Fußball-Club Bayern München
Bayern Monaco Calcio | ||||
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Campione di Germania in carica | ||||
Detentore della Supercoppa di Germania | ||||
Der FCB, Die Bayern (I Bavaresi), Die Roten (I Rossi) | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Rosso e bianco | |||
Inno | Stern des Südens (La stella del Sud) Willy Astor | |||
Dati societari | ||||
Città | Monaco di Baviera | |||
Nazione | Germania | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | DFB | |||
Campionato | Bundesliga | |||
Fondazione | 1900 | |||
Presidente | Uli Hoeneß | |||
Allenatore | Niko Kovač | |||
Stadio | Allianz Arena (75,024 posti) | |||
Sito web | www.fcbayern.de | |||
Palmarès | ||||
Titoli di Germania | 28 | |||
Trofei nazionali | 18 Coppe di Germania 7 Supercoppe di Germania 6 Coppa di Lega tedesca | |||
Trofei internazionali | 5 Coppe dei Campioni/Champions League 1 Coppe delle Coppe 1 Coppe UEFA/Europa League 1 Supercoppe UEFA 2 Coppe Intercontinentali 1 Coppe del mondo per club | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Fußball-Club Bayern München AG, noto internazionalmente come Bayern München o Bayern e in lingua italiana come Bayern Monaco, è una società polisportiva tedesca avente sede a Monaco di Baviera, celebre per la sua sezione calcistica, che milita nella Bundesliga, la massima divisione del campionato tedesco di calcio. Fu fondato nel 1900 da alcuni membri del MTV 1879 München. La polisportiva comprende sezioni di scacchi, pallavolo, pallacanestro, ginnastica, bowling, tennis tavolo, squadre di calcio, per un totale di 1.100 sportivi tesserati.
La sezione calcistica della polisportiva bavarese è la più titolata di Germania, avendo vinto 28 campionati, 18 coppe nazionali, 7 Supercoppe di Germania e 6 Coppe di Lega tedesche, nonché una tra le più vittoriose del mondo, potendo vantare 5 Coppe dei Campioni/Champions League, una Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, 2 Coppe Intercontinentali e un mondiale per club FIFA.
Insieme con la Juventus, l'Ajax, il Chelsea e il Manchester United, il Bayern Monaco è una delle cinque squadre di calcio ad aver vinto le tre principali competizioni UEFA per club e tutte le competizioni UEFA a cui ha partecipato.[1] Nella stagione 2012-2013, con la vittoria di campionato, coppa nazionale e Champions League, è diventato il solo club tedesco a realizzare il treble[2]. In Coppa dei Campioni/UEFA Champions League vanta la disputa di 10 finali (di cui 5 vinte), risultando terzo nella graduatoria dei piazzamenti nel torneo dopo Real Madrid e Milan.
Il Bayern Monaco è stato membro fondatore del G-14, associazione di club calcistici europei consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte all'UEFA e alla FIFA. Dalla stagione agonistica 2005-2006 disputa le partite interne nello stadio Allianz Arena di Monaco di Baviera, impianto da 75.000 posti. Nei 33 anni precedenti aveva giocato le partite interne nell'Olympiastadion di Monaco (69.250 posti).
Indice
1 Storia
1.1 Dalla fondazione alla Bundesliga (1900-1965)
1.1.1 Fondazione ed esordi (1900-1910)
1.1.2 Primo dopoguerra e primi titoli (1918-1932)
1.1.3 Gli anni del Terzo Reich (1933-1945)
1.1.4 Secondo dopoguerra, anni bui e risalita (1945-1957)
1.1.5 Verso la Bundesliga (1957-1965)
1.2 Gli anni d'oro (1965-1979)
1.2.1 Consolidamento in Bundesliga (1965-1970)
1.2.2 Successi internazionali (1970-1975)
1.2.3 Anni di transizione (1976-1979)
1.3 Dal FC Breitnigge al FC Hollywood (1979-1998)
1.3.1 Il ritorno al successo (1979-1991)
1.3.2 Alla ricerca del giusto allenatore (1991-1998)
1.4 Nuovi successi nazionali e la Champions del 2001 (1998-2008)
1.4.1 L'era Hitzfeld (1998-2004)
1.4.2 I successi interni (2004-2008)
1.5 Verso il nuovo successo internazionale (2008-oggi)
1.5.1 Il cammino verso il treble
1.5.2 I sei titoli nazionali di fila
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.1.1 Divise storiche
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
3.2.3 Mascotte
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Campo di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Impegno nel sociale
5.4 Settore giovanile
6 Giocatori
6.1 Hall of Fame
6.2 Capitani
6.3 Vincitori di titoli
6.4 Premi individuali dei giocatori
6.5 Altri riconoscimenti individuali
7 Allenatori e presidenti
7.1 Allenatori
7.2 Presidenti
8 Palmarès
8.1 Competizioni nazionali
8.2 Competizioni internazionali
8.3 Altre competizioni internazionali
8.4 Competizioni regionali
8.5 Competizioni giovanili
8.6 Altri piazzamenti
9 Statistiche e record
9.1 Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali
9.1.1 Campionati nazionali
9.1.2 Partecipazione alle coppe europee
9.2 Statistiche individuali
10 Tifoseria
10.1 Rivalità
10.2 Gemellaggi
11 Organico
11.1 Rosa
11.2 Staff tecnico
12 Altre sezioni della polisportiva
12.1 Calcio femminile
12.2 Pallacanestro
12.3 Altre sezioni
13 Note
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Storia |
Dalla fondazione alla Bundesliga (1900-1965) |
Fondazione ed esordi (1900-1910) |
Il Bayern Monaco viene fondato il 27 febbraio 1900 a Monaco di Baviera, precisamente nel Café Gisela, che si trova nel distretto di Schwabing[3]. I primi undici membri provengono dal MTV 1879 München, e sono capitanati da Franz John[3]. La fondazione di una società separata si rende necessaria in quanto l'MTV è incentrato maggiormente sulla ginnastica, mentre i fuoriusciti vogliono aderire alla SFV, l'associazione dei club di calcio della Germania meridionale[4].
Il Bayern adotta come colori sociali il bianco e l'azzurro[4], che sono anche quelli della Baviera, e la prima divisa consiste semplicemente in una maglia bianca e dei pantaloncini neri[5]. John viene eletto presidente della neonata società[4], con gli altri fondatori che provengono in gran parte da Berlino, Friburgo, Lipsia e Brema. A pochi giorni dalla nascita, il 1º marzo, viene giocata la prima partita, contro il Monaco 1896, che viene vinta per 5-2[4]. Ben presto la squadra inizia ad attrarre numerosi calciatori, tra cui tre provenienti dal Monaco 1860.
Nel 1905 si verifica la prima unione, quella con il Münchner SC, e in questa occasione vengono adottati gli attuali colori, il bianco e il rosso[4]; di qui a poco, inoltre, il club comincia a giocare in un campo sulla Leopoldstraße[6], inoltre Max Gablonsky diventa il primo calciatore del Bayern ad essere convocato in Nazionale[4].
Primo dopoguerra e primi titoli (1918-1932) |
Dopo la sospensione delle attività causata dalla prima guerra mondiale, un campionato regolare viene ripristinato nella stagione 1919-1920. Contemporaneamente, nell'ottobre 1919, il Bayern Monaco si fonde con il Turnverein Jahn TuSpV Bayern[4], e la carica di allenatore passa all'inglese William Townley. Già negli anni prima della guerra il club aveva avuto degli allenatori d'Oltremanica: Taylor e Charles Griffith, oltre allo stesso Townley. Nella primavera del 1924 la società attua la Reinliche Scheidung (netta separazione di discipline sportive) con il TuSpV Baviera, e si costituisce come sodalizio indipendente, col nome FC Bayern München. L'allenatore è Jim McPherson, un altro inglese.
La squadra intanto ha iniziato a giocare nelle competizioni regionali bavaresi, ottenendo presto successo. Qui le rivali più agguerrite si chiamano Norimberga e Fürth[4], e proprio contro questi ultimi si gioca la finale del campionato della Germania meridionale del 1926. La partita di ritorno viene giocata in quello che è da poco diventato il teatro delle partite casalinghe, il Grünwalder Stadion, e viene trasmessa in diretta radiofonica: alla fine a prevalere sono i padroni di casa, per 4-3. I Rossi partecipano così alla fase nazionale ma vengono eliminati negli ottavi di finale, dopo aver perso 2-0 contro il Fortuna Lipsia. Una nuova partecipazione allo stesso torneo è datata 1928: in quest'edizione il Bayern, guidato dell'ungherese Leo Weisz, batte Wacker Halle e SpVgg Sülz 07 prima di raggiungere la semifinale. Qui il cammino però si arresta: fatale è l'incontro con i futuri campioni dell'Amburgo, che vincono la sfida per 8-2.
