Associazione Sportiva Dilettantistica Torres
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ASD Torres Calcio | |||
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Turritani, Torresini, Rossoblù | |||
Segni distintivi | |||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Rosso, blu | ||
Simboli | Torre merlata | ||
Inno | Fozza Torres Trio Folk Latte Dolce | ||
Dati societari | |||
Città | Sassari | ||
Nazione | Italia | ||
Confederazione | UEFA | ||
Federazione | FIGC | ||
Campionato | Serie D | ||
Fondazione | 1903 | ||
Rifondazione | 1991 | ||
Rifondazione | 2006 | ||
Rifondazione | 2008 | ||
Rifondazione | 2017 | ||
Presidente | Salvatore Sechi | ||
Allenatore | Marco Sanna | ||
Stadio | Vanni Sanna (ca. 12 000 ridotta a 4 000[1] posti) | ||
Sito web | www.seftorrescalcio.it | ||
Palmarès | |||
Titoli nazionali | 1 Coppa Italia Dilettanti (Fase Interregionale) | ||
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Associazione Sportiva Dilettantistica Torres, conosciuta semplicemente come Torres, è una società calcistica italiana con sede nella città di Sassari, nata nel 2017 per proseguire la tradizione sportiva della "S.E.F. (Società Educazione Fisica) Torres 1903", compagine già rinunciataria al proseguimento dell'attività sportiva e messa in liquidazione.
La SEF Torres è, assieme all'Ilvamaddalena, una delle due società calcistiche più antiche della regione Sardegna; la massima categoria cui ha preso parte, per decine di stagioni, è stata la Serie C.
L'ASD Torres è stata fondata da una cordata d'imprenditori che hanno acquistato una società di Eccellenza mutandone i colori sociali e la denominazione.
Il nome è un chiaro riferimento alla tradizione sassarese.
Indice
1 Storia
1.1 Gli inizi
1.2 Il dopoguerra
1.3 Gli anni ottanta
1.4 Il primo fallimento e la rinascita
1.5 La seconda esclusione
1.6 La terza caduta
1.7 La ripresa
1.8 Il ritorno in Serie D
1.9 Retrocessione in Eccellenza e fallimento
1.10 La quarta rifondazione
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
4 Strutture
4.1 Stadio
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Settore giovanile
6 La Torres nella cultura di massa
7 Allenatori e presidenti
8 Calciatori
9 Palmarès
9.1 Competizioni interregionali
9.2 Competizioni regionali
9.3 Onorificenze
9.4 Altri piazzamenti
10 Statistiche e record
10.1 Partecipazione ai campionati
10.2 Statistiche di squadra
10.3 Statistiche individuali
11 Tifoseria
11.1 Storia
11.2 Gemellaggi e rivalità
12 Note
13 Bibliografia
14 Voci correlate
15 Altri progetti
16 Collegamenti esterni
Storia |
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Gli inizi |
La Torres viene fondata nel 19 aprile 1903 come Società per l'educazione fisica Torres, denominazione mantenuta sino alla fine degli anni settanta, quando assume il nome di Torres Calcio. L'inizio dell'attività sportiva è datata 1º luglio. Il 20 settembre 1903 i torresini fanno il loro esordio pubblico, con un saggio ginnico che si tenne nel teatro Verdi. La società si segnala ben presto come una tra le più attive a livello regionale in varie discipline, riuscendo a riportare risultati di grande rilievo anche in campo nazionale. Per quanto riguarda il calcio, dopo otto anni di attività amatoriale, nel 1911 viene fondata una sezione apposita e, nello stesso anno, la Torres vince la prima edizione dei campionati sardi di foot-ball. Nella stagione 1930-1931 la prima partecipazione a un campionato regionale (con il Direttorio Regionale Laziale perché quello Sardo non può organizzarlo), seguita dalla immediata promozione in Prima divisione (la terza serie di allora). Nel campionato 1931-1932 i sassaresi, guidati dall'ungherese Ferenc Plemich, sfiorano la promozione in Serie B.
Il dopoguerra |
Con la chiamata alle armi in occasione del secondo conflitto mondiale, tutte le attività sportive si dovettero interrompere e molti atleti rossoblù partirono per il fronte. Ci vollero ben tre anni prima di rivedere a Sassari una partita ufficiale.
Il 24 settembre 1944 un gruppo di ex calciatori ricostituì la squadra e, per gentile concessione della Commissione Alleata, i rossoblu giocarono contro gli avieri inglesi della R.A.F., inaugurando così la nuova stagione agonistica. La Torres vinse 4-3, reti di Chiappe, Moi, Arca e Mastino. Il salto di categoria arrivò nella stagione 1946-1947. Per festeggiare l'evento, arrivò all'Acquedotto la Juventus e, in quella partita, Giampiero Boniperti fece il suo esordio con la maglia bianconera. Nella stagione successiva la Torres si ritrovò nuovamente nei campionati regionali.
