Anticomunismo








Anticomunismo indica l'eterogeneo insieme di movimenti politici, religiosi e civili che avversano o rifiutano il comunismo.


Il termine è talvolta considerato improprio sia dagli anticomunisti che dagli stessi comunisti intesi in senso ampio. L'incoerenza sovente nasce dalla confusione e sovrapposizione tra l'opposizione ad una determinata e definita forma di comunismo, e semplicemente un anticomunismo. In genere per anticomunismo si intende l'opposizione alla teoria marxista e/o l'opposizione alle sue concretizzazioni nel socialismo reale e negli Stati comunisti.




Indice






  • 1 Anticomunismo liberale e conservatore


    • 1.1 Anticomunismo in USA


    • 1.2 Interventi nella guerra civile russa


    • 1.3 Anticomunismo in altri stati




  • 2 Anticomunismo socialista


  • 3 Anticomunismo anarchico


  • 4 Anticomunismo fascista e nazista


  • 5 Anticomunismo di matrice religiosa


  • 6 Rivolte anticomuniste e antisovietiche


  • 7 Note


  • 8 Bibliografia


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Anticomunismo liberale e conservatore |


I liberali giudicano negativamente il comunismo poiché ritengono la proprietà e il mercato due libertà essenziali e necessarie allo sviluppo della civiltà. I conservatori sostengono che il comunismo sia sovversivo dei valori principali della natura dell'essere umano. Talvolta liberali e conservatori anticomunisti usano impropriamente il termine comunismo per indicare sia persone genericamente di sinistra come sindacalisti e operai, sia in senso dispregiativo nei confronti di chi promuove una politica di forte cambiamento sociale.



Anticomunismo in USA |


La cosiddetta Paura rossa (Red Scare) è stato un fenomeno socio-politico durante due distinti periodi d'intenso anticomunismo nella storia degli Stati Uniti: dal 1917 al 1920 e durante i primi anni cinquanta. Entrambi i periodi furono caratterizzati da una diffusa paura dell'influenza dei comunisti sulla società statunitense e dell'infiltrazione comunista nel governo USA. Si ebbe la tendenza a vedere il comunismo come un blocco compatto senza distinzioni e come un sinonimo di totalitarismo. Vennero bollati come comunisti anche personaggi, movimenti o regimi che non lo erano ma che venivano visti come una possibile minaccia per gli USA.


Queste paure spronarono investigazioni aggressive, imprigionamenti e condanne a morte di persone che si riteneva fossero motivate dall'ideologia comunista o associate a movimenti politici comunisti o socialisti. Uno dei casi più eclatanti (perlomeno in Italia) è la vicenda di Sacco e Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti. Furono condannati a morte con le false accuse di omicidio e rapina a mano armata, nonostante la totale carenza di prove; la successiva riabilitazione fu riconosciuta nel 1977 da parte della burocrazia statunitense. Essi vennero giustiziati il 23 agosto del 1927 nel Massachusetts.


Un altro caso degno di nota è quello dei cittadini statunitensi Ethel e Julius Rosenberg, coppia di coniugi condannati a morte, accusati di spionaggio a favore dell'URSS e giustiziati il 19 giugno 1953. Con l'apertura degli archivi sovietici si scoprì che solo il marito, Julius, era colpevole e che quindi le accuse e la condanna per Ethel Rosenberg fu ingiusta.


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Lo stesso argomento in dettaglio: maccartismo, teoria del domino e operazione Condor.


Interventi nella guerra civile russa |


A seguito dell'uscita della Russia dalla prima guerra mondiale (marzo 1918), gli Stati dell'Intesa (Regno Unito, Francia, Italia) e loro alleati s'impegnarono nella guerra civile russa inviando soldati in soccorso dell'Armata Bianca contro l'Armata Rossa. Gli scopi dell'intervento erano sia instaurare un regime che proseguisse la guerra al loro fianco, sia eliminare l'esempio della Rivoluzione russa, che poteva spingere le masse proletarie nei loro Paesi alla rivolta. Furono inviati in Russia 44.000 militari britannici, 13.000 francesi, 3.000 italiani, 13.000 statunitensi, 50.000 cecoslovacchi, 70.000 giapponesi, 24.000 greci, 12.000 polacchi, 4.000 canadesi, 4.000 serbi, 4.000 romeni.



