Ravenna
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Ravenna comune | |||
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Piazza del Popolo | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Emilia-Romagna | ||
Provincia | Ravenna | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Michele De Pascale (PD) dal 20-6-2016 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 44°25′04″N 12°11′58″E / 44.417778°N 12.199444°E44.417778; 12.199444 (Ravenna) | ||
Altitudine | 4 m s.l.m. | ||
Superficie | 653,82 km² | ||
Abitanti | 171 057[1](31-12-2017) | ||
Densità | 261,63 ab./km² | ||
Frazioni | vedi sezione | ||
Comuni confinanti | Alfonsine, Argenta (FE), Bagnacavallo, Bertinoro (FC), Cervia, Cesena (FC), Comacchio (FE), Forlì (FC), Russi | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | da 48121 a 48125) | ||
Prefisso | (+39) 0544 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 039014 | ||
Cod. catastale | H199 | ||
Targa | RA | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||
Cl. climatica | zona E, 2 227 GG[2] | ||
Nome abitanti | ravennati (antico: ravegnani) | ||
Patrono | sant'Apollinare | ||
Giorno festivo | 23 luglio | ||
Cartografia | |||
Ravenna | |||
Posizione del comune di Ravenna nell'omonima provincia | |||
Sito istituzionale | |||
Ravenna (/raˈvenna/, localmente e in Romagna anche /raˈvɛnna/[3]; , Ravèna in romagnolo) è un comune italiano di 171 057 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna. È la città più grande e storicamente più importante della Romagna; il suo territorio comunale è il secondo in Italia per superficie - superato solo da quello di Roma - e comprende nove lidi della riviera romagnola.
Ravenna, nella sua storia, è stata capitale tre volte: dell'Impero romano d'Occidente (402-476),[4] del Regno degli Ostrogoti (493-553) e dell'Esarcato bizantino (568-751). Per le vestigia di questo luminoso passato, il complesso dei primi monumenti cristiani di Ravenna è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, come sito seriale "Monumenti paleocristiani di Ravenna".
Nella seconda metà del XX secolo la città ha conosciuto un periodo di grande espansione. Alla crescita demografica si è affiancata una serie di progetti architettonici che si concentrano in particolare attorno al canale Candiano, che collega la città al mare Adriatico. La darsena di città e le antiche zone portuali sono al centro della rivoluzione urbanistica che la città conoscerà nei primi decenni del XXI secolo con la creazione di zone verdi, viali, zone a carattere commerciale, del polo nautico e del Tecnopolo per l'energia.
Indice
1 Geografia fisica
1.1 Territorio
1.2 Clima
2 Storia
2.1 Storia antica
2.2 L'esarcato
2.3 Il medioevo
2.4 Dal Cinquecento ad oggi
2.5 Onorificenze
3 Monumenti e luoghi d'interesse
3.1 Patrimoni dell'umanità
3.2 Architetture religiose
3.2.1 Basiliche e chiese
3.2.2 Chiese scomparse
3.3 Architetture civili
3.4 Architetture militari
3.5 Siti archeologici
3.6 Aree naturali
4 Società
4.1 Evoluzione demografica
4.2 Etnie e minoranze straniere
4.3 Religione
5 Cultura
5.1 Biblioteche
5.2 Università
5.3 Istituti Superiori
5.4 Musei
5.5 Arte
5.6 Teatro
5.7 Cinema
5.8 Manifestazioni culturali
6 Geografia antropica
6.1 Frazioni
7 Economia
8 Infrastrutture e trasporti
9 Amministrazione
9.1 Gemellaggi
9.2 Società partecipate
10 Sport
10.1 Sport olimpici
10.2 Ciclismo
10.3 Automobilismo
10.4 Principali società sportive
10.5 Impianti sportivi
10.6 Manifestazioni sportive
11 Note
12 Voci correlate
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
Geografia fisica |
Territorio |
Il centro della città si trova a 8 km dal mare Adriatico, al quale è collegato per mezzo del canale Candiano. Propaggini urbane si estendono fino al mare attraverso il Porto di Ravenna.
Le spiagge ravennati vengono chiamate "lidi", amministrativamente sono classificate come frazioni. I nove lidi ravennati sono definiti, in base alla posizione rispetto al canale portuale, in "Lidi Nord" o "Lidi Sud".
Lidi Nord: Casal Borsetti, Marina Romea e Porto Corsini[5].
Lidi Sud: Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe e Lido di Savio.
Il paesaggio nelle frazioni poste sul litorale presenta elementi caratteristici. Nei lidi nord si incontrano ampi specchi d'acqua come l'oasi WWF di Punte Alberete inserita nella spettacolare Pineta di San Vitale. A sud l'elemento predominante è la Pineta di Classe citata da Boccaccio nel Decamerone e da Dante nella Divina Commedia.
I lidi Sud sono inoltre quelli con la più marcata impronta turistica con una notevole offerta di alberghi, ristoranti e divertimenti, l'ultimo lido ravennate, Lido di Savio confina con Milano Marittima, celeberrima località balneare.
Clima |
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Il clima di Ravenna è tipico della pianura padana, influenzato dal mare Adriatico, distante solo 8 km dal centro abitato, ed è di tipo temperato sub-continentale[6], con inverni moderatamente freddi (le temperature medie stagionali si aggirano attorno ai 5 °C) ed estati afose, con temperature che si attestano su valori medi intorno ai 23 °C. Sia d'estate che d'inverno l'aria presenta un consistente grado di umidità, con tassi rispettivamente del 75,3% e dell'86%. La temperatura minima assoluta è stata di −13,8 °C, registrata nel 1985. I giorni di gelo sono mediamente 35 all'anno[7]
Storia |
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«[...] qui dove un'antica vita |
(Eugenio Montale, Le occasioni/Dora Markus, vv. 11-13) |
Insediamento di epoca remota, il toponimo si ritiene derivi da un prelatino "*rava", probabilmente di origine umbra, che in origine designava un "dirupo prodotto da acqua che scorre" e successivamente "canale, palude, bassura, fanghiglia", unito ad un suffisso "-enna", di origine etrusca.
Fin dalla preistoria il tratto della Val Padana su cui sorse Ravenna fu caratterizzato dalle frequenti esondazioni dei brevi fiumi ad andamento torrentizio che scendono dall'Appennino verso il mare Adriatico. Ciò portò alla formazione di ampie zone lagunari, che da Ravenna si estendevano fino a lambire il Po (che sfociava più a sud rispetto al corso attuale), creando un vasto agglomerato lagunare chiamato Valle Padusa.
Storia antica |
Mancano testimonianze archeologiche della fondazione di Ravenna. Le origini sono incerte. I primi insediamenti della zona furono opera di Tessali, Etruschi ed Umbri, successivamente sul suo territorio si insediarono anche i Galli Senoni, specialmente dal fiume Montone verso sud, comprendendo tutto l'Ager Decimanus, ovvero la campagna verso Forlì, il territorio cosiddetto delle Ville Unite, che non era un territorio lagunare rispetto invece alle zone a nord. L'abitato consisteva di palafitte distribuite su una serie di piccole isole situate all'interno della Valle Padusa, una situazione simile alla Venezia di secoli dopo.
La caratteristica fondamentale di Ravenna per tutta l'antichità fu proprio quella di essere circondata dalle acque ed accessibile solo dal mare. Tale peculiarità non passò inosservata ai Romani, e l'imperatore Cesare Ottaviano Augusto dislocò qui la flotta militare dell'alto Adriatico. Per questo fine l'imperatore fece eseguire importanti lavori di sistemazione idraulica: fece scavare la Fossa Augustea, un canale che collegava il Po con l'ampio specchio di acqua a sud di Ravenna e qui fondò il porto di Classe. Il porto fu realizzato con i criteri di una poderosa macchina militare. Secondo Plinio il Vecchio, poteva contenere fino a 250 triremi e 10 000 marinai o classari destinati al controllo di tutto il Mediterraneo orientale (la base destinata al controllo del Mediterraneo occidentale era invece il porto di Miseno).
