Melzo
Melzo comune | |||
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La parrocchiale dei Santi Alessandro e Margherita | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Lombardia | ||
Città metropolitana | Milano | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Antonio Fusé (lista civica) dal 26-6-2017 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°30′N 9°25′E / 45.5°N 9.416667°E45.5; 9.416667 (Melzo) | ||
Altitudine | 118 m s.l.m. | ||
Superficie | 9,82 km² | ||
Abitanti | 18 492[1](30-11-2017) | ||
Densità | 1 883,1 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Cassina de' Pecchi, Gorgonzola, Liscate, Pozzuolo Martesana, Truccazzano, Vignate | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 20066 | ||
Prefisso | 02 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 015142 | ||
Cod. catastale | F119 | ||
Targa | MI | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Cl. climatica | zona E, 2 404 GG[2] | ||
Nome abitanti | melzesi | ||
Patrono | Sant'Alessandro | ||
Giorno festivo | lunedì successivo alla Domenica delle Palme | ||
Cartografia | |||
Melzo | |||
Posizione del comune di Melzo nella città metropolitana di Milano | |||
Sito istituzionale | |||
Melzo (Mèlz in dialetto milanese) è un comune italiano di 18 492 abitanti[1] della città metropolitana di Milano in Lombardia. Dista circa 12 km da Milano, 35 da Bergamo e 10 dall'aeroporto di Linate.
Indice
1 Storia
1.1 Il feudo di Melzo e Gorgonzola
2 Monumenti e luoghi d'interesse
3 Società
3.1 Evoluzione demografica
4 Cultura
4.1 La pieve
4.2 Eventi
4.2.1 Storia della Fiera
5 Amministrazione
5.1 Gemellaggi
6 Note
7 Bibliografia
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia |
Le presunte origini etrusche che secondo la tradizione deriverebbero dal toponimo Melphum o Melpum ricordato da Plinio il Vecchio - rappresentata di conseguenza nella cartografia dell'Italia Gallica sive Gallia Cisalpina di Abraham Ortelius - non sono mai state provate, né esiste un ritrovamento archeologico in grado di confermarle. Più probabile la denominazione derivante da un nome germanico (Cfr: Fostermann).
Ma i toponimi nei tempi antichi mutavano frequentemente e quindi non sono da rigettare le successive denominazioni assunte dall'antica Melpum nel corso dei secoli: "Melzo" in epoca medievale era "Mellesiate" (citato da un documento del IX secolo) e poi Melesiate e Meleso (secc. XII-XIII) nome che ricorre diverse volte in carte milanesi coeve[3]. Melzo ebbe le proprie sorti assai presto legate a quelle della vicina Milano, a partire soprattutto dalla fine del XIII secolo quando, con l'aprirsi del conflitto tra Visconti e Torriani, si inaugurarono anche per la realtà melzese tre secoli di guerre.
In virtù della propria posizione geografica e a causa dei mutati equilibri politici fra Milano e Venezia, Melzo visse come realtà di confine i frequenti capovolgimenti di fronte, che durante tutto il Quattrocento videro confrontarsi il ducato visconteo-sforzesco e la Serenissima: prima l'episodio leggendario dell'eroina Agnese Pasta che guida un'improbabile rivolta femminile pro-sforzesca contro i soldati veneziani, che occorre più realisticamente interpretare come una protesta contro miseria e violenze, e più tardi la concessione del feudo alla giovanissima nobile milanese Lucia Marliani, della quale il duca Galeazzo Maria Sforza si era perdutamente innamorato, costellarono un secolo destinato a chiudersi, alla caduta del nuovo duca Ludovico il Moro per mano dei Francesi, con la consegna del marchesato di Melzo a Gian Giacomo Trivulzio, condottiero di Luigi XII e capostipite di una dinastia che si imporrà per quasi due secoli di storia melzese, caratterizzati dai fasti voluti dal casato per abbellire le proprie dimore e gli edifici più rappresentativi del borgo e da una complessiva stabilità sociale ed economica.