Anticomunismo in altri stati |


In Italia dopo la seconda guerra mondiale alcune organizzazioni di anticomunisti liberali e cattolici avevano conservato un arsenale per opporsi ad un'eventuale sollevazione armata del PCI. Difatti .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}secondo un'informativa[senza fonte]del governo di Alcide De Gasperi dal 1º gennaio 1947 al 30 aprile 1948 in diversi conventi furono recuperati 974.200 chili di esplosivi, 30.896 bombe a mano, 11.473 bombe da mortaio, 11.270 fucili, 5.944 pistole, 1.876 mitra, 189 cannoni o mortai.
Il 14 luglio 1948 a Roma, l'attivista di estrema destra Antonio Pallante sparò al segretario del PCI Palmiro Togliatti il quale, dopo un intervento chirurgico, sopravvisse.


La fitta corrispondenza della ambasciatrice Claire Boothe Luce, desecretata nel 2005 dagli Archivi nazionali di Washington, "svela i retroscena del conflitto occulto. È uno squarcio inedito su un'epoca in cui l'Italia costituiva la frontiera più importante dopo la Germania tra i due blocchi"[1].


I servizi segreti italiani sostenuti dalla Central Intelligence Agency organizzarono il piano Demagnetize attivo anche in Francia con denominazione Cloven. Altra organizzazione anticomunista ed eversiva fu quella nota come P2 che aveva per programma il piano di rinascita democratica.


Grandi oppositori italiani del comunismo negli anni cinquanta furono i movimenti cattolici incentivati da Papa Pacelli a capo dei quali vi furono Luigi Gedda e Monsignor Lombardi. Nel 2008 il deputato Luca Volontè ha presentato una proposta di legge contro la propaganda di violenza ispirata al totalitarismo comunista.[2]


In Germania Ovest fu messo al bando il KPD (Partito Comunista di Germania) dal 1956 al 1969. Dopo la caduta della cortina di ferro e ottenuta l'indipendenza nel 1991, in Lituania venne bandito il Partito Comunista dell'Unione Sovietica. In Ungheria dal 2003 e in Polonia dal 2009 sono al bando tutti i simboli comunisti poiché ritenuti istigatori di violenza.[3] In USA e Russia i partiti comunisti furono banditi ma poi riammessi in differenti periodi storici. Molti europarlamentari degli Stati ex-sovietici hanno proposto la messa al bando del simbolo della falce e martello in tutte le nazioni dell'Unione europea.[4]


Il 25 gennaio 2006, a Strasburgo, il Consiglio d'Europa, con 99 sì e 42 no ha approvato, al termine di un acceso dibattito, una risoluzione intitolata Sulla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi del totalitarismo comunista. Nella risoluzione si sostiene che l'opinione pubblica è molto poco a conoscenza di tali crimini e che sinora, al contrario di quanto è avvenuto per i crimini del nazismo, nessun tribunale internazionale ha condannato i crimini commessi nei regimi comunisti. La risoluzione chiede ai partiti comunisti che siano dati netti segnali di condanna verso l'esperienza del socialismo reale. La risoluzione è stata interpretata da alcuni esponenti comunisti come una strumentalizzazione della storia contemporanea per screditare le posizioni della sinistra comunista.






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Lo stesso argomento in dettaglio: NATO, strategia della tensione, Operazione CHAOS, piano Solo e organizzazione Gladio.

Tuttavia molto spesso le pressioni esterne dei servizi segreti di potenze come gli Stati Uniti hanno utilizzato, come una loro arma contro il comunismo e la ribellione al dominio economico delle multinazionali (anche di diversa matrice politica), governi dittatoriali instaurati grazie al loro intervento. Questa prassi causò brutali massacri in massa di militanti comunisti nel secolo scorso soprattutto in Cile, Argentina, Brasile, Grecia, Corea del Sud e Indonesia. Tali regimi furono nella maggior parte capeggiati da militari e in altri casi da oligarchie economiche o religiose.



Anticomunismo socialista |






I socialisti anticomunisti sono definiti anche riformisti, riformatori, democratici o libertari; in Italia, dopo la pratica politica del frontismo, certi socialisti furono definiti socialisti autonomisti.


Ideologi socialisti anticomunisti hanno scritto molti testi di denuncia riguardo alla repressione negli stati a socialismo reale e numerosi socialisti democratici son stati perseguitati quando non uccisi nei regimi degli stati socialisti, difatti i socialisti riformisti furono definiti dagli stalinisti con il termine socialfascisti.