Ai tempi dell'Impero romano la città crebbe di importanza: il porto militare divenne anche porto commerciale con traffici mercantili verso tutto il Mediterraneo. Da qui probabilmente partì l'imperatore Traiano per le due spedizioni del 102 e del 105 d.C. che si sarebbero concluse con la conquista della Dacia. Nel 402 l'imperatore dell'Impero romano d'Occidente Onorio trasferì a Ravenna la residenza imperiale da Milano, per sfuggire alle minacce di Alarico. In questo periodo il vescovo della città divenne metropolita, e la città visse una fase di espansione con l'edificazione dei terreni presso la cattedrale Ursiana (attuale Duomo) e verso Nord. Tuttavia, nello stesso periodo, l'interramento della laguna causato dagli apporti alluvionali dei fiumi rese progressivamente inutilizzabile il porto di Classe.
A Ravenna si decisero le sorti dell'Impero d'Occidente allorché nel 476 venne deposto l'ultimo imperatore, Romolo Augusto, per mano di Odoacre, re degli Eruli. Il regno di Odoacre ebbe vita brevissima e il re dei Goti Teodorico, nel 493, rivendicò il controllo della città, dopo un lungo assedio. Il sovrano goto, che morì nel 526, si distinse per una politica di distensione soprattutto dal punto di vista religioso. La presenza di una vasta comunità di cristiani ariani portò alla costruzione di numerosi edifici di culto, e la città si arricchì di opere e cultura.
L'esarcato |
Divenuto imperatore d'Oriente Giustiniano I, avviò un programma politico mirato alla riconquista di quei territori dell'Impero romano d'Occidente occupati da regni barbarici (Ostrogoti in Italia, Vandali in Africa e Visigoti in Spagna).
Per fare ciò diede l'avvio ad un'offensiva militare nota come guerra gotica. Anche l'Italia rientrò ben presto sotto il controllo dell'impero d'Oriente. Giustiniano stabilì nella penisola un protettorato che ebbe sede a Ravenna, successivamente controllato da esarchi. Giustiniano, inoltre, si preoccupò di fare occupare il soglio vescovile ravennate da Massimiano, suo uomo di fiducia, che assunse, per volontà dell'imperatore e per la prima volta nella storia antica della chiesa, il ruolo di arcivescovo.
Nel 751 l'Esarcato cadde sotto l'offensiva dei Longobardi. Per volontà del re dei Franchi Pipino il Breve, la città nel 754 con il patto di Quierzy passò sotto il controllo del papa. Il patto non fu mai operativo in quanto i Longobardi rimasero in città fino al 756 e successivamente a tale data il potere fu esercitato dagli arcivescovi locali con l'appoggio dell'aristocrazia locale e in forza di antichi privilegi che riconoscevano alla chiesa ravennate l'indipendenza dal papato di Roma (autocefalia). I privilegi di cui gli arcivescovi godevano portarono questi ultimi a posizioni di aperto scontro con i papi romani: essi appoggiarono gli imperatori, dagli Ottoni agli Svevi.
In questo periodo la città fu spogliata di molte opere (arredi, mosaici, marmi, statue), e Classe, saccheggiata e ormai lontana dalla linea di costa, venne definitivamente abbandonata.
Il medioevo |
Ravenna città d'acque |
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Luoghi della Ravenna contemporanea che fungono da testimonianza della fitta rete idrografica del passato:
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Ravenna ebbe un ordinamento comunale, prima sotto il controllo degli arcivescovi e successivamente fra le famiglie nobiliari che ambivano alla signoria. La prima cronologicamente fu la famiglia dei Traversari che resse Ravenna fino al 1275 a cui subentrò la famiglia dei Da Polenta. Fu in questi anni che Dante Alighieri trovò ospitalità a Ravenna e qui morì per la malaria contratta durante un'ambasceria a Venezia per conto proprio della famiglia Da Polenta.
Fra il XIII e il XIV secolo, il letto dei fiumi Montone e Ronco venne modificato, portando i due fiumi ad abbracciare le mura della città prima dello sbocco a mare; la regolazione delle acque migliorò la resa agricola dei terreni circostanti e la sicurezza della città.
La signoria dei Da Polenta durò fino al 1441 anno in cui il controllo della città passò sotto la Repubblica di Venezia.
I veneziani governarono Ravenna fino al 1509, e in questo periodo nel centro cittadino vennero edificati diversi palazzi in stile veneziano e fu costruita la Rocca Brancaleone.
Le vestigia murarie che si vedono oggi attorno a Ravenna risalgono al periodo veneziano. Sono pochi invece gli edifici superstiti di detto periodo: la Palazzina Diedo (via Raul Gardini), edificata in epoca rinascimentale; Casa Melandri; la Torre dell'Orologio (1505).
Dal Cinquecento ad oggi |
La città, passata sotto il controllo dello Stato Pontificio nel 1509, fu nel 1512 saccheggiata dall'esercito Francese, in occasione della guerra della Lega Santa. Ravenna resterà sotto lo Stato Pontificio per i successivi 350 anni.
In questo periodo il progressivo innalzamento del letto dei fiumi Ronco e Montone, ormai pensili intorno alla città, aveva causato diverse alluvioni; al problema si mise fine solo nel XVIII secolo, con la deviazione dei due fiumi che vennero fatti confluire nel canale dei Fiumi Uniti a sud della città. Sul percorso del vecchio letto del fiume Montone venne aperta la nuova darsena, il porto-canale Corsini (dal cognome di papa Clemente XII). Nella città, liberata dalla minaccia delle acque, venne costruito il nuovo Duomo in sostituzione della cattedrale Ursiana, e numerose opere fra cui il tempietto per il sepolcro di Dante.
Dopo il momentaneo dominio napoleonico Ravenna torna nuovamente allo Stato Pontificio finché, nel 1859, in seguito ad un plebiscito, viene annessa al Regno di Sardegna, che diventerà dal 1861 Regno d'Italia.
Nel 1877 la città fu visitata dall'irlandese Oscar Wilde, che l'anno successivo le dedicò una poesia dal titolo Ravenna. Cinquant'anni prima un altro illustre poeta di lingua inglese, George Byron, aveva abitato a Ravenna. Nel 1903 il pittore austriaco Gustav Klimt, che malvolentieri si spostava dalla sua Vienna, si recò due volte a Ravenna, dove ammirò lo sfarzo dei mosaici bizantini. L'oro musivo ravennate lo ispirò nella decorazione della sala da pranzo di Palazzo Stoclet, residenza dell'industriale Adolphe Stoclet, collezionista e mecenate[9].
Ravenna fu insignita del titolo di Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione in quanto insignita della Medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Nel dopoguerra Ravenna ha vissuto di un forte sviluppo industriale grazie anche alla creazione di una raffineria di petrolio, di uno stabilimento petrolchimico e allo sviluppo delle attività di estrazione del gas naturale scoperto nell'entroterra e nel vicino off-shore.