Dopo aver militato nei campionati regionali e nella IV Serie, al termine della stagione 1958-1959, la Torres raggiunge la Serie C. Merito in buona parte dell'allenatore Remo Galli e di Marzio Lepri, miglior bomber della storia rossoblù, che quell'anno realizza 24 reti.
Questa la formazione tipo del campionato di IV Serie 1958-1959: Mistroni, Bisiacchi, Colusso, Marchisio, Fogli, Milan, Sebastiani, Sabattini, Travison, Cadè, Lepri. Il 22 giugno 1967 la società ricevette dal CONI la Stella d'oro al merito sportivo. La Torres va ripetutamente all'assalto della Serie B, ma resta ininterrottamente in Serie C sino al campionato 1974-75, terminato con la retrocessione in Serie D e seguito da una immediata risalita che culminò con il primo posto in Serie D nel girone C nella stagione 1980-1981 dopo sei anni di dilettantismo.
Gli anni ottanta |
Nel 1980-1981 con la promozione in Serie C2, i sassaresi disputarono la divisione più volte da protagonista, finché il club viene rilevato da Bruno Rubattu che, dopo un primo campionato concluso al 7º posto, affida nel 1986-1987 la squadra a Lamberto Leonardi. Guidata dall'allenatore romano, ex giocatore di buon livello in Serie A, la Torres vince il campionato e conquista la promozione in Serie C1, trascinata dall'esperienza di Mario Piga, tornato in rossoblù dopo una brillante carriera ai massimi livelli, e l'astro nascente Gianfranco Zola. Questa la formazione tipo: Pinna, Tamponi, Poggi, Petrella, Cariola, Del Favero, Tolu, Zola, Galli, Piga, Ennas.
Al termine della stagione successiva si registra lo storico sorpasso nei confronti dei cugini del Cagliari, mentre nel campionato 1988-1989, la Torres raggiunge il quarto posto finale a un passo dalla Serie B, alle spalle dei rivali del Cagliari (vincitori del torneo), del Foggia e del Palermo.
Il primo fallimento e la rinascita |
Nel 1990-1991, a seguito della retrocessione sul campo in Serie C2, arriva anche l'esclusione per inadempienze economiche. Nella stagione 1991-1992 la società viene iscritta al Campionato Interregionale e, pur conservando il titolo sportivo, la denominazione viene mutata in Polisportiva Sassari Torres. Dopo il 5º posto ottenuto sotto la presidenza di Corrado Sanna, nel 1992-1993 la Torres, rilevata dall'imprenditore edile Gianni Marrosu e allenata da Giuseppe "Eppe" Zolo, centra subito il ritorno tra i professionisti, grazie alla vittoria per 2-1 (reti di Antonio Podda e Renato Greco) nello spareggio contro il L'Aquila, disputato allo stadio Flaminio di Roma davanti a oltre tremila tifosi torresini. Dopo molti campionati di Serie C2 e alcuni tentativi falliti di passaggi societari, nella stagione 1999-2000 la Torres viene acquistata da un gruppo di imprenditori sassaresi che affida la presidenza a Leonardo Marras. La squadra, guidata ancora una volta da Leonardi, riconquista la promozione in Serie C1, grazie anche al contributo della punta greca Theofilos Karasavvidīs, proveniente dal Panionios, fresco della conquista della Coppa di Grecia, che realizza 19 reti in 32 partite. Nella stagione 2000-2001 in C1 la Torres fa un buon campionato da neo promossa piazzandosi al 7º posto, tra i risultati più importanti bisogna ricordare le vittorie interne per 3-0 contro Catania e Palermo e per 2-0 contro il Messina.
In origine esclusa dal campionato 2005-2006, la società guadagna l'iscrizione grazie a un'ordinanza[2] del giudice amministrativo e, guidata da Antonello Cuccureddu, riesce ad arrivare ai play-off per la promozione in Serie B. Il 16 maggio 2006, alcuni giorni prima dello svolgimento dei play-off, la Torres viene coinvolta suo malgrado nell'inchiesta su Calciopoli, quando vengono pubblicate delle intercettazioni telefoniche tra l'allora Ministro dell'Interno Beppe Pisanu e il dirigente della Juventus, Luciano Moggi, conoscente di lunga data in quanto compagno di scuola della moglie, in cui il Ministro dell'Interno chiede aiuto per la squadra di calcio di cui è tifoso, la Torres Calcio[3]. La squadra subisce il contraccolpo, venendo sconfitta in semifinale nel doppio confronto dal Grosseto, perdendo entrambe le partite per 1 a 0.
