Caramanico Terme




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Caramanico Terme
comune



Caramanico Terme – Stemma Caramanico Terme – Bandiera
Caramanico Terme – Veduta
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Regione-Abruzzo-Stemma.svg Abruzzo
Provincia
Provincia di Pescara-Stemma.png Pescara
Amministrazione
Sindaco Simone Angelucci[1] (Lista Civica Uniti per la nuova Caramanico) dal 25-5-2014
Territorio
Coordinate
42°09′N 14°01′E / 42.15°N 14.016667°E42.15; 14.016667 (Caramanico Terme)Coordinate: 42°09′N 14°01′E / 42.15°N 14.016667°E42.15; 14.016667 (Caramanico Terme)
Altitudine 600 m s.l.m.
Superficie 84,99 km²
Abitanti 1 904[2](31-5-2017)
Densità 22,4 ab./km²
Frazioni Decontra, San Nicolao, San Tommaso, San Vittorino, Santa Croce, Sant'Elia, Scagnano
Comuni confinanti
Abbateggio, Bolognano, Fara San Martino (CH), Pennapiedimonte (CH), Pratola Peligna (AQ), Roccamorice, Salle, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant'Eufemia a Maiella, Sulmona (AQ)
Altre informazioni
Cod. postale 65023
Prefisso 085
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
068007
Cod. catastale B722
Targa PE
Cl. sismica zona 1 (sismicità alta)
Nome abitanti caramanichesi
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Caramanico Terme

Caramanico Terme



Caramanico Terme – Mappa
Posizione del comune di Caramanico Terme all'interno della provincia di Pescara
Sito istituzionale

Caramanico Terme è un comune italiano di 1.904 abitanti della provincia di Pescara in Abruzzo. Fa parte della comunità montana della Maiella e del Morrone della quale è anche sede.


Il centro è noto per la ricchezza artistica e per la presenza delle "terme di Caramanico", inoltre è incluso nel gruppo dei borghi più belli d'Italia.




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


    • 1.2 Clima




  • 2 Origini del nome


  • 3 Storia


  • 4 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 4.1 Architetture religiose


      • 4.1.1 Chiesa di San Tommaso di Paterno


      • 4.1.2 Collegiata di Santa Maria Maggiore


      • 4.1.3 Altre chiese




    • 4.2 Architetture militari


      • 4.2.1 Borgo medievale di Roccacaramanico




    • 4.3 Le terme di Caramanico


    • 4.4 Aree naturali




  • 5 Società


    • 5.1 Evoluzione demografica


    • 5.2 Tradizioni e folclore


      • 5.2.1 Sant'Antonio abate


      • 5.2.2 Settimana Santa


      • 5.2.3 Santa Maria Assunta


      • 5.2.4 Usanze minori






  • 6 Cultura


    • 6.1 Musei




  • 7 Economia


  • 8 Amministrazione


  • 9 Note


  • 10 Bibliografia


  • 11 Altri progetti


  • 12 Collegamenti esterni





Geografia fisica |


Posto a 613 m s.l.m. alle falde del massiccio della Majella, il suo territorio si stende tra le valli del fiume Orta e del suo affluente Orfento. Dista 50 km dal capoluogo di Provincia e 36 km dalla città di Chieti, circa 200 km da Roma.



Territorio |




Cervo nella faggeta della Majella.


Il paese è situato nel tipico ambiente appenninico. Altimetricamente si sviluppa passando dalla macchia mediterranea fino a 700 m, passando al bosco misto 800 m, alla faggeta 1500 m, fino all'ambiente, detto lunare, dei pianori culminali della Majella. Il territorio comunale è completamente inserito nel parco nazionale della Majella, inoltre insiste la riserva naturale "Valle dell'Orfento", istituita prima del Parco. Il nucleo storico del paese è situato sulla confluenza dei fiumi Orta e Orfento, le cui valli caratterizzano l'intero territorio.


La valle dell'Orfento, una delle prime aree protette d'Abruzzo, è percorsa da numerosi sentieri escursionistici per tutta la sua lunghezza, eccezion fatta per la sommità, dove dalla cascata della Sfischia il corso d'acqua ha origine: quest'area è una riserva integrale assolutamente incontaminata dalla presenza umana.