Onorificenze |
Ravenna è tra le città decorate al valor militare per la guerra di Liberazione, insignita della medaglia d'oro al valor militare il 19 maggio 1951, per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale [10]:
Medaglia d'oro al valor militare | |
«Antica e fiera città onusta di storia gloriosa, alla liberazione d'Italia dall'invasione tedesca, diede entusiastico, sanguinoso e valoroso contributo. Bombardamenti e rappresaglie sconvolsero la vecchia Capitale e la sua provincia; ricordate per efferatezza le stragi di Piangipane, di San Pancrazio-Ragone e di Madonna dell'Albero. Centinaia di partigiani di molte formazioni caddero nella lotta e, particolarmente per la liberazione di Porto Corsini, di Sant'Alberto e delle zone vallive al nord della Città. Sei mesi permase il fronte di guerra nel territorio del Comune ed i cittadini diedero mirabile esempio nel sostenere i combattenti delle forze regolari. La Brigata partigiana ravennate "Mario Gordini", decorata della medaglia d'argento al valor militare, s'impose per il suo contegno all'ammirato apprezzamento dei Comandi alleati e continuò a combattere valorosamente al fianco ed alle dipendenze del Gruppo di Combattimento «Cremona» sino al termine vittorioso della guerra. Memore delle lotte per l'unità e per l'indipendenza e delle glorie garibaldine, la Città di Ravenna scrisse nella storia del Risorgimento italiano pagine mirabili e da ricordare ad esempio per le venture generazioni» — Ravenna, settembre 1943 - aprile 1945 |
Titolo di Città | |
Monumenti e luoghi d'interesse |
Patrimoni dell'umanità |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Patrimonio dell'umanità | |
Monumenti paleocristiani di Ravenna (EN) Early Christian Monuments of Ravenna | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (i) (ii) (iii) (iv) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 1996 |
Scheda UNESCO | (EN) Scheda (FR) Scheda |
Il complesso dei primi monumenti cristiani di Ravenna è considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO; ne fanno parte:
- la basilica di San Vitale (prima metà del VI secolo)
- il mausoleo di Galla Placidia (prima metà del V secolo, post 426)
- la Cappella Arcivescovile (500 circa)
- la basilica di Sant'Apollinare Nuovo (inizio del VI secolo, con ridecorazione parziale nella seconda metà del VI secolo)
- il mausoleo di Teodorico (520 circa)
- il battistero degli Ariani (prima metà del VI secolo)
- il Battistero Neoniano (430 circa, decorato verso il 458)
- la basilica di Sant'Apollinare in Classe (consacrata nel 549)
Architetture religiose |
Dai documenti d'epoca, sappiamo che Ravenna fu dotata nei secoli VI e VII e nell'Alto e Basso Medioevo di molti edifici di culto. Quanto resta a noi è solo una minima parte di quello che fu costruito. Molti edifici sono andati distrutti, altri sono stati ristrutturati e hanno perso la loro originaria struttura.
Basiliche e chiese |
Basilica cattedrale metropolitana della Santa Resurrezione, costruita nel XVIII secolo su progetto dell'architetto Giovan Francesco Buonamici demolendo l'antica cattedrale a cinque navate con abside decorata a mosaico, detta basilica Ursiana (dal nome del vescovo fondatore Ursus) e dedicata alla Hagìa Anastasis, ovvero alla Resurrezione. Dell'antica cattedrale rimangono visibili fra gli altri (oltre al campanile ed al battistero dedicato a san Giovanni in Fonte): una porzione di muratura con arco d'ingresso murato; alcune delle 56 colonne che sostenevano le cinque navate dell'antico edificio; alcuni capitelli detti "a testa d'Ariete"; frammenti della decorazione musiva del XII secolo; marmi d'incerta ubicazione originaria (in parte proveniente dalle spoliazioni della Schola Cantorum ubicata nella navata centrale) tagliati ed incastonati a formare il pavimento del nuovo edificio; e l'ambone decorato con fasce di formelle recanti animali simbolici. È sede dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia.
Basilica di Sant'Agata Maggiore, del V secolo.
Basilica di Santa Croce, in parte rimaneggiata nei secoli, nell'area retrostante l'attuale chiesa sono visibili copiosi avanzi delle murature dell'edificio di culto originario, annesse a quelle di strutture precedenti di epoca romana.
Basilica di San Francesco, ricostruita nel X-XI secolo sopra un precedente edificio dedicato agli apostoli e poi a san Pietro. Dietro l'umile facciata di mattoni, sono presenti una navata centrale e due navate laterali. Sono visibili frammenti di mosaico della chiesa primitiva sul pavimento. In questa chiesa si svolse la cerimonia funebre di Dante Alighieri nel 1321. Nella cappella di San Liberio era conservata la celebre statua giacente del giovane condottiero Guidarello Guidarelli, opera di Tullio Lombardo traslata nella Galleria dell'Accademia (ora Museo d'arte della città di Ravenna): "Giace la statua del defunto, chiusa nell'involucro rigido dell'armatura, le mani congiunte sulla spada, volta di tre quarti allo spettatore la testa, come tronco d'albero abbattuto", così la descrive A. Venturi nella Storia dell'arte italiana.
Basilica di Santa Maria in Porto (metà del XVI secolo), con una ricca facciata del XVIII secolo. Ha una navata centrale, due navate laterali e un'alta cupola. Dal 1570 vi è conservata l'immagine della famosa Madonna greca[11], che fu portata a Porto Fuori da Costantinopoli attorno all'anno 1100.- Chiesa di Sant'Apollinare in Veclo
- Chiesa di Santa Barbara
- Chiesa di San Biagio
- Chiesa di San Carlino
Chiesa di Santa Chiara, ora Teatro Rasi.- Chiesa di San Domenico
Chiesa di Sant'Eufemia, del XVIII secolo, è l'accesso alla cosiddetta Domus dei tappeti di pietra (VI-VII secolo), che possiede all'interno splendidi mosaici provenienti da un palazzo bizantino.- Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita nel V secolo da Galla Placidia come ex voto dopo un naufragio. Parzialmente distrutta da un bombardamento alleato durante la seconda guerra mondiale è stata ricostruita negli anni cinquanta—sessanta nella sua foggia originale.- Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo
- Chiesa di Santa Giustina
Chiesa di San Lorenzo in Cesarea, di recente costruzione, sorge non molto lontano da dove si trovava la basilica omonima.- Chiesa di Santa Maria degli Angeli
- Chiesa di Santa Maria delle Croci
- Chiesa di Santa Maria Maddalena
- Chiesa di Santa Maria Maggiore
- Chiesa di Santa Maria in Porto Fuori
- Chiesa di Santa Maria del Torrione
- Chiesa di Santa Maria del Suffragio
- Chiesa di San Michele in Africisco
- Chiesa di San Nicolò
Chiesa di San Pier Damiano, consacrata nel 1958, è situata nel quartiere Darsena; la pianta circolare del tempio e del campanile sono un riferimento ai modelli architettonici a pianta centrale tipici delle basiliche ravennati; opere d'arte significative sono la statua bronzea raffigurante il santo patrono (1959) e la Via Crucis in ceramica (1961) ad opera dell'artista Angelo Biancini, oltre che una singolare cancellata in ferro battuto che ne delimita il sagrato, opera dell'architetto L. Palmeri (1992).- Chiesa di San Rocco
Chiesa di San Romualdo, oggi Sacrario dei Caduti.- Chiesa di San Simone e Giuda Antica
Chiesa dello Spirito Santo, originariamente la cattedrale del culto ariano, affiancata dal suo battistero.- Chiesa di Santo Stefano degli Ulivi
- Chiesa di San Vittore
Chiesa del Santissimo Crocifisso al Camposanto.- Pieve di San Pietro in Trento
Chiese scomparse |
- Basilica di Sant'Andrea dei Goti
Basilica di Sant'Andrea Maggiore, parzialmente demolita e rimaneggiata, ora è adibita ad abitazione privata. Alcuni resti dell'abside e della torre campanaria sono visibili presso gli orti dei cappuccini.- Basilica di Sant'Agnese
- Basilica Ca'Bianca
- Basilica di Sant'Eufemia ad Arietem
- Basilica di Santa Maria in Foris
- Basilica di San Lorenzo in Caesarea
Basilica petriana, la prima chiesa cristiana di Classe- Basilica del Beato Probo
- Basilica di San Severo
Chiesa di Sant'Agata del Mercato, via IV Novembre.- Chiesa di Sant'Anna
- Chiesa di Sant'Antonio dei Fossi
- Chiesa di Sant'Apollinarino
Chiesa di San Barnaba, antica chiesa divenuta deposito temporaneo delle salme dei condannati a morte per impiccagione (da qui il toponimo di "Chiesa degli appesi o impiccati"). Era ubicata nell'area compresa fra la basilica di Santa Maria Maggiore e la basilica di Santa Croce. Le strutture esterne sono ancora leggibili chiaramente.- Chiesa di Bartolomeo alla Turricola
Chiesa del Buon Gesù, via A. Diaz.- Chiesa di Santa Caterina
- Chiesa di San Crispino
- Chiesa di Sant'Eleucadio
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, della quale rimangono tracce dell'arco trionfale dell'abside realizzato con mattoni detti "Giulianei", inglobato nella muratura d'un edificio residenziale.
