Esiodo
Esiodo (in greco antico: Ἡσίοδος, Hēsíodos; Ascra, VIII secolo a.C. – VII secolo a.C.) è stato un poeta greco antico, le cui opere sono fatte risalire al periodo tra la fine dell'VIII secolo e l'inizio del VII secolo a.C.
Indice
1 Biografia
2 Attività
3 Opere
3.1 Teogonia
3.2 Opere e i giorni
3.3 Il catalogo delle donne
3.4 Opere secondarie
4 Lingua, stile e metrica
5 Curiosità
6 Note
7 Bibliografia
7.1 Edizioni critiche
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Biografia |
Esiodo nasce ad Ascra, città della Beozia (regione della Grecia antica) situata nei pressi del monte Elicona, luogo dove il poeta riceve, nel proemio del suo poema Teogonia [1], l’investitura da poeta dalle Muse. Esiodo ci ha lasciato all'interno dei suoi poemi moltissime tracce autobiografiche che ci aiutano a ricostruire le sue origini. Il padre del celebre poeta greco si trasferisce dalla Cuma Eolica ad Ascra per sfuggire alla povertà.
Ad Ascra diventa contadino e così pure Esiodo che, infatti, soprattutto nel suo poema Opere e giorni nobilita con le sue parole il lavoro manuale, e dà consigli molto utili riguardanti l'agricoltura. Esiodo ci dice di aver compiuto un solo viaggio nella sua vita per dirigersi a Calcide per assistere ai giochi funebri in onore dell'eroe Anfidamante; nonostante ciò il poeta si rivela un conoscitore della vita sul mare e, all'interno del suo celebre poema 'Le opere e i giorni', dà consigli a suo fratello Perse su come essere prudente se viaggia per mare.
Per quanto riguarda la data di nascita, fin dall'antichità non si sa con precisione se porlo come precedente, contemporaneo o posteriore a Omero. Erodoto risolse il problema considerandoli contemporanei. Egli tuttavia prese parte alle feste in onore del principe Anfidamante nell'isola di Eubea[2], dove partecipò a un agone in cui ottenne la vittoria ed un tripode in premio. È quindi riconosciuta dai critici moderni la collocazione di Esiodo intorno al principio del VII secolo a.C. (nettamente successivo a Omero). L'Agone di Omero ed Esiodo dà invece una testimonianza del tutto sospetta della contemporaneità dei due poeti.
Esiodo introduce nella poetica greca diverse novità:
- è il primo poeta della poesia arcaica greca che ci lascia il suo nome (nel proemio della Teogonia);
- è il primo che racconta ai suoi ascoltatori (infatti ai tempi di Esiodo la poesia faceva parte di una lunga tradizione orale) tracce autobiografiche.
Alla morte del padre, il patrimonio viene diviso tra lui e il fratello, Perse, che dopo avere dilapidato tutta la sua parte, riesce tramite un raggiro ad impossessarsi della parte di Esiodo (grazie a un processo giudiziario in cui corrompe i giudici). Plutarco ci informa della sua morte violenta, ucciso dai fratelli di una donna che sedusse o tentò di sedurre.
Attività |
Si narra che ai ludi funebri in onore di Anfidamante, vinse e superò in bravura persino lo stesso Omero. Tuttavia questo dato non è storicamente attendibile, poiché il certamen che lo attesta, l'Agone di Omero ed Esiodo, viene guardato con sospetto, sembrando ai critici un'invenzione del sofista Alcidamante.
Oltre a "Le opere e i giorni", è possibile attribuire con certezza ad Esiodo anche la Teogonia, il primo poema religioso greco che tenta di stabilire un ordine nella genealogia delle divinità adorate in Grecia (teogonia è esattamente questo, cioè la nascita delle divinità). Quest'opera nasce dall'esigenza da parte dell'autore di "definire" e riorganizzare la fluttuante materia mitologica che, a causa delle diverse tradizioni locali dell'Ellade, presentava differenti leggende o addirittura differenti "genealogie" per il medesimo dio o dea. Essa, inoltre, contiene numerose informazioni sulle origini dell'universo e sulle divinità primordiali che contribuirono alla sua formazione e proprio per tale ragione si ritiene che la Teogonia fu il testo che garantì la vittoria di Esiodo alle feste Calcidiche, e che quindi vada ritenuta precedente alle Opere.
Oltre alle due celeberrime opere a noi arrivate per intero, del corpus esiodeo dovevano far parte anche Il catalogo delle donne o Eoie, conservato in forma frammentaria, Lo scudo di Eracle e una serie di opere minori, tutte conservate in modo frammentario, della cui autenticità gli stessi antichi già dubitavano. Non è per nulla chiaro cosa fossero le Grandi Eoie, di cui sono attestati a malapena il titolo e qualche frammento.