Clima |


Il clima è quello tipico della bassa montagna, con inverni freddi ma non molto per via della relativa vicinanza con il mare, contraddistinti da abbondanti nevicate. Non di rado il manto nevoso al suolo raggiunge e supera il metro, questo anche grazie allo stau che accentua i fenomeni, dovuto alla particolare posizione del paese incastonato tra Majella e Morrone. Le estati sono calde ma non eccessivamente, anche se è possibile che la temperatura raggiunga o superi i 35 gradi durante intense ondate di calore e in presenza del Garbino (libeccio); possibili anche temporali pomeridiani durante la stagione estiva. Primavera e autunno sono contraddistinti da variabilità, con possibili ondate calde a inizio autunno e irruzioni fredde a inizio primavera, le nevicate tardive sono possibili fino ad Aprile inoltrato.



Origini del nome |


Le origini del nome vengono individuate, secondo la tradizione nel "Chronicon Casauriense",[3] dal riferimento, intorno al X secolo, a Caro, un monaco francese dell'abbazia casauriense, consanguineo dell'imperatore Ludovico II; onde da Caro Monaco, Caramanico. Al di là delle leggende, l'origine viene collegata al longobardo Arimannia, insediamento di soldati a carattere strategico (nome ipotetico latinizzato Harimannicum).



Storia |




Caramanico Terme, chiesa di Santa Maria Maggiore: portale del XV secolo.


La presenza di insediamenti umani sul territorio risale al paleolitico, come attestano numerosi ritrovamenti nella valle giumentina: amigdale, frecce e altri utensili[4]. Gli insediamenti, in epoche successive, si spostano nel fondo valle, nella piana dei Luchi, dove troviamo tracce di un insediamento italico continuato poi fino in età tardo antica e medioevale: ex voto, monili, eremi celestiniani intitolati a S. Bartolomeo, S. Giovanni e al S.to Spirito, spesso frutto della riconversione paleocristiana di piccoli luoghi di culto dedicati all'eroe Ercole[5].


Il nucleo attuale deve essersi sviluppato durante le invasioni barbariche, come dimostra l'origine probabilmente longobarda del nome. Negli archivi della diocesi teatina (oggi Chieti-Vasto) troviamo traccia della pieve di Santa Maria intorno all'anno mille, mentre dagli stessi compare, nel XIII secolo, menzione della chiesa di San Tommaso. Risale al 1476 la realizzazione del portale dell'abbazia di Santa Maria (oggi Santa Maria Maggiore, vedi Chiese).


Nel Chronicon Casauriense compare la dicitura "acque putride", primo riferimento alla presenza di acque sulfuree nella zona. La storia di Caramanico segue, poi, le vicende del Regno delle due Sicilie, come feudo della famiglia D'Aquino. Subisce ingenti danni nel terremoto del 1706[6]. Agli anni successivi risale la costruzione dei palazzi storici. A sottolineare l'importanza assunta nel corso dei secoli, la nomina a viceré-capitan generale di Francesco d'Aquino, principe di Caramanico (1786-1794) al tempo di Ferdinando I delle due Sicilie (III di Napoli, 1759-1816). È del 1901 la costruzione dello stabilimento termale.


Durante il ventennio fascista viene decisa la demolizione del castello, danneggiato dal terremoto, di cui oggi restano solo i basamenti. Durante la seconda guerra mondiale il paese viene a trovarsi dalla parte tedesca della Gustav Line, uno dei fronti su cui si fronteggiarono i due schieramenti, e assiste a drammatiche vicende. Dal 1960 prende il nome di Caramanico Terme e comincia il rapido sviluppo turistico che vedrà la costruzione di nuovi quartieri residenziali e alberghi tra il centro storico e la frazione di Santa Croce, che oggi è perfettamente integrata con il resto del paese.



Monumenti e luoghi d'interesse |



Architetture religiose |



Chiesa di San Tommaso di Paterno |




La chiesa abbaziale di San Tommaso Becket




Caramanico Terme, chiesa di San Tommaso Becket, particolare dell'architrave: Cristo docente


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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Tommaso Becket (Caramanico Terme).

Anche chiamata San Tommaso Becket[7]. Chiesa romanica del XIII secolo. L'edificio attuale sorge su una pieve già citata nel IX secolo, ed era circondato da altri edifici monastici ora decadenti. La pianta è a tre navate e presenta tre livelli altimetrici, il più basso all'ingresso, il superiore dall'altare conduce all'abside centrale e presenta una piccola cripta con un pozzo centrale di acqua sorgiva. La facciata a salienti è scandita da tre portoni e quattro semicolonne, residuo di un portico mai realizzato, con un rosone centrale e due piccole monofore.