La seconda esclusione |
Alla sconfitta segue l'esclusione dal campionato per il grave dissesto finanziario della società a causa dei debiti maturati sotto la gestione del presidente Rinaldo Carta. Nel campionato 2006-2007, con la nuova denominazione di Sassari Torres 1903 e sotto la presidenza dell'imprenditore sassarese Antonio Mascia, il club ottiene in extremis l'ammissione alla Serie C2 grazie al Lodo Petrucci. La squadra, costruita quasi interamente durante l'estate e in poche settimane, paga lo scotto della mancata preparazione precampionato e dell'inesperienza societaria, e dà vita a un torneo al di sotto delle aspettative, alternando buon gioco e vittorie a risultati sconfortanti, tanto da provocare l'esonero dell'allenatore Maurizio Costantini in aprile. La squadra chiude tuttavia la stagione conquistando la salvezza ed evitando i play-out. Nella stagione 2007-2008, sempre nel girone A della Serie C2, sotto la guida di Luciano Foschi, la Torres disputa un girone di andata concluso in testa alla classifica e con una sequenza-record di nove vittorie casalinghe consecutive; una crisi di risultati e una penalizzazione di otto punti per irregolarità amministrative della fallimentare gestione Mascia fanno precipitare la squadra in zona play-out, comunque evitati grazie alla classifica avulsa con Cuneo e Pavia.
La terza caduta |
Nell'estate 2008 gli organi federali di controllo dispongono l'esclusione della società dalla Serie C2 ancora per ragioni finanziarie. Il ricorso al T.A.R. del Lazio contro questa decisione viene respinto, come pure quello al Consiglio di stato il 27 agosto. La Torres è condannata all'esclusione dai campionati professionistici e riparte così dal campionato di Promozione sardo, con una nuova società presieduta da Leonardo Marras, già sulla stessa poltrona nel 1999 e attuale patron della Torres Femminile. Per la guida tecnica è stato scelto l'ex bomber rossoblù Roberto Ennas. Amarcord anni ottanta anche nella denominazione sociale: torna la Torres Calcio.
La ripresa |
In attesa del ritorno in campionati più consoni al proprio blasone, tra il 28 novembre e il 5 dicembre 2009, l'ultracentenaria storia della Torres è stata celebrata con una mostra di cimeli allestita dall'Associazione Memoria Storica Torresina e visitata da oltre mille persone.
Dopo il primo posto nel campionato di Promozione Sarda 2008-2009, sotto la guida di Roberto Ennas, la Torres ottiene la promozione in Eccellenza. Il 27 settembre 2010, la società esonera il tecnico per i cattivi risultati di inizio stagione[4] e nomina come nuovo allenatore Angelino Fiori[5].
Il 17 gennaio 2011, la società esonera Fiori[6]; il giorno dopo, sulla panchina della squadra, ritorna Ennas[7]. Il 27 febbraio 2011, dopo la sconfitta per 3-1 subita a Tortolì, Ennas si dimette dall'incarico[8]. La guida della squadra viene in seguito assegnata a Guglielmo Bacci, che ottiene il 2º posto in classifica e la conseguente partecipazione ai play off come testa di serie[9].
Battendo la Polisportiva Valledoria nella semifinale regionale play-off per 1-0 e il Fertilia per 2-1 nella finale, accede alla fase nazionale dei play-off. Nella semifinale della fase nazionale degli spareggi per la promozione in Serie D, la Torres incontra la squadra umbra del Trestina. Dopo aver pareggiato 1-1 all'andata in casa, perde 3-1 in trasferta e viene quindi eliminata[10].
Il campionato successivo, la dirigenza allestisce una squadra che, sotto la guida del tecnico Mauro Giorico, si rende protagonista di una stagione trionfale, durante la quale vengono conquistati tutti i trofei a livello regionale con numeri da record (28 vittorie su 34 partite disputate, 12 vittorie consecutive, 28 risultati utili consecutivi, 17 vittorie su 17 partite disputate in casa). Il 25 gennaio 2012 arriva il primo trofeo, la Coppa di Sardegna, con la vittoria per 2-1 sul Taloro Gavoi[11] campioni in carica del trofeo 2011[12].
Il 18 marzo 2012 battendo il Calangianus 1-0, la Torres ritorna in Serie D matematicamente con ben quattro giornate di anticipo. Infine, il 20 maggio 2012 i rossoblu chiudono la stagione aggiudicandosi anche la Supercoppa di Sardegna, imponendosi 2-1 sul Fonni.
Durante l'estate successiva, nonostante la trionfale annata, la squadra viene in buona parte rinnovata con elementi di buon livello provenienti da diverse squadre dell'isola e, tra la sorpresa generale, si attesta al comando della classifica del campionato di serie D per quasi tutta la stagione. Capocannoniere della squadra è Giuseppe Meloni, attaccante nuorese con trascorsi anche in Lega Pro, che mette a segno complessivamente 21 reti.
Il 28 aprile 2013, pareggiando 4 a 4 con l'Hyria Nola e, contemporaneamente, con la Casertana che perde con la Torre Neapolis, ritorna in Seconda Divisione.
L'11 giugno 2013, in un'assemblea pubblica, il presidente Lorenzoni denuncia che l'iscrizione al campionato di Lega Pro Seconda Divisione è a rischio, a causa della difficoltà ad ottenere dalle banche la fidejussione necessaria. Dopo una settimana, in un'analoga drammatica riunione coi tifosi, il Presidente rassegna le dimissioni e chiede uno sforzo alla città e alle istituzioni, per la ricerca di almeno 200.000 Euro necessari per offrire sufficienti garanzie agli istituti di credito.
