San Teodoro (Sardegna)
San Teodoro comune | ||
---|---|---|
(IT) San Teodòro (SDN) Santu Diadòru (SC) Santu Tiadòru | ||
Localizzazione | ||
Stato | Italia | |
Regione | Sardegna | |
Provincia | Sassari | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Domenico Mannironi (Lista civica) | |
Territorio | ||
Coordinate | 40°46′N 9°40′E / 40.766667°N 9.666667°E40.766667; 9.666667 (San Teodoro) | |
Altitudine | 15 m s.l.m. | |
Superficie | 107,6 km² | |
Abitanti | 5 010[1](31-12-2017) | |
Densità | 46,56 ab./km² | |
Frazioni | Li Cupuneddi, Badualga, Budditogliu, Franculacciu, L'Alzoni, La Patimedda, La Runcina, La Traversa, Lu Fraili, Lu Impostu, Lu Lioni, Lu Naracheddu, Lutturai, Monti Pitrosu, Schifoni, Silimini, Sitagliacciu, Stazzu Brusgiatu, Stazzu di Mezu, Straula, Suaredda, Tiridduli, Tarra Padedda | |
Comuni confinanti | Budoni, Loiri Porto San Paolo, Padru, Torpè (NU) | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 07052 | |
Prefisso | 0784 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 090092 | |
Cod. catastale | I329 | |
Targa | SS | |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | |
Nome abitanti | (IT) teodorini (SDN) diadorini (SC) tiadorinos | |
Patrono | san Teodoro | |
Giorno festivo | terza settimana di giugno. | |
Cartografia | ||
San Teodoro | ||
Posizione del comune di San Teodoro nella provincia di Sassari | ||
Sito istituzionale | ||
San Teodoro .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}(Santu Diadòru in gallurese, Santu Tiadòru in sardo)[senza fonte] è un comune italiano sparso di 5.010 abitanti della provincia di Sassari, nella regione storica della Gallura, che sorge nell'immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu.
Indice
1 Storia
1.1 Preistoria e storia antica
1.2 Storia medievale
1.3 Storia moderna
1.4 Storia contemporanea
2 Monumenti e luoghi d'interesse
2.1 Architetture religiose
2.2 Spiagge
3 Società
3.1 Evoluzione demografica
3.2 Etnie e minoranze straniere
4 Cultura
4.1 Musei
5 Economia
6 Amministrazione
7 Sport
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Storia |
Preistoria e storia antica |
Nel territorio teodorino sono state trovate tracce e reperti di frequentazioni preistoriche, sia di età prenuragica che nuragica. Il caso più rilevante è quello del nuraghe (in gallurese naracu) monotorre della borgata Naracheddu, di cui attualmente restano solo alcuni filari di pietre, ma che fino agli anni '40 del XX secolo, secondo i censimenti archeologici, risultava in ottime condizioni e raggiungeva l'altezza di sette metri. Si segnala anche il piccolo nuraghe in tanca Lu Naracu, al confine tra Budoni e San Teodoro, disposto in posizione elevata lungo la costa, con possibile funzione di controllo della fascia costiera. Altre strutture murarie risalenti presumibilmente alla preistoria sono state rinvenute nel territorio teodorino, ma il lavoro di valorizzazione del patrimonio archeologico locale è fermo alla fase di ricerca e prima divulgazione delle scoperte.
L'Itinerarium Antoninianum, documento del III secolo d.C., attesta l'esistenza di un centro abitato all'epoca della dominazione romana. La località, denominata Coclearia, nome di cui non resta nessuna testimonianza scritta fuori dall'Itinerarium, potrebbe con buona probabilità essere localizzata nelle vicinanze dell'attuale centro abitato principale di San Teodoro. Ipotesi rafforzata dalla presenza nel territorio, nelle borgate di L'Alzoni e di Budditogliu, di due pietre miliari romane, purtroppo anepigrafi (senza scritta). La presenza romana è, poi, confermata da numerosi ritrovamenti archeologici, esposti presso il museo locale (il "Museo del Mare").
