Palazzo del Quirinale
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Palazzo del Quirinale Presidenza della Repubblica Italiana | |
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Il Palazzo del Quirinale con la fontana dei Dioscuri e l'obelisco | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Indirizzo | Piazza del Quirinale |
Coordinate | 41°54′00.21″N 12°29′16.88″E / 41.900059°N 12.488023°E41.900059; 12.488023 |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1583 |
Uso | Residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana |
Realizzazione | |
Architetto | Ottaviano Mascherino Gian Lorenzo Bernini Ferdinando Fuga Domenico Fontana |
Proprietario | Stato italiano |
Il Palazzo del Quirinale è un palazzo storico di Roma, posto sull'omonimo colle e affacciato sull'omonima piazza; essendo dal 1870 la residenza ufficiale del Re d'Italia e dal 1946 del Presidente della Repubblica Italiana, è uno dei simboli dello Stato italiano.
Costruito a partire dal 1583, è uno dei più importanti palazzi della capitale, sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista politico[1]: alla sua costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell'arte italiana come Pietro da Cortona, Domenico Fontana, Alessandro Specchi, Ferdinando Fuga, Carlo Maderno, Giovanni Paolo Pannini e Guido Reni. Attualmente, ospita anche un ampio frammento d'affresco di Melozzo da Forlì.
Il Palazzo si impose, soprattutto a partire dal pontificato di Paolo V Borghese, come residenza stabile dei papi (il Quirinale ha ospitato 30 papi, da papa Gregorio XIII a papa Pio IX), per quanto una .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}vulgata creata ad arte lo propose con fortuna solo come residenza estiva del romano pontefice[senza fonte]. Con il colle del Quirinale i papi erano in più agevole contatto con le sedi delle congregazioni pontificie (ovvero la residenza dei loro prefetti o decani) in cui la Curia si era riarticolata negli ultimi decenni del Cinquecento. Il Quirinale divenne così di fatto la residenza del pontefice nella sua qualità di sovrano, complementare a quella del Vaticano, che costituiva la sede del papa vescovo.
Residenza complementare e non alternativa: è per questo che il complesso vaticano si sviluppò nel corso del '600 (fine dei lavori della basilica, costruzione della facciata, ultimazione del Palazzo Apostolico, erezione del colonnato), anche se i pontefici vi risiedettero, come mostrano le fonti, saltuariamente. Per contro, il Quirinale si sviluppò quale palazzo secolare, quasi senza simboli religiosi visibili e soprattutto (unico tra i palazzi apostolici con questa particolarità)[2] privo di una chiesa aperta al pubblico. Interessato da un progetto che lo voleva residenza napoleonica[3] nel tempo dell'occupazione francese di Roma (ma Napoleone Bonaparte non vi fece mai ingresso) dopo il 1870 divenne palazzo reale dei re d'Italia. Con la proclamazione della Repubblica Italiana, avvenuta a seguito del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, l'edificio divenne la sede del presidente della Repubblica.
Il palazzo del Quirinale ha una superficie di 110 500 m² ed è per superficie[4] il sesto palazzo nel mondo nonché la seconda residenza di un capo di Stato (prima è l'Ak Saray di Ankara[5][6][7]). Si consideri che il complesso della Casa Bianca (Stati Uniti) ha superficie pari a 1/20 di quella del Palazzo del Quirinale.
Indice
1 Storia
1.1 Origini
1.1.1 Palazzo di Monte Cavallo e villa Carafa
1.1.2 Acquisizione di Sisto V
1.2 Dal Seicento alla fine del XVIII secolo
1.3 Da Napoleone alla presa di Roma
1.4 Il periodo sabaudo
1.5 I presidenti della Repubblica e il Quirinale
2 Arte
2.1 Interni
2.1.1 Lo scalone d'onore
2.1.2 Il salone dei Corazzieri
2.1.3 La Cappella Paolina
2.1.4 Prima sala di Rappresentanza
2.1.5 La sala delle Logge
2.1.6 La sala Gialla
2.1.7 La sala di Augusto
2.1.8 La sala degli Ambasciatori
2.1.9 La scala del Mascherino
2.1.10 La loggia d'onore
2.1.11 Sala del Bronzino
2.1.12 Studio del Presidente alla Vetrata
2.1.13 La sala degli Arazzi di Lilla
2.1.14 La biblioteca del Piffetti
2.1.15 Sala dello Zodiaco
2.1.16 La cappella dell'Annunziata
2.1.17 La sala degli Specchi
2.1.18 Il salone delle Feste
2.2 Palazzina del Fuga
2.3 Collezioni
2.4 Giardini
3 Dipendenze
3.1 Scuderie
3.2 Caserma dei Corazzieri
3.3 Archivio storico
4 Galleria d'immagini
5 Note
6 Bibliografia
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia |
Origini |
Palazzo di Monte Cavallo e villa Carafa |
Già prima della realizzazione del Palazzo del Quirinale, nell'area in parte occupata dal complesso centrale era presente una villa dei Carafa, nota come Villa di Monte Cavallo o come Villa d'Este al Quirinaleː era una delle residenze romane[9] del cardinale Ippolito II d'Este (1509-1572). Proprietario di Villa d'Este a Tivoli, nel 1550 il cardinale ottenne in affitto la villa e la vigna dal cardinale Oliviero Carafa, per un periodo di cinque anni, che poi più volte rinnovò, insieme con il nipote Luigi d'Este, trovandovi un luogo adatto ai propri soggiorni romani.[10]
Fu proprio il cardinale Ippolito d'Este a realizzare i primi lavori alla villa dei Carafa che però si concentrarono essenzialmente sui terreni, che egli fece appianare e modificare, al fine di trarne giardini con fontane, con giochi d'acqua e con sculture antiche, rinvenute nella Roma del tempoː il tutto a proprie spese.
Nel 1583 papa Gregorio XIII, spesso ospite personale del cardinale Ippolito d'Este, o di suo nipote Luigi d'Este, alla villa romana, incominciò a proprie spese un ampliamento della villa, per farne una vera e propria residenza estiva con le credenziali di palazzo, dato che l'area era considerata più salubre del colle Vaticano o del Laterano. Il progetto venne affidato all'architetto Ottaviano Mascherino e i lavori si conclusero due anni più tardi, nel 1585; ma in quello stesso anno la morte del papa impedì al Mascherino di avviare un secondo progetto che prevedeva l'ampliamento del palazzetto, per trasformarlo in un grande palazzo, con ali porticate parallele e grande cortile interno. L'edificio costruito da Mascherino è ancora riconoscibile nella testata nord del cortile d'Onore, caratterizzata da una facciata a doppia loggia e sormontata dalla torre panoramica, oggi nota come torre dei Venti, o torrino, successivamente innalzata con la costruzione del campanile a vela, su supposto progetto di Carlo Maderno e di Francesco Borromini.