Chiesa di San Francesco di Paola, via Maggiore.- Chiesa di San Gerolamo
- Chiesa di San Giacomo Maggiore al Ponte Marino
- Chiesa di San Giorgio ai Portici
- Chiesa di San Giovanni Decollato
- Chiesa di San Giovannino
- Chiesa di San Girolamo
Chiesa di Santa Giustina in Capite Porticus VIII secolo, i cui resti sono visibili dal Palazzo Ferruzzi.
Chiesa di San Mamete, via S. Mama.- Chiesa di San Mammolino
- Chiesa di San Marcellino
Chiese di San Marco e San Sebastiano, nella Piazza del Popolo furono inglobate in un unico edificio, poi adibito a Torre dell'Orologio.
Chiesa di Santa Maria ad Blachernas, ubicata fuori le mura di porta Anastasia.- Chiesa di Santa Maria in Coelos-Eo
- Chiesa di Santa Maria ad Luminara
Chiesa di Santa Maria delle Mura, via Don Minzoni.
Chiesa di Santa Maria degli Orti, nelle Adiacenze della Rocca Brancaleone.- Chiesa di Santa Maria del Pozzo
- Chiesa dei Santi Nicandro e Marciano
- Chiesa di Sant'Omobono
Chiesa di San Pietro, via Ravegnana.
Chiesa di San Salvatore ai Calchi, della quale rimane visibile l'ardica cosiddetta del "palazzo di Teodorico".- Chiesa di Santo Stefano Juniore
Chiesa di San Vincenzo, via Antica Zecca.
Architetture civili |
- Anche l'edilizia privata e di rappresentanza, soprattutto nei secoli VI e VII, .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
fu di rilevante qualità[senza fonte], ma difficilmente documentabile, visto che ne sopravvivono scarsissime tracce. Il più antico palazzo di Ravenna è il cosiddetto "Palazzo di Teodorico", di fatto l'entrata della precedente chiesa di San Salvatore. Al suo interno sono presenti mosaici dal vero palazzo del re ostrogoto. Ravenna fu una sede imperiale del Sacro Romano Impero nel X secolo. Una residenza imperiale fu fatta costruire da Onorio; successivamente fu rimaneggiata, sino a raggiungere l'entità di un quartiere interamente occupato da strutture legate alla presenza a Ravenna della corte imperiale. Di essa oggi sappiamo ben poco.
Piazza del Popolo. L'origine della piazza va fatta risalire al tardo XIII secolo, quando la famiglia Da Polenta diventò padrona della città e fu creata la piazza del Comune, allargando la strada prospiciente alla residenza signorile di Bernardino da Polenta. Sul lato sud della piazza fu costruito il palazzo del Rettore di Romagna (1295), che nel 1544 divenne palazzo Apostolico, sede del Legato di Romagna. Il palazzo di Bernardino da Polenta fu sostituito nel 1681 dal Palazzo Comunale, conosciuto oggi dai ravennati come «Palazzo Merlato». Sempre in Piazza del Popolo è presente il palazzo ex sede della Banca Nazionale del Lavoro, costruito dall'architetto Camillo Morigia; è collegato al palazzo della prefettura da un voltone (il secondo della piazza) dal quale è possibile scorgere la tomba di Dante, opera dello stesso architetto. Sono degni di nota anche altri edifici civili quali il Palazzo dei Rasponi del Sale, attuale sede della banca UniCredit, di recente ristrutturazione.
- La Tomba di Dante, attigua al convento di San Francesco, costruita nel 1781 da Camillo Morigia a forma di tempietto, ospita le spoglie del Divin Poeta racchiuse in un sarcofago di epoca romana, arricchito dal 1483 da un bel bassorilievo di Pietro Lombardo con la figura del poeta visto di profilo, illuminato da una lampada che arde perennemente. Intorno al tempietto è stata istituita una Zona Dantesca di rispetto e di silenzio.
- La Biblioteca Classense, un'antica abbazia camaldolese (1512-1797), il nucleo originario del patrimonio librario viene dalla biblioteca monastica risalente al XVIII secolo. La Classense è oggi tra le più importanti d'Italia per patrimonio e collezioni. Grazie alla bellezza dei suoi spazi il monumento è inserito nei principali percorsi di visita alla città, in special modo per il suo refettorio cinquecentesco, affrescato e finemente decorato da Luca Longhi, e per l'Aula Magna, affrescata da Francesco Mancini[12].
- Sono da segnalare altri edifici civili: il Palazzo Rasponi dalle Teste, attuale sede di uffici comunali, in piazza J.F. Kennedy, il palazzo sede della Provincia di Ravenna, attiguo alla Basilica di San Francesco, dotata un pregiato giardino pensile e il Palazzo Rasponi (dal 1877 Bellenghi) detto Domus Magna della famiglia omonima, oggi sede del Circolo Ravennate e dei Forestieri e dello storico ristorante ed enoteca "Ca' de Vèn", già sede della drogheria Bellenghi. Degna di interesse è anche la quattrocentesca casa un tempo ritenuta di Francesca da Polenta (meglio nota come Francesca da Rimini), bell'esempio di architettura del periodo veneziano (1441-1509), sita in piazza Andrea Costa e attuale sede dell'albergo "Cappello". Infine va segnalato l'edificio del Teatro Dante Alighieri, completato nel 1852 con forme neoclassiche che lo avvicinano al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
Casa Maioli, anch'essa del periodo veneziano rinascimentale.- Degno di nota il Mercato coperto, situato in piazza Andrea Costa, costruito nel 1922.
Architetture militari |
Della cinta muraria rimangono quasi tutte le porte costruite in epoche diverse e i resti di qualche torre. Ricordiamo di queste:
Porta Adriana, chiamata anche Port'Aurea nuova;
Port'Aurea, come attestato da fonti documentarie, eretta nell'anno 43 d.C.; fu demolita sul finire del XVI sec.;
Porta Gaza, o dei Gazzi, prende il nome da una rocca merlata di origine medievale che quivi aveva fondazione;
Porta Nuova, nota anche come porta Gregoriana o porta Pamphilia;
Porta San Lorenzo, inglobata in area residenziale presso i Giardini Pubblici;
Porta San Mama, o San Mamante, di origine medievale (X sec.), fu pesantemente rimaneggiata nel XVII sec.;
Porta Serrata, o Anastasia o Cibo;
Porta Sisi, o Sisina, o Ursicina;
Porta Vandalaria, della quale se ne scorge l'arcone d'ingresso interrato presso i Giardini Pubblici;
Porta Nuova dei Veneziani, o anche semplicemente Porta Nuova, risalente alla costruzione della Rocca Brancaleone. Un tempo collegata alla Cittadella, è ora cinta dalla cancellata di un'abitazione privata.- "Il portonaccio", l'ultima costruita, di fronte a Porta Sisi, eretta dall'architetto Morigia nel 1785 a seguito dell'annessione del Borgo S. Rocco alla città;
- Torrione dei Preti, edificato nel XV sec. presso le Mura di Port'Aurea all'incrocio col tratto di mura de la Rocca dei Gazzi;
- Torrione Zancano, edificato nel XV sec. presso le mura di Port'Aurea, ora basamento della chiesa di Santa Maria del Torrione;
- Torrione Veneziano delle Mura di San Vitale, in stato di rovina presso il cortile d'una casa d'abitazione;
- Torre Sallustra (o Sallusta), d'origine Romana, la si crede parte di un'antica Porta del nucleo più antico della città. È ora inglobata nel complesso del Palazzo Arcivescovile;
Resti della cinta muraria sono visibili partendo da Porta Gaza; proseguendo verso Port'Aurea si può arrivare fino alla chiesa di Santa Maria del Torrione, edificata nel 1730 sui resti dell'antica Torre Zancana. Proseguendo lungo le mura è possibile seguire l'antico percorso dietro la zona in cui sorgeva lo stabilimento Callegari (nel 2009 è stata ultimata la riconversione della struttura in appartamenti e uffici nonché la demolizione di una parte per fare posto a un parcheggio) che continua fino a via Oberdan.