Il primo titolo tedesco arriva ad ogni modo poco dopo, nel 1932, al quarto tentativo, quando Richard Kohn guida un gruppo che comprende tra gli altri Oskar Rohr, Josef Bergmaier e Ludwig Goldbrunner[7]. Il Bayern sconfigge in semifinale il forte Norimberga prima di accedere alla finale nazionale, che si gioca contro l'Eintracht Francoforte proprio a Norimberga: in città accorrono migliaia di sostenitori dei bavaresi[6], che vedono vincere i Rossi per 2-0.
Gli anni del Terzo Reich (1933-1945) |
La situazione cambia però rapidamente: il nazismo prende il potere in Germania, e il Bayern viene presto considerato dalle autorità come un club ebreo[8]. Così Kohn si trasferisce in Spagna, mentre peggior sorte ha il presidente Kurt Landauer, che viene deportato per trentatré giorni nel campo di concentramento di Dachau[9].
Comunque anche da un punto di vista strettamente calcistico la squadra non ha vita facile durante la dittatura di Adolf Hitler[8]: in seguito alla riforma del campionato voluta dal regime si ritrova a giocare nella Gauliga Bayern, ma non ottiene risultati significativi in questo periodo. Solo nel 1944 riesce a vincere il proprio campionato, ma non fa molta strada nella competizione nazionale.
Secondo dopoguerra, anni bui e risalita (1945-1957) |
Nel dopoguerra Monaco entra a far parte della Germania Ovest, e nel novembre 1945 i bavaresi vengono quindi inseriti in una delle cinque neo costituite massime divisioni nazionali, l'Oberliga Süd. Pur essendo questi anni positivi per la crescita del club, che arriva ad avere a più di mille membri, il Bayern stenta però ad emergere. Tocca infatti uno dei punti più bassi della della propria storia nella stagione 1955-1956, quando, con in rosa anche il campione del Mondo Hans Bauer, si trova a giocare in seconda divisione. La squadra viene comunque subito promossa, e nel 1957 conquista la Coppa della Germania meridionale, che dà l'accesso alla coppa nazionale. Qui i Rossi ottengono il loro primo successo, dopo aver sconfitto per 1-0 il Fortuna Düsseldorf, davanti a 42.000 spettatori[10].
Verso la Bundesliga (1957-1965) |
Il 16 ottobre 1962 il Bayern esordisce in campo internazionale, sconfiggendo il Basilea XI per 3-0 nel primo turno della Coppa delle Fiere 1962-1963; viene poi eliminato nei quarti di finale (1-4 e 0-0) dalla futura finalista della manifestazione, la Dinamo Zagabria.
Un grosso cambiamento si verifica nel 1963, quando nasce la Bundesliga, cioè il primo massimo campionato tedesco occidentale composto da un unico girone all'italiana. Vi accedono sedici squadre provenienti dalle cinque Oberligen, ma tra queste non figura il Bayern: questo perché la Federazione decide di non ammettere più di un club per città[10][11], e sono già presenti i concittadini del Monaco 1860. Ad ogni modo la società ingaggia Zlatko Čajkovski, allenatore jugoslavo che ha già vinto il campionato tedesco con il Colonia, e accede ad una delle neonate seconde divisioni, la Regionalliga Süd.
L'ingresso in Bundesliga è comunque rimandato di poco, al 1965, quando i Rossi vincono i play-off e vengono promossi. Parte del merito va sicuramente a Rainer Ohlhauser, che segna ben quarantadue gol e stabilisce un record di marcature arrivato fino ai giorni nostri[11], tuttavia fanno già parte di questa squadra tre giocatori sui quali il club costruirà i propri successi negli anni a venire: Sepp Maier, Franz Beckenbauer e Gerd Müller.
Gli anni d'oro (1965-1979) |
Consolidamento in Bundesliga (1965-1970) |
I bavaresi si adattano presto alla nuova realtà: nella prima stagione ottengono subito un terzo posto in campionato, inoltre conquistano la seconda coppa nazionale. Grazie a questo successo partecipano poi alla Coppa delle Coppe 1966-1967, e qui, anche grazie ai gol del capocannoniere Müller, arrivano a disputare la finale di Norimberga. La partita, giocata contro i Rangers, viene risolta ai tempi supplementari da un gol di Franz Roth, e il trofeo così conquistato segue quello dei connazionali del Borussia Dortmund. Nella stessa stagione la squadra conquista la terza coppa nazionale, mentre in quella successiva è protagonista di un'altra buona prova nella Coppa delle Coppe, arrivando fino alle semifinali. Qui affronta il futuro vincitore, il Milan di Nereo Rocco, perdendo all'andata in Italia per 2-0 e pareggiando senza gol nel ritorno.
È il successore di Čajkovski, Branko Zebec, a guidare i Rossi alla vittoria del primo titolo in Bundesliga nella stagione 1968-1969, nella quale viene conquistata anche la Coppa di Germania: è il primo double nella storia del calcio tedesco; a livello personale Müller diventa invece per la seconda volta il capocannoniere del campionato. La prima partecipazione alla Coppa dei Campioni termina però al primo turno, dopo l'incontro con il Saint-Étienne, e nel marzo 1970 Zebec viene sostituito da Udo Lattek.
Successi internazionali (1970-1975) |
Lattek è il secondo di Helmut Schön sulla panchina della nazionale, ma è giovane e non ha molta esperienza alle spalle. Ad ogni modo viene contattato da Beckenbauer per conto della dirigenza prima di un'amichevole disputata a Siviglia[12], e decide di accettare l'incarico. Più offensivo del suo predecessore, decide di dare spazio alle individualità dei singoli[13]: inizia subito conducendo i bavaresi al secondo posto in campionato, e lo stesso fa in quello successivo. Però in quest'ultimo caso i Rossi vengono sorpassati dal Borussia Mönchengladbach nell'ultima giornata, anche se conquistano la quinta Coppa Nazionale. Intanto al gruppo si sono aggiunti anche Hans-Georg Schwarzenbeck, Paul Breitner e Uli Hoeneß, mentre Müller ha già ottenuto importanti riconoscimenti a livello personale: nel 1970 vince sia il Pallone d'oro che la Scarpa d'oro, ed è anche capocannoniere ai Mondiali messicani.
Con Lattek il Bayern conquista il titolo tedesco nella stagione 1971-1972, e stabilisce inoltre numerosi record, tra cui quello del numero di punti ottenuti e dei gol fatti. Anche in questa occasione è decisiva la sfida dell'ultima giornata, che si disputa ora contro lo Schalke 04: i bavaresi sono infatti in testa alla classifica, ma gli avversari sono indietro di un solo punto[14]. Questa partita, che inaugura il nuovo Olympiastadion[13], è anche la prima di Bundesliga ad essere trasmessa in diretta televisiva, e viene vinta dai padroni di casa per 5-1[15]. Intanto nella Coppa delle Coppe i tedeschi erano stati eliminati in semifinale dai futuri campioni dei Rangers, ma negli ottavi avevano sconfitto il Liverpool. Nella stagione successiva arriva il quarto titolo tedesco, mentre in Coppa dei Campioni il Bayern viene eliminato dall'Ajax di Johan Cruijff che si avvia a conquistare il terzo titolo consecutivo nella manifestazione; intanto Beckenbauer ha vinto il suo primo Pallone d'oro precedendo Müller, che, miglior marcatore d'Europa, è stato invece premiato con la seconda Scarpa d'oro e diventa anche capocannoniere nell'Europeo in Belgio, vinto con la Nazionale.
I tedeschi partecipano alla Coppa dei Campioni 1973-1974, dove nel primo turno incontrano l'Åtvidabergs. Vincono l'incontro casalingo per 3-1, ma nel ritorno si trovano in svantaggio per 3-0; si assicurano comunque il passaggio del turno ai calci di rigore, e decidono di acquistare dagli svedesi il protagonista della gara, Conny Torstensson, autore tra l'altro di una doppietta. In seguito il Bayern elimina tra gli altri i cugini della Dinamo Dresda, e arriva poi a disputare la finale di Bruxelles contro l'Atlético Madrid. I Rossi arrivano nella capitale belga con i favori del pronostico[16] ma non riescono a sbloccare la partita, che prosegue ai tempi supplementari. Inaspettatamente sono però gli spagnoli a portarsi in vantaggio, grazie ad un gol di Luis Aragonés a sei minuti dal termine. Ad ogni modo, poco prima che la partita finisca, Schwarzenbeck riesce a pareggiare con un tiro da 25 metri[17], e in base al regolamento vigente, per la prima e unica volta nella storia è necessaria la ripetizione della partita. Questa si gioca il 17 maggio sempre nello stesso stadio, e vede questa volta prevalere nettamente il Bayern per 4-0, grazie alle doppiette di Hoeneß e Müller; intanto la squadra aveva già vinto il quinto titolo tedesco, mentre poco dopo molti giocatori del club vincono il Mondiale di casa.
Nella stagione 1974-1975 si registrano l'addio di Breitner, che si trasferisce al Real Madrid, e l'ingresso nella rosa titolare del giovane Karl-Heinz Rummenigge. La società, prendendo una decisione simile a quella dall'Ajax di qualche anno prima, sceglie di non partecipare alla Coppa Intercontinentale. Non si tiene invece l'edizione della Supercoppa UEFA, nella quale il Bayern avrebbe dovuto incontrare il Magdeburgo; le due squadre si incontrano però nella successiva Coppa dei Campioni, e sono i bavaresi a passare il turno.