L'edificio di Ottaviano Mascherino, a ogni modo, pur essendo stato commissionato dal pontefice e abitato stabilmente dal cardinale d'Este, era ancora appartenente alla famiglia Carafa ed era passato in affitto al nipote del cardinale, Luigi d'Esteː a lui il pontefice defunto forse era intenzionato a lasciare la proprietà, dopo averla acquistata.
Acquisizione di Sisto V |
Decisamente conquistato dal luogo quando lo vide per la prima volta alla sua ascesa al soglio pontificio, il successore di Gregorio XIII, papa Sisto V, nel 1587 decise di far acquistare il terreno e la villa dalla Camera Apostolica con l'intento di farne la sede estiva del pontificato, e poco dopo intervenne per ampliare il palazzo servendosi dell'opera di Domenico Fontana, da lui utilizzato in tutte le grandi opere architettoniche e urbanistiche del suo pontificato, e impegnato in un rimodellamento complessivo della zona, con la costruzione dell'asse Strada Pia e Strada Felice e del conseguente crocicchio delle Quattro Fontane e con la definizione dell'altra residenza "privata" del pontefice a Termini[11].
Al Fontana si deve anche la sistemazione della piazza antistante, con il restauro delle statue dei Dioscuri (che fin dall'antichità erano situate sul Quirinale, ed erano tradizionalmente attribuite a Fidia e a Prassitele, come ancora dichiara il piedistallo), e l'erezione della prima fontana. Dal gruppo scultoreo derivò il toponimo "Monte Cavallo", che indicava la sommità del colle e la piazza, ancora oggi usato (benché ormai inesistente nelle toponomastica cittadina) da alcuni vecchi romani.
Papa Clemente VIII (1592-1605), che pure abitò la villa durante il periodo estivo, concentrò i suoi sforzi per riordinare il parco del complesso, dando il via tra le altre cose alla costruzione della monumentale Fontana dell'Organo, contraddistinta da giochi d'acqua e fontane accompagnate dal suono di organo funzionante ad acqua.
Dal Seicento alla fine del XVIII secolo |
Papa Paolo V fu il pontefice che commissionò il completamento dei lavori sul corpo di fabbrica principale del Quirinale e al quale si deve gran parte dell'aspetto attuale del palazzo. Egli affidò i lavori di ampliamento a Flaminio Ponzio che realizzò in sequenza l'ala verso il giardino, la Sala del Concistoro (oggi Salone delle Feste) e la Cappella dell'Annunziata, decorata dal 1609 al 1612 da Guido Reni con la collaborazione di Giovanni Lanfranco, Francesco Albani, Antonio Carracci e Tommaso Campana, caratterizzando il palazzo con una delle due sopraelevazioni tutt'oggi visibili. Con la morte di Ponzio nel 1613, i lavori di ampliamento vennero proseguiti da Carlo Maderno, autore dell'ala sulla via del Quirinale, dove realizzò le sale più famose di tutto il complesso tra cui la Cappella Paolina, gli appartamenti papali e la Sala Regia, ora detta dei Corazzieri.
L'altezza della cappella e del salone dei Corazzieri imposero la costruzione di una seconda soprelevazione, ben visibile anche sulla facciata del palazzo. Il Salone dei Corazzieri fu decorato con un fregio dipinto, opera del quadraturista Agostino Tassi, autore del progetto e responsabile del cantiere della parete sud, mentre le altre tre pareti furono affidate a Carlo Saraceni e Giovanni Lanfranco; in modo minore contribuirono a questa impresa Alessandro Turchi, lo Spadarino, Paolo Novelli, Marcantonio Bassetti e, secondo Roberto Longhi, Pasquale Ottino. La presenza di quest'ultimo è stata però più volte messa in discussione negli ultimi decenni.
Papa Urbano VIII proseguì l'opera di ampliamento del complesso incominciata dai suoi predecessori con l'acquisto di molti terreni, ingrandendo la proprietà verso oriente a vantaggio soprattutto delle dimensioni del giardino che quasi raddoppiarono; lo stesso papa procedette poi all'erezione di un muro di cinta che circondò il nuovo perimetro del complesso del Quirinale, infine pensò anche alla difesa del Palazzo facendo costruire un basso torrione di facciata con squadrate feritoie per le bocche dei cannoni. Parti superstiti di questa cinta muraria sono ancora visibili su via dei Giardini. Fu durante questo stesso periodo (1638) che Gian Lorenzo Bernini ottenne l'incarico di disegnare la loggia delle benedizioni collocata sopra il portale principale di accesso al palazzo.
Fu proprio il Bernini, sotto papa Alessandro VII, a progettare il fabbricato detto della Manica Lunga, realizzandone il primo tratto nel 1657-1659; l'edificio fu poi continuato nel 1722-1724 da Alessandro Specchi per papa Innocenzo XIII, e terminato da Ferdinando Fuga nel 1730-1732 per papa Clemente XII; a chiusura della Manica Lunga, il Fuga modificò il seicentesco casino del conte di Cantalmaggio trasformandolo nella Palazzina del Segretario della Cifra, oggi nota appunto come Palazzina del Fuga e ospitante gli uffici e gli appartamenti privati del presidente della Repubblica.
Il 5 luglio 1770 Wolfgang Amadeus Mozart venne nominato cavaliere dell'Ordine dello Speron d'oro con una cerimonia tenutasi proprio al Palazzo del Quirinale.
Da Napoleone alla presa di Roma |
Quando Napoleone occupò Roma e riuscì ad annetterla all'Impero francese (1809-1814), uno dei suoi primi pensieri fu proprio quello di occupare il palazzo del Quirinale e di rimaneggiarlo con l'intento di rivedere l'intera struttura per farne la residenza ufficiale dell'imperatore francese nella seconda città dell'Impero dopo la capitale Parigi, in particolare dopo la nascita di Napoleone Francesco, figlio del Bonaparte e della sua seconda moglie Maria Luisa d'Austria, che ebbe il titolo di re di Roma.