La cinta muraria riprende a Porta Adriana e prosegue dietro alla basilica di San Vitale per qualche decina di metri per poi interrompersi. Altri resti sono ancora visibili più avanti percorrendo via Sabbionara fino al piazzale di Torre Umbratica, dove le mura si ricongiungono a Porta Serrata. Del tratto tra Porta Serrata e la Rocca Brancaleone rimane solo qualche pietra, visibile lungo via Rocca Brancaleone. Saltando la stazione FS, i resti visibili rimangono sul tratto lungo la linea ferroviaria che conduce a Rimini seguendo il viale dei giardini che giunge fino a Porta Nuova.
Infine, partendo da Porta Sisi, rimane qualche resto verso Porta Nuova, mentre tra Porta Sisi, Porta San Mamante e Porta Gaza non si trovano più resti visibili.
La Rocca Brancaleone fu costruita dalla Repubblica di Venezia nel 1457. Originariamente faceva parte delle mura della città; oggi è un parco pubblico. È divisa in due parti: il castello vero e proprio e la cittadella, per un'estensione totale di 14 000 m².
Siti archeologici |
- A Ravenna sono state scoperte di recente tracce di alcune ville romane e bizantine, la più famosa delle quali è la Domus dei tappeti di pietra, risalente al V-VI secolo e rinvenuta nel 1993 durante alcuni lavori di edilizia. Collocata all'interno della settecentesca Chiesa di Santa Eufemia, in un vasto ambiente sotterraneo situato a circa tre metri sotto il livello stradale, è costituita da 14 ambienti pavimentati con mosaici policromi e marmi appartenenti ad un edificio privato bizantino.
Parco Archeologico di Classe: il sito archeologico corrisponde all'area portuale dell'antica città di Classe (Area Sud della città di Ravenna tra i quartieri di Classe e Ponte Nuovo) e comprende una serie di magazzini edificati lungo le banchine di un canale, prospicienti una strada lastricata in trachite euganea. Il complesso, probabilmente costruito agli inizi del V secolo d.C., fu realizzato in seguito alla scelta di Onorio di trasferire da Milano a Ravenna la capitale dell'Impero Romano d'Occidente (402). Fu pertanto necessario realizzare un'infrastruttura in grado di ricevere, conservare e redistribuire il grande quantitativo di merci e derrate alimentari che giungevano nella nuova città capitale. L'area archeologica di 15.000 m² è stata inaugurata nel 2015.
Aree naturali |
Il territorio di Ravenna comprende un grande parco urbano in località Fosso Ghiaia (parco 1º maggio) e il Parco 2 giugno, con l'oasi WWF di Punte Alberete, oltre alla Pineta di Classe, che si estende da Lido di Dante a Lido di Classe.
Inoltre in città possiamo trovare diversi parchi pubblici, i più importanti:
- I giardini pubblici di Ravenna (circa 37.500 m²), sede in passato dell'ippodromo e del velodromo, sono stati realizzati nei primi anni '30 su progetto dall'architetto Arata e costituiscono, il primo parco urbano di Ravenna e ora il parco urbano del centro storico. I giardini ospitano il planetario.
- Parco Teodorico, la cui superficie è di circa 14 ettari, rappresenta il nodo di collegamento tra il vicino Percorso delle mura storiche e la Cintura verde esterna ed al suo interno contiene il Mausoleo di Teodorico.
- Parco Baronio, già aperto ma in fase di ultimazione.
Società |
Evoluzione demografica |
Abitanti censiti[13]
Etnie e minoranze straniere |
Pur non avendo le alte percentuali di popolazione di origine straniera degli altri comuni dell'Italia Settentrionale, negli anni tra 2005 e 2010 Ravenna ha vissuto un incremento dell'immigrazione. Oggi i cittadini stranieri residenti in città sono 19 211[14] (1º gennaio 2015) così suddivisi per nazionalità (sono indicati solo i dati superiori alle 500 unità):
Romania, 4 239
Albania, 3 141
Macedonia, 1 284
Senegal, 1 129
Nigeria, 1 105
Marocco, 877
Ucraina, 841
Polonia, 773
Moldavia, 705
Religione |
Ravenna è la sede di una delle più antiche diocesi della Chiesa cattolica italiana[senza fonte]. Il più antico reperto che testimonia la presenza del credo cristiano è una stele funeraria ritrovata a Classe e risalente alla fine del II secolo[senza fonte].
Una datazione così bassa può essere spiegata se si considera che a Classe, l'antico porto di Ravenna, era di stanza una flotta dell'esercito romano che aveva il compito di sorvegliare la parte orientale del Mediterraneo. Probabilmente i primi cristiani del ravennate erano militari della flotta, reclutati nei paesi di prima cristianizzazione, cioè nel Vicino Oriente.
Altri edifici di culto presenti nella città di Ravenna:
Moschea è la seconda per grandezza dopo quella di Roma ed è tra le cinque in Italia che si possono definire tali perché provvisti degli elementi architettonici che ora caratterizzano lo skyline della zona artigianale ravennate: cupola e minareti.- Chiesa Ortodossa 'Protezione Madre di Dio' di Ravenna sita in Zona Candiano (vicino alla Stazione FS). La cosa più appariscente per chi arriva dalla darsena è la cupola dorata fatta arrivare direttamente dal monastero di Pochaev in Ucraina e la tettoia dorata all'ingresso (oltre ai vari oggetti iconografici al suo interno).
Cultura |
Ravenna fin dal 2007 ha annunciato l'intenzione di candidarsi al titolo di "Capitale europea della cultura 2019", per il quale il bando ufficiale è stato pubblicato il 20 novembre 2012[15], con scadenza il 20 settembre 2013. Ravenna è stata poi selezionata dalla Giuria internazionale per la fase finale, insieme con altre 5 città, sulle 21 inizialmente iscritte.[16] La vincitrice è risultata Matera.[17]
A Ravenna è stato ufficialmente riconosciuto il titolo di Città europea dello sport 2016 (ad assegnare questa prestigiosa qualifica è stata Aces Europe, Federation for the Associations of the European Capitals and Cities of Sport, un organismo europeo che mira a promuovere i valori olimpici universali a livello municipale e che ogni anno seleziona le città più meritevoli)
In città sono inoltre attive alcune associazioni culturali locali, quali RavennaPoesia.
Biblioteche |
Le principali biblioteche cittadine sono:
- Biblioteca Classense
- Emeroteca
- Biblioteca centrale del Campus di Ravenna - Palazzo Corradini
- Biblioteca di storia contemporanea "Alfredo Oriani"
- Biblioteca del seminario arcivescovile
- Biblioteca del Centro dantesco dei Frati minori conventuali
Università |
L'Università di Bologna è presente dal 1963, quando Giuseppe Bovini fondò l'Istituto di Antichità ravennati e bizantine presso la sede di Casa Traversari. Fu il primo dell'Ateneo operante in Ravenna e in Romagna (XII Istituto della Facoltà di Lettere e Filosofia). Nel 1986 l'Ateneo bolognese aprì a Ravenna una segreteria decentrata: fu la prima nella storia dell'Università di Bologna[18]. Nel 1988 iniziò l'attività didattica con l'attivazione della Scuola diretta a fini speciali per Archivisti mentre nel 1989 fu attivato il primo anno del Corso di laurea in Scienze Ambientali presso l'aula magna di Casa Matha[19].
Nel 2017, Ravenna è una delle cinque sedi in cui si articola l'organizzazione multicampus dell'Università di Bologna[20]. Nell'anno accademico 2017-2018 sono presenti 16 Corsi di Laurea[21].
Istituti superiori di alta formazione:
- Accademia di belle arti: la sede di Ravenna è l'unica in Italia che, nell'ambito dell'alta istruzione artistica, offre un triennio di arti visive - mosaico (diploma accademico di primo livello) dedicato a numerose arti visive insieme al mosaico, e un biennio specialistico di mosaico (diploma accademico di secondo livello);
Istituto superiore di studi musicali "Giuseppe Verdi".
