Isola d'Ischia
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Ischia | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Mare Tirreno |
Coordinate | 40°43′N 13°54′E / 40.716667°N 13.9°E40.716667; 13.9 |
Arcipelago | Isole Flegree |
Superficie | 46,3 km² |
Geografia politica | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Comune | Barano d'Ischia Casamicciola Terme Forio Ischia Lacco Ameno Serrara Fontana |
Demografia | |
Abitanti | 64.115[1] |
Densità | 1.383 ab./km² |
Cartografia | |
Ischia | |
Ischia | |
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Ischia è un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle isole Flegree, della città metropolitana di Napoli.
Posta all'estremità settentrionale del golfo di Napoli e a poca distanza dalle isole di Procida e Vivara, nel mar Tirreno, è la maggiore delle Flegree. Con i suoi 64.115[1] abitanti è la terza più popolosa isola italiana, dopo Sicilia e Sardegna.
In antichità era nota col nome Pithekoussai o Pithecusae (in greco Πιθηκούσσαι).
È una forte attrazione turistica per il golfo di Napoli e per la stessa città.
Indice
1 Etimologia
2 L'origine del nome
3 Geografia
4 Storia
4.1 Antichità
4.2 Epoca romana
4.3 Saccheggi e scorribande
4.4 I Normanni
4.5 Gli Hohenstaufen
4.6 Gli Angioini
4.7 Gli Aragonesi
4.8 Carlo VIII
4.9 La resistenza di Innico d'Avalos
4.10 Costanza d'Avalos
4.11 Il pirata Barbarossa
5 Geologia
6 Clima
7 Le Terme dell'isola
8 La viticoltura
9 Monumenti e luoghi d'interesse
10 Geografia antropica
10.1 Suddivisioni amministrative
11 Economia
11.1 Turismo
11.2 Agricoltura e pesca
11.3 Associazioni, Volontariato e Sport
12 Trasporti
12.1 Collegamenti marittimi
12.2 Il porto
13 Problematiche ambientali
14 Ischia in pittura e letteratura
15 Gemellaggi
16 Film girati a Ischia
17 Fumetti
18 Note
19 Bibliografia
20 Cartografia
21 Altri progetti
22 Collegamenti esterni
Etimologia |
L'isola di Ischia fu dai Latini chiamata Pithecusa, nome che la tradizione fa derivare dal Greco “pithos” (vaso), cioè l'Isola dei vasai. Altra interpretazione, del tutto fantasiosa, collega il nome a “pithekos” (scimmia). È stato proposto che il nome descriva una caratteristica dell'Isola, ricca di pinete. “Pitueois” (ricco di pini), “pituis” (pigna), “pissa, pitta” (resina) appaiono termini descrittivi dai quali potrebbe derivare Pithecusa, che significherebbe dunque “isola della resina”, una importante sostanza usata, tra l'altro, per rendere impermeabili i vasi vinari[2]. L'espressione “insula visca”, con l'aggettivo greco “(v)ixos” (appiccicoso) e la consueta caduta della “v” iniziale, fornisce una probabile origine del moderno “Isola d'Ischia”. Ai piedi del Vesuvio coperto di pini, il nome popolare di Ercolano era “Resìna”, forse reminiscenza di un antico mercato di questo prodotto, similmente al toponimo “Pizzo” in Calabria, da dove proveniva la resina migliore, la “pece brettia” ottenuta dai pini della vicina Sila[3][4].
L'origine del nome |
I Greci chiamarono la loro colonia sull'isola Pithekoussai, nome dalla etimologia incerta. Secondo Senagora il nome deriverebbe da pithekos, scimmia, e alluderebbe al mito dei Cercopi, abitanti delle isole flegree trasformati da Zeus in cercopitechi. Plinio il Vecchio (Nat. Hist. 111, 6.82) fa invece derivare il nome da pythos, anfora, teoria suffragata da ritrovamenti archeologici che testimoniano la produzione greco-italica di ceramiche (e in particolare di anfore da vino) nell'isola e nel golfo di Napoli[5].
Le prime testimonianze del nome dell'isola risalgono all'anno 812, in una lettera di Papa Leone III nella quale informa l'imperatore Carlo Magno di devastazioni occorse nell'area, chiamando l'isola Iscla maior «Ingressi sunt ipsi nefandissimi Mauri [...] in insulam, quae dicitur Iscla maiore, non longe a Neapolitana urbe».
Alcuni studiosi ricollegano il termine alla parola di origine semitica i-schra, "isola nera" che in sé potrebbe anche essere accettabile se non fosse che dal punto di vista geologico l'isola per i suoi prodotti vulcanici appare soprattutto bianca. Peraltro la frequentazione fenicia dell'isola è archeologicamente documentata in epoca molto antica.[6] Nella diffusione in Campania ed Etruria meridionale, fin dall'VIII secolo a.C., di oggetti di produzione o ispirazione egiziana, «hanno certo parte i mercanti fenici installati a Ischia e poi frequentatori delle coste tirreniche».[6]
Il nome Aenaria, utilizzato dai latini, è legato alle officine metallurgiche (da aenus, metallo) localizzate sulla costa orientale, sotto il castello.
Geografia |
Dalla forma approssimativa di un trapezio, l'isola dista all'incirca 18 miglia marine da Napoli, è larga 10 km da est a ovest e 7 da nord a sud, ha una linea costiera di 34 km e una superficie di circa 46,3 km².
Il rilievo più elevato è rappresentato dal monte Epomeo, alto 788 metri e situato nel centro dell'isola. Quest'ultimo è un horst, vulcano tettonico, ossia un blocco di crosta terrestre che si è sollevato rispetto a quella circostante a causa della spinta magmatica (horst è un termine tedesco che vuol dire "scoglio"). Erroneamente si pensa al Monte Epomeo come a un vulcano, sebbene non abbia alcuna caratteristica vulcanica. Il vulcanismo insulare, infatti, è particolarmente diffuso in corrispondenza delle fratture che bordano l'horst, ossia il Monte Epomeo.
Strabone riporta quanto dice Timeo, storico greco del IV secolo a.C., a proposito di un maremoto verificatosi a Ischia poco prima del suo tempo. In seguito all'attività vulcanica dell'Epomeo “… il mare era retrocesso per tre stadi; in seguito (…) si era rivolto ancora indietro e il suo riflusso aveva sommerso l'isola (…) quelli che abitavano sul continente fuggirono dalla costa verso l'interno della Campania” (Geografia V, 4, 9). Cuma, non distante da quella costa, in greco significa “onda”. L'attività vulcanica a Ischia è stata generalmente caratterizzata da eruzioni non molto consistenti e a grande distanza di tempo. Dopo le eruzioni in epoca greca e romana, l'ultima è avvenuta nel 1302 nel settore orientale dell'isola con una breve colata (nota come Arso) giunta fino al mare.