I portali laterali presentano stipiti e architrave con decorazioni floreali come le monofore sovrastanti mentre l'architrave del portale centrale è arricchito da un altorilievo (quasi tuttotondo) dei dodici apostoli con Cristo intronato centrale, dalla notevole qualità scultorea per l'epoca, l'anno 1118 e indicato in basso. All'interno le navate sono divise da colonne composite, a destra, e colonne quadrate, sulla sinistra, è presente inoltre una esile colonna monolitica in pietra con capitello corinzio, detta colonna santa, oggetto di venerazione da parte dei fedeli, i cui frammenti venivano asportati vantando proprietà taumaturgiche.



Collegiata di Santa Maria Maggiore |




Caramanico Terme, Chiesa di Santa Maria Maggiore: statua ornamentale del XV secolo.


La chiesa ha esterni gotici con portale ad arco acuto raffigurante l'incoronazione della Vergine (vedi foto in Storia): colonne composite a tortiglioni e due pilastri più esterni ornati da edicole con elementi simbolici sorreggono l'architrave la cui iscrizione rivela l'autore, certo Nicolaus Teutonico, e la data di realizzazione, 1476. Al di sopra la sacre raffigurazione: la Vergine ha ai lati Dio Padre e il Cristo, tutte e tre le figure sono intronate e circondate da figure oranti e angeli. Ancora lungo corso Bernardi l'esterno della chiesa mostra sculture di apostoli, pellegrini e cantori, interessante notare gli strumenti musicali quattrocenteschi, liuto e ghironda.
cappella dell'Assunta del XVII secolo, interni barocchi.
La Chiesa di Santa Maria Maggiore è attualmente chiusa al pubblico a causa del cedimento del "monaco" nelle volte, verificatosi nella notte del 18 gennaio 2017 e dovuto al peso eccessivo dell'eccezionale nevicata. La Sovrintendenza Regionale ha provveduto alla messa in sicurezza e presto partiranno i lavori per il rifacimento del tetto e i restauri interni[8].



Altre chiese |




  • Chiesa di San Nicola di Bari, fu consacrata nel 1592, e poi ampliata con finanziamento di Pietro Bottino tessitore. Il terremoto del 1706 ha danneggiato la struttura, sottoposta a nuovi lavori che hanno trasformato l'impianto rinascimentale in puro barocco. Di originale resta sicuramente il portale centrale in pietra, riccamente decorato da una cornice con due ordini di colonne tortili, e bassorilievicon elementi vegetali. Sopra ci sono le nicchie con i santi Pietro e Lucia, e al centro Nicola. La facciata è a capanna tripartita, e il campanile turrito ha una cuspide a cipolla. L'interno è a tre navate con doppia fila di pilastri. Di interesse l'icona della Madonna del Carmine (XIV secolo)e il pulpito ligneo di scuola napoletana. Una statua in legno dell'Immacolata è attribuita a Nicola D'Antino.


  • Convento dei Cappuccini di San Lorenzo, il convento è stato fondato nel 1590, successivamente soppresso nel 1866 e recuperato nel 1901. A causa del lungo periodo di abbandono, il restauro novecentesco ha ridotto notevolmente la bellezza barocca della struttura, optando per uno schema neoclassico. Nuovi discutibili restauri degli anni '60 hanno cambiato la facciata, facendo perdere il fasto originale e ostentando una modernità spesso criticata dagli studiosi e dagli stessi abitanti di Caramanico. Il convento di antico possiede, perfettamente conservato, il tabernacolo ligneo Chietino del 1728, posto sul presbiterio.


  • Chiesa della Santa Trinità, chiesa del XVI secolo, come testimonia il portale rinascimentale; successivamente rielaborata dopo il terremoto del 1706, ha facciata a capanna stuccata e l'interno a navata unica.


  • Chiesa di San Maurizio, è un convento ex clarisse; molto perse nel 1806 della struttura originaria, visto che il convento è stato usato come residenza civile, ed attualmente ospita il Museo della Fauna. La chiesa risale al XVI secolo, come testimonia la facciata rinascimentale di stampo sulmonese, con portale incorniciato di decorazioni gentilizie. Il campanile è una torre e termina con struttura a vela. L'interno a navata unica ha sei cappelle laterali, con affreschi barocchi in urobori.