Istituti Superiori |
- Liceo classico Dante Alighieri
- Istituto Tecnico Commerciale G. Ginanni
- Liceo scientifico Alfredo Oriani
- Istituto Tecnico Industriale Statale Nullo Baldini
- Liceo artistico statale Nervi-Severini
- Istituto Tecnico Geometri e Agrario "Morigia-Perdisa"
- Istituto Professionale Statale Olivetti Callegari
Musei |
Museo arcivescovile di Ravenna (riaperto nel 2010 dopo otto anni di lavori)- Museo nazionale di Ravenna
Museo d'arte della città di Ravenna (MAR)
- Pinacoteca civica comunale di Ravenna
- Collezione Mosaici Moderni
- Museo del Risorgimento di Ravenna
- Museo dantesco del Comune di Ravenna
- Centro dantesco dei Frati minori conventuali
- Museo degli strumenti musicali meccanici Marini
Tutta l'avventura del mosaico (TAMO)
Classis Ravenna - Museo della Città e del Territorio
Arte |
Teatro |
A Ravenna sono presenti diversi teatri. I principali sono:
- Teatro Alighieri
- Teatro Rasi
Numerose sono anche le compagnie teatrali, tra cui il Teatro delle Albe, diretto da Marco Martinelli e Ermanna Montanari, che ha vinto prestigiosi premi in Italia e all'estero, tra i quali una decina di premi Ubu (l'Oscar del teatro italiano).
Cinema |
A Ravenna è stato girato il film vincitore del Leone d'oro nel 1964, Deserto rosso.
Inoltre, a Ravenna nel 1956 furono girati gli esterni del film Moglie e buoi in piazza del Popolo, in via Diaz, e nella piazza del Mercato. Altre scene sono ambientate a Classe e nella Valle dei Piomboni.
Nel 1970 gli esterni della scuola elementare Giovanni Pascoli fornirono l'ambientazione di varie scene di La ragazza di latta di Marcello Aliprandi.
Nel 1991 Roberto Benigni scelse le vie del centro storico per girare alcuni momenti di Johnny Stecchino.
Nel 2005 Ravenna fu il set di Provincia meccanica di Stefano Mordini, con Stefano Accorsi.
Manifestazioni culturali |
- Ravenna Festival, festival culturale incentrato su danza, musica e opera lirica.
Ravenna Jazz, festival jazz che si tiene ininterrottamente dal 1973;
Nightmare Film Fest, rassegna cinematografica dedicata al cinema horror;
Ottobre Giapponese, festival culturale e rassegna cinematografica dedicata al cinema giapponese;- Komikazen (2005 - 2016), Festival internazionale del fumetto di realtà
- Mosaico d'Europa Film Fest, rassegna cinematografica dedicata al cinema europeo
- Ravenna viso in aria, rassegna di teatro contemporaneo a cura di Ravenna Teatro-Teatro delle Albe, Cooperativa E, Cisim.
- Spiagge Soul, è il Festival diffuso di musica soul che dal 2009 anima le estati dei Lidi ravennati ospitando grandi artisti di fama internazionale.
- Around The Rock, dal 1990, festival per gruppi musicali emergenti.
Geografia antropica |
Frazioni |
Le frazioni più popolose sono (dati del 2011): Lido Adriano (6 497 abitanti), Mezzano (3 951) e Marina di Ravenna (3 715).
Ecco l'elenco completo:
Ammonite, Bastia, Borgo Montone, Borgo Faina, Borgo Masotti, Borgo Papale, Borgo Sisa, Ca'di Guardia, Camerlona, Campiano, Carraie, Casal Borsetti, Casemurate, Caserma, Castellaccio, Castiglione di Ravenna, Cilla di Savarna, Classe, Coccolia, Conventello, Ducenta, Durazzano-Borgo Sisa, Filetto, Fornace Zarattini, Fosso Ghiaia, Gambellara, Ghibullo, Glorie, Godo, Grattacoppa, Lido Adriano, Lido di Classe, Lido di Dante, Lido di Savio, Longana, Madonna dell'Albero, Mandriole, Marina di Ravenna, Marina Romea, Massa-Castello, Mensa-Matellica, Mezzano, Osteria, Palazzone, Piangipane, Pilastro, Ponte Nuovo, Porto Corsini, Porto Fuori, Punta Marina Terme, Punta Ravenna, Ragone, Roncalceci, San Bartolo, San Marco, San Michele, San Pietro in Campiano, San Pietro in Trento, San Pietro in Vincoli, San Romualdo, San Zaccaria, Sant'Alberto, Sant'Antonio, Santerno, Santo Stefano, Savarna, Savio, Torri, Villanova di Ravenna[22][23][24][25][26][27][28][29][30][31].
Storicamente, l'area a sud di Ravenna è delimitata in due zone, chiamate Ville Unite e Ville Disunite.
Economia |
In epoca pre-unitaria Ravenna era nota per il porto, lo scalo dello Stato Pontificio più frequentato tra quelli che si affacciano sul mare Adriatico. Il resto dell'economia ravennate era costituito da agricoltura di sussistenza. La prima banca della città, la Cassa di risparmio di Ravenna, fu fondata il 21 dicembre 1839 (approvazione di papa Gregorio XVI) e fu ufficialmente aperta il 1º marzo 1840. Prima di allora l'unico istituto che aveva elargito crediti era stato il Monte di Pietà, fondato nel 1492 da Bernardino da Feltre. La banca sovvenzionava solo i piccoli proprietari; le eccedenze di cassa dovevano essere devolute ad opere di pubblica beneficenza. Nel 1898 fu avviato un programma di previdenza per operai disoccupati[32]. Nel 1905 fu fondato l'Istituto autonomo per le case popolari.
L'industria iniziò ad affacciarsi alla fine del XIX secolo. La prima attività a prendere piede fu quella saccarifera, con l'apertura degli zuccherifici di Classe (1899) e di Mezzano (1908). Successivamente vennero avviate nuove attività in altri settori: l'industria alimentare dei Conti Rivalta (1906); la fabbrica di concimi; lo jutificio (o saccheria) «Callegari e Ghigi» (1908) e la pileria Lovatelli (1911)[33].
Nello stesso periodo si diffuse nel ravennate il modello della cooperativa di produzione. Nel 1883 fu fondata la prima società cooperativa di braccianti, seguita da molte altre in diversi comuni della provincia. Le cooperative della zona attinsero prestiti dalla Cassa di Risparmio. L'agricoltura, comunque, rimase la principale attività economica del Ravennate. La staticità del contesto urbano contrastava con la vivacità delle attività agricole: partì dalla campagna la modernizzazione dell'economia ravennate tra le due guerre[33].
Ancora all'inizio del Novecento il litorale appariva aspro e deserto[33], molto meno frequentato della campagna e della pineta. Porto Corsini, poco più che una borgata di pescatori, era una località isolata[34]. L'industria del turismo prese le mosse dopo la prima guerra mondiale. La prima stazione balneare fu Marina di Ravenna. Nel 1926 sorse l'Azienda di soggiorno e turismo.
Porto Corsini fu distrutto dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale. Dopo la fine del conflitto, venne subito riedificato con il finanziamento dello Stato. Intorno all'importante nodo di scambio nacque la prima azienda petrolchimica ravennate, la Sarom («Società anonima raffinazione olii minerali», 1950). Negli anni successivi l'attività industriale registrò ritmi di crescita annuali costanti. La Sarom inoltre contribuì alla rinascita del porto. La raffineria infatti faceva ampio uso di greggio ed i rifornimenti del prezioso combustibile avvenivano via mare. Il fondale del porto non era sufficiente per l'attracco di grandi navi, ma il problema fu aggirato con l'utilizzo di enormi tubazioni che, dal porto, raggiungevano le navi ormeggiate al largo. Nel 1956 fu costruita la cosiddetta "isola d'acciaio"; nel 1957 nacque l'azienda di gestione del porto, «Società per il porto industriale di Ravenna» (Sapir), tuttora esistente[35]. Il polo petrolchimico iniziò ad attirare manodopera. Contadini e braccianti trovarono un nuovo lavoro come operai nella costruzione dei nuovi impianti. Su tutti, lo stabilimento dell'Anic («Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili», l'azienda petrolchimica dell'Eni). Se ancora all'inizio del decennio gli addetti all'agricoltura raggiungevano il 59,7% della forza lavoro, alla fine degli anni cinquanta erano scesi al 44,8% del totale. Per converso si registrò un aumento considerevole degli addetti all'industria[36].