Diverse parti del suo litorale sono comprese nell'area marina protetta Regno di Nettuno.
Storia |
Antichità |
L'isola d'Ischia era abitata fin dal Neolitico, come dimostrano i vari reperti ritrovati ad esempio sulle alture di punta Imperatore, nella frazione di Panza, nella zona sud-ovest dell'isola.
Il ritrovamento fortuito di muri a secco, avvenuto nel 1989 a seguito di uno smottamento, in località punta Chiarito, avvenuto sempre nella frazione di Panza, ha dato l'avvio tra il 1993 e il 1995 ai lavori di scavo che hanno permesso il ritrovamento di una fattoria greca tenuta da agricoltori benestanti, come dimostra la buona fattura dei vasi che sono stati rinvenuti e ha permesso di anticipare lo sbarco dei primi coloni greci di circa venti anni rispetto all'originaria ipotesi, cioè intorno al 790, 780 a.C. Inizialmente, si riteneva, infatti, che lo sbarco fosse avvenuto proprio a Monte Vico, nel comune di Lacco Ameno, dove i coloni euboici arrivati da Eretria e Chalkis nell'VIII secolo a.C., avrebbero stabilito un emporio per il commercio con gli Etruschi della terraferma.
Grazie agli scavi del 1993, si è capito che in realtà, i primi coloni si stabilirono a S-O dell'isola, sulle alture di punta Chiarito, a Panza, frazione del comune di Forio. La baia di Sorgeto, che si trova ai piedi di punta Chiarito, offre un riparo ideale per le navi, soprattutto dai venti di scirocco, un requisito importante per i Greci, nella scelta di un approdo. Tale requisito, infatti, non è presente nella zona di monte Vico e costituiva per gli studiosi una non facilmente spiegabile anomalia.
A vent'anni circa dall'originario sbarco, colonizzata buona parte dell'isola, viene fondata la colonia di Pithecusa, il cui centro principale sarà, però, sulle alture di monte Vico, nella zona nord dell'isola, prospiciente il continente, in modo da avere un più rapido scambio con la terraferma.[7] Con il suo porto la colonia fece fortuna grazie al commercio del ferro con il resto dell'Italia; nel periodo di massimo splendore contava circa 10.000 abitanti.
Nel 1953, nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, l'archeologo tedesco Giorgio Buchner ritrovò la coppa di Nestore, risalente al 725 a.C. circa. Costituisce il più antico esempio pervenutoci di poesia scritta in lingua greca.
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(GRC) «Νέστορος εἰμὶ εὔποτον ποτήριον | (IT) «Io sono la bella coppa di Nestore, |
Nel 474 a.C. l'isola è occupata dal tiranno siracusano Gerone I, nel quadro delle sue campagne espansionistiche.
Epoca romana |
Dal IV secolo a.C., dopo le guerre sannitiche, l'isola passò con Napoli sotto il dominio romano, e divenne centro di attività commerciali e manifatturiere. Oltre al sito di origine greca di Pithecusae (località Mazzola sopra Lacco Ameno), è stato infatti individuato in località Carta Romana, nello specchio d'acqua antistante l'isolotto del Castello Aragonese, un insediamento industriale comprendente una fonderia di piombo e stagno (da cui il nome di Aenaria) e una fabbrica di vasellame[8], i cui reperti più significativi, lingotti di piombo iscritti (di provenienza spagnola[9]), stagno e taluni oggetti ceramici, sono esposti nella sala VIII del Museo archeologico di Pithecusae a Lacco Ameno. Il sito, a 5-7 metri sotto il livello del mare, sprofondò per bradisismo verso il 130-150.
Nell'immaginario latino l'isola era associata anche alla figura di Enea, che qui avrebbe fatto scalo[10].
Virgilio la identificò con Arime, isola citata nell'Iliade (II, 783).
Qui trovò rifugio Gaio Mario inseguito da Silla. Per punire i napoletani di ciò, Silla sottrasse l'isola al loro dominio assoggettandola direttamente al Senato di Roma. Qualche decennio dopo, tuttavia, Augusto la restituì alla città di Napoli, tenendo per sé la prediletta Capri.
Saccheggi e scorribande |
Con la decadenza dell'impero, Ischia fu soggetta a saccheggi barbarici da parte di Visigoti (410 circa) e Vandali (dopo il 430). Nel 476, con la caduta dell'Impero d'Occidente, Ischia entrò nel dominio di Odoacre, mentre nel 493 entrò a far parte, con l'intera penisola, del regno ostrogoto di Teodorico il Grande. Intorno al 536 fu conquistata dagli eserciti bizantini capitanati da Belisario. In seguito alla riorganizzazione dell'Italia bizantina, conseguente all'invasione longobarda (568), Ischia entrò a far parte del ducato bizantino di Napoli, dipendente dall'Esarcato d'Italia.
Tra il IX e il X secolo l'isola è esposta alle scorrerie del saraceni: di quella di agosto dell'812 si ha memoria in una lettera del papa Leone III a Carlo Magno; un'altra è ricordata nell'847, quando alcune navi islamiche, rifugiati a Ischia per una tempesta, sono distrutti dai sorrentini che avevano in precedenza subito attacchi di musulmani, e un'altra ancora nel 991.
I saraceni non erano interessati a conquiste permanenti: le loro scorrerie erano infatti finalizzate al saccheggio e alla cattura di schiavi e non all'occupazione. Così gli ischitani svilupparono varie tecniche di resistenza, il cui fulcro era il castello, fortificato già da Gerone I nel V secolo a.C.: all'avvistamento delle imbarcazioni saracene gli abitanti dei casali di campagna venivano avvisati dal suono della "tofa"[11], usata a mo' di corno, che si diffondeva da un casale all'altro, e si mettevano in salvo come potevano - rifugiandosi nel castello, se abbastanza vicini, o in grotte scavate nel tufo[12], o disperdendosi per le campagne.
I Normanni |
Fino al 1130 Ischia segue le sorti di Napoli sotto i duchi, finché nel 1135, Ruggero il Normanno saccheggia l'isola, nuovamente invasa da Tancredi, il cui figlio Guglielmo III fu vinto da Arrigo il Severo.
