Carlo VI d'Asburgo
Carlo VI | |
---|---|
Carlo VI in un ritratto di Johann Gottfried Auerbach | |
Imperatore del Sacro Romano Impero (Imperatore Eletto dei Romani) | |
In carica | 12 ottobre 1711 – 20 ottobre 1740 |
Predecessore | Giuseppe I |
Successore | Carlo VII |
Nome completo | Carlo Francesco Giuseppe Venceslao Baldassarre Giovanni Antonio Ignazio |
Altri titoli | Re in Germania Re di Boemia Re d'Ungheria Arciduca d'Austria Re di Spagna e delle Indie (pretendente al trono) Re di Napoli Re di Sicilia Re di Sardegna Duca di Milano Duca di Parma e Piacenza Duca di Teschen Conte di Barcellona |
Nascita | Vienna, 1º ottobre 1685 |
Morte | Vienna, 20 ottobre 1740 |
Luogo di sepoltura | Cripta Imperiale, Vienna |
Dinastia | Asburgo d'Austria |
Padre | Leopoldo I d'Asburgo |
Madre | Eleonora del Palatinato-Neuburg |
Consorte | Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel |
Figli | Maria Teresa Maria Anna Leopoldo Giovanni Maria Amalia |
Religione | Cristianesimo Cattolico |
Firma |
Carlo d'Asburgo (Vienna, 1º ottobre 1685 – Vienna, 20 ottobre 1740) è stato imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Napoli come Carlo VI[1], Re di Sicilia[2], Re di Sardegna, Re d'Ungheria, Re di Boemia, Duca di Milano, Duca di Parma e Piacenza, Re di Spagna[3] e Conte di Barcellona[3] come Carlo III e Duca di Teschen come Carlo I.
Indice
1 Biografia
1.1 I primi anni e la guerra di successione spagnola
1.2 L'ascesa al trono imperiale
1.3 La guerra di successione polacca
1.4 La prammatica sanzione e la lotta di successione
2 Matrimonio e figli
3 Ascendenza
4 Onorificenze
5 Note
6 Bibliografia
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Cariche
Biografia |
I primi anni e la guerra di successione spagnola |
Carlo Francesco Giuseppe Venceslao Baldassarre Giovanni Antonio Ignazio era il figlio secondogenito di Leopoldo I e della sua terza moglie, Eleonora del Palatinato-Neuburg. Nacque il 1º ottobre 1685 e suo tutore sin dalla giovane età fu il principe Antonio Floriano di Liechtenstein.
A seguito della morte di Carlo II di Spagna nel 1700 senza eredi validi a succedergli, Carlo si autoproclamò re di Spagna in quanto anch'egli era membro della famiglia Asburgo.[4] Questo fatto portò alla Guerra di Successione spagnola in quanto Luigi XIV di Francia aveva proposto quale candidato per quel trono il nipote Filippo d'Angiò, il quale da testamento era stato anche designato erede di quella corona dallo stesso Carlo II il quale non voleva che la Spagna perdesse la propria indipendenza venendo riunita ai domini imperiali. Portogallo, Inghilterra, Scozia, Irlanda e gran parte del Sacro Romano Impero appoggiarono la candidatura di Carlo al trono spagnolo.[5] Acclamato nel 1703 a Vienna come "Carlo III di Spagna", giunse in Spagna solo nel 1704 rimanendovi per i sette anni successivi.
Questi anni di governo per Carlo furono estremamente difficili in quanto il governo imperiale era appoggiato unicamente dai catalani, i quali avevano occupato Valencia e Barcellona, città quest'ultima ove assistette ad un grande assedio nel 1706.
L'ascesa al trono imperiale |
A cambiare le sorti della guerra fu l'improvvisa morte senza eredi del fratello maggiore di Carlo, l'imperatore Giuseppe I: Carlo dovette tornare in Austria e rinunciò quindi al trono spagnolo. Nel 1711 venne incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero a Francoforte sul Meno.