  • Eremo di San Giovanni all'Orfento, situato nella valle omonima, fu fondato da Pietro da Morrone nel 1284; si tratta di una grotta molto difficile da penetrare, scavata nella montagna dalla natura stessa e dall'attività carsica. Dentro vi è solo una piccola cella con altare semplice, molto frequentata dagli alpinisti ed escursionisti.


  • Eremo di Sant'Onofrio all'Orfento, si trova nella valle del fiume omonimo. A differenza di San Giovanni, fondato da Pietro da Morrone, l'eremo era una grotta votiva usata dai pastori, di cui oggi rimane poco: le mura perimetrali e la facciata col portale e il campanile.



Architetture militari |



Borgo medievale di Roccacaramanico |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Roccacaramanico.

Ipotesi corrente che Roccacaramanico sia sorta come punto strategico, di osservazione e di difesa dell'accesso alla valle[9].




Scorcio del borgo




La via del corso


La sua storia si intreccia con quella di Caramanico: risultano infatti entrambi nell'anno 875, data di fondazione del Monastero di Casauria, tra i possedimenti della badia.


Tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo si hanno alcune notizie riguardanti interessi, dei signori Cantelmo di Pacentro, in Roccacaramanico.


Successivamente le signorie dei D'Aquino, D'Aragona, D'Angiò, Colonna e Carafa, si succedettero sul territorio in periodi diversi della sua storia. Scarsissime sono le notizie sulla zona nel XVI secolo e nel primo periodo della dominazione spagnola.


Il borgo si trova ad oltre 1200 metri di altitudine, posto tra Caramanico e Sant'Eufemia a Maiella. Il borgo è stato restaurato dopo che negli anni '90 è stato abbandonato. Si compone di alcune case, la chiesa parrocchiale e mura del castello. La chiesa ha aspetto rurale, con un semplice campanile a torre e una facciata sobria. Interno a navata unica. Il castello è solo un bastione, recuperato per l'unico ristorante in paese per il turismo.


Le case fortificate in pietra sbozzata sono state quasi tutte restaurate per la sperimentazione del turismo abruzzese ad albergo diffuso.



Le terme di Caramanico |


Le terme erano usate già dal 1576, quando Padre Serafino Razzi scrisse di una sorgente del fiume, detta Zolfarina, che guariva malattie dei bronchi. Le terme tuttavia furono costruite solo nel 1836, un capannone rudimentale attorno il fiume. Successivamente nel 1901, con la fama delle terme curative, fu inaugurato il vero e proprio complesso termale. A causa della seconda guerra mondiale, lo stabilimento andò in crisi, ma già negli anni '50 gli imprenditori abruzzesi si interessarono alla valorizzazione del turismo montano, ricostruendo città come Roccaraso e Castel di Sangro, e finanziando anche l'ampliamento in chiave moderna dello stabilimento termale. .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Da allora a oggi lo stabilimento è in forte crescita economica.[senza fonte] Il giardino prospiciente la struttura è decorato da un fontanile del XVIII secolo con mascheroni.



Aree naturali |


La valle del Luco (o piano del Luco) è un'area naturale in cui lo scorrere dell'acqua del fiume Orta ha causato nel corso dei secoli la formazione delle cosiddette Marmitte dei Giganti presso le rapide di Santa Lucia attraverso l'erosione delle rocce calcaree. Rapide e torri rocciose si trovano tra le frazioni di San Tommaso di Caramanico Terme e Musellaro di Bolognano[10].



Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[11]






Tradizioni e folclore |








Il panorama delle tradizioni locali segue il doppio profilo temporale delle stagioni, legato al primario settore dell'agricoltura e dell'allevamento, e del calendario liturgico cattolico, anche questo collegato ai cicli naturali attraverso devozioni, protezioni e benedizioni. Così anche le usanze sono legate ai fenomeni atmosferici e a momenti della vita nei campi. Presenza costante è quella degli elementi Acqua e Fuoco, in tutte le loro accezioni di carattere soprannaturale e religioso.