Nel 1194 genovesi e pisani invadono l'isola e, occupato il Castello Aragonese, consegnano l'isola ad Arrigo VI.
Gli Hohenstaufen |
La dinastia Hohenstaufen prende il governo dell'isola nel 1214.
Gli Angioini |
Prima che Carlo I, duca d'Angiò, fosse incoronato re di Napoli, Ischia, tenuta dai conti di Ventimiglia dopo la caduta di Manfredi, è invasa dalla galee pisane con lo scopo di provocare una sommossa contro Carlo I d'Angiò a favore di Corradino. Non riuscendo nell'intento, i pisani si abbandonano a massacri e ruberie.
Re Carlo I, vittorioso dopo la battaglia di Tagliacozzo (1268), ordina un'inchiesta e convoca rappresentanti dei vari casali dell'Isola che confermano la loro fedeltà al nuovo re.
Nel testo della deposizione compaiono:«11 uomini de casale Moropani (poi diventato Buonopane), 7 de casale de Vico (Lacco Ameno), 11 de casale Furio (Forio), 5 de Villanova (Panza), 22 de guarno (guarnigione nel castello), 3 de Sancto Sosso (sul continente)».[13].
Con Carlo I ha inizio l'opera di fortificazione del Castello Aragonese e la sua dinastia procede al riordino delle vecchie strutture del governo dell'isola.
Nel 1282, però, accesa la scintilla in Sicilia da Giovanni da Procida, gli isolani cacciano gli Angioini e acclamano re Pietro III d'Aragona, marito di Costanza di Hohenstaufen, l'unica figlia di Manfredi, sfuggita a Carlo d'Angiò che per punire l'isola, la invade nuovamente. Alla morte di Carlo I d'Angiò, l'isola passa nelle mani del nipote Carlo Martello d'Angiò, in attesa del legittimo erede Carlo lo Zoppo.
Il 22 giugno 1287, Ischia passa sotto il governo di Carlo II d'Angiò detto "lo Zoppo", che grava di un pesante dazio il vino uscente dall'isola. Gli isolani indignatisi sotto la guida di Piero Salvacossa hanno la meglio sulle galee angioine inviate a sedare gli animi. Ma nel 1299 Carlo II d'Angiò invia 400 sgherri sull'isola allo scopo di riconquistarla facendo sgozzare il Salvacossa.
Nel gennaio del 1301 una terribile eruzione squassa l'isola che abbandonata da molti isolani si ripopola solo nel 1305.
Nel 1309 succede a Carlo II, Roberto d'Angiò detto il Saggio e alla morte di questi Giovanni I d'Aragona. La lotta per il trono si accende tra Luigi d'Angiò e Carlo III di Durazzo. Il primo occupa Ischia nel 1385 riconquistata l'anno seguente dal figlio di Carlo II, Ladislao I. Alla sua morte, gli succede Giovanna II senza prole. I baroni allora chiamano il figlio di Luigi d'Angiò, Luigi III, ma Giovanna II gli oppone Alfonso V di Aragona.
Gli Aragonesi |
Alfonso V di Aragona approda a Ischia nel 1423, su invito di Michele Cossa, cittadino d'Ischia e IV signore di Procida e occupato il Castello Aragonese, lo ristruttura e vi si stabilisce in attesa di poter conquistare anche Napoli.
Nel 1441, partendo da Ischia, assedia Napoli dove può trionfalmente entrare il 26 febbraio del 1443.
Per ricompensare gli isolani dell'appoggio fornito, il sovrano concede ampi favori all'isola. Innamorato dell'isola, ne affida il governo alla sua favorita Lucrezia d'Alagno al cui fianco scorrazza per i boschi di Campotese a Panza e di Piano Liguori a Ischia trasformati in sue riserve di caccia[8]. Lucrezia d'Alagno affida a sua volta il governo dell'isola, al cognato Giovanni Toriglia o Torella.
Morto nel 1458 e lasciato sul trono il figlio Ferdinando I, i baroni napoletani e lo stesso Toriglia alzano bandiera angioina. Lucrezia è costretta all'esilio, mentre si attende l'arrivo di Giovanni d'Angiò, figlio di Renato d'Angiò.
Il figlio di Alfonso V di Aragona, re Ferrante o Ferdinando, desideroso di difendere i privilegi degli aragonesi[14], ordina ad Alessandro Sforza di occupare l'isola e di cacciare il Toriglia.
Ferrante vince contro Giovanni d'Angiò a Troia, in Puglia e lo sconfitto fa rotta verso Ovest, poter poi riparare a Ischia. L'isola, nel frattempo, era stata parzialmente rioccupata dal Toriglia, grazie all'aiuto dei Cavalieri di Rodi. Ferrante tuttavia non si perde d'animo e insieme ad Alessandro Sforza, con due galee fa rotta verso Ischia. Qui ha ragione sui ribelli ed entra trionfalmente nel Castello Aragonese. Nel 1494, muore Ferrante. Il figlio Alfonso II si prepara a fermare Carlo VIII che di lì a poco incombe sull'Italia.
Abdica perciò a favore del figlio Ferrante II (o Ferdinando II).
Carlo VIII |
Carlo VIII scende trionfante lungo la Penisola e Ferrante II, caduta Napoli in mano francese si rifugia a Ischia, portando con sé la vecchia regina Isabella, la figlia Giovanna (divenuta poi sua moglie), Innico d'Avalos, Giovanni Pontano e Jacopo Sannazaro. Vi resta un mese, facendo rotta poi verso Messina dove lo attende il fratello. Affida il governo dell'isola a Innico d'Avalos, marchese del Vasto, che rifiuta di arrendersi a Carlo VIII. Questi affida a Ludovico Sforza, il compito di assaltare l'isola.
La resistenza di Innico d'Avalos |
Inutilmente il 6 giugno 1496, Ludovico Sforza prova ad assalire la roccaforte isolana. Innico II d'Avalos eroicamente mette in fuga l'assaltatore. Ludovico Ariosto, celebra l'eroismo di Innico d'Avalos nel suo Orlando Furioso:
«Vedete Carlo ottavo, che discende da l'Alpe, e seco ha il fior di tutta Francia, che passa il Liri e tutto 'l regno prende senza mai stringer spada o abbassar lancia, fuor che lo scoglio ch'a Tifeo si stende su le braccia, sul petto e su la pancia; che del buon sangue d'Avalo al contrasto la virtù trova d'Inico del Vasto.» |
(Canto XXXIII ott.24) |
Ferrante II torna dalla Sicilia, premia Innico II d'Avalos e la città di Ischia, ma il 7 ottobre 1496, muore, lasciando il regno allo zio Federico che non ha la forza di fermare la lotta tra Francia e Spagna per il trono di Napoli.