L'ENI, proprietaria dell'Anic, aveva deciso di fare di Ravenna il porto per le spedizioni dei suoi prodotti verso l'Africa ed il Medio oriente. L'Ente di Enrico Mattei aveva trovato un'ottima convenienza ad investire a Ravenna, dato che in loco esistevano ampi giacimenti di metano[37] e data l'ampia disponibilità di aree a basso costo. Lo stabilimento Anic, costruito sulle sponde del Canale Candiano entrò in attività nel 1958. Produceva fertilizzanti, urea e nitrato d'ammonio. L'insieme di queste iniziative economiche fecero decollare Ravenna come polo industriale. Lo scalo ravennate, nonostante le ancora ridotte dimensioni e la bassa profondità del pescaggio, diventò il porto principale dell'Adriatico per i prodotti petroliferi dell'ENI.
Negli anni settanta, la crisi energetica determinata dall'improvviso raddoppio del prezzo del petrolio causò l'inizio della parabola discendente per il polo petrolchimico ravennate. Negli anni ottanta l'ENI cessò progressivamente l'attività di tutti gli impianti a terra. Le attività dell'Anic furono assorbite dalla nuova società EniChem, con sede a San Donato Milanese (1983). Rimasero in funzione gli impianti in mare per l'estrazione metanifera.
Nel 1987 Raul Gardini, presidente del gruppo ravennate Ferruzzi, acquisiva il controllo della Montedison, il principale polo chimico privato italiano. Ma la parabola dell'imprenditore ravennate era destinata a durare pochi anni. Invischiato nello scandalo Tangentopoli, nel 1993 si suicidò. Pochi giorni dopo il gruppo Ferruzzi, pesantemente indebitato, si consegnò alle banche. Dopo la chiusura della Ferruzzi, Ravenna non ha più avuto presenze imprenditoriali forti, se si eccettua la presenza del gruppo Marcegaglia con un grosso stabilimento. Oggi l'azienda locale più importante è la «Cooperativa Muratori e Cementisti» (C.M.C.), società cooperativa attiva a livello mondiale nella costruzione di grandi opere[38].
Il porto continua ad essere il traino dell'economia ravennate. È uno degli scali più importanti dell'Adriatico. Le statistiche parlano di 21,5 milioni di merci movimentate, un traffico container pari a 208 000 TEU e 5,7 milioni di tonnellate di merci alla rinfusa[39]. Vi sono oltre 30 piattaforme per l'estrazione del metano. Due gasdotti passano sotto il suolo di Casal Borsetti, cinque a Marina di Ravenna.
La città ospita la sede legale dell'IGD SIIQ, tra le principali società italiane del settore immobiliare retail.
Il settore turistico è stato rilanciato con l'apertura, nel 1992, del Parco di divertimenti «Mirabilandia», costruito lungo la SS 16 "Adriatica", circa 10 km a sud della città. Per quanto riguarda l'artigianato, Ravenna è rinomata soprattutto per la produzione di ceramiche, di vimini, di mosaici, per la lavorazione del rame e del ferro battuto e per i laboratori di intagliatori e restauratori di mobili.[40]
Infrastrutture e trasporti |
Il centro storico di Ravenna si trova a 8 km dal mare a cui è collegato tramite il canale navigabile Candiano.
I collegamenti sono garantiti dal porto, che è uno dei più importanti dell'Adriatico[39], dalla ferrovia e dall'autostrada. In località Punta Marina Terme, è ubicata la stazione meteorologica di Ravenna Punta Marina, ufficialmente riconosciuta dall'organizzazione meteorologica mondiale e punto di riferimento per lo studio del clima che caratterizza la città e la sua fascia costiera.
La stazione di Ravenna, posta nei pressi del Porto, si trova lungo la ferrovia statale Ferrara – Rimini ed è termine della linea proveniente da Castel Bolognese. Tra il 1883 e il 1929 la città fu servita da una linea tranviaria a vapore diretta a Forlì, una cui diramazione giungeva a Classe.
Lo scalo aereo commerciale più vicino alla città si trova a 27 km ed è l'aeroporto di Forlì mentre a 3 km dalla periferia sud della città si trova il piccolo aeroporto di Ravenna, sede di un club di paracadutisti e dedicato quasi esclusivamente a voli turistici. Ogni anno sono in funzione degli appositi bus navetta che collegano Ravenna con l'Aeroporto di Bologna.
Lungo la costa esistono diversi tratti di percorsi ciclabili facenti parte dell'esteso progetto denominato Ciclovia Adriatica, che una volta completato collegherà tutte le località della costa adriatica con vantaggi sulla mobilità sostenibile locale, sul turismo e sul cicloturismo indotto da una tale infrastruttura.
Amministrazione |
Gemellaggi |
Ravenna è gemellata con:[41]
Chartres, dal 1957
Chichester, dal 1996[42]
Ragusa, dal 1969[43]
Spira, dal 1989[44]
Szekszárd, dal 1996
Tønsberg
Laguna
Società partecipate |
- Ravenna Holding S.p.A. - 77,08%
- Ravenna Entrate S.p.A. - 100,00%
- Ravenna Farmacie s.r.l. - 93,36%
- Azimut spa - 59,80%
- A.SE.R. Azienda Servizi Romagna S.r.l. - 100,00%
HERA S.p.A. - 5,32%- Romagna Acque S.p.A. b- 29,13 [45]
- Start Romagna S.p.A. - 24,46%
Sapir S.p.A. - 28,93%
TPER S.p.A. - 0,04%
- Agenzia mobilità romagnola - A.M.R. S.R.L. consortile (ex AmbRa) - 9,60%
- Stepra Cons. a r.l. - 1,57%
Ervet S.p.A.- 0,06%- Lepida S.p.A. v- 0,0015%
- Delta 2000 Soc.Cons.a r.l. - 17,24%
Sport |
Sport olimpici |
Lo sport nazionale in cui Ravenna ha svolto il ruolo di maggiore importanza è la pallavolo. Ravenna è una delle città storiche della pallavolo italiana.
La città romagnola ha avuto un ruolo importante anche in numerosi altri sport.
- Pallavolo
- Pallacanestro
- Ginnastica
La principale società sportiva è stata l'Edera. Omero Bonoli riuscì a conquistare una medaglia olimpica: fu argento a Los Angeles (1932) nel cavallo con maniglie. Arrigo Carnoli, campione italiano, fece parte della nazionale che partecipò ai Giochi olimpici di Helsinki (1952)[46]. Arianna Alni fu una componente della nazionale che vinse il titolo mondiale nella ginnastica ritmica a Madrid (1975)[47].
- Nuoto
Oltre agli autodidatti, il cui rappresentante più glorioso fu Gianni Gambi, capace di vincere le traversate di Nizza, Parigi, Berlino, Trieste e Roma, il nuoto ravennate ha avuto anche una scuola, rappresentata dalla società Edera Nuoto. Nel 1952 Maria Livia Nardi prese parte ai Giochi olimpici di Helsinki. Fu l'unica nuotatrice italiana ad essere iscritta a una gara individuale (i 100 metri)[48], oltre che alla staffetta[47].
- Nuoto pinnato
Il nuoto pinnato ravennate iniziò la sua attività con la Polisportiva Edera nel periodo tra le due guerre. La più forte atleta del dopoguerra fu Marina Baldini, che vinse tre medaglie ai Campionati europei tra il 1969 e il 1970[49].