Sant'Antonio abate |




Preparativi per la rappresentazione della vita di Sant'Antonio


17 gennaio, Sant'Antonio abate: benedizione degli animali da fattoria di cui il Santo è protettore (negli ultimi anni anche delle automobili nuove). Inoltre, come in molti paesi limitrofi, avviene la rappresentazione della vita del Santo eremita. La sua scelta di vita nel deserto, la tentazione da parte dei diavoli, rossi e neri, e della donzella, interpretata da un uomo come nel teatro elisabettiano e particolare elemento buffo. Infine l'arrivo risolutore dell'angelo, dal caratteristico cappello conico, tipico delle figure con contatti soprannaturali come fate e streghe. Nel finale, attraverso la spada, elemento simbolico mutuato dalla devozione all'Arcangelo Michele, l'angelo aiuta il Santo a sconfiggere il male e tornare alla sua vita di preghiera. Sempre presente al termine della rappresentazione la questua, richiesta di offerte... in vino e salsicce per i figuranti. Il gruppo locale ha vinto la competizione del campanello d'argento, riconoscimento alla migliore rievocazione abruzzese.



Settimana Santa |



  • Giovedì santo: Durante la Messa in Coena Domini il parroco lava i piedi di dodici confratelli della Confraternita del Monte dei morti eletti tramite sorteggio come discepoli. Al seguito del parroco, o privatamente, i fedeli visitano le chiese dove sono allestiti gli altari della riposizione, detti sepolcri, la cui origine viene ricondotta al rito pagano dei giardini di Venere[12]. Durante la notte ha luogo il rito dei tamurri: un gruppo di uomini percorre il paese suonando un tamburo di pelle d'asino scordata e un flauto, a ricordo della Vergine che cerca Gesù, mentre i soldati giungono ad arrestarlo, questo rito rappresenta ad oggi un unicum del panorama antropologico culturale italiano.


Santa Maria Assunta |




Realizzazione di un favone.




  • 1º agosto, Favoni: al mattino lo sparo di mortaletti, le botte scure, annunciano l'apertura della festa patronale. All'imbrunire le campane della Chiesa di Santa Maria Maggiore, dov'è la cappella dell'Assunta suonano a festa: è il segnale che dà il via, in tutta la vallata, all'accensione dei Favoni, grandi fuochi rituali. All'originario significato della vittoria sulle tenebre, il giorno viene protratto dall'uomo, e al ruolo propiziatorio per il raccolto del grano, si sostituisce la devozione e il ringraziamento all'Assunta protettrice. Alla competizione tra i vari gruppi per avere il fuoco più vistoso, si aggiunge la festa con piatti tipici e musica di dù botte, una piccola fisarmonica abruzzese.


  • 14 agosto: Palmentieri: sfilata in costume. Le donne portano lungo il corso principale del paese i palmentieri: particolari cesti con intelaiature in vimini su cui vengono cucite le pizzelle, il dolce tradizionale. I palmentieri sono doni della comunità alla protettrice, il ricavato della loro vendita andrà in offerta per la festa patronale. In altri paesi limitrofi il palmentiero è costituito da rami, la palma, a cui sono appesi i doni dolci e salati, a Caramanico la forma si è evoluta nella complicata struttura conica dei palmentieri attuali, che conservano del passato solo un ramoscello posto sulla sommità.


  • 15 agosto, festa solenne di Santa Maria Assunta in cielo, patrona del paese.


  • 16 agosto, festa di San Rocco: chiusura dei festeggiamenti, a mezzanotte, con il ballo della pupa, una figura femminile di carta pesta, che ospita al suo interno un ballerino particolare... la pupa, infatti è ricoperta di fuochi d'artificio che esplodono durante la danza, sulle note della fisarmonica.



Usanze minori |




  • 2 febbraio, Candelora: benedizione delle candele da accendere nei momenti di maltempo.


  • 3 febbraio, San Biagio: il Santo protegge dal mal di gola, alla fine della messa in suo onore avviene la benedizione della gola dei fedeli con l'olio santo.


  • Grandine: una vera piaga per ogni tipo di raccolto agricolo, per arrestarla si era soliti posare al di fuori dei balconi la pinza usata per i tizzoni del camino. Singolare associazione tra il fuoco e la particolare piaga meteorologica (scomparsa?).


  • Carnevale: giri di questua nel paese; con un fantoccio contenente all'interno un fiasco si raccoglieva il vino offerto dalle famiglie visitate da giovani mascherati, che poi lo consumeranno fino a tarda sera (scomparsa).


  • Streghe: per proteggersi dall'attacco delle streghe si mette dietro la porta una scopa capovolta. Le malintenzionate, dalla nota curiosità, sarebbero così rimaste a contarne i fili fino all'alba, senza poter operare nessun maleficio. In particolare, una variante prevede l'inserimento di un coltello tra le setole.