Affida perciò il governo del regno al generale d'Aubigny e si trasferisce con la famiglia a Ischia. Giuntovi, affida a titolo feudale l'isola a Innico II d'Avalos, con tutte le riserve, i boschi e il padiglione di caccia che possiede nei tenimenti di Panza.[15]
Fa incidere a lettere d'oro sul frontespizio della cattedrale del Castello Aragonese l'iscrizione latina:[16]Quorum eximia servitia in omni tempore nostra fortuna elucescunt.
Catturato e tradotto in Francia, Federico, che è trattato da amico da Luigi XII scrive a Innico II d'Avalos di cedere Ischia a Luigi XII. Innico II d'Avalos rifiuta e con sua sorella Costanza d'Avalos di prepara a respingere l'attacco francese. Muore in battaglia nel 1503 e Costanza d'Avalos, nuova castellana d'Ischia, oppone una fiera resistenza ai francesi per ben 3 anni.
Costanza d'Avalos |
Vinti i francesi, il regno passa nelle mani di Ferdinando il Cattolico, che grato per la fedeltà dimostratagli, affida il governo dell'isola a Costanza d'Avalos che si circonda di poeti e cavalieri, trasformando il Castello Aragonese, nel cenacolo dei letterati e degli artisti del tempo.[16]Ferdinando il Cattolico le rende visita nel 1507.
Il regno di Napoli passa nelle mani di Giovanna II, madre di Carlo V.
Costanza d'Avalos richiama a Ischia, suo nipote Ferrante Francesco d'Avalos, figlio di Innico II d'Avalos, che qui sposa, il 27 dicembre 1509, Vittoria Colonna, marchesa di Pescara.
È a Ischia che Vittoria Colonna apprende che il marito è morto nella battaglia di Pavia nel 1525. Ischia è perciò ora sotto il controllo del cugino, Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto. Nel gennaio del 1538 Alfonso d'Avalos è nominato governatore della Lombardia e lascia per sempre l'isola.
Il pirata Barbarossa |
Nel 1535 Carlo V era sbarcato a Napoli per celebrare il trionfo di Alfonso d'Avalos che sotto le mura di Tunisi aveva sconfitto centocinquantamila turchi comandati dal feroce Barbarossa. Questi per vendicarsi dell'affronto subito un decennio prima, il 22 giugno 1544, giunto nella baia della Scannella devasta il casale di Panza e da qui Forio e altri casali dell'isola. Circa duemila furono gli isolani uccisi o deportati come schiavi.[17]
Un cronista dell'epoca annota: "Anno Domini 1544 a dì 25 de junio in Sessa ce fo nova che la armata del Turcho de Barbarossa Capitanio de dicta armata havea abrusciata Proceta et un Casale de Ischia, quale haveano fatto presuni certi cristiani in su l'armata..."[18].
Geologia |
Dal punto di vista geologico, l'isola di Ischia ha carattere vulcanico, formatasi in seguito a eruzioni diverse succedutesi nel giro di circa 150.000 anni[19].
Le parti più antiche dell'isola si riconoscono nei bordi delle coste meridionali (Punta Imperatore, Capo Negro, Punta Chiarito, Promontorio di Sant'Angelo, Punta della Signora, Capo Grosso, Punta San Pancrazio, Punta della Cannuccia, Monte di Vezzi, Scarrupata di Barano) databili fra i 147.000 e i 100.000 anni fa (A.F.). Unica eccezione a settentrione l'abbiamo in Monte Vico che rientra nelle stesse formazioni ed epoche.
Si è avuta quindi nella parte centrale dell'isola la formazione del Monte Epomeo, monte caratterizzato dai tufi verdi, risalente a circa 130.000 anni fa.
Seguono quindi verso Sud-Ovest le formazioni di Citara (33000 anni fa), Scarrupo di Panza (tra 29.000 e 24.000 anni fa), Faro di Punta Imperatore (19.000 anni fa) e Campotese.
Successivamente l'attività vulcanica si è spostata a Nord-Ovest, con i giganteschi effluvi di Zaro e Marecoco risalenti a 6.000 anni fa, che, a ridosso di Lacco Ameno, delimitano la Valle di San Montano.
Intorno ai 5.000 anni fa, sul lato opposto, a Sud-Est, si è formato il Piano Liguori.
Strabone (Geografia V, 4, 9) riferisce che Timeo di Tauromenio, uno storico nato a Taormina nel IV secolo a.C., racconta di uno tsunami: in seguito a violenti sismi e attività eruttive dell'Epomeo, il mare retrocesse di tre stadi per poi ritornare travolgendo il litorale. Il fenomeno, accompagnato da un grande fragore, spinse gli abitanti della costa a ritirarsi nell'interno.
In epoca contemporanea l'isola è stata colpita da terremoti nel 1883 e nel 2017.
Clima |
Sul territorio dell'isola d'Ischia sono ubicate le stazioni meteorologiche di Barano d'Ischia, Casamicciola, Forio d'Ischia.
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La particolare formazione a cono dell'isola d'Ischia con il Monte Epomeo al centro e la posizione geografica dell'isola nel Mar Tirreno centrale favoriscono un clima mite anche nei periodi invernali con frequenti cambi climatici, a volte anche nella stessa giornata.
I venti predominanti variano in base alla stagione: in inverno sono il libeccio, il ponente-libeccio e lo scirocco. I venti predominanti in estate e primavera sono la tramontana e il grecale.
Come i venti anche l'umidità varia in base alla stagione: in inverno, in presenza di libeccio e scirocco e quindi con piogge frequenti l'umidità media è del 63%, tuttavia nelle giornate con venti dei quadranti settentrionali l'umidità si riduce sensibilmente come anche in primavera.