Opere |
Teogonia |
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Si tratta del secondo poema epico della Grecia antica giuntoci interamente, dopo i due poemi omerici; è scritto in esametri dattilici, ma è di minore volume rispetto alle due opere precedenti. Esiodo qui tenta di dare ordine all'inestricabile sistema di racconti e dei personaggi divini della mitologia greca, partendo da un preciso punto storico di origine del Cosmo, proseguendo fino alla vittoria dei 12 Olimpi contro i Titani nella titanomachia. Il poema cosmogonico inizia con un inno alle Muse che si avviano all'Olimpo, dove Esiodo fa un breve excursus della sua iniziazione come poeta, voluta per desiderio divino sul Monte Elicona; parte dunque il racconto delle origini degli Dei, dove all'inizio non esisteva altro che il Caos, abisso senza fondo, da cui nacquero Gea (la Terra), il Tartaro e poi Eros. Qui Esiodo segue la mitologia dell'orfismo, dove Gea per partenogenesi dà vita a Urano (il Cielo) e ad altri elementi naturali. Urano e Gea si uniscono generando i Titani (Oceano, Rea, Mnemosine e Crono) assieme alle razze mostruose dei Ciclopi e degli Ecatonchiri. Urano odia i figli e li trattiene nel ventre della madre, che però istiga l'ultimo nato Crono a vendicarsi del padre evirandolo. Dalle gocce del suo sangue cadute sulla terra nascono le Erinni, i Giganti e le Ninfe melie, mentre dai genitali caduti in mare si forma una spuma da cui nasce Afrodite.
La seconda parte del poema vede il racconto centrale di Prometeo, il portatore del fuoco all'umanità. Alcune premesse di Esiodo raccontano tuttavia la creazione dei 12 Olimpi mediante l'unione di Crono e della sorella Rea, da cui nacquero i grandi dei dell'Olimpo. Crono, venendo a conoscenza del fatto che sarebbe stato spodestato dai figli, li mangiò tranne Zeus, che fu sostituito infante dalla madre con una pietra. Cresciuto in segreto, Zeus maturò e tornò a spodestare Crono minacciandolo, facendogli vomitare tutti i fratelli e sorelle, e mandandolo in esilio nell'Isola dei Beati; di qui si passa alla vicenda di Prometeo, uno dei titani, fratello dello stolto Epimeteo, il quale creò l'uomo a sua somiglianza. Zeus allora concesse dei doni da dare sia agli uomini che agli animali per sopravvivere sulla Terra, creata da Zeus; ma Epimeteo si dimenticò nella distribuzione dell'uomo, lasciandolo al freddo e senza capacità di sopravvivenza. Prometeo allora provvide a prendere una parte del fuoco sacro di Zeus, affinché l'uomo potesse riscaldarsi, fabbricare utensili e cuocerci il cibo, ma Zeus lo punì incatenandolo a una roccia di montagna, ponendo il supplizio eterno di un'aquila che giunge a mangiargli il fegato, salvo poi tornare il dì successivo, quando il fegato ricresceva la notte.
Un secondo excursus esiodeo narra di come Prometeo fu già perdonato da Zeus per il furto delle carni di un sacrificio agli Dei, sostituito con delle ossa e del grasso per riuscire a sfamare l'uomo. Allora Zeus creò una donna umana, Pandora, dandola in sposa ad Epimeteo, con il compito di conservare un prezioso vaso, senza che costei lo aprisse. Pandora però non aveva resistito alla curiosità e lo scoperchiò, facendo dilagare nel mondo tutti i mali possibili, e da qui la sciagura dell'uomo e degli animali.
L'ultimo blocco narrativo descrive la "Titanomachia", ossia la guerra sanguinosa tra Dei e Titani per il governo dell'Olimpo, con la vittoria finale degli Dei.