Cultura |



Musei |




La chiesa di Santa Maria Maggiore



  • Museo naturalistico archeologico "P. Barrasso": centro di visita del Parco Nazionale della Majella e Centro di Educazione Ambientale della Regione Abruzzo. Il museo ospita la ricostruzione degli ecosistemi della Majella e una sezione archeologica, con reperti italici e romani, attrezzata per disabili e non vedenti.

  • Area faunistica della lontra europea: annessa al Museo "P. Barrasso" è costituita da numerosi recenti che riproducono le condizioni dell'ambiente fluviale tra cui un recinto didattico in cui si svolgono visite guidate.

  • Museo della fauna abruzzese ed italiana: è frutto della donazione di una collezione privata di animali imbalsamati, sono presenti centinaia di esemplari che offrono una visione d'insieme della fauna appenninica.



Economia |


Il paese è sede dello stabilimento termale "Terme di Caramanico" convenzionato con il servizio sanitario nazionale, in cui sono erogate cure inalatorie, fanghi, e terapie idropiniche. L'attività termale-turistica rappresenta in effetti la principale attrattiva del paese.



Amministrazione |


































Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note
13 giugno 1995
12 giugno 2004
Giustino Sanelli

Lista Civica di Centro-destra (1995-1999)
Lista Civica (1999-2004)

Sindaco

[13][14]
13 giugno 2004
25 maggio 2014
Mario Mazzocca

Lista Civica Uniti per Caramanico

Sindaco

[15][16]
25 maggio 2014

in carica
Simone Angelucci

Lista Civica Uniti per la nuova Caramanico

Sindaco
[1]


Note |




  1. ^ ab Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 25 maggio 2014, su elezionistorico.interno.it.


  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2017.


  3. ^ Titolo originale Liber instrumentorum seu Chronicorum Monasterii Casauriensis, XII secolo conservato nella Biblioteca nazionale di Parigi


  4. ^ Museo archeologico nazionale di Chieti, Museo naturalistico P. Barrasso di Caramanico


  5. ^ L'eroe mitologico è raffigurato in molte statuine conservate nel museo archeologico di Chieti, cit


  6. ^ Il terremoto terribilis è menzionato negli affreschi absidali della chiesa di San Tommaso (vedi voce Chiese)


  7. ^ La chiesa è rinominata nel Novecento, era in origine dedicata a San Tommaso Becket, martire inglese


  8. ^ Lavori Santa Maria Maggiore


  9. ^ Roccaramanico.it - Storia, su roccacaramanico.it. URL consultato l'11 aprile 2011.


  10. ^ Piano del Luco, Marmitte dei Giganti, majambiente.it. URL consultato il 27 marzo 2017.


  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.


  12. ^ Per approfondire si veda il lavoro del prof. Giancristofaro Emiliano Tradizioni popolari d'Abruzzo nella bibliografia


  13. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su elezionistorico.interno.it.


  14. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999, su elezionistorico.interno.it.


  15. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.it.


  16. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 7 giugno 2009, su elezionistorico.interno.it.



Bibliografia |



  • Giancristofaro Emiliano (1995) Tradizioni popolari d'Abruzzo. New Compton Editori, Città di Castello.

  • Atti della conferenza L'alta valle dell'Orta. Dep. presso Centro studi del Museo "P. Barrasso". Caramanico Terme.

  • D.Berrettini-B. Mazzocca Storia dello sliluppo termale in Caramanico Edi. Tinari.

  • Antonio de Angelis. Caramanico nel XVII secolo.

  • Antonio de Angelis. Caramanico nel Settecento. Tipo-Litografia Aurelia 72, Roma.

  • Antonio de Angelis. Storia di Caramanico. Tipolitografia Sigraf, Pescara.

  • Caramanico Terme, in Borghi e paesi d'Abruzzo, vol. 7, Pescara, Carsa Edizioni, 2008, pp. 61-76, SBN ITICCUTER031815.



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Caramanico Terme


Collegamenti esterni |



  • Sito ufficiale del comune di Caramanico Terme

  • Sito ufficiale del Parco nazionale della Majella

  • Sito ufficiale delle Terme di Caramanico

  • Sito ufficiale della Parrocchia di Caramanico Terme e Sant'Eufemia a Majella


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