Sebbene le fonti dicano che Carlo VI non fosse molto portato per la politica, l'imperatore continuò la politica del fratello uniformando la legislazione e la burocrazia, almeno in Austria, Boemia e Fiandre e attuando una politica mercantilistica attraverso l'abolizione dei dazi interni, l'aumento delle imposte dirette rispetto a quelle indirette, l'istituzione di monopoli di stato e lo sviluppo del commercio e in quest'ottica nel 1719 diede lo status di Porto Franco alla città di Trieste; sempre durante il suo regno l'impero asburgico raggiunse la sua massima espansione. Nel 1713, a seguito del trattato di Utrecht, divenne Re di Napoli, ottenne il Ducato di Milano, il regno di Sardegna e il Ducato di Mantova e successivamente, nel 1720 (trattato dell'Aia) re di Sicilia. Mantenne entrambe le corone fino alla battaglia di Bitonto, nel 1734, quando le truppe spagnole, guidate da Carlo di Borbone, sconfiggendo l'esercito austriaco posero a capo dei due regni di Napoli e di Sicilia la dinastia dei Borbone, che, per la prima volta dal tempo dei sovrani aragonesi, assicurò la corona del Mezzogiorno ad un sovrano non contemporaneamente a capo di un regno esterno.
Nel frattempo, con il Trattato di Vienna del 1731, aveva riconosciuto i diritti sul Ducato di Parma a Carlo di Borbone e Farnese.
Tra il 1716 e il 1718, inoltre, combatté contro i Turchi riuscendo ad ottenere gran parte della Valacchia e della Serbia che vennero annesse al Regno d'Ungheria. Gran parte di questi territori vennero però persi al termine della Guerra russo-turca nel quale venne coinvolto nel 1737.
Nel 1722 Carlo VI fondò la Compagnia di Ostenda per aumentare e organizzare i traffici commerciali dell'Austria nelle Indie Orientali e nelle Indie Occidentali oltre che in Africa. La compagnia doveva organizzare operazioni commerciali che venivano parzialmente finanziate dal Sacro Romano Impero, il quale incamerava ogni anno dal 3 al 6% del ricavato. Come era ovvio aspettarsi, la compagnia divenne impopolare presso inglesi e olandesi che avevano simili compagnie che solcavano gli oceani verso Asia e America. Carlo VI dovette quindi sciogliere la Compagna di Ostenda nel 1731 sulla base del Trattato di Vienna in cambio del riconoscimento della Prammatica Sanzione da parte del Regno Unito.[6]
La guerra di successione polacca |
La Francia continuava ad essere ostile alla politica imperiale e tentava di espandersi in direzione della Germania. Nel 1733 la presenza del trono polacco vacante fu l'occasione per dichiarare guerra all'Austria. Il Sacro Romano Impero e la Russia erano infatti favorevoli all'elezione del principe elettore Federico Augusto II di Sassonia (nipote di Carlo VI per matrimonio), mentre Francia, Spagna e Sardegna proponevano come candidato il polacco Stanislao Leszczyński. Quando lo scontro divenne palese, le truppe francesi occuparono Milano e poi tutta la Lombardia giungendo sino a Mantova, mentre le forze spagnole presero possesso dei regni di Napoli e Sicilia; d'altra parte, sulle rive del Reno, passarono alla Francia le città di Philippsburg e il ducato di Lorena.
Sentendosi attaccato su più fronti, Carlo VI siglò un accordo preliminare a Vienna nel 1735 (la pace verrà conclusa solo nel 1738) con il quale acquistò il Ducato di Parma e Piacenza dai Borbone, sacrificando però i regni di Napoli e Sicilia. La Lorena che venne affidata a Stanislao Leszczyński il quale da contratto aveva l'obbligo dopo la sua morte di passarla alla Francia. Carlo VI ottenne quindi che il Leszczynski non salisse sul trono polacco, il quale fu invece occupato da Federico Augusto di Sassonia che divenne re col nome di Augusto III. Carlo VI ottenne la compensazione della perdita della Lorena con la cessione del Granducato di Toscana che passò a Francesco Stefano di Lorena il quale poi sarà suo successore alla corona imperiale come marito di sua figlia Maria Teresa.
