SARS



























Severe acute respiratory syndrome

Coronaviruses 004 lores.jpg
Coronavirus SARS al microscopio elettronico
Specialità pneumologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSH
D045169 e D045169
MedlinePlus 007192
eMedicine 237755
Sinonimi
Sindrome acuta respiratoria grave
Sindrome acuta respiratoria severa

SARS - Severe acute respiratory syndrome - è una sigla che sta per "sindrome acuta respiratoria grave" (o "severa"),[1] una forma atipica di polmonite apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in Cina.


La malattia, identificata per la prima volta dal medico italiano Carlo Urbani, è mortale in circa il 15% dei casi in cui ha completato il suo corso, con il tasso di letalità attuale di circa il 7% degli individui che hanno contratto l'infezione. Questa malattia è causata da un coronavirus, così chiamato per la sua forma a corona. I dati sulla letalità variano da paese a paese e in base alla fascia di età ma con una mortalità media complessiva del circa 15%.[2]


È considerata ad oggi una malattia relativamente rara, con 8096 casi nel 2003.[3]




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Sintomi


  • 3 Diagnosi


  • 4 Trattamento


  • 5 Epidemiologia


  • 6 Ricerca


    • 6.1 Ricerca antivirale


    • 6.2 Vaccino




  • 7 Coronavirus SARS


  • 8 Controllo della malattia


  • 9 Note


  • 10 Voci correlate


  • 11 Altri progetti


  • 12 Collegamenti esterni





Storia |


L'epidemia di SARS sembrerebbe essere iniziata nella provincia cinese di Guangdong, nel novembre 2002. È stato riferito che il primo caso di SARS è avvenuto a Shunde, Foshan, Guangdong in un allevatore che fu curato nel Primo Ospedale del Popolo di Foshan. Il paziente poco dopo morì, e non fu fatta una diagnosi definitiva sulla causa del decesso.
Invece di prendere iniziative per controllare l'epidemia, i responsabili del governo cinese non informarono l'Organizzazione mondiale della sanità fino al febbraio 2003, limitando la copertura mediatica per preservare la sicurezza pubblica. Questa mancanza di apertura provocò ritardi negli sforzi per controllare l'epidemia, e causò critiche da parte della comunità internazionale verso il governo cinese. Quest'ultimo si scusò ufficialmente per la lentezza iniziale nell'affrontare l'epidemia.


Il primo indizio dell'epidemia apparve il 27 novembre 2002, quando il Global Public Health Intelligence Network canadese, un sistema di allerta elettronico parte del Global Outbreak and Alert Response Network dell'OMS selezionò dei rapporti riguardanti "focolai influenzali" in Cina attraverso il monitoraggio dei media su internet e li inviò all'OMS dopo averli analizzati. Mentre il sistema GPHIN è stato recentemente aggiornato per tradurre varie lingue, tra cui l'arabo, il cinese, l'inglese, il francese, il russo e lo spagnolo, a quel tempo era limitato all'inglese e al francese. Quindi mentre i primi rapporti di una insolita epidemia erano in cinese, e solo il 21 gennaio 2003 fu generato un rapporto in inglese[4][5]. L'OMS chiese maggiori informazioni alle autorità cinesi il 5 e l'11 dicembre. Nonostante il successo del network nei precedenti focolai infettivi, si dimostrò piuttosto inefficace.
Assieme alla seconda allerta, l'OMS rilasciò il nome e la definizione della malattia, assieme all'attivazione di un network di risposta globale coordinato che portò all'attenzione il focolaio e iniziò le procedure di contenimento. Tuttavia, anche se le nuove definizioni fornivano alle nazioni delle linee guida per contenere la SARS, nel frattempo erano avvenuti in tutto il mondo oltre cinquecento decessi ed erano presenti 2 mila casi.[5]


All'inizio di aprile la SARS iniziò a ricevere maggiore attenzione nei media ufficiali. Alcuni hanno attribuito l'evento direttamente alla morte dello statunitense James Earl Salisbury. Tuttavia, in quel periodo stavano emergendo accuse di sottostima dei casi negli ospedali militari di Pechino. Dopo un'intensa pressione, alcuni membri del governo cinese permisero ad ufficiali internazionali di investigare la situazione sul posto. Questo rivelò dei problemi che affliggevano l'antiquato sistema sanitario cinese, tra cui l'incremento della decentralizzazione, eccessiva burocrazia e rigidità, comunicazioni inadeguate.