La squadra aveva tuttavia iniziato il campionato perdendo per 6-0 contro il Kickers Offenbach[18], e in gennaio Lattek viene licenziato[19][20] quando il club si trova in quattordicesima posizione[21]. Viene sostituito da Dettmar Cramer, che, pur non riuscendo a migliorare di molto le sorti in campionato, porta i tedeschi a disputare la seconda finale di Coppa dei Campioni consecutiva. La partita si gioca il 28 maggio 1975 a Parigi contro il Leeds United di Joe Jordan, e viene vinta dal Bayern per 2-0 grazie ai gol di Franz Roth e di Gerd Müller. Tuttavia Björn Andersson deve abbandonare il campo nei primi minuti a causa di un duro contrasto, mentre Uli Hoeneß subisce un grave incidente al ginocchio che condizionerà il prosieguo della sua carriera[22]; gli inglesi si lamentano invece per alcune decisioni arbitrali a loro sfavorevoli[23][24]. Purtroppo questa finale sarà ricordata anche per le violenze degli hooligan inglesi, che inducono la UEFA a squalificare il Leeds dalle competizioni europee per qualche anno[23][24].
Nella stagione 1975-1976 la Coppa Intercontinentale non viene disputata, ma nella Supercoppa UEFA i sovietici della Dinamo Kiev riescono a vincere entrambe le gare, e ad aggiudicarsi quindi il trofeo. I tedeschi partecipano alla Coppa dei Campioni 1975-1976 come detentori del trofeo, ed eliminano anche il Real Madrid di Breitner prima di arrivare per il terzo anno consecutivo in finale. La partita si disputa a Glasgow contro il Saint-Étienne, squadra francese già battuta nell'edizione precedente della manifestazione, e viene vinta grazie ad un gol di Franz Roth nel secondo tempo. In questo modo il giocatore segna il suo terzo gol in una finale europea, mentre il Bayern conquista per tre volte consecutive il trofeo e se lo può quindi tenere definitivamente.
Anni di transizione (1976-1979) |
La stagione 1976-1977 inizia con la sconfitta nella Supercoppa UEFA, che viene vinta dall'Anderlecht, ma prosegue con la Coppa Intercontinentale. La partita di andata, disputata a Monaco nella neve, vede i Rossi sconfiggere i brasiliani del Cruzeiro per 2-0 grazie ai gol di Gerd Müller e di Jupp Kapellmann, che arrivano verso la fine dell'incontro; un pareggio a reti inviolate in Sudamerica vale poi la conquista della coppa.
Il trofeo mondiale è però l'ultimo successo di questo periodo: i bavaresi incontrano nuovamente la Dinamo Kiev, nei quarti della successiva Coppa dei Campioni, e ne escono sconfitti. Intanto Beckenbauer ha vinto il Pallone d'oro 1976, ma a fine stagione si trasferisce nel New York Cosmos; va così a giocare nella NASL, e due anni dopo sarà seguito anche da Müller, che si legherà invece al Fort Lauderdale Strikers. Sempre nello stesso periodo il Bayern raggiunge il peggior piazzamento di sempre in campionato, un dodicesimo posto nel 1977-1978, mentre continuano gli addii: Uli Hoeneß si trasferisce per una stagione al Norimberga prima di abbandonare il calcio giocato a soli ventisette anni, Hans-Georg Schwarzenbeck lascia per la rottura del tendine di Achille, ed infine Sepp Maier è vittima di un incidente automobilistico e deve terminare anch'egli la carriera.
Dal FC Breitnigge al FC Hollywood (1979-1998) |
Il ritorno al successo (1979-1991) |
A fronte dei numerosi addii si registrano comunque nuovi inserimenti, tra i quali quelli di Klaus Augenthaler e di Dieter Hoeneß, fratello minore di Uli, assunto invece come dirigente. Si assiste anche al ritorno di Paul Breitner, che guida in campo la squadra insieme a Karl-Heinz Rummenigge; si parla infatti di FC Breitnigge.
Durante la stagione 1978-1979 è l'ungherese Pál Csernai a sedersi sulla panchina del club, ed attua subito dei cambiamenti: introduce un nuovo schieramento della difesa[25] e sposta Rummenigge dalla posizione di trequartista a quella di attaccante[26]. Così, nella stagione 1979-1980 la squadra torna a vincere il campionato dopo sei anni, e arriva inoltre alle semifinali di Coppa UEFA insieme ad altre tre squadre della Germania Ovest. Viene però battuta nettamente dai futuri campioni dell'Eintracht Francoforte, proprio come nell'edizione 1977-1978 della stessa manifestazione. Anche nella stagione successiva il Bayern conquista il campionato e raggiunge nuovamente le semifinali in una competizione europea, questa volta nella più prestigiosa Coppa dei Campioni. Ad avere la meglio, grazie alla regola dei gol fuori casa, sono però i futuri campioni del Liverpool, ad ogni modo Rummenigge è il capocannoniere della manifestazione. L'attaccante vince poi il Pallone d'oro per il secondo anno consecutivo, e in questa edizione Breitner si classifica al secondo posto. Nella stagione 1981-1982 viene vinta la sesta coppa di Germania e viene raggiunta la quarta finale della Coppa dei Campioni. Anche se nei primi tre posti della classifica marcatori della manifestazione figurano Hoeneß, Rummenigge e Breitner, a Rotterdam è nuovamente una squadra inglese a vincere, l'Aston Villa.
La stagione 1983-1984 inizia con il ritorno in panchina di Udo Lattek, che nel frattempo è diventato il primo allenatore a vincere tutti i tre principali trofei continentali con altrettante squadre[27]. Il Bayern vince subito la settima coppa di Germania senza più Breitner in campo, e poco dopo anche Rummenigge lascia il club per trasferirsi all'Inter. Ad ogni modo i bavaresi acquistano Lothar Matthäus e Roland Wohlfarth e vincono il campionato 1984-1985. L'annata è inoltre nuovamente impreziosita da un'altra buona prova in campo europeo, nella Coppa delle Coppe: qui i tedeschi eliminano anche la Roma nei quarti, e vengono successivamente sconfitti in semifinale di futuri campioni dell'Everton. Infine, dopo aver conquistato un nuovo double nella stagione 1985-1986 raggiungono la quinta finale della Coppa dei Campioni nell'edizione 1986-1987. In questa manifestazione eliminano anche il Real Madrid, mentre l'ultimo ostacolo è rappresentato dal Porto. A Vienna, però, sono proprio i portoghesi a prevalere: al settantottesimo minuto Rabah Madjer riesce a pareggiare con un famoso[28] gol di tacco l'iniziale vantaggio di Ludwig Kögl, mentre due minuti dopo Juary batte nuovamente Jean-Marie Pfaff segnando la rete del definitivo 2-1. Intanto la squadra ha conquistato il decimo titolo tedesco, e Lattek lascia.
La stagione 1987-1988 inizia con Jupp Heynckes in panchina che conquista la prima Supercoppa di Germania, e si conclude con il trasferimento di Lothar Matthäus e Andreas Brehme all'Inter. Proprio i nerazzurri sono avversari dei bavaresi negli ottavi della Coppa UEFA 1988-1989: l'incontro di andata, giocato a Monaco, verrà ricordato anche per il bel gol di Nicola Berti[29] che, intercettata la palla poco fuori dalla propria area di rigore fugge inseguito dai giocatori tedeschi verso la porta difesa da Raimond Aumann riuscendo poi a batterlo. La squadra italiana riesce a vincere l'incontro 2-0, ma la situazione cambia al termine della partita di Milano: i Rossi segnano tre gol in sette minuti, e riescono a qualificarsi grazie alla vittoria per 3-1. In seguito il Bayern viene eliminato in semifinale dal Napoli capitanato da Diego Armando Maradona che vincerà poi il trofeo, ma poco dopo arriva la conquista dell'undicesimo titolo. I bavaresi vincono il campionato anche nella stagione successiva, e in questo modo partecipano a due edizioni di Coppa dei Campioni; come già successo più volte in passato, però, in entrambe le occasioni vengono eliminati dalla squadra che si aggiudicherà la coppa, e sempre in semifinale: prima dal Milan, poi dalla Stella Rossa.
Alla ricerca del giusto allenatore (1991-1998) |
Heynckes lascia durante la stagione 1991-1992, che si rivela travagliata: sulla panchina del club si siedono anche Søren Lerby ed Erich Ribbeck. Il Bayern viene eliminato nei sedicesimi della Coppa UEFA dopo aver subito contro il B 1903 la sconfitta esterna peggiore nelle competizioni europee, un 6-2[30], mentre il primo campionato dopo la riunificazione tedesca viene concluso al decimo posto, peggior piazzamento dalla stagione 1977-1978.