La prammatica sanzione e la lotta di successione |
Sposatosi con Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, ne ebbe due figlie, Maria Teresa e Maria Anna (l'unico maschio, Leopold Johann, era morto a soli sette mesi nel 1716; un'altra figlia, Maria Amalia, nata nel 1724, era morta nel 1730). Nel 1713 tuttavia Carlo VI aveva promulgato la Prammatica Sanzione, con la quale stabiliva che il regno non potesse essere diviso alla sua morte e correggeva quanto stabilito il 12 settembre 1703 dall'imperatore Leopoldo I con il Pactum Mutuae Successionis a proposito della successione in caso di soli eredi di sesso femminile.
Carlo VI morì il 20 ottobre 1740 alla Neue Favorita di Vienna. La sua morte venne causata da dei funghi che aveva mangiato della specie Amanita phalloides.
Nonostante gli sforzi da lui compiuti per far accettare dalle altre potenze il documento, scoppiò la guerra di successione austriaca, conclusasi solo nel 1748 con la definitiva ratifica della successione di Maria Teresa quale regina d'Ungheria e Boemia ed arciduchessa d'Austria; tuttavia, non fu eletta, in quanto donna, imperatrice del Sacro Romano Impero: al suo posto fu incoronato Carlo Alberto di Wittelsbach, col nome di Carlo VII. Alla morte di questi, però, il marito di Maria Teresa, Francesco Stefano di Lorena, assunse il titolo di imperatore, assicurando il mantenimento del titolo imperiale alla Casa d'Asburgo.
All'epoca della sua morte, le terre degli Asburgo erano sature di debiti: il tesoro imperiale conteneva meno di 100.000 fiorini e la diserzione di molti soldati dall'esercito aveva portato ad una scarsa forza militare.[7]
Probabilmente in conseguenza dei suoi anni spagnoli, Carlo VI introdusse il cerimoniale di corte spagnolo (Spanisches Hofzeremoniell) a Vienna; tra le sue realizzazioni architettoniche per la capitale la Reichskanzlei e la Biblioteca Nazionale, in stile barocco.
Carlo VI fu allievo, da ragazzo, del compositore Johann Joseph Fux: si dilettava in composizione, suonava il clavicembalo e, di tanto in tanto, dirigeva l'orchestra di corte. Ebbe contatti col celebre cantante castrato Farinelli. Lasciò una sua autobiografia Commenti sulla propria vita che venne pubblicata per la prima volta a Bruxelles nel 1862.
Matrimonio e figli |
Il 1º agosto 1708 Carlo, allora re di Spagna, sposa nella Basilica di Santa Maria del Mar di Barcellona la principessa Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, figlia primogenita del duca Luigi Rodolfo di Brunswick-Lüneburg. La giovane principessa tedesca era considerata una delle più belle donne al mondo dai contemporanei.[8] I due coniugi ebbero quattro figli, di cui solo due raggiunsero l'età adulta:
Leopoldo Giovanni d'Asburgo (Vienna, 13 aprile 1716 - Vienna, 4 novembre 1716);
Maria Teresa d'Asburgo (13 maggio 1717 - 29 novembre 1780), arciduchessa d'Austria, sposò il duca Francesco Stefano di Lorena, poi Granduca di Toscana e sacro romano Imperatore per matrimonio e successore di Carlo VI, Regina d'Ungheria e Boemia;
Maria Anna d'Asburgo (26 settembre 1718 - 16 dicembre 1744) sposò il principe Carlo Alessandro di Lorena;
Maria Amalia (5 aprile 1724 - 19 aprile 1730).