Anticomunismo anarchico |






Gli anarchici, filosofi e ideologi e attivisti, poiché il socialismo reale va contro i loro principi di libertà, sono come i comunisti ma contro il concetto di "fase di transizione", che secondo i marxisti prevede il sorgere di uno stato che imponga la "dittatura del proletariato". Alcuni teorici anarchici quali Michail Bakunin, Errico Malatesta, Camillo Berneri, Emma Goldman sono noti per i loro testi contrapposti ad argomentazioni strettamente marxiste; le milizie anarchiche si sono scontrate con gli stalinisti soprattutto durante la guerra civile russa e la guerra civile spagnola.


L'anarchia si divide in vari stati, troviamo forme anarchiche di sinistra (anarcocomunismo, anarcosocialismo), forme anarchie di destra (anarcocapitalismo, anarcoliberismo e anarchia di libero mercato)



Anticomunismo fascista e nazista |


Il fascismo a differenza delle altre forme di anticomunismo non contesta il comunismo come ideologia rivoluzionaria del sistema vigente. Lo contesta sulla base di un'analisi economica deleteria nei risultati pratici, sociali e appunto economici di tutta la nazione.


I fascisti hanno perseguitato i comunisti poiché la teoria economica e sociale fascista è inconciliabile con quella comunista; inoltre lo stato fascista in quanto totalitario ammette solo il sistema fascista ed esclude un possibile ricambio al potere mediante elezioni e partiti. I nazisti nella prassi politica furono anticomunisti tanto quanto i fascisti.


Conseguenza dell'anticomunismo fascista in Italia fu, oltre all'uccisione di centinaia dei militanti della sinistra nel periodo dello squadrismo e della Repubblica Sociale Italiana, la condanna alla galera e al confino per migliaia di comunisti compresi diversi dirigenti del partito comunista e l'anticomunismo nazista in Germania analogamente causò la detenzione politica di tanti comunisti tedeschi. Nel 1936 fu istituito il patto anticomintern, un patto tra nazioni fasciste con lo scopo di combattere il comunismo a livello internazionale. Tuttavia Stalinismo e Nazismo trovarono un accordo nel 1939 nel trattato di non aggressione chiamato Patto Molotov-Ribbentrop, con il quale URSS e Germania nazista si spartivano la Polonia e altri paesi dell'Europa orientale e proprio con l'invasione della Polonia da parte dei nazisti ebbe poi inizio la seconda guerra mondiale.



Anticomunismo di matrice religiosa |







Il movimento comunista ha trovato la forte opposizione della Chiesa cattolica e di altre religioni sulla base del pericolo rappresentato dalla filosofia materialistica del marxismo e dalla sua impostazione atea. La Chiesa Cattolica considera ufficialmente scomunicato il credente che aderisce ai movimenti di matrice marxista e che professa apertamente le idee comuniste. Il rapporto con la religione e il comunismo però non è sempre stato conflittuale, considerando che sono esistite ed esistono ancora formazioni politiche che hanno coniugato la propria fede religiosa con i principi del marxismo in vari paesi del mondo. In Italia di rilievo è stato il filone politico detto cattocomunista nato soprattutto con l'esperienza del Partito Cristiano Comunista, divenuto poi Partito della Sinistra Cristiana e confluito nel Partito Comunista Italiano nel 1945.



Rivolte anticomuniste e antisovietiche |






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Lo stesso argomento in dettaglio: guerra fredda, cortina di ferro, muro di Berlino e rivoluzioni del 1989.

Secondo gli anticomunisti i regimi comunisti sono totalitari e non uguali ma molto simili tra loro: si sono organizzati diversamente nelle varie nazioni ma hanno caratteristiche comuni derivanti da quella stessa ideologia totalitaria che ha prodotto identiche conseguenze. Inoltre gli anticomunisti considerano ideologicamente definita la dittatura del proletariato, che nel marxismo indica il periodo della trasformazione rivoluzionaria susseguente alla conquista del potere da parte della classe operaia, caratterizzata dalla prospettiva dell'instaurazione di un sistema di produzione associata e collettiva per una società senza classi a livello mondiale. Gli anticomunisti osservano che tale concezione, variamente ripresa e sviluppata dai teorici marxisti, ha avuto differenti applicazioni pratiche dopo il 1917 ovunque i comunisti hanno preso il potere dopo la guerra o rivoluzione dando luogo tuttavia allo stabilizzarsi in rigidi sistemi di governo e a degenerazioni autoritarie a scapito della proclamata transitorietà. Tali sistemi repressivi di governo provocarono le rivolte anticomuniste che si verificarono in Europa centrale nel cosiddetto Impero sovietico, Albania e Cina. In ordine cronologico ricordiamo tali rivolte.