Nel tardo mese di aprile furono diramate rivelazioni, che seguirono l'ammissione da parte del governo cinese di non aver riferito tutti i casi (numerosi) di SARS a causa dei problemi del sistema sanitario. Il dr. Jiang Tantong spiegò la copertura che stava avvenendo in Cina, a suo grande rischio. Riferì che erano presenti un maggior numero di persone affette da SARS nel suo solo ospedale di quelle che ufficialmente erano affette in tutta la Cina. Diversi responsabili governativi vennero licenziati, tra cui il ministro della Salute e il sindaco di Pechino, e i sistemi vennero migliorati per aumentare il controllo dell'epidemia. Da allora, il governo cinese procedette più attivamente e in modo maggiormente trasparente nel combattere la malattia. Tuttavia, la conta delle vittime era ingente. L'occultamento iniziale del governo cinese fu considerato irresponsabile, e tale da porre tutto il pianeta a rischio.


Furono segnalati casi a Hong Kong e in Vietnam nel tardo febbraio 2003, poi anche in altri paesi per via di viaggi internazionali di individui infetti. L'epidemia raggiunse la notorietà pubblica quando un uomo d'affari statunitense che viaggiava dalla Cina si ammalò su un volo verso Singapore. I sintomi presentati dal paziente erano simili alla polmonite.
L'infezione raggiunse Hong Kong dalla Cina attraverso un medico che giunse a febbraio e si fermò alcuni giorni al 9º piano dell'Hotel Metropol nella penisola di Kowloon, infettando altri 16 clienti dell'Hotel. Essi viaggiarono in Canada, a Singapore, a Taiwan e in Vietnam, portando l'infezione in questi luoghi.[6]
Un altro gruppo di pazienti infetti proveniva dal complesso urbano Amoy Gardens (淘大花園T, táo dà huā yuánP) di Hong Kong. Si sospettò che la malattia si fosse propagata attraverso il sistema fognario.


L'aereo fece tappa ad Hanoi, in Vietnam, dove il paziente morì all'Ospedale francese di Hanoi. Diversi membri dello staff medico che aveva curato il paziente iniziarono subito a sviluppare la stessa malattia, nonostante le procedure di base di profilassi ospedaliera. Il medico italiano Carlo Urbani identificò la minaccia e la comunicò all'OMS e al governo vietnamita. Successivamente perse la vita a causa della malattia. La gravità dei sintomi e l'infezione del personale ospedaliero allarmò le autorità sanitarie mondiali, che temevano un'altra epidemia di polmonite. Il 12 marzo 2003 l'OMS inviò un'allerta globale, seguito da un'allerta sanitario dai Centers for Disease Control and Prevention statunitensi.


A seguito dell'iniziale difficoltà nel diagnosticare correttamente tale sindrome, nei paesi colpiti si verificò un iniziale timore di massa, indotto anche dalle errate notizie che venivano fornite dai mass media.
Mentre in Cina e Vietnam, le autorità faticarono molto nel contenimento dell'epidemia, arrivando ad utilizzare le forze armate, in Canada il virus ebbe un focolaio nella sola città di Toronto. Grazie all'ottimo sistema sanitario e preventivo canadese, gli infetti vennero immediatamente posti in quarantena e curati debellando in poche settimane il virus che causò poche vittime.
In Europa, grazie agli scrupolosi controlli nei porti ed aeroporti, il morbo non poté espandersi in quanto i pochi infetti (o sospetti tali) vennero immediatamente posti in quarantena. Tuttavia in Europa si diffusero atteggiamenti di panico verso la malattia. I media parlarono di una nuova pandemia globale, evocando i fantasmi della spagnola e della peste. Molti stati acquistarono quantità industriali di medicinali, ancora prima che fosse scoperto un vaccino per la malattia. Il tutto poi si dissolse in una bolla di sapone non appena il virus scomparve.


