Arcadio




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Arcadio (disambigua).














































Arcadio

Arcadius Istanbul Museum.PNG
Busto di Arcadio

Augusto dell'Impero romano d'Oriente
In carica
gennaio 383 – 395 (Augusto col padre)
395 - 1º maggio 408 (Augusto d'Oriente)
Predecessore

Teodosio I
Successore

Teodosio II

Nome completo

Flavius Arcadius
Nascita
Spagna, 377
Morte

Costantinopoli, 1º maggio 408
Dinastia

Casata di Teodosio
Padre

Teodosio I
Madre

Elia Flaccilla
Figli

Flaccilla (397)
Pulcheria (399)
Arcadia (400)
Teodosio II (401)
Marina (403)

Flavio Arcadio (in latino: Flavius Arcadius; in greco antico: Αρκάδιος; Spagna, 377 circa – Costantinopoli, 1º maggio 408) è stato un imperatore romano.




Indice






  • 1 Giovinezza


  • 2 Regno


  • 3 Galleria d'immagini


  • 4 Note


  • 5 Bibliografia


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Giovinezza |




Arcadio raffigurato sul Missorio di Teodosio.


Arcadio era il figlio maggiore di Teodosio I e Elia Flaccilla e fratello di Onorio.[1] Teodosio cominciò ad educare il figlio all'arte del governo sin dalla minore età; suo precettore fu Sant'Arsenio il Grande, che fu mandato a Costantinopoli nel 394 dall'imperatore di Roma su richiesta di Teodosio, che voleva che i figli fossero educati da uno degli uomini più colti dell'Impero; contro Sant'Arsenio Arcadio ordì una congiura, che fu però sventata.


Nel 383, all'età di soli sei anni, Arcadio fu proclamato Augusto dal padre e fu associato al governo. Il suo rapido cursus honorum vede poi la nomina a console a soli 8 anni, carica che gli sarà conferita altre due volte nel 392 e nel 394. Nel 386 Teodosio I decise che il figlio di nove anni fosse sufficientemente maturo per apprendere l'arte militare; lo portò quindi con sé nella campagna contro i Grutungi, associandoselo poi nel trionfo celebrato a Costantinopoli. A 17 anni Arcadio si trovò a reggere il governo dell'Oriente sotto la guida del prefetto Flavio Rufino mentre il padre muoveva con l'esercito contro l'usurpatore Flavio Eugenio.



Regno |




Multiplo in oro di Arcadio.


Alla morte di Teodosio I, il 17 gennaio 395, l'Impero romano venne diviso in Impero Romano d'Oriente e Impero Romano d'Occidente. Arcadio ottenne il controllo dell'Impero d'Oriente[2] (in quanto la parte più ricca delle due), ovvero parte della prefettura dell'Illirico (Dacia e Macedonia) e quella d'Oriente (Tracia, Asia minore, Ponto, Oriente, Egitto), mentre il secondogenito di Teodosio, Onorio, divenne imperatore d'Occidente con le sue prefetture d'Italia (Italia, Africa), di Gallia (Gallia, Britannia, Hispania) e la parte restante della Prefettura dell'Illirico. Questa ripartizione dell'eredità di Teodosio non intendeva condurre a una divisione dell'Impero romano, ma i contrasti insorti tra le due parti per questioni territoriali, la crescente diversità degli spiriti e di tendenze tra Oriente e Occidente posero fine a ogni effettiva unità.


Onorio era sotto il controllo del magister militum Stilicone,[3] mentre Arcadio era dominato dal suo consigliere Rufino. Stilicone, che voleva controllare entrambi gli imperatori, nel 395 fece assassinare Rufino, cui però, nel ruolo di consigliere di Arcadio, subentrò Eutropio. Arcadio fu dominato anche dalla moglie Elia Eudossia, che nel 399 convinse il marito a disfarsi di Eutropio. Ad Eudossia si oppose duramente Giovanni Crisostomo, il patriarca di Costantinopoli, che credeva che l'imperatrice avesse usato i beni della sua famiglia per prendere il controllo dell'imperatore. Eudossia, usando la sua influenza, fece deporre Crisostomo nel 404. Ella morì l'anno seguente.


Arcadio fu dominato per il resto della sua vita da Antemio, suo prefetto del pretorio, che fece pace con Stilicone ad Occidente. Arcadio era più preoccupato di apparire come un pio cristiano che delle questioni politiche o militari, detenendo nominalmente il controllo dell'impero fino alla sua morte, avvenuta per malattia il 1º maggio 408.[4]



Galleria d'immagini |




Note |




  1. ^ Norwich, p. 45.


  2. ^ Ostrogorsky, p. 47.


  3. ^ Ostrogorsky, p. 48.


  4. ^ Norwich, p. 49.



Bibliografia |



  • Charles Diehl, La civiltà bizantina, 1962, Garzanti, Milano.

  • Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino, Milano, Einaudi, 1968, ISBN 88-06-17362-6.

  • Gerhard Herm, I bizantini, Milano, Garzanti, 1985.

  • John Julius Norwich, Bisanzio, Milano, Mondadori, 2000, ISBN 88-04-48185-4.

  • Silvia Ronchey, Lo stato bizantino, Torino, Einaudi, 2002, ISBN 88-06-16255-1.

  • Alexander P Kazhdan, Bisanzio e la sua civiltà, 2ª ed., Bari, Laterza, 2004, ISBN 88-420-4691-4.

  • Giorgio Ravegnani, La storia di Bisanzio, Roma, Jouvence, 2004, ISBN 88-7801-353-6.

  • Ralph-Johannes Lilie, Bisanzio la seconda Roma, Roma, Newton & Compton, 2005, ISBN 88-541-0286-5.

  • Alain Ducellier e Michel Kapla, Bisanzio (IV-XV secolo), Milano, San Paolo, 2005, ISBN 88-215-5366-3.

  • Charles Diehl, Figure bizantine, introduzione di Silvia Ronchey, 2007 (1927 originale), Einaudi, ISBN 978-88-06-19077-4

  • Giorgio Ravegnani, Imperatori di Bisanzio, Bologna, Il Mulino, 2008, ISBN 978-88-15-12174-5.

  • Matteo Mariani, Il Regno di Arcadio (395 - 408): un'eredità difficile. [1]



Voci correlate |



  • Colonna di Arcadio

  • Gainas



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arcadio


Collegamenti esterni |


  • (EN) Monete emesse da Arcadio, su wildwinds.com.





















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