Il Bayern torna al successo in campionato nella stagione 1993-1994, quando Franz Beckenbauer viene nominato allenatore a stagione iniziata e ci sono in rosa giocatori come il rientrante Lothar Matthäus e Mehmet Scholl. Il Kaiser subentra nuovamente nella stagione 1995-1996, e i tedeschi, la cui porta è ora difesa da Oliver Kahn, conquistano l'ultima delle tre principali competizioni UEFA per club che gli manca: battendo nella doppia finale il Bordeaux vincono infatti la Coppa UEFA, e oltretutto Jürgen Klinsmann si laurea capocannoniere della manifestazione.
È poi Giovanni Trapattoni a sedersi in due periodi distinti sulla panchina del club: sotto la sua guida, nella stagione 1994-1995 i tedeschi raggiungono nuovamente le semifinali di Champions League dove vengono eliminati dall'Ajax poi vincitore, mentre successivamente vincono sia il campionato 1996-1997 che la Coppa di Germania 1997-1998, quest'ultimo quando in rosa c'è anche Bixente Lizarazu. Rimane molto famosa una conferenza stampa tenuta il 10 marzo 1998 dall'allenatore italiano, che accusa alcuni suoi calciatori di scarso impegno e di mancanza di professionalità[31]; intanto la squadra viene soprannominata FC Hollywood per via della frequenza con cui i suoi calciatori appaiono sulle pagine di gossip[32].
Nuovi successi nazionali e la Champions del 2001 (1998-2008) |
L'era Hitzfeld (1998-2004) |
Nell'estate del 1998 è Ottmar Hitzfeld a sedersi sulla panchina del club. L'allenatore, già campione d'Europa con il Borussia Dortmund guida subito il Bayern verso la sesta finale in Champions League: partendo dai preliminari i tedeschi vincono il gruppo precedendo Manchester Utd e Barcellona, mentre in seguito, nell'ultima partita giocata proprio nella città catalana ritrovano gli inglesi. La partita pare andare nel verso giusto per i Rossi, che segnano in apertura con Mario Basler e mantengono il vantaggio fino al novantesimo, tuttavia i minuti di recupero sono a loro fatali: lo United segna due gol a tempo scaduto e conquista così la coppa. In questa stagione la squadra ha comunque conquistato il titolo tedesco, e lo stesso fa nella successiva; questa volta il campionato viene vinto raggiungendo il Bayer Leverkusen all'ultima giornata, e prevalendo grazie alla miglior differenza reti. Poco prima la squadra era stata eliminata nella semifinale di Champions League dai futuri campioni del Real Madrid, che però erano finiti dietro ai tedeschi nella seconda fase a gruppi del torneo.
La stagione 2000-2001 è sicuramente da ricordare: il Bayern mette in bacheca la quarta Champions League. Durante il cammino i tedeschi eliminano le due grandi favorite per la conquista del trofeo nonché le detentrici delle ultime due edizioni, ovvero il Manchester United e il Real Madrid, rispettivamente ai quarti e in semifinale, ottenendo anche quattro vittorie in altrettante partite. La settima finale della storia del club si gioca a Milano contro il Valencia, e qui i calci di rigore sono protagonisti: nei tempi regolamentari segnano infatti dal dischetto prima Gaizka Mendieta per gli spagnoli poi Stefan Effenberg, mentre in precedenza Mehmet Scholl si era fatto parare il rigore del possibile pareggio. Questo risultato rimane immutato anche alla fine dei tempi supplementari, e il Bayern vince il trofeo dagli undici metri, dopo che Oliver Kahn riesce a parare il tiro a Mauricio Pellegrino. Intanto qualche giorno prima è arrivata anche la conquista del diciassettesimo titolo, grazie alla rete segnata da Patrik Andersson su calcio di punizione indiretto: in questo modo viene tenuto a distanza lo Schalke 04.
La stagione successiva si apre con la sconfitta dei tedeschi nella Supercoppa UEFA dal Liverpool e prosegue con l'eliminazione nei quarti della Champions League ad opera del Real Madrid. Ad ogni modo l'avvenimento principale è la conquista della seconda coppa Intercontinentale: il 27 novembre è Samuel Kuffour a segnare nei supplementari il gol che permette di battere il Boca Juniors a Tokyo.
Il Bayern conquista poi un double nella stagione 2002-2003, quando Giovane Élber è il capocannoniere del campionato e Bastian Schweinsteiger fa il suo esordio in prima squadra. In Champions League, invece, le cose vanno decisamente peggio: i bavaresi, teste di serie ai sorteggi, si issano all'ultimo posto, dopo aver ottenuto due soli punti all'attivo. Nell'ultima stagione di Hitzfeld viene ingaggiato Roy Makaay, e la squadra termina con il secondo posto in campionato, alle spalle del sorprendente Werder Brema.
I successi interni (2004-2008) |
Nell'estate 2004 è invece Felix Magath ad assumere la guida del Bayern, che si comporta molto bene in ambito nazionale, ma non ottiene altrettanto successo in campo internazionale. Infatti nella stagione 2004-2005 e in quella successiva, la prima giocata nell'Allianz Arena, arrivano due double, ma nella Champions League il massimo traguardo raggiunto sono i quarti, disputati nell'edizione 2004-2005 contro il Chelsea di José Mourinho.
Magath viene esonerato durante la stagione 2006-2007[33] e sostituito con il rientrante Hitzfeld, che conduce i bavaresi al quarto posto finale, ma a dieci punti dallo Stoccarda vincitore e a sei dal Werder Brema terzo. Per il secondo anno consecutivo è il Milan, autentica bestia nera dei bavaresi, ad eliminare il Bayern dalla Champions League, nei quarti: dopo un incoraggiante 2-2 ottenuto a San Siro i rossoneri vincono 2-0 a Monaco.
Nell'estate del 2007 la dirigenza conclude alcuni acquisti importanti, tra i quali quelli di Luca Toni, Franck Ribéry e Miroslav Klose, e la squadra partecipa alla Coppa UEFA. In questa competizione i bavaresi sono considerati i grandi favoriti, ma raggiungono le semifinali: sono eliminati dallo Zenit S. Pietroburgo, che dopo l'1-1 in Baviera infligge ai tedeschi un pesante 4-0 nel ritorno giocato allo Stadio Petrovskij. Poco dopo il Bayern conquista in patria sia la Coppa, ottenuta battendo in finale il Borussia Dortmund dopo i tempi supplementari, che il campionato, conquistato aritmeticamente grazie al pareggio alla trentaduesima giornata con il Wolfsburg[34]. È l'ultimo trofeo vinto da Oliver Kahn, mentre Luca Toni, con 24 gol realizzati, si aggiudica il titolo di capocannoniere della Bundesliga.
Verso il nuovo successo internazionale (2008-oggi) |
Il cammino verso il treble |
Intanto, l'11 gennaio 2008, si è appreso dal sito web della società che il tecnico per la stagione 2008-2009 sarà Jürgen Klinsmann[35]. Sotto la sua guida i bavaresi vincono complessivamente 12-1 contro lo Sporting Lisbona negli ottavi della Champions League, stabilendo tra l'altro il maggior scarto nei turni ad eliminazione diretta della manifestazione[36], ma sono eliminati nel turno successivo dal Barcellona dopo aver subito un altro 4-0 esterno. Anche nella Coppa di Germania il Bayern viene eliminato ai quarti, mentre Klinsmann è esonerato il 27 aprile, in seguito alla sconfitta casalinga contro lo Schalke 04 subita in Bundesliga[37]. Qui la squadra si trova in terza posizione[38], e viene condotta al secondo posto finale da Jupp Heynckes.
Nell'estate 2009 la società assume Louis van Gaal come allenatore, e ingaggia tra gli altri Arjen Robben; viene anche acquistato Mario Gómez, tuttavia il tecnico olandese dichiara che l'ingente spesa (trenta milioni) non era necessaria per il suo progetto[39]. In dicembre i tedeschi vincono 4-1 in casa della Juventus e si guadagnano la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions League, dove eliminano prima la Fiorentina poi il Manchester Utd, entrambe grazie alla regola dei gol fuori casa. Viene poi sconfitto anche il Olympique Lione, e arriva così la qualificazione all'ottava finale, che si gioca il 22 maggio a Madrid contro l'Inter. Per i due club conquistare la coppa significa anche centrare il treble: entrambi hanno infatti già vinto sia il campionato che la coppa nazionale. A riuscire nell'impresa sono però i nerazzurri, che vincono l'incontro grazie alla doppietta di Diego Milito, autore di un gol per tempo. Nella stagione successiva il Bayern non può inizialmente far affidamento su Robben, che è vittima di un infortunio[40], e in campionato la squadra chiude il girone di andata al quinto posto, a quattordici punti di distanza dalla capolista Borussia Dortmund[41]. In gennaio il capitano Mark van Bommel viene ceduto al Milan, mentre negli ottavi della Champions League i tedeschi ritrovano l'Inter, e sono nuovamente sconfitti. Il 10 aprile Van Gaal viene esonerato[42], e viene sostituito fino alla fine della stagione da Andries Jonker; i bavaresi vengono condotti al terzo posto in campionato.