I canadesi diedero per primi l'allarme riguardo alla SARS mossi dalla notizia di vendite di farmaci antivirali e di casi di febbre in Cina. La notizia è stata rilevata dal web da GPHIN (Global Public Health Intelligence Network), un software simile ai motori di ricerca programmato per percorrere la rete alla ricerca di possibili malattie infettive e casistiche patogene. Il crawler analizza migliaia di siti in sette lingue alla ricerca di possibili malattie infettive e casistiche patogene. I risultati filtrati vengono trasmessi a esperti dell'OMS, delle agenzie alimentari e dei centri di monitoraggio sanitario, per le analisi definitive. Dopo il precedente della SARS, Larry Brilliant, esperto di tecnologia e salute pubblica, e da poco presidente della Fondazione Google, intende espandere le fonti monitorate e le capacità linguistiche (fino alla "comprensione" di 150 lingue) e creare una rete mondiale di salute pubblica. Alcuni mesi dopo la scomparsa del virus, alcuni organi di informazione ipotizzarono che tale sindrome non fosse di origine naturale ma piuttosto un virus sviluppato artificialmente. Tale ipotesi non ha mai trovato conferma e rimane ad oggi una mera illazione (vedi Teorie del complotto sulla SARS).


Trasmissioni locali della SARS ebbero luogo successivamente a Toronto, Ottawa, San Francisco, Ulan Bator, Manila, Singapore, Taiwan, Hanoi e Hong Kong, mentre all'interno del territorio cinese l'epidemia si espanse a Guangdong, Jilin, Hebei, Hubei, Shaanxi, Jiangsu, Shanxi, Tianjin e nella Mongolia Interna.



Sintomi |


I sintomi iniziali sono di tipo influenzale e possono comprendere: febbre, mialgia, letargia, sintomi gastrointestinali, tosse, mal di gola e altri sintomi aspecifici. L'unico sintomo comune a tutti i pazienti è una febbre superiore a 38 °C. Successivamente può apparire dispnea. I sintomi appaiono normalmente nei 2 - 10 giorni successivi all'esposizione, ma sono stati osservati pazienti manifestare sintomi anche 13 giorni dopo. Nella maggior parte dei casi i sintomi appaiono entro 2 - 3 giorni. Circa il 10% - 20% dei casi richiedono la ventilazione artificiale.


Le immagini dei raggi-X toracici di un paziente affetto da SARS sono variabili. Non esiste nessuna manifestazione patognomica, ma spesso si osservano infiltrazioni irregolari nei polmoni. L'esame dei raggi-X potrebbe risultare comunque negativo.


La conta dei leucociti e delle piastrine è spesso elevata. I primi rapporti indicano una tendenza ad una neutrofilia e una linfopenia. Questi valori sono relativi perché il numero di leucociti tende ad essere basso. Altri test di laboratorio suggeriscono un aumento del lattato deidrogenasi e un leggero aumento dei livelli di creatina chinasi e della proteina C reattiva.


Sono stati individuati tre test diagnostici, ognuno di essi con svantaggi. Il primo è il test ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay), che rileva gli anticorpi della SARS, ma solo 21 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi. Il secondo è un test a immunofluorescenza, che può rilevare gli anticorpi 10 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi, ma risulta un test che richiede tempo, un microscopio a immunofluorescenza e un operatore esperto. Il terzo ed ultimo test riguarda la reazione a catena della polimerasi, e può rilevare materiale generico del virus della SARS in campioni biologici come sangue, espettorato, tessuti e feci. Il test si è dimostrato ad elevata specificità, ma con bassa sensibilità. In altre parole mentre un risultato positivo è fortemente indicativo che il paziente è affetto da SARS, un test negativo non significa che il paziente non sia affetto.


L'OMS ha inoltrato linee guida per l'uso di questi test diagnostici[7]. Attualmente non esiste un test di screening rapido per la SARS e le ricerche sono in corso.



Diagnosi |




Una immagine toracica a raggi-X che mostra una opacità in entrambi i polmoni, come in un caso di polmonite, in un paziente affetto da SARS


Un caso sospetto di SARS si riscontra in un paziente che ha:



  1. Uno qualunque dei sintomi, tra cui una febbre di almeno 38 °C

  2. ed inoltre



  • ha avuto un contatto con una persona che ha contratto la SARS entro gli ultimi 10 giorni

oppure

  • ha viaggiato in una qualunque regione identificata dall'OMS come un'area con trasmissione locale recente di SARS[7]


Un probabile caso di SARS si ha quando in un caso sospetto risulta anche un esame ai raggi-X positivo per polmonite atipica o sindrome da distress respiratorio.