Storia medievale |
Dalla fine dell'età classica e per l'intero periodo alto-medievale, le vicende del territorio teodorino risultano quasi totalmente avvolte nell'oscurità.
Il nome della parrocchiale potrebbe incoraggiare l'ipotesi della presenza sul posto di strutture di culto cristiano all'epoca del dominio bizantino in Sardegna. La chiesa è infatti dedicata a San Teodoro di Amasea, soldato romano d'oriente, martire del IV secolo d.C., venerato nella chiesa cristiana d'oriente. La presenza bizantina è confermata da alcuni ritrovamenti funerari, attualmente conservati presso il museo locale. Di fatto, però, per la chiesa di San Teodoro non sono state trovate tracce documentarie precedenti la metà del XVII secolo. L'edificio antico, il cui studio, forse, avrebbe potuto dare maggiori indizi sulla storia passata di San Teodoro, è stato integralmente distrutto negli anni '50, per essere sostituito dalla struttura attuale, che risale ai primi anni '60 del XX secolo.
Le prime documentazioni scritte finora rintracciate sul territorio risalgono al tardo periodo giudicale, a partire dai primi anni del XIV secolo. Il territorio faceva parte della curatoria di Posada del Giudicato di Gallura, che nella fase finale della sua storia passò in possesso del comune di Pisa. Nello specifico, il territorio ora suddiviso tra i comuni di San Teodoro e Budoni, era disseminato di numerosi piccoli centri abitati, detti "ville", in buona parte scomparse nei secoli successivi, di cui al giorno d'oggi non si è ricostruita con certezza la localizzazione. Tra i toponimi documentati in quegli anni colpisce quello di Offolle, che con tutta probabilità è la prima attestazione scritta del toponimo, evolutosi fino ai giorni nostri in Oviddè.
Questo territorio era collegato con il principale centro urbano gallurese, Civita (in epoca pisana ribattezzata come Terranova, l'attuale Olbia), attraverso una strada, che dai pressi del castello di Pedres scendeva verso sud passando attraverso una località il cui nome, "Ùttaru Pisanu" (viottolo, vicolo pisano) potrebbe risalire all'epoca della dominazione pisana. La strada, giunta alle falde di monte Almuttu, portava poi all'agro nelle vicinanze dello stagno, per dirigersi verso gli altri centri costieri a sud dell'attuale San Teodoro. Presumibilmente tale strada ricalcava il percorso della viabilità di epoca romana.
Le ultime notizie sulle ville della zona risalgono alla metà del XIV secolo. In seguito, forse a causa delle gravissime pestilenze che colpirono l'Europa, di buona parte di tali comunità si perde ogni traccia.
Storia moderna |
Viaggiatori e geografi del XVI secolo, tra cui Giovanni Francesco Fara, descrivono il territorio teodorino e le zone costiere della Gallura come lande boscose e semi-spopolate frequentate da pastori transumanti. Varie cale e calette della zona erano frequentate da navi barbaresche, situazione quest'ultima che si sarebbe protratta fino ai primi del XIX secolo.
Tracce di un ritorno alla vita si avranno solo alla fine del Seicento, come risulta da alcune carte conservate all'archivio della Diocesi di Tempio-Ampurias e dai documenti degli archivi di stato della Sardegna, in cui si testimonia l'esistenza all'epoca di insediamenti di coloni tempiesi nell'area allora nota sotto i nomi di Offude/Ovodde/Ovoddè/Oviddè, probabili derivazioni del medievale Offolle.
Il territorio fece parte, fin dall'introduzione del feudalesimo in Sardegna, effettuata in seguito alla conquista aragonese dell'isola nel XIV secolo, di un feudo che comprendeva grosso modo gli attuali comuni di Posada, Siniscola, Torpè, Lodè, Budoni e San Teodoro. Tale feudo fu noto nel corso dei secoli con vari nomi, tra cui quello di Contea di Montalbo, o Baronia di Posada. il suo centro amministrativo principale era inizialmente Posada.