Animato sin dal 1513 dall'appuntamento settimanale del mercato, il giorno di martedì, l'assetto produttivo melzese, anche dopo l'uscita di scena dei Trivulzio, restò a lungo prevalentemente centrato sulle attività agricole - con una vocazione di antiche origini per il settore caseario – alle quali dal Seicento si affianca la prima realtà protoindustriale di una fornace per mattoni. Occorrerà tuttavia attendere la fine del Settecento, con la comparsa delle prime filande, per assistere al concreto avvio di quella nuova fase dello sviluppo cittadino – significativamente segnata anche dall'apertura dell'ospedale delle Stelle, voluta nel 1770 dall'amministrazione asburgica di Maria Teresa d'Austria – che fra Ottocento e Novecento riconfigurerà completamente sia l'aspetto sin lì lungamente immutato del borgo sia le abitudini di vita della sua popolazione.
Nel 1838, con la ripresa dell'attività manifatturiera dopo un momentaneo periodo di stallo, è la lavorazione della seta a rappresentare il motore trainante della prima industrializzazione melzese, con un rapido travaso di manodopera dal settore agricolo a quello tessile che – esaurito il momento di massima espansione degli stabilimenti tessili (Casanova, Ornago, Peroni, Gavazzi) si sposta verso l'industria chimica: nel 1907 la Edison sposta a Melzo la produzione degli accumulatori Tudor, costruendo una fabbrica che resta attiva durante i due conflitti mondiali. Per quasi un secolo la Tudor è la più importante realtà produttiva di Melzo arrivando a impiegare 500 persone da tutte le zone circostanti. Più tardi Melzo si orienterà decisamente verso quell'industria casearia che, nel passaggio di secolo e fino alle soglie della Seconda guerra mondiale, è ormai venuta configurando l'antica vocazione produttiva di un borgo nella realtà di un polo alimentare di rilevanza nazionale, grazie all'attività di Galbani e Invernizzi.
Attraversate le dinamiche sociali ovunque connesse al fenomeno dell'industrializzazione – lotte sindacali, sovraffollamento della popolazione inurbata, nuove realtà abitative e familiari – e trascorsa l'interruzione dolorosa del secondo conflitto mondiale, Melzo si presenta agli ulteriori appuntamenti della crescita economica post-bellica con le questioni legate all'immigrazione, e dunque all'ulteriore aumento della popolazione, e alla crescita indiscriminata del tessuto urbano: gli interventi di gestione avviati a partire dagli anni settanta, intesi soprattutto al controllo del versante urbanistico – con il Piano Regolatore e i piani di recupero per il centro storico – introducono in qualche misura all'ulteriore riconversione della realtà economica melzese a quel terziario avanzato la cui conclusiva affermazione, ancora in tempi recenti, appare quasi esemplarmente riassunta dall'apertura del cinema multisala Arcadia. Anche Melzo aveva la sua scormagna, fino agli anni Cinquanta-Sessanta: i melzesi erano definiti "i oreggiatt de Melz" (pronuncia: i uregiàt de mels).
Il feudo di Melzo e Gorgonzola |
Per quasi duecento anni, la città di Melzo venne associata in feudo alla città di Gorgonzola. Segue l'elenco dei feudatari[4]
- 1412-1441 Vincenzo Marliano
- 1441-1475 Catelano e Innocenzo Cotta
- 1475-1487 Lucia Marliani
- 1487-1499 Galeazzo e Ottaviano Maria Visconti
- 1499-1500 Gian Giacomo Trivulzio
- 1500-1513 Giorgio Trivulzio
- 1513-1516 Ottaviano Maria Sforza Visconti
- 1516-1524 Gian Fermo Trivulzio
- 1524-1526 Massimiliano Stampa
- 1526 Antonio da Leiva
- 1526-1529 Scaramuccia Trivulzio
- 1529 Antonio Rabbia
- 1529-1531 Beatrice Stampa
- 1531 Francesco II Sforza
- 1531-1533 Gian Fermo II Trivulzio
- 1533-15?? Catalano, Antonio, Scaramuccia ed Alessandro Trivulzio
- 15??-1577 Gian Giacomo Teodoro Trivulzio
- 1577-1605 Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio, marito di Caterina Gonzaga
- 1605-1656 Gian Giacomo Teodoro II Trivulzio
- 1656-1664 Ercole Teodoro Trivulzio
- 1664-1678 Antonio Teodoro Trivulzio
- 1678 Beatrice Monti
Monumenti e luoghi d'interesse |
Con la memoria delle vicende storiche – ancora assai in divenire, e dunque foriera di sviluppi futuri – l'identità di Melzo è poi illustrata dalle monumentali testimonianze del passato pervenuteci: dall'antica fondazione della prepositurale dei santi Alessandro e Margherita, pregevole architettura di forme quattrocentesche lombarde, alla residenza un tempo fastosa di Palazzo Trivulzio, presenza tuttora dimensionalmente emergente nel tessuto urbano, alla chiesa di Sant'Andrea, con il prezioso ciclo degli affreschi cinquecenteschi, alle altre fondazioni di epoca trivulziana dell'Oratorio di sant'Antonio e delle chiese di san Francesco e di sant'Ambrogio (Torre Civica), sino all'Ospedale delle Stelle, già convento di Carmelitani, convertito alla nuova destinazione d'uso dal marchese Trivulzio e da altri nobili locali su progetto del Piermarini, a seguito di un decreto di Maria Teresa d'Austria.