Con la disponibilità di esami diagnostici per il coronavirus probabilmente responsabile della SARS, l'OMS ha aggiunto la categoria di pazienti "con SARS confermata in laboratorio", che appartengono alla categoria di probabili casi e non hanno un esame positivo ai raggi-X ma hanno una diagnosi di laboratorio positiva compiuta tramite uno dei tre test approvati (ELISA, immunofluorescenza o PCR)



Trattamento |


Gli antibiotici sono inefficaci essendo la SARS una malattia virale. I trattamenti comprendono la somministrazione di antipiretici, ossigeno e supporto per la ventilazione, se necessario.


I casi sospetti devono essere isolati, preferibilmente in stanze a pressione negativa, e la completa protezione del personale medico per proteggersi da qualunque contatto necessario con il paziente.


Inizialmente si sparsero notizie di un trattamento efficace a base di steroidi e ribavirina, ma la terapia non è stata provata. Alcuni ricercatori sospettano inoltre che il ribavirin sia dannoso.


I ricercatori stanno attualmente testando tutti i trattamenti antivirali conosciuti per altre malattie, tra cui AIDS, epatite, influenza ed altre. Esistono alcune prove scientifiche che dimostrano come il maggior danno provocato dalla SARS sia in realtà una sovrareazione del sistema immunitario al virus. Se venisse confermato, potrebbe essere di qualche beneficio l'utilizzo di steroidi e agenti per la modulazione della risposta immunitaria nei pazienti affetti più acutamente. La ricerca sta continuando anche in questa direzione.


Nel dicembre 2004 è stato riferito che i ricercatori cinesi avevano prodotto un vaccino. È stato impiegato in un gruppo di 36 volontari, 24 dei quali ha sviluppato anticorpi contro il virus[8].


Una revisione sistematica, effettuata nel 2006, di tutti gli studi compiuti nell'epidemia del 2003 non hanno trovato prove scientifiche che antivirali, steroidi o altre terapie abbiano aiutato i pazienti. Alcuni hanno suggerito che invece provocarono dei danni[9].


Il trattamento clinico della SARS è stato relativamente inefficace con i pazienti a maggior rischio, che richiedevano ventilazione artificiale. Attualmente i corticosteroidi e il ribavirin sono i farmaci maggiormente impiegati nel trattamento della SARS (Wu et al., 2004). Studi in tro del ribavirin hanno prodotto scarsi risultati a concentrazioni cliniche. Delle combinazioni diverse di farmaci hanno prodotto invece risultati clinici maggiormente positivi. Queste combinazioni comprendevano l'uso di Kaletra, Ribavirin e corticosteroidi. La somministrazione di corticosteroidi durante le infezioni virali è tuttavia controversa. Esso può infatti provocare linfopenia come effetto collaterale, diminuendo ulteriormente la risposta immunitaria e permettendo un picco di attività del virus; d'altra parte, è utile il trattamento antinfiammatorio dei corticosteroidi (Murphy 2008). I ricercatori hanno inoltre notato dei risultati positivi con l'uso di interferone umano e Glycyrrhizin. Nessun composto ha prodotto risultati inibitori di qualche significato. Gli inibitori della proteasi dell'HIV Ritonavir e Saquinavir non hanno mostrato alcun effetto inibitorio in livelli non tossici. L'Iminocyclitol 7 invece ha dimostrato un effetto inibitore sul coronavirus della SARS poiché inibisce specificatamente la produzione della fucosidasi umana, e i test in vitro hanno prodotto risultati promettenti nel trattamento della SARS. Nonostante questi risultati, è importante considerare che una carenza di fucosidasi può provocare una malattia detta fucosidosi, che comporta una diminuzione delle funzioni neurologiche.