Il 19 giugno 2013, un comitato di tifosi annuncia l'operazione Fundraising, una raccolta spontanea di fondi da destinare interamente alla società rossoblù, il cui garante è l'avvocato sassarese Umberto Carboni, il quale si occupa di raccogliere e custodire i denari ricevuti. L'operazione ha un discreto successo, ed in una settimana si riescono a raccogliere circa 110.000 €.
Il 27 giugno, a pochissime ore dall'annuncio dell'interessamento di una nuova cordata alla società, le quote della Sef Torres passano ufficialmente nelle mani dell'imprenditore laziale Domenico Capitani, che diventa di fatto il nuovo proprietario della squadra sassarese. Lo affianca il nuovo socio sardo Antonio Filippo Salaris.
Il campionato di Lega Pro Seconda Divisione 2013/2014 inizia in modo disastroso, con tre sconfitte su quattro partite casalinghe, contro Cuneo, Forlì e Santarcangelo di Romagna, nelle quali la squadra incassa complessivamente 9 reti. Per tale ragione, ed anche a seguito della contestazione della tifoseria, il 15 ottobre 2013 la società esonera il mister Salvo Fulvio D'Adderio e lo sostituisce col laziale Marco Cari.
La squadra viene completamente rinnovata durante il mercato invernale e compie una rimonta verso le prime 8 posizioni che garantirebbero la permanenza nella C unica, ma ha un calo nelle ultime partite e si piazza al 12º posto che le assicura comunque la partecipazione ai play-out. Nella doppia sfida contro il Forlì vince 1-0 nella gara di andata ma perde 0-3 al ritorno in Romagna. Il 25 maggio 2014 arriva la retrocessione sul campo in Serie D che non accadeva dalla stagione 1990/1991, cioè da 23 anni; poi, il 1º agosto 2014 la società viene ripescata nella nuova Lega Pro unica.
Il ritorno in Serie D |
Nella stagione 2014-2015 la società ha incorporato l'A.S.D. Torres (la squadra femminile della città)[13], che poteva vantare nel suo palmarès 7 Scudetti, 8 Coppe Italia e 7 Supercoppe italiane, prima che venisse esclusa dal campionato per inadempienze finanziarie, e rinata la stagione successiva con un'entità separata dalla squadra maschile.[14]
In campionato di Lega Pro la Torres ottiene sul campo la salvezza con due giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. Ma il 29 agosto 2015 la Corte d'Appello Federale della Figc la retrocede in Serie D per illecito sportivo. Nel campionato di Serie D 2015-2016
arriva ai play-off promozione. In semifinale pareggia 1-1 ai supplementari con il Rieti ed accede alla finale in virtù del migliore piazzamento in classifica a fine campionato (3ª), secondo il regolamento che non prevede calci di rigore. Il 29 maggio 2016 perde in casa 0-1 contro l'Olbia la finale play-off per la promozione in Lega Pro.
Retrocessione in Eccellenza e fallimento |
Nella stagione 2016-2017, la Torres si trova nuovamente ad affrontare il campionato di Serie D, ma con una rosa rinnovata completamente ed imbottita di giovani e con una situazione societaria disastrosa, al punto tale che a fine dicembre 2016 sembrava che la squadra non potesse continuare il campionato per mancanza di fondi. Tale fatto viene scongiurata dall'ingresso di Salvatore Sechi in società che con il nuovo direttore sportivo Vittorio Tossi rinnova completamente la squadra per tentare l'impresa disperata di salvare la categoria, ma nonostante tutti gli sforzi profusi la Torres il 7 maggio 2017, indipendentemente dalla vittoria sul proprio campo contro l'Avezzano per 1-0, retrocede nel campionato di Eccellenza Sardegna per la concomitante vittoria ad Ostia del Muravera che tiene il vantaggio di 2 punti al termine degli ultimi 90' e riesce così ad agganciare i playout, spedendo i sassaresi nella massima divisione regionale.