Storia contemporanea |
Con il riscatto e la successiva eliminazione dei feudi sardi attuati dalla Casa Savoia nella prima metà dell'Ottocento, cui fece seguito la formazione dei moderni comuni, il territorio di San Teodoro d'Oviddè continuò a rimanere accorpato al comune di Posada, che mantenne per lungo tempo svariati territori dell'ex feudo. Già in quegli anni, però, la zona di San Teodoro, così come parte dell'attuale Budoni, era, come su accennato, popolata da coloni di origine tempiese. Questi, avvertendo la necessità di una maggiore autonomia, nonché consapevoli di una serie di differenze culturali (per esempio, linguistiche) che li distinguevano dalla popolazione delle Baronie, richiedevano in modo sempre più deciso il distacco dal comune di Posada. I legami tra la Gallura e la vicina Corsica, caratterizzati, per esempio, da una grande somiglianza di linguaggio, erano avvertiti anche dagli abitanti della vicina Baronia, che fino a pochi decenni fa chiamavano i teodorini e i budonesi di cultura gallurese con il termine sos corsesos (i corsi).
Nel 1927, in epoca fascista, il comune di Posada e con esso San Teodoro, venivano inclusi nell'ambito della nuova provincia di Nuoro, rendendo così ancora più forte il distacco amministrativo di San Teodoro dal resto della Gallura, che invece faceva parte della provincia di Sassari.
Indicativa della diversità culturale che separava Posada e i limitrofi centri delle Baronie dai territori settentrionali del feudo (comprendenti, come già detto, gli attuali comuni di San Teodoro e parte del territorio di Budoni) e, in seguito, del comune, è, tra l'altro, l'appartenenza di tali territori alla diocesi attualmente nota come Tempio-Ampurias, che comprende i territori storici dell'Anglona e della Gallura. Tale appartenenza è comprovata perlomeno dal XVII secolo, ed è prova certa dei legami culturali della comunità teodorina con la realtà gallurese.
La discrepanza, durata a lungo, tra confini amministrativi e confini culturali, ha contribuito a far sì che ancora adesso il comune di San Teodoro venga da alcuni ritenuto parte dell'Alta Baronia e, da altri, invece, della Bassa Gallura. Le due distinzioni, in realtà non si escludono necessariamente a vicenda, in quanto la prima è da ritenersi, nel caso teodorino, una definizione di carattere politico-amministrativo, dovuta, come si è visto alla ripartizione feudale dei territori sardi, mentre la seconda ha un valore principalmente culturale, demografico, linguistico.
Nel 1959, infine, i territori settentrionali di Posada si sono distaccati dal plurisecolare centro amministrativo attraverso la costituzione dei due comuni autonomi di San Teodoro e Budoni.
Dal 2005 San Teodoro è entrato a far parte della provincia di Olbia-Tempio ma, in seguito alla successiva soppressione della stessa avvenuta nel 2016, è infine confluita nella provincia di Sassari.
Monumenti e luoghi d'interesse |
Architetture religiose |
- Chiesa di San Teodoro (centro cittadino - prime attestazioni certe, XVII secolo; abbattuta e ricostruita negli anni '50 del XX secolo)
- Chiesa di Sant'Antonio da Padova (località Straula - edificata negli anni '20 del XX secolo e ampliata negli anni '70)
- Chiesa di Sant'Andrea (Località Monti Pitrosu - edificata negli anni '90 del XX secolo))
Spiagge |
Le principali spiagge di San Teodoro sono, da sud verso nord:
Li Corri di Li Becchi.
Li Marini, detta anche Costa Caddu (termine gallurese per "cavallo").
Seghefusti.
L'Isuledda.