- Pugilato
I primi incontri di pugilato disputati a Ravenna furono organizzati, durante la Prima guerra mondiale dai militari statunitensi della base aerea di Porto Corsini. Successivamente si costituì la Società sportiva "Guido Novello", che portò avanti questo sport tra le due guerre. Nel secondo dopoguerra il monopolio della boxe passò alla Società Edera, che negli anni conquistò alcuni campionati nazionali ed organizzò incontri di grosso rilievo sia in campo nazionale che internazionale. Appartenne a questa società il primo campione italiano ravennate, Enrico Barlati, che conquistò il titolo nel 1967 (categoria pesi leggeri)[47].
- Tiro a segno
La «Società ravennate di tiro a segno» fu fondata prima dell'anno 1900. I suoi tiratori si distinsero in poco tempo tra i migliori d'Italia. Alle Olimpiadi di Los Angeles (1932) Renzo Morigi e Domenico Matteucci vinsero rispettivamente l'oro e il bronzo nel tiro con la pistola. Nel 1937 Mazzavillani giunse quinto ai Mondiali di Helsinki; fu poi ancora quinto ai Mondiali di Lucerna[50].
Nella nazionale che conquistò il titolo mondiale nel 1947 (Stoccolma), tre quinti erano ravennati: Bertoni, Errani e Mazzavillani[51]. Errani fu sei volte campione nazionale. Mazzavillani vinse un titolo italiano.
Anche la generazione degli anni cinquanta e seguenti presentò molti nomi di rilievo, con una serie di ottimi risultati in Italia e all'estero[50].
Ciclismo |
- Giro d'Italia
Per otto volte Ravenna (comprese le frazioni) è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1931, l'ultima nel 2011.
Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Ravenna e nei Lidi ravennati:
1931 4ª tappa Mantova-Ravenna, vinta da Learco Guerra
1938 11ª tappa Ascoli Piceno-Ravenna, vinta da Cino Cinelli
1955 15ª tappa Pineta di Cervia (cron. indiv.), vinta da Pasquale Fornara
1964 9ª tappa Feltre-Ravenna, vinta da Pietro Zoppas
1968 14ª tappa Vittorio Veneto-Ravenna, vinta da Luigi Sgarbozza
1972 1ª tappa Venezia-Ravenna, vinta da Marino Basso
2005 9ª tappa Firenze-Ravenna, vinta da Alessandro Petacchi
2011 12ª tappa Castelfidardo-Ravenna, vinta da Mark Cavendish
- Gran Premio d'Europa
Il 15 aprile 1956 fu organizzato a Ravenna il «Gran Premio d'Europa», corsa a cronometro per squadre nazionali. Organizzata dal Pedale ravennate (presidente Fernando Fuschini), lo sponsor era la compagnia petrolifera Sarom. Luogo della gara era il lungo rettilineo che costeggia il Canale Candiano. Partenza e arrivo erano in via Trieste. Il circuito misurava 7,2 km, da ripetere per 14 giri.
Lunghezza della prova: 100 km, da dividere fra tre corridori. La prima edizione fu vinta dalla sorprendente Svizzera in 2h24'43" (media di 41,795), seguita dal Belgio (staccato di 2'25"). L'Italia (Fiorenzo Magni, Giuseppe Minardi e Lino Grassi era in testa, ma una foratura di Grassi al decimo giro fece scivolare gli Azzurri in terza posizione. La Francia (Jacques Anquetil, Louis Bobet, André Darrigade) era arrivata seconda, ma i transalpini commisero una violazione del regolamento che li relegò in ultima posizione.
L'evento ebbe un grande successo e fu ripetuto l'anno successivo, il 21 aprile. Partenza e arrivo sempre in via Trieste, circuito di 5,6 km da ripetere per 18 giri. Vinse la Francia (Jacques Anquetil, André Darrigade e Jean Forestier) in 2h22'39" (media di 42,394). Seconda l'Italia (Ercole Baldini, Nino Defilippis e Diego Ronchini), terza la Spagna. Gli spettatori furono 20 000 nel primo anno e 30 000 l'anno seguente[senza fonte]. Nonostante ciò, la gara non fu ripetuta nel 1958 e poi cadde nel dimenticatoio.
- Memorial Elia Dal Re
Il Memorial Elia Dal Re è stata una corsa in linea maschile di ciclismo su strada riservata alla categoria Under 23 disputata in cinque edizioni tra il 2009 e il 2013 nella frazione di Villanova di Ravenna[52].
Automobilismo |
Tra il 1923 e il 1927 le strade di Ravenna furono sede di una gara automobilistica di velocità: il «Circuito del Savio». La manifestazione è ricordata ancora oggi perché è legata all'abbinamento Ferrari-cavallino rampante. Enzo Ferrari vinse le prime due edizioni a bordo di un'Alfa Romeo.
Nella prima era presente la madre dell'aviatore Francesco Baracca (nato a Lugo, in provincia di Ravenna). La famiglia Baracca aveva messo in palio una Coppa per il vincitore. Al momento della consegna, Enzo Ferrari dichiarò la sua ammirazione per l'aviatore lughese. La contessa decise allora di proporgli di adottare come porta fortuna il cavallino rampante sulla sua vettura[53].
Principali società sportive |
- Ravenna Calcio
- Circolo Velico Ravennate
- Tiro a Segno 1862 Ravenna
- Atletica Ravenna
- Ravenna Baseball
- Marina Baseball
- Basket Ravenna Piero Manetti
GS Robur Costa Ravenna (pallavolo maschile)
Porto Ravenna Volley (pallavolo maschile)
Olimpia Teodora (pallavolo femminile)- Ravenna Rugby Football Club
Chiefs Ravenna (football americano)
Impianti sportivi |
- Stadio Bruno Benelli
- Pala De André
- Pala Costa
- Campo scuola di atletica leggera "Marfoglia"
- Piscina comunale "G. Gambi"
- Tiro a Segno Nazionale
Manifestazioni sportive |
Maratona «Ravenna città d'arte», competizione internazionale nata nel 1999.
Note |
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2017.
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Dizionario d'Ortografia e di Pronunzia
^ Il prestigio di Roma rimase comunque intatto anche quando quest'ultima, qualche secolo più avanti, nella realtà non fu più che un piccolo villaggio dell'Italia centrale.
^ Porto Corsini è stato il porto di Ravenna dal XVIII secolo fino alla prima guerra mondiale.
^ Cfr. la mappa relativa alle regioni climatiche in: AA.AAVV. Grande Atlante d'Italia De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1987, pag. 235.
^ Tutti i dati si riferiscono al periodo 1971-2000
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^ L'iniziativa è da considerarsi di indubbia importanza storica, perché a quell'epoca non esisteva ancora lo stato sociale.
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^ A Porto Corsini mancava l'acqua potabile, che veniva portata da Ravenna in botti.
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^ Si conosceva da secoli l'esistenza di giacimenti di questo gas naturale, nell'entroterra e nel mare Adriatico. L'ENI iniziò ad estrarlo con moderne tecnologie.
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^ società per azioni a capitale pubblico che gestisce la Diga di Ridracoli, l'Acquedotto della Romagna e tutte le fonti di produzione di acqua all'ingrosso della Romagna.
^ Il suo miglior risultato fu il 38º posto nel corpo libero.
^ abc Dino G. Molesi, Ravenna culla della pallavolo italiana, 1988, Edizione «Il Romagnolo», pag. 14.
^ Giunse quinta in batteria e non passò il primo turno.
^ 8th European Championship. Final results, su cmas.org. URL consultato il 21 marzo 2018.
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^ Dino G. Molesi, op.cit., pag. 26.
Voci correlate |
- Aeroporto di Ravenna
- Arte ravennate
- Istituto Friedrich Schürr
- Pineta di Ravenna
- Porto di Ravenna
- Ravenna romana
- Stazione di Ravenna
- Tomba di Dante
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Collegamenti esterni |
- Il 12 e 13 giugno 1859 a Ravenna, su storiaefuturo.eu. URL consultato il 24 dicembre 2015.
- «Le Cento Città d'Italia»: Ravenna (PDF), Il Secolo, 1888 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2012).
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