990 | 1994 | Armin Ganner | SVP | Sindaco | |
1994 | 1995 | Claudia Chistè | Lista Chistè | Sindaca | |
1995 | 2005 | Franz Alber | SVP | Sindaco | |
2005 | 2015 | Günther Januth | SVP | Sindaco | |
2015 | in carica | Paul Rösch | Verdi - Die Liste/La lista Paul Rösch | Sindaco |
Gemellaggi |
Merano è gemellata con:
Salisburgo, dal 2000
Sport |
- Nel 1981 è stata la sede del Campionato del mondo di scacchi con la sfida tra Anatolij Evgen'evič Karpov e Viktor L'vovič Korčnoj che vide prevalere il primo con il punteggio di 6 a 2 con 10 patte. Una variante della Difesa Slava prende il nome dalla città di Merano.
- Il 4 giugno 1994 la 14ª tappa del Giro d'Italia 1994 si è conclusa a Merano con la vittoria di Marco Pantani.
- La squadra cittadina di pallamano, l'SC Meran Handball, ha conquistato lo scudetto 2004/05. Gioca nella palestra in via Karl-Wolf.
- La squadra di hockey su ghiaccio, l'H.C. Merano ha vinto nella sua storia due scudetti (1985/86 e 1998/99), ma oggi milita in serie A2 (la serie B dell'hockey). Il ghiaccio di casa è il Meranarena, in via Palade 46.
- Nel calcio è presente la squadra del FC Maia Alta (Obermais) nata nel 1972, che milita nel campionato di Eccellenza e l'FC Merano Calcio, nato nel 2002 dalla fusione tra l'U.S. Merano Sinigo e l'F.C. Fortuna Merania che milita nel campionato provinciale di Promozione. Nel 2013 è nata una nuova società, l’A.S.D. Olimpia Holiday Merano, dopo un distacco di molti allenatori dall’ F.C. Merano Calcio e dall’unione con la società amatoriale Holiday Merano. Nel 2017, è la società che conta il maggior numero di bambini e ragazzi di tutto il Burgraviato.Nel 2016 l'Us Sinigo è stata rifondata ed ha mantenuto gli storici colori biancoverdi.
- Nel calcio a 5 la società cittadina più rappresentativa è il Gruppo Amici Bubi Merano Calcio a 5. Fondata nel 1982, quattro anni più tardi raggiunse la semifinale scudetto.
- Nel basket, il Charly Merano ha vinto il titolo regionale di Serie D 07-08 ed è stato ripescato in C2 Veneto dopo aver perso lo spareggio contro la Pol. Impa Casier (TV).
- Merano ospita l'ippodromo di Maia a Maia Bassa.
Curiosità |
- Merano è stata anche sede della finale del concorso di bellezza Miss Italia del 1952 quando vinse Eloisa Cianni (1932).
- Merano è, dal 2014, la sede della finale del concorso nazionale di body art, Rabarama Skin Art Festival[35]
Galleria d'immagini |
Note |
^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 380.
^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2018.
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 243s. ISBN 88-7014-634-0
^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004.
^ Beda Weber, Meran und seine Umgebungen. Oder: Das Burggrafenamt von Tirol – Für Einheimische und Fremde, Innsbruck, Wagner, 1845, p. 6
^ Norbert Wackernell, Der Pulverturm über Meran: Bergfried der Burg Ortenstein - Wehrgräben, Türme und Mauern am Küchelberg, in «Der Schlern», 71, 1997, pp. 241-250.
^ Franz Huter, Alpenländer mit Südtirol (Handbuch der historischen Stätten Österreich 2), 2ª ediz., Stuttgart, Kröner, 1978, ISBN 3-520-27902-9, pp. 590–591.
^ Magdalena Schmidt, Plätze Merans / Piazze di Merano, Comune di Merano, 2011, pp. 16ss.
^ Winfried Nerdinger, Theodor Fischer - Architekt und Städtebauer 1862-1938, Berlino, 1988.
^ Anna Pixner-Pertoll, Ins Licht gebaut: Die Meraner Villen, ihre Gärten und die Entwicklung der Stadt (1860–1920), Bolzano, Edition Raetia 2009.
^ Vedi Ferruccio Delle Cave et al., Meran - ein literarischer Spaziergang durch die Passerstadt, Bolzano, Athesia, 1998. ISBN 88-7014-954-4
^ Reinhard Pühringer, Ohmann, Friedrich in "Neue Deutsche Biographie", vol. 19, Berlino, Duncker & Humblot, 1999, p. 492s.
^ Hye, Franz-Heinz: Die Städte Tirols. 2. Teil Südtirol, Innsbruck 2001.
^ Kurhaus di Merano
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Bibliografia |
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Alessandro Banda: La città dove le donne dicono di no, Milano, Guanda, 2005.- Paolo Valente: La città sul confine. Storie meranesi di uomini e fantasmi, Milano, Oge 2006.
- Paolo Valente: Leggende meranesi, Merano, Alphabeta 2014. ISBN 978-88-7223-229-3
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Paolo Valente, Sinigo. Con i piedi nell'acqua. Storia di un insediamento italiano nell'Alto Adige degli anni venti, Merano, Alpha&Beta, 2010.- (DE) Renate Abram: Meraner Symphonie. 150 Jahre Kurmusik, Bolzano, Athesia 2009. ISBN 978-88-8266-578-4
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- (DE, IT) Magdalene Schmidt, Walter Gadner: Plätze Merans / Piazze di Merano, Comune di Merano / Stadtgemeinde Meran, Merano 2011.
Prospettive di futuro. Merano 1945-1965, a cura di Markus Neuwirth e Tiziano Rosani, Lana, Tappeiner, 2012 (e la recensione di Arnaldo Di Benedetto, in «Giornale storico della letteratura italiana», CXXX, 2013, pp. 306–9).
Voci correlate |
- Stazione di Merano
- Porte di Merano
- Teatro civico di Merano
- Castel Tirolo
- Touriseum e giardini di castel Trauttmansdorff
- Cimitero militare italiano di Merano
- Cimitero militare austro-ungarico di Merano
- Coro Concordia
Ferdinand Gamper, il mostro di Merano- Merano WineFestival
- Sentieri d'acqua meranesi
- Mediateca Multilingue
- Villa Marchetti
Altri progetti |
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- Wikimedia Commons
- Wikivoyage
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Collegamenti esterni |
- Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno della Città di Merano, su merano.eu.
- Informazioni su Merano, su merano.info.
- Museo del Turismo e Giardino Botanico di Castel Trautmannsdorff, su touriseum.it.
- Giardini di Castel Trauttmansdorff, su trauttmansdorff.it.
- Sito ufficiale del Meranerland, su meranodintorni.com.
- Giardineria Comunale Merano - Catasto alberi, su catastoalberi.comune.merano.bz.it.
- (DE) Meraner Lyrikpreis (premio di poesia lirica di Merano), su kuenstlerbund.org.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 247628894 · LCCN (EN) n82223407 · GND (DE) 4038688-0 |
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