Nella mente di Napoleone, sin dal 1805, vi era stata l'idea della conquista di Roma che era assimilabile alla volontà di equiparare almeno idealmente l'impero napoleonico a quello romano, rievocando i fasti imperiali e tutte quelle idee di grandezza che erano tradizionalmente ricollegabili ai grandi eroi del passato. La conquista di Roma, luogo per eccellenza della memoria storica, rappresentava nella visione politica del Bonaparte un valore di continuità e la legittimazione stessa del potere imperiale da lui detenuto.
Del breve intermezzo napoleonico, rimane ancora oggi la divisione della grande galleria che dava su piazza del Quirinale per ricavare tre ambienti tuttora sussistenti: la Sala Gialla, la sala di Augusto e la sala degli Ambasciatori. Questa ristrutturazione, eseguita per mano dell'architetto Raffaele Stern, portò alla perdita dell'unità del preziosissimo ciclo di affreschi realizzati nel XVII secolo da Pietro da Cortona. Altri ambienti furono solo leggermente modificati. Ovviamente, il palazzo fu depredato dei suoi arredi e delle sue opere d'arte, in particolare due quadri di Tiziano e del Guercino; tuttavia Napoleone Bonaparte non fece in tempo a utilizzare personalmente il Quirinale, in particolare perché i fondi a esso destinati vennero dirottati per la campagna militare di Russia del 1812.
Con la restaurazione pontifica, nel maggio del 1814 Pio VII fece il suo rientro a Roma tornando in possesso del Quirinale e da subito si adoperò per cancellare ogni possibile traccia dell'occupazione napoleonica, servendosi a ogni modo dell'architetto Stern che già aveva operato in loco sotto Napoleone. Fra gli interventi più importanti attuati in questo periodo ricordiamo gli austeri affreschi della Cappella Paolina e la definitiva sistemazione della Fontana dei Dioscuri nel piazzale antistante l'ingresso.
Pio IX fu l'ultimo pontefice ad abitare il Quirinale dalla sua elezione sino alla Breccia di Porta Pia del 1870, dopo la quale i papi presero ufficialmente residenza nel Palazzo Apostolico su Piazza San Pietro.
Il periodo sabaudo |
Il palazzo del Quirinale fu residenza dei pontefici sino al 1871, quando Roma venne annessa al neonato Regno d'Italia e re Vittorio Emanuele II lo confiscò per porvi la propria residenza ufficiale. Il palazzo, anche dopo la breccia di Porta Pia, restò occupato dalle guardie svizzere al servizio di Pio IX fino al 1º ottobre 1870, finché il generale Raffaele Cadorna, comandante del corpo di spedizione italiano, le fece allontanare con la forza. Il palazzo divenne quindi la residenza dei re d'Italia fino al 1946.
Durante il loro soggiorno, i Savoia ristrutturarono diversi ambienti per adattarli alle nuove esigenze della Corte regia e per ribadire il ruolo della casata come nuovi sovrani del neonato regno d'Italia anche a Roma, che era stata uno dei capisaldi di resistenza al potere sabaudo. Il palazzo fu riarredato con mobilio di prevalente gusto neobarocco e neo rococò proveniente da varie regge di tutta la penisola, in particolare le residenze sabaude in Piemonte e il Palazzo Ducale di Colorno. Per le stanze si prescelse in particolare lo stile Luigi XIV per riportare il palazzo all'epoca del suo massimo splendore, il XVII secolo. Molti ambienti furono completamente ripensati, soprattutto durante il periodo di re Umberto I (1878-1900), per impulso della sua consorte, la regina Margherita. L'antica Sala del Concistoro fu rifatta e divenne l'attuale Salone delle feste, utilizzato come salone da ballo, si realizzò la raffinata decorazione della Sala degli specchi in stile neo rococò, e si modificarono gli appartamenti pontifici nel nucleo antico del palazzo per adattarli alla vita della famiglia reale. Infine, la napoleonica sala di Augusto divenne sala del Trono.
I presidenti della Repubblica e il Quirinale |
I primi due presidenti della Repubblica Italiana Enrico de Nicola e Luigi Einaudi non vissero al Quirinale. Giovanni Gronchi fu il primo presidente che visse nel palazzo seguito da Antonio Segni, Giuseppe Saragat e Giovanni Leone tutti con le rispettive famiglie. Sandro Pertini e Francesco Cossiga invece utilizzarono il Quirinale come ufficio ma non vi pernottarono mai continuando a vivere rispettivamente Pertini vicino alla Fontana di Trevi, Cossiga in via Quirino Visconti. Oscar Luigi Scalfaro vi si trasferì per la prima volta, anche se continuò a usare la sua abitazione nel Quartiere Aurelio, come pure vi si trasferirono con le rispettive famiglie i suoi tre successori, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella[12].
Gli interventi avvenuti nel Quirinale negli ultimi decenni si sono ovviamente limitati al recupero e alla conservazione dell'immenso patrimonio artistico del palazzo. In particolare, degni di nota sono stati i restauri, avvenuti durante le presidenze Ciampi e Napolitano, che hanno interessato l'ala che dà su piazza del Quirinale e che hanno visto riaffiorare le decorazioni secentesche deturpate dagli interventi dei primi anni del XIX secolo, opera degli architetti napoleonici (in particolare nella Sala Gialla e nella sala di Augusto). L'intervento più appariscente, però, è stato il restauro delle facciate, che ha riportato il palazzo all'originale colore travertino, in sostituzione dell'ocra di epoca sabauda. L'originalità del colore travertino fu attestata attraverso lo studio dei quadri dei grandi vedutisti del XVIII secolo (come Pannini o Gaspare Vanvitelli), nonché con indagini scientifiche dei successivi strati di intonaco.
Arte |
Interni |
Il palazzo è composto dal corpo centrale, che si sviluppa attorno al maestoso cortile d'onore, con le più belle sale del complesso che fungono da ambienti di rappresentanza della Presidenza della Repubblica, mentre gli uffici e gli appartamenti del capo dello Stato sono ospitati negli edifici al fondo della cosiddetta Manica Lunga, sul lato lungo di via del Quirinale, all'inizio della quale si trovano gli sfarzosi appartamenti imperiali, che vennero appositamente sistemati, decorati e ammobiliati per due visite del Kaiser Guglielmo II (nel 1888 e nel 1893) e che oggi ospitano i monarchi o i capi di Stato stranieri in visita al Presidente della Repubblica[13].
Il palazzo, nella sua totalità, ha 1.200 stanze.