A causa degli ingenti problemi finanziari però la società viene messa in liquidazione e fallisce. La società non si iscrive al campionato di Eccellenza.[15]
La quarta rifondazione |
Il neo presidente Salvatore Sechi prova a rilanciare l'eredità sportiva sassarese prendendo le redini del Tergu Plubium, squadra d'Eccellenza nata dalla fusione delle realtà cittadine di Tergu e Ploaghe. Nella presentazione della nuova società viene svelato il nuovo logo, identico al precedente ma con la dicitura Torres Calcio[16], ma a causa della precedente fusione tra le due squadre della provincia sassarese e degli illeciti sportivi della vecchia S.E.F. Torres, i regolamenti federali vietano la cessione del titolo sportivo.[17] L'eredità della S.E.F. viene quindi proseguita da Sechi con l'ex Tergu Plubium, anche se tale società non possiede il titolo sportivo del sodalizio torresino predecessore.[15]
Il 2 agosto 2017 arriva la conferma del cambio di denominazione della A.S.D. F.C. Tergu Plubium in A.S.D. Torres, con conseguente spostamento del campo di gioco per le partite casalinghe al Vanni Sanna, con conseguente deroga da parte della FIGC in quanto esso non si trova nel territorio del comune di Tergu. Conseguentemente cambiano anche i colori sociali, dal biancoblù al rossoblù torresino.[18]
Il nuovo sodalizio ha disputato da subito una fortunata stagione in Eccellenza, conclusa al quarto posto, alla quale ha seguito la vittoria ai play-off regionali con conseguente ammissione alle dispute nazionali per la promozione in Serie D. Il primo turno dei play-off nazionali viene superato dalla Torres ai danni del Cuoiopelli, ottenendo l'accesso e la conseguente vittoria dell'ultimo turno contro il Cannara, in seguito al quale la Torres si aggiudica la promozione in Serie D al primo anno della rifondazione.[19]
Cronistoria |
Cronistoria dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Torres |
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Colori e simboli |
Colori |
I colori sociali ufficiali della società sono il rosso e il blu. Vennero scelti in seguito ad un sondaggio dai soci fondatori, che, cercando un abito di gala, ne misero in esposizione tre in un noto negozio cittadino. A riscuotere un gran successo fu una giacca blu a doppio petto con risvolti rossi.[25]
La classica divisa della Torres è cosiddetta a quarti rossoblu: rossa a destra e blu a sinistra, con le maniche generalmente invertite, ossia rossa a sinistra e blu a destra. Sul lato sinistro, in corrispondenza del cuore, è presente lo stemma della squadra che per lungo tempo è rappresentato semplicemente da uno scudo bianco con lo stemma araldico della città di Sassari.[26] Raramente, questo storico abbinamento, ha subito delle variazioni. Nella stagione 1977-1978, le due parti della divisa sono state separate in diagonale.[26]
Negli anni ottanta, la divisa ha spesso assunto una tonalità unica, o rossa o blu, con rifiniture dell'opposto colore sulle spalle e sopra il cuore. Altra casacca utilizzata al tempo, a righe verticali rossoblu.[26]
Particolare la divisa utilizzata nel campionato di Serie C2 1997-1998, blu con una banda verticale rossa che attraversa il centro della maglia, bordata di bianco.[26] Questa divisa ricorda il classico abbinamento utilizzato dalla società francese del Paris Saint-Germain.
La classica seconda divisa è bianca con rifiniture rossoblu. I calciatori hanno anche indossato nel corso degli anni divise bianche con banda diagonale od orizzontale rossoblu.[26]
1972-73 | 1976-77 | 1977-78 | 1978-79 | 1980-81 | 1982-83 | 1984-85 | 1986-87 | 1987-88 |
1991-92 | 1992-94 | 1996-97 | 1997-98 | 1999-00 | 2003-09 | 2009-16 | 2016-17 | 2017 ad oggi |
Simboli ufficiali |
Stemma |
L'emblema sociale adottato dal club a partire dagli anni cinquanta (e da allora modificato unicamente dal punto di vista grafico, ma mai nella sostanza) ricalca fedelmente lo stemma araldico della città di Sassari: uno scudetto inquartato di rosso e blu, con una torre bianca disegnata nei quarti rossi e una croce egualmente bianca in quelli blu.
Lo stemma in uso fino al 2005.
Lo stemma in uso dal 2006 al 2008.
Lo stemma in uso fino al 2013.
Lo stemma in uso dal 2013 fino al 2016
Lo Stemma in uso nella stagione 2016-2017
Lo stemma in uso dal 2017
Inno |
L'inno ufficiale della società è intitolato "Fozza Torres". Il brano, composto dal trio folk Latte Dolce, è in lingua turritana. Un inno storico della società, fu musicato il 20 settembre 1903 da Mario Aroca, sui versi del poeta sassarese Barore Scanu, e si intitola "Inno della Torres".[27]
Strutture |
Stadio |
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All'epoca della fondazione della Torres, Sassari non disponeva di un campo da gioco che potesse ospitare partite di calcio.[28] Il primo terreno, denominato di li pudreddi, fu arrangiato tra via Amendola e via Porcellana.[28]