Rivolte spiccatamente anticomuniste e antisovietiche




  • 1942/1943 e 1950, L'Esercito Insurrezionale Ucraino (in ucraino Українська Повстанська Армія, Ukrains'ka Povstans'ka Armija (UPA) combatté contro l'armata rossa per l'indipendenza dell'Ucraina. Dopo la guerra, i membri dell'UPA, furono perseguitati, deportati e con vari membri di spicco assassinati fino alla sua (non totale) repressione.


  • 1940 e 1944, Fratelli della foresta, movimento di resistenza negli stati baltici. Movimento represso con forza entro la fine degli anni cinquanta.


  • 1953, in Cecoslovacchia a Plzeň ai primi di giugno la città fu sotto il controllo degli operai dopo una sollevazione popolare. Gli operai reclamavano mutamenti economici e politici agitando ritratti di Masaryk, Beneš ed Eisenhower; l'esercito fu restìo ad aprire il fuoco quindi la sommossa fu sedata da poliziotti del reparto di sicurezza accorsi da Praga.

  • In Germania Est il 16 giugno i lavoratori in massa reclamarono la partenza dei soldati sovietici e libere elezioni. L'armata rossa intervenne reprimendo le rivolte a Berlino Est e in altre città in pochi giorni: i rivoltosi uccisi furono centinaia.


  • 1956, in Polonia a giugno avviene la Rivolta di Poznań: gli operai scioperarono nonostante il divieto e manifestarono; gli operai uccisi dai soldati furono quasi cento.


  • 1980, in Polonia il sindacato clandestino Solidarność organizzò scioperi e manifestazioni chiedendo un notevole cambiamento della politica comunista governativa.


  • 1988 - 1991, la Rivoluzione cantata che riportò la democrazia, il ritorno dell'indipendenza e la fine dell'occupazione straniera sovietica in Estonia, Lettonia, Lituania.


  • 1989, in Cina il 15 aprile gli studenti universitari diedero inizio a manifestazioni di massa che furono contrastate prima dalla polizia poi dall'esercito; in pochi giorni i morti tra rivoltosi studenti e operai furono in numero difficilmente valutabile poiché i capi della dittatura cinese fornirono dati che son ritenuti oggettivamente falsi dai ricercatori di storia: le stime degli storici calcolano da circa 3.000 a un massimo di forse 12.000 considerando i rivoltosi imprigionati poi uccisi. Comunque sull'orientamento tutto anticomunista di questa rivolta sono sollevati dubbi da alcuni commentatori: le richieste degli studenti erano dirette all'apparato statale (riconoscendolo di conseguenza) e tra le canzoni che certi gruppi cantavano nelle manifestazioni era presente anche l'Internazionale.

  • In Cecoslovacchia vi fu la cosiddetta rivoluzione di velluto che preluse a un nuovo assetto politico democratico.

  • In Romania a dicembre iniziò la rivolta che coinvolse parte dell'esercito romeno e aprì la fase democratica. I morti si contarono a migliaia.


  • 1990, in Albania vi fu la rivolta seguita da un esodo di fuggiaschi che in nave approdarono a Bari. La rivolta diede poi corso a un orientamento politico democratico.


Rivolte antisovietiche e relativamente anticomuniste




  • 1956, in Ungheria il 23 ottobre operai e studenti diedero il via a una rivolta generale chiedendo il ritiro delle truppe sovietiche e radicali riforme. Il 2 novembre il capo del governo Imre Nagy proclamò la neutralità del Paese e chiese l'intervento dell'ONU ma il 4 novembre intervenne l'armata rossa che represse la rivolta dopo una resistenza degli insorti ungheresi che continuarono a combattere sino l'anno successivo: gli storici fanno una stima dei morti ungheresi che è tra le 20.000 e 25.000 persone. Con l'avvento della democrazia in Ungheria la data del 23 ottobre è diventata festa nazionale. Si osservi tuttavia che l'interpretazione di questo movimento come totalmente anticomunista è messo seriamente in discussione da diversi storici poiché alcuni capi politici della rivolta erano comunisti.