Opere e i giorni |
Si tratta del primo poema didascalico giuntoci integro dalla Grecia antica, composto sempre in esametri. L'opera riguarda , nella prima parte, la vicenda personale del poeta quando in una causa giudiziaria contro il fratello Perse perdette l'eredità paterna. Tale cornice narrativa serve a Esiodo per discutere del tema del lavoro nella società greca arcaica, descrivendo al fratello come esistano due forme di "contesa", quella buona e quella cattiva. L'ultima genera lotte e guerre per il potere, mentre l'altra induce gli uomini a mettersi sotto e a migliorarsi nelle competizioni. Perse dovrebbe migliorare anziché pensare di rubare il terreno del padre con la complicità di magistrati corrotti, poiché il lavoro in generale e anche quello terreno è una condizione imposta dagli Dei; come l'esempio della fatica di Prometeo, o la catastrofe del vaso di Pandora. Da qui Esiodo traccia un universo immaginario in cui distingue ben 5 età dell'uomo, dalle origini quando egli era felice, senza bisogno di lavorare, poi andando sempre più avanti in decadenza, verso le condizioni più tristi. Il periodo primario per eccellenza è l'Età dell'Oro, seguita poi dall'età dell'Argento, quella degli eroi, poi l'Età del Bronzo e infine l'Età del Ferro, quella contemporanea a Esiodo. Seguendo le forme di virtù e civiltà del passato eroico dei Greci, Esiodo confida in un possibile ritorno di calma spirituale all'Età dell'Oro, dato che Zeus ha dotato gli uomini del concetto di "giustizia".
Nel blocco dei "Giorni", Esiodo descrive i vari cicli delle stagioni e dei relativi lavori di campagna, fornendo la descrizione del buon cittadino lavoratore, piccolo imprenditore agricolo che sa coltivare e amare la sua terra, e amministrare anche l'ordine nella famiglia.
Il catalogo delle donne |
L'opera è nota anche come Eoie o Eee[3], il poema è diviso in 5 libri e si concentra, come nella Teogonia, sulle figure femminili che hanno popolato l'universo degli Dei, con cui spesso e volentieri era unito Zeus, generando semidei e uomini mortali dotati di speciali virtù e abilità. In alternanza con questo tema, Esiodo ripercorre in maniera più approfondita le Cinque Età: Zeus volle terminare la gloriosa Età dell'Oro con un grande diluvio, e iniziò il periodo argenteo degli eroi, dei quali sono ricordati i capostipiti Doro, Eolo e Xuto. Nel secondo libro è raccontata la vicenda di Io, rapita da Zeus da cui ebbe Epafo, dalla cui stirpe nascerà Danao, punita per questo da Era, che la trasformò in vacca; dal ratto di Europa, sorella di Danao furono generati Radamante, Sarpedonte e Minosse. Di quest'ultimo la discendenza di Pelasgo, di cui si parla nel terzo libro. Negli ultimi libri si parla delle genealogie degli Atlantidi, di Atreo, padre di Agamennone e di Alcmena, madre di Eracle, per poi concludersi con la figura di Elena, il cui rapimento fece scaturire la guerra di Troia.
Opere secondarie |
Esiodo si occupò per primo di una nuova poesia: la poesia "didascalica" cioè tesa ad insegnare. Essendo una grandissima personalità, come avvenne per Omero, attirò a sé una discreta quantità di opere non sue. Si riporta di seguito la lista completa delle opere minori, di cui però, come si è detto, spesso è diffuso il sospetto (o la certezza) che si tratti di scritti apocrifi.
- Lo scudo di Eracle
- I precetti di Chirone
- L'Astronomia
- L'Aigìmios
- La Melampodia
- La discesa nell'Ade di Pirìtoo
Le nozze di Ceìce (forse appartenente al Catalogo)- Dattili Idei
- Le Grandi Opere
- L'Ornithomànteia
Le caratteristiche dell'opera esiodea sono tre:
- Ideologia: la proposta di Esiodo si colloca nell'VIII secolo a.C. e dobbiamo quindi proiettare la sua opera nel pensiero del tempo; è il primo autore greco a tentare di mettere per iscritto l'antica mitologia teologica e a farlo con la consapevolezza di essere un poeta vate. Fino ad allora nessuno aveva provato ad introdurre un concetto teologico e teogonico (Teogonia), affiancandolo ad un complemento etico (Le Opere e i Giorni). Ciò pone in risalto l'evidente complementarità delle due opere principali di Esiodo.
- Sociologia: Esiodo è stato giustamente definito da alcuni il poeta degli umili. Egli infatti compone un'opera, Le Opere e i Giorni, che suona come una critica contro l'inerte oziosità dell'aristocrazia; inoltre, è la prima volta che i ceti inferiori trovano spazio nella poesia epica greca.
- Poetica: Esiodo configura in modo assolutamente inedito l'attività poetica. Mentre l'epica tradizionale era oggettiva e impersonale, senza un autore dichiarato, Esiodo porta l'epica verso un orizzonte a noi più consono: egli si dichiara poeta e rende la poesia soggettiva e personale, le conferisce un'individualità storica. Inoltre, se l'epica tradizionale aveva una funzione edonistico-pedagogica, in Esiodo la poesia acquista un timbro schiettamente didascalico: Esiodo si fa maestro di sapienza, poeta vate; la poesia diviene magistero sapienziale, ponendo le basi di una radice ineliminabile nella cultura occidentale.