Gli ambienti del palazzo ospitati nel corpo centrale sono[14]:
- il cortile d'Onore
- lo scalone d'Onore
- il salone dei Corazzieri
- la cappella Paolina
- la sala delle Stagioni
- la prima sala di Rappresentanza
- la sala delle Virtù
- la sala del Diluvio
- la sala delle Logge
- la sala dei Bussolanti
- la sala del Balcone
- il salottino San Giovanni
- la sala Gialla
- la sala di Augusto
- la sala degli Ambasciatori
- la sala di Ercole
- la sala degli Scrigni
- la scala del Mascherino
- la loggia d'Onore
- la sala del Bronzino
- la sala di Druso
- il passaggetto di Urbano VIII
- lo studio del Presidente alla Vetrata
- la sala degli Arazzi di Lilla
- il salottino Napoleonico
- la biblioteca del Piffetti
- la sala della Musica
- la sala della Pace
- la sala della Vittoria
- la sala delle Dame
- la sala delle Api
- il salottino Don Chisciotte
- la sala dello Zodiaco
- la sala delle Fabbriche di Paolo V
- la sala degli Arazzi
- la cappella dell'Annunziata
- la sala degli Specchi
- il salone delle Feste
- l'anticamera del salone delle Feste
- la galleria dei Busti
- le Sale Rosse e la Loggia
Lo scalone d'onore |
Fu costruito dall'architetto Flaminio Ponzio su commissione di papa Paolo V. Di proporzioni monumentali, è costruito su un sistema a doppia rampa, interrotta da un ampio pianerottolo affacciato sul giardino. Dalle due rampe successive al pianerottolo si accede, da un lato all'Anticamera del salone delle Feste, dall'altro al salone dei Corazzieri.
Lo scalone d'onore è dominato da un affresco di Melozzo da Forlì, un Cristo in gloria, o Cristo benedicente, che faceva originariamente parte della decorazione absidale della chiesa dei Santi Apostoli, sempre in Roma, totalmente ristrutturata nel Settecento da Carlo Stefano Fontana, la stessa dalla quale provengono i famosissimi angeli musicanti di Melozzo, ora nei Musei Vaticani. L'affresco è collocato sopra al primo pianerottolo, sul muro del lato verso il cortile d'onore, in modo da essere più visibile per chi esce dal palazzo che per chi entra: l'effetto desiderato era quello di ricordare un'ultima volta all'ospite, mentre stava andandosene, di avere ricevuto la benedizione papale e, quindi, fungeva da congedo beneaugurante. Una lapide latina, infine, murata sotto l'affresco, ricorda il primato di Melozzo nella prospettiva; l'insieme è circondato dai simboli araldici di papa Clemente XI Albani.
Nel pianerottolo sono presenti anche altri affreschi ottocenteschi dei pittori Annibale Brugnoli e Davide Natali raffiguranti una Scena con putti e uccelli e una Scena con putti danzanti e musicanti, facenti parte di un ciclo unico che comprende anche le decorazioni della successiva anticamera del Salone delle Feste[15].
Il salone dei Corazzieri |
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Con i suoi 37 metri di lunghezza e 12 metri di larghezza e 19 metri di altezza, si tratta della sala più grande dell'intero palazzo, il primo ambiente che si trova saliti dallo Scalone e dedicato alla rivista del reparto dei Corazzieri in occasione delle più importanti cerimonie. Nel salone hanno luogo anche molte altre attività del presidente della Repubblica, soprattutto pubbliche udienze e premiazioni ufficiali.
La sala fu costruita da Paolo V su progetto di Carlo Maderno nei primi anni del XVII secolo. Di quell'epoca si conservano ancora il prezioso soffitto a cassettoni e la pavimentazione marmorea riproducente lo stesso disegno geometrico del soffitto, mentre il grande fregio in affresco nella parte superiore delle pareti fu realizzato nel 1616 dai pittori Agostino Tassi, Giovanni Lanfranco e Carlo Saraceni. Della stessa epoca le grottesche degli sguinci delle finestre di Annibale Duranti. Sotto il fregio, Gaetano Lodi nel 1872 dipinse gli stemmi dei principali comuni d'Italia. Del Seicento è anche il portale doppio che introduce alla cappella Paolina. Il salone è impreziosito anche da una serie di arazzi settecenteschi, quattro di scuola francese, gli altri tessuti a Napoli[16].
La Cappella Paolina |
L'ambiente ha le stesse caratteristiche architettoniche e proporzionali della Cappella Sistina in Vaticano. Il grande vano voltato, di circa 42 metri in lunghezza, 13 in larghezza e 20 in altezza. Questo ambiente fu costruito da Carlo Maderno su ordine di Paolo V Borghese. Le dimensioni non sono casuali, tanto che qui si tennero addirittura alcuni conclavi. Tuttora, in occasione delle feste di Natale e di Pasqua, viene celebrata la messa alla presenza del Presidente della Repubblica. In questo ambiente furono celebrate, nel 1930, le nozze tra Umberto II e la principessa Maria José del Belgio.
La volta fu ornata nel 1616 da un ricchissimo rivestimento in stucco bianco e dorato, realizzato da Martino Ferrabosco. Nel 1818 papa Pio VII fece decorare le pareti della cappella con affreschi monocromi consistenti in lesene scanalate e nicchie ospitanti le figure di Apostoli e degli Evangelisti. Sull'altare un arazzo francese del XIX secolo raffigurante L'ultima predica di santo Stefano[17].
Prima sala di Rappresentanza |
Edificata da Carlo Maderno all'inizio del Seicento, si affaccia sul cortile interno e originariamente faceva parte dell'appartamento di papa Paolo V, fungendone da salotto. Nel 1616 da Agostino Tassi decorò il fregio con Scene della vita di san Paolo e con stemmi della famiglia Borghese. Gli altri medaglioni con figure allegoriche risalgono all'epoca napoleonica, mentre l'affresco della volta fu realizzato nel 1906 da Alessandro Palombi ed Ernesto Ballarini e riproduce i Frutti della pace.
Le pareti sono ornate da grandi arazzi con le Storie di Don Chisciotte tessuti dalla Manifattura Reale di Napoli fra il 1757 e il 1779. Vi è anche un grande quadro di Francesco Mancini, intitolato La Castità punisce Amore. L'orologio, della metà del Settecento, recante la firma del grande ebanista Jean-Pierre Latz e proveniente dalla Villa Ducale di Colorno completa gli arredi col piccolo stipo in ebano mirabile esempio di artigianato veneziano del XVI secolo[18].