Epidemiologia |


SARS è ancora considerata una malattia relativamente rara, con 8096 casi nel 2003.[3]



Ricerca |



Ricerca antivirale |


Prima del sopraggiungere della SARS i coronavirus non erano soggetto di ricerche antivirali. La rapida trasmissione e l'alto livello di mortalità ha reso la SARS una minaccia globale, poiché non esistono terapie efficaci e il trattamento è stato effettuato con strategie empiriche. Nuove ricerche nel campo della struttura del genoma del coronavirus SARS e della patogenesi hanno rivelato nuovi potenziali agenti anti-coronavirus. Diverse proteine codificate dal coronavirus SARS possono essere considerate bersagli per interventi terapeutici. Potenziali farmaci antivirali sono attualmente sviluppati in vivo. Questi sviluppi possono anche fornire nuove strategie per la prevenzione o il trattamento di altre malattie provocate da coronavirus negli animali o negli esseri umani[10].



Vaccino |


L'insorgenza e l'identificazione di diversi coronavirus umani comuni e rari che possono causare serie infezioni delle vie aeree inferiori implicano una spinta per lo sviluppo di robusti vaccini per i coronavirus. Attualmente sono disponibili informazioni limitate nella correlazione tra la protezione contro la SARS e altre infezioni da coronavirus del tratto respiratorio. L'immunizzazione passiva si è dimostrata efficace nella protezione dal coronavirus SARS, suggerendo un ruolo importante nella neutralizzazione degli anticorpi.



Coronavirus SARS |


I coronavirus sono virus a ssRNA+ e rappresentano importanti patogeni dei mammiferi ed uccelli. Questo gruppo di virus causano infezioni enteriche o delle vie aeree in molti animali tra cui gli esseri umani[10].




Coronavirus SARS (SARS-CoV), l'agente patogeno della malattia


I primi esami al microscopio elettronico delle secrezioni respiratorie dei pazienti, compiuti ad Hong Kong e in Germania hanno rivelato particelle virali con strutture si tipo Paramyxoviridae. Successivamente, gli esami simili in Canada rivelarono particelle con strutture di tipo metapneumovirus (un sottotipo dei paramyxovirus). I ricercatori cinesi hanno riferito che dietro la SARS potrebbe nascondersi una malattia simile alla clamidia. Il Pasteur Institute di Parigi ha identificato dei coronavirus in campioni prelevati da sei pazienti, come nel laboratorio dell'Università di Hong Kong, che di fatto è stato il primo ad annunciare il 21 marzo 2003 la scoperta di un nuovo coronavirus come possibile causa della SARS dopo averlo coltivato con successo a partire da campioni di tessuti. Inoltre il laboratorio fu il primo a sviluppare un test per verificare la presenza del virus. Il CDC ha notato particelle virali nei tessuti affetti. Tramite la microscopia elettronica questi tessuti hanno mostrato tracce simili a coronavirus. Paragonandole a materiale virale ottenuto dalla Reazione della catena di polimerasi e a librerie generiche esistenti venne ipotizzato che il virus fosse un coronavirus sconosciuto. Il sequenziamento del genoma virale - che è stato completato dai computer della British Columbia Cancer Agency di Vancouver alle 4 del 12 aprile 2003 - è stato il primo passo verso lo sviluppo di un test diagnostico per il virus e possibilmente un vaccino[11]. Venne sviluppato un test per gli anticorpi del virus e venne scoperto che i pazienti sviluppavano tali anticorpi durante il decorso della malattia, fatto che suggerì fortemente il ruolo del virus nella malattia.


Il 6 aprile 2003 l'OMS inviò un comunicato stampa dove si affermava che un coronavirus identificato da vari laboratori era ufficialmente la causa della SARS[12]. Gli scienziati della Università di Rotterdam dimostrarono che il coronavirus SARS soddisfaceva i postulati di Koch, confermando quindi che era l'agente che provocava la malattia. Negli esperimenti dei macachi infettati dal virus svilupparono gli stessi sintomi verificati nell'uomo[13].


Nel tardo maggio 2003, gli studi dei campioni di animali selvatici venduti come cibo nel mercato locale di Guangdong rivelarono che il coronavirus poteva essere isolato negli zibelli, (in particolare nella Paguma larvata) ma questi animali non mostravano segni di malattia. Le prime conclusioni furono che il virus della SARS ha valicato la barriera tra questi animali e gli umani. Più di 10 000 esemplari vennero soppressi nella provincia di Guangdong. Il virus venne successivamente trovato nei cani procioni, nei Melogale moschata e nei gatti domestici. Nel 2005 due studi hanno identificato molti coronavirus simili a quello della SARS nei pipistrelli cinesi[14][15].
Le analisi filogeniche di questi virus indicano un'alta probabilità che il coronavirus SARS si è sviluppato inizialmente nei pipistrelli e si è diffuso nell'uomo sia direttamente o attraverso gli animali presenti nei mercati cinesi. I pipistrelli non mostrano nessun segno visibile della malattia, e sono probabilmente i serbatoi naturali dei coronavirus di tipo SARS.