Il primo campo da gioco vero e proprio fu adibito, proprio come all'epoca accadde in molte altre città, nella Piazza d'armi.[28] Tuttavia, a causa del sempre più crescente pubblico che seguiva le sorti della squadra torresina, la società fu costretta ad acquistare un terreno di circa 5 ettari nei pressi dell'acquedotto comunale.[28] Il nuovo stadio, di proprietà della società, fu inaugurato il 31 maggio del 1922 alla presenza del principe Umberto.[28]
Nel 1974, lo società fu costretta a cedere lo stadio "Acquedotto" al comune.[28] L'impianto fu rinominato ed intitolato all'ex calciatore Vanni Sanna nel 2001,[29] e ad oggi può contenere circa 12 000 spettatori, ridotti a poco meno di 4 000.[1]
Società |
Organigramma societario |
Dal sito internet ufficiale della società.[30]
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Sponsor |
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Settore giovanile |
La Torres partecipa con le proprie formazioni giovanili ai campionati nazionali Berretti, Allievi e Giovanissimi, ed ai campionati regionali con formazioni Allievi, Giovanissimi e Under 16 femminile.[31] Inoltre dispone di una scuola calcio di fanno parte le categoria Esordienti e Pulcini.[31]
La Torres nella cultura di massa |
Il 26 marzo del 1975, la Torres affronta allo stadio Acquedotto la blasonata squadra dell'Internacional di Porto Alegre, militante nel massimo campionato brasiliano, che stava completando il proprio tour di amichevoli in giro per la Sardegna.[32] La formazione carioca all'epoca contava in rosa cinque nazionali brasiliani, più il futuro fuoriclasse Paulo Roberto Falcão. La partita si concluse col risultato di tre reti a zero per l'Internacional e la Torres, a fine stagione, retrocedette fra i dilettanti.[32]
Nell'ottobre 2014, è stato presentato in prima assoluta al Teatro Verdi di Sassari il primo documentario realizzato sulla Torres dal titolo "Brevi storie sulla Torres", prodotto e diretto dal regista sassarese Giuseppe Garau, che racconta la nascita della società sportiva e la storia di tre gloriosi personaggi del passato Marzio Lepri, Gavino Matta e Tonino Siddi, attraverso la voce del giornalista Andrea Sini e di parenti degli stessi campioni.[33] L'8 dicembre 2014 a Milano, il documentario vince il più importante riconoscimento al cinema sportivo: la Guirlande d'Honneur nelle finali mondiali della Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs, riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale.[34]
Allenatori e presidenti |
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Calciatori |
Palmarès |
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Statistiche e record |
Partecipazione ai campionati |
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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3° | Prima Divisione | 4 | 1931-1932 | 1934-1935 | 30 |
Serie C | 15 | 1947-1948 | 1974-1975 | ||
Serie C1 | 10 | 1987-1988 | 2005-2006 | ||
Lega Pro | 1 | 2014-2015 | |||
4° | Promozione | 1 | 1951-1952 | 30 | |
IV Serie | 5 | 1952-1953 | 1956-1957 | ||
Campionato Interregionale | 2 | 1957-1958 | 1958-1959 | ||
Serie D | 6 | 1971-1972 | 2016-2017 | ||
Serie C2 | 15 | 1981-1982 | 2007-2008 | ||
Lega Pro Seconda Divisione | 1 | 2013-2014 | |||
5° | Campionato Interregionale | 1 | 1991-1992 | 6 | |
Campionato Nazionale Dilettanti | 1 | 1992-1993 | |||
Serie D | 4 | 1978-1979 | 2012-2013 |
La Torres assomma 64 stagioni nei campionati nazionali delle FIGC: sono 4 le leghe professionistiche valide ai fini della tradizione sportiva cittadina e 6 quelle dilettantistiche.
Statistiche di squadra |
L'inizio delle attività sportive della Torres è datato 1º luglio 1903, quando alla neonata società sarda venne assegnata la palestra comunale.[28] La prima partita invece, fu disputata nell'anno della sua fondazione, nonostante fonti riconducano il primo match nei primi anni dieci, precisamente il 14 aprile del 1903, contro l'Amsicora di Cagliari.[28]
Nonostante la varie vittorie collezionate nelle altre discipline dalla polisportiva Torres, il primo successo in un torneo calcistico avvenne nel 1912, ben nove anni dopo la fondazione della società.[25] Il 22 luglio si giocò a La Maddalena la finale per uno dei tornei regionali che si disputavano all'epoca, che i rossoblu vinsero per tre reti a una contro la formazione della Regia Marina.[25]
Tra il 1978 ed il 1980, la Torres riuscì a mantenere inviolato il proprio terreno casalingo.[35] Questa serie positiva, sviluppatasi nell'arco di due anni e otto mesi, durò ben 43 partite.[35] Il 16 aprile del 1978, il Calangianus vinse di misura sui torresini, che da allora collezionarono 27 vittorie e 16 pareggi.[35] La serie terminò con la sconfitta per una rete a zero contro il Carbonia, del 14 dicembre 1980.[35]