Come annunciato il 25 marzo 2011, il nuovo allenatore per la stagione 2011-2012 è per la terza volta Jupp Heynckes. Il Bayern conquista subito la nona finale di Champions League: la partita è in programma proprio nello stadio di casa, mentre l'avversario è il Chelsea. I tedeschi sbloccano l'incontro all'ottantatreesimo con il gol di Thomas Müller, ma cinque minuti dopo, poco prima del termine, Didier Drogba riesce a battere Manuel Neuer; alla fine sono gli inglesi a sollevare il trofeo, dopo i calci di rigore. In ambito nazionale, invece, i bavaresi finiscono alle spalle del Borussia Dortmund sia in campionato che nella Coppa nazionale, dove vengono battuti in finale dai giallo-neri. La situazione si inverte però nella stagione successiva: il Bayern vince contro i rivali la Supercoppa nazionale, mentre in Bundesliga stabilisce il record di punti, di vittorie, di distacco dalla seconda e di turni di anticipo per la conquista matematica del ventitreesimo titolo e conquista il Deutsche Meisterschale il 6 aprile 2013 con sei giornate d'anticipo, in seguito alla vittoria per 1-0 sull'Eintracht Francoforte. Intanto in Champions League la squadra si era qualificata per la fase ad eliminazione diretta dopo aver vinto il proprio girone eliminatorio. Aveva poi battuto prima l'Arsenal, poi la Juventus ed infine il Barcellona, complessivamente per 7-0, prima di arrivare così alla terza finale in quattro anni. Questa si gioca a Londra, e anche qui il Bayern si trova di fronte la squadra di Dortmund, che viene battuta per 2-1 grazie ai gol di Mario Mandžukić e Arjen Robben; il club può così festeggiare il quinto successo nella manifestazione. I bavaresi conquistano anche la sedicesima Coppa di Germania battendo in finale lo Stoccarda, e centrano così lo storico treble.
I sei titoli nazionali di fila |
Nella stagione 2013-2014, in seguito al ritiro di Heynckes, a guidare il Bayern c'è Josep Guardiola. L'allenatore spagnolo esordisce ufficialmente con la sconfitta nella Supercoppa di Germania, tuttavia poco dopo conduce la squadra alla conquista della prima Supercoppa UEFA: questo dopo aver sconfitto a Praga il Chelsea. In dicembre poi, in seguito alla vittoria a Marrakech contro il Raja Casablanca, vene messa in bacheca anche la prima Coppa del mondo per club FIFA. Il Bayern è poi eliminato dal Real Madrid nella semifinale di Champions League, stabilendo però il record di vittorie consecutive nella manifestazione, dieci[43], e conquista il ventiquattresimo titolo nazionale con sette giornate d'anticipo, vincendo le ultime diciannove partite e stabilendo numerosi record[44]. L'annata è impreziosita dal double, arrivato con la vittoria della diciassettesima Coppa di Germania. Nelle due stagioni successive i bavaresi raggiungono sempre le semifinali della Champions League (eliminazioni contro Barcellona e Atlético Madrid) e conquistano altrettanti titoli di Bundesliga, arrivando così al record di quattro successi consecutivi nella manifestazione. Sempre in campionato il 24 ottobre 2015 la squadra ottiene, in seguito al 4-0 contro il Colonia, la millesima vittoria[45]. Il Bayern conquista anche la diciottesima Coppa di Germania.
Come noto dal 20 dicembre 2015, il successore di Guardiola per la stagione seguente è Carlo Ancelotti, che firma un contratto triennale[46]. Il tecnico italiano inizia la sua esperienza a Monaco vincendo la Supercoppa di Germania (2-0 sul Borussia Dortmund), ed in seguito conduce i suoi sino ai quarti di finale di Champions League, dove l'eliminazione giunge per mano del Real Madrid, e alla semifinale di Coppa di Germania, dove i bavaresi cadono contro il Borussia Dortmund. Il quinto titolo tedesco consecutivo è ottenuto con tre giornate di anticipo grazie ad un 6-0 contro il Wolfsburg. La stagione 2017-2018 inizia con la vittoria della Supercoppa di Germania ai tiri di rigore contro il Borussia Dortmund, ma il 28 settembre Ancelotti è esonerato in seguito ad un avvio non brillante in campionato ed alla sconfitta per 3-0 patita contro il Paris Saint-Germain nella fase a gironi di Champions League[47]. All'allenatore reggiano subentra qualche giorno più tardi il rientrante Jupp Heynckes, che il 7 aprile 2018 conduce i suoi alla vittoria del ventottesimo titolo nazionale, il sesto consecutivo: decisiva è la vittoria per 4-1 in casa dell'Augusta. In Champions League è ancora il Real Madrid di Zinedine Zidane ad eliminare i bavaresi, stavolta in semifinale, mentre in Coppa di Germania il Bayern arriva in finale, dove è sconfitto clamorosamente per 3-1 dall'Eintracht Francoforte allenato da Niko Kovač.
La stagione 2018-2019 si apre con la vittoria di un altro trofeo, la Supercoppa di Germania. Come era stato annunciato in aprile sarebbe stato proprio Kovač a sedersi sulla panchina dei bavaresi[48]; il tecnico croato inizia quindi la sua nuova avventura sconfiggendo per 5-0 la sua ex squadra[49].
Cronistoria |
Cronistoria del Bayern Monaco Football Club | ||||
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Colori e simboli |
Colori |
I colori tradizionali del Bayern sono il rosso e il bianco, la cui preminenza sulle divise ha variato spesso nel corso della storia. Anche il blu è stato non raramente utilizzato.
Tuttavia, agli albori del club, il Bayern giocò originariamente con tenute bianco-azzurre prima e caratterizzate da maglia bianca e calzoncini neri fino al 1905 quando si unirono al Münchner Sport Club, il quale stabilì che si dovesse giocare in calzoncini rossi. Per gran parte della prima fase della storia del club, il Bayern indossò divise casalinghe rosse o amaranto. Nella stagione 1968–69, il Bayern cambiò radicalmente il suo aspetto in campo, scegliendo un completo a strisce rosso-blu con calzettoni e pantaloncini blu. Tra il 1969 ed il 1973 invece scese in campo con maglia sempre a strisce verticali, ma bianco-rosse. Nel 1973–74, la squadra indossò invece un completo bianco con una banda verticale rosso-blu laterale. Dal 1974 si scelse di tornare al completo tradizionale ed il Bayern ha per la maggior parte dei casi utilizzato divise rosse con dettagli più o meno marcati bianchi o più raramente blu. Nel biennio 1995-97 si è tornati dopo poco meno di trent'anni alla maglia rosso-blu a strisce, riadottata anche nel 2014-2015. La divisa più lontana dalla tradizione del club fu quella proposta da Adidas nel 1997, un completo blu notte con una vistosa banda orizzontale sulla maglia rossa. Meno lontana ma comunque particolare fu la divisa Rotwein (vino rosso) per le partite di Bundesliga tra il 2001 e 2003, e per la Champions League 2006-07, in riferimento alle scelte cromatiche a volte avvenute prima degli anni '60.[50]
Le divise da trasferta sfoggiate dal club sono state dei colori più svariati, anche in virtù del fatto che quella casalinga ha subito vari stravolgimenti nel tempo. Il colore più usato è stato il bianco, ma non sono mancate maglie nere, blu, verde-oro. Non sono mancate anche divise apposite per le campagne europee (una notissima grigio-amaranto con cui persero la finale di Champions).
Negli anni '80 e '90 il Bayern era solito indossare una maglia speciale da trasferta contro il Kaiserslautern, coi colori della nazionale brasiliana, gialla e blu, proposta per scaramanzia dovuta al fatto che la squadra fosse la bestia nera dei bavaresi che difficilmente riuscivano a vincere nel loro stadio.[51]
Divise storiche |
Finale Coppa delle Coppe '67 | Bundesliga e DFB-Pokal 1968-1969 | Bundesliga 1971-1972 e 1972-73 | Bundesliga 1973-1974 | Finali Coppa Campioni 1974 e 1976 | Finali Coppa Campioni 1975 e 1982 | Coppa Intercontinentale 1976 |
Finale Coppa Campioni 1987 | Bundesliga 1993-1994 | Finale Coppa UEFA 1996 (Andata) | Finale Coppa UEFA 1996 (Ritorno) | Bundesliga 1998-1999 | Finale Champions League 1999 | Finale DFB-Pokal 1998-1999 |
Bundesliga 1999-2000 e 2000–01 | Finale Champions League 2001 | Bundesliga e DFB-Pokal 2002-2003 | Finale DFB-Pokal 2003 | Bundesliga e DFB-Pokal 2004-2005 | Bundesliga e DFB-Pokal 2005-2006 | Bundesliga e DFB-Pokal 2007-2008 |
Bundesliga e DFB-Pokal 2009-2010 | Finale Champions League 2010 | Finale Champions League 2012 e Bundesliga 2012-13 | Finale Champions League 2013 e DFB-Pokal 2012-2013, Bundesliga 2013-14 | Bundesliga 2014-15 e finale DFB-Pokal 2013-2014 | Bundesliga 2015-16 | Bundesliga 2016-17 e finale DFB-Pokal 2015-2016 |
Simboli ufficiali |
Stemma |
Il simbolo del Bayern Monaco presenta al centro dei diamanti azzurri e bianchi; questi richiamano la bandiera della Baviera (Bayern in tedesco), e sono contenuti da un anello rosso su cui c'è la scritta "FC Bayern München".
