Guida Editori



































Guida Editori
Stato
Italia Italia
Forma societaria Società a responsabilità limitata
Fondazione
1931 a Napoli
Fondata da Alfredo Guida
Sede principale
Napoli, Via Bisignano 11
Settore Editoria
Sito web
www.guidaeditori.it/

La Guida Editori è una casa editrice fondata a Napoli da Alfredo Guida.




Indice






  • 1 La casa editrice


  • 2 La Libreria Guida


  • 3 Note


  • 4 Bibliografia





La casa editrice |


L'azienda acquistò nel 1930 dalla casa editrice Moderna di Caserta i diritti di pubblicazione dell'opera omnia di Francesco D'Ovidio. "Il 5 maggio 1931, con la sigla AGE, nasceva l'azienda del Guida, il quale pubblicò i 18 volumi dell'insigne linguista e, poco dopo, due opere di Roberto Bracco, i cui diritti in precedenza appartenevano all'editore Sandron"[1]. Nel 1935 venne assegnata alla casa editrice la medaglia d'oro alla prima Esposizione universale di Bruxelles.


Dopo una chiusura nel 1968, la casa editrice fu riaperta da Mario Guida, pubblicando opere di Eugenio Garin e Bernard Groethuysen. La casa editrice ha anche pubblicato opere di Umberto Eco, Giuseppe Galasso, Andrea Camilleri e Martin Heidegger.[2]
Oggi la casa editrice è gestita da Diego Guida, della terza generazione della famiglia di editori.



La Libreria Guida |


Ancora prima di entrare nel campo editoriale, la Guida (srl a gestione familiare) era attiva dal 1920 come libreria a Port'Alba. Negli anni del fascismo la libreria fu un ritrovo di intellettuali antifascisti.[3]


Negli anni Sessanta prendevano «il via – nella “saletta rossa” della libreria Guida – una serie di incontri che la faranno diventare (in un
periodo molto buio) il luogo centrale della vita culturale napoletana»[4]. Qui Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale,
Alberto Moravia, Roland Barthes,
Jack Kerouac, Pier Paolo Pasolini,
Domenico Rea, Indro Montanelli e
Pierre Klossowski parteciparono a dibattiti
che richiamavano «una gran
folla di intellettuali, soprattutto giovani,
molti dei quali diventeranno a
loro volta personaggi di primo piano
della vita culturale napoletana».[4]


La libreria "fu palcoscenico delle provocazioni dei
giovani Edoardo Sanguineti e Umberto Eco e fu teatro dei proclami
beat di Allen Ginsberg e Fernanda Pivano. (...) Tra gli anni Settanta e Novanta
del secolo scorso, a Napoli c’erano sei
librerie Guida: a Port’Alba, a piazza San Domenico Maggiore, a piazza dei
Martiri e altre tre al Vomero, tutte appartenenti
ai figli di Alfredo Guida e
dei suoi due fratelli"[5].



Note |




  1. ^ Maria Iolanda Palazzolo, Alfredo Guida, in Dizionario biografico degli italiani, LXI volume, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004.


  2. ^ (IT) Armando Grassi, Un giovane editore per oltre 60 anni tra i libri .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], in Il Denaro, nº 168, venerdì 7 settembre 2012, p. 5. URL consultato il 7 ottobre 2012.



  3. ^ Giorgio Amendola, Una scelta di vita, 1. ed, Rizzoli, 1976, ISBN 8817126101, OCLC 2402822. URL consultato il 15 gennaio 2019.


  4. ^ ab (IT) Tranfaglia Nicola, Albertina Vittoria, Storia degli editori italiani : dall'unità alla fine degli anni sessanta, 1. ed., con una nuova premessa e un aggiornamento bibliografico, Roma-Bari, Laterza, 2007, p. 369, ISBN 8842084042, OCLC 175651878. URL consultato il 15 gennaio 2019.


  5. ^ Di Bari, Luca, In morte di una libreria, in Historia Magistra (rivista di storia critica), 14, 1, 2014 (Milano: Franco Angeli, 2014), che prosegue: "Una alla volta
    sono scomparse tutte. A mantenere
    l’ultima bandiera è Sergio Guida con
    un piccolo esercizio a Montesanto,
    chiamato Papiria e senza il brand
    Guida. Restano aperte le Guida di Salerno,
    Benevento e Caserta, gestite da
    cooperative dei dipendenti".




Bibliografia |


  • F. Piemontese, Guida, in A. Mainardi (a cura di), Storia dell’editoria d’Europa, II. Italia, Shakespeare & Company, Firenze 1995, pp. 560-61.

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Controllo di autorità
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