La sala delle Logge |
In questa sala, degna di nota, vi è la decorazione del fregio attribuita a Bernardo Castello, esponente genovese del tardo manierismo, invitato a palazzo da Paolo V Borghese. Sue sarebbero le figure allegoriche della Giustizia e della Temperanza e gli Angeli che sorreggono lo stemma papale di papa Pio IX; quest'ultimo affidò la decorazione della parte restante della volta ad Annibale Angelini che, ispirandosi agli affreschi cinquecenteschi della Sala Regia in Vaticano, realizzò attorno al precedente affresco del Castello un finto loggiato dal quale si affacciano guardie svizzere.
Inoltre, qui si conservano cinque affreschi strappati provenienti da un'altra sala del Palazzo commissionati da papa Urbano VIII Barberini a Marco Tullio Montagna e Simone Lagi per celebrare i luoghi legati ad alcuni tra gli interventi architettonici del suo pontificato, cioè Orvieto, il Pantheon, Castel Sant'Angelo, il porto di Civitavecchia e la chiesa di San Caio[19].
La sala Gialla |
Questa sala, assieme alle due seguenti, formavano un unico ambiente suddiviso in epoca napoleonica. Con l'occasione, furono murate tutte le finestre verso il cortile e distrutta gran parte degli affreschi seicenteschi di Pietro da Cortona, con l'eccezione di alcune scene bibliche, tratte dall'Antico Testamento, nella parte alta delle pareti. Gli elementi ornamentali frapposti alle scene bibliche risalgono al periodo di Pio IX. Di epoca napoleonica il camino del 1812. È attualmente in fase di restauro.
Ricchissimi gli arredi, tra cui quattro splendidi arazzi francesi, tre grandi consolles ottocentesche e tre vasi in porcellana del XVIII secolo[20].
La sala di Augusto |
Fino a metà del ‘900 l'ambiente era indicato come Sala del trono, perché papa Pio IX e poi i Re d'Italia avevano destinato la stanza a quest'uso.
In questo ambiente, nel 2005 furono recuperate sia le decorazioni dell'epoca di papa Alessandro VII (in realtà solo parzialmente), sia le cinque finestre che danno sul cortile interno. In alto continua la serie di scene dell'Antico Testamento incominciata nella Sala gialla, mentre il soffitto, che mantiene il disegno originale seicentesco con cassettoni a forma di croce greca, fu ridecorato l'ultima volta nel 1864.
Tra i ricchissimi arredi della sala, da menzionare la pendola da mensola del maestro orologiaio parigino Denis Masson, risalente alla prima metà del Settecento[21].
La sala degli Ambasciatori |
Adibita ad ambiente di ricevimento del corpo diplomatico accreditato in occasione di visite ufficiali di Capi di Stato esteri in Italia, è stata restaurata nel 2001, senza subire, però, gli stessi stravolgimenti e ricostruzione della precedente.
Ha qui termine il ciclo di dipinti a contenuto biblico di Pietro da Cortona cominciato nella Sala gialla, accompagnati da affreschi più "laici" dell'Ottocento, raffiguranti le Virtù ed eseguiti tra il 1823 e il 1864 da Francesco Manno, Luigi Cochetti e Tommaso Minardi[22].
La scala del Mascherino |
Celebre scala elicoidale edificata tra il 1583 e il 1584 su progetto di Ottaviano Mascherino, è caratterizzata da coppie di colonne in travertino che accompagnano l'andamento delle rampe a pianta ellittica. È coronata da un lucernario, ellittico anch'esso. Era la scala d'accesso al nucleo più antico del Palazzo e conduceva agli appartamenti dei pontefici, ai quali si poteva accedere direttamente a cavallo data la bassa ripidità dei gradoni della scalinata[23].
La loggia d'onore |
È l'ambiente che si affaccia sul cortile d'onore, illuminato dai grandi finestroni posti sotto il torrino. Ospita le conferenze stampa delle personalità politiche consultate per la formazione degli esecutivi. Qui il presidente incaricato annuncia l'accettazione dell'incarico e talvolta rende pubblico l'elenco dei Ministri.
Decorata da grandi lesene con capitelli ionici dorati e da una decorazione pittorica che ricopre l'intera volta, eseguita nel 1908 da Ernesto Ballarini e Alessandro Palombi. Le colonne che ornano la sala provengono dall'iconostasi della Cappella Paolina[24].
Sopra la loggia si trova il torrino, costruito per ordine di Gregorio XIII. All'esterno è possibile vedere l'orologio del 1626, col quadrante diviso in sei ore. All'interno, una suggestiva sala da pranzo per gli incontri ufficiali più riservati, offre una splendida vista sulla Capitale.
Sala del Bronzino |
Questa sala, che deve il suo nome agli arazzi cinquecenteschi tessuti su disegni di Agnolo Bronzino, funge oggi da luogo di primo incontro tra il Presidente della Repubblica e i Capi di Stato ospiti provenienti dall'attigua Loggia d'onore.
I suddetti arazzi, dedicati alla storia biblica di Giuseppe, fanno parte della serie voluta da Cosimo I de' Medici nel 1546 per Palazzo Vecchio a Firenze, dove ancora si trovano i rimanenti non prelevati dai Savoia. Sulla volta, domina l'affresco de l'Allegoria dell'Italia di Alessandro Palombi ed Ernesto Ballarini dei primi del Novecento. L'ambiente fu nuovamente rinnovato nei pavimenti e negli arredi in occasione della visita di Adolf Hitler nel 1938: con questa occasione furono posti alcuni busti di personaggi dell'antica Roma di fattura moderna tranne che per uno databile al I secolo[25].
Studio del Presidente alla Vetrata |
È uno dei due studi del Presidente assieme a quello che si trova nella Palazzina del Fuga; questo infatti è l'ufficio di alta rappresentanza, dove il presidente della Repubblica tiene gli incontri ufficiali con i Capi di Stato e con i segretari di partito durante le consultazioni per la formazione del Governo.
In origine questa stanza era la camera da letto estiva dei pontefici.
Tra gli arredi è degna di menzione la scrivania francese del 1750 proveniente dalla Reggia di Parma, mentre il dipinto dietro la scrivania, della seconda metà del Seicento, è del Borgognone[26].