Questo stemma è stato però adottato in una forma molto simile all'attuale solo a partire dal 1970: inizialmente era infatti composto dalle lettere F, B, C e M tra loro sovrapposte, mentre la bandiera della Baviera comincia a comparire dal 1961[52].
Inno |
L'inno della squadra si chiama Stern des Südens (Stella del Sud); è stato composto nel 1998 da Willy Astor.
Mascotte |
La mascotte ufficiale della squadra è l'orso Berni[53].
Strutture |
Stadio |
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Nei primi anni di vita il Bayern inizia a giocare in un campo da gioco situato nei pressi della Karl-Theodor-Straße, poi si trasferisce in un altro sulla Leopoldstraße, sempre a Monaco; quest'ultimo poteva contenere fino a 8 000 spettatori[54].
A partire dal 1926 il Bayern si trasferisce nel Grünwalder Stadion, che è situato nella periferia meridionale della città. L'impianto, costruito dal Monaco 1860 nel 1911, viene danneggiato durante la seconda guerra mondiale e ricostruito totalmente nel 1948. Nel 1972 la squadra si trasferisce poi nel nuovo Olympiastadion, impianto che viene edificato dall'amministrazione cittadina per ospitare i Giochi della XX Olimpiade che si tengono proprio in questo anno in città. È dotato di una buona capienza, tanto che viene utilizzato anche per ospitare le finali dei Mondiali del 1974 e degli Europei del 1988, oltre ad altre partite di queste manifestazioni; è anche sede di tre finali di Coppa dei Campioni - Champions League e dei campionati europei di atletica leggera 2002.
Nel 2002 il Bayern e il Monaco 1860 iniziano ad edificare un nuovo stadio, la modernissima Allianz Arena, che sorge invece nella parte nord della città. L'impianto è agibile dalla stagione 2005-06, e vanta una capacità di 69 900 persone; è una costruzione ultratecnologica, capace di illuminarsi all'esterno con i colori della squadra di casa, e che, data la sua forma viene soprannominata Schlauchboot, gommone. La prima rete segnata in questo stadio è stata di Owen Hargreaves il 5 agosto 2005 nella partita Bayern - Borussia Mönchengladbach[55].
Il Monaco 1860, che era inizialmente comproprietario dell'impianto, ha venduto le sue quote dello stadio al Bayern Monaco[56] per 11 milioni di euro nell'aprile del 2006 a seguito di gravi difficoltà economiche. Tuttavia i due club si sono accordati affinché il Monaco 1860 potesse continuare a giocare nell'impianto.
Nelle competizioni europee il Bayern Monaco ha perso soltanto sette partite in questo stadio negli anni che vanno dal 2005 al 2013: sei nella Champions League (Bayern-Milan 0-2 nei quarti di finale l'11 aprile 2007, Bayern-Bordeaux 0-2 nei gironi il 3 novembre 2009, Bayern-Inter 2-3 negli ottavi di finale il 15 marzo 2011, nella finale Bayern-Chelsea del 19 maggio 2012, Bayern-Arsenal 0-2 negli ottavi di finale il 13 marzo 2013 e in Bayern-Manchester City 2-3 nella fase a gironi il 10 dicembre 2013), e una nella Coppa UEFA (Bayern-Anderlecht 1-2 negli ottavi di finale il 12 marzo 2008).
Campo di allenamento |
La società dispone di un centro di allenamento che occupa una superficie di 80 000 metri quadrati. Ospita cinque campi da gioco e una palestra, e viene usato sia dalla prima squadra che dalle formazioni giovanili[57].
Società |
Il Bayern è una società posseduta da soli privati. La squadra professionistica di calcio è gestita dal FC Bayern München AG, le cui quote azionarie sono state ridefinite nel febbraio 2014, a seguito dell'ingresso in società della Allianz, già partner del club e titolare dei diritti di denominazione sullo stadio (poi estesi con diritto d'opzione sino al 2041): il 75% è detenuto dalla casa madre, FC Bayern München e. V. (e. V. è il diminutivo di Eingetragener Verein), mentre un 8,33% ciascuno è di proprietà della Adidas, maggiore sponsor del club e fornitore tecnico, di Audi e, appunto, della Allianz, che per entrare in possesso di tale quota ha versato nelle casse della AG 110 milioni di Euro (una cifra superiore ai 77 milioni versati dalla Adidas nel 2002 e ai 90 milioni versati da Audi nel 2009 per ottenere allora il 9,1% ciascuna), finanziando, soprattutto, l'estinzione delle obbligazioni ancora insistenti sulla Allianz Arena.[58]. Principali sponsor sono la Deutsche Telekom, l'Audi, la Siemens, la Lufthansa, la Coca-Cola e la Paulaner, anch'essa bavarese (al pari di Adidas, Allianz e Audi).
Il Presidente della società madre è Karl Hopfner, il quale è anche membro del consiglio d'amministrazione della AG, mentre Franz Beckenbauer, presidente dal 1994 al 2009, è ora presidente onorario. Il capo della AG è Karl-Heinz Rummenigge, precedente giocatore del club.
Organigramma societario |
Fonte: Sito ufficiale[59].
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Fonte: Sito ufficiale[60].
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Sponsor |
Cronologia degli sponsor ufficiali[61].
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Impegno nel sociale |
Dal 2005 è attiva la "FC Bayern – Hilfe e.V."[62].
Settore giovanile |
Al pari di molte altre compagini tedesche il Bayern Monaco, oltre alle squadre giovanili ha una seconda squadra, il Fußball-Club Bayern München II[63]; nella stagione 2014-2015 milita in Regionalliga Bayern, una delle cinque divisioni del quarto livello del campionato tedesco di calcio. Gioca le partite nel Grünwalder Stadion, impianto in passato utilizzato dalla prima squadra tra il 1926 e il 1972.
Per quanto riguarda il settore giovanile, la società è dotata di un proprio centro giovanile che ospita i giocatori; tra quelli che ci hanno vissuto figurano Holger Badstuber, Bastian Schweinsteiger, Owen Hargreaves, Piotr Trochowski e Samuel Kuffour[64].
Giocatori |
Hall of Fame |
Di seguito l'elenco dei giocatori inseriti nella "Hall of Fame" del club[65]:
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Capitani |
Di seguito l'elenco dei capitani del Bayern Monaco dal 1965 a oggi, con il periodo in cui hanno portato la fascia[66].
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Vincitori di titoli |
- Campioni del mondo
Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Bayern Monaco[67]. Con 24 giocatori, il Bayern Monaco è al secondo posto dietro la Juventus (25). Considerando solo i calciatori campioni del mondo con la Nazionale Tedesca, è a quota 21 calciatori.
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Premi individuali dei giocatori |
Tre giocatori del Bayern Monaco hanno ricevuto il Pallone d'oro, per un totale di cinque volte: Gerd Müller (1970), Franz Beckenbauer (1972 e 1976) e Karl-Heinz Rummenigge (1980 e 1981). Da notare inoltre che nel 1972 e nel 1981 anche al secondo posto è stato appannaggio di un giocatore del Bayern, rispettivamente Müller e Paul Breitner; inoltre Oliver Kahn è stato proclamato Miglior giocatore dei Mondiali al termine dei Mondiali del 2002.
Premi | Nome | Anno/i |
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Pallone d'oro (Calciatore europeo dell'anno) | Gerd Müller | 1970 |
Franz Beckenbauer | 1972, 1976 | |
Karl-Heinz Rummenigge | 1980, 1981 | |
UEFA Best Player in Europe Award | Franck Ribéry | 2013 |
Onze d'or | Karl-Heinz Rummenigge | 1980, 1981 |
Miglior giocatore dei Mondiali | Oliver Kahn | 2002 |
Miglior portiere dell'anno IFFHS | Jean-Marie Pfaff | 1987 |
Oliver Kahn | 1999, 2001, 2002 | |
Manuel Neuer | 2013, 2014, 2015, 2016 | |
UEFA Club Footballer of the Year | Stefan Effenberg | 2001 |
UEFA Club Football Awards - Miglior portiere | Oliver Kahn | 1999, 2000, 2001, 2002 |
Calciatore asiatico dell'anno | Ali Daei | 1999 |
Calciatore tedesco dell'anno | Gerd Müller | 1967, 1969 |
Franz Beckenbauer | 1966, 1968, 1974, 1976 | |
Sepp Maier | 1975, 1977, 1978 | |
Karl-Heinz Rummenigge | 1980 | |
Paul Breitner | 1981 | |
Lothar Matthäus | 1999 | |
Oliver Kahn | 2000, 2001 | |
Michael Ballack | 2003, 2005 | |
Franck Ribéry | 2008 | |
Arjen Robben | 2010 | |
Bastian Schweinsteiger | 2013 | |
Manuel Neuer | 2014 | |
Jérôme Boateng | 2016 | |
Calciatore danese dell'anno | Brian Laudrup | 1992 |
Calciatore ghanese dell'anno | Samuel Kuffour | 1998, 1999, 2001 |
BBC African Footballer of the Year | Samuel Kuffour | 2001 |
Calciatore paraguaiano dell'anno | Roque Santa Cruz | 1999 |
Guldbollen | Patrik Andersson | 2001 |
England Player of the Year | Owen Hargreaves | 2006 |
Calciatore francese dell'anno | Franck Ribéry | 2008, 2013 |
Calciatore croato dell'anno | Ivica Olić | 2009, 2010 |
Mario Mandžukić | 2012 | |
Calciatore austriaco dell'anno | David Alaba | 2011, 2012, 2013 |
Trofeo Bravo | Owen Hargreaves | 2001 |
Thomas Müller | 2010 |
Altri riconoscimenti individuali |
Gerd Müller ha conquistato per due volte la Scarpa d'oro quale miglior marcatore europeo: nel 1970 e nel 1972, oltre ad essere stato per quattro volte capocannoniere in Coppa dei Campioni e sette in campionato; inoltre, con la maglia della Nazionale ha vinto anche la classifica marcatori in due manifestazioni internazionali: Messico 1970 e Belgio 1972.