Le Terme dell'isola |
Le acque termali dell'Isola d'Ischia sono ben conosciute e utilizzate fin dall'antichità. La sua natura vulcanica rende Ischia uno dei maggiori centri termali d'Europa. Le acque termali ischitane sono alcaline. Già i primi coloni Euboici (VIII secolo a.C.), come dimostrano i numerosi reperti archeologici rinvenuti nel sito di Pithecusa e conservati presso il Museo Archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno, apprezzavano e usavano le acque delle sorgenti termali dell'Isola. I Greci infatti utilizzavano le acque termali per ritemprare lo spirito e il corpo e come rimedio per la guarigione dei postumi di ferite di guerra (in epoca pre-antibiotica) attribuendo alle acque e ai vapori che sgorgavano dalla terra poteri soprannaturali; non a caso presso ogni località termale sorgevano templi dedicati a divinità come quello di Apollo a Delfi. Strabone, storico e geografo greco, cita nella sua monumentale opera geografica l'Isola d'Ischia e le virtù delle sue sorgenti termali (Geograph. Lib. V). Se i Greci furono i primi popoli a conoscere i poteri delle acque termali, i Romani le esaltarono come strumento di cura e relax attraverso la realizzazione di Thermae pubbliche e utilizzarono sicuramente e proficuamente le numerose sorgenti dell'Isola (come dimostrano le tavolette votive rinvenute presso la Sorgente di Nitrodi a Barano d'Ischia, dove sorgeva un tempietto dedicato ad Apollo e alle Ninfe Nitrodie, custodi delle acque) anche senza fastosi insediamenti; nell'Isola infatti non sono state rinvenute, come invece a Roma e in altri centri termali dell'antichità, imponenti vestigia di edifici termali probabilmente per le eruzioni vulcaniche e i terremoti che frequentemente ne hanno violentemente scosso le balze. Il declino della potenza di Roma coincise con l'abbandono dell'uso dei balnea anche a Ischia: non ci sono infatti tracce dell'uso delle acque nel Medioevo.
Di terme e termalismo si riprende attivamente a parlare nel Rinascimento e un impulso decisivo alla moderna medicina termale venne dato da Giulio Iasolino, un medico calabrese, docente presso l'Università di Napoli, che verso la fine del Cinquecento, affascinato dal clima e dai fenomeni di vulcanismo secondario (fumarole e acque termali), intuendo le potenzialità terapeutiche del mezzo termale, effettuò un meticoloso censimento delle sorgenti dell'Isola (per la prima volta appare la ricchezza idrogeologica del territorio isolano), ne individuò la composizione delle acque e compì dettagliate osservazione circa gli effetti delle stesse su numerose patologie che affliggevano i suoi contemporanei (nel descrivere la Sorgente del Castiglione, una delle più famose dell'epoca, Iasolino esprime tutto il suo entusiasmo per le acque termali: "Noi ogni dì vediamo operazioni e virtù di quest'acqua così meravigliose e stupende che veramente bisogna credere essere data dal cielo per la salute degli uomini"). Con la pubblicazione del trattato "De' Rimedi Naturali che sono nell'Isola di Pithecusa; hoggi detta Ischia" Iasolino liberò le acque termali di Ischia da quell'alone magico che fino ad allora ne aveva condizionato l'utilizzo. Dopo le esperienze di Iasolino, agli inizi del Seicento, considerando che molte guarigioni si ottenevano con l'uso dei bagni termali e che le cure a Ischia, abbastanza costose, potevano permettersele solo nobili e ricchi borghesi, un gruppo di nobili filantropi napoletani fece edificare nel comune di Casamicciola il "Pio Monte della Misericordia", "stabilimento termale (per l'epoca) più grande d'Europa", per permettere anche a chi non aveva adeguate possibilità economiche di godere delle qualità terapeutiche delle locali acque termali. Dal Seicento alla metà del Novecento vennero costruiti in prossimità delle più rinomate sorgenti termali numerosi stabilimenti e strutture ricettive che fecero dell'Isola d'Ischia una rinomata stazione internazionale di cura e soggiorno dove vennero a curare le malattie del corpo, e non solo, personaggi celebri come Giuseppe Garibaldi, dopo la battaglia di Aspromonte, Camillo Benso conte di Cavour, Arturo Toscanini. Dagli anni sessanta, grazie ad Angelo Rizzoli, l'Isola d'Ischia e le sue acque termali si aprono ai grandi flussi turistici, con una specifica attività di ricerca scientifica sul termalismo.[20]
La viticoltura |
La viticoltura a Ischia ha origini millenarie. Sulla coppa di Nestore, ritrovata a Monte Vico (Lacco Ameno), è incisa una frase che inneggia al buon vino locale e testimonia che gli Antichi Eubei, che avevano colonizzato l'isola, avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del "nettare degli Dei". La tecnica di coltivazione, in particolare modo, richiama alla tradizione greca e differisce da quella etrusca usata nel centro Italia e nelle zone interne della Campania. La viticoltura è stata alla base dell'economia isolana per lunghi periodi storici, condizionandone la vita e i costumi degli stessi abitanti. Le colture sull'isola si estendono dalle coste fin sugli irti pendii montani dove cellai e terrazzamenti, costruiti con rinforzi di muri a secco di pietra di tufo verde, consentono la coltivazione della vite. Dal 1500 il vino bianco sfuso veniva esportato via mare verso la terraferma ai principali mercati italiani e stranieri fino in Dalmazia, veniva posto in "carrati" trasportati dalle vinaccere (barche a vela). Dal 1955 il cambiamento dell'economia isolana è stato radicale. Lo sviluppo rapido del turismo, che è diventato la principale risorsa economica dell'isola, ha indebolito e in parte cancellato il passato culturale di questa tradizione.
Monumenti e luoghi d'interesse |
Museo archeologico di Pithecusae ospitato nella villa "Arbusto" con la importantissima Coppa di Nestore
- Museo giardino di Lady Walton, detto La Mortella
- Castello Aragonese
- Torre di Guevara
- Museo di Santa Restituta
- Il Torrione, a Forio
- La Colombaia, a Forio
- Giardini Ravino, a Forio
- Borgo Sant Angelo a Serrara Fontana
- Borgo Ischia Ponte, a Ischia
- Monte Epomeo 789 m, a Serrara Fontana
- Museo del Mare, a Ischia
- Mercato di Forio, a Forio
- Giardini Termali Poseidon, a Forio
Geografia antropica |
- Nell'isola è diffusa una particolare mutazione genetica, che favorisce l'insorgere della policitemia. La stessa mutazione genetica è frequente in Ciuvascia.[21]
Suddivisioni amministrative |
Amministrativamente Ischia è divisa in sei comuni:[22][23]
Comune | Popolazione |
---|---|
Barano d'Ischia | 9.988 |
Casamicciola Terme | 8.250 |
Forio | 17.815 |
Ischia | 20.100 |
Lacco Ameno | 4.838 |
Serrara Fontana | 3.124 |
Negli ultimi anni, tuttavia, è nato il progetto del Comune unico che prevede l'istituzione di un solo comune in luogo delle sei amministrazioni attuali. Questo progetto ha portato alla fondazione, l'11 novembre 2001, dell'Associazione per il Comune Unico.