Controllo della malattia |


L'OMS ha stabilito una rete di medici e ricercatori per combattere la SARS, costituita da un sito web sicuro dotato di teleconferenza per studiare le radiografie toraciche.




Ospedale di Taiwan per il trattamento di pazienti affetti da SARS


Sono stati compiuti tentativi per controllare l'infezione attraverso la quarantena. Oltre 1200 persone furono sottoposte a quarantena ad Hong Kong, mentre a Singapore e a Taiwan vennero sottoposte 977 e 1147 persone. Anche il Canada mise in quarantena migliaia di persone. A Singapore le scuole vennero chiuse per 10 giorni, mentre un Hong Kong vennero chiuse fino al 21 aprile per contenere la diffusione del virus[16].


A Singapore, l'Ospedale Tan Tock Seng venne indicato come l'unico centro per il trattamento e l'isolamento di tutti i casi probabili di malattia il 22 marzo. Successivamente tutti gli altri ospedali implementarono misure preventive, con il controllo da parte del personale medico della temperatura dei pazienti due volte al giorno e la restrizione delle visite solo ai reparti pediatrici e ostetrici e un solo visitatore alla volta. Venne impiegata la teleconferenza per alleggerire i disagi. Fu stabilita una linea telefonica dedicata per riferire sospetti casi di SARS e un servizio di trasporto dedicato per il trasporto dei pazienti all'Ospedale Tan Tock Seng.


Il 24 marzo il ministro della salute di Singapore inoltrò l'Infectious Diseases Act, che prevedeva una quarantena nel proprio domicilio di 10 giorni a chiunque fosse venuto in contatto con pazienti affetti da SARS. I pazienti dimessi dall'ospedale erano sottoposti a quarantena a domicilio per 21 giorni con sorveglianza telefonica. Quest'ultima richiedeva di rispondere a chiamate casuali per accertarsi che fossero in casa. I pazienti dimessi con sospetti sintomi e alcuni pazienti ricoverati vennero messi in quarantena per 14 giorni. Gli ufficiali di sicurezza della "Certis CISCO", una forza ausiliaria di polizia, furono impiegati per mantenere la quarantena domiciliare, e installarono delle telecamere fuori dalle porte delle abitazioni.


La violazione dell'ordine di quarantena di un anziano signore, che entrò in un ristorante e provocò la fuga degli avventori, fece riunire il governo di Singapore urgentemente per emendare l'Infectious Diseases Act e aggiungervi punizioni per i trasgressori. Vennero rilevate altre 11 violazioni della quarantena e il governo aggiunse, tra le altre, queste modifiche:



  • le persone sospette di malattie infettive dovevano essere portate nei centri di trattamento indicati, ed era proibito per loro andare in posti pubblici

  • le aree contrassegnate come "contaminate" erano ad accesso ristretto, e le fonti sospette di infezione dovevano essere distrutte

  • veniva introdotta la possibilità di contrassegnare i trasgressori degli ordini di quarantena domiciliare con braccialetti elettronici (persone che non rispondevano per tre volte consecutive al controllo telefonico) ed erano previste sanzioni

  • era possibile denunciare dei trasgressori che violavano ripetutamente la quarantena e potevano incorrere anche in sanzioni penali

  • la persecuzione di chiunque mentisse alle autorità sanitarie sui viaggi in aree dove era presente la SARS o sul contatto con pazienti affetti dalla malattia




Imaging termico in un punto di controllo dell'Aeroporto internazionale di Taoyuan


Il 23 aprile l'OMS scoraggiò i viaggi non necessari a Toronto, dopo aver rilevato che piccoli gruppi di persone di Toronto sembravano aver diffuso la SARS in altre parti del mondo. Le autorità sanitarie di Toronto notarono che solo in una persona sospetta di aver diffuso la malattia era stata diagnosticata la malattia e che i nuovi casi di SARS nella città erano apparsi solo all'interno degli ospedali. Nonostante questo, l'avviso dell'OMS venne immediatamente seguito da simili avvisi da parte di vari governi ai propri cittadini. Il 29 aprile l'OMS annunciò che l'avvertimento sarebbe stato ufficialmente revocato il giorno successivo.