Scarpa d'oro | ||
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Nome | Anno/i (Reti) | |
Gerd Müller | 1970 (38), 1972 (40) | |
Capocannoniere della UEFA Champions League | ||
Nome | Anno/i (Reti) | |
Gerd Müller | 1973 (11), 1974 (8), 1975 (5), 1977 (5) | |
Karl-Heinz Rummenigge | 1981 (6) | |
Dieter Hoeneß | 1982 (7) | |
Capocannoniere della Coppa UEFA | ||
Nome | Anno/i (Reti) | |
Dieter Hoeneß | 1980 (7) | |
Jürgen Klinsmann | 1996 (15) | |
Luca Toni | 2008 (10) | |
Capocannoniere della Bundesliga | ||
Nome | Anno/i (Reti) | |
Gerd Müller | 1967 (28), 1969 (30), 1970 (38), 1972 (40), 1973 (36), 1974 (30), 1978 (24) | |
Karl-Heinz Rummenigge | 1980 (26), 1981 (29), 1984 (26) | |
Roland Wohlfarth | 1989 (17), 1991 (21) | |
Giovane Élber | 2003 (21) | |
Luca Toni | 2008 (24) | |
Mario Gómez | 2011 (28) | |
Robert Lewandowski | 2016 (30) | |
Scarpa d'oro adidas - Capocannoniere del Campionato del mondo | ||
Nome | Anno/i (Reti) | |
Gerd Müller | 1970 (10) | |
Thomas Müller | 2010 (5) | |
Capocannoniere del Campionato europeo | ||
Nome | Anno/i (Reti) | |
Gerd Müller | 1972 (4) | |
Bomber dell'anno IFFHS | ||
Nome | Anno/i (Reti) | |
Jürgen Klinsmann | 1995 (17) | |
Robert Lewandowski | 2015 (22) |
Allenatori e presidenti |
Allenatori |
Di seguito la lista degli allenatori del Bayern Monaco dal 1900 ad oggi[68]:
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Allenatore | dal | al | giorni | Vittorie | ||
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1 | Cajkovski, Zlatko Zlatko Čajkovski | 01/07/63 | 30/06/68 | 1096 | 3 | 2 Coppe di Germania, 1 Coppa delle Coppe |
2 | Zebec, Branco Branko Zebec | 01/07/68 | 13/03/70 | 621 | 2 | 1 campionato tedesco, 1 Coppa di Germania |
3 | Lattek, Udo Udo Lattek | 14/03/70 | 02/01/75 | 1756 | 5 | 3 campionati tedeschi, 1 Coppa di Germania, 1 Coppa dei Campioni |
4 | Cramer, Dettmar Dettmar Cramer | 16/01/75 | 01/12/77 | 1051 | 3 | 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale |
5 | Lorant, Gyual Gyula Lóránt | 02/12/77 | 28/02/79 | 454 | 0 | |
6 | Csernai, Pal Pál Csernai | 01/03/79 | 16/05/83 | 1538 | 3 | 2 campionati, 1 Coppa di Germania |
7* | Saftig, Rainer Reinhard Saftig | 17/05/83 | 30/06/83 | 45 | 0 | |
8 | Lattek, Udo Udo Lattek | 01/07/83 | 30/06/87 | 1461 | 5 | 3 campionati, 2 Coppe di Germania |
9 | Henyckes, Jupp Jupp Heynckes | 01/07/87 | 08/10/91 | 1561 | 4 | 2 campionati, 2 Supercoppe di Germania |
10 | Lerby, Soeren Søren Lerby | 09/10/91 | 11/03/92 | 155 | 0 | |
11 | Ribbeck, Erich Erich Ribbeck | 12/03/92 | 27/12/93 | 656 | 0 | |
12 | Beckenbauer, Franz Franz Beckenbauer | 07/01/94 | 30/06/94 | 175 | 1 | 1 campionato |
13 | Trapattoni, Giovanni Giovanni Trapattoni | 01/07/94 | 30/06/95 | 365 | 0 | |
14 | Rehhagel, Otto Otto Rehhagel | 01/07/95 | 27/04/96 | 302 | 0 | |
15 | Beckenbauer, Franz Franz Beckenbauer[n 1] | 29/04/96 | 30/06/96 | 63 | 1 | 1 Coppa UEFA |
16 | Trapattoni, Giovanni Giovanni Trapattoni | 01/07/96 | 30/06/98 | 730 | 3 | 1 campionato, 1 Coppa di Germania, 1 Coppa di Lega tedesca |
17 | Hitzfeld, Ottmar Ottmar Hitzfeld | 01/07/98 | 30/06/04 | 2192 | 11 | 4 campionati, 2 Coppe di Germania, 3 Coppe di Lega tedesca, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale |
18 | Magath, Felix Felix Magath | 01/07/04 | 31/01/07 | 945 | 5 | 2 campionati, 2 Coppe di Germania, 1 Coppa di Lega tedesca |
19 | Hitzfeld, Ottmar Ottmar Hitzfeld | 01/02/07 | 30/06/08 | 516 | 3 | 1 campionato, 1 Coppa di Germania, 1 Coppa di Lega tedesca |
20 | Klinsmann, Jürgen Jürgen Klinsmann | 01/07/08 | 27/04/09 | 302 | 0 | |
21 | Heynckes, Jupp Jupp Heynckes[n 1] | 27/04/09 | 31/05/09 | 35 | 0 | |
22 | Gaal, Louis van Louis van Gaal | 01/07/09 | 10/04/11 | 648 | 3 | 1 campionato, 2 Coppe di Germania, 1 Supercoppa di Germania |
23 | Jonker, Andries Andries Jonker | 10/04/11 | 26/06/11 | 61 | 0 | |
24 | Heynckes, Jupp Jupp Heynckes | 01/07/11 | 30/06/13 | 730 | 4 | 1 Supercoppa di Germania, 1 campionato, 1 Champions League, 1 Coppa di Germania |
25 | Josep, Guardiola Josep Guardiola | 01/07/13 | 30/06/16 | 1095 | 6 | 3 campionati, 2 coppa di Germania, 1 Supercoppa UEFA, 1 Coppa del mondo per club FIFA |
26 | Carlo, Ancelotti Carlo Ancelotti | 01/07/16 | 28/09/17 | 454 | 3 | 1 campionato, 2 Supercoppe di Germania |
27 | Heynckes, Jupp Jupp Heynckes | 06/10/17 | 1 | 1 campionato |
^ ab Allenatore ad interim.
Presidenti |
Di seguito viene riportata la lista dei presidenti del Bayern Monaco dal 1900 ad oggi[69]:
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Palmarès |
Di seguito vengono riportati i trofei ed i principali piazzamenti del club nella sua storia[70]:
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Statistiche e record |
Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali |
Campionati nazionali |
Dalla stagione 1909-1910 alla stagione 2018-2019 compresa, la squadra ha partecipato a:
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1º | Ostkreis-Liga | 5 | 1909-1910 | 1913-1914 | 100 |
Kreisliga Südbayern | 4 | 1919-1920 | 1922-1923 | ||
Bezirksliga Bayern | 10 | 1923-1924 | 1932-1933 | ||
Gauliga Bayern | 12 | 1933-1934 | 1944-1945 | ||
Oberliga Süd | 17 | 1945-1946 | 1962-1963 | ||
Bundesliga | 54 | 1965-1966 | 2018-2019 | ||
2º | 2. Oberliga Süd | 1 | 1955-1956 | 3 | |
Regionalliga Süd | 2 | 1963-1964 | 1964-1965 |
Partecipazione alle coppe europee |
Alla stagione 2018-2019 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali[71]:
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
---|---|---|---|
Coppa dei Campioni/UEFA Champions League | 35 | 1969-1970 | 2018-2019 |
Coppa delle Coppe | 5 | 1966-1967 | 1984-1985 |
Coppa Intercontinentale | 2 | 1976 | 2001 |
Supercoppa UEFA | 4 | 1975 | 2013 |
Coppa UEFA/UEFA Europa League | 9 | 1977-1978 | 2007-2008 |
Coppa del mondo per club FIFA | 1 | 2013 | |
Coppa delle Fiere | 4 | 1962-1963 | 1970-1971 |
Statistiche individuali |
Dati aggiornati alla fine della stagione 2017-2018.