L'operato dell'Associazione per il Comune Unico è culminato nell'approvazione per un referendum popolare che si è tenuto il 5 e 6 giugno 2011. È stato richiesto direttamente ai cittadini se desiderassero il "Comune Unico". Non ha superato il quorum.
Economia |
Turismo |
Le isole dell'Arcipelago Campano sono meta di migliaia di turisti all'anno: in particolare, d'estate la popolazione presente arriva a 300 000 persone, pari a circa cinque volte la popolazione residente[24]. Specificatamente, l'Isola di Ischia, insieme a quella di Capri, sono molto gettonate da turisti non solo italiani, ma anche da stranieri provenienti da ogni parte del globo. L'isola è famosa per il suo mare cristallino e le numerosissime terme. Il clima mite quasi tutto l'anno la rende una meta ambita e gettonata in qualsiasi stagione. Le tantissime strutture ricettive soddisfano ogni tipo di esigenza e, specialmente d'estate, non è difficile imbattersi in VIP intenti a passeggiare per le strade affollate dello shopping in corso Vittoria Colonna a Ischia Porto, per il tranquillo borgo di Sant'Angelo o per le eleganti boutique che circondano la piazza S. Restituta di Lacco Ameno.
Agricoltura e pesca |
L'agricoltura è stata per anni la principale fonte d'economia isolana, anche se la maggior parte dei terreni non viene coltivata per il grande sviluppo del turismo, che ha reso l'agricoltura un settore meno redditizio rispetto al passato. Forio, è sempre stato il principale distretto agrario, il suo suolo molto fertile, permette diverse colture come la vite, che offre rinomati vini, olivi e agrumi, oltre che cereali, castagni, ortaggi e frutta.
Tradizionalmente la pesca e la marineria sono sempre state attività di minor rilievo, sebbene l'isola sia, specie sul versante costiero settentrionale, ricca di approdi e spiagge.
Il versante settentrionale, le cui coste basse scendono dolcemente sotto il livello del mare con un'ampia piattaforma costiera, fino ai 300 m., si apre su un tratto di mare favorevole alla pesca mentre le coste orientali, prive di approdi, e soprattutto quelle meridionali, subito al largo delle quali il mare raggiunge notevoli profondità (più di 600 m), sono meno favorite.
Queste caratteristiche hanno fatto in modo che Ischia Ponte divenisse nei secoli il centro del peschereccio, in cui risiede la metà dei pescatori, mentre il resto è sparso negli altri centri.
Il periodo più favorevole e adatto alla pesca è quello che va da maggio a ottobre, tuttavia molti pescatori abbandonano da giugno ad agosto le acque della Campania, andando momentaneamente verso il pescoso medio e alto Tirreno.
Alcune limitazioni nella pesca si sono avute con l'istituzione, mediante la legge 394/91 dell'area marina protetta Regno di Nettuno, che interessa i fondali marini circostanti le isole di Procida, Vivara e Ischia.
Associazioni, Volontariato e Sport |
L'attività di volontariato a Ischia è molto varia. Comitati e associazioni lavorano per promuovere turisticamente il territorio e fornire servizi e iniziative per i residenti. Numerose associazioni sportive svolgono l'attività su tutta l'isola. L'isola ha un suo fiduciario C.O.N.I. e per la sua peculiarità è sede del Comitato Tecnico Territoriale della F.I.B.(Federazione Italiana Bocce) unica sede di Comitati periferici di FSN sull'isola. Degna di menzione è la Società Sportiva Ischia Isolaverde, società calcistica fondata nel 1922 e promossa nel 2014 in Lega pro
Trasporti |
Collegamenti marittimi |
Per giungere all'isola d'Ischia si arriva in auto, treno o aereo nella città di Napoli e da qui ci si imbarca su nave traghetto o aliscafo da uno dei quattro porti (Napoli, Monte Di Procida , Mergellina, Pozzuoli). I collegamenti marittimi tra Ischia e il continente avvengono tra i tre porti dell'isola (porto d'Ischia, porto di Casamicciola e porto di Forio) e i porti di Napoli-Beverello, Pozzuoli, e Napoli-Mergellina (nel periodo estivo funziona anche il collegamento aliscafi tra Napoli Mergellina e Forio d'Ischia). Mediamente il tratto di mare da coprire è di 14 miglia con la punta massima di 18 miglia per la tratta Ischia-Napoli; il tempo medio di navigazione è di 90 minuti con nave traghetto e di 70 minuti con aliscafo o nave veloce.
Per disciplinare il traffico dei veicoli durante i mesi estivi è in vigore una specifica ordinanza del Prefetto che vieta lo sbarco sull'isola di moto e autoveicoli ai residenti in Campania.
Il porto |
Il porto d'Ischia è uno dei più protetti, grazie alla sua insenatura di lago vulcanico, e opera principalmente come porto turistico. Le compagnie marittime che vi operano sono Caremar e Medmar per i traghetti; Caremar e Alilauro per gli aliscafi. Gli aliscafi ormeggiano lungo il pontile numero 2 e la banchina Rendentore (il pontile numero 1 è stato interdetto).
I traghetti ormeggiano presso il molo commerciale, la banchina Olimpica (la banchina Scivolo funziona solo come sosta notturna). Inoltre è attiva una banchina sula Riva Destra per l'attracco imbarcazioni da diporto e yacht.
Problematiche ambientali |
Il territorio dell'isola è stato caratterizzato negli ultimi decenni (anche a causa del forte sviluppo turistico) da una forte pressione antropica che ha portato a problematiche di abusivismo edilizio (notizia del 30/06/06).
Alcune inchieste hanno portato alla luce situazioni estreme, come ad esempio quella nel comune di Forio, in cui a fronte di 17.000 abitazioni sono state presentate 19.000 richieste di condono edilizio[25]. Il cedimento di una palazzina priva di permesso di costruire, con la morte di quattro persone, ha riportato di grande attualità questa annosa questione[26]. La questione dell'abusivismo è stata nuovamente portata all'opinione pubblica a causa del terremoto avvenuto il 21 agosto 2017 con ingenti danni nel comune di Casamicciola, crolli ritenuti però dai sindaci dell'isola non conseguenti all'abuso edilizio ma alla fatiscenza delle strutture stesse.