La sala degli Arazzi di Lilla |
Il nome di questa sala deriva dai cinque arazzi settecenteschi realizzati dalla manifattura reale di Lilla in Francia tra il 1715 e il 1720 (alcuni su modelli tratti da opere del pittore fiammingo David II Teniers altri recano la firma dell'arazziere fiammingo Guillaume Weniers), con idilliaci episodi di vita agreste su sfondi paesistici. La sala oggi è utilizzata per le riunioni del Consiglio supremo di difesa, convocato almeno due volte all'anno dal Presidente della Repubblica e le presentazioni dei nuovi Ambasciatori accreditati presso il Quirinale, prima del colloquio con il Capo dello Stato nello Studio alla Vetrata.
Quando il Quirinale era ancora una semplice villa, la cosiddetta Villa Gregoriana, questo ambiente fungeva da ampia anticamera che dava accesso alle stanze private del pontefice. In età napoleonica la sala fu divisa in due ambienti per ricavarne la stanza da letto dell'imperatore, per la quale fu eseguito da Jean-Auguste-Dominique Ingres il dipinto Il Sogno di Ossian, e un bagno. Rientrato in Quirinale Pio VII Chiaramonti fece ripristinare l'assetto precedente della sala e la fece decorare con soggetti religiosi. Alla fine dell'Ottocento la sala fu destinata a stanza da letto della regina Margherita, moglie di Umberto I. All'inizio del '900 divenne il salotto dei nuovi appartamenti imperiali e sulla volta furono inserite cinque tele del tardo Seicento che raffigurano scene mitologiche e divinità del mondo greco. Il caminetto, in porfido, è opera di Carlo Albacini, mentre le specchiere con cornici dorate e i fregi sopra le porte risalgono alla fine del XIX secolo. Il mobilio risale per lo più alla prima metà del Settecento, mentre il grande tappeto di Herat risale all'inizio dell'Ottocento[27].
La biblioteca del Piffetti |
La piccola sala deve il nome alla grandiosa e preziosissima libreria costruita, in origine, all'incirca alla metà del Settecento, per la villa della Regina [Anna d'Orleans] nei pressi di Torino dall'ebanista piemontese Pietro Piffetti. Per volontà di re Umberto I e della regina Margherita il capolavoro del Piffetti fu trasportato al palazzo del Quirinale, dove si può tuttora ammirare.[28]. La struttura in pioppo è rivestita da una impiallacciatura con intarsi in palissandro, bosso, tasso e ulivo e ornati in avorio.
Sala dello Zodiaco |
La sala fu creata durante il periodo napoleonico, da due precedenti stanze risalenti all'epoca di papa Paolo V, per ricavare un grande salone dell'Imperatore (o sala dei Ministri). A quell'epoca risale il fregio a bassorilievo in stucco di Carlo Finelli, del 1812 raffigurante il trionfo di Giulio Cesare. L'ambiente divenne in epoca sabauda la sala da pranzo giornaliera della famiglia reale. La volta fu decorata nel 1888 da Annibale Brugnòli con una allegoria dell'Aurora, nelle lunette i segni zodiacali. Alle pareti cinque arazzi settecenteschi della serie delle Nuove Indie realizzati nel 1771 - 1786 dalla manifattura francese Gobelins donati nel 1786 da Luigi XVI di Francia all'arciduca Ferdinando d'Austria e alla moglie Maria Beatrice d'Este[29]. L'arredo è completato da dodici poltrone di Andrea Brustolon degli inizi del XVIII secolo. Lo scultore veneto intagliò sui braccioli i segni zodiacali per ciascun mese dell'anno.
La cappella dell'Annunziata |
È la cappella privata del palazzo, ricchissimo ambiente costituito da una piccola navata ellittica e dal presbiterio. Il progetto decorativo si deve al maestro bolognese Guido Reni, esecutore dello splendido ciclo di affreschi assieme a Francesco Albani, Antonio Carracci, Giovanni Lanfranco, Alessandro Albini e Tommaso Campana. Gli splendidi stucchi dorati, invece, si devono ad Annibale Corradini e Stefano Fuccaro. Stupenda la pala d'altare, di Guido Reni, che raffigura l'Annunciazione, mentre degno di nota è anche lo splendido pavimento in marmo, recante lo stemma di papa Pio VII[30].
La sala degli Specchi |
Questa sala ospita alcune udienze del capo dello Stato e il giuramento dei giudici della Corte costituzionale.
L'attuale decorazione si deve esclusivamente al periodo sabaudo, quando la sala fu adibita a camera da pranzo, quindi, quando quest'ala del palazzo ospitava l'appartamento del principe ereditario Umberto II, a sala da ballo. È illuminata da splendidi lampadari di Murano, riflessi nei numerosi specchi delle pareti, e arredata con divani e poltrone rivestiti di preziose tappezzerie in broccato bianco di seta con fiori oro, tanto che l'ambiente è anche definito come Sala Bianca[31].
Il salone delle Feste |
È l'ambiente più grande e solenne del palazzo, qui giura il nuovo Governo e si tengono i pranzi ufficiali.
Dal 1616 questa sala, un tempo Sala Regia, divenne sede dei pubblici concistori. Nel 1873 i Savoia vollero trasformarla in una sfarzosa sala da pranzo e ballo e vi predisposero una nuova elegantissima decorazione eseguita da Girolamo Magnani e Cecrope Barilli. Al centro della volta si può ammirare il Trionfo dell'Italia mentre il resto della sala è completamente ricoperto di elementi architettonici, scultorei e pittorici bianchi o dorati. Nel 1889 fu realizzato sulla parete verso lo Scalone d'onore un nuovo palco stabile per orchestra, destinato ai musicisti. Il pavimento è coperto da quello che è considerato il secondo tappeto più grande del mondo, che si estende per circa 300 m²[32], dietro al tappeto della Moschea Sheikh Zayed di Abu Dhabi che misura 5,634 m²[33]. In questo grande salone si allestisce la tavola in occasione di importanti Pranzi di Stato con più di 170 persone.
Palazzina del Fuga |
La palazzina del Segretario della Cifra, disegnata dal Fuga, sorge al termine della Manica Lunga del Quirinale. Qui si trova l'appartamento privato del presidente e lo studio che egli utilizza come ufficio e come luogo di incontro con parlamentari, personalità delle istituzioni e altre persone che hanno udienza al Quirinale. Talvolta vengono qui ricevuti Capi di Stato.
Da questo studio viene talvolta trasmesso il Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica.