Cala d'Ambra, nota in passato anche come Lu Calboni ("il carbone") perché ai primi del Novecento luogo d'imbarco del carbone ricavato dalle foreste locali. Nelle vicinanze si trovano anche delle calette tradizionalmente note come Cala Finocchju e Lu Bagnu di l'Òmini, toponimi ormai caduti in disuso.
La Cinta.
La Punta di l'àldia (punta della guardia), nota in passato anche come Punta Zapatìnu. Attualmente storpiata come Puntaldìa, in omonimia a un vicino villaggio turistico, costruito negli anni '80, i cui costruttori - erroneamente - spostarono l'accento.
Lu Impostu ("il luogo di spedizione", forse perché usato in passato come luogo d'imbarco di merci).
Cala Brandinchi, forse dal nome della famiglia Brandanu, o secondo alcune ipotesi, da passate frequentazioni di marinai della cittadina corsa di Brando). Da alcuni chiamata anche Punta Capicciolu, dalla vicina punta. Nota anche informalmente tra i turisti con il nome di Tahiti.
Salina Bamba ("salina sciapa").
Baia Salinédda.
Coda Cavallo.
Cala Suaraccia (la "sugheraccia").
Cala Ginepro.
Cala Ghjlgolu (nome spesso italianizzato in Girgolu).
Vicino Cala Ghjlgolu si trovano i resti del noto scoglio denominato La Tartaruga, che è stato oggetto di deturpazione da parte di ignoti[2].
Società |
Evoluzione demografica |
Abitanti censiti[3]
Etnie e minoranze straniere |
Secondo i dati dell'ISTAT la popolazione straniera residente al 31 dicembre 2010 era di 289 persone.
Le nazionalità più rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Romania 74 1,70%
Germania 62 1,43%
Cultura |
Musei |
- Museo del Mare
Economia |
L'economia di San Teodoro è basata per la maggior parte sull'industria turistica balneare. La crescita del paese ha fortemente orientato la popolazione verso l'edilizia e altre attività di servizio connesse alla presenza dei turisti e delle loro case, come giardinaggio, manutenzione, guardiania, ristorazione.
Le tradizionali attività legate ad agricoltura, allevamento e industria di trasformazione alimentare impiegano ancora una forza lavoro non trascurabile, sebbene spesso nei termini dell'attività familiare informale.
Amministrazione |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
23 aprile 1995 | 16 aprile 2000 | Gavino Costaggiu | liste civiche di centro-sinistra | Sindaco | [4] |
16 aprile 2000 | 8 maggio 2005 | Gavino Costaggiu | lista civica | Sindaco | [5] |
8 maggio 2005 | 30 maggio 2010 | Giovanni Marongiu | lista civica | Sindaco | [6] |
30 maggio 2010 | 31 maggio 2015 | Antonio Meloni | lista civica "Uniti per San Teodoro" | Sindaco | [7] |
31 maggio 2015 | - | Domenico Alberto Mannironi | lista civica "Insieme" | Sindaco | [8] |
Sport |
La squadra di calcio del San Teodoro milita attualmente in Serie D.
Da pochi anni è stata fondata un'associazione di atletica leggera.
La presenza turistica incoraggia attività legate al mare, come snorkeling, immersioni subacquee, kite surf, velica.
Note |
^ [1] - Popolazione residente al 31-12-2017.
^ Archivio corriere.it, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato l'8 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 9 july 2015 Il valore del parametrodataarchivio
non combacia con la data decodificata dall'URL: 9 luglio 2015 (aiuto)).
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Comunali 23/04/1995, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
^ Comunali 16/04/2000, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
^ Comunali 08/05/2005, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
^ Comunali 30/05/2010, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
^ Comunali 31/05/2015, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
Bibliografia |
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007.
Voci correlate |
- Gallura
- San Teodoro (Sicilia)
- Stagno dell'Isuledda
- Stagno di Baia Salinedda
- Stagno di Cala Brandinchi
- Stagno di Gilgolu
- Stagno di Salina Bamba
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Teodoro
Collegamenti esterni |
- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 242742308 · GND (DE) 4623109-2 |
---|