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Tifoseria |
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Il Bayern Monaco è considerato senza ombra di dubbio il maggiore club calcistico della città e della nazione. La sua popolarità va ben oltre i confini tedeschi, coinvolgendo appassionati di tutto il mondo.
Rivalità |
Il Bayern è uno dei tre club professionistici del capoluogo bavarese. Il principale rivale cittadino è il Monaco 1860, attualmente in quarta divisione. La rivalità, molto sentita negli anni '60, quando il Monaco 1860 era una potenza del calcio tedesco, ha perso importanza negli ultimi anni, ma il derby di Monaco di Baviera rimane un evento molto atteso. L'altra società, l'Unterhaching, che ha sede in un paese vicino a Monaco, ha partecipato ad alcuni campionati di prima divisione (il primo dei quali nel 1999-2000), ma ha quasi sempre militato in seconda divisione.
Dagli anni '20 si sviluppò una rivalità con il Norimberga, rivale bavarese che negli anni '20 e '30 era più titolato del Bayern[72]. La partita tra le due squadre è definita derby di Baviera.
Molto sentita è la rivalità con il Kaiserslautern, che trae origina da una sfida del 1973 persa per 7-4 dal Bayern, che era in vantaggio con il punteggio di 4-1[73][74], e riaccesa dopo il referendum successivo alla seconda guerra mondiale, che decretò l'indipendenza di Kaiserslautern e del Palatinato dalla Baviera.
Negli ultimi decenni è cresciuta la rivalità sportiva con il Borussia Dortmund, che ha saputo contendere al Bayern Monaco il primato nazionale. La partita tra le due squadre è nota come Der Klassiker. Numerosi sono i duelli tra le due squadre per la conquista del titolo nazionale e della Coppa di Germania, nella cui finale i club si sono incontrati varie volte (2008, 2012, 2014 e 2016). Nel 2012 la sconfitta per 5-2 patita contro il Borussia Dortmund nella finale di Coppa di Germania fu la più larga subita dal Bayern in una finale. Molti sono stati anche gli incontri tra le due squadre in Supercoppa di Germania (1989, 2008, 2012, 2013, 2014 , 2016 e 2017). Nel 2012-2013 le due squadre si sono ritrovate anche in finale di Champions League, la prima tra due squadre tedesche nella storia del torneo[75].
Gemellaggi |
In campo internazionale si segnala il gemellaggio con i supporters italiani della Civitanovese e della Sambenedettese. In Germania invece, esiste un gemellaggio con i tifosi del Bochum.
Organico |
Rosa |
Rosa aggiornata al 31 agosto 2018.[76]
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Staff tecnico |
Organigramma, tratto dal sito ufficiale, aggiornato al 1º luglio 2018.[77]
Direttore Sportivo: | Hasan Salihamidžić |
Allenatore: | Niko Kovač |
Vice allenatore: | Robert Kovač |
Collaboratore tecnico: | Hermann Gerland |
Preparatore atletico: | carica vacante |
Preparatore atletico: | carica vacante |
Preparatore dei portieri: | Toni Tapalović |
Capo osservatore: | Paul Breitner |
Medico sociale: | Volker Braun |
Altre sezioni della polisportiva |
Il Bayern è una società polisportiva, quindi, oltre al calcio maschile esistono altre sezioni.
Calcio femminile |
La sezione di calcio femminile è il Bayern München Frauenfußball. La squadra è stata fondata nel 1970 ed è diventata campione nazionale nel 1976, mentre nel 2002 ha conquistato la coppa nazionale[78]. Gioca le partite nel Grünwalder Stadion, utilizzato fino al 1972 dalla prima squadra maschile.
Pallacanestro |
La sezione di pallacanestro si chiama Bayern München Basketball. Fondata nel 1946 milita nella Basketball-Bundesliga; nella stagione 2013-2014 ha vinto il 3º campionato. Gioca le partite casalinghe nella Audi Dome[79].
Altre sezioni |
Le altre sezioni del club sono:
scacchi, che è stata creata nel 1908[80];
arbitri, creata nel 1919[81];
pallamano, creata nel 1945[82];
tennistavolo, creata nel 1946[83];
bowling, creata nel 1983[84];- Seniorenfussball, creata nel 2002; è una squadra di calcio composta da molti ex-giocatori che in passato hanno vestito la maglia del club[85].
Note |
^ (PDF) (ES) Domènec García, Un dilema histórico, in El Mundo Deportivo, 23 settembre 2003. URL consultato il 3 agosto 2009.
^ dopo Celtic (1967), Ajax (1972), PSV (1988), Manchester United (1999), Barcellona (2009 e 2015) e Inter (2010).
^ ab (EN) FC Bayern celebrate 117th birthday, in fcbayern.com. URL consultato il 23 aprile 2017.
^ abcdefgh (EN) The Early Years: Foundation & First Title, in fcbayern.com. URL consultato il 23 aprile 2017.
^ Camaleontico Bayern: quante divise diverse dal ’90 ad oggi!, in soccerstyle24.it. URL consultato il 23 aprile 2017.
^ ab (EN) Success from the start, in fcbayern.com. URL consultato il 23 aprile 2017.
^ (EN) FC Bayern München, in abseits-soccer.com. URL consultato il 22 agosto 2014.
^ ab Calcio, dittature e propaganda, in paperblog.com. URL consultato il 24 agosto 2014.
^ (EN) Kurt Landauer, in fcbayern.de. URL consultato il 22 agosto 2014.
^ ab (EN) Hard times and reconstruction, in fcbayern.com. URL consultato il 24 aprile 2017.
^ ab Il Bayern dalle fondamenta, in wordpress.com. URL consultato il 13 novembre 2014.
^ (EN) The man who changed everything, in espnfc.com. URL consultato il 24 agosto 2014.
^ ab Forza fisica e grandi individualità. Il Bayern di Beckenbauer, in frickfoot.it. URL consultato il 25 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
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^ Quando Inter e Bayern Monaco erano il calcio in bianco e nero, in corriere.it. URL consultato il 25 agosto 2014.
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^ Il momento magico di Madjer, in it.uefa.com. URL consultato il 12 settembre 2014.
^ DALLA GALOPPATA DI BERTI ALLA DOPPIETTA DI MILITO, in storiesportive.it. URL consultato il 3 settembre 2014.
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^ Le 10 cose che non sai su Gomez, in violanews.com. URL consultato il 21 settembre 2014.
^ Bayern Monaco pronto a denunciare l'Olanda per l'infortunio di Robben, in sport.it. URL consultato il 28 settembre 2014.
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^ Bayern: vittoria n° 1000 in Bundesliga. Bayer Leverkusen ancora folle: 4-3, in gazzetta.it. URL consultato il 7 settembre 2016.
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^ Ante Rebic rovina l'ultima del Bayern di Heynckes: l'Eintracht vince la Coppa di Germania, Eurosport, 19 maggio 2018.
^ Eintracht travolto, al Bayern Supercoppa Germania, ansa.it, 12 agosto 2018.
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^ The "Roten Teufel" (red devils) – tradition and wonder sportfive.com. 15 maggio 2009
^ CALCIO, CHAMPIONS; STAMPA TEDESCA: FINALE 'WUNDERBAR', repubblica.it, 26 maggio 2013
^ (EN) First Team, fcbayern.de.
^ (DE) fcbayern.telekom.de, THE NEW COACHING TEAM, su fcbayern.de.
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^ (DE) Abteilung Schach, in fcbayern.de. URL consultato il 20 agosto 2014.
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^ (DE) Seniorenfussball, in fcbayern.de. URL consultato il 20 agosto 2014.
Bibliografia |
- Thomas Donati, Stella della Germania. Storia e gloria del Bayern Monaco, Limina, 2007, ISBN 88-6041-028-2.
Voci correlate |
- Allianz Arena
- Bayern Monaco II
- F.C. Bayern München Basketball
- Fußball-Club Bayern München Frauenfußball
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
- (DE, EN, ES, JA, ZH, RU, AR, BAR) Sito ufficiale, su fcb.de.
- (DE, EN, IT) Fußball-Club Bayern München, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- (EN) Statistiche sul Bayern Monaco, su resultsfromfootball.com.
- (DE) Bayern Monaco - pallamano, su handball.fcbayern.de.
- (EN) La Guida Abseits del calcio tedesco, su abseits-soccer.com.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 150730068 · LCCN (EN) nr2004009925 · GND (DE) 1045056-7 · BNF (FR) cb169473884 (data) |
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