Collezioni |
Nel palazzo del Quirinale si trovano diverse collezioni artistiche[34] che comprendono 261 arazzi di inestimabile valore che documentano l'attività delle principali manifatture e centri di produzione tra il XVI e il XIX secolo, le porcellane in cui i pezzi occidentali ammontano a circa 38.000, si può considerare di livello non inferiore a quello delle principali collezioni mondiali, 105 carrozze, 205 orologi e pendole varie, dipinti, statue, mobili, molti dei quali arrivati fin qui da altre residenze italiane, soprattutto quelle delle corti pre-unitarie come nel caso del mobilio appartenente al Palazzo Ducale di Colorno; oltre agli affreschi e ai dipinti nei suoi spazi sono disseminati circa 56.000 oggetti d'arte, tra questi 20.000 pezzi d'argenteria, di cui 7.000 pezzi in argento bianco, 2.400 in vermeil, una varietà di argento dorato, 9.000 pezzi di metallo argentato e oltre 9.000 pezzi in metalli vari, soprattutto bronzo. È presente anche un'incredibile collezione di lampadari di vetro di Murano (realizzati a partire dagli ultimi anni del XVIII secolo dalle vetrerie storiche, tra le quali Pauly & C Compagnia Venezia Murano che disegnò e realizzò un lampadario in stile "rezzonico" dell'altezza record di 6 metri con un diametro di circa 4 metri e 320 luci) e di cristallo.
Giardini |
I giardini del Quirinale, famosi per la loro posizione privilegiata che li costituiscono quasi come "isola" sopraelevata su Roma, furono nel corso dei secoli modificati a seconda dei gusti e delle necessità della corte papale.
L'attuale sistemazione integra il giardino "formale" seicentesco prospiciente il nucleo originale del palazzo con il giardino "romantico" della seconda metà del Settecento, conservando di quell'epoca l'elegante Coffee House del Quirinale edificata da Ferdinando Fuga come sala di ricevimento di papa Benedetto XIV Lambertini, decorata dalle splendide pitture di Girolamo Pompeo Batoni e Giovanni Paolo Pannini.
All'interno dei giardini del Quirinale si trova il famoso organo idraulico[35] costruito fra il 1997 e il 1999 da Barthélemy Formentelli in base alle caratteristiche del precedente organo ottocentesco. L'organo è alimentato da una cascata con un salto di 18 metri ed è a trasmissione integralmente meccanica, con un'unica tastiera di 41 note con prima ottava scavezza, senza pedaliera, e può eseguire due madrigali.
I giardini hanno quasi 500 anni e sono più antichi di quelli di Versailles e misurano ben 4 ettari (40.000 m²)[36], ci sono prati per 11.000 m², viali di ghiaia, alberi antichissimi come un gigantesco platano alto più di 40 m con un'età di 400 anni e per molto tempo è stato il più grande in Europa, ci sono cycas di grandi dimensioni e ci sono voluti 2 o 3 secoli, è quindi probabile che furono dei doni portati ai Papi da alcune ambascerie giunte nel Sud America nel lontano '600 / '700, poi ci sono un ulivo cresciuto sulle rive del Giordano e donato al Quirinale, poi un abete proveniente dalla Scandinavia. Ci sono siepi lunghe 3,5 km e sono "all'italiana" cioè con la parte bassa di bosso e quella più alta, a parete, di alloro.
In questi giardini i Reali avevano fatto installare un campo da tennis, sono rimasti solo gli spogliatoi ricoperti dal sughero per isolare chi si spogliava dal freddo esterno. Nel giardino ci sono fontane di epoche e di tipi molto diversi, come la Fontana delle Bagnanti proveniente dalla Reggia di Caserta.
Sotto i giardini, attraverso una botola è possibile raggiungere gli scavi archeologici che hanno rinvenuto quanto resta dell'originario tempio al dio Quirino e alcune insulae di età imperiale.
I giardini del Quirinale sono aperti al pubblico il 2 giugno di ogni anno e a volte fino a 20.000 persone passeggiano nei suoi viali.
Dipendenze |
Scuderie |
Il palazzo delle Scuderie al Quirinale fu costruito tra il 1722 e il 1732, su terreno già dei Colonna appartenente alla villa al Quirinale annessa al loro Palazzo, e si trova di fronte alla residenza presidenziale, affacciato su piazza del Quirinale. Il primo progetto si deve ad Alessandro Specchi, che su commissione di papa Innocenzo XIII, disegnò un edificio destinato a sostituire quello precedente di Carlo Fontana dell'inizio del XVIII secolo. Morto Innocenzo XIII, il nuovo papa Clemente XII, nel 1730, affidò a Ferdinando Fuga il compito di completare l'opera.
L'edificio ha mantenuto la sua funzione originaria di scuderia fino al 1938, anno in cui venne adattato ad autorimessa. Tra il 1997 e il 1999 venne completamente restaurato su progetto dell'architetto friulana Gae Aulenti. Destinato a importante spazio espositivo (circa 1.500 m²), fu inaugurato dal Presidente Ciampi e concesso al Comune di Roma. Attualmente ospita grandi mostre di richiamo internazionale ed è una delle sedi per mostre d'arte temporanee di Roma più visitata insieme con il Vittoriano.
Caserma dei Corazzieri |
Sotto la Caserma dei Corazzieri è stato scoperto un complesso di Roma antica comprendente un tratto delle mura serviane, un podio forse templare e un edificio dell'età flavia con un ninfeo decorato da mosaici parietali di quarto stile. Forse si trattava della casa privata di Vespasiano e del tempio della Gens Flavia, come sembra suggerire una fistula trovata nelle vicinanze con il nome di Flavio Sabino[37].
Archivio storico |
Istituito sotto la presidenza Scalfaro nel 1996, dal 2009 è ospitato presso il Palazzo Sant'Andrea, così chiamato perché vicino alla Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, già noviziato della Compagnia di Gesù, poi divenuto durante il Regno d'Italia sede del Ministero della Real Casa. Sotto l'edificio, nel 1888, fu rinvenuto un importante reperto archeologico, la cosiddetta Ara dell'incendio neroniano.
Il patrimonio dell'archivio è liberamente consultabile, salvo per i documenti riservati relativi alla politica interna ed estera dello Stato, che diventano liberamente consultabili solo 50 anni dopo la loro data, e di quelli che contengono dati sensibili, che diventano pubblici e consultabili 40 anni dopo la loro data[38].