La peggior serie negativa dei rossoblu avvenne durante il campionato di Serie C1 1989-1990.[35] I torresini, a partire dalla sconfitta col Giarre rimediata alla prima giornata, rimasero a secco di vittorie per sette mesi, nei quali nel frattempo collezionarono 16 pareggi e 10 sconfitte.[35] Il successo che pose fine a questo trend negativo fu un netto cinque a zero contro il Brindisi.[35] Nonostante a fine campionato i sardi avessero totalizzato solo quattro vittorie, si salvarono con un solo punto di vantaggio sulle dirette concorrenti.[35] La peggior serie negativa avvenne invece durante la stagione 1972-1973, quando i torresini non vinsero per sedici partite, totalizzando 9 pareggi e 7 sconfitte.[35] La serie ebbe inizio con la sconfitta rimediata contro il Giulianova, e terminò dopo quattro mesi con la vittoria sul Livorno.[35] Anche in questo caso, a fine campionato i rossoblu si salvarono con un solo punto di vantaggio sull'inseguitrice Viterbese.[35]
L'avversario fronteggiato nel maggior numero di occasioni dalla Torres nei campionati nazionali è il Rimini, con 20 precedenti.[25] Seguono a quota 19 la Lucchese, il Perugia, il Prato e il Civitavecchia.[25] La squadra sarda affrontata in più occasioni è l'Olbia, con 18 incontri.[25] La Toscana è stata invece la regione nella quale la Torres ha disputato più trasferte, 223.[25] Segue il Lazio, con 187, mentre all'ultimo posto si colloca la Basilicata, con solo una partita affrontata dai torresini in terra lucana.[25] La Torres è infatti una delle poche formazioni italiane ad aver giocato in tutte le regioni d'Italia.[28]
Statistiche individuali |
Il primo vero allenatore della Torres fu il magiaro Ferenc Plemich, ex calciatore militante nella Triestina allenata dal Nereo Rocco, ingaggiato nel 1931 dal presidente dell'epoca, il Cavalier Diez.[28] Egli importò in città i fondamenti del gioco del calcio e la sua tattica, ma soprattutto introdusse il Metodo, sistema di gioco ideato da Vittorio Pozzo, molto praticato all'epoca.[28] Prima di allora, alla guida della squadra torresina si alternarono ex calciatori con discrete capacità tecniche.[28]
Il primo e finora unico portiere ad aver segnato in maglia rossoblu è Salvatore Pinna.[25] Il curioso evento accadde il 27 settembre 1998, durante una partita del campionato di Serie C2 contro la Vis Pesaro.[25] Sul punteggio di parità, al novantatreesimo minuto un lunghissimo rinvio dell'estremo difensore torresino, rimbalzando nell'area avversario, scavalcò il portiere marchigiano Boccafogli, regalando alla Torres la vittoria.[25]
Paolo Morosi poteva vantare il record di presenze con la maglia della Torres, 342 gare disputate dalla stagione 1964-1965 a quella 1973-1974.[36] Tuttavia, dopo più di quarant'anni, il 3 giugno del 2018 è stato raggiunto da Salvatore Pinna. Il giocatore ad aver siglato più reti è invece Marzio Lepri, che ha messo a segno 122 reti in 301 partite a partire dalla stagione 1954-1955 fino alla stagione 1963-1964.[36] Egli detiene inoltre un altro record: è anche il miglior cannoniere della Torres in una stagione, grazie a 24 reti messe a segno in 31 partite in una delle nove stagioni in rossoblu.[36]
Aggiornato alla stagione 2016-2017.
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Tifoseria |
Storia |
Il movimento ultras a Sassari nasce a metà degli anni settanta.[37] Il primo gruppo vero e proprio sono gli "Ultras Cappuccini", che prendono il nome dal loro quartiere di provenienza.[37] Dopo qualche anno, precisamente nel 1979, nasce il secondo gruppo ultras del panorama torresino: i "Panthers".[37] La Torres vince il proprio girone del campionato di Serie D 1980-1981, e conseguentemente alla promozione fra i professionisti, il neonato gruppo comincia a seguire in trasferta la formazione rossoblu, nonostante i lunghi tempi di percorrenza che richiedeva il viaggio in nave ai tempi.[37]
Nel corso della stagione 1982-1983, nascono ben due gruppi: i "Supporters" e gli "Indians".[37] Entrambi formati da giovani ragazzi, i primi saranno destinati a scomparire dopo appena tre stagioni, mentre i secondi, in seguito alla manifestata intenzione dei Panthers di lasciare, prenderanno in mano le redini della curva torresina a partire dalla stagione 1985-1986, che guideranno per molti altri anni a seguire.[37] Nella stagione seguente nasce il gruppo dei "Warriors", che tuttavia a fine campionato scompare dal panorama ultras sassarese.[37]
Nel 1988 nascono i "Total Kaos", che scompariranno solamente due anni dopo, mentre l'anno successivo sarà la volta dei "Teddy Boys", ma soprattutto della "Nuova Guardia", gruppo che, insieme agli Indians, sarà destinato a lasciare un'impronta importante nel panorama del tifo torresino.[37] Con l'avvento degli anni novanta, i Teddy Boys cambiano la propria denominazione in "Alta tensione", tuttavia, causa lo scarso ricambio generazionale, si scioglieranno poco dopo.[37]
Nel corso del campionato 1993-1994 nasce la "Brigata Sassari", che si scioglierà due stagioni dopo. Nella stagione successiva, il tentativo di ricostituzione dei Panthers crea degli accesi problemi all'interno della curva, così che a partire dal 1995 i gruppi presenti in curva sono solo due: gli Indians e la Nuova Guardia.[37] Tre anni dopo, nel 1998, nascono tuttavia due nuovi gruppi: gli "Ultras" e gli "Autonomi".[37]
Durante la stagione 2012-2013, gli Ultras si sciolgono a causa di problemi interni al gruppo. La Nuova Guardia rimane così l'unico gruppo organizzato presente in curva.