- Nel 1809 l'architetto Simone Cantoni firmò un progetto di ristrutturazione del palazzo del marchese Girolamo Teodoro Trivulzio, non realizzato.
Fondazione Invernizzi, Tenuta di Trenzanesio (Parco Naturale), Rodano.
Società |
Evoluzione demografica |
- 1 207 nel 1751
- 1 564 nel 1771
- 1 600 nel 1805
- 1 825 dopo annessione di Vignate nel 1811
- 2 183 nel 1853
- 2 354 nel 1859
Abitanti censiti[5]
Cultura |
La pieve |
Il 18 agosto 1576 il cardinale Carlo Borromeo trasferì alla chiesa dei Santi Alessandro e Margherita di Melzo la sede della previgente pieve di San Pietro di Cornegliano. Nell'ambito delle sue misure di adeguamento alla modernità, San Carlo decise infatti di riflettere il mutamento intervenuto nel tessuto urbano della zona, e cambiò la sede plebanea. Melzo ebbe quindi un prevosto cui per quattro secoli furono sottoposte le seguenti parrocchie:
- Santi Pietro e Giorgio di Cornegliano[6]
- San Majolo abate di Albignano
- Santi Eusebio e Maccabei di Cavajone
- San Michele arcangelo di Truccazzano[7]
Eventi |
Fiera delle Palme - Appuntamento storico per il weekend che precede la Pasqua, 4 giorni di degustazioni, mostre, esposizioni , con Luna park itinerante e altre attività.
Storia della Fiera |
Nel 1553 da parte dei Trivulzio, feudatari del borgo, fu avanzata alle autorità la richiesta dell'istituzione della Fiera di Melzo, assieme alla richiesta di ottenere la concessione di un mercato settimanale. Mentre il mercato settimanale fu concesso nel 1619 per l'istituzione della Fiera passarono circa due secoli e venne poi concessa solo due volte all'anno nei mesi di marzo e ottobre. Dopo varie vicende politiche che fecero decadere e rinascere l'antica Fiera da fine ottocento divenne un appuntamento importante anche legato alla realtà industriale melzese (Invernizzi e Galbani) con mostre bovine ed equine ed attrezzature agricole nonchè giostre e stand commerciali.
Nel 2019 si celebra la 400 edizione di una delle più importanti Fiere, per storia e tradizione, della Martesana che si tiene in concomitanza del santo patrone della città che coincide con il lunedì delle Palme (da cui il nome della Fiera).
Amministrazione |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2009 | Paolo Sabbioni | lista civica | sindaco | |
2009 | 2014 | Vittorio Perego | lista civica | sindaco | |
2014 | 2016 | Antonio Bruschi | Partito Democratico | sindaco | |
2016 | 2017 | Cristiana Cirelli | - | commissario prefettizio | |
2017 | in carica | Antonio Fusé | lista civica | sindaco |
Gemellaggi |
Vilafranca del Penedès
Note |
^ ab Dato Istat - Popolazione residente al 31 ottobre 2017.
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Sergio Villa, "Storia di Melzo dagli inizi alla fine dell'Ottocento", 2002
^ Copia archiviata, su bibliomilanoest.it. URL consultato il 15 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2006).
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Persa la prevostura, la parrocchia di Cornegliano cambiò anche nome.
^ Comprendende anche il territorio di Incugnate.
Bibliografia |
- Nicoletta Ossanna Cavadini, Simone Cantoni architetto, Milano, Electa, 2003.
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Melzo
Collegamenti esterni |
- Sito ufficiale, su comune.melzo.mi.it.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 130199147 |
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