Tra i documenti storicamente più importanti vi è la copia originale della Costituzione sulla quale giurano il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri e i Giudici costituzionali all'inizio del loro mandato e il carteggio originale tra il Presidente Einaudi e Arturo Toscanini, nel quale si può leggere il rifiuto del celebre direttore d'orchestra alla nomina di senatore a vita[39].
Galleria d'immagini |
Piazza del Quirinale, Fontana dei Dioscuri.
L'Obelisco.
Palazzo del Quirinale.
Il campanile con le bandiere.
Portale del Palazzo del Quirinale con la Loggia delle benedizioni di Gian Lorenzo Bernini.
Dioscuri.
Il palazzo visto dalla Torre delle Milizie.
Veduta particolare da via della Dataria.
Veduta del Palazzo.
Particolare.
Il cortile interno del Palazzo.
Il Palazzo del Quirinale visto dal retro.
Note |
^ Dentro il Quirinale, la casa degli italiani, nationalgeographic.it. URL consultato il 22 settembre 2016.
^ Ippolito Menniti, I papi al Quirinale
^ Concluso il restauro della Galleria di Alessandro VII Chigi al Quirinale, beniculturali.it. URL consultato il 22 settembre 2016.
^ Dietro solo al palazzo Topkapı (700 000 m²) (Istanbul), Istana Nurul Iman (200 000 m²) (Brunei), Palazzo Apostolico (162 000 m²) (Città del Vaticano), Città Proibita (150 001 m²) (Pechino) e il Palazzo reale (134 999 m²) (Madrid).
^ Il Quirinale, la residenza più vasta del mondo, loveforitaly.it. URL consultato il 18 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
^ Il Quirinale, casa degli Italiani
[collegamento interrotto], ItineRoma.it. URL consultato il 28 ottobre 2014.
^ Voyager - Ai confini della conoscenza, Puntata 21 luglio 2014, Titolo puntata: Una notte a Roma, ilsussidiario.net, voyager.rai.it. URL consultato il 28 ottobre 2014.
^ http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Ippolito_II_d_Este_1920_reprint_1984.pdf
^ Vincenzo Pacifici, Ippolito II d'Este, cardinale di Ferrara, Tivoli, 1920, ristampa 1984, pp.147-159 [1]
^ Vincenzo Pacifici, L'antico Quirinale in una affresco rinvenuto in Villa d'Este, in Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte, vol. IX-X (1929-30), pp. 385-387 [2]
^ Le monete e le medaglie di Sisto V
[collegamento interrotto], montaltomarche.it. URL consultato il 12 luglio 2009.
^ Breda Marzio, «Coesione sulle riforme» Il messaggio di Napolitano, in Corriere della Sera, 13 maggio 2006. URL consultato il 12 giugno 2006 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2013).
^ La Manica Lunga e gli Appartamenti Imperiali, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ I Luoghi, quirinale.it. URL consultato il 30 settembre 2010.
^ Scalone d'onore, quirinale.it. URL consultato il 30 settembre 2010.
^ Salone dei Corazzieri, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Cappella Paolina, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Prima Sala di Rappresentanza, quirinale.it. URL consultato il 30 settembre 2010.
^ Prima Sala delle Logge, quirinale.it. URL consultato il 30 settembre 2010.
^ Sala gialla, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Sala di Augusto, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Sala degli Ambasciatori, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Scala del Mascarino, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Loggia d'onore, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Sala del Bronzino, quirinale.it. URL consultato il 30 settembre 2010.
^ Studio del Presidente della Repubblica (PDF), quirinale.it. URL consultato il 31 maggio 2018.
^ Sala degli arazzi di Lille, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Biblioteca del Piffetti, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Sala dello Zodiaco, quirinale.it. URL consultato il 30 settembre 2010.
^ Cappella dell'Annunziata, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Sala degli specchi, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Salone delle feste, quirinale.it. URL consultato l'11 ottobre 2009.
^ Nuovo record mondiale in Iran per il tappeto più grande del mondo, tappeti.info. URL consultato il 26 settembre 2016.
^ Notizie sulle collezioni di Palazzo, su books.google.it.
^ Fronzuto, pp. 502-504.
^ risultando, così, molto più grandi di alcuni loro "simili", come, ad esempio, i giardini dell'Eliseo, di soli 1,5 ettari, mentre quelli dell'Hôtel Matignon, residenza del Primo ministro francese, sono di 3 ettari e quelli della Casa Bianca di 7,3 ettari, battuti da Buckingham Palace, con ben 17 ettari di parco.
^ Coarelli, p.222.
^ [3] Cfr. il regolamento per la consultazione nel Sito del Quirinale
^ Dino Pesole, Nell'archivio storico del Quirinale il gran rifiuto di Toscanini, in Il Sole 24 ORE, 25 giugno 2009. URL consultato il 7 novembre 2009.
Bibliografia |
- Franco Borsi (curatore), Il Palazzo Del Quirinale, collana "Il patrimonio artistico del Quirinale", Milano, Electa, 1991. ISBN 88-435-3606-0
- Carlo Azeglio Ciampi, Il Palazzo Del Quirinale, Roma, FMR ART'E', 2003. ISBN non esistente
- Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984. ISBN 88-04-11896-2
- Graziano Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007, ISBN 978-88-222-5674-4.
Edoardo Montaina, Invito al Quirinale, Milano, Mondadori, 2002. ISBN 88-04-50585-0
- Antonio Menniti Ippolito, I papi al Quirinale. Il sovrano pontefice e la ricerca di una residenza, Roma, Viella, 2004, isbn 88-8334-108-2
Voci correlate |
- Presidente della Repubblica Italiana
- Tenuta presidenziale di Castelporziano
- Villa Rosebery
- Quirino (divinità)
- Quirinale (colle)
- Piazza del Quirinale
- Obelisco del Quirinale
- Ara dell'incendio neroniano
- Tempio di Serapide (Quirinale)
- Terme di Costantino
- Quirinale nella pittura e nel disegno
Altri progetti |
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- Wikibooks
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Collegamenti esterni |
- Sito della Presidenza della Repubblica dedicato al Palazzo del Quirinale, su palazzo.quirinale.it. URL consultato il 9 dicembre 2016.
- Visita virtuale del Palazzo sul sito della Presidenza della Repubblica, su exibit.quirinale.it. URL consultato il 9 dicembre 2016.
- Canale della Presidenza della Repubblica su Youtube, su youtube.com.
- Sito delle scuderie del Quirinale, su scuderiequirinale.it.
Scheda su Palazzo del Quirinale, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.
- Link Facebook del Palazzo del Quirinale
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