Lingua, stile e metrica |
Esiodo è un poeta epico, e quindi la sua lingua è quella dell'epos, condizionata già dall'uso dell'esametro. Esiste tuttavia qualche eccezione, spesso forme che rimandano ai dialettismi locali, più presenti nelle Opere. Ovviamente, data la posizione eolica della Beozia (dove le opere esiodee sono composte), sono più presenti gli eolismi in confronto all'epos omerico. Da parte di quei critici che vogliono Esiodo come un rappresentante di una tradizione poetica indipendente, sono stati considerati con maggiore attenzione quegli aspetti linguistici estranei totalmente ad Omero, come alcuni infiniti brevi e accusativi plurali brevi della prima declinazione.
Lo stile formulare invece, è variegato. Molte difatti le formule prettamente omeriche o costruite su di esse. Omero, inoltre, non poteva essere presente come modello (a differenza di quello che avvenne nell'epica più tarda), bensì come rappresentante di un genere letterario ancora vivo e attivo, e la cultura a cui apparteneva Esiodo, quella Beotica, era diversa da quella che aveva prodotto l'epos.
Lo stile epico tradizionale ha una tonalità uniforme, senza frastagliature. Invece lo stile di Esiodo è versicolore, pericolosamente oscillante fra una tonalità ieratica e una tonalità popolareggiante. Comunque nel suo complesso ha un andamento icastico, lapidario, tendenzialmente caustico, ellittico. La grandezza di Esiodo è testimoniata dal fatto che egli è parimenti abile nel delineare scene di genere, magari tracciate con una sorta di gusto oleografico ottocentesco, quanto nel condensare affreschi tipicamente epici.
Esiodo sostanzialmente transcodifica il linguaggio omerico, manipola quindi il testo omerico in rapporto alle sue necessità contingenti, oppure, essendo un innovatore, segue la strada della neoformazione, inventa cioè un nuovo lessico e nuove immagini. Da alcuni, per questo suo spirito innovativo, è stato paragonato ad un Leopardi dell'epoca.
Curiosità |
- Ad Esiodo è stato intitolato il cratere Hesiod, sulla superficie di Mercurio.
- L'ammonimento ricordato nei suoi scritti ricorda il proverbio popolare 'd'agosto moglie mia non ti conosco'.
- Ad Esiodo è dedicato il primo atto dell'opera Le Muse galanti di Jean-Jacques Rousseau.[4]
Note |
^ In Wikisource: Esiodo, La Teogonia (Antichità); testo tradotto da
Ettore Romagnoli (1929).
^ Si tratta del re di Calcide morto nel 730 a.C. in una guerra epicorica, la guerra lelantina.
^ Salvatore Rizzo, Le opere e i giorni, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1979, p. 32, 32.
^ Rousseau, Le confessioni, ed. Mondadori, 1990, p. 362 e p. 405
Bibliografia |
- Alcuni singoli dati tratti da Biblio.Net
- Liberamente tratto da Storia e testi della letteratura greca, L. E. Rossi e R. Nicolai, Le Monnier, 2003.
- Jaeger Werner - PAIDEIA - L'età arcaica. Apogeo e crisi dello spirito attico. La Nuova Italia 1953 vol. I e Bompiani vol. unico 2006 - pagg. 120-154
- Bibliografia sul Certame
- K. Hess, Der Agon zwischen Homer und Hesiod, Winterthur, 1960
- Bibliografia sullo Scudo di Achille
- P. Guillon, Le Bouclier d'Héralclès et l'histoire de la Grèce centrale dans la période de la première guerre sacrée, Aix-en-Provence 1963.
Edizioni critiche |
- Esiodo -Opere e giorni- Testo a fronte-Introduzione, saggio, traduzione e commento di Graziano Arrighetti. Garzanti 2010
- Esiodo, Teogonia Testo a fronte, trad. e a cura di Graziano Arrighetti, Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1984
Poetae minores graeci, vol. I, Hesiodi carmina; vol. 2, Scholia ad Hesiodum e codd. mss., Lipsiae in bibliopolio kuehniano, 1823.- Hesiodus, Carmina, Lipsiae, Kuehn, 1823. URL consultato il 19 febbraio 2015.
- Hesiodus, [Opere], Lipsiae, Teubner, Benedictus Gotthelf, 1870. URL consultato il 19 febbraio 2015.
- Esiodo, [Opere]. 1, Amstelodami, apud G. Gallet praefectum typographiae Huguetanorum, 1701.
- Esiodo, [Opere]. 2, Amstelodami, apud G. Gallet praefectum typographiae Huguetanorum, 1701.
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
- Gennaro Perrotta, Esiodo, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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