Ascendenza |
Carlo VI d'Asburgo | Padre: Leopoldo I d'Asburgo | Nonno paterno: Ferdinando III d'Asburgo | Bisnonno paterno: Ferdinando II d'Asburgo | Trisnonno paterno: Carlo II d'Austria |
Trisnonna paterna: Maria Anna di Baviera | ||||
Bisnonna paterna: Maria Anna di Baviera | Trisnonno paterno: Guglielmo V di Baviera | |||
Trisnonna paterna: Renata di Lorena | ||||
Nonna paterna: Maria Anna di Spagna | Bisnonno paterno: Filippo III di Spagna | Trisnonno paterno: Filippo II di Spagna | ||
Trisnonna paterna: Anna d'Austria | ||||
Bisnonna paterna: Margherita d'Austria-Stiria | Trisnonno paterno: Carlo II d'Austria | |||
Trisnonna paterna: Maria Anna di Baviera | ||||
Madre: Eleonora del Palatinato-Neuburg | Nonno materno: Filippo Guglielmo del Palatinato | Bisnonno materno: Volfango Guglielmo del Palatinato-Neuburg | Trisnonno materno: Filippo Luigi del Palatinato-Neuburg | |
Trisnonna materna: Anna di Jülich-Kleve-Berg | ||||
Bisnonna materna: Maddalena di Baviera | Trisnonno materno: Guglielmo V di Baviera | |||
Trisnonna materna: Renata di Lorena | ||||
Nonna materna: Elisabetta Amalia d'Assia-Darmstadt | Bisnonno materno: Giorgio II d'Assia-Darmstadt | Trisnonno materno: Luigi V d'Assia-Darmstadt | ||
Trisnonna materna: Maddalena di Brandeburgo | ||||
Bisnonna materna: Sofia Eleonora di Sassonia | Trisnonno materno: Giovanni Giorgio di Brandeburgo | |||
Trisnonna materna: Maddalena Sibilla di Hohenzollern |
Onorificenze |
Gran Maestro dell'Ordine del Toson d'oro (ramo austriaco) | |
Note |
^ Poiché non venne tenuto conto del breve interregno di Carlo VIII di Francia.
^ Nonostante fosse il quarto sovrano di Sicilia a portare il nome Carlo, il primo, infatti, fu Carlo d'Angiò, ma poiché i siciliani avevano cacciato quest'ultimo con la rivolta dei Vespri, non lo consideravano legittimo sovrano di Sicilia.
^ ab titoli contestati
^ Fraser, 312.
^ Encyclopaedia Britannica, Charles VI (Holy Roman emperor), britannica.com. URL consultato il 22 ottobre 2009.
^ Encyclopaedia Britannica, Ostend Company, britannica.com. URL consultato il 23 ottobre 2009.
^ Crankshaw, 33.
^ Crankshaw, 10-11.
Bibliografia |
- Constantin Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaisertums Österreich, VI, Vienna, 1860, pp. 364–371.
- Edward Crankshaw, Maria Theresa, 1969, Longman publishers, Great Britain (pre-dates ISBN)
- Colin Jones, The Great Nation: France from Louis XV to Napoleon, University of Columbia Press, Great Britain, 2002, ISBN 0-231-12882-7
- Antonia Fraser, Love and Louis XIV: The Women in the Life of The Sun King, London, Orion books, 2006, ISBN 978-0-7538-2293-7.
- J. Alexander Mahan, Maria Theresa of Austria, Crowell publishers, New York, 1932 (pre-dates ISBN)
- Robert A. Kahn, A History of the Habsburg Empire, 1526-1918, University of California Press, California, 1992, ISBN 978-0-520-04206-3
- Harold Acton, The Last Medici, Macmillan, London, 1980, ISBN 0-333-29315-0
- Reed Browning, The War of the Austrian Succession, Palgrave Macmillan, 1995, ISBN 0-312-12561-5
Voci correlate |
- Manifattura imperiale di porcellane di Vienna
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo VI d'Asburgo
Cariche |
.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 267415897 · ISNI (EN) 0000 0001 2144 109X · LCCN (EN) n84000727 · GND (DE) 118560107 · BNF (FR) cb11951278m (data) · ULAN (EN) 500275253 · CERL cnp00395417 |
---|