Nell'estate 2007, in seguito alla rottura di alcuni cavi Enel che collegano Cuma con Lacco Ameno, nel mare, al largo dell'Isola, è stato rilevato dall'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (ARPAC) presenza di Policlorobifenili, sostanza tossica nonché cancerogena, 1860 volte superiore ai limiti consentiti dalle legge. Da allora è stato però effettuato un intervento di bonifica.
Ischia in pittura e letteratura |
Ischia nel corso dell'800 e del 900 è stata frequentata e dipinta da vari artisti e letterati, fra cui Arnold Böcklin, Emil Nolde, Henrik Ibsen, Eduard Bargheer innamorato di Forio, Hans Purrmann, Giuseppe Casciaro, Giovanni Brancaccio, Adolf Fleischmann, Auden, Aldo Pagliacci, Henri Cartier-Bresson, Werner Gilles, Tennessee Williams, Curzio Malaparte, Pablo Neruda e Luchino Visconti, a cui è stato dedicato un museo nella sua villa di Lacco Ameno.
L'elenco che segue raccoglie alcuni degli autori che hanno scritto di Ischia:
- Hendrik Christian Andersen
- Wystan Hugh Auden
- Ingeborg Bachmann
- Bruno Barilli
- Bernard Berenson
- Jorgen Bergsoe
- George Berkeley
- Carlo Bernari
- Giovanni Boccaccio
- Josif Aleksandrovič Brodskij
- Francesco Cangiullo
- Truman Capote
- Vittoria Colonna
- Giovanni Comisso
- James Fenimore Cooper
- Benedetto Croce
- Alphonse de Lamartine
- Erri De Luca
- Guy de Maupassant
- Alfred de Musset
- Donatien Alphonse de Sade
- Charles Augustin de Sainte-Beuve
- Norman Douglas
- John Fante
- Ennio Flaiano
- Allen Ginsberg
- Henrik Ibsen
- Jean Paul
- Maria Kuncewiczowa
- Edgar Kupfer-Koberwitz
- Edward Lear
- Felix Mendelssohn-Bartholdy
- Eugenio Montale
- Elsa Morante
- Pablo Neruda
- Friedrich Nietzsche
- Pier Paolo Pasolini
- Carlo Poerio
- Fabrizia Ramondino
- Ernest Renan
- Luigi Settembrini
- Percy Bysshe Shelley
- Stephen Spender
- John Steinbeck
- Stendhal
- Hippolyte Taine
- Mark Twain
- Giovanni Verga
- Charles Wright
Gemellaggi |
Ischia si è gemellata nel 2006 con la città di San Pedro, Los Angeles, California (USA) e nel 2010 con la città di Mar del Plata, in Argentina.
Film girati a Ischia |
Il Corsaro nero, regia di Amleto Palermi (1937)
Il Dottor Antonio, regia di Enrico Guazzoni (1937)
Campane a martello, regia di Luigi Zampa (1949)
Il mulatto, regia di Francesco De Robertis (1950)
La Scogliera del peccato, regia di Roberto Bianchi Montero (1950)
Il corsaro dell'isola verde (The Crimson Pirate - USA 1952) regia di Robert Siodmak (1952)
Il Mostro dell'isola, regia di Roberto Bianchi Montero (1953)
Lacrime d'amore, regia di Pino Mercanti (1954)
Suor Letizia - Il più grande amore, regia di Mario Camerini (1956)
Vacanze a Ischia, regia di Mario Camerini (1957)
Sissi a Ischia, (altro titolo Scampolo). Alfred Weidenmann (1958)
Delitto in pieno sole, (Plein soleil) regia di René Clément (1959), noto anche come In pieno sole. Rifatto con Il talento di Mr. Ripley (1999) da A. Minghella
Appuntamento a Ischia, regia di Mario Mattòli (1960)
Morgan il pirata, regia di Primo Zeglio (1960)
Diciottenni al sole, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
Cleopatra, regia di Joseph L. Mankiewicz (1963)
Caccia alla volpe, regia di Vittorio De Sica (1966)
Ischia operazione amore, regia di Vittorio Sala (1966)
Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, (altro titolo Avanti!) regia di Billy Wilder (1972)
La professoressa di scienze naturali, regia di Michele Massimo Tarantini (1976)
La vergine, il toro e il capricorno, regia di Luciano Martino (1977)
Una tenera follia, regia di Ninì Grassia (1985)
Il Commissario Raimondi, (Fiction TV) regia di Paolo Costella (1998)
Cient'anne, regia di Ninì Grassia (1999)
Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr. Ripley) regia di Anthony Minghella (1999)
Se lo sai sono guai, regia di Michele Massimo Tarantini (2001)
Il paradiso all'improvviso, regia di Leonardo Pieraccioni (2003)
42plus, regia di Sabine Derflinger (2007)
Un'estate al mare, regia di Carlo Vanzina (2008)
Villa Amalia, regia di Benoit Jaquot (2009)
I delitti del cuoco, regia di Alessandro Capone (2010) (serie televisiva)
A casa tutti bene, regia di Gabriele Muccino (2018)
MIB, regia di Felix Gary Gray (2019)
Fumetti |
1986 - Le avventure di Tintin - Tintin et l'Alph-Art (storia incompleta e scritta solo in francese e inglese)
Note |
^ abSecondo gli ultimi dati disponibili per ogni singolo comune dell'isola
^ Strabone, Geografia, V,1,12
^ Strabone, Geografia VI.1.9
^ Tripodi G., Vinci F. Tracce di una arcaica geografia descrittiva in alcuni toponimi mediterranei. Atti Accad. Peloritana dei Pericolanti, Messina 86, 310-317, 2010
^ Pietro Monti, Ischia preistorica, greca, romana, paleocristiana, 1968.
^ abSabatino Moscati, Chi furono i Fenici, SEI, Torino, 1972, ISBN 88-05-05314-7 p. 130.
^ I siti archeologici più importanti del periodo greco-ellenistico-romano sono situati nel comune di Lacco Ameno. Per approfondimenti si rimanda alle voci Museo archeologico di Pithecusae e Museo di Santa Restituta.