Gemellaggi e rivalità |
Nonostante non abbia mai sostenuto alcun gemellaggio ufficiale per scelta propria, la tifoseria della Torres sostiene o ha sostenuto rapporti di amicizia con i corsi del Bastia, Savona dagli anni '80,[38]Pescara dal 2003,[39]Pro Patria dal 1994[40][41] e Gubbio dal 1998 (solo il gruppo UTS),[40][42] oltre alle sarde di Tempio (anch'essa sostenuta dal gruppo UTS)[40] ed Arzachena.
La rivalità principale della tifoseria di Sassari è notoriamente quella con la squadra principale dell'isola, il Cagliari, contro il quale la Torres disputa il derby di Sardegna[43], con scontri tra le tifoserie avvenute in varie occasioni tra cui le più dure ad Alghero nel 1999 durante un amichevole tra Cagliari e Torres[44], a Serramanna nel 2008 e la più recente a Sassari nel 2017 prima di un amichevole tra il Cagliari e il Sorso.[45]. Le rivalità dei torresini nell'isola, dovute alla fitta rete di alleanze creata attorno alla tifoseria del capoluogo, si hanno con le sarde di Olbia,[46]Nuorese[40] e Calangianus.[40][41] Altre rivalità si sono verificate con le tifoserie di Rimini,[47]Spezia,[41]Novara,[40]Varese,[48]Grosseto[49] e Termoli.[50]
Note |
^ ab STADIO, http://www.seftorrescalcio.it/. URL consultato il 2 marzo 2015.
^ Ordinanza 3865/2005 (DOC).mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
[collegamento interrotto], Consiglio di Stato, 9 agosto 2005. URL consultato il 10 febbraio 2011.
^ Articolo sul Corriere della Sera
^
Esonerato il tecnico Roberto Ennas[collegamento interrotto], TorresCalcio.it
^
Angelino Fiori è il nuovo tecnico della Torres[collegamento interrotto], TorresCalcio.it
^ Torres: esonerato anche Angelino Fiori, Alguer.it
^
Roberto Ennas nuovamente alla guida della Torres[collegamento interrotto], TorresCalcio.it
^
Torres sconfitta 3-1 a Tortolì, ora è terza[collegamento interrotto], TorresCalcio.it
^ Si riparte da Bacci Archiviato il 15 aprile 2012 in Internet Archive., TorresCalcio.it
^
Oggi a Città di Castello: Trestina - TORRES 3-1 (finale)[collegamento interrotto], TorresCalcio.it
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^ Fabio Ledda, Festa grande per il Taloro campione della Coppa Italia, L'Unione Sarda, 20 maggio 2011. URL consultato l'11 gennaio 2015.
^ Uomini e donne, solo una Torres. Capitani: "Rilanciamo e puntiamo sui giovani". Comune Sassari: "Stadio? Si può fare", in SardegnaSport.com, 27 giugno 2014. URL consultato il 3 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
^ Fine della storia: la Torres lascia e non si iscrive alla serie A, in Corrieredellosport.it, 11 settembre 2015. URL consultato il 27 maggio 2016.
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^ Ecco la nuova Torres, tutti gli interventi, in SardegnaSport.com, 19 giugno 2017. URL consultato il 24 luglio 2017.
^ Torres sogno ripescaggio, ma (quest'anno) la fusione non si può fare, in SardegnaSport.com, 8 luglio 2017. URL consultato il 24 luglio 2017.
^ Ufficiale: nasce la A.S.D. Torres. Gioca al "Vanni Sanna" ma..., in SardegnaSport.com, 24 luglio 2017. URL consultato il 2 agosto 2017.
^ Pareggio magico della Torres in trasferta, tripudio dei giocatori neopromossi in D - Foto - la Nuova Sardegna, in la Nuova Sardegna, 10 giugno 2018. URL consultato il 10 giugno 2018.
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^ A campionati sospesi e non validi per i normali passaggi di categoria il Comitato Regionale Sardo organizzò un torneo al quale presero parte le società calcistiche di qualsiasi categoria e divisione (sia della Sezione Propaganda che della FIGC).
^ Delibera della Presidenza Federale e dalla Presidenza della L.N.D. Comitato Regionale Sardegna, comunicato ufficiale n. 11 dell'11 settembre 2008.
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^ Scontri Olbia
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Bibliografia |
- Corrado Delunas e Carlo Fontanelli, 1903-2003 Torres ti amo - 100 anni di calcio a Sassari, Empoli (FI), Geo Edizioni Srl, 2003.
- Andrea Sini, Con il nome di Torres in core, Sassari, Edes, 2013.
Voci correlate |
- Sassari
- Sport in Sardegna
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla SEF Torres 1903
Collegamenti esterni |
Sito ufficiale, su seftorrescalcio.it.
- Fondazione S.E.F. Torres 1903, su fondazionetorres.it.
Archivio storico Associazione Memoria Storica Torresina
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