Il 23 aprile Singapore installò delle apparecchiature per scansioni termiche di tutti i passeggeri in partenza all'Aeroporto di Singapore-Changi. Era stato precedentemente installato un simile controllo per tutti i passeggeri in arrivo da aree contrassegnate come infette dalla malattia.


Inoltre, gli studenti e gli insegnanti a Singapore vennero forniti di termometri digitali, per rilevare le loro temperature giornalmente, anche più volte.


Anche l'Aeroporto internazionale di Taiwan Taoyuan si fornì di punti di controllo con sistemi di imaging termici simili a quelli dell'aeroporto di Singapore.



Note |




  1. ^ Nel linguaggio specialistico la parola inglese severe, lett. "grave", viene spesso tradotta come "severo" o "severa". Vedi SARS (sigla dell'ingl. Severe Acute Respiratory Syndrome), su Treccani.it. URL consultato il 29 febbraio 2016.


  2. ^ http://www.who.int/csr/sars/en/WHOconsensus.pdf


  3. ^ ab Richard L Oehler, Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS), su emedicine.com. URL consultato l'11 maggio 2008.


  4. ^ Mawudeku, A. Blench, M., Global Public Health Intelligence Network (PDF), mt-archive.


  5. ^ ab Heymann, D. L., Rodier, G., Global Surveillance, National Surveillance, and SARS .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], in Emerging Infectious Diseases - Medscape, 10 febbraio 2004.



  6. ^ SARS in Hong Kong, in Oxford Medical School Gazette. URL consultato il 10 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2008).


  7. ^ ab Epidemic and Pandemic Alert and Response (EPR), World Health Organization (WHO). URL consultato il 30 gennaio 2009.


  8. ^ First SARS vaccine trials a success, China Daily, 15 gennaio 2005. URL consultato il 30 gennaio 2009.


  9. ^ Stockman LJ, Bellamy R, Garner P, SARS: systematic review of treatment effects, in PLoS Medicine, vol. 3, nº 9, 2006, pp. e343, DOI:10.1371/journal.pmed.0030343, PMC 1564166, PMID 16968120 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2008).


  10. ^ ab Thiel V (editor)., Coronaviruses: Molecular and Cellular Biology, Caister Academic Press, 2007, ISBN 978-1-904455-16-5.


  11. ^ Marra MA, Jones SJ, Astell CR, et al, The Genome sequence of the SARS-associated coronavirus, in Science, vol. 300, nº 5624, 2003, pp. 1399-1404, DOI:10.1126/science.1085953, PMID 12730501.


  12. ^ Coronavirus never before seen in humans is the cause of SARS, United Nations World Health Organization, 16 aprile 2006. URL consultato il 5 luglio 2006.


  13. ^ Fouchier RA, Kuiken T, Schutten M, et al, Aetiology: Koch's postulates fulfilled for SARS virus, in Nature, vol. 423, nº 6937, 2003, p. 240, DOI:10.1038/423240a, PMID 12748632.


  14. ^ Li W, Shi Z, Yu M, et al, Bats are natural reservoirs of SARS-like coronaviruses, in Science, vol. 310, nº 5748, 2005, pp. 676-9, DOI:10.1126/science.1118391, PMID 16195424.


  15. ^ Lau SK, Woo PC, Li KS, et al, Severe acute respiratory syndrome coronavirus-like virus in Chinese horseshoe bats, in Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A., vol. 102, nº 39, 2005, pp. 14040-5, DOI:10.1073/pnas.0506735102, PMC 1236580, PMID 16169905.


  16. ^ Singapore Ministry Education and Ministry of Health, Joint Press Release by Ministry of Education and Ministry of Health - Closure of schools, su www1.moe.edu.sg, 26 marzo 2003. URL consultato il 5 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2006).



Voci correlate |



  • Carlo Urbani

  • Coronavirus



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |






  • SARS, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) SARS, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Treccani, Libro dell'anno 2003, Maria Rapicetta, «L'emergenza dell'infezione da Coronavirus SARS-CoV» (XML), su treccani.it.


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