  • 1968, in Cecoslovacchia operai e studenti manifestarono chiedendo importanti riforme quindi vi fu la cosiddetta primavera di Praga ma poi intervenne l'armata rossa: 72 furono i rivoltosi uccisi. Nel 1969, per incitare il popolo cecoslovacco contro il regime, Jan Palach e altri giovani a intervallo di pochi giorni uno dall'altro si suicidarono dandosi fuoco nel centro di Praga.


Le rivolte antisovietiche e parzialmente anticomuniste che si susseguirono in Russia poi in Unione Sovietica furono:




  • 1918: rivolta a Pietrogrado


  • 1921: rivolte a Pietrogrado, Kolpino e Kronstadt


  • 1930: rivolta a Ivanovo


  • 1961: rivolte a Murom e Aleksandrovo


  • 1962: rivolta a Novočerkassk



Note |




  1. ^ Ennio Caretto, L'offensiva sugli intellettuali caldeggiata dall'ambasciatrice Luce. Una diplomatica anticomunista. Troppa Cgil per Tolstoj, Corriere della Sera, 17 aprile 2005. Vi si legge che "i documenti indicano che la battaglia culturale viene combattuta senza esclusione di colpi: l'ambasciata chiede a esempio ai servizi segreti Usa d'indagare non solo su De Sica e Visconti, bensì anche sui produttori cinematografici Carlo Ponti, il marito di Sophia Loren, e Dino De Laurentiis, il marito di Silvana Mangano, colpevoli di «collaborare col sindacato comunista» (la Cgil) allo scopo, se possibile, di screditarli. Ma è il «Piano d'azione» Usis a illustrare la portata della offensiva per la conquista «del cuore e della mente dell'Italia». Il piano prevede che vengano mobilitati oltre duemila uomini d'affari ed economisti «abbastanza giovani da essere malleabili ma in grado di esercitare un certo peso sul paese», oltre duemila docenti universitari, professori di liceo, maestri e insegnanti d'inglese; oltre tremila leader dei sindacati liberi (non comunisti); oltre tremila personalità dei media e la cultura, giornalisti, artisti e intellettuali, «in particolare quelli interessati ai temi sociali»; oltre duemila liberi professionisti, avvocati, ingegneri, medici «all'avanguardia nelle comunità locali»; oltre mille dei migliori studenti universitari; seimilacinquecento esponenti del governo e dei partiti a tutti i livelli; quattrocento «ufficiali chiave delle forze armate». E poi i leader religiosi, delle minoranze e così via, per un totale di undici categorie".


  2. ^ Apologia di comunismo l'Udc inventa un reato


  3. ^ Comunismo e Nazismo: in Polonia sono illegali


  4. ^ da Repubblica, 8 febbraio 2005



Bibliografia |




  • Stéphane Courtois, Il libro nero del comunismo, collana Le Scie, Mondadori, Milano 1998, ISBN 88-04-47330-4


  • Anne Applebaum, Gulag: storia dei campi di concentramento sovietici, Mondadori, Milano 2004, ISBN ISBN 88-04-52651-3



Voci correlate |









  • Arcipelago Gulag

  • Buio a mezzogiorno


  • Carestia sovietica del 1932-1933
    • Holodomor


  • Critiche al comunismo

  • Grandi purghe

  • Gulag: storia dei campi di concentramento sovietici

  • Il libro nero del comunismo

  • Massacri delle foibe

  • Memento Gulag






  • Memoriale delle vittime del Comunismo e della Resistenza

  • Memoriale di Berlino-Hohenschönhausen

  • Memoriale Gloria Victis

  • Risoluzione 1481 del Consiglio d'Europa

  • Scomunica ai comunisti

  • Stato comunista

  • Terrore rosso


  • Terrorismo rosso
    • Organizzazioni armate di sinistra in Italia







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Collegamenti esterni |






  • Anticomunismo, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata

  • Anticomunismo in "Dizionario di Storia" (2010), su Enciclopedia Treccani. URL consultato l'11 marzo 2018.

  • "Anticomunismo" (2009), su Dizionario storico della Svizzera. URL consultato l'11 marzo 2018.


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