^ ab P. Monti, Ischia archeologia e storia, 1980.
^ Michele Stefanile, Il lingotto di piombo di Cn. Atellius Cn. f. Miserinus e gli Atellii di Carthago Nova, in Ostraka. Rivista di Antichità. XVIII - 2, 2009.
^ Raffaele Castagna, Ischia nella tradizione greca e latina, 2003.
^ La tofa è una conchiglia della specie Charonia tritonis che produce un suono profondo. Fu usata dai pescatori fino al principio del Novecento per segnalare la presenza delle reti alle navi di passaggio, e a Napoli esiste ancora un "vico Tofa". Si veda Tofa.
^ talvolta a doppia uscita, come a Campagnano
^ R. Filangieri, I registri della Cancelleria Angioina, 1891.
^ Si tratta essenzialmente di taluni privilegi, che si suppongono concessi dai re aragonesi, secondo cui le comunità isolane prima, e i Comuni dell'Isola oggi, avrebbero il potere di disciplinare e godere in esclusiva i lidi marittimi ischitani: secondo la sentenza della Corte costituzionale 5-12 dicembre 1972, n. 176, però, "sorgono, anzitutto, gravi dubbi sull'esistenza materiale dei così detti privilegi aragonesi (...) Non può sussistere un "rescritto del 1301 del re Ferdinando II d'Aragona (1296/1336)", perché in quel tempo il regno era tenuto dagli Angiò, mentre gli aragonesi ascesero al trono di Napoli solo nel 1442 con Alfonso il Magnanimo, quarto d'Aragona, e primo di Napoli; nemmeno può invocarsi una conferma del rescritto ad opera di Federico d'Aragona il 10 luglio 1458 e quindi il 15 agosto 1501, perché nel 1458 il re non era Federico ma Ferdinando I e il 15 agosto 1501 regnava in Napoli Luigi XII d'Orleans".
^ P. Monti, Ischia archeologia e storia, 1980.
^ ab O. Bonocore, Sul Castello d'Ischia, 1957.
^ G.G. Cervera, Guida d'Ischia, 1959.
^ N. D'Ambra, Centro di ricerche storiche D'Ambra, 1981.
^ Da "Osservatorio Vesuviano"
^ Da "La Rassegna d'Ischia"
^ Ischia è la più colpita da ictus e trombosi, Repubblica, 13 ottobre 2005
^ Dal 1806 al 1879 Testaccio è stato il settimo comune dell'isola d'Ischia.
^ Da "Pronto Ischia".
^ Dichiarazione di Severino Nappi, intervistato da TGcom24 il 25 agosto 2017
^ Fonti: trasmissione Ballarò e quotidiano Il Golfo.
^ www.repubblica.it, Crollo di una palazzina a Ischia, su repubblica.it. URL consultato il 21 agosto 2007.
Bibliografia |
- (DE) Conrad Haller, Tableau topographiques et historiques des isles d'Ischia, de Ponza, de Vandotena [ger], Wien, Josef Stöckholzer von Hirschfeld, 1825. URL consultato il 10 maggio 2016.
- Enzo Migliaccio, Ischia. Guida essenziale, Imagaenaria, 2006
- Ciro Cenatiempo, La cucina nel Regno di Nettuno, Imagaenaria, 2006
- Eheim Hans, La torre delle ginestre. Vita a Sant'Angelo d'Ischia, Imagaenaria, 2006
- Dora Niola Buchner, Ischia nelle carte geografiche del '500 e '600, Li Causi, Bologna
- Giulio Iasolino, De rimedi naturali che sono nell'isola di Pithecusa, hoggi detta Ischia, introduzione del prof. Ugo Vuoso, Imagaenaria, 2000
- Giorgio Balestrieri, Angelo Rizzoli. Zio d'America a Ischia, Imagaenaria, 2005
- Ugo Vuoso, Di fuoco, di mare e d'acque bollenti. Leggende tradizionali dell'isola di Ischia, Imagaenaria, 2005
- Ugo Vuoso, Ischia Esoterica, Valentino, 2004
- Daniele Vinci, In giro per Ischia. Boschi, borghi, spiagge, sentieri, Imagaenaria, 2010
G. Buchner, D. Ridgway, Pithekoussai I. La necropoli. Monumenti Antichi dei Delince, Monumenti dei Lincei, Roma, 1993- G. Buchner, C. Gialanella, Museo Archeologico di Pithecusae Isola d'Ischia, Istituto Poligrafico dello Stato - Libreria dello Stato, Roma, 1994
- G. Buchner, A. Rittmann, Origine e passato dell'isola d'Ischia, Macchiaroli, Napoli 1948
- Giorgio Balestrieri, A Ischia cercando Luchino Visconti, Imagaenaria, 2005
- Giuseppe Orioli, Giro indipendente dell'isola d'Ischia, Imagaenaria, 2005
- Andrea Di Massa, La festa delle barche di sant'Anna. Rappresentazioni sull'acqua nella baia di Ischia Ponte, Imagaenaria, 2004
- Ilia Delizia, Francesco Delizia, Ischia e la modernità, Massa, 2006
- Achille Della Ragione, Ischia sacra. Guida alle chiese, Clean, 2005
- Ilia Delizia, Ischia d'altri tempi, Electa Napoli, 2004
- Giorgio Buchner, La scoperta archeologica di Pithecusa, Imagaenaria, 2004
- Ciro Scotti, Omero e l'isola d'Ischia, Imagaenaria, 2004
- Nunzio Albanelli, Stella in turbato cielo. Vittoria Colonna e il suo tempo, Imaganaria, 2004
- Ciro Cenatiempo, Cunicoli e lapilli. Ischia, conigli e dintorni, Imagaenaria, 2003
- Raffaele Castagna, Ischia nella tradizione greca e latina, Imaganaria, 2002
- Giorgio Di Costanzo Voci per Ischia. Da Boccaccio a Brodskij, Imagaenaria, 2002
- Vilhelm Bergsoe, Henrik Ibsen a Ischia, Imagaenaria, 2001
- Giuseppe d'Ascia, Storia dell'Isola d'Ischia, Napoli, 1867
Cartografia |
- C.N.R. - Progetto finalizzato Geodinamica - F. Barberi, G. Longo (et alii) Carta Geologica dell'Isola d'Ischia - Roma 1986
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
- Vulcanologia di Ischia, su vulcan.fis.uniroma3.it.
- Stazione Meteorologica di Ischia, su ischiameteo.com.
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