Syncerus caffer
















































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Bufalo nero

Serengeti Bueffel1.jpg

Syncerus caffer, Serengeti, Tanzania

Stato di conservazione


Status iucn3.1 LC it.svg

Rischio minimo[1]



Classificazione scientifica

Dominio

Eukaryota

Regno

Animalia

Phylum

Chordata

Classe

Mammalia

Ordine

Artiodactyla

Famiglia

Bovidae

Genere

Syncerus
Hodgson, 1847

Specie

S. caffer

Nomenclatura binomiale

Syncerus caffer
Sparrman, 1779

Sottospecie


  • Syncerus caffer caffer

  • Syncerus caffer nanus

  • Syncerus caffer brachyceros

  • Syncerus caffer mathewsi



Il bufalo nero (Syncerus caffer Sparrman, 1779), noto anche come bufalo cafro, bufalo africano o bufalo del Capo, è un mammifero che fa parte degli ordine degli Artiodattili e della famiglia dei Bovidi. È l'unica specie del genere Syncerus.




Indice






  • 1 Descrizione


  • 2 Distribuzione e habitat


  • 3 Biologia


  • 4 Sottospecie


  • 5 Note


  • 6 Altri progetti





Descrizione |


È un animale di grosse dimensioni. Può arrivare a 180 cm di altezza al garrese, è lungo fino a 250 cm e pesa dai 700 ai 1000 kg. È dotato di enormi corna ricurve che superano il metro di lunghezza, la cui ampiezza da punta a punta può raggiungere in alcuni casi addirittura i 130 cm (il massimo tra i bovidi). Queste corna si congiungono sul capo del bufalo, formando uno scudo cefalico, la cui importanza risulta evidente durante gli scontri tra maschi nel periodo dell'accoppiamento. Il suo pelo è di colore nero (da cui il nome).



Distribuzione e habitat |


È distribuito in gran parte dell'Africa subsahariana, dai paesi affacciati sul Golfo di Guinea al Mozambico e al Sudafrica. Il suo habitat, come quello degli altri bovidi africani, è la savana.



Biologia |




Un bufalo con uccelli che lo liberano dai parassiti nel Ngorongoro.





Syncerus caffer nanus


Come quasi tutti gli artiodattili è strettamente erbivoro. Vive in grossi branchi che possono arrivare a contare anche 400 individui. Questi branchi sono composti generalmente da femmine, piccoli e giovani, mentre i maschi adulti sono per buona parte dell'anno solitari e sedentari e si ricongiungono al branco solo durante la stagione dell'accoppiamento. Questi branchi sono diretti da una o più guide che possono essere sia maschi che femmine, che non sono necessariamente gli individui dominanti.


La stagione delle piogge mette in funzione l'orologio biologico di questi animali: al termine delle piogge, infatti, le femmine entrano in calore e dopo dieci mesi di gestazione daranno contemporaneamente alla luce numerosi piccoli.


Il bufalo cafro è considerato uno degli animali più pericolosi d'Africa, per via del suo carattere aggressivo e la sua immensa forza. Grazie alle poderose corna un bufalo nero può difendersi anche da un leone. Molto spesso questi felini sono messi in fuga da maschi solitari o in certi casi, se tentano di attaccare i piccoli protetti all'interno del branco, da centinaia di individui adulti che li caricano.


Il bufalo africano ama fare bagni nell'acqua e nel fango. Questi bagni gli sono molto utili per liberarsi dai parassiti e per la termoregolazione. I bufali comunque hanno anche un altro modo per tenere a bada i parassiti: lasciano poggiare sul loro corpo diversi uccelli, come le bufaghe e gli aironi guardabuoi, che li ripuliscono dagli animaletti indesiderati.



Sottospecie |


Nel continente africano è presente una sottospecie differente (Syncerus caffer nanus) che abita all'interno delle selve tropicali ed equatoriali dell'Africa centrale. Le dimensioni di questo bufalo sono di gran lunga inferiori a quelle del suo parente della savana, visto che di solito non supera i 300 kg di peso; ha pelo più lungo e tendenzialmente rossiccio a differenza del parente più grande che è quasi nero. Le sue corna non hanno apertura laterale ma si dirigono all'indietro e dunque gli permettono di muoversi agilmente nell'intricata vegetazione della selva. Vivendo in un habitat differente, questo bufalo nano si ciba in modo diverso: mangia foglie di alberi e arbusti anziché erba come fa, invece, il suo parente.



Note |




  1. ^ (EN) IUCN SSC Antelope Specialist Group, 2008, Syncerus caffer, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2018.2, IUCN, 